IncantoLunare
, 32/27 y.o.
Couple
Rome, Italy
Last visit: 1 year ago
- 1 year ago Odorami ..... Togliti la veste che copre lasciati guardare sei d\'incanto dai sognare lunghe le mie mani dove osano andare esplorando nel piacere odorandole di te fluida la pelle che invado con labbra che ho baciato oscilla dal mio corpo l\'emblema del rapporto la passione attesa a raggiungere la meta da\' svago il tuo calore al cuore mio del piacere 5148 0 14 years ago
- 1 year ago Il Drink Preferito Sapevamo che la serata sarebbe stata particolare ma che si arrivasse a questo punto onestamente non era nelle previsioni, ma cominciamo con ordine e dal primo drin drin della chat.Non ricordavamo di aver aggiunto questi amici alla chat ed ancor meno su skype. Primo immediato controllo del profilo di SC da parte di Laura che esclama “sembrano interessanti ed obbedienti, comunque contattiamoli e provochiamoli un po’ vediamo come reagiscono ...â€. Come al solito Laura, rossa di natura in tutto, non si tira mai in dietro difronte alle sfide e clicca sul pulsante di chiamata dell’audio conferenza.Drin Drin Drin Drin ... si attiva la connessione ed esordisce con un secco e perentorio: “Ciao†, una voce di uomo timida risponde:“Ciao ragazzi, come va? Piacere di conoscervi siamo .. “ ..... Laura mi guarda sorridendo, e con fare autoritario esordisce : â€Poche parole vi aspettiamo al motel Western alle 20.30 questa sera e venite preparati ...!!!â€â€œOk obbedisco, sappiamo come preparaci ci saremo.....â€Incredibile, non avevano proferito parola un semplice “obbedisco†evidentemente avevano capito subito lo spirito della chiamata o forse stavano solo giocando ma ormai la sfida era lanciata.La giornata trascorre in ufficio con il solito ritmo, ma il pensiero è fisso sulla serata che ci aspetta. Nel pomeriggio chiamo Laura a cellulare per ricordarle dell’appuntamento e di prepararsi a dovere per la serata. “c’è una coppia che deve essere “iniziata†al giocoâ€. Lei mi chiede semplicemente “Mi vuoi in rosso o in nero ?â€, donna fantastica pensavo tra me e me e con la solita calma le rispondo....â€Entrambi .....â€Alle 18.00 sto per avviare le procedure di spegnimento del Pc ed arriva un messaggio dalla coppia sconosciuta ....â€Mi sto preparando .....il nostro cellulare è 111.345678â€, Immediatamente rispondo inviando un SMS e tenendo in copia Laura “Bene vedremo se vi sarete preparati bene ....â€.Tornato a casa trovo Laura che si sta preparando per la serata con un vestitino da diavoletto nero con inserti di raso rosso, un perizzoma nero ed un paio di scarpe rosse diciamo pure che era un bel vedere. In 10 minuti mi svesto e mi preparo per la serata mentre Laura prepara la sua borsa degli attrezzi.Alle 20.20 siamo al motel e prendiamo subito una camera con idromassaggio per noi due, dopo di che inviamo un sms alla coppia della serata “Stanza 202 e venite preparatiâ€.......Nel frattempo Laura prepara sul tavolinetto la sua collezione di vibro, il suo strap on, le candele, il gel, le manette, le corde e le immancabili fruste mettendo tutto bene in ordine secondo una sequenza logica precisa. Lei sa sempre cosa fare. Ma ogni volta mi sorprendo della meticolosità con cui esegue tutte le operazioni del caso.Questo spiega perchè quando si deve preparare per uscire e fare i bagagli ci mette un tempo atavico.Dopo due minuti dall’invio dell’SMS sentiamo bussare alla porta e prontamente apriamo. Il primo impatto è evidente ci guardiamo negli occhi io e Laura e dopo uno sguardo di intesa esordisce dicendo ai nuovi venuti: “Devo dire che vi siete praparati proprio bene†. Lui aveva al collo un guinzaglio attaccato ad una catena che la compagna tirava con forza trascinarlo dentro la stanza.Era bendato, con un paio di scarpe con i tacchi, calze autoreggenti, un perizzoma molto sexy, e su una specie di vestaglia che gli scendeva a mo’ di minigonna. La compagna, una donna molto bella, era con un vestitino semplice in lattice nero a tubino, un paio di stivali neri un paio di calze da urlo ed una borsa che sembra tanto la borsa degli attrezzi di Laura.“Eccola vi ho portata la puttana della serata†poi si rivolge al suo Slave e con fare autoritario gli ordina “ saluta i tuoi padroni ....†e fa seguire l’ordine da uno schiaffo sonoro. Lui fa un cenno con la testa timido ma neppure finisce che riceve un ulteriore spintone dalla sua compagna che lo fa inginocchiare a terra e Laura li vicino prontamente gli mette il piede con le scarpe in bocca in modo che lui possa leccarlo per bene.Lui apre la bocca ed accoglie volentieri la punta delle scarpe di Laura tutta in bocca. Laura con un sorriso cinico si gode la scena e poi rivolta verso la nuova arrivata si presenta:“Grazie cara per averci portato la puttana, io sono Laura e lui è Flo, come si chiama la Puttana ?â€â€œLa puttana si chiama Carla ma puoi chiamarla Stronza o Puttana, io sono Mary la sua padrona.....â€.Laura appena sentito il nome della puttana si rivolge a Carla dicendole ...â€Stronza lecca bene le scarpe e puliscile tutte ....†e sulla scia di quanto fatto da Mary in precedenza fa seguire il suo comando da un sonoro schiaffone che si stampa sulla faccia di “Carla†lasciando un evidente segno rosso..... Io vado verso Mary e senza esitare le metto la lingua in bocca poi rivolto a “Carla†esordisco: “Stronza lecca bene hai sentito la tua nuova Padrona ? Ora faccio vedere alla tua Donna cosa è un vero uomo ....â€.....e faccio seguire le mie parole da un calcio ben assestato sul culo di “Carla†che è inginocchiata a leccare le scarpe ed i piedi di Laura.Mary apprezza molto i miei baci e mentre limoniamo in modo passionale da anche lei un calcio alla stronza colpendola sui testicoli dicendo ...â€Vedi come fa un vero uomo .....stronza....â€.....Laura nel frattempo si era tolte le scarpe e, sedutasi al bordo del letto, stava infilando i suoi piedi sudati nella bocca di “Carla†e quando per sbaglio la stronza la sfiorava con i denti mentre la leccava immediatamente partivano dei calci diretti sui suoi testicoli in modo che si inclinasse di più in avanti ed aprisse di più la bocca. Mary nel frattempo senza perdere troppo tempo ha messo le mani in mezzo alle mie cosce e cacciato fuori il cazzo ha cominciato a menarlo e poi a leccarlo e quando lo ha visto duro ha preso il guinzaglio ed ha tirato forte verso se dicendo....â€Puttana vieni qui ora, devi salutare anche Flò non solo Laura ...†ed avvicina “Carla†al mio cazzo glielo infila in bocca mentre gli spinge giù la testa con la mano in modo da farglielo scendere tutto in gola...e poi gli ordina nuovamente: “Ora lecca bene e non farlo uscire mi raccomando ....†.....SI capiva che Mary non lasciava spazio alla sua Puttana.Carla poverina stava quasi soffocando le mancava il fiato e dopo un minuto si tira leggermente in dietro per riprendere fiato, Laura appena percepisce il movimento prende la paletta di cuoio che aveva sul tavolinetto e tira un sonoro colpo sul culo della mal capitata che sobbalza in avanti e ingoia nuovamente tutto il mio cazzo fina all’altezza delle palle.Mary si stava godendo la scena e senza esitare fa cenno a Laura di continuare con le sculacciate e Laura sferra in sequenza altre 4 sculacciate che trasformano Carla veramente in una docile puttana da culo segnato da lunghi segni rossi.A questo punto Laura esclama “Ora vieni qua puttana sdraiati a terra che mi serve uno sgabello.....†Appena Carla fu sdraiata a terra Laura spostò il suo perizzoma e si sedette sulla faccia della Stronza facendo in modo che la bocca di “Carla†fosse all’altezza del suo buco del culo. La puttana ebbe come un attimo di esitazione e di soffocamento.Mary chiaramente segue a ruota quanto iniziato da Laura e dopo uno sguardo di intesa esclama: “ecco brava Laura serviva anche a me un poggia scarpe ...†e così dicendo dopo essersi seduta sulla sponda del letto sale con le scarpe sul cazzo della sua schiava mentre guardandomi dolcemente esclama ....â€Dai vieni a leccarmi la fica che ho voglia....â€....ed apre le gambe sollevando il bacino facendo leva sui tacchi che vanno a conficcarsi nei testicoli di “Carlaâ€.Non faccio ripetermelo due volte e alzato il vestitino in lattice comincio a leccarle la fica profumata che ha facendo penetrare la lingua tutta dentro il suo sesso caldo e dopo pochi colpi di lingua scopro con mio immenso piacere che comincia a colare di piacere ed un sapore dolce e coinvolgente invade la mia bocca. Carla, soffocata dal culo di Laura, e dolorante per le scarpe di Mary, dopo un po’ comincia a muoversi ....... quando Mary si accorge della cosa si toglie la scarpa e sferra un calcio sulle palle della sua schiava.....â€Ti ho sempre detto che non mi devi far fare brutta figura e non ti devi muovere quando mi faccio leccare la fica.....â€. Carla si contorce ancora di più dal dolore ma smette di muoversi per alcuni secondi, è evidente che Mary sappia dare ordini convincenti. “Carla†non resiste tuttavia molto ferma e dopo poco riprende a muoversi per il dolore....allora Laura con mia grande sorpresa esclama “Allora non hai capito mi sa che dobbiamo legarti ....â€.Così dicendo afferra il collare dalle mani di Mary, che si sta godendo la mia leccata alla fica, e trascina “Carla†sul letto. Le sfila le mutandine e la lega in ginocchio ai piedi del letto.Lega le mani con delle manette alla testa del letto ed gli lega le gambe ai due piedi del letto in modo da lasciarle le gambe completamente aperte ed il culo bene in vista. In questa posizione Carla era veramente invitante, con quel culo depilato e quelle calze autoreggenti. Laura, terminate le operazioni di legamento, prende la paletta di cuoio larga e comincia a colpire il culo esposto della stronza con colpi sempre più decisi e forti che lasciano evidenti segni sul culo bianco della Puttana che ogni tanto emette qualche gemito di dolore..... “Stai zitta stronza che mi disturbi...†gli urlo io e per evitare che urlasse ancora mi reco sul letto e le infilo il cazzo in bocca per farla tacere.Mary visto che avevo smesso di leccarla a causa della stronza non ci pensa su due volte e gli sferra un calcio tra le gambe aperte che si staglia preciso sui testicoli pensolanti....â€Puttana stai zitta .... che ho voglia di cazzo e di scopare....†e così dicendo viene anche lei sul letto da me e tirata via la benda alla sua schiava si mette con la fica aperta difronte a me in modo che la Stronza potesse vedere e si prendere il mio cazzo tutto dentro urlando..... “Ahhh si scopami ... che vero uomo ... scopami....â€..... Laura nel frattempo ha smesso di picchiare il culo rosso di Carla e con l’elastico le ha legato i testicoli e li tira con forza mentre accende le candele ed aspettava che la cera si sciolga.Mary dopo una bella scopa ed aver avuto il suo primo orgasmo si fa leccare la fica dalla sua schiava per farsela pulire bene dopo di che apre anche lei la sua borsetta e tira fuori uno strap on bello grosso che con maestria cosparge di gel ed esclama: “e’ arrivato il tempo che faccia vedere quanto sei puttana vera ....†e così dicendo si posiziona dietro a Carla legata al letto ed in un colpo le infila quel grosso cazzo nel culo.....E dopo qualche attimo comincia a pomparlo con vigore tutto dentro. Laura eccitata dalla situazione non si fa neppure invitare ed infila anche lei il suo strap on e mentre Mary incula la sua puttana lei gli fa colare sulla schiena la cerca calda...... Carla quando sente le prime gocce di cerca sul culo e sulla schiena caccia un piccolo urlo ...e Laura prontamente rivolta verso di me mi fa “ Falla stare zitta questa troia....â€.Io che ero sul letto prontamente mi avvicino a Carla che con faccia supplichevole vorrebbe che smettessero e le infilo in cazzo duro in bocca. La cosa fa eccitare la puttana che ha una erezione mostruosa....Laura accortasi della cosa mette su il suo giocattolo e chiede ad Mary di lasciarle il posto e con forza infila il suo strap on blu nel culo di Carla cominciando a pomparlo dentro con forza tenendo legate le sue palle. Nel frattempo Mary mi raggiunge sul letto ed una volta messa a pecorina mi chiede di essere inculata anche lei ed io obbedisco e con dolcezza le infilo il mio cazzo duro e grosso nel culo facendo in modo che Carla guardasse la scena.Laura nel frattempo si è tolta lo strap on ed ha pensato bene di lasciarlo inserito nel culo della puttana e poi recatasi sul suo tavolinetto prende un altro didlo ed infila anche quello nel culo di Carla sussurrando al suo orecchio ...â€Ora ti sfondo......†......Carla lancia un urlo di dolore che prontamente vado a soffocare togliendo il cazzo dal culo di Mary e mettendolo in bocca a Carla tutto sporco....â€Leccalo stronza....â€.Laura approfitta della situazione per slegare Carla esausta dal letto e dalle tante inculate avute ma le ordina ...â€Non far cadere i didlo dal tuo culo Puttana...†.....Così combinata Carla si accomoda sul letto a pancia in su con il cazzo in tiro .... Laura subito con i piedi comincia a martoriare il cazzo in tiro fino a sedersi con la fica sul cazzo in modo che i didlo entrassero tutti nel culo di Carla che lancia un ulteriore urlo lancinante mentre il culo si dilata in modo inverosimile..... Laura con il cazzo della Stronza dentro comincia a muoversi godendoselo tutto .... ed insultandola ...â€Troia che non sei altro ma riesci a scoparti una donna ....??!??†..... E dopo poco vedo Laura che ha un bellissimo orgasmo ed anche Carla ormai esausta esplode dentro Laura....... Prontamente Mary vista la scena va verso la sua schiava le toglie i didlo dal culo e chiede a Laura di sedersi sulla faccia della troia “Su leccala tutta e bevi tutto stronza...†nel frattempo tira su le gambe della sua troia e mi chiama......†Su inculati la troia ......†senza pensarci due volte gli infilo nel culo il cazzo e comincio a pomparla mentre Laura gli cola in bocca con la fica........ “Sai Floò mi scappa anche la pipì ....†mi dice Laura mentre inculo la stronza .....â€Laura fai la brava ...dopo ....†...Dopo i violenti colpi sferrati al culo di Carla, Mary mi viene vicino e mi viene sopra voleva godere anche lei come Laura e comincia a scoparmi fino a farmi esplodere dentro di lei tutto nella fica.. ..â€Si Si riempimi la fica ....... che bello.....†......Dopo anche lei si mette sulla bocca di Carla per colargli dentro la mia sborra calda raccolta amorevolmente nella sua fica.......Carla ha ora tutta la faccia sporca di sborra ed anche io ne approfitto per farmi ripulire il cazzo per bene ....... Al che Mary esclama.... “vedi quanto sei puttana e stronza ti sei nuovamente sporcata tutta di sborra ora tocca ripulirti ...†e così dicendo la fa mettere a 4 zampe e la trascina in bagno, Laura eccitata all’idea della cosa prende un didlo e mentre Carla gli passa davanti glielo infila nel culo dicendo .....â€ecco così cammini meglio ed hai anche la codina ...hihihihâ€....... Una volta nel bagno Mary fa sdraiare nella vasca del bagno Carla e messasi a cavalcioni sul bordo della vasca gli piscia in faccia.......â€su dai bevi tutto stronza....†Urla Laura; dopo poco anche Laura segue l’esempio di Mary e scarica la sua piscia nella bocca e sulla faccia di Carla......La scena mi fa salire nuovamente la pressione portandomi ad una nuova erezione quindi ordino a Carla di girarsi e ne approfitto per incularmela nuovamente con forza fino a sborrarle nel culo mentre Mary e Laura gli marsturbavano il cazzo e le palle.......Poi lasciamo Carla a farsi una doccia nel bagno ....ed appena uscita dal bagno l’accogliamo con una clamorosa risata di simpatia e finalmente ci presentiamo.....“Ciao Piacere Flo†“Ciao Piacere Lauraâ€.... “Ciao piacere Paolo ....†...â€Ciao Piacere Mary....â€Poi Mary esclama porgendo a Paolo un bicchiere “Ti abbiamo preparato il tuo drink preferito Cuba Libreâ€......-Una fantasia dedicata alle fantasie di voi tutti - [email protected] 8344 2 14 years ago
- 1 year ago Quella sera in 6 Dopo una lungagiornata di lavoro avevo una gran voglia di coccolare e farmi coccolare dal miofidanzato…così pensai di preparargli una bella cenetta particolare consorpresa….ma aimè la sorpresa invece la fece lui a me…Appena uscita da lavoro mi fermai in un supermarket chetrovai lungo la strada e comprai della carne da cucinare per la serata e undessert….pagai e corsi a casa per prepararmi al meglio per il suo rientro…Mi feci un lungo bagno caldo con oli profumati,mi cosparsiil corpo di crema alla vaniglia e mi misi un bellissimo baby doll rosso fuocoche avevo trovato in un negozietto che a lui ancora non avevo mostrato…Cucinai in accappatoio e misi tutto in caldo e andai avestirmi…capelli appena stirati…molto lunghi e rossi..un filo di trucco e ilmio sexy baby doll e mi sedetti ad aspettarlo sarebbe rientrato a minuti….eroin uno stato di eccitazione fuori misura quella sera.Suonò il campanello della porta e corsi ad aprirechiedendomi come mai non avesse aperto con le sue chiavi,ma non gli diedi pesopiù di tanto,appena aprii col un enorme sorriso pronta ad abbracciarlo ebaciarlo caldamente,quando ebbi la sorpresa,non era solo…con lui c’erano altredue coppie di ragazzi e lì per lì rimasi così perplessa da non sapere cosadire.Me li presentò eravamo tutti più o meno coetanei,c’eraSilvia una bella ragazza bionda con una terza di seno e davvero un bel culettocon suo marito Gianni ,biondo occhi azzurri fisico asciutto e poi c’era Monicacapelli neri corti con una seconda di seno,non magrissima ma nell’insieme moltobella con suo marito Stefano,moro occhi castani diciamo con un fisiconormale…nell’insieme erano proprio due belle coppie.Li feci accomodare in salotto scusandomi con loroimbarazzata per il mio abbigliamento subito il mio disseâ€tesoro nonpreoccuparti e non cambiarti assolutamente che stasera sono qui per giocareâ€â€¦iocapii il suo pensiero e lo fulminai per il semplice fatto che non mi avevaavvisata e per il fatto che non avevamo mai giocato in 6 e non sapevo se orapronta o meno per una tale esperienza.Lo giurai a me stasera mi sarei vendicata….lo stronzo dovevapagare…Apparecchiai per sei un po’ a disagio per tutti quegli occhipuntati su di me,ma anche eccitata,uno stato che non sarei riuscita a cambiarequella sera..Ordinammo le pizze e nell’attesa parlammo del più e del menoanche se io quella sera ero poco loquace visto l’imbarazzo,seguivo i lorodiscorsi e meditavo intanto la mia vendetta.Durante la cena parlammo delle nostre rispettive esperienzein fatto di scambi,e mi ritrovai con le due lei Monica e Silvia a parlare deigiochi e scoprii che entrambe erano bsx come me e la cosa mi fece davveropiacere.Alla fine della cena andai nella nostra “stanza dei giochiâ€a preparare e Monica e Silviavennero a darmi una mano…la camera era semplice,composta da un’enorme tappetosu cui io avevo appoggiato un collage di vari piumoni presi in saldo e daparecchi cuscinoni,ed a un metro e mezzo da terra avevo fatto applicare dellemensole che giravano per tutta la stanza piene di candele e oli profumati checreavano la giusta calda atmosfera.Ci raggiunsero i maschietti ed in me cominciò a salireeccitazione per la serata ma anche nervosismo….ogni uomo spogliò la propriadonna..lentamente…Flò con un sorrisone stampato in faccia e uno sguardo moltoeccitato….mentre io meditavo ancora di più la mia vendetta che in quel momentodecisi si sarebbe consumata quella sera stessa…“tesoro rilassati siamo qui per giocareâ€â€¦io non risposirestai zitta e tremante da quanto ero arrabbiata con lui.Mi si avvicinò Silvia e mi scoccò un bacio molto dolce chericambiai volentieri ,sentivo le sue mani accarezzarmi dolcemente e ioaccarezzavo lei,sentii altre mani che riconobbi come quelle di Monica,si sa ilcontatto femminile non ha bisogno di occhi lo sì percepisce…ciaccarezzammo,baciammo e leccammo a turno e io mi stavo divertendo unsacco…quando si avvicinarono Flò,Stefano e Gianni che nel frattempo si eranospogliati e goduti lo spettacolo…anche perché avevano tutti e tre una granbella erezione.Mi ritrovai distesa con Gianni che mi leccava….vidi Flò chefaceva la stessa cosa a Monica,mi piace molto guardarlo all’opera e mi eccitamolto anche,non vedevo Stefano e Silvia ma li sentivo…quindi un pochino diansia cominciò a passare per lasciare il posto al piacere…Poi ci fu il passaggio e fui coccolata nello stesso identicomodo da Stefano….finchè non mi penetrò…stavo godendo da morire vista la vogliache avevo e vedere il mio uomo fare la stessa cosa mi eccitava ancora di più…Stefanoad un certo punto si staccò e arrivò da me Gianni…â€mamma come sei bellaâ€â€¦iotimida come sono arrossii…anche lui mi penetrò ed io ripresi a godere comeprima…quando successe un’imprevisto..Vidi Silvia e Monica alzarsi e spostarsi da sole…e leritrovai fare uno stupendo 69….ed io invece mi ritrovai circondata anche daGianni e Flò….che mi sorrise…al momento non capii…ma in un secondo mi ritrovaiseduta su Gianni col suo cazzo tutto nella fica,a fare un pompino a Stefano equasi mi sembrava di soffocare,mi trovai più volte a dover combattere con iconati…e alla fine lo sentii…Flò mi aveva inculato…in quel momento mi lasciaiandare,quella doppia mi stava facendo morire infatti ci misi poco a raggiungereun fantastico orgasmo….e in quel momento sentii che anche Gianni e Flòarrivarono…mentre Stefano mi arrivò in faccia pochi secondi dopo….e Monica eSilvia erano entrambe arrivate solo leccandosi e giocando con uno dei mieistrap-on…Andai a prendere un piccolo tavolino con dei bicchieri equalcosa da bere e rimanemmo lì nudi e seduti a scherzare sulla serata…ognunaabbracciata e coccolata dal proprio uomo…Dopo quasi un’ora di chiacchiere se ne andarono….con lapromessa che avremmo ripetuto quanto prima la serata.Sentii l’acqua mentre sistemavo scorrere…e pensai chemancava poco al mio piano…e cominciai a bagnarmi nuovamente….quasi gocciolavoal pensiero che avrebbe scontato la sua pena…Mentre si rivestiva mi infilai nella doccia,una cosaveloce,e presi da un cassettino in bagno un bel paio di manette…mi legail’asciugamano e le nascosi,lo raggiunsi in camera…“tesoro che bella serata è stata,vero??!!â€quando non vide ombra di sorriso sul mio viso….mi chiese “macos’hai non ti sei divertita? Eppure godevi come una troia…â€le mie uniche parole..â€preparati ad essere punitoâ€â€¦mi avvicinai a lui determinata come non mai,gli presi ipolsi e usai le mie manette per legarlo al letto…in quel modo non mi potevatoccare…poi gli misi la mia fascia per i capelli sugli occhi…lo stronzo avevodeciso che non poteva neppure vedere…Gli applicai un doppio elastico di silicone a pene etesticoli e strinsi un po’…me lo avevano regalato al sexy shop dove ogni tantofacciamo acquisti ma non o avevo mai usato prima.Sentii che non ne era molto felice ma in quel momento non mene importava nulla…avrebbe pagato…â€tesoro mi fa male toglimelo…â€â€¦â€noscordateloâ€fu la mia risposta…intanto cominciai a strusciarmi su di lui legatoe impotente di fare qualsiasi cosa….o vedere qualsiasi cosa…Decisi di cominciare col fargli un bel pompino e ci vollepoco per farlo eccitare….poi feci una cosa molto inaspettata per lui…gli presile palle e gliele strinsi forte,lo vidi contorcersi,gli stavo facendo male…masapevo che era un dolore sopportabile…anche perché non avrei mai esagerato…Tornavo a succhiarglielo poi mi spostavo e stringevo…â€tivoglioâ€io mi misi subito sopra di lui e cominciai a muovermi velocemente…neavevo voglia anche io…e gocciolavo in una maniera paurosa…..mi disse “stovenendoâ€â€¦ed io stronza fino a questo punto mi spostai e dissi “e no prima devisoddisfare tutte le mie voglie,poi se vorrò sarai accontentatoâ€â€¦sapevo che loavrei accontentato ma lui doveva restare nel dubbio….Quando cominciò a calare l’erezione….dissi “vediamo cheposso fare..â€e cominciai ancora a succhiarglielo…smisi…decisi di togliergli labenda e le manette e anche l’elastico…lui mi osservò…“scopami…voglio venire insieme a teâ€â€¦non se lo fece ripeteredue volte…con pochi colpi venimmo entrambi in uno splendido orgasmo…ma comefece per andarsi a lavare lo fermai…“no prima pulisci…poi vaiâ€â€¦.si mise a leccarmela…il suosperma mischiato ai liquidi del mio orgasmo…..non so come ma venniancora….soddisfatta e felice…come lo era lui…ci facemmo una bella doccia insieme e andammo adormire……soddisfatti e complici come non mai…. Laura 7002 0 14 years ago
- 1 year ago ...una sera al bar... Quella sera ero annoiata a morte…ma anche molto eccitata erapassato molto tempo dall’ultima volta che ero stata con un’uomo… e non avendonulla da fare mi decisi ad uscire….girai un po’ in macchina non avendo una metaben precisa…quando trovai un localino molto carino e decisi di parcheggiare lamia macchina ed entrare.Mi sedetti al bancone ed ordinai da bere,il ragazzo che miservì era molto carino…intanto mi guardai intorno e quella sera il locale eradavvero strapieno.Il ragazzo dietro il bancone cominciò ad attaccare bottonecon me,ci presentammo lui si chiamava Dany,parlammo del più e del meno per unpo’…avevo la sensazione di interessargli e a dire la verità lui interessava ame….carino,occhi stupendi fisico palestrato ma il giusto non in modo esagerato…Mi disse che quella sera avrebbe dovuto chiudere lui illocale..e non ne era entusiasta….era l’ultimo ad andarsene e io ci lessi moltodi più nel suo sguardo…e arrossii.Gli dissiâ€mi spiace sai dev’essere una noia….come la mia dirimanere la serata a casa da solaâ€e Dany in in tutta tranquillità mi buttòlì…â€beh potresti restare a farmi compagnia,visto che non hai nulla dafareâ€â€¦.quello che mi lasciò intendere non mi diede dubbi e decisi di coglierel’occasione anche se era la prima volta che mi capitava un’esperienza delgenere,pensai tra me e me perché no…così gli risposi…â€ma se ti fa piacererimango volentieri..â€mi strizzò l’occhio e riprendemmo i nostri discorsibuttati sul generale…ma più passava il tempo più la mia volta aumentava maanche la paura cresceva..quella di non sapere come sarebbe andata a finire e senon mi fossi bloccata sul più bello…fattore scatenante aimè la mia timidezza…Era quasi l’ora di chiusura e il locale eccetto me e luiospitava solo un paio di coppie…mi disse di uscire con loro per non darenell’occhio e che mi avrebbe riaperto appena si fossero allontanati…e cosìfeci..Fuori faceva un freddo cane …ma come sempre io nonrinunciavo ad uscire con una delle mie minigonne e con i tacchi a spillo…stavoper scappare e dire…ma che diavolo stò facendo quando Dany aprì la porta e mitirò dentro…non me lo aspettavo essendo assorta nei miei pensieri quinditrasalii…Mi sedetti nuovamente al bancone mentre lui chiudeva leserrande…mi sentivo come un topo in gabbia…ma comunque bagnata perl’eccitazione…attesi che finisse di pulire…anche se spesso mi passava vicino emi sfiorava..â€sei davvero bella “mi disse ed io come sempre arrossii..â€e ho unagran voglia di scoparti,la stessa che percepisco da te visto che hai deciso direstareâ€â€¦io ero nel più totale imbarazzo e non sapevo come uscirne…cosa dire…enon ne ebbi il tempo…mi si mise dietro e mi legò le mani dietro la schiena e mibendò..mi prese in braccio,sentii che saliva dei gradini ma non capivo dovestava per portarmi e mi prese una grande paura ma anche una grande curiosità …lapercepì “non preoccuparti non voglio farti del male io abito al piano superioree voglio solo farti godere e tu farai godere meâ€Mi appoggiò su una superficie morbida..pensai subito alletto…feci per protestare perché anche se la cosa mi eccitava parecchio e nonvolevo darlo a vedere…mi preoccupava essere nelle sue mani senza l’ausiliodella mia vista…ma non potei come aprii la bocca per parlare lui mi ci infilòil suo cazzo già duro e mi tenne per la testa…cercai al momento di liberarmi…mala cosa cominciò a piacermi e lui se ne accorse…Con una mano mi teneva la testa mentre con l’altra cominciòa slacciarmi la camicetta…indossavo un bel reggiseno di pizzo nero che quasi mistrappò…i miei capezzoli era duri come marmo …â€sei una troia guarda come seieccitata†e mi allungò una mano in mezzo alle cosce dove la mia fica era già unlago….â€sì sì hai proprio voglia di essere scopata e lo sarai…si allontanò….misentii succhiare i capezzoli pensai di esplodere per quanto mi piaceva poi mitolse i vestiti..sapevo di essere nuda ma per quello non provai nessunimbarazzo…decise di slegarmi i polsi con mia grande sorpresa..ma non disbendarmi…â€ora toccatiâ€â€¦io che non lo avevo mai fatto in presenza di un uomo mivergognai e fu in quel momento che mi arrivò uno schiaffo sul culo…eroimpreparata e mi allarmai…â€troia ho detto di toccartiâ€â€¦lo feci più per pauradelle conseguenze di un mio rifiuto che per l’imbarazzo in sé…dopo un po’ ditempo che non sapevo determinare…mi tolse la mano e cominciò a leccarmi la ficaabbondantemente bagnataâ€senti che lago che hai qui sotto..sei davvero una granputtanaâ€â€¦da un lato la cosa mi eccitava dall’altro essere apostrofata così miumiliava…non potevo far altro che godere perché era davvero bravo e perché neavevo una voglia immensa…quindi bastò poco per farmi venire….â€troia io non tiho detto di venire…â€Mi sentii ancora più umiliata non sapevo cosa risponderequindi tacqui…â€ora ho una gran voglia di scoparti e sfondarti “..fu allora chemi penetrò…il suo cazzo era molto grosso e mi fece un gran male…ma bastaronopochi minuti per abituarmi e cominciare a godere di nuovo…mi fece girare ebloccandomi i fianchi mi penetrò nuovamente…ma infilò anche due dita nel mioculetto…..faceva un gran male io non avevo mai avuto rapporti anali e nessunomi ci aveva mai infilato nulla…anche se lo avevo sempre desiderato e maiconfessato…â€ma che buchino stretto…vediamo di allargarlo un po’â€â€¦non poteiobiettare perché già mi aveva penetrato con un po’ di difficoltà e per me fumolto doloroso volevo che smettesse…â€smetti per favore mi fai maleâ€â€¦.quasi trale lacrime…â€tu sei la mia troia ora e ti farai inculare per beneâ€â€¦e come nonpensavo succedesse cominciai a godere sotto i suoi colpi..e venire…“puttana ora dovrai bereâ€io lì per lì non capii finchè nonme lo infilò nuovamente in bocca…sentivo i miei sapori…non potevo liberarmipensavo di soffocare..ma dopo solo pochi colpi venì e fui costretta ad ingoiarerespingendo l’urto del vomito a grande fatica…solo allora mi sbendò e fece unacosa inaspettata ma gradita mi baciò in modo dolce…â€vieni andiamo a fare unabella doccia rilassante…â€facemmo la doccia…io lavai lui lui lavò me e latensione che mi aveva tenuto in pugno fino a poco prima svanì…â€sai vorreiincontrarti ancora…e soddisfare qualsiasi tua richiesta….â€io timidamenterisposi…â€mi vergogno a chiedere…insommaâ€â€¦mi zittì con un bacio,â€non devi…domanisera chiudo ancora io vieni e mi raccomando sii pronta a chiedere qualunquecosa…come io farò con teâ€.Mi rivestii…mi accompagnò alla macchina e mi diede l’ultimobacioâ€a domani…alloraâ€..“a domani†risposi io con un sorriso…speravo in quel momento che il domani arrivasse presto…edero già eccitata pensando a cos’altro avesse in mente per me… LAURA 6241 0 14 years ago
- 1 year ago I fantastici 4 e Laura Laura maledettamente bella: capelli rossi con le meches, vita stretta, due belle tettone e un culo tondo e carnoso, abbastanza sodo, un sedere sodo a cui nessun uomo potrebbe resistere, e per finire due belle cosce carnose e dei piedi molto sexy.A Laura piace molto fare compere in giro per la città tra mercatini ama scegliere con gusto ed il suo shopping dura giorni.Durante una di queste uscite conobbe un ragazzone di colore di circa 2 metri, molto bello e muscoloso, che vendeva delle bellissime borsette da donna.Lei, come al solito civettuola e vezzosa non manco di mettere in mostra i suoi lati migliori ed il nuovo amico subito cominciò a farle la corte; io mi accorsi subito delle sue intenzioni e sorridendo la guardavo civettare. un giorno, tornando a casa, trovai il ragazzone davanti la porta di casa che stava cercando di vendere una borsetta a Laura,"Sei gentilissimo a portamele a vedere a casa, io la volevo in verità più piccolina tipo modello GUCCI"….."Signora non si preoccupi ripasso domani e le porto a vedere altre".La cosa comincio' ad incuriosirmi, con la scusa di vendere a domicilio, iniziò spesso a passare da casa nostra mentre io ero al lavoro,e spesso veniva con altri 3 amici, entrambi alti e di bell' aspetto.L'altro giorno, rincasando a casa prima del previsto, ho sentito dei gemiti inconfondibili e soprattuto noti era quella grandissima porcellina della mia compagna che si stava facendo palpare come una cagna da ben 4 ragazzi di colore.. Entrai di soppiatto e mi sdenti sul divano per guastarmi la scena senza disturbare facendo un cenno di assenso ai 4 ragazzi palesemente eccitati ma anche imbarazzati dalla mia presenza.Me ne rimasi li in disparte a guardare lo scempio del corpo di quella stronza, che cominciò dapprima a farsi spogliare con voluttà , rimanendo in perizoma di pizzo nero, autoreggenti nere (mio regalo di san valentino) e scarpe nere col tacco a spillo. Rimasta seminuda i 4 la baciarono ovunque, leccandole la faccia e palpandole il culo e le tettone. Con sguardi di assenso e con una piacevole erezione che cominciava a spingere nei pantaloni lasciavo gradire il mio gradimento al trattamento che le stavano riservando.Lei già godeva, con lo sguardo mi aveva visto sulla poltrona e questo la faceva ancor di più eccitare ma il meglio doveva ancora venire, i quattro ragazzi la fecero mettere in ginocchio e si fecero spompinare golosamente, lei pompava come una dannata, e loro le premevano la testa sui cazzi, per farglieli prendere fino alla base,facendola spesso soffocare e tossire, ma non le lasciavano tregua le tenevano sempre la bocca occupata e a volte le tiravano i capelli e la schiaffeggiavano sul culo.Lei prendeva in bocca quo cazzi da oltre 25 cm senza fare una piega… poi mi guarda e mi dice …"Ti piace la tua zoccola!? " …. io non rispondo semplicemente le mostro la mia erezione possente. Il gioco comincia a prendere una strana piega, che forse Laura non aveva previsto infatti i 4 bravi ragazzi di colore, di fronte a tanta troiaggine presero a diventare volgari e anche un po violenti; mentre se la scopavano le urlavano frasi del tipo "ti piace grandissima puttana bianca? sei contenta di essere la nostra troia? sei solo una cagna una zoccola e una fottuta puttana!!!avanti ragazzi scopiamoci questa troiona come si deve!e rompiamole anche il culo!!!" …Sentito questo, Laura cercò con lo sguardo il mio aiuto affinché li fermassi, ma il gioco era suo e ne doveva subire le conseguenze, certo 4 cazzi così gorri l'avrebbero sfondata tutta ma in fondo le toccava. I 4 non le diedero scampo detto fatto dopo averla sbattuta tirandole i capelli di continuo la presero di forza e la girarono a culo in su. Mentre uno dei ragazzi le manteneva le chiappe aperte mantenedola al tempo stesso ferma serrando la sua testa tra le sue gambe gli altri si posizionarono dietro di lei e senza neppure preparala il primo ragazzo le poggiò la grossa cappella sul buco del culo e con un colpo di reni le entro nel culo quasi tutto. Laura caccio un urlo forte di dolore che non le avevo mai sentito fare, urlò per quasi 30 secondi …Sdraiata sul tappeto Laura venne inculata con inesorabile tenacia a turno dai 4 grazi che le sfondarono il culo insultandola a più non posso, anche perché lei, nel frattempo, aveva incominciato a godere e lo faceva capire in modo deciso e accortisi di questo loro le riversarono addosso un mare di improperi e parolacce: "sei una troia col culo sfondato" "tieni zoccolona", e ancora "ti rompo il culo, cagna!".Laura era ormai un pezzo di carne nelle loro mani, loro la stavano facendo godere come una vacca, e lei era loro riconoscente, e gli disse: "fatemi tutto quello che volete, bastardi!!"I 4 allora la misero a 4 zampe e mentre la sbattevano la schiaffeggiavano forte sulle chiappe, e, dopo un po', la fecero stendere sul tappeto e le dissero: "lecca il nostro buco del culo, puttana schifosa!!"Appena cercò di ribellarsi la presero a ceffoni e la tirarono per i capelli, costringedola a rimettersi sdraiata per terra, e si sedettero uno per uno, a lungo, sulla sua faccia bella e truccata.Laura, una donna bella e di classe stava ora leccando il buco del culo dei 4 ragazzi…..e cominciava a godere..i 4 ridevano e si divertivano come dei pazzi, mentre la poverina soffriva per l' umiliazione che stava subendo…ed allo tempo stesso si bagnava come una porcaquando ne ebbero abbastanza, dopo circa 40 minuti, la girarono e le sborrarono in faccia e sui capelli e quando lei li sgrido per questo loro la schiaffeggiarono a dovere, ricordandole che, dopotutto, lei era solo una troia fottuta, e che quindi non gliene sbatteva un cazzo a nessuno dei suoi capelli e lei, da brava troia, sorrise e disse che loro avevano ragione e con la lingua cominciò a succhiare tuta la sborra rimasta vinco ai loro uccelli duri."ma che brava!!!!!" fu il mio commento ormai al culmine dell'eccitazione ...Uno dei 4 allora disse: "vieni che te li ripuliamo noi i tuoi capelli del cazzo e quella tua faccia da zoccola"!!! detto questo la trascinarono di peso nel bagno, e io mi spostai silenziosamente per godermi la scena….La fecero sedere nella vasca e,dopo averla tappata, presi in mano i loro cazzoni e le pisciarno addosso.....lei strillava per lo scifo e loro, come di consueto, le mollarono due ceffoni che la fecero ammutolire…..e dopo un po la stronza comincio a toccarsi tra le cosce nuovamente eccita….Il loro piscio le stava sciogliendo il trucco rimasto sul viso, e stava inzuppando i suoi capelli e le sue autoreggenti ormai sfilate….I 4 mi guardano con un sorriso e mi dicono "guarda che facciamo ora alla tua puttana"… al chè la presero e, dopo averle fatto immergere la faccia nell' urina in cui sguazzava e avergliene fatta bere con la lingua, come i cani, una buona parte, le infilarono la testa nel water, dicendole: "ecco, così ti laviamo meglio puttana, ah!ah!ah!!!!" lei quasi affogava ma, finito il trattamento e sputata fuori dell'acqua dalla bocca, rise di vero gusto, chiedendo a noi tutti con gli occhi dolci: "sono stata davvero una brava puttana?"….Io guardo tutti …. sorrido compiaciuto e le dico …"Si sei proprio una brava puttana …. mi sa che dobbiamo invitare più spesso questi amici…..ma prima che vanno via dovranno riempirti anche la fica di sborra…."… Lei mi guarda perplessa e mi fa …"Ma lo sai che non prendo la pillola…."… "Lo so …. voglio proprio che ti mettano incinta…."…A queste parole i 4 ragazzi di colore, che si stavano già menando nuovamente i cazzi duri, appoggiano Laura sul bordo della vasca e a pecora le infilano nella fica i loro cazzi duri a turno lacerandole quasi la fica…Laura continua a lanciare urla di piacere quando il primo le sborra violentemente in fica ed il secondo le è subito dentro per riservarle la stessa sorte …ed ecco altri fiotti di sborra allagare la sua fica. Laura sta impazzendo di piacere ed io continuo a gridare …"Mettetela incinta la troia…" ….. Il terzo le è appena venuto dentro ed ecco il turno del 4 quello che ha il cazzo più grosso che si avvicina e la sfonda nuovamente tutta e dopo ben assestati colpi le arriva anche lui con fiotti violenti di sborra nella fica che coincidono il l'urlo di godimento nuovamente di Laura … io nel frattempo le schizzo nuovamente sulla faccia appena pulita …. e le sborso nella bocca…..Laura con un sorriso mi dice "Grazie amore …..!!!" poi con u sorriso si ricompone e salutiamo i nostri nuovi amici …. Ma presto mi sa che verrano nuovamente a trovarci…… 10172 0 14 years ago
- 1 year ago Il primo racconto di Laura ......Anche dopo il mio orgasmo non si ferma, continua a sollecitarmi il clitoride in attesa di una nuova esplosione, senza darmi tregua, senza permettermi di riprendermi un istante... vuole che i miei orgasmi vengano a ripetizione e così accade... un secondo, poi un terzo senza lasciarmi scampo...Ma invece di desiderare che smetta desidero che continui sempre di più, che mi penetri, che mi prenda fin nel profondo dell'anima... il peperoncino mi ha infuocata ed è come se avesse acceso in me l'interruttore dell'insaziabilità .E poi adoro essere legata: da un lato il brivido di sapere di essere toralmente alla sua mercé, regina della giornata ma al contempo schiava dei suoi desideri, dall'altro, impossibilitata a muovermi, non mi resta che concentrarmi sul mio piacere. Ogni volta che percepisco le mani legate al letto sento l'eccitazione crescere."Scopami" gli dico con voce roca, quasi fosse un comando. Per un attimo resta ancora a leccarmi il clitoride."Voglio sentirti dentro di me, voglio che tu mi riempia e mi sbatta. Prendimi. Scopami""Come vuoi, mia regina" e in un attimo si solleva, mi divarica completamente le gambe e si lascia cadere in me "Ma questo ti infuocherà ancora di più..."Non avevo pensato ad una simile eventualità ... lui scivola rapido dentro e fuori di me ed il suo ingresso porta con se il peperoncino... Smorza il mio mugolio di smarrimento con un bacio profondo ed inizia a penetrarmi profondamente con il sesso e contemporaneamente la lingua nella bocca, con un ritmo ipnotico ed incalzante.Ogni affondo mi infuoca sempre di più ed io comincio ad agitarmi ed a muovermi convulsamente. "Scopami di più, di più, di più, sbattimi, ti voglio tutto dentro" gli grido senza rendermi conto dell'oscenità delle mie parole e del mio comportamento, incurante di tutto ciò che non possa contribuire a spegnere il fuoco che sento dentro.E improvvisamente il mio orgasmo esplode selvaggio, mentre gli affondo le unghie nella schiena...Ma lui non mi lascia... "Ne vuoi ancora, mia regina?"(Laura) Coppia: [email protected] 4278 1 14 years ago
- 1 year ago Non dite nulla a Laura .... Finalmente arriviamo a casa di Annalisa. Scendo rapidamente dalla macchina e le apro la portiera, senza peraltro riuscire ad evitare di posare a lungo il mio sguardo sulle sue gambe meravigliose, mentre scende lentamente e maliziosamente dalla macchina, ma per fortuna non dà segno di essersene accorta e mi precede verso la porta d’ingresso. La sua casa è molto carina e accogliente, ma riesco solo a gettarle uno sguardo distratto, ammaliato come sono dalla presenza della mia Principessa che mi precede nella sua stanza, voltandosi poi verso di me e dicendomi: "Ora, cucciolo, io vado a farmi una doccia veloce e a cambiarmi, tu però aspettami qui, in piedi, e spogliati tutto nel frattempo," e con un sorriso malizioso e una risatina si allontana verso il corridoio, lasciando la porta socchiusa. Resto un attimo bloccato, immobile, poi inizio a spogliarmi e posare i vestiti su una sedia accanto al letto; dopo pochi attimi mi ritrovo solo, nudo, in piedi nella sua stanza ad attendere il suo ritorno. La sensazione che mi avvolge è soprattutto un forte senso di ridicolo: in piedi, nudo, non riesco a decidere nemmeno in che posizione attenderla. Mi sento estremamente stupido; qualsiasi cosa faccia ed è una sensazione più umiliante delle cinghiate in pubblico. Soprattutto non so come mettere le mani, provo ad incrociarle sul petto, ma è terribile, le lascio giù lungo il corpo, ma è come essere un militare nudo sull'attenti, e tutto questo mi fà comprendere che anche con questa richiesta la mia Padrona mi sta insegnando umiltà e sottomissione. Inoltre quella sua frase sul cambiarsi si agita impazzita nella mia mente, mostrandomi mille idee su quale potrà essere il suo abbigliamento quando rientrerà , i molti racconti e le molte immagini di Mistress si affollano in me, portandomi ad immaginarla ora con stretti abiti in pelle nera e lunghi stivali con tacchi alti, ora in strani vestiti costellati di borchie e catene o stretti tubini in latex, temo di vederla entrare con fruste o altri dolorosi strumenti in mano, ma improvvisamente, lo scroscio dell'acqua della doccia interrompe le mie farneticazioni; il rumore si sente troppo chiaro, immagino che abbia lasciato aperte tutte le porte, e l'idea di saperla così vulnerabile ai miei sguardi e nello stesso tempo così sicura della mia obbedienza al suo ordine di restare dove sono, mi fà letteralmente impazzire, come mi sconvolge il pensiero di lei, la stupenda e dolce Annalisa, che ora, nuda sotto la doccia, è accarezzata dall'acqua. Chiudo gli occhi e mi sembra di vederla, il suo viso che sale sorridente verso il getto scrosciante, rivoli tiepidi le scivolano lungo il corpo, giocando con la schiuma bianca di cui è ricoperta, i candidi seni velati di spuma, la corrente impetuosa che scorre tra le sue scapole, lungo la schiena, per scomparire tra le gambe, delineando il sedere più bello che abbia mai visto, novella Naiade che danza un lento e sensuale ballo in una polla di montagna sotto la cascata di un limpido e puro ruscello. Pensare a lei mi ha riportato in uno stato di eccitazione, e nel momento in cui me ne rendo conto sento anche uno strano silenzio: l'acqua non scorre più chissà da quanto tempo, e il suo arrivo deve essere imminente. Cerco di rilassarmi e spegnere la mia immaginazione, ma ormai la sua immagine nuda nell'acqua si sovrappone alle visioni di lei in abiti sadomaso, aggravando ulteriormente la mia situazione. Improvvisamente vedo la porta aprirsi e Annalisa apparire, e mi accorgo di sorridere quasi involontariamente per la sciocchezza dei pensieri fatti riguardo al suo possibile abbigliamento, perché la mia stupenda principessa è semplicemente avvolta in un corto accappatoio di spugna, bianco come un angelo uscito da una nuvola, i lunghi riccioli rossi ancora bagnati che segnano il candido volto come lucide pennellate di un ispirato picasso, gli occhi grandi e luminosi che sembrano promettere mille emozioni, le gambe lunghe e perfette che - naturalmente sensuali - si avvicinano a me. I nostri sguardi si incrociano e, di fronte a me in piedi, nudo, con un soriso ridicolo sulle labbra e visibilmente eccitato, lei scoppia in un’allegra e squillante risata alla quale mi unisco senza pensarci, sentendo in quel momento tra noi una complicità , un senso di appartenenza dell'uno all'altra mai provato prima, come se non ci fosse più dominante e sottomesso ma due anime unite da un legame più profondo di quanto si possa soltanto immaginare. Tutto questo dura però solo un battere d'ali di farfalla, perché subito dopo la sua risata lentamente si spegne, le sue labbra tornano a farsi maliziosamente appena sorridenti, ed i suoi occhi da innocenti e divertiti tornano ad avere quello stupendo lampo di malizia e potere che fà battere così forte il mio cuore ogni volta che la guardo, e mentre ricomincia ad avvicinarsi a me, come una Mantide regina in trepidante attesa di cibarsi dell'amante appena terminato il piacere, capisco ancora una volta che non siano abiti strani o frasi ad effetto a fare di una donna una vera dominatrice, ma che il suo sguardo, la sua espressione e il suo incedere urlino a tutti i miei sensi che sono suo e che non potrei essere altro che suo al mondo. Si avvicina lentamente a me, sento il dolce profumo del bagnoschiuma alla mela verde che deve aver appena usato insieme all'ancora più soave e inconfondibile profumo della sua pelle. La sua mano destra sfiora il mio petto e la mia spalla, mentre Annalisa scivola lentamente dietro di me; sento le sue mani che, accarezzando le mie spalle, scendono lungo la schiena, le sue dita sottili e le sue unghie seguono i segni rossi lasciati dai colpi di cintura del parcheggio, mentre con voce bassa e leggermente canzonatoria mi dice: "E bravo, cucciolo, ma non vorrai mica rovinare tutto con quella impazienza che vedo davanti a te!" Io sto per risponderle quando sento la sua mano posarsi piano sulle mie labbra: "No, non parlare… lascia che sia io a parlare, a meno che non ti chieda di rispondermi." Resto zitto, seguendo il più possibile con le labbra la sua mano che si allontana, per prolungare quel languido contatto. Sento il suo respiro lieve e caldo sul mio collo, poi una fascia di seta chiara scende da dietro sui miei occhi, togliendomi la possibilità di vedere. Il suo profumo aggredisce sempre di più i miei sensi, mentre sento le sue labbra che sfiorano la pelle delicata della nuca fino a che dei piccoli morsi, prima dolci e leggeri, poi sempre più profondi e dolorosi scuotono con brividi intensi tutto il mio corpo. Le sue mani si posano sulle mie e lentamente mi attira le braccia dietro la schiena dove vengono immobilizzate da un altro foulard che Annalisa lega intorno ai miei polsi. Lentamente la sua bocca scende lungo la mia schiena, lasciando profonde tracce del suo passaggio lungo la colonna vertebrale mentre le sue mani scivolano, sfiorandomi lungo i miei fianchi, unendo al dolore dei morsi la sensazione insopportabile di un solletico tanto leggero da risultare quasi impercettibile. Sento ogni muscolo del mio corpo irrigidirsi per la tensione e le mie mani stringersi a pugno mentre i morsi si spostano lungo la mia coscia; la sento spostarsi davanti a me, abbasso il volto ma non posso vederla, anche se sento le sue labbra e i suoi denti avvicinarsi al mio inguine lungo l'interno della coscia. I morsi qui sono molto dolorosi, e faccio fatica a restare dritto in piedi mentre mi sforzo di tenere le gambe ferme. Le sue mani stringono forte i miei glutei, mentre sento il suo respiro caldo sul mio membro enormemente eccitato, ma naturalmente lei non lo sfiora nemmeno, prolungando la mia aspettativa, mordendomi la pancia e poi risalendo lungo il petto, fino ad arrivare con la bocca sui miei capezzoli, addentandoli avidamente e arrecandomi un dolore che fatico veramente a sopportare, per poi avvicinare il suo volto al mio. Ora la sua bocca è davanti al mio viso, non posso vederla ma sento il suo respiro confondersi con il mio, odo il lieve ansimare del suo naso, e il suo profumo mi invade completamente il cervello: la consapevolezza delle sue morbide e dolci labbra a pochi millimetri dalle mie rende l'attesa della sua prossima mossa veramente snervante. Inconsciamente mi passo la lingua tra le labbra per calmare l'arsura che mi sta prendendo, e in quel momento la sua bocca prepotentemente prende possesso della mia, con una forza e un’avidità incredibili, come se dovesse spegnere una sete davvero inestinguibile. La sua lingua fresca e pungente penetra la mia bocca con violenza, in profondità , come volesse reclamarne il possesso con un feroce amplesso; intanto il suo corpo è stretto al mio, la sua mano destra premuta con forza dietro il mio collo, e la mia erezione spinge contro il suo fianco a contatto dell'accappatoio. La cosa che mi distrugge di più è non poterla abbracciare e stringere a me mentre mi bacia. L'altra sua mano raggiunge la destra intorno al mio collo, le sue dita premono la mia pelle e risalgono ai lati della testa, stringendola, mentre la sua bocca comincia a staccarsi e ricongiungersi alla mia con rapidi scatti, afferrando le mie labbra tra i denti come se, attraverso queste, volesse divorare davvero la mia anima. Infine si stacca da me, sento il suo respiro profondo per alcuni secondi, e poi la sua mano si chiude improvvisa e con forza intorno al mio membro che inizia a pulsare in quella morsa come un puledro imbizzarrito, mentre Annalisa, senza fare altro che stringere torna a parlare: "Mmmm… dobbiamo fare qualcosa per questo cattivello, non dovrebbe comportarsi così arditamente, senza il minimo rispetto per la mia posizione, come se fossi una delle troiette che ha avuto prima di conoscere e comprendere la sua vera posizione."Improvvisamente lascia la presa, posando la mano sulla mia testa: "Ora giù, in ginocchio davanti alla tua Principessa." Mi inginocchio davanti a lei, con un po’ di fatica per via delle mani ancora legate, abbasso la testa, percependo di fronte a me il profumo delle sue gambe, e sento il morbido fruscio dell'accappatoio che scivola a terra alle sue spalle. Ora so che è nuda davanti a me, e non poterla guardare è la peggiore tortura che potesse infliggermi, lasciandomi cieco a sentire il calore e il profumo delle sue gambe senza poter posare i miei occhi sulle sue dolci e stupende forme. Naturalmente capisco quello che si aspetta da me e inizio a baciare dolcemente i suoi candidi piedini, lambendoli delicatamente con la lingua, assaporandone la dolcezza con calma, per poi lentamente passare a leccare le sue sottili caviglie e risalire piano lungo i polpacci; so che sarà lei a fermarmi quando lo riterrà opportuno, perciò dedico tutta la mia attenzione a baciare ogni centimetro della sua pelle di seta, sfiorndola con il naso e le guance, attento a non pungerla con il pizzetto. Risalgo lungo le cosce, ne sento i muscoli in tensione sotto la mia lingua, prova inconfutabile del piacere che le sto dando, e lentamente mi avvicino al suo inguine; ormai ne sento prepotente il profumo che invade le mie narici, attirandomi come nettare per un’ape, e finalmente le mie labbra si posano sulle sue dell'amore, umide, dolci come miele di acacia e leggermente tremanti di eccitazione. La mia bocca avvolge il suo frutto proibito, la mia lingua inizia ad esplorare la sua intimità dardeggiando come una fiamma impazzita, la punta del mio naso a stimolare il suo clitoride, mentre la mia bocca segue il ritmi dei lievi movimenti del suo bacino, prima lenti, poi sempre più rapidi e frenetici, scanditi anche dalla stretta delle sue mani sulla mia nuca. Il respiro di Annalisa si fà sempre più ansimante mentre gocce della sua dolcezza scorrono sulle mie labbra, imperlandomi i corti baffi, finché, stringendo il mio volto tra le sue cosce, è sconvolta dalle contrazioni dell'orgasmo che si trasmette, come un onda in tempesta, alla mia bocca, felice ed estasiata di averla soddisfatta così. Ora le sue mani appoggiano pesantemente sulle mie spalle per sorreggersi, mentre - con mio dispiacere - allontana la sua rosa purpurea dal mio viso. La sento abbassarsi piano di fronte a me, poi per un attimo la sua fronte imperlata di fini goccioline si appoggia alla mia spalla, permettendomi di sfiorare con un bacio la sua tempia in un altro attimo di fugace affetto, mentre le sue braccia mi avvolgono e le sue mani sciolgono il nodo che blocca i miei polsi. Porto delicatamente le mie mani avanti e l'abbraccio piano, sfiorando il suo collo sottile e delicato con il palmo, scendendo piano lungo la schiena ancora scossa da piccoli brividi, ma subito la sua voce torna al suo tono abituale mentre si rialza prendendomi le mani tra le sue: "Aspetta, cucciolo, non ho ancora finito con te stasera." Mi conduce verso il suo letto, con un solo gesto tira via le coperte e mi fà sdraiare supino, allargandomi le braccia e le gambe ai lati del piccolo letto. La sento prima aprire un cassetto e poi muoversi intorno a me, mentre lega prima le mie mani poi i miei piedi alle gambe del letto con delle sottili e morbide corde. Ormai non ricordo più da quanto sono bendato, l'oscurità è da tempo padrona dei miei occhi, ma è come se la vedessi, mentre mi immobilizza completamente, rendendomi ora per la prima volta davvero indifeso di fronte a lei. Dopo un attimo di silenzio sento lo sfregamento di un accendino e l'inconfondibile odore di una candela accesa, la sua mano si avvicina alla mia gamba, accarezzandola, mentre una goccia di cera bollente cade sul dorso del mio piede, facendomi scappare un breve lamento; poi, lentamente, la pioggia di goccioline roventi inizia a risalire lungo la gamba, come a tracciare una rossa linea fino a raggiungere il mio fianco per poi incurvarsi lungo il ventre e ridiscendere verso l'altro piede, come a tracciare misteriosi confini lungo il mio corpo. Il bruciore non è molto forte, e ogni goccia che cade, dolore e piacere insieme, è come un suo bacio di possesso, come se le rosse gocce sigillassero per Annalisa l'esclusiva proprietà del mio corpo. La colata si interrompe una volta raggiunto il piede sinistro, per riprendere poi in una cascata improvvisa nel mio ombelico, facendomi sussultare e gemere mentre la linea vermiglia risale rovente lungo il mio petto, indugiando sui capezzoli che, già doloranti per i morsi, ora mi bruciano tanto da farmi irrigidire e tirare le corde che mi bloccano le mani. La calda linea di cera scorre lungo la mia spalla ed il braccio fino a raggiungere la mano e colare tra pollice e indice come un tatuaggio tribale, per poi ripetere la stessa operazione lungo l'altro braccio. Gli unici rumori sono i miei gemiti trattenuti e i suoi leggeri ansiti di piacere. Infine la sua mano libera spinge piano indietro la mia testa, mentre la candela, rossa come la mia passione, incide con il suo caldo liquido una grande A sulla delicata pelle del collo, come a porre il sigillo finale sul dominio della mia Padrona. Un lungo attimo di immobilità e silenzio scende nella stanza, poi un suo languido soffio, l'odore acre dello stoppino appena spento e il rumore della candela che rotola a terra interrompono quell'onirico momento e, mentre il mio volto ancora cieco si muove lentamente intorno, le sue labbra si posano delicatamente sulle mie per un leggero bacio cui seguono le sue parole, quasi irreali dopo tutto quel silenzio: "Ora, Michele, sei davvero mio, completamente mio, esclusivamente mio." Sento le corde che legano le mie gambe cadere e Annalisa salire sul letto sopra di me, le sue gambe stringersi ai lati delle mie e la sua mano impugnare il mio membro ancora tremendamente eccitato per guidarlo delicatamente dentro di sé, finché un suo lungo e sensuale gemito consacra la mia penetrazione nel profondo della sua intimità , straordinariamente umida e piacevolmente calda. Il suo petto si avvicina aderendo al mio con i suoi rosei capezzoli eretti che stuzzicano i miei ancora doloranti; poi la sua bocca riprende possesso della mia con mille profondi baci, a volte languidi e a volte aggressivi, mentre i suoi movimenti lenti fanno scivolare il mio marmoreo membro dentro e fuori il suo dolce frutto. Sopraffatto dall'eccitazione e sul punto di scoppiare, vorrei disperatamente poterla abbracciare, ma le mie mani sono sempre immobilizzate, e non posso che seguire con il bacino i suoi movimenti sempre più ritmici e rapidi, finché, dopo una danza sempre più frenetica, non la sento inarcarsi urlando e in un unico movimento strapparmi la benda dagli occhi, per ridarmi la vista nel momento supremo in cui uno straripante e contemporaneo orgasmo lega inseparabilmente le nostre anime e le sue contrazioni si espandono attraverso i nostri corpi uniti. Così la vedo finalmente, nuda e bellissima, le cosce forti strette intorno alle mie gambe, il seno stupendamente fiero ed eretto con i suoi piccoli e dolci capezzoli rosa ancora spietatamente eccitati, pezzettti di cera rossa che aderiscono al suo liscio e palpitante corpo come un mosaico a rappresentare il potere solo suo di spezzare i sigilli che mi legano, i riccioli rossi ondeggianti, sparsi ad incoronare di fiamme il volto arrossato, lucido e trasfigurato in questo momento di estasi, e infine i suoi meravigliosi occhi azzurri che ora avvolgono i miei come un mare tempestoso con uno sguardo che unisce passione, potere e amore insieme. Resta per un lungo attimo a guardarmi, come se volesse assicurarsi che è tutto davvero reale, quindi si sdraia languidamente su di me, baciandomi piano il collo e allungandosi a sciogliere i nodi che fissano i miei polsi alle corde. La testa appoggiata sulla mia spalla e il corpo aderente al mio fianco, avvicina la bocca al mio orecchio, mentre io finalmente posso circondare con le braccia il suo liscio corpo per sentirla un po’ mia. In un sussurro la sua voce delizia la mia anima: "Ti voglio bene, cucciolo, davvero tanto. Ora stringimi!" La stringo a me, avvicino le mie labbra sulle sue, parlando per la prima volta da non so più quanto tempo: "Ti voglio bene, Annalisa," e queste quattro semplici parole esprimono più di ogni altra cosa il totale e completo legame che mi unisce a lei, poi la bacio appassionatamente, come se volessi donare a lei ogni respiro e tutta la mia anima: un bacio lungo, dolce, sensuale che mi riporta rapidamente in erezione, mentre la sua gamba scivola piano, ritmicamente ad accarezzare la mia. Continuando a baciarla mi sposto delicatamente sopra di lei, tra le sue gambe, e penetro nuovamente, con dolcezza, la sua intimità . Ora lei mi lascia fare, ho l'inziativa e l'apparente controllo, ma dentro di me sento che in questo momento sono forse ancora più suo schiavo che in qualsiasi altro momento passato insieme: schiavo della sua bellezza, della sua personalità , della sua sensualità e della sua penetrante mente cui la mia è ormai fermamente e perennemente legata. I miei movimenti dentro di lei sono lenti e ritmati, le nostre bocche legate in un gioco di leggeri morsi, languide carezze e appassionate profondità , le mie mani accarezzano i suoi seni, creando illusorie spirali di piacere intorno ai suoi capezzoli, mentre le sue gambe si legano forte intorno ai miei fianchi e le sue mani stringono e pizzicano la pele della mia schiena, lasciando lievi striature con le corte unghie. Poi il suo respiro si fà più affannoso, la sua stretta più forte, indicandomi chiaramente che sta per raggiungere nuovamente l'orgasmo e consentendomi di accellerare il ritmo penetrandola ancora più profondamente fino a raggiungere un'altra simultanea esplosione di piacere che ci lascia sazi, stremati e stretti vicini uno all'altra. Restiamo fermi, a guardarci negli occhi per qualche minuto, mentre il nostro respiro torna lento e silenzioso, poi Annalisa si allunga verso il fondo del letto, afferra la coperta e la tira su di noi, passa una gamba piano tra le mie, allunga il braccio sul mio petto, appoggiando la testa alla mia spalla. "Buonanotte, cucciolo, a domani," sussurra e chiude gli occhi. Sento il suo corpo rilassarsi contro il mio, avvicino la bocca alla sua testa e poso piano le mie labbra sulla sua fronte dicendole: "Buonanotte, Principessa, che i tuoi sogni siano i più dolci e deliziosi che si possano immaginare." Infine mi abbandono felice al sonno accanto a lei, con la meravigliosa consapevolezza che lei sarà la prima cosa che incontraranno i miei occhi quando si desteranno. È notte fonda, ma sono sveglio: troppi pensieri ed emozioni agitano la mia mente per consentirmi di riposare, e più cerco di rilassarmi più mi sento lucido e desto. Accanto a me sento il calore del corpo nudo di Annalisa, la sua pelle morbida e delicata che sfiora la mia, risvegliando in me passioni mai sopite, i profumi della sua pelle, dei suoi capelli e della sua femminilità si uniscono in un aroma soave che eccita il mio olfatto, tanto che, quasi senza accorgermene, avvicino il mio viso alla sua spalla, sfiorandola con la punta del naso, per poi affondarlo nei suoi capelli, come se potessi imprimere indelebilmente questo profumo nella mia memoria, per poterlo poi richiamare ogni attimo in cui penserò a lei. La stanza è appena rischiarata da una luce azzurrina che filtra dalla finestra socchiusa insieme ad una lieve brezza fresca, e questo pallido chiarore mi consente di seguire con lo sguardo il sinuoso profilo del suo corpo nudo, appena velato dal lenzuolo, di osservare il lento movimento del suo seno al ritmo dei battiti del cuore mentre il suo respiro produce appena un sussurro che spezza il totale silenzio della notte. In questo momento la mia mente è schiacciata da talmente tanti pensieri da faticare ad assegnare loro un ordine logico, amore, passione, desiderio, si uniscono all'incredulità che ancora mi assale al pensiero dell'esperienza che sto vivendo, dei piaceri che ho provato in questa strana sottomissione, di quanto sia tremendamente eccitante sentirmi in suo potere, subire i suoi piaceri che tornano a me moltiplicati, ma insieme a tutto questo, un piccolo tarlo si insinua in me, un idea strana, che dovrei immediatamente scacciare, ma più cerco di pensare ad altro, più la fantasia galoppa sfrenata in visioni deliziose che mi invadono come se un altra persona si fosse impossessata dal mio corpo. Come guidate da forze invisibli vedo le mie mani che sollevano piano il lenzuolo, rivelando la nudità di Annalisa in tutta la sua bellezza, poi scendo piano dal letto e mi avvicino al mobile lì accanto, prendo 3 candele e le accendo, posizionandole vicine sul comodino, illuminando con la loro luce diafana la principessa dormiente. Resto per un attimo incantato a guardarla, sdraiata su un fianco, rivolta verso la parete, le candele, appena ondeggianti al soffio che proviene dalla finestra, creano giochi di luce che sembrano accarezzare il suo sedere bellissimo, e mi trovo a seguire più volte con lo sguardo il suo profilo, dal collo fino ai piedi, e poi di nuovo sù, senza riuscire a distogliere lo sguardo, finché un suo movimento nel sonno mi desta da quella trance. La vedo girarsi supina, con la mano sinistra a scivolare lungo il letto nel punto in cui fino a pochi momenti prima si trovava il mio corpo, come a cercarmi nel sonno. Questo movimento sembra ridare coraggio alla mia folle idea, mi scuoto dal torpore che stava avvinghiando la mia volontà e mi riavvicino al letto,. Senza il minimo rumore raccolgo da terra le funi che sono ancora legate alle gambe del letto, e le poso accanto a lei, poi, con estrema delicatezza, inizio a legare prima i suoi polsi, poi le sue caviglie alle corde. Il cuore mi batte all'impazzata mentre stringo piano i nodi intorno alla sua liscia pelle, l'adrenalina sta divampando in me talmente forte da farmi tremare le mani, e sento la mia gola talmente riarsa per l'eccitazione che svuoterei un fiume, ma nonostante la tensione completo senza destarla il mio compito, tendendo poi piano le funi per lasciarla legata nella stessa posizione in cui mi ero trovato io non molte ore prima. Per un attimo mi fermo a contemplare il risultato del mio lavoro, e non posso che trovarla ancora più bella vista così, in uno stato in cui mai l'avevo vista e mai avevo immaginato di poterla ammirare. Ma ora viene la parte più difficile, il momento della verità in cui capire se le molte intuizioni e sensazioni che ho avuto sono reali o solo un parto deforme della mia fantasia: quindi mi avvicino a lei, mi siedo sul letto accanto a lei e avvicino le mie labbra alle sue. Le sue labbra sono calde al contatto delle mie, la mia lingua s’insinua lentamente tra di loro, mentre lei, nel dormiveglia, inizia a rispondere al mio bacio. Un attimo di dolce contatto tra le nostre lingue, poi la sua bocca si irrigidisce, mentre sento i muscoli delle sue braccia e delle sue gambe contrarsi, tendendo le corde, i suoi occhi si spalancano, stracciando il velo del sonno, lanciando lampi di rabbia e incredulità mentre prende rapidamente coscienza della situazione in cui si trova. La sua bocca si stacca violentemente dalla mia mentre con tono estremamente adirato inizia ad inveire contro di me: "Ma sei impazzito? Che cazzo ti sei messo in testa? Sai che per questa cazzata ti punirò come non hai mai neppure immaginato, vero?" "Lo so, principessa, e non vedo l'ora, ma ora non sono io quello che sarà punito, come puoi vedere." "Tu sei completamente pazzo! Liberami subito, se non vuoi che mi arrabbi davvero! Questa cosa non mi piace per nulla, hai capito?" "Non ti piace? Mi sembra che il tuo corpo la pensi in maniera diversa," ribatto, mentre la mia mano lentamente si avvolge intorno al suo seno e le mie dita si stringono intorno al suo capezzolo durissimo: la sua pelle è tutta un brivido, e il suo viso è rosso di collera… ma forse non solo per quello. I miei occhi si posano sui suoi fissandoli, e vedo oltre alla rabbia anche la sorpresa e il disagio che prova rendendosi conto che in effetti il suo corpo ha reagito in maniera da lei inaspettata alla situazione. Il rossore delle sue guancie aumenta mentre, con espressione sempre furiosa, tira con le braccia le corde, e mentre le mie mani accarezzano il suo corpo che non sembra affatto dispiaciuto dalla situazione. Ora rilassa i muscoli, abbandona un attimo la testa sul cuscino e torna a guardarmi: "Dai cucciolo, ora basta, ti prego, liberami e non ne parliamo più…" "Ma guarda guarda, ora siamo già molto più dolci con le parole. Certo che posso liberarti, ma la domanda è: lo vuoi davvero?" e mentre le parlo, sfioro con le labbra il suo ventre, passando sull'ombelico e mi avvicino alle cosce. "Perché vedi, io posso sentire benissimo il profumo della tua eccitazione. So cosa si prova nella tua situazione, e sento che anche tu stai provando emozioni intense, anche se vorresti negarlo. Facciamo una cosa: ora verrò lentamente verso le tue labbra e le bacierò, e se vorrai interrompere tutto, non dovrai fare altro che rifiutare il mio bacio, ma se lo accetti, poi sarò sordo ad ogni tua supplica, principessa." Il mio volto risale piano verso il suo, i miei occhi non lasciano i suoi nemmeno per un attimo, cercando di leggere nel suo sguardo quale decisione prenderà . Mentre passo sul suo seno, le mie labbra sfiorano i suoi capezzoli, ancora duri, soffermandosi un attimo, per prenderne uno delicatamente tra i denti, stringendolo piano piano per vedere la rabbia nei suoi occhi… ma anche l'eccitazione sul suo viso, e le sue labbra che si stringono come volesse mordersele, e il suo respiro farsi più rapido. Con un'ultima leggera leccata lascio libero il capezzolo e risalgo tra i seni e lungo il suo collo fino a trovarmi a pochi millimetri dalle sue labbra, sempre fissandola profondamente nel mare azzurro impenetrabile dei suoi occhi, nei quali vedo rabbia, desiderio, e soprattutto ostinazione: lei sà che l'ho sfidata. Vedo tutti i dubbi e le paure mischiarsi al desiderio di capire perché si sente così eccitata da questa situazione, e la voglia di dimostrarmi che lei è migliore in tutto, anche in questo. Le mie labbra si avvicinano ancora alle sue, ora sento il suo respiro sulle mie labbra, mentre i miei occhi non si distaccano dai suoi, il tempo sembra interminabile mentre aspetto di vedere se distoglierà il volto dal mio, ma le mie labbra si posano sulle sue, ne prendono possesso e le nostre lingue si intrecciano in un lungo bacio appassionato. Ora capisco di aver visto bene sotto la sua maschera forte, e di aver trovato la sua più nascosta fantasia, Mentre la bacio, le mie mani si stringono sui suoi seni e le dita sui suoi capezzoli, seni abituati da sempre solo a dolci carezze e infinite attenzioni; sento nella sua bocca il suo dolore misto al suo piacere che si espande, mentre le sue labbra stringono le mie in un abbraccio violento e la sua lingua sembra voler urlare al suo posto contro la mia. A malincuore allontano la mia bocca dalla sua per osservarla di nuovo: il suo sguardo è ancora un misto di rabbia e ferocia, ma il colore del suo viso non nasconde l'eccitazione che la sta travolgendo, e il suo corpo è percorso da un mare di fremiti involontari che, come onde impazzite, spezzano tutti i suoi argini mentali. Riavvicino le mie labbra baciandole il collo, prima delicatamente, poi permettendo ai miei denti di indugiare sempre di più sulla sua candida pelle della quale sento l'elasticità , la morbidezza e il sapore dolce, i brividi e tremiti che l'attraversano ogni volta che la stringo più forte sembrano espandersi nella mia bocca, e mi accorgo quasi sgomento che è una sensazione davvero esaltante: il ricordo del misto di dolore e piacere che provo io, quando i suoi morsi lacerano appena il mio corpo, si unisce alla sublime sensazione di sentire lei ora sottomessa alle stesse emozioni. Con lenti e misurati morsi scendo lungo la sua gola raggiungendo il seno e i capezzoli che, rosei e turgidissimi, sembrano volersi staccare dal corpo di Annalisa per raggiungere la mia bocca, che voracemente si getta su di essi, aggredendoli con un combinato attacco di denti e lingua fino a lasciarli duri e doloranti, mentre sento distintamente i gemiti di piacere a stento trattenuti della mia padrona ora schiava del suo stesso orgoglio. Improvvisamente mi alzo dal letto e ritorno ad osservarla silenzioso: impiega un lungo attimo a riprendere il controllo sul proprio respiro, che da affannoso ritorna lentamente normale, mentre i nostri sguardi tornano a congiungersi. Non posso non vedere le lente e ritmiche contrazioni che muovono le sue cosce ed il suo ventre. Lei nota cosa ha attirato la mia attenzione e, stringendo le labbra quasi con rabbia, immobilizza il suo corpo per poi fissarmi con aria di sfida, anche se la sua eccitazione è così evidente da trasparire in ogni parte del suo corpo stupendo. Sempre guardandola negli occhi mi avvicino al comodino, con movimenti delicati prendo una delle candele rosse e avanzo verso di lei, che ora ha uno sguardo un po' agitato, mi siedo sul lato del letto e apoggio la mia mano sinistra sulla sua, ancora chiusa a pugno, facendola aprire lentamente, poi con il dito inizio a tracciare piccole spirali sul suo palmo, mentre avvicino la candela. La cera rossa ribolle traslucida nella vasca che si è formata intorno allo stoppino acceso, e guardarla ha un effetto quasi ipnotico: il ricordo della sensazione di quelle gocce calde su di me e dell'eccitazione provata è ancora vivido in me, e mi accorgo che è talmente simile alla sensazione di eccitazione che provo ora al pensiero di lasciare cadere quelle gocce di lava sulla sua candida e liscia pelle da farmi finalmente comprendere quanto in realtà i nostri piaceri siano strettamente collegati in ogni attimo. Avvicino la candela, e le prime goccioline iniziano a macchiare di rosso il suo palmo che sussulta ma resta stoicamente aperto. Osservandola attentamente, vedo paura e piacere nei suoi occhi mentre con i denti tormenta il suo labbro inferiore; giro poi piano intorno al letto per ripetere l'operazione sull'altra mano, accompagnato dal suo respiro che si è fatto nuovamente affannoso. Poi avvicino la candela ai suoi stupendi piccoli seni, tracciando sottili spirali rosse intorno ad entrambi, mentre lei trattiene a stento i lamenti che diventano gemiti quando le gocce roventi prima si tuffano come cascata nel suo piccolo ombelico e poi velano di rosso trasparente l'interno bianchissimo delle sue morbide cosce, per poi terminare, sempre osservandola negli occhi, spegnendo lentamente la candela con il palmo della mia mano sinistra per condividere con lei dolore e piacere di quel momento. È proprio buttando a terra la candela spenta che mi accorgo di essere tremendamente eccitato, chissà da quanto tempo, e noto che anche lei ha ripreso quei piccoli inconsci movimenti pelvici che indicano il suo desiderio. Mi decido quindi a slegare le sue gambe, per poi avvicinare il mio viso al suo inguine: il suo profumo è molto forte e la sua grande eccitazione evidente, mentre la mia bocca si impossessa avidamente del suo dolce frutto, alternando sapientemente lenti e profondi baci a dolorosi mordicchiamenti concentrati soprattutto sul suo eccitatissimo clitoride, causandole forti contrazioni e gemiti che, ormai incontrollati, sfociano in forti gemiti di liberazione, dolore ed estasi, fino a culminare in un tremulante urlo nel momento dell'orgasmo così a lungo atteso. Mentre è agitata dalle contrazioni del piacere, la mia bocca e miei denti continuano a sollecitare i suoi punti sensibili e a strapparle gemiti e urla, fino a lasciarla spossata, continuando lentamente ad esplorare la sua intimità con l'aiuto della mia mano, soffermandomi sempre più a lungo sulla sua piccola verginità posteriore. So, per via di confessioni fattemi durante il gioco dell'elastico, che in realtà prova il desiderio di provare ad essere penetrata anche lì, ma la sua natura dominante non ha mai ceduto su quel punto che ritiene una concessione troppo grande: ma ora è legata, sottomessa e in mio potere; per la prima volta nella sua vita può essere davvero posseduta anima e corpo. Questi pensieri devono attraversare anche la sua mente, perché vedo la paura e l'eccitazione lampeggiare dai suoi occhi mentre, inginocchiato sul letto, sollevo il volto dal suo grembo e lentamente alzo le sue stupende e sinuose gambe, appoggiando i suoi polpacci alle mie spalle, e porto molto delicatamente il mio membro marmoreo a contatto con il suo ano. I suoi occhi di ghiaccio incontrano i miei mentre inizio a fare una lenta ma costante pressione, vedo la sua bocca aprirsi, ma l'unico suono che esce è un gemito misto di piacere e dolore quando inizio a penetrarla. Sembra che il tempo si sia quasi del tutto fermato, come fosse dilatato, fin quando penetro interamente nel suo corpo; le mie mani, contratte dall'eccitazione, stringono forte le sue ginocchia mentre le sue gambe si chiudono intorno al mio collo quasi con violenza. Dopo un attimo di immobilità dentro di lei, inizio lenti e ritmati movimenti, sempre guardandola negli occhi: ma ormai il suo sguardo è perso e velato dall'eccitazione, la sua testa oscilla veloce a destra e sinistra mentre le sue braccia si agitano, tendendo terribilmente la corda che fissa ancora le sue mani al letto; con l'accellerare del mio movimento le sue gambe irrigidite stringono sempre più impazzite la mia testa, e la sua bocca lancia lunghi lamenti inframmezzati da sospiri sfrenati… sento che il nostro piacere si avvicina, ma una piccola parte di me non può fare a meno di pensare che, terminata questa breve e irripetibile parentesi, tornerò ad essere totalmente suo e che sicuramente subirò più e più volte la penetrazione che sto infliggendo a lei ora; ed è con la mente invasa da questo pensiero ugualmente spaventoso ed eccitante che esplodo insieme a lei in un lungo e meraviglioso orgasmo accompagnato dalle sue alte grida e dai miei profondi ansiti. Restiamo poi a lungo immobili, il respiro che da ansimante si fà sempre più lento, il rossore che scema piano dai nostri volti, i nostri sguardi che lentamente focalizzano l'uno quello dell'altro. Poi i suoi occhi, che da languidi e assenti tornano lucidi e feroci, sanciscono come un colpo di cannone la fine di tutto. Voltando appena la testa, poso un ultimo piccolo bacio alla sua gamba sinistra e, scivolando dolcemente sopra di lei, allungo le mani verso i suoi polsi liberandoli; distolgo lo sguardo dai suoi occhi e attendo, con il cuore in gola, quello che succederà . Le sue mani si avvicinano piano al mio collo, le sento stringere un po’ lungo le spalle, poi Annalisa mi abbracccia forte, con possesso avvicinando il volto al mio collo, e l'ultima cosa che sento è un sussurro al mio orecchio: "Cucciolo, è stato meraviglioso… Ma la pagherai, non hai nemmeno idea di quanto la pagherai." Coppia: [email protected] 5181 0 14 years ago
- 1 year ago La Punizione ..... Erochiusa in bagno da più di un quarto d'ora, ma non pensavo che qualcuno se nefosse accorto. Invecedopo qualche minuto mio zio iniziò a bussare: "Sara cosa stai facendo? ètroppo tempo che sei in bagno da sola. apri"eroseduta sul cesso a gambe larghe. un dito stava facendo su e giù nel mioculetto, l'altra mano stava massaggiando lentamente la mia passerina. era tuttagonfia e arrossata, l'avevo massaggiata vigorosamente per un po', me l'erolavorata con forza soprattutto sui lati, perchè fossero particolarmentesensibili. mi piaceva la sensazione che dava passare la mia mano sulla ficaleggermente irritata, soprattutto quando cominciavo a bagnarmi. dopo mimassaggiavo lentamente il clitoride tornando ogni tanto a toccarmi la fica,oppure tenendola bene aperta con l'altra mano. mistavo masturbando già da un po' e volevo venire, risposi svogliatamente a miozio e forse dal tono della voce si capiva che stavo pensando a ben altro. passòcirca un minuto, avevo ricominciato a masturbarmi con il dito nel culo eallargandomi la fica.Lachiave nella porta cadde per terra, sentii girare la serratura, la porta siaprì e mio zio entrò. teneva in mano un passepartout.-Saracosa stai facendo?-zio...no...èche mi pizzicava un po'... mi stavo grattando...-si...certo..ecosa ci faceva il tuo ditino nel culetto? ti prudeva anche lì?-no...è che...-Sara,ti stavi masturbando, ammettilo-ma...-tiho detto mille volte che soltanto le maialine si masturbano. ho provato millevolte a farti smettere. ti ricordi quando ti ho fatto stare due giorni con unaspugnetta abrasiva dentro le mutande? o quando ti ci ho messo dentro unpeperoncino per tutta la durata del telegiornale? ti ricordi come ti dimenaviai piedi del divano? eppure vedo che non è servito a niente. continui asmaneggiarti là in mezzo alle gambe. guardala, guarda bene come sei eccitata, èuna vergogna. questa volta verrai punita sul serio.-mazio...-mettile mani dietro la schiena.-ma..-fallo!milegò le mani dietro la schiena e le gambe alla tavoletta del cesso. non potevoalzarmi e non potevo neppure chiuderle. Prese il passepartout con cui avevaaperto la porta e me lo mise nella fica. -nonfarlo cadere-disse serio.Poisi alzò e se ne andò.lamia eccitazione non era diminuita, avevo paura di mio zio, ma quando mi punivafinivo sempre per godere lo stesso e ormai mi eccitavo moltissimo ogni voltache si arrabbiava. muovevo i muscoli della fica tentando di non fare cadere lachiave e mi agitavo sul cesso, impazzivo dalla voglia di finire di menarmi lafica, ma mi era davvero impossibile, nonostante fossi quasi al limite nonriuscivo a a soddisfarmi in nessun modo. rimasilì a cercare inutilmente di finire di masturbarmi per almeno mezz'ora, poisentii dei rumori in salotto e mio zio che parlava con qualcuno. siavvicinarono alla porta del bagno, di modo che potessi sentire bene e mio zioraccontò tutto quello che aveva visto e ci mise anche del suo. Raccontò dellevarie punizioni che mi aveva inflitto e della scena di poco prima, disse loroche aveva spiato dalla serratura e aveva visto che con due dita mi allargavo lafica mentre facevo su e giù con un dito nel culo e che si vedeva benissimodall'espressione che stavo godendo come una maialina. quando finì di raccontarela porta si aprì ed entrarono mio cugino, mia cugina e un vicino di casa,Antonio, grande amico di mio zio. mitrovarono lì, legata al cesso a gambe larghe e con la fica gocciolante diumori. -mmm..maguarda la nostra Sara che brutta porcellina che è diventata..- esordì Antonio-infatti...guardache passera, sembra sul punto di esplodere...ehi maialina, ma quanto ti seisbrodolata? non ti vergogni?-disse mio cuginomiacugina mi si avvicino e cominciò a slegarmi-vieniSara, adesso è tempo che subisca anche te un trattamento davvero severo. sarà educativo vedrai. anch'io prima mi masturbavo in bagno qualche volta. sonostata punita varie volte e adesso non mi permetto più di sditalinarmi. ho anchesmesso di strusciarmi sui braccioli delle poltrone. adesso se sento che nonriesco a resistere lo dico subito a papà e lui si occupa di dare alla miapassera il trattamento necessario. Anche se mentre vengo punita alla fine nonriesco a evitare di avere un orgasmo, il fatto di godere durante la punizionerende meno grave il mio peccato. Certo, è importante impegnarsi a aiutare chiti sta punendo, bisogna assolutamente cooperare facendo in modo di farsi piùmale possibile o di aumentare al massimo il valore delle umiliazioni che siimpongono. Vedrai che con il tempo imparerai e piacerà anche a te. adesso vienicon noi e fatti fare tutto quello che ti viene chiesto.-fuicondotta al piano d sotto, in cantina. avevano fatto spazio e per terra c'era unmaterasso, alcune bacinelle e una sedia. sudi essa era appoggiato un fascio di ortiche. Antoniomi venne di fronte e mi infilò una mano tra le gambe. inizio a toccarmilentamente.-seidavvero fradicia. adesso però bevi.mifece bere quasi un litro d'acqua continuando a toccarmi, sempre moltolentamente. guardò mia cugina e lei, senza dire niente, andò vicino alla sedia,si abbassò i pantaloni e le mutandine e si mise a sedere sulle ortiche. sisedette eppoi si accomodòper bene, facendosi pungere il culo, la fica e le cosce. fece una leggerasmorfia, ma non emise un gemito, si morse il labbro inferiore. sembrava quasiche le desse gusto. cominciò a muovere leggermente il bacino, in maniera quasiimpercettibile.-Guardatua cugina e impara- disse mio zio - Antonio che ti sta masturbando sa che si èeccitata e merita una punizione. basta uno sguardo e va subito a farsi pungerela fichetta. guarda come collabora muovendo il culetto.eraevidente che mia cugina collaborava. adesso aveva preso con le mani i gambidelle ortiche e muoveva il culo tirandole versodi se. stava cominciando anche a mugolare, si vedeva che cominciava proprio apiacerle.-basta.mettiti nell'angolo conn il culo in aria.miacugina si alzò e andò a inginocchiarsi in un angolo, mostradoci il culo e lafica un po' arrossati.-avantimaialina, adesso tocca a te- disse mio cugino e mi venne incontro.mitocco un po' il culo eppoi mi condusse alla sedia e mi spinse a sedermi.l'ortica cominciò subito a bucare. sarebbe stato senz'altrouna punizione molto severa in un'altra circostanza, ma in quel momento ero cosìeccitata che le punture mi provocaronosoltanto un immenso prurito, avevo voglia di grattarmi la passera, ma miocugino me lo impediva e mi costringeva emuovere il culo tenedomi per i fianchi-avantiporcellina, sentila bene, fatti pungere tutta. avanti fai la brava, spingi,collabora e fatti male da sola. avanti spingida sola. fatti tanto male troietta, spingi la fica contro le ortiche, sfregaquel clitoride voglioso con cui stavi godendo,spingi forte.lapassera mi prudeva da matti volevo toccarmi, volevo massaggiarla con vigore, mamio cugino i fece alzare. mi fece sdraiare sulmaterasso.-adessosta' qui a gambe aperte. non provare a toccarti. se senti bruciare puoi muovereun po' il culo, ma non troppo, mi raccomando.devi imparare a resistere.itre uomini mi osservavano mentre mi agitavo sul materasso. mio antoni si stavatirando una sega. la mia fica era in fiamme, iniziaia muovere ritmicamente il culo in su e in giù. spingevo i culo contro ilmaterasso sempre più forte, mi dava un po' disollievo, ma dovevo apparire una bella porca,a fare su e giù con il culetto inquel modo. loro se ne erano accorti e inizaronoa dirmi di smetere di fare così-losappiamo che stai cercando di godere, smetti subito piccola scrofa. smettimaialina, o ti faccio smettere io.miozio si sfilò la cintura dai pantaloni, ne prese l'apice e si chinò in mezzoalle mie gambe.conla cinturà iniziò a battermi la passera, un po' piano un po' forte, per farmismettere di godere.-avanti,su, fai la brava, tieni le gambe bene aperte mentre ti prendi le cinghiatesulla passerina. non ti muovere, sta' ferma,ecco, brava così, fatti cinghiare bene, fatti fare male...ecco, ferma adesso neprendi uno fortissimo, aspetta, ecco, adessoarriva, tieni le gambe bene aperte, aspetta..ecco, brava. ti ha fatto moltomale vero? bene bene, molto bene, è importanteche ti senta tanto male su questa fichettina sbrodolona, lo sai vero? brava,brava la mia maialina in calore. adessoricomincio a tirarti le cinghiate sulla fichetta ok? apri bene. guardala benela tua fichetta mentre viene battuta, guardalafissa e ricordati cos'è che merita quando si bagna così.questospettacolo stava facendo eccitare moltissimo mio cugino che si stavasmaeggiando il cazzo già da un po'-sipapi dai, battila forte questa scrofetta. più forte, dagliele più forte.dopoquel trattamento la mia passerina era devvero arrossata e mi bruciavatantissimo. mio zio iniziò a toccarmi, un po' mi massaggiavaun po' mi penetrava con un dito, lentamente per vedere quanto riuscivo agodere. mi toccò anche il clitoride, moltomolto lentamente, iniziai a mugolare e a bagnarmi di nuovo. ricevettiimmediatamente una buona dose di schiaffi sulla fica.-seiincorreggibile, ti ho battuta forte e a lungo con la cinghia, eppure bastamenartela un po' e te ricominci subito a sbrodolare.adesso dovrò schiaffeggiartela ancora un po', e dovrai prenderle tenendo lalingua fuori e mugolando come la cagnettache sei. poi riceverai questo nella fica.mimostrò una pallina poco più grande di una pallina da golf. era fatta di cartastagnola e era ruvidissima e piena di bitorsolie punte.-ecco,adesso te la metto nella fica. ti piace? senti come buca...vuoi masturbartianche adesso porcellina? avanti, muovi la fichetta,stringi forte che così la senti per bene, avanti scrofetta, fatti male da sola,facci vedere quanto sei brava... ti piaceeh? secondo me ti sta proprio piacendo. adesso sai che fai? ti metti acavalcioni del bracciolo di quella poltrona e ti cistrusci, così magari ci fai vedere quanto sei brava a godere con questa bellapallina nella fica, eh maialina?micondusse verso una vecchia poltrona che stava in un angolo, aveva entrambi ibraccioli ricoperti di un panno ruvidissimo, comela tela di un sacco. -avantistrusciati. tua cugina è stata scoperta due volte a mastrurbarsi in questomodo. proprio una sudiciona. vero che sei unasudiciona? miacugina annuì dal suo angolino.-eallora vieni anche te qua a fare vedere quanto siete sudicie e maiale. mettitia cavalcioni sullaltro bracciolo e sfregati quellafica vogliosa che ti ritrovi.miacugina si diresse verso la poltrona quando mio cugino la fermò.-papami scappa da pisciare. ho voglia di farla nel suo culino, posso?-certotesoro, falla tutta, riempile il culo di piscio.ilsuo cazzo scivolò velocemente nel buchetto di mia cugina, che si eraprontamente messa a quettro zampe. dopo un paio di minuti,durante i quali si divertì a rendere ancora più rossi il culo e la fica di miacuina a suon di sonori schiaffoni, cominciòa pisciare ordinadole di masturbarsi, che una scrofa come lei merita di goderegiusto se prende del piscio nel culo.dopoaver ricevuto il suo clistere mia cugina venne a sedersi accanto a me e iniziòa muoversi diligentemente sul bracciolo dellapoltrona.-certoche due cagnette in calore dovrebbero comportarsi come cagnette, non credete?avanti sara, fa' come tua cugina.siera messa a mugolare come avrebbe davvero fatto una cagnetta che vuole esseremontata. teneva la lingua molle tra le labbrae la muoveva avanti e indietro, sbavandosi anche un po' addosso..iniziaia imitarla, ma presto cominciai a sentire un irrefrenabile bisogno di fare pipìe lo dissi ai miei educatori.Antoniovenne verso di me e inizò a massaggiarmi la pancia. -adessovorresti fare la pipì? ma non ti vegogni qui davanti a tutti? no, non puoiproprio farla devi resistere. avanti resisti,non fare la pisciona, avanti..cosìdicendo mi pigiava ritmicamente sulla vescica, stavo quasi per impazzire.-aspetta,ferma pisciona. alzati e mettiti a testa in giù sulla poltrona, cosìm se nonresisti ti pisci addosso. e guardati lafica, a me sembra molto bagnata, non credi? anche la pallina dentro non ti èservita. adesso ti frusto un po' sul culo e sullafica e te li guardi fissi mentre li frusto. intanto spingi da sola sulla tuavescica e resisti. ma spingi forte capito?lefrustate mi facevano sobbalzare e la mia vescica mi torturava ogni secondo dipiù.duròa lungo e durante tutto il tempo dovetti spingere con la mano sulla pancia, unaspinta per ogni frustata.-brava,brava la mia pisciona, vedo che hai resistito, allora adesso puoi fare pipì.ecco, piscia su, fattela tutta addosso, pisciatiaddosso, dmostraci che sei una vera maialina e magari ti facciamo masturbareuna po' quella fica pisciona. avanti fallaora, fattela addosso.mipisciai addosso provando un sollievo infinito.-adessoperò ci fai schifo, non ti possiamo più toccare. è necessario che tu punisca dasola, capito? mettiti questi, poi mettitia quattro sampe e sculacciati per bene, che il tuo culo non è affatto rossocome dovrebbe essere.milanciò delle 4 mollette unite da una catenella e dovetti attaccarne due allegrandi labbra e due ai capezzoli, dopodichè mimisi a quattro zampe e iniziai a battermi sul culo con forza. per quanto misforzassi di picchiarmi il culo più forte possibilenon stava affatto diventando rosso. mio cugino non mancò di venirmi in aiuto.si posizionò dietro di me e cominciò asculacciarmi come si deve mentre con l'altra mano mi tirava le mollette sullafica. poi mi piazzò una carota molto grossa dentroil buco del culo, ordinandomi di non farla cadere e ricominciò a arrossarmi ilculetto. quandoebbe finito dovetti leccargli le mani con cui mi aveva sculacciato, mentreAntonio faceva fare sue e giù alla carota piantatanel mio culo, dandomi ogni tanto qualche schiaffo sulla fica, non appena siaccorgeva che cominciavo a godere troppo.dovetti leccare le mani anche a lui mentre mi spingevo la carota su per ilculo. era veramente grossa e faceva davveromale, ma la tenevo ben piantata dentro mentre pulivo le mani che mi avevanotoccato.miaccorsi che mia cugina nel frattempo svav seduta in terra a gambe aperte,accanto a lei suo fratello le stava massaggiando lafica con una spugnetta abrasiva, la muoveva molto lentamente, mentre lei siguardava la fica, anche se ogni tanto alzava losguardo per vedere quello che mi stavano facendo.aquesto punto eravamo entrambe eccitatissime e avevamo la fica davveroarrosstata e irritata, ultrasensibile, gonfia e bagnatafradicia. cimisero l'una di fronte a l'altra e ci dissero di toccarci a vicenda. ciinfilammo una mano tra le gambe e ci accarezzammo deicatamenteil clitoride. le nostre due passere erano davvero ultrasensibili e quelditalino ci procuò delle incredibili scarichedi piacere e nessuna delle due riuscì a evitare di mugolare come una troia. -questedue sono davvero scandalose. ce l'abbiamo messa tutta ma continuano a godere...avanti, mettetevi in terra e a gambe larghe.antonie mio zio tirarono fuori i loro cazzi.-tenetele fiche ferme e belle aperte che adesso ci pisciamo sopra.lapipì iniziò subito a bruciare tantissimo sulle nostre fichette arrossate.iniziammoa dimenarci ma ci ordinarono di stare immobili e prenderla tutta.unavolta che ebbero finito di pisciarci sopra ci consentirono di masturbarci, masenza massaggiarci la fica, dovevamo riuscirea venire prendendola schiaffi, altrimenti niente orgasmo. iniziai a darmi iprimi colpi sulla fica, mentre mia cuginafaceva la stessa cosa. dopo una ventina di schiaffi ci dovemmo invertire e iodovetti schiaffeggiare la sua fica, mentrelei si preoccupava di dare lo stesso trattamento alla mia. mia cugina iniziò apicchiarmi molto lentamente ma con severità ,colpiva la mia fica sapientemente, sapendo ogni volta quale punto andare arisvegliare, era stata evidentemente addestrataa questo trattamento, per sè e per gli altri. me la menò per almeno due minutiprima che avessi un orgasmo devastante.Coppia: [email protected] 24182 0 14 years ago
- 1 year ago La schiava della cortina di Ferro Marta è felice, ha accompagnato il marito ad una convention a Vienna, lui sarà impegnato per un paio di giorni ma poi si sono ritagliati altre quarantotto ore solo per loro, alloggiano in un palazzo d’epoca trasformato in grandhotel, che trasuda un piacevole profumo ottocentesco, di tradizione asburgica.La camera ha il letto a baldacchino e lei si tuffa vestita, assaporando il suadente piacere di un incontro morbido, elegante e sofisticato, che molti anni prima era ad appannaggio della sola nobiltà .Chiude gli occhi ed ancora una volta ritorna prepotente un ricordo della sua giovinezza che, a distanza di più di un decennio, ristagna indelebile in un angolo della sua mente, è un segreto che si porta dentro e che non ha condiviso con nessuno, nemmeno con suo marito.Corre l’anno 1972 e Marta adesso è vicina alla trentina, è una bella donna mora, ha un pube coperto da folta peluria nera, arruffata ed intrigante, le cui propaggini si diramano fino a lambire il solco dello splendido culo; era già ben formata anche diversi anni prima quando con sua madre aveva raggiunto Berlino Est per far visita ad una giornalista amica di famiglia, rimasta intrappolata dall’altro lato della capitale dopo l’innalzamento del muro.Erano anni difficili, il clima di guerra fredda era molto avvertito, appena scese da un taxi malandato che le aveva accompagnate fin sotto il portone dell’amica, in un pomeriggio grigio, non ebbero nemmeno il tempo di suonare il campanello, vennero prelevate brutalmente da una squadra di agenti della polizia segreta e sbattute dentro un furgone.A nulla valsero le proteste di Livia, la madre di Marta, che parlava correntemente il tedesco, che anzi si beccò un paio di spintoni prima di essere zittita; le avevano accusate di essere delle spie e Livia, anche per tranquillizzare la figlia, si era rassegnata a far buon viso a quegli scalmanati nella certezza che avrebbe chiarito l’equivoco non appena fossero arrivate in caserma.Nel freddo sedile in ferro del furgone, una accanto all’altra, guardate a vista da due agenti dal volto truce e con la pistola spianata, non ebbero il coraggio nemmeno di un sussurro durante il quarto d’ora abbondante che si rese necessario per arrivare a destinazione: un tetro edificio recintato con il filo spinato e protetto da guardie armate.Vennero spinte dentro e fatte sedere su una panca in ingresso, qui passarono altri trenta interminabili minuti prima che fossero accompagnate, attraverso un lunghissimo corridoio con le pareti scrostate, fin davanti ad una porta in ferro che pareva corazzata, oltrepassata la quale si trovarono in uno stanzone vuoto: Marta venne trattenuta da un agente e la madre dovette entrare in una porta sul fondo ove in un locale angusto vi era una tavola ed una sedia.Qui potrà chiarire ogni cosa con il maggiore disse una delle due guardie che la scortava, Livia si rivolse lo sguardo alla figlia per tranquillizzarla, prima di varcare la porta che le era stata indicata.Si trovò al cospetto del maggiore Max, un impettito quarantenne in divisa con stivali lucidi e neri, viso squadrato, capelli corti e biondi, occhi di ghiaccio e sguardo impenetrabile; Livia aveva fretta di chiarire l’equivoco, avrebbe anche preteso le scuse per il ruvido trattamento degli agenti, stava per aprir bocca ma il maggiore la anticipò: tolga tutti i suoi vestiti e li metta sulla sedia!L’incredulità ed il rossore si propagarono nel volto di Livia che fissò l’ufficiale con occhi spalancati prima di mormorare:……ma, ma, è impazzito….come si permette, voglio un avvocato, anzi voglio parlare con la mia ambasciata, sono una cittadina straniera con regolare visto di ingresso……..Nelle mani dell’uomo, fin prima nascoste dietro la schiena, fece capolino un piccolino frustino, la colpì sui seni strappandole un gemito di dolore, in parte soffocato dal terrore che si era impadronito di lei, mentre la voce del maggiore aleggiava cupa: qui non ha alcun diritto, lei è una spia come la persona che stava andando a trovare, potrebbe restare a nostra disposizione qualche giorno come per vent’anni, dipende dalle indagini che abbiamo in corso, ma anche da lei, dal come collaborerà , e questo vale anche per sua figlia!Livia sbattè due volte le palpebre per convincersi di non essere nel mezzo di un incubo, poi esitante si tolse l’impermeabile ponendolo con cura sopra la sedia, immediatamente dopo fu la volta della giacca del tailleur, quindi la gonna; il maggiore la guardava impassibile, dal suo sguardo si intuiva che era abituato a non avere fretta, nei suoi occhi anodini traspariva solo la consapevolezza del potere, indiscusso ed assoluto.Ella rimase una frazione di secondo immobile con addosso l’elegante sottoveste color porpora, sotto la quale si intravedevano le mutandine ed il reggiseno in pizzo, accompagnate dalle calze nere tese verso le giarrettiere.Il frustino si librò nell’aria spaventandola, il maggiore non la colpì ma si limitò a poggiarlo su una spalla per scostare la spallina, Livia impaurita si affrettò a denudarsi, togliendosi anche calze e giarrettiere con movimenti che la costrinsero a piegarsi e mostrare senza veli i suoi più intimi segreti.Livia era una donna pudica, nemmeno con il marito, fintanto che era stata sposata, aveva mai avuto comportamenti trasgressivi, anzi erano proprio l’opposto della sua forma mentis, si sentì perciò ancor più disgustata e impotente, quando il maggiore ordinò: si volti e si pieghi sulla tavola che debbo perquisirla!Con un leggero moto di stizza Livia ubbidì, la tavola di legno massiccio era fredda e le sue tette ebbero un piccolo sussulto non appena vi si appoggiarono, con la coda dell’occhio vide il maggiore che si infilava un guanto di gomma cosparso di unguento, ebbe una mezza sincope ed il sangue le si gelò quando lui aggiunse: apra le gambe!Ella dischiuse le cosce al pari di un tremulo fiore alle prime luci del mattino, l’uomo in divisa si appostò dietro di lei e due dita lunghe e sottili si intrufolarono tra la rigogliosa peluria del pube arrivando a toccare le grandi labbra della fica.Con un moto lento e sistematico scivolarono profondamente dentro di lei, che in un gesto istintivo di difesa si alzò sulla punta dei piedi, ottenendo l’effetto contrario in quanto avvertì quelle dita gommose penetrarla nel più sconcio dei modi.Gli occhi si bagnarono riflettendo sul corpo tremante una crescente angoscia, quelle dita estranee la stavano insudiciando, ma quel che più la esasperava era la lenta ed inesorabile eccitazione, che non riusciva ad arginare per il sapiente andirivieni della mano dell’ufficiale.L’uomo in divisa dava l’impressione di non accontentarsi del ridondante profluvio che inzuppava la fica della sua vittima, continuò la lenta tortura sempre con lo stesso ritmo, ascoltando nel respiro affannoso di Livia il vicino momento dell’orgasmo.Boccheggiante Livia pensò che quell’umiliante esame ginecologico fosse finito, ma il maggiore aveva in mente dell’altro, la mano guantata si spostò sul sedere e le dita scivolose si insinuarono entro le natiche fino a raggiungere il foro più sensibile.No la prego, biascicò Livia con la bocca impastata di saliva.Il maggiore ritirò la mano e la schiaffeggiò sul culo, poi aspettò qualche frazione di secondo e la schiaffeggiò di nuovo, ripetendo il gesto una terza volta prima di sferzarla con le parole: mi pare che non abbia ben capito in che guaio si è cacciata, le ho già detto che deve collaborare se vuole uscire in tempi brevi da qui, fino a prova contraria lei è una spia e resterà nostra prigioniera assieme a sua figlia per tutto il tempo necessario alle indagini.Non aveva mai voluto essere toccata dietro, neanche nei momenti più belli con suo marito, l’aveva sempre considerata una cosa sporca, ora però temeva per Marta e raffreddò persino il respiro aggrappandosi con le mani sul bordo del tavolo: il maggiore accolse la sua resa entrando trionfante con due dita nell’ano.Si alzò nuovamente in punta di piedi cercando di attenuare il bruciore che le dita provocavano mentre si spingevano sempre più a fondo, torcendosi all’interno di quel canale riottoso: l’esame rettale fu molto più lungo di quello vaginale, il buchetto stretto era infiammato al pari del suo viso quando Max decise che quella specie di visita ispettiva era conclusa.Le porse un corto camice da indossare, sembrava più un baby doll che lasciava ampiamente scoperte le sue graziose femminilità , spiegandole che così vestita ed a piedi nudi sarebbe stata accompagnata in cella: dica a sua figlia che fino al termine delle indagini resterete prigioniere, le anticipi che adesso dovrò ispezionare anche lei.Livia cadde in ginocchio ai suoi piedi, abbracciò le gambe per implorarlo, il volto si posò sui pantaloni cozzando contro l’uccello duro; in quel momento avrebbe fatto qualunque cosa pur di risparmiare la figlia dalla disgustosa visita, ma il maggiore fu inflessibile: si alzi se non vuole che le strappi la pelle con la frusta, queste ispezioni sono imposte dal regolamento che vige all’interno di questa caserma, sta a lei consigliare sua figlia di rendere più facile il compito che questa divisa mi impone.Marta corse ad abbracciare la madre che si era riaffacciata nello stanzone, aggrappandosi intimorita nel vederla così conciata; Livia cercò di quietarla dicendole che erano nei guai perché ritenute spie, così come la loro amica giornalista che era stata arrestata qualche giorno prima: dobbiamo aspettare con rassegnazione che tutto si sistemi, non appena avranno approfondito le indagini saremo certamente liberate.Ho detto al maggiore che tu non parli bene il tedesco sebbene lo capisci, lui comunque deve farti una ispezione corporale, glielo impone il regolamento, ti prego bambina mia non fare opposizione, lo so che è una cosa ingiuriosa ma devi accettarla per evitare ritorsioni peggiori, su vai adesso io ti aspetterò in cella.Marta venne strappata dalle braccia della madre da una delle guardie e spinta dentro la stanza ove sulla sedia notò i vestiti che la mamma prima indossava, avvertì lo sguardo penetrante del poliziotto e restò bloccata con il corpo scosso dai singulti.Deve spogliarsi, può mettere i vestiti sopra quelli di sua madre.Malgrado le raccomandazioni della mamma Marta considerò troppo oltraggiosa la richiesta, con l’eccezione di un’unica volta con un suo coetaneo ella non era mai stata vista completamente nuda da un uomo, non riusciva a concepire che ciò potesse accadere, si girò tentando di impugnare la maniglia della porta in un vano quanto inutile tentativo di fuggire.Max l’afferrò ancor prima che riuscisse a raggiungere la maniglia e poiché ella tentò di scalciare perse la pazienza e la immobilizzò sopra il tavolo ammanettandola con le mani dietro la schiena; sopraffatta dalla forza dell’uomo e dalla disperazione, si calmò in pochi minuti anche perché ogni piccolo movimento le provocava delle fitte ai polsi stretti dalle manette.Merita una severa lezione, oltre che una spia è anche una ribelle, ma qui troverà pane per i suoi denti.Si sentì sprofondare dalla vergogna quando il maggiore le sollevò la gonna sulla schiena, solo le candide mutandine, arruffatesi nella breve colluttazione, erano rimaste a protezione delle sue intimità ; i colpi della frusta stirarono il leggero indumento senza attenuare il bruciore che penetrava sulla pelle, Marta singhiozzò sconsolata per tutta la durata della punizione, al termine della quale rimase sfinita ed esausta.Restò immobile e sgomenta anche quando avvertì la mano dell’uomo scostare il bordo delle mutandine sul davanti, boccheggiò non appena le dita affusolate si fecero strada tra le peluria scivolando lungo la fichetta, si lasciò masturbare incollando la bocca sul tavolo per non far sentire il suo respiro asmatico, quel porco la stava facendo eccitare malgrado lei tentasse di estraniarsi.L’insistenza di quei movimenti leggeri la stavano portando verso il piacere ultimo, le gambe si erano afflosciate ed ella aspettava l’estremo riflusso sulla fichetta già inzuppata, ma l’aguzzino le tolse anche quello che ormai era diventato un suo desiderio, fermandosi e staccandosi prima che raggiungesse l’orgasmo.Il tono incolore della voce del maggiore la disincantò: adesso le tolgo le manette e voglio che si spogli subito qui davanti a me.Senza alcun ulteriore incitamento Marta si denudò arrossendo vistosamente quando le venne ordinato di mettersi in posizione sopra il tavolo.Vide anche lei rabbrividendo che si infilava il guanto di plastica, le lunghe dita scivolarono facilmente nella stretta micina riprendendo il lento movimento che era stato interrotto a mano nuda; Marta si scoprì ad aiutarlo con un dondolamento spontaneo, si stava eccitando di nuovo e ciò per un certo verso anzichè disgustarla le piaceva.Max si fermò ancora una volta prima di farla godere, un dito si spostò all’ingresso del buchetto grinzoso ed ella cominciò a gorgheggiare degli con delle esclamazioni di stupore non appena la falange sdrucciolevole fu pigiata dentro il culetto.Ansimò vistosamente quando il dito si spinse oltre lo sfintere incalzando il culo, non aveva mai sperimentato niente di simile, la sensazione del lungo dito che la stava frugando le mandava delle stilettate al cervello, non riusciva a prender fiato ed era costretta a respirare a bocca aperta mentre roteava spontaneamente il posteriore come se volesse farlo entrare più a fondo.L’esame rettale era stato lungo ed accurato, ed aveva lasciato Marta incredibilmente stupita, quasi contenta, ansante ma insoddisfatta al tempo stesso.Per oggi basta si metta questo, disse il maggiore porgendole un corto camice uguale a quella che aveva fatto indossare a sua madre, se vi comporterete bene le indagini potranno risolversi in tempi brevi, altrimenti potrebbero durare anche degli anni.Così dicendo il maggiore sporse le mani entro la scollatura agguantando e stringendo i capezzoli tesi; Marta si mordicchiò le labbra senza fiatare consentendo all’ufficiale di sussurrare: vedo che comincia a capire, signorina.Fu questione di un attimo, la mano di lui raccolse quella della ragazza spostandola sopra i pantaloni: Marta conosceva quel turgore avendo avuto modo di fare delle seghe ad un giovane amico, questa volta però le dimensioni era spropositatamente più grandi e non riuscì a bloccare un lungo brivido che scivolò sulla spina dorsale.Max per la prima volta divenne meno rude di fronte all’evidente arrendevolezza della ragazza, si sedette sulla sedia sopra i vestiti di madre e figlia, si aprì velocemente la patta e riportò la mano di Marta all’interno.Con il volto infuocato e lo sguardo chino Marta iniziò a carezzare il prepuzio che fuoriusciva dall’elastico delle mutande, il maggiore si sporse appena di lato girando l’interruttore della luce, la stanza restò rischiarata da un neon di fondo i cui riflessi giallognoli esasperavano la graziosa silhouette della ragazza.Si slacciò la cintura ed aprì i pantaloni allargando le gambe: tiralo fuori tutto e bacialo!Marta strattonò all’ingiù le mutande con la stessa frenesia che l’aveva presa la prima volta in cui glielo aveva chiesto il coetaneo, avviluppò il pene nel palmo e si chinò con le labbra sul glande roteando appena la lingua per saggiarlo; il gusto di fondo le era noto, questa volta però l’intenso afrore di quell’uomo maturo quasi la stordì.Era ancora eccitata dalle precedenti manipolazioni interrotte prima dell’orgasmo, e seppur con qualche maldestro passaggio dovuto all’inesperienza, cominciò il più importante pompino della sua vita, fin quasi soffocandosi nel tentativo di ingoiarlo fino alla radice.Max la sollevò prima dell’attimo fuggente, la rivoltò sopra il tavolo e le sborrò sul culo, innaffiandolo con lunghi fiotti di sperma che poi spalmò con le mani sulla morbida pelle delle natiche.Furono assegnate su due celle diverse, non potevano vedersi nè sussurrarsi qualche parola di conforto, poi la stanchezza e lo sfinimento presero il sopravvento, madre e figlia si appisolarono, nessuna delle due aveva assaggiato la schifosissima minestra passata loro attraverso le sbarre.Per Marta fu una notte sufficientemente tranquilla se non per due sporadici risvegli di soprassalto, a cui erano seguiti brevi dormiveglia con il ricordo nitido, persino eccitante, dell’incontro con l’ufficiale, prima di ricadere nel sonno, per Livia invece fu una notte da incubo.Il maggiore aveva deciso per lei un trattamento assai diverso da quello della figlia, voleva esasperarla fino a farle perdere quel poco di dignità che le era rimasto, aveva perciò comandato alle guardie che venisse controllata di continuo, in modo da farle passare una notte in bianco.Era stata svegliata molte volte dal rumore delle chiavi che aprivano con un sordo frastuono i catenacci della cella, dopo ogni visita tentava di mettersi quieta sulla branda cercando di riprendere sonno, ma capita l’antifona l’orecchio rimaneva teso, in angosciosa attesa di risentire il rumore dei passi di una guardia che tornava ad avvicinarsi.Per primo era arrivato un omaccione grande e grosso sulla cinquantina, le era sembrato un orco e si era stretta sotto la coperta, non avendo all’inizio ancora ben intuito quale fosse lo scopo di quell’improvvisa comparsa dentro la cella.Ogni tanto una prigioniera discreta borbottò l’omone strappandole di dosso l’umida coperta in fustagno, Livia rimase sbigottita a guardarlo nella penombra della cella, con gli occhi spalancati; bella ficona nera soggiunse osservandole il pube mentre la sovrastava trattenendo tra le mani il mazzo di chiavi.Con la più grossa di queste, in ferro lucido, cominciò a frugarla dentro la passera, spingendola a fondo e facendola girare dentro la vagina, che venne usata al pari di una serratura; Livia ansimava terrorizzata per la sofferenza e l’insultante vergogna, biascicò alcune implorazioni che non sortirono alcun effetto, anzi l’omone appoggiò le ginocchia sulla branda ed estrasse il cazzo flaccido dalla patta già aperta.La testa le venne torta verso l’uccello e dovette imboccare quel maleodorante pezzo di carne con ripugnante ribrezzo, lo sentì ingrossarsi e sbattere in gola, l’unico sollievo fu l’attenuarsi dell’azione rovistatrice della chiave entro la vulva per il progressivo abbandono della guardia sotto l’effetto del pompino.Non le era mai piaciuto farsi sborrare in bocca, lo detestava, questa volta però lo percepì come il minore dei mali, ora lui aveva smesso di torturarle la fica, con entrambe le mani le tratteneva la testa, Livia non capiva più nulla, il dolore per i capelli tirati e le ginocchiate al petto, che nella foga lui le dava, la stavano stordendo.L’omaccione prese a scoparla in bocca furiosamente, con sempre maggiore violenza, ad un certo momento il dolore divenne insopportabile ed il cazzo le fu spinto in gola ancor più brutalmente, per fortuna era giunto all’apice ed un fiotto caldo si disperse tra le tonsille e l’ugola.Lo sperma scese impietoso fino ai polmoni, con uno scatto disperato Livia riuscì a sottrarsi tossendo e sputando, lentamente riprese a respirare normalmente, aveva il volto impiastricciato ed alcuni colpi di tosse le avevano fatto uscire la sborra anche dal naso.Stava ancora piangendo sommessamente quando sentì i passi di una seconda guardia avvicinarsi alla cella, era assai più giovane dell’altro ma non certo meno brutale, le ordinò di sollevarsi in piedi e di togliersi il camice, cosa che Livia fece in una frazione di secondo ormai incapace di qualsiasi reazione, pur se la sua indole pudica fece sì che spostasse le mani sul davanti per coprire il pube.La guardia le smanacciò il culo un paio di volte prima di sedersi sulla branda, ordinando di tenere le braccia sopra la testa e le gambe larghe; prima furono i capezzoli ad essere maltrattati dai ruvidi passaggi delle sue mani nodose, poi fu ispezionata la fica come se la guardia fosse alla ricerca di oggetti proibiti, infine la fece girare e piegare per svolgere diligentemente la verifica del buco più sensibile.All’improvviso la giovane guardia si infuriò, forse pregustava l’idea di incularla ma la trovò troppo stretta per il suo arnese e fu costretto a desistere per non spellarsi l’uccello; le pizzicò le natiche prima di sbatterla a ridosso della parete, la obbligò a star appoggiata con i palmi sul muro e con le cosce larghe, si tolse la cintura dei pantaloni e le mollò una decina di cinghiate.Livia sentì il glande teso come una sciabola che si affacciava sulla peluria, la guardia l’aveva abbrancata da dietro strizzandole i seni, la fronte sbatteva sulla sua nuca costringendola con la faccia al muro, venne stuprata così con violente bordate che le sconquassavano il ventre, finendo insudiciata dallo sperma che si liberò dentro la vagina con la stessa intensità di un mare in tempesta.Alle prime luci dell’alba non ricordava nemmeno più quante e quali guardie avessero abusato di lei.Marta guardò la madre mentre venivano portate fuori dall’area delle celle, restò qualche attimo instupidita ad osservare quel viso ancor giovane stravolto dalle profonde occhiaie; Livia si limitò a sussurrare che non aveva chiuso occhio senza nulla accennare a quanto successo, anche per non preoccupare oltre la figlia.Vennero portate in una specie di refettorio ove fu servito loro un vassoio con una scodella di caffelatte e del pane duro, poi furono avviate alle docce e poterono finalmente pulirsi sotto gli occhi indiscreti di alcune guardie, le quali sghignazzavano divertite ogni qual volta madre e figlia si insaponavano là dove la folta peluria nera, bagnandosi, celava a mala pena i loro preziosi scrigni.Mentre si stavano asciugando prima di indossare due tuniche pulite con analoghe fattezze di quelle indossate per la notte, Livia vide arrivare l’omone che per primo aveva abusato di lei nella notte, la prese per un braccio spostandola dietro degli armadietti in fondo alla stanza, che non erano così profondi da nascondere le loro figure completamente.A Marta non fu difficile intuire quello che stava accadendo nel vedere le ginocchia della mamma che uscivano davanti agli stipetti, mentre era accucciata con la schiena appoggiata alle piastrelle: il movimento dell’ingombrante sedere dell’omaccione faceva capire che la stava scopando in bocca.Mano a mano che il ritmo cresceva anziché provare un senso di ripulsa sentì che si stava eccitando, le pareva incredibile ma i segnali erano troppo chiari ed inequivocabili, il vedere sua madre trattata in quel modo le stava scaldando la fichetta: fu costretta a lenire quelle fitte asciugandosi profondamente dentro il cespuglio nero, ove le grandi labbra erano bagnate da liquido diverso da quello dell’acqua della doccia.Livia aveva il volto infiammato non solo per qualche spruzzo di sperma trangugiato alla fine della scopata in bocca, ma anche per la vergogna di sentirsi addosso lo sguardo indagatore della figlia mentre venivano avviate lungo un altro interminabile corridoio, che le portò dentro una stanza ove le stava aspettando l’impettito maggiore che avevano conosciuto il giorno prima.Vennero legate ai polsi con delle corde che scendevano da un anello al soffitto, con le braccia sollevate, e separate da un divisorio in legno in modo che non potessero vedersi; la luce venne spenta e la stanza rimase nel buio più fitto, poi all’improvviso si rischiarò la stanza accanto, che solo in quel momento si accorsero divisa da una parete specchiata.Distesa nuda su un tavolaccio, legata mani e piedi a croce, una donna che le due prigioniere riconobbero subito nella loro amica giornalista, aveva il corpo segnato dai lividi, sui capezzoli due pinzette collegate con dei cavi sui quali scorreva la corrente elettrica, l’espressione tesa del volto mutò in consapevole terrore non appena entrò una donna in camice bianco.Questa donna alta e bionda era la dottoressa Eva, non ancora trentenne, fedele collaboratrice del maggiore; lasciò partire una scarica che elettrizzò il corpo della povera donna, alla quale rivolse una domanda avvicinandosi all’orecchio, che loro poterono ascoltare trasportata da un altoparlante: allora ti decidi a confessare spia?Vogliamo sapere quanti segreti militari da portare hai passato in questi anni alle due italiane?No, no, loro non c’entrano nulla con la nostra organizzazione sovversiva, vi ho già detto tutto, sono affiliata al gruppo che ben conoscete e che vuole combattere il comunismo, ma che non ha alcun legame con i paesi occidentali.Eva impugnò un corto manganello in gomma dura e la colpì duramente sulle cosce facendola singhiozzare, poi glielo infilò nella fica, scopandola a fondo, si interruppe non appena giunse la voce del maggiore attraverso l’interfono: rasale la fica e mettile un paio di pinzette dentro, vediamo se le volute di corrente entro la vagina le schiariscono il cervello!Livia restò tramortita come se fosse lei al posto dell’amica, si scosse nel sentire il cazzo scoperto dell’ufficiale che le sfiorava le natiche mentre la sua voce vicina ad un lobo, volutamente nemmeno troppo sussurrata affinché potesse arrivare alla figlia oltre il divisorio, disse: vi auguro che confessi altrimenti potrebbe toccare anche a voi la stessa sorte!Potrebbero non essere sufficienti le visite che ho in mente per voi oggi, debbo cercare all’interno dei vostri buchetti così stretti e rigidi, può darsi che nascondiate delle microchips, ma state certe che noi lo scopriremo, violando e forzando con ogni mezzo questi stupidi pertugi!A Marta giunse l’esclamazione della madre che venne solo intaccata dalla punta violacea del glande appoggiatosi sullo sfintere, poi delle implorazioni sommesse, ma Max si era già spostato dietro alla figlia.Intanto Eva aveva insaponato la fica della giornalista e si stava apprestando a radere la peluria con un rasoio a lama, che brillava pericolosamente nella sua mano; il maggiore lacerò le spalline del camice di Marta facendolo scivolare a terra, le scostò i capelli ed addentò la nuca, la ragazza avvertì l’uccello sbattere sul sedere mentre con una mano le avvolgeva un seno e con l’altra raggiungeva la fichetta, incredibilmente colma di umori.E tu cosa sei disposta a concedermi per evitare che ti faccia torturare?Tutto, tutto, bisbigliò Marta con un filo di voce, tale comunque da essere udito anche da sua madre.Tutto cosa, senti come sei eccitata, a differenza di tua madre a te piace sentirti costretta, e magari anche assistere a scene violente vero?Sì, sì, boccheggiò Marta che si stava contorcendo dal piacere.Adesso ti slego puttanella, voglio che me lo succhi come hai fatto ieri!Livia si sentì svenire, con gli occhi guardava oltre la parete specchiata ove all’amica erano state agganciate due pinzette sulle grandi labbra della fica appena rasata, mentre con le orecchie cercava di captare ogni minimo rumore che giungeva dall’altra parte del divisorio.Vide l’amica svenire dopo un urlo strozzato, quando la corrente elettrica le bruciacchiò la fica tosata, un attimo prima però era riuscita a borbottare quello che la crudele dottoressa voleva sentire: sì, sì, è vero, anche loro sono delle spie!Nel contempo ascoltò con nitidezza il rumore simile ad un onda di risacca che le labbra di sua figlia emettevano allungandosi lungo l’asta tesa del maggiore, fu questione di pochi secondi perché dovette concentrarsi ad arginare la veemenza di Eva, che era uscita dalla stanza accanto piombandole alle spalle silenziosamente.Tocca a te lurida spia, sibilò Eva abbrancandola da dietro, adesso ti porto di là a salutare la tua amica, vedrai che confesserai anche tu i crimini che hai commesso!Mentre si afflosciava terrorizzata tra le braccia di Eva, che stava sciogliendo i legacci, Livia ascoltò in trance le parole della figlia, che ora era stata fatta appoggiare alla parete vetrata: sì, sì, prendimi, stuprami, violentami, fammi godere, spaccami, oh sì, sì, ancora, ancora!Con gli occhi annebbiati dal piacere Marta vide sua madre nuda nella stanza accanto, era impaurita e tremava come una foglia d’autunno prima di staccarsi dal ramo, lei solitamente così rigida ed altezzosa, ridotta ad una nullità che si limitava ad implorare pietà .In lei si scatenò la libidine che stava portandola alla conclusione dell’amplesso con l’uomo in divisa, quando vide sua madre che accettava, con evidente arrendevolezza, di prostituirsi con la dottoressa pur di risparmiarsi le torture annunciate.Accettò persino con disinvoltura il bacio di Eva ed il lungo viaggio della lingua che si intrecciava con la sua, si lasciò piegare sopra la branda ove giaceva ancora svenuta la giornalista, i polsi le vennero legati dietro la schiena, infine l’ordine giunse perentorio e cristallino, offuscando la mente di Marta che era stata appena inondata dalla sborra vischiosa del maggiore: adesso leccala, voglio che la svegli con la lingua!Le sembrò un sogno vedere la lingua della madre svicolare fuori dalle labbra per inumidire il pube, che pareva la pungesse con i corti peli da poco rasati che brillavano sulla pelle irritata, ma quel che più la stupì fu osservare con quanto trasporto si dedicava a quella missione, senza più alcuna necessità che le venisse ordinato.Eva aveva rimesso le pinzette sui capezzoli della giornalista mentre Livia continuava a slinguarla e succhiarla, fece passare alcune brevi folate di corrente elettrica che scossero appena il corpo tramortito della donna, trasmettendo qualche brivido anche alla lingua dell’amica.Marta aveva continuato a gonfiare le pareti della vagina, allungandosi lentamente sull’asta ancora turgida del maggiore, il quale rispondeva con deboli movimenti susseguiti all’eiaculazione; furono sufficienti pochi minuti per riprendere lena, egli non aveva più dubbi, si era ritrovato per le mani una troietta in calore nelle vesti di vittima smaniosa di soddisfare il proprio carnefice.Intanto la dottoressa si stava dedicando con maggior insistenza sul posteriore di Livia, usando il manganello con fin troppo evidente gusto sadico, prima picchiandola e poi forzandole fica e culo; Marta guardò incredula l’aguzzina che si apprestava a cavalcare sua madre, la cui schiena cominciò ad arcuarsi riflettendo scosse sulla dorsale come se venisse sodomizzata, solo quando Eva si ritrasse vide il tozzo membro che luccicava insudiciato davanti alla transessuale.Livia e l’amica giornalista vennero usate per molti giorni, in quella tetra caserma, come latrine, alle guardie aizzate da Eva venne concesso tutto e di più, per Marta invece la prigionia si trasformò in un legame carnale con il maggiore, in cella aspettava con ansia il momento in cui veniva portata al suo cospetto, le costava sofferenza farsi prendere didietro anche se alla fine prendevano forma alcuni accenni di piacere che la ripagavano delle fitte che ristagnavano sul suo fondo schiena.Sua madre perse la vita in un incidente stradale pochi mesi dopo la fine di quell’avventura che l’aveva irrimediabilmente segnata, Marta si era convinta che si fosse suicidata fuoriuscendo di strada ad alta velocità ; a lei invece la vista di una divisa qualsiasi produsse per diversi anni ancora, uno stato di agitazione quasi paralizzante, che spesso si tramutava in sfacciata eccitazione.Una volta fu fermata ad un posto di blocco, la vista di tanti poliziotti con i mitra spianati la lasciò stordita, non riusciva nemmeno a rispondere alle domande che le rivolgevano, credettero che la sua preoccupazione fosse dovuta a qualcosa di losco che cercava di nascondere, venne fatta scendere dall’auto ed infilata in un furgone al cospetto del comandante per essere interrogata.Cosa nascondi, della droga vero, vuoi tirarla fuori da sola o vuoi che la cerchio io?Marta si limitò a dei cenni negativi con la testa ma il terrore che luccicava nei suoi occhi venne colto dal comandante come una tacita ammissione; fu piegata di schiena sul piccolo tavolino-scrittoio dentro il furgone, nemmeno una sillaba uscì dalle sue labbra ingorgate di saliva mentre le manacce dell’uomo aprivano la camicetta palpugnando le tette abbondantemente fuoriuscite dal reggiseno.La nascondi dentro le mutande vero sgualdrina?I jeans vennero strappati fino a scivolare per terra lungo le caviglie, ove già erano cadute le scarpe, Marta non indossava calze ed al poliziotto fu sufficiente uno strappo laterale per sbarazzarsi delle mutandine che si raggomitolarono esanimi sul tavolino.Il comandante deglutì un paio di volte soffermandosi eccitato a guardare lo splendido panorama pubico che gli si parò davanti, le dita carnose indagarono frettolose alla ricerca di un bottino che non c’era, evidenziando solo la straripante eccitazione che inondava quella passera scura.Troia, troia, ecco cosa volevi nascondere, sei una cagna in calore, biascicò il comandante sfoderando l’uccello duro, Marta sbattè ripetutamente la testa sulla parete interna scivolando all’indietro sul tavolino durante le ficcanti fiondate che le sfondavano la fica, godette senza soluzione di continuità per tutta la durata dell’amplesso, boccheggiando e contorcendosi ad ogni passaggio del pene a cui si accompagnavano stringenti manipolazione dei seni.Il comandante si ritrasse all’ultimo istante spruzzandole di sborra la folta peluria ed innalzando il getto anche sul petto fino a sfiorarle la gola; Marta restò con la bocca socchiusa, aspirando affannosamente, gli occhi erano intensamente lucidi non più per la paura ma per l’eccitazione che ancora le gonfiava il petto.Lo sguardo trasognato di Marta pareva implorasse una irriducibile voglia interiore di essere ulteriormente sbattuta e maltrattata, il poliziotto la osservò qualche attimo stupito prima di sbottare: puttanella, devi essere in arretrato da molto, non ti basta vero?Marta riuscì solo a sbattere le palpebre prima di essere trascinata giù sul pavimento del furgone, lo imboccò senza esitazione avvitandosi con lingua su quel piolo leggermente ammorbidito, facendogli ritrovare un vigore ancor più intenso e duraturo di quello iniziale, esasperando così la libidine del comandante.Distesa a pancia sotto aspettò con ansia di essere frugata dalle dita umide che scivolarono prepotenti dentro il pertugio facendola sobbalzare dal piacere, incredulo di tanta remissività di cui non si spiegava le motivazioni, il poliziotto cominciò a sculacciarla facendola rimbalzare sul tavolino.Per la prima volta dopo quasi venti minuti fece capolino la voce roca di Marta: pietà , pietà , basta, basta…….Era una voce flebile ed insicura, quasi trasparente una volontà opposta che alimentò la foga dell’uomo, il quale esaurì la sua rabbia quando le natiche divennero violacee, solo allora impugnò la verga spasmodicamente tesa indirizzandola verso il tenebroso buco che accolse il prepuzio contraendosi impudicamente.Vuoi che te lo sbatta nel culo vero sgualdrina, vuoi sentirlo rovistare dentro le tue viscere, oh sì dimmi che ti piace farti inculare, borbottò il comandante mollandole un pugno sulla schiena mentre il cazzo affondava senza resistenze nel canale rettale.Sì, sì, ancora, di più, singhiozzava sconvolta dal piacere Marta, che avvertiva l’avvicinarsi di un nuovo orgasmo.Nel centro di Vienna, fintanto che il marito è impegnato nei lavori del convegno, Marta passeggia all’interno del quartiere degli antiquari, specchiandosi nelle vetrine ed osservando con tipica avidità femminile le preziosità in esse contenute.Cambia percorso e sotto il tepore di un tenue sole primaverile prosegue lungo la strada delle sedi diplomatiche, sono tutti palazzi austeri inframmezzati da giardini fioriti, oltre i quali si scorgono alcune costruzioni più moderne, grandi ville attorniate dal verde, una in particolare attira la sua attenzione, ma non fa in tempo a focalizzare la targa che identifica quella ambasciata, viene sfiorata da un auto nera che si infila all’interno di un cancello carraio che sta aprendosi lentamente.Ha un sobbalzo come chi teme di essere investita, guarda dentro il cortile la macchina che si ferma slittando sul ghiaino, il portone in ferro si sta chiudendo automaticamente ma prima che la vista le sia preclusa riconosce la persona che sta scendendo dalla portiera posteriore: è il maggiore Max.Seppur dopo tanti anni quella vista la mette in subbuglio, fa fatica a mantenersi in piedi, si appoggia al muro perimetrale ed inquadra la targa in ottone che campeggia davanti all’ingresso: è una sede diplomatica della DDR.Passano quasi dieci minuti prima che riesca a trovare un minimo di tranquillità interiore, un susseguirsi di pensieri le affollano la mente, vorrebbe allontanarsi in fretta da quel luogo ma una forza interiore la blocca, quando suona per entrare non si rende nemmeno conto perché lo stia facendo, viene accolta da una donna vestita di grigio e dallo sguardo sospettoso che le chiede in che cosa possa esserle utile.Cerco il maggiore Max, borbotta Marta con tono insicuro.Non c’è nessun maggiore Max qui dentro, risponde seccata la donna, a che titolo cerca questa persona? Lei chi è mi dia le sue generalità !L’avevo conosciuto a Berlino, mormora intimidita Marta, declinando nome e cognome.Solo allora quella specie di arpia si decide a smanettare sul telefono nero che tiene sullo scrittoio dell’ingresso, Marta ascolta con il cuore in gola le frammentate telefonate della donna che compone diversi numeri prima di guardarla dritta negli occhi, l’espressione imperscrutabile trasuda un mezzo sorriso sadico, poi le rivolge di nuovo la parola: mi segua, forse il colonnello Max Reinhart potrà riceverla più tardi.Marta ha paura quando dopo aver infilato un paio di corridoi l’impiegata apre una porta che conduce nello scantinato, ha un attimo di riluttanza ma ormai è troppo tardi, la donna coglie la sua indecisione, la prende per un braccio e l’accompagna nella discesa attraverso i gradini leggermente umidi, mentre sussurra: dovrebbe sapere che chi entra in questi luoghi perde la propria libertà , qui non siamo democratici come voi occidentali, il nostro è un regime autoritario.Arrivano in fondo alle scale, adesso Marta trema visibilmente riconosce quei posti come dei luoghi di prigionia simili a quelli della caserma di Berlino, percorrono un altro corridoio e poi viene introdotta in una ampia stanza adibita a cella di tortura, che trova incredibilmente uguale a quella in cui era stata segregata la giornalista amica di sua madre.La stanza è rischiarata da una sola lampadina che pende dal soffitto, la donna dal naso grifagno svela in un attimo tutta la sua arrogante protervia: conosci le regole, vero?Marta annuisce e comincia a togliersi il leggero soprabito poggiandolo sull’unica sedia vuota, sono attimi di tensione che accrescono la sua insicurezza, è stata una scriteriata ad infilarsi di nuovo in quel luogo che la farà penare come in passato, questo pensiero l’affanna ma ha anche lo straordinario potere di infiammarle il ventre, avverte un rigurgito di umori che le allagano le mutandine, si è appena tolto il vestito ed è costretta a serrare le cosce per contenere il profluvio.La donna osserva i fremiti che scuotono il suo corpo, ne ascolta il respiro corto che in pochi secondi si affievolisce liberandola dal piacere ormai incontenibile, le molla un manrovescio apostrofandola: puttana, questo non è postribolo, siamo in una prigione e tu sei una detenuta!Io….io, balbetta Marta, sono venuta spontaneamente, non sono una prigioniera, volevo rivedere il maggiore Max……..Un altro manrovescio le infiamma anche l’altra guancia: silenzio, non ti è concesso di parlare, la persona che cerchi ci raggiungerà più tardi, ti ho già detto che è diventato colonnello!E’ la stessa improvvisata carceriera che finisce di spogliarla, abbassando le spalline della sottoveste e slacciando il gancio del reggiseno, lasciando così libere le grosse tette dure.Marta viene fatta distendere sul tavolaccio e guarda con occhi velati dalla paura gli attrezzi di tortura appoggiati su alcuni alti sgabelli in legno, solleva le braccia sopra la testa e si lascia serrare con degli anelli di ferro.La lesbica osserva con avidità quel bel corpo fremente, è da diverso tempo che non le capita un bocconcino così prelibato, le abbassa lentamente le mutandine scoprendo la rigogliosa foresta nera che già aveva intravisto sotto il tessuto; le dita affondano perentorie, non è una masturbazione ma il gusto di scorgere la paura che assale la prigioniera.Le mani si muovono arroganti manipolando con forza le parti più sensibili, Marta si limita a sospirare profondamente temendo ritorsioni più cruente: quello che la esaspera sono le folate di piacere che riverberano dentro di sé, mano a mano che la donna incrementa la sua azione.Intuisce che l’aguzzina è molto sadica dalla veemenza con cui le ha cacciato un cuneo dentro il culo, soffre e gode contemporaneamente dimenandosi sul tavolaccio in preda a delle convulsioni che diventano spasmodiche nel momento in cui le vengono agganciate sui capezzoli due pinzette che si collegano con lo strumento che trasmette la corrente elettrica.Il dolore sui seni è insignificante rispetto a quello che l’aspetta: no, no, ti prego, mormora Marta con gli occhi supplichevoli, ma l’altra ha già girato la manovella, trasferendo solo un modesto assaggio di scarica che la fa scuotere appena, alimentando gli umori vaginali.Vuoi che continui o preferisci leccarmi la figa?Marta la guarda un attimo interdetta e ciò basta alla donna per liberare un’altra scarica.Sì, sì, tutto quello che vuoi, sussurra Marta.La carceriera si sfila le mutande e si inginocchia sopra la sua testa, sotto la gonna Marta si orienta con la lingua alla ricerca della larga fessura, usa tutta la sua abilità per cercare di soddisfare le impellenti voglie della lesbica, che ad un certo punto si allarga le natiche con entrambe le mani invitandola a leccare il buco del culo.Piegata in avanti la donna usa il cuneo che le aveva infilato nel culo per penetrarle anche la fica, la incita a spingere a fondo a lingua e nel contempo si abbassa ad azzannare la clitoride mentre continua a sconquassarla; la carceriera è vicina all’orgasmo quando Max entra nella stanza, Marta si accorge della sua presenza solo quando il glande affonda nel suo culo.La lesbica si solleva esausta dopo un copioso orgasmo, Marta rivede il suo aguzzino in divisa, le tiene le gambe sollevate ed ora se le è appoggiate sulle spalle, continua a stantuffarla, insultandola, mentre la sottoposta riaccende la macchina infernale che trasferisce volute di corrente, brevi ma cocenti; Marta ha la vista appannata, si affloscia svenendo qualche attimo dopo aver sentito lo sperma disperdersi nel canale rettale.Quando si sveglia è sola nella stanza, ha i capezzoli bruciacchiati, di tanto in tanto si affaccia il colonnello Max, la interroga, la sevizia, la stupra.Nei giorni seguenti i giornali parlano della scomparsa di una donna italiana a Vienna, se ne sono perse le tracce, il marito è disperato e le ricerche proseguono affannosamente, lei è già stata trasferita dalla prigione austriaca a Berlino, qui rimarrà segregata per molti anni, fino alla caduta del muro.MAX_101 14749 0 14 years ago
- 1 year ago il mio amato padrone Sto facendo la doccia, la assaporo come l'ultimo attimo di libertà ,prima dell'incontro con il Padrone.L'acqua scende bollente lungo il mio corpo, percorso da brividi cheimmaginavo di freddo e invece sono di paura ed eccitazione.Il vapore acqueo si addensa nel bagno, contribuendo all'effettonebbia che tante volte mi ha rilassata, facendomi indugiare inprolungate carezze del mio corpo con l'asciugamano.Oggi non posso: il Padrone aspetta, devo essere assolutamente puntuale.Chiudo il rubinetto della doccia, afferro l'accappatoio ed inizio adasciugarmi, meccanicamente, lasciando che la mia mente continui avagare verso l'incontro con colui che, per le prossime ore, sarà ilproprietario del mio corpo.Ho ancora i capelli, lunghi e neri, umidi quando esco dal bagno e midirigo verso il letto dove sono preparati i vestiti con cui il Padronevuole che mi presenti a lui.Faccio scivolare le autoreggenti lungo le mie gambe, appoggiando lapunta del mio piede alla sponda del letto.Mi chiedo quante volte l'ho già fatto negli ultimi tempi e perquanto ripeterò questo gesto. Prendo quella piccola corda bianca chespicca contro il nero della divisa su cui è appoggiata e dopo undoppio giro intorno ai fianchi la stringo tesa tra le mie gambe,serrata in modo che pizzichi il mio sesso e mi provochi già dolore.Tutto ciò sarà il mio intimo, non è previsto altro.Respiro profondamente alcuni secondi, per impormi quella calma chefaticosamente sto cercando di mantenere, mentre ho il cervello inondatodi pensieri ed emozioni.Infilo le gambe nella divisa, un miniabito con un'ampia scollatura eun gonnellino di tulle gonfio che non è lungo neppure a coprire ilbordo delle calze, e sistemo le corte maniche che coprono le mie spallee solo una minima porzione del braccio, prima di afferrare la zip chesta in mezzo alla schiena e tirarla verso l'alto per chiudere ladivisa e permetterle di aderire al meglio alle forme del mio busto,lasciando spiccare i piccoli seni, sono solo una seconda misura, con alcentro i capezzoli che già spingono eccitati contro il tessuto.Torno in bagno per terminare di asciugare i capelli e raccoglierli,spazzolandoli e lisciandoli, in una coda che annodo con un sempliceelastico nero, sottile, attorcigliato più volte affinchè la coda siaresistente e i capelli restino perfettamente aderenti alla mia testa.Fatto questo posso indossare il cerchietto bianco con la crestina inpizzo e fissarlo tra i capelli, in modo che contorni, da lato a lato,la mia capigliatura.Penso che non appena uscirò per strada questa crestina si farà notare: salirò sull'autobus e più occhi guarderanno quella e ilcollare di raso e pizzo bianchi che sto stringendomi ora intorno alcollo quasi come fosse già il crudele collare in cuoio che conoscerònon appena il Padrone ne avrà abbastanza della cameriera e vorrà avere tra le mani la sua schiava.Tutti cercheranno di gettare un'occhiata di traverso, o uno sguardofisso ed indagatore, al mio viso, al mio aspetto e ognuno di loroimmaginerà una storia più o meno diversa.Non mi spiace sentirmi osservata, osservare a mia volta il modo stranocon cui la gente inizia a sognare non appena incontra qualcosa che nonsi adegua ai canoni quotidiani di ciò che siamo abituati a vedere.Termino la vestizione: guanti bianchi puliti e guanti di lana nera percoprirli durante il tragitto, scarpe di vernice lucida con il tacco aspillo pronunciato e cappotto lungo che nasconda buona parte del mioabbigliamento.Il tratto di strada per arrivare dal Padrone è breve: cinque minuti intram e due fermate di metropolitana mi porteranno a pochi passi dalgrande portone del suo palazzo.Scendo in strada e con aria seria fingo di camminare rapidamente versola fermata del tram, come se il mio lavoro fosse effettivamente quellodella cameriera e fossi già in ritardo.Questo è quello che dovranno credere i passanti che mi osserveranno,non sapendo che dentro di me, invece, sono un tumulto, un eccitazionecrescente e costante, aggravata da quel tratto di corda che mi sega adogni passo.In Tram sto in piedi: dovessi sedermi con quella corda mi taglierei indue le natiche. Preferisco il fastidio dei tacchi acuitodall'incedere titubante del tram nel traffico.Guardo fuori dal vetro di fronte a me, cerco di concentrarmi sulsusseguirsi di palazzi e vetrine che ormai conosco così bene chepotrei citarle a memoria; lo faccio per distrarre i miei pensieri, percalmare il fuoco che c'è nei miei polmoni e che avvampa fino giùalla pancia e ancora più sotto. Non mi va nemmeno di incrociare losguardo degli altri passeggeri che già avranno visto ogni particolaredella mia crestina e del mio collare nero e bianco.Le due fermate di metropolitana scorrono allo stesso modo, anche se nonho nulla da guardare fuori perché laggiù, in quel budello, c'èsolo il buio oltre il finestrino.Mi guardo in giro, quindi, cercando di mostrarmi spavalda e sicura dime, incrociando gli sguardi della gente che affolla il vagone e che èimmersa in pensieri e sensazioni certamente più normali dei miei.Sono arrivata, scendo e, senza rendermene conto, affretto il passo. Nonè paura di essere vista, non è imbarazzo per i giudizi della gente,è semplicemente voglia di arrivare dal Padrone.Sono davanti al portone del palazzo, spingo la pesante porta in ferrobattuto e vetri finemente lavorati che comunica, da sola,l'austerità dell'intero palazzo e, non appena dentro, incrocio losguardo, sopra la prima ampia scalinata, del portiere seduto dietro alsuo tavolo sul quale è appoggiata l'odierna copia del quotidianolocale.Mi riconosce e mi sorride il signor Giorgio: sa chi sono e cosa faccio.E' un uomo mite, sposato da una vita e ormai a un passo dallapensione, che è l'esempio vivente della discrezionalità . Forse miavrà già giudicata e messa nel peggior girone possibiledell'inferno, ma quando mi incontra, che io sia vestita da camerieracome ora o da donna di malaffare, come spesso capita, sfodera il suopiù bel sorriso e mi augura sempre la buona giornata.Non sono più rigida e insicura come le prime volte che lo incontravo:ora mi viene naturale ricambiare il saluto in tutta serenità eannunciargli, letteralmente, che sto andando dal Padrone.Lui sorride, scuote la testa, e torna alla lettura del suo giornale: midomando, ogni volta, cosa pensi veramente della mia relazione.Immersa in questo pensiero salgo le scale, rumoreggiando coi tacchi chepicchiano sul marmo bianco della scala, e mi pongo davanti alla portadell'appartamento: do i soliti 2 squilli concordati e mi pongo inattesa.Il gioco è già iniziato: mi sono levata il soprabito e sfoggio senzaremore la divisa da cameriera, restando rigida ed immobile davanti allaporta chiusa a un palmo dal mio naso.Non passa nessuno, ma anche se fosse non avrei il permesso di muovereun muscolo, dovrei restare fissa immobile quasi contro la porta, afissarne le modanature in legno, senza poter osservare l'eventualeinquilino che, transitando per le scale, finisse per trovarsi davantila mia immagine.Sono quasi cinque minuti, sono i soliti cinque minuti, che devonopassare e ricordarmi che tutto dipende da Lui, dal Padrone, anche ilsemplice gesto di varcare la Sua soglia.Poi, d'un tratto, il rumore della serratura finalmente; lui apre lapesante porta blindata e io apro il mio sorriso, incontrollato,semplicemente gioioso. In un attimo la porta si spalanca e ora lui èdavanti a me: lo saluto con un filo di voce, regalandogli quel mioradioso sorriso."Dentro schiava." è il suo primo, classico, comando sferzante.Muovo due passi, varco la soglia, supero il Padrone che richiude laporta d'ingresso e mi fermo immobile, senza voltarmi, con lo sguardosul corridoio."Ispezione schiava" è il suo secondo comando.Immediatamente allargo le gambe, intreccio le dita dietro la nucatenendo i gomiti allargati il più possibile e piego il busto inavanti. La corda tira, ma non è nulla in confronto alla spinta decisache ricevo sulla schiena e che mi fa piegare quasi a novanta gradistrappandomi un gemito di dolore per la tensione che aumentainsopportabilmente sul mio sesso, tra le mia labbra, quasi volessestrapparmele via dal resto del corpo.Mi rilasso solo quando una delle sue mani afferrano la coda dei mieicapelli, tirandomi la testa verso l'alto, e l'altra inizia adaccarezzarmi e frugarmi per verificare se i suoi ordini sono statiperfettamente eseguiti e se il mio stato di eccitazione è già evidente.Si compiace del mio impegno, mi tira per i capelli per farmi tornaredritta e preme le dita, già condite dei miei umori, contro le mielabbra, dischiudendole e spingendole in bocca, sulla lingua.Tengo la mandibola rilassata e lascio che giochi con la mia bocca, soche gli piace. Mi pizzica la lingua, sposta le dita lungo il palato, miabbassa le labbra e osserva i denti, le tira e scopre il mio frenulo,fino ad obbligarmi a seguirne la trazione e ad alzare la testa.Mi sta pizzicando forte le labbra e mi sta facendo male, ma non unsuono esce dalla mia gola.Il rito è ormai concluso, anche il Padrone si rilassa e mi dà unlungo bacio. Torno a sorridergli contenta, significa che anche questavolta mi sono preparata esattamente come lui si aspettava.Mi porta in cucina, spiegandomi che prima di avere il privilegio diservirlo come oggetto di piacere, avrò davanti un intero pomeriggio dipulizie della sua casa.Come al solito non è un'impresa impossibile, anzi: una donna loaiuta nei lavori domestici e la Sua casa è sempre perfettamente inordine, motivo per cui mi basta una spolverata e qualche attenzione aisanitari per rendere l'appartamento splendente ancor più di quantonon lo fosse già .Di contro, però, il rischio è tralasciare i particolari, gli angolinascosti, i punti inarrivabili che il Padrone ha studiato e che ognivolta controlla, sicuro che troverà motivi per punirmi.Mentre lui esce per alcune commissioni, io lavoro con attenzione ebuona lena per tutto il pomeriggio, in silenzio, cercando di arrivareanche nei punti irraggiungibili della casa, dietro a i mobili, sotto itappeti, persino agli angoli dei battiscopa.Quando rientra mi trova in corridoio, in ginocchio, sguardo fisso allaporta, mani sempre dietro la nuca, in sua attesa.Il Padrone mi scavalca e, appoggiata la sua valigia 24 ore, inizia adispezionare tutta la casa.Io resto immobile e fremo, in attesa del responso."Spogliati schiava" sento la sua voce alle mie spalle. Senzamodificare, per quanto mi è possibile, la posizione inginocchiata,levo la divisa e resto completamente nuda, riportando le braccia dietrola nuca.Senza ulteriori ordini, il Padrone passa il rigido collare in cuoiointorno al mio collo, stringendolo in modo che aderisca perfettamente,inducendomi quel senso di leggera oppressione sulla gola che sembrafatto apposta per ricordarmi che anche l'aria che respiro èconcessami da Lui.Al collare si accompagnano le polsiere, le cavigliere e il guinzaglioche si aggancia con un clic all'anello del mio collare e che miobbliga a seguirlo non appena il Padrone dà uno strattone.Ora sono appesa, al centro di quella che io e Lui chiamiamo "la saladelle torture", mani sollevate in alto, piedi incatenati a terra, ilcollare rigidamente stretto intorno al mio collo.Poi, come al solito, l'ultimo profondo bacio del Padrone, la sualingua, le sue labbra, sostituite sempre troppo presto dalla ballgagche si fissa saldamente tra i miei denti.Anche la sua vista mi viene preclusa subito dopo: il foulard nero caladolcemente sui miei occhi, li avvolge nell'oscurità più completa,prima di farsi stretta crudele a causa del doppio nodo che il Padroneha serrato forte, volutamente, dietro la nuca.Il suo successivo complimento - "Come sempre uno splendido lavoro,schiava" - mi accarezza il corpo e l'anima. Vorrei sorridere, manon posso fare nulla, solo ascoltare.La prima scudisciata, sulla mia natica sinistra, arriva improvvisa e mifa sobbalzare, risvegliandomi quasi dal torpore che l'eccitazionedella situazione produce in me.Adesso sono in tensione, mi aspetto la seconda da un momentoall'altro e tengo stretta la pallina, che mi riempie la bocca, con identi.Arriva invece la dolce carezza della sua mano che sfiora la naticaappena colpita, donandomi un istante, solo uno, di sollievo.Dura poco: la seconda scudisciata, se possibile, è anche più dura eviolenta della prima e l'altra natica mi va a fuoco in meno di unattimo.Sobbalzo facendo tintinnare le catene alle quali sono appesa e gemo unurlo strozzato dal bavaglio. Questa volta è dolore puro quello cheattraversa la mia spina dorsale e si getta nel cervello.I successivi otto colpi sono della stessa intensità e agitano il miocorpo che non riesco più a controllare. Le mie sensazioni sono solol'obnubilamento provocato dal dolore insistente e sempre rinnovatoche mi squassa il cervello, le lacrime che si asciugano nella benda eil sudore che ormai imperla completamente il mio corpo.Non mi abituerò mai: aspetto appesa il piacere al termine dellapunizione ma piango di dolore per il severo castigo che il Padrone miha appena impartito.Ho lavorato perfettamente durante il pomeriggio, lo so, ma questo èservito a ricordarmi che sono una schiava e che il compiacimento sipaga ugualmente caro.Poi il dolore scema, e al suo posto subentra quello strano calore cheè l'anticamera del piacere.Lo scudiscio lascia il posto alle mani delicate del Padrone che già stanno prendendosi cura delle ferite e già indugiano in mezzo alle miegambe, proprio al centro del mio sesso, là dove la clito è già unosceno bottoncino che pretende tutte le attenzioni.Non vedo e non posso parlare, posso solo rilassarmi al contatto dellamia pelle con la sua, del mio sesso con il suo che ora delicatamente,in un contrasto incredibile con la rudezza selvaggia di poco prima,spinge per farsi largo tra le pareti ormai ben lubrificate della miavagina.Sono all'apice del piacere quando lo sento uscire e forzare il mioano, per violarmi con più cattiveria e ricordarmi, anche in questacondizione di godimento, che sono una miserabile schiava, il suosemplice oggetto di piacere.Non posso parlare, non posso vedere, non posso neppure guidarlo oabbracciarlo. Sono una bambola appesa che inerme cerca di strappare unpo' dei movimenti del Padrone per il proprio piacere ma che è lìsolo perché da lei se ne tragga il massimo.Non viene ancora, mi ha aperta per bene anche dietro quando sgancia imiei polsi, mi sostiene lasciandomi scivolare sulle ginocchia e liriaggancia dietro la schiena.Sento la cinghia che si sgancia e la pallina che allenta la presa, lalingua la spinge fuori dalla bocca insieme alla saliva che scavalca illabbro inferiore e scende lungo il mento in un percorso ormai definito.Le dita del Padrone pinzano il mio naso e guidano la mia bocca,rigorosamente spalancata, là dove lui desidera ora che la schiavaconcluda il lavoro dandogli il massimo piacere.La presa al naso si sostituisce con quella ai capelli, alla coda,perfetta acconciatura per impossessarsi della mia testa e imporle apiacimento il ritmo, prima lento, poi veloce, poi di nuovo lento, poi astrattoni fino a dover ingoiare tutta la sua carne fino in gola, finoall'estrema prova del soffocamento.Esplode così, nella mia bocca, mentre mi tiene incollata con presasicura, tirandomi poi indietro quanto basta per sbattermi quel cheavanza del suo piacere sul resto del viso, per pulirsi sulla benda neradella sua schiava.Sono sfinita, lui lo sa, ma non è ancora il momento del riposo.MAX_101 3750 1 14 years ago
- 1 year ago La mia ...Serena ... Mi chiamo Serena, ho trentadue anni e findall'adolescenza sono stata ben disposta per il sesso, acquisendo una discretagamma di esperienze, con uomini, donne ed in qualche occasione di amore digruppo. Questa predisposizione mi porta ad essere alquantocivettuola (non in ufficio, però), nel riuscito intento di farmi ammirare edesiderare dalle persone di entrambi i sessi, coadiuvata da un marito focoso esempre in tiro, in special modo quando indosso delle gonne o vestiti corti. Non lesino di sottolineare una certa linea del fisico conabiti attillati ed un tantino provocanti; riconosco di avere piacere amantenere un bell'aspetto ed un bel fisico ma non sono paranoica anche perchΘfaccio molta attivitα fisica (fra cui scopare il pi∙ spesso che posso) equindi, per il momento, non accumulo grasso superfluo. Indosso sempre dell'intimo ricercatamente sexy,abbigliamento che mio marito stesso ricerca e mi regala; tutti questiingredienti oltre alla mia naturale provocante femminilitα,mi fa pensare che agli occhi degli altri passo per una gran gnocca. Ma veniamo all'episodio che mi ha un po' sconvolto lavita, da un po' di tempo a questa parte. L'esercizio economico dell'azienda dove lavoro si chiudealla fine di settembre ed un venerd∞ verso la fine di questo mese o subitoall'inizio di ottobre viene organizzata una cena aziendale. Sono impiegata inamministrazione per cui conosco anche la prassi di invitare a questa cena degliospiti che rappresentano il nostro cliente con il quale si Φrealizzato il migliore valore di vendita. Per consuetudine, oltre ad alcune miecolleghe (le pi∙ avvenenti), mi tocca sedermi al tavolo dove ci sono questiospiti; quasi sempre si sono rivelate delle serate alquanto noiose. Mi pareva,per≥, che quest'anno si prospettasse qualcosa di carino, visto che un ospite loavevo visto alcune volte in occasione di riunioni e posso dire che Φproprio un figo favoloso che, come mi capita in certe situazioni, mi haattivato un certo solletichio alla mia passerina. Non Φ che quando mi prende la vogliascopi con il primo che mi capita, ma se c'Φ l'occasione che qualcuno mifaccia aumentare l'adrenalina, non disdegno l'avventura che uso come raccontoper fare arrappare mio marito. Con la presunzione di riuscire ad attirare l'attenzionedell'ospite per il mio aspetto come tale, sempre con la speranza che fosse lui,mi vestii in modo tradizionale con una camiciola da sera in seta chiara ed unagonna nera leggermente svasata e solo un poco corta, sopra il ginocchio. La femminilitαera mantenuta mentre la mia indole porcona si espresse con l'intimo (regalo dimio marito da Londra) che so essere molto provocante di un coordinato di unreggiseno a balconcino (di quelli che lasciano tutto il seno scoperto) ed unperizoma formato da un triangolino da cui partono dei sottili cordoncini:praticamente inesistente ma, all'occasione, molto stimolante! Non potevo nonaggiungere il tocco delle autoreggenti a rete molto stretta di color carne e discarpe con tacco a spillo. Rimirandomi nello specchio, mi compiacqui assai del mioaspetto generale. Quando al ristorante vidi che era arrivato proprio lui,ebbi un tonfo al cuore per la felicitα (cosa mi stava accadendo? michiedevo nel frattempo) di avere avuto la giusta intuizione e per il desiderioche mi stava giα assalendo. Tanto pi∙ che lo stringato perizoma miera entrato leggermente fra le labbra della figa e questo mi provocava ilclitoride, quando mi sedevo o mi alzavo dalla sedia. Incontrandolo, poi, il sangue si mise a circolare in modopazzesco e penso che ci≥ trasparisse dalla mia espressione; mi dovetti calmareanche perchè era arrivato con un suo collega e questo mi fecetemere che il mio progetto potesse cadere nel vuoto; ebbi un moto di rabbia,dentro di me. Ma mi calmai, dopo che venni fatta accomodare fra i dueospiti e, dopo un poco, potei apprezzare anche l'altro; mi accorgevo che nonera niente male neanche lui ma ormai avevo giα puntato la mia preda. Ballai sia con uno che con l'altro e costatai che avevosuscitato l'interesse di entrambi, con i capezzoli che eretti risaltavano sottola seta, da parte mia, e con un certo gonfiore in mezzo alle gambe, da parteloro. Oltre a tutto c'era sempre il perizoma che mi strusciava il clitoride (Φuna parte del corpo che ho sempre solleticato molto, fin dalle prime esperienzecon le amiche adolescenti) e che mi eccitava ancora di pi∙. Durante un ballo, Carlo (cos∞ si chiama la mia preda) mipropone di andare in un locale notturno che lui conosce (sono entrambi dellazona), dove potere gustare delle ottime ostriche con champagne; acconsentosenz'altro, pensando in una direzione. Devo per≥, di nuovo, risentirmi un'altravolta perchΘ si aggrega giocoforza anche Sandro (l'altroospite), proprietario della macchina con la quale erano venuti. Mentre liseguivo con la mia vettura, pensai che, tutto sommato, essere presa di mira daidue non era poi cos∞ male e ci≥ mi calm≥. Pur essendo anch'io della zona, non conoscevo il locale,molto bello con luci soffuse e con divani con uno schienale alto e disposti inmodo da permettere una certa riservatezza con gli altri, le cui parole venivanosmorzate da un musica rilassante ed al giusto volume. In questa situazione, edanche a causa del pur poco alcool assunto con il vino (raramente bevoalcolici), con l'aggiunta di un po' di champagne persi ogni remora edinibizione e mi lasciai avvolgere dalle attenzioni dei due uomini, con i lorocomplimenti per il lato professionale ma ancor pi∙, in questo frangente, per lamia avvenenza con le forme del seno che si intravedeva molto bene attraverso alcamicetta e la gomma che, sedendomi, si era sollevata a mezza coscia. Chiaramente ne ero lusingata anche se continuavo a temereche, alla fine, il mio progetto potesse andare in fumo. Confessai che erosposata ma che mio marito non era affatto geloso; Carlo era fidanzato da moltianni mentre Sandro era attualmente senza impegni sentimentali. Ballai con l'unoe con l'altro e stavolta i nostri corpi aderivano nel ballo in una sorta digioco erotico, in modo da attivare una certa eccitazione (che potevo sentiremolto bene anche in questo frangente). Bevvi un'altra coppa di champagne che miport≥ a far girare la testa; non mi sentivo proprio di guidare cos∞ (non eroproprio ubriaca ma abbastanza brilla) per cui Sandro si offerse diaccompagnarmi a casa. Cosa che, nonostante tutto, mi parve logica accettare. Durante il tragitto, Carlo propose di bere un caffΦ,soprattutto per ridurre l'effetto dell'alcool su di me. "Se facciamo solouna piccola deviazione, arriviamo a casa mia dove posso preparare un ottimocaffΦbrasiliano" disse Sandro. Io non ero in grado di realizzare subito e pensoche anche a Carlo piacque l'idea perchΘ mi ritrovai sedutalascivamente su un bel divano del salotto a casa di Sandro. Arriv≥ il caffΦ,veramente tosto, che mi aiut≥; almeno mi sembrava; istintivamente, in unfrangente di luciditα, mi parve che i due avevano trovato la scusa giustaper portarmi a casa loro! In fondo la situazione mi stuzzicava molto."Come sei bella" mi sussurrò Carlo con la sua bocca molto vicina allamia. Dimentica di Sandro, presi la palla al balzo e gli appiccicai le mielabbra alle sue. Il la era stato dato! Carlo insinu≥ la sua lingua nellamia bocca e cominciammo un lungo ed appassionato bacio che mi fece andare acento. Alla fine si vedeva chiaramente la nostra eccitazione. Mi voltai aguardare Sandro e la sua espressione era la medesima della nostra: mi avvicinaial suo viso ed iniziai anche con lui un bacio di quelli portentosi. Adesso il gioco aveva preso una piega del tuttoinsospettata ma decisamente bella perchΘ imprevista e fuori dallaquotidianitα. Mentre baciavo Sandro, Carlo prese a solleticarmi il lobodell'orecchio e ad accarezzarmi delicatamente i seni insistendo sui capezzoliben turgidi. Sentivo il desiderio accrescermi e contemporaneamente mi accorsiche mi stavo bagnando tutta. Ripresi a baciare Carlo mentre si era insinuatonella camicetta per accarezzarmi il seno direttamente e con maggiore foga,visto che era tutto allo sbaraglio. Stavo provando una sensazione stupefacente per leattenzioni che mi erano dedicate, in me c'era un subbuglio di pensieri e dieccitazione. "Per Diana, come sei sexy, Serena!" esclam≥Sandro che nel frattempo si era inginocchiato davanti a me, mi aveva sollevatola gonna ed attraendo il mio bacino verso di lui, fin∞ per sollevarmela deltutto; le mie gambe adornate dalle autoreggenti con la fascia di un bel pizzosi offersero alla vista ed alle sue carezze. Me le divaric≥ facendo spuntare lamia figa nella quale il perizoma era praticamente scomparso. "Che bellaporcona che sei" aggiunse ed immerse il suo viso fra le mie coscie chespalancai ancora maggiormente per farmi trastullare meglio. Ero talmenteinfoiata che dopo qualche colpo di lingua cominciai ad ansimare e sentivo chestavo sbrodolando da matti. Carlo mi tolse la camicetta ed a sua volta, continuandolo scontro della sua lingua con la mia, si spogliò; mi ritrovai a succhiare uncazzo di belle dimensioni, giα ben in erezione, che miriempiva oltremodo la mia bocca. Mi piace succhiare il cazzo, assaporare quelgusto leggermente asprigno; qui esce tutto il mio essere porca. Carlo esprimevail suo piacere con una beata espressione del viso e continuando a palparmi le tetteaumentava il piacere che provavo pure pi∙ in basso. Sandro mi tolse la gonna ed il perizoma e cos∞ potΘslinguazzarmi tutti i buchi; sentivo la sua lingua che si insinuava quanto glifosse possibile fra le labbra della mia figa per poi passare al bucoabbondantemente usato del culo. Era tutto meraviglioso e lo fu ancoramaggiormente quando Carlo, togliendomi dalle attenzioni di Sandro, mi feceinginocchiare sul divano e me lo spar≥ dentro, alla pecorina. Mancava poco chenon svenissi nel sentire quel pezzo di carne dura e calda con la cappella chesi modellava alle pareti della mia vagina nel movimento scopereccio. Sublime!Era da un po' di tempo che non provavo sensazioni cos∞ forti. Non potei evitaredi gridare dal piacere. Dovetti smettere allorquando Sandro, spogliatosi nelfrattempo e messosi dall'altra parte del divano dirimpetto al mio viso,dapprima mi baci≥, trasmettendomi una parte dei miei umori che si eranodepositati a lato della sua bocca, quindi mi infil≥ in bocca il suo cazzo, pi∙grosso e di quello di Carlo! Non dico che mi stavo soffocando ma quasi; presi asucchiarglielo con veemenza, tanto mi piaceva sentire anche la mia bocca tuttariempita. Sono discretamente brava nei pompini e lo si vedeva anchedall'espressione di Sandro. Sentii uscire il cazzo di Carlo che voleva evitare divenire anche se mi aveva giα stantuffato in modo sublime.Anche Sandro liber≥ la mia bocca, si sdrai≥ sul tappeto e mi fece posizionare asmorza candela; ero giα dilatata dal cazzo di Carlo, per fortuna, e riusciia prenderlo senza troppa fatica. La maggiore dilatazione ed aderenza del cazzodi Sandro mentre, aiutata dalle sue mani, avevo iniziata una calvacamemorabile, mi fecero andare in visibilio. Indescrivibile la sensazione chesentivo per le contrazioni del basso ventre ed alle labbra della figa, mentremi risucchiavo quel gran pezzo di cazzo. Anche ora, mentre scrivo, me la sto trastullando perl'eccitazione che il pensiero mi provoca. Carlo non era rimasto con le mani in mano e posizionatosiin piedi al nostro lato, me lo rimise in bocca; ancor di pi∙, ora, poteiassaporare i miei umori che avevano circondato tutto il suo cazzo; potrαsembrare strano ma a me piace assaporare anche l'umore femminile ed il mio mi dαun'eccitazione formidabile. Intanto continuavo a scoparmi Sandro con grandi movimentida cavallerizza fino a quando Carlo non decise di incularmi! Mi teneva fermaleggermente sollevata tanto quanto permettesse a Sandro di continuaremeravigliosamente alla grande il movimento su e gi∙ , con la lingua umett≥ ilbuco del culo ed alla fine vi punt≥ la sua cappella. Per migliorare lapenetrazione, spinsi come per evacuare dilatando lo sfintere; esso vennesuperato dandomi un breve dolorino ma lo dimenticai subito perchΘsostituito dal piacere di sentirlo nelle viscere. Che cazzo, ragazzi, daimpazzire. Non so dire quanto tempo continuarono a scoparmi incontemporanea; il mio corpo sussultava dal piacere che mi davano nella partebassa quei due cazzi meravigliosi e che si trasmetteva a tutto il mio corpo. Soche ad un certo punto sentii due flotti caldissimi dentro di me ed il lorogradito rantolio di piacere; mi accorsi che stavo urlando il piacere a tutto ilmondo con una sensazione generale indimenticabilmente bella. Mi abbandonai deliziosamente esausta su Sandro baciandoloardentemente ed assaporando il piacere dei due cazzi ancora dentro i mieibuchi; Carlo mi baciava sulla nuca in un atteggiamento molto delicato. Li vollitenere dentro di me, come se fossero solo miei mentre sentivo i due liquidi chesi mescolavano uscendo dai buchi non pi∙ occupati pienamente e da cui colavanodandomi una sensazione di solletico. Facemmo la doccia continuando a baciarci e a toccarci;nudi e felici bevemmo un altro caffΦ mentre non capivo bene cosa mistesse succedendo: mi piacevano tremendamente tutti e due e continuavo asbaciucchiarli e a trastullare i loro uccelli mentre loro mi leccavano emordicchiavano i capezzoli. Desideravo intensamente che questo momento potessecontinuare all'infinito. Ma erano le sei del mattino. Mentre mi rimettevo il perizoma, Carlo e Sandro,all'unisono, espressero il loro compiacimento per l'intimo e che facevo propriouna gran bella figura. Parole che mi riempirono di gioia. Mi riaccompagnarono aprendere la mia macchina e mi congedai da loro con un interminabile bacio eduna carezza ai loro arnesi meravigliosi. A casa, mio marito mi accolse con un sorriso moltosornione: "Dall'espressione del tuo viso, direi che la cena è stata molto buona" disse. Mi baci≥ con dolcezza lasciandomi nel dubbio deisottointesi. Contrariamente alle avventure precedenti, non gli ho mairaccontato qualcosa della storia che ebbe inizio due anni fa e che continua conincontri con l'uno o con l'altro e talvolta ancora meravigliosamente conentrambi. Il fatto è che quando sono con loro,dimentico tutto e tutti. Che sia, sotto sotto, un po' innamorata di loro? MAX_101 4670 0 14 years ago
- 1 year ago Il vasetto di colla E' successo tutto cosà in fretta che non capisco come siapotuto accadere. Tutto ha avuto inizio con un vasetto di colla. Ero nel mioufficio quando ad un tratto entra un collega chiedendomi appunto la colla. Siferma a chiacchierare con me del pi˘ e del meno quando all'improvviso ildiscorso va a finire sulle nostre rispettive mogli. Da premettere che io sono,anzi lo ero, un marito gelosissimo nel vero senso della parola, al solopensiero che qualcuno potesse fare dei pensierini su mia moglie mi mandava inbestia. Il collega in questione mi invitÚ a trascorrere il fine settimana nellasua casa di montagna facendo anche delle allusioni a ciÚ che si sarebbe potutofare dal momento che eravamo due coppie sole e che la sua casa era isolata. Mivennero i cinque minuti. Presi il vasetto di colla e glielo lanciai addosso.Questi si spostÚ mandando il vasetto a spiaccicarsi sulla parete. Lo presi acattive parole e lui rimase meravigliato per la mia reazione. AndÚ via e perqualche giorno non gli rivolsi pi˘ la parola. Ripensando all'accaduto pensaiche forse la mia era stata una reazione spropositata, quindi andai nell'ufficiodel collega scusandomi e cercando di spiegargli la mia gelosia. Per tuttarisposta il collega mi invitÚ da solo quella sera stessa a passare da casa suaper un digestivo dopo cena. Mi disse di non portare mia moglie in quanto avevadelle cose da dirmi da solo. Ero dubbioso se andarci o meno, poi mi convinsi edandai. Avvisai mia moglie che andavo a trovare Federico a casa e questa non mifece alcuna domanda. Mi presentai a casa di Federico verso le 21. Avevano gi‡cenato. Federico mi fece accomodare in sala, poi chiamÚ sua moglie dicendo diportarci un digestivo. Dopo qualche minuto entrÚ in sala la moglie, che ioancora non conoscevo. Le luci erano soffuse ma ci si vedeva benissimo. Lamoglie indossava una specie di vestaglia scura in seta trasparente recando inmano il vassoio con due bicchieri. Anche se non c'era molta luce, si vedevabenissimo che sotto la donna era nuda. Rimasi allibito in quanto non riuscivo aconcepire quello stato di cose. Federico mi presentÚ la moglie, Luisa, la qualemi porse la mano dopo aver appoggiato il vassoio sul tavolo. La vestaglia diLuisa si aprà lasciando apparire un corpo statuario. Il mio sguardo era fissosul seno e sul triangolo di peli nero del pube. Non riuscivo proprio adistogliere lo sguardo anche se Luisa parlava e anche Federico mi dicevaqualcosa. Ad un certo punto Federico fece la voce pi˘ grossa ed io trasalii. Mifece notare che io stavo guardando le parti intime di sua moglie senza che luine fosse geloso. Poi disse a sua moglie di togliersi la vestaglia. Rimasi aguardare la scena, Luisa si spogliava completamente davanti a me ed io eroeccitatissimo. Mi piaceva quello spettacolo, da morire. Mi sedetti sul divano elo fece anche Federico mentre la moglie si muoveva per casa completamente nuda.Non riuscivo a concentrarmi sui discorsi che Federico mi faceva, avevol'immagine di sua moglie nuda impressa nella mente. Ad un certo punto Federicomi disse il motivo per il quale mi aveva fatto venire a casa sua. Presa unavideocassetta e la inserà nel videoregistratore. Immediatamente gli dissi chenon mi sembrava il caso di vedere una cassetta porno dal momento che nonl'avevo mai fatto. Mi rispose che era un video girato da lui in occasione delleultime vacanze estive. Sul televisore apparvero le immagini di una casa dimontagna ripresa in lontananza e poi da vicino. Poi cominciarono a vedersidelle persone. All'inizio erano tutti vestiti, poi qualcuno cominciÚ aspogliarsi mentre stava assieme agli altri. Si sentivano anche dei commenti.Riuscivo a distinguere anche Luisa che tranquillamente chiacchierava tutta nudacon due uomini all'aperto. Nella prossima ripresa non si vedevano pi˘ personevestite. Tutti erano nudi e nessuno faceva qualcosa di volgare. Stavano nudi ebasta. Pensai quindi che loro fossero nudisti o naturalisti. Mentre il videoscorreva chiesi a Federico chi fossero quelle persone e lui rispose che eranotutti parenti sia suoi che della moglie. I due uomini con i quali stavaparlando Luisa erano due suoi fratelli e vi erano anche delle sorelle di lei edi lui. Ad un certo punto in video apparve anche Federico, tutto nudo e conl'arnese quasi rigido. Gli chiesi come mai lui stesse cosà visto che degliuomini presenti lui era il solo ad averlo duro. Mi rispose che si eccitavamoltissimo vedere la moglie nuda davanti ad altre persone. Ad un certo puntoFederico interruppe il video. Mi disse che c'erano delle scene osÈ. In un certosenso rimasi deluso e mi ero pentito di aver detto che non mi andava vedere unfilm porno in quanto quella proiezione mi aveva affascinato, soprattutto vederela moglie nuda davanti ai suoi due fratelli. Dissi a Federico che non mi sareiscandalizzato, ma lui sembrava un pÚ restio a mandare avanti il filmato. Luisaci raggiunse in sala e fu lei a dire al marito a mandare avanti la cassetta.Federico riavviÚ il video, ma vidi nel suo viso una smorfia di sorriso, come semi stesse prendendo in giro. Continuai a vedere le immagini. Ad un certo puntosi vedeva Federico che andava incontro alla moglie che parlava ancora con isuoi due fratelli (erano i fratelli di lei), ad un certo punto lui le prende latesta con la mano e la spinge verso il suo pene. Lei glielo succhia e dopoqualche colpo lui le sborra in bocca ed in faccia. Lei come se niente fosserimane tranquillamente a parlare con i fratelli lasciandosi la sborra sul visoe parte sulle tette. La telecamera si allontana per riprendere due donne che sibaciavano in bocca, poi si spostÚ nuovamente verso Luisa che stavolta era alleprese con i suoi due fratelli: uno alla sua destra e l'altro alla sua sinistra,li stava masturbando entrambi continuando a chiacchierare. Mentre scorrevano leimmagini Federico mi chiedeva un commento. Non sapevo cosa rispondere, eroconfuso e soprattutto mi sentivo bigotto. Finito il video, o meglio, interrottoil video, Federico mi chiese un parere su quanto avevo visto. Balbettavo nelparlare, anche perchÈ Luisa si era seduta di fronte a me a cosce larghelasciandomi osservare la sua figa completamente spalancata. Fu lei stessa aparlare dicendo che loro erano dei tipi disinibiti senza nulla da nascondere,che faceva loro piacere se anch'io con mia moglie ci fossimo uniti a loro. Nonsapevo cosa dire. La mia gelosia non mi permetteva di esprimermi. Federico midisse che potevamo cominciare a frequentarli in modo soft, cioË stando solo con loro due almeno aiprimi tempi. Risposi che ci avrei pensato quando Luisa mi venne vicinostandosene seduta per terra. Mi infilÚ le mani fra le mie gambe tirandomi gi˘la lampo. Non volevo fare ciÚ che lei aveva intenzione di fare, ma Federico midisse di lasciarla fare. Luisa tirÚ fuori il mio pene prendendoselo in bocca.Ero al settimo cielo. La moglie del mio collega mi stava facendo un pompino esuo marito le era accanto senza dire nulla. In un baleno mi tornarono allamente le scene di gelosia che avevo fatto anche a mia moglie stessa quandoquella volta che lei si era comprata una mini ed io non volevo assolutamentefargliela indossare. Che stronzo che ero stato. Avevo gli occhi chiusi, ma liaprii quando sentii che ero prossimo a raggiungere l'orgasmo. Volevo vedereLuisa col mio mene in bocca mentre godevo e voleso soprattutto guardareFederico mentre io sborravo in bocca a sua moglie. Mi accorsi che Federicoaveva il suo pene in mano e si stava masturbando guardando sua moglie mentre mispompinava. Allora non capii pi˘ nulla, mi lasciai andare e raggiunsi l'orgasmoscaricando tutta la mia sborra nella bocca di Luisa. Sapientemente lei bevvetutto e con la lingua mi ripulà anche il glande. Poi mi rimise tutto a posto.Servizio completo. Tornai a casa pieno di sensi di colpa. Il primo per essermilasciato andare con Luisa tradendoquindi mia moglie, il secondo per ciÚ che avevo perso fino a quel momento. Ilgiorno seguente Federico venne nel mio ufficio facendomi vedere su internet ilsito di ''Annunci 69'' facendomi quindi entrare nell';ambiente degliesibizionisti. Mi fece scoprire un mondo per me tutto nuovo. Mi fece leggere lestorie di altre coppie. E adesso eccomi qui a scrivere la mia. Tuttavia glichiesi aiuto a come dirlo a mia moglie. Mi disse di lasciar fare tutto a lui esoprattutto a sua moglie.Qualche sera dopo fummo invitati a cena da Federico eLuisa. Dissi a mia moglie di vestirsi un pÚ alla moda, ma mi vergognavo didirle di vestirsi sexy. Le dissi che poteva anche indossare quella famosaminigonna che lei desiderava tanto e che io le avevo vietato sempre diindossare. Alle 19 in punto suonammo a casa di Federico e Luisa. Luisaindossava una minigonna vertiginosa appena sotto i glutei lasciando tutte lecosce scoperte. Solite presentazioni, solite chiacchiere di benvenuto poi dopoun pÚ Luisa prende mia moglie per mano dicendole di aiutarla ad apparecchiare.Mia moglie indossava la sua mini che le arrivava quattro dita sopra ilginocchio. In realt‡ le due donne non erano andate in cucina, ma in camera daletto. Dopo qualche minuto spunta Luisa che ci annuncia mia moglie con un nuovolook. Mia moglie aveva vergogna a farsi vedere, forse per paura della miareazione, ma la incoraggiai dicendole che stavo cercando di perdere il sensodella gelosia. Mia moglie apparve sulla soglia della sala. Era stupenda.Indossava quel corto abitino che le lasciava vedere tutte le cosce e non soloquelle. Infatti Luisa l'aveva fatta girare su se stessa facendoci ammirare laschiena nuda. Mia moglie era proprio un bel bocconcino vestita in quel modo edio che l'avevo tenuta sempre castigata. Ad un certo punto le due donne siguardarono negli occhi come se si fossero fatte un segnale, poi entrambepresero l'orlo del loro vestivo tirandolo su con una mossa repentina. Entrambeci mostrarono la peluria del pube. Mia moglie senza mutandine davanti ad unaltro uomo? inaudito! intanto mi stavo eccitando e lo era anche Federico avedere il gonfiore della sua patta. Ad un tratto Federico disse di aver fame ele due donne si recarono in cucina. Io pensavo che si sarebbe fatto qualcosa dipi˘, ma non accadde nulla. Prendemmo posto a tavola mentre le due donneportavano in tavola i cibi. Per poco non mi uscirono gli occhi fuori dalleorbite: sia mia moglie che Luisa avevano il vestito arrotolato fin suall'ombelico lasciando culo e figa in bella mostra. Rimasero in quello statofino a cena ultimata, poi fu la volta di Federico andare verso la moglietirandole fuori le tette. Io non ce la facevo, mi sentivo bloccato anche seavrei voluto farlo. Mia moglie mi guardÚ negli occhi intensamente, poi fu leistessa a spostare il vestito e farsi uscire le tette fuori. Non sapevo che miamoglie fosse cosà disinibita, la facevo pi˘ timida. La baciai a fondochiedendole scusa per quanto non le avevo permesso di fare. Facemmo l'amore perterra ognuno con le rispettive consorti. Ero seduto accanto a Federico suldivano mentre mia moglie era ancora sul tappeto accanto a Luisa che si stavadando da fare con lei palpandole le tette e, facendosi ancora pi˘ ardita,baciandola sulle labbra. Ad un certo punto le due donne si allacciarono in un 69godendo come matte. Alla fine chiesi a mia moglie dove avesse trovato tuttoquel fuoco. Mi rispose in una specie di confessione che aveva da sempre sognatodi fare quelle cose e che la minigonna l'aveva gi‡ indossata quando da sola siera recata a far compere lasciandosi ammirare le cosce dagli altri uomini. Poiriprese raccontandoci le sue fantasie erotiche che rasentavano la perversione,come quella che sognava di camminare nuda per la strada e quando un uomo le sisarebbe inevitabilmente avvicinato lei l'avrebbe fatto inginocchiare e sisarebbe fatta leccare la figa sotto lo sguardo dei passanti, infine lei dopoaver goduto gli avrebbe urinato in faccia.Inutile dire che da quella volta in poi non lasciammo pi˘Federico e Luisa, entrando a far parte del loro gruppo. E che piacere per me eFederico stare seduti a masturbarci e guardare le nostre rispettive mogliementre si facevano trombare sull'erba da due altrettanti maschioni.MAX_101 8293 0 14 years ago
- 1 year ago Un regalo .... gradito La miamano spesso scendeva sul mio pene pensandola con un altro, mentre faceva laporca come mai aveva fatto con me. Spesso avevo provato a convincerla a farequalcosa a tre ma lei nulla. Si eccitava da morire quando le descrivevo lescene che immaginavo mentre scopavamo ma poi di realizzarle non ne volevasapere. Fu cosi che coltivai l'idea che se è vero che l'occasione fa l'uomoladro, io dovevo escogitare un modo per farle cadere dal cielo un incontro perfarla aprire a nuove esperienze. Non che mia moglie fosse una donna fredda ,anzi, ma sentivo il bisgno di poter andare oltre... così misi un annuncio suuno dei tanti siti dove chiedevo se qualcno era disposto ad uscire con miamoglie, monica.Ebbi molti cotatti ma uno tra tutti attirò la miaattenzione e risposi: l 'uomo, stefano, sembrava un tipo a posto, e nelle variee mail che ci scambiammo scoprii che anche la sua compagna amava giocare conlui e giochetti che sempre avrei voluto fare con mia moglie.Ci mettemmo d'accordo: tutto doveva accadere nelmodo piunaturae possibile, io avrei dato a stefano le coordinate per incontraremia moglie da sola inun locale,durante una delle sere che lei usciva con la suaamica,e lui doveva cercare di sedurla cercando di avere il suo numero dicellulare per poi fissare un appuntamento.La sera x ero molto nervoso ma eccitato allostesso tempo, chissà se monica avrei accettato le lusinghe di stefano, unosconosciuto, e se mai gli avrebbe dato il numero per poi riuscirci?In tarda serata stefano mi chiamo, dicendomi che afatica, era riuscito ad avere il numero e che il giorno seguente avrebbeiniziato il gioco dei sms...Monica rientrata non proferì parola a riguardo.La sera seguente Stefano mi aggiornò: monica avevarisposto ai suoi messaggi e avevano fissato di pranzare insieme il giornoseguente.Verso le 14 del giorno dopo mi arrivò un sms distefano dove mi diceva che satavano andando nell'appartamento di un suo amicoper stare "piu tranquilli" e mi fornì l'indirizzo compreso diistruzioni per sbirciare.Quando arrivai all'appartamento loro erano già lae affaciandomi alla finestra che mi aveva indicato il mio complice vidi unascena che mi lasciò sconcertato ma allo stesso tempo molto molto elettrizato:monica era seduta sul divano con stefano che le stava leccando la fica!!! poilui si alzò a prese una macchina fotografica e iniziò a fotografarla mentresenza intimo e con autoreggenti si masturbava davanti a lui. Il mio cazzo siindurì e quando lui glielo infilò in bocca; io iniziai a segarmi pensando aquella porca di mia moglie che stava facendo la puttanella Advconuno sconosciuto mentre a me aveva sempre detto di non voler altro cazzo che ilmio. Lui le schizzò sul seno e lei con le dita degustò il frutto del suo goderecompiaciuta, poi si mise a pecora e si fece scopare da stefanoche la stantuffòben bene.Riccompagnata alla sua auto il mio complice michiamò dicendomi che avevo una moglie fantastica, grande spompinatrice, e cheora sarebbe passato allo step superiore: farle conoscere la sua compagna.Fissò tutto lui: solito appartamento... un rudereperso tra le colline toscane, solite istruzioni per vedere da buon voyeur.Monica si presentò puntuale, Stefano le aprì la porta e lei si gettò sulla suabocca, lui le alzò la gonna e le tastò la fica per pochi secondi, poil'accompagnò nel salotto dove pochi giorni prima l'veva scopata la prima volta.Ma questa volta il divano non era libero, monia, compagna di stefano, eravestita veramente a porca e stava aspettand di conoscere monica. La quale noncapiva e come se nulla fosse si presentò, frastornata. Stefano versò del vinoin tre bicchieri e brindarono con mia moglie che ancora non capiva,innervosita. A un certo punto monia inizio a baciare stefano guardando miamoglie, poi si inginocchiò, tirò fuori il cazzo e iniziò a leccarlo con monicache guardave incredula. Stefano sfilò i suo cazzo dalla bocca di monia e sidiresse verso monica che rimase inizialmente sulla sue, poi si lasciò andare aibaci del suo amante... e poi a quelli della sua compagna... non credevo ai mieiocchi: monica che si baciava con una donna! con uno sconosciuto li vicino acazzo fuori! Stefano le inginocchiò entrambe e un pò a una e un pò all'altra,lo spingeva in bocca alle due porche vogliose di sborra; causa l'eccitazionedel momento non tardò a venire schizzando entrambe sul volto, poi le due donneiniziarono a masturbarsi mentre stefano fotografava la scena e io dallafinestra mi masturbavo. Poi tutto finì con una bella scopata con mia moglesdraiata a cosce aperte che veniva pigiata da lui mentre la sua compagna leleccavo il seno...La sera, giunta a casa monica era distrutta... iole dissi che aevo invitato amici a cena e lei qasi si infurio perche volevasolo riposarsi.Si fece una doccia veloce, senza dire nulla, equando suonò il campanello rimase di sasso vedendo alla nostra porta stefano emonia, che poco prima 'avevano fatta godere come non mai. non credeva ai suoioccchi... loro entrarono e mi salutarono, con monica incredula di tuttociò...stefano fece per baciarla ma lei si scostò, ancora non aveva capito . Poiio mi avvicinai e le chiesi se la scopata del pomeriggio le era piaciuta.. leisi infuriò e inizio ad infamarmi pichhiandomi. io le bloccai le braccia e laportai in camera dove la gettai sul letto e la presi per le caviglie, lei sidimenava, io le aprii le cosce e le strappai i pantaloni della tuta che si eramessa dopo la doccia e dicendogli di fre la puttanella come nel pomeriggioglielo infilai mentre lei ulava che non voleva..stefano e monica facevano daspetttori alla scena.. mentre glilo mettevo dentro lei mi schiaffeggiava ma iole bloccavo le mani insultandola, dicendogli che era una troia, poi feci uncenno al mio complice che capii, lo tirò fuori e lo avvicinà alla bocca dimonica prima con le buone, poi con le cattive, glilo spinse in bocca... leiancora si dimenava ,a poco dopo godette ululando com un lupo alla luna. Moniaintanto si era svestita e appena lo tirai fuori dalla fica di mia moglie me loripuli con la lingua e poi si gettò tra le braccia di monica che ancora stavaspompinando stefano che poco dopo si adaglio tra le sue cosce e iniziò ascoparla mentre la sua compagna si era messa seduta sul volto di mia moglie esi faceva leccare la fica. io, in piedi, lo misi in bocca a monia che si rivelòuna grande succhiatrice e in seguito anche una grande scopatrice, quando sifece penetrare da me nel culo mentre il suo stefano la scopava nella fica.monica nel frattempo mi abbracciava da dietro e mi strizzava i capezzoli....quando stavamo per venire entrambi le inginocchiammo tutte e due e inondammo iloro corpi del nostro copioso piacere.MAX_101 2992 0 14 years ago
- 1 year ago Il sopralluogo .... Ormai erano le 17 passate da un pezzo e Luisa aveva ormai sistemato la sua scrivania per il giorno dopo, chiudendo bene i cassetti e l’armadio, l’Architetto era stato tassativo “mi raccomando signorina chiuda sempre bene tutte le sere, non voglio che nessuno curiosi in giro, le carte sono importanti…â€. Ormai erano anni che ripeteva quella frase e così Luisa ripeteva ormai automaticamente quelle operazioni tutte le sere.Stava indossando il suo giubbetto di pelle e per prendere il casco della vespa, quando suonarono alla porta, strano non c’era nessun appuntamento in agenda.Ripose nuovamente il casco e con il giubbino mezzo infilato andò verso la porta e la aprì, dinanzi a lei c’erano un uomo e una donna, distinti di mezza età circa sui cinquantanni, lui capelli scuri, occhi verdi, pelle abbronzata e un fisico ancora da trentenne in forma, lei sembrava quasi una ragazza proveniente dai paesi dell’est, capelli biondi a caschetto, corpo alto e slanciato ma con un seno molto prominente.Vestivano ambedue in maniera curata, un completo in lino chiaro con camicia bianca mentre lei un corto e leggero vestitino bianco di seta con disegnate delle rose rosse e un paio di zeppe molto alte di stoffa intonata al vestito.“Buongiorno signorina, l’Architetto non c’è?†–chiese Lui“No – rispose Luisa – oggi è a Roma e non rientrerà per il fine settimanaâ€.“Accidenti –rispose seccato – proprio oggi….â€â€œC’è qualche problema? – disse Luisa.“Vede -rispose sempre con modi gentili, ma evidentemente seccato del contrattempo – l’architetto doveva venire da noi proprio stasera e dovevamo fargli vedere la ns. abitazione per quella vendita che da molto tempo è in attesa di definire…â€â€œma io veramente non sapevo…disse Luisa… non saprei come fare….â€â€œnon potrebbe chiamarlo per sentire?â€â€œCerto, disse Luisa, vediamo cosa posso fare….â€Li fece accomodare, mentre si metteva al telefono per rintracciarlo.“Architetto, pronto?, mi sente? Si sono Luisa, senta qui ci sono i signori…? Come vi chiamate? Disse rivolto a loro –“Martini†si affrettò lui.“.. ci sono i signori Martini che dicono che lei doveva fare un sopraluogo alla loro abitazione….â€â€œâ€¦.a certo, i Martini…- rispose l’Architetto – adesso ricordo… purtroppo ho avuto questo impegno Luisa, lo sai anche tu, vedi di farli ragionare, oppure se insistono, di loro che sei la mia sostituta, fai un po’ di domande e vai tu a fare il sopraluogo con loro, poi mi racconti e in caso ne rifarò un altro quando torno… capito?â€â€¦â€œâ€¦ si Architetto, ma io veramente….â€â€œLascia perdere, fai come se fossi una architetta collaboratrice, fai un po’ di scena …. Ciao e fammi sapere domani,.. buonanotteâ€â€œnotte architetto….!!â€Luisa restò un attimo interdetta, non sapeva proprio come doveva fare, dire loro la verità oppure fare come aveva detto l’architetto? D’altra parte non sembravano molto avvezzi agli studi dei professionisti e probabilmente era la prima volta che facevano una vendita…“Ok –disse- l’architetto purtroppo è impegnato in una riunione e mi ha delegato come collega a sostituirlo, dunque di cosa si tratta?â€â€œVede – disse lui – noi abbiamo una villa qui in collina e poiché Yulia vuole tornare in Russia dai suoi genitori, io ho deciso di seguirla e iniziare un attività li e quindi vorrei vendere la proprietà â€.“E’ molto che ne parlo con l’Architetto, infatti sono anni che ci frequentiamo per altre cose e lui mi aveva sempre promesso un suo interessamento….ma, non ha ancora concluso nulla, nemmeno il sopraluogo….â€â€œSe volesse venire lei ci farebbe molto piacere, avevo invitato l’architetto stasera , perché abbiamo una piccola festina tra amici , e quindi dopo il sopraluogo si sarebbe fermato a cena, ma forse se l’è dimenticato….â€â€œâ€¦certo –disse Luisa – sa una riunione improvvisa….ma comunque se posso esservi utile io…â€â€œCerto – disse lui- così l’invito per la festa vorrà dire che lo giriamo a Leiâ€â€œMa veramente io….disse Luisa … non saprei….â€â€Guardi che è una cosa informale, tra amici, ci troviamo sempre al venerdì sera , lasci qui la moto e l’accompagnamo noi…â€â€œVa bene – disse Luisa – anche perché stasera non avevo impegni…â€Fece finta di prendere carte ed appunti , un metro per le misure e una macchina fotografica, certo doveva fare un po’ di scena, ma pensò di essere abbastanza credibile.Salirono in auto, una mercedes nera di grossa cilindrata con tutti i vetri oscurati, Yulia sedette sui sedili posteriori lasciando il posto a lato della guida a lei.L’accompagnarono prima a casa per cambiarsi, e visti gli abbigliamenti dei due cercò di imitarne le scelte, mise un piccolo perizoma e un reggiseno rosso a balconcino del tipo brasiliano, che a stento le copriva i grossi capezzoli, una minigonna di jeans corta, una camicetta bianca slacciata fino a sotto il reggiseno, una larga cintura in cuoio nero con una grossa fibbia, due sandali rossi da circa 12 cm, con una fascetta di circa tre centimetri che le bloccava la caviglia.Risalita in macchina i due non ebbero che complimenti per la scelta dei vestiti che si dissero intonati alla serata…..Fecero parecchia strada, forse un centinaio di chilometri, le colline non erano vicine e quindi quando furono in zona erano ormai le otto , e la luce iniziava a calare, la strada si fec dapprima tortuosa e poi stretta e ripida, passando in mezzo a boschi di castagni, dopo alcuni chilometri isolati da tutto , su un tornante, svoltò per una stradina in terra e percorsi alcuni chilometri arrivarono sulla cima di un colle dove vi era una vecchia casa colonica con un ampio portico e scalinata , a due piani tenuta abbastanza bene, con un grande parco intorno con tavoli e sedie.C’erano una decina di persone fuori con bicchieri in mano e alla vista dell’auto gli vennero incontro.Furono saluti per tutti, con molti baci e strette di mano, mi presentarono, forse sbagliando come l’Architetta Luisa, (e pensare che in realtà avevano davanti una povera segretaria ….), c’erano avvocati, ingegneri, dottori, commercialisti, insomma una crema di professionisti e industriali, ma le donne che erano presenti, e lo notò solo piu’ tardi, non avevano la stessa età degli uomini ma erano molto, molto più giovani quasi tutte sui 20 25 anni, tutte molto belle vestite con abiti eleganti ma anche molto succinti.Il signor Martini mi fece entrare e sempre accompagnato da Yulia, che mai aveva proferito parola, mi fece vedere le varie stanze elencandomi i pregi della villa.Le stanze erano tutte molto grandi e ben arredate, ma la luce era quasi dappertutto spenta e decine di candele di tutte le forme le illuminavano fiocamente.“Sa è per la festa…†disse come per scusarsi.“Non importa –disse Luisa – è solo per rendermi conto …â€La cucina era piena di ogni ben di dio, per un buffet certamente pantagruelico, il Signor Martini si fermò e da una caraffa versò su un flut un vino scuro che porse a Luisa, che anche se non era una gran bevitrice dovette accettare. Notò che il vino era molto denso e nonostante il profumo gradevole sembrava avere una specie di sabbiolina all’interno, ma non disse nulla e inghiottì.Le sembrò che Martini volgendosi verso Yulia ammiccasse , ma non ci fece molto caso e proseguirono.Passarono di stanza in stanza e sempre nella penombra delle candele, notò che erano tutte addobbate con drappi rossi e neri, che c’era un forte odore d’incenso ed essenze nelle stanze da letto.In una grande stanza al piano interrato c’era una grande piscina ad idromassaggio e di fronte una grande vetrata con i vetri a specchio che impedivano la vista oltre, che Martini giustificò dicendo che si stavano facendo lavori e non era il caso di vedere in quel momento.Risalirono e Martini la invitò a restare per la cena.Salirono al primo piano e si sedettero su una grande tavola imbandita su cui i camerieri riversavano in continuazione cibi e bevande.Luisa, seduta tra Martini e Yulia, veniva sempre invitata ad assaggiare tutto e Yulia versava in continuazione quel vino che aveva assaggiato in cucina, anche se lei bevevo solamente acqua.A tavola c’erano circa una decina di uomini e altrettante ragazze che solo in parte parlavano italiano mentre molte erano russe come Yulia .Scherzavano e ridevano e qualche volta partiva qualche bacio appassionato, ma nulla di più.Luisa poco prima del dolce, ebbe l’ultima sensazione di essere cosciente e padrona di se, poi più nulla….Era sicuramente stata drogata, con quel vino, quella sabbiolina che sentiva nel palato mentre deglutiva, tutto era annebbiato e si sentiva leggera e con molto calore addosso e voglia di ridere.Martini sicuramente se n’era accorto e quindi propose a tutti di passare alle altre stanze per divertirsi un po’ . Disse a Yulia di accompagnare Luisa a “prepararsiâ€â€¦Yulia si alzò e prese sottobraccio Luisa, che barcollante cercava di fare domande che però stranamente non sortivano dalla sua bocca.Salirono le scale ed entrarono in una delle stanze viste poco prima, aprì un enorme armadio e all’interno si affacciarono decine e decine di vestiti e costumi di tutte le foggie e centinaia di scarpe.La spogliò e notò con piacere che Luisa era completamente depilata e il suo corpo da giovane trentenne era rigoglioso e prepotente con la sua 4^ di seno e per i suoi 180 cm di altezza.Prese dall’armadio un costume da cameriera e glielo fece indossare, un reggicalze nero molto alto con 4 lacci che scendevano a imprigionare due calze con la riga posteriore e il tallone alto e un disegno di una tigre sulla caviglia, un vestitino nero di pizzo che le lasciava a malapena coperto il pube e i glutei scoperti senza alcuno slip, la pettorina invece era composta da un leggero pizzo bianco molto trasparente che a stento tratteneva i suoi grandi seni, un collare nero di velluto sul collo e una cuffietta bianca in testa che le raccoglieva i biondi capelli, ai piedi un paio di sandali con un tacco altissimo di almeno 15 cm con una grossa fibbia argentata sul davanti e lunghi lacci che le stringevano i polpacci.Vestita, la fece sedere sul letto e iniziò a truccarle il viso, con una matita nera le passò il contorno degli occhi, le passò anche del phard nero sulle palpebre, e molto fondo tinta sulle guance per renderle rosse e paffute, infine un rossetto rosso vivo per contornarle le labbra.Finito che ebbe ne fu soddisfatta e finalmente disse le sue prime parole in uno stentato italiano:“tu ora essere perfetta troia per divertire signoriâ€â€¦.Luisa non metteva a fuoco ciò che la circondava e sue le parole le arrivavano tutte distorte, e notò che a malapena si reggeva in piedi….Yulia la prese sotto braccio e scesero non senza difficoltà le scale, appena arrivate nel salone di fronte alla piscina con l’ idromassaggio, videro che la festa era già iniziata, alcune coppie erano immerse completamente nude nella vasca, un uomo era in piedi al centro e una ragazza aveva il suo membro in bocca e lo succhiava con avidità .A lato in un lettino altri due stavano montandosi selvaggiamente in precario equilibrio.La parete vetrata che prima era chiusa aveva spalancato le porte per lasciare spazio a un enorme letto rotondo di almeno 10 metri rivestito di seta rossa con tutte le pareti attorno e il soffitto coperti di specchi.Sul letto al centro c’era una ragazza e su di lei almeno 5 uomini si stavano dando da fare. Ogni suo buco era già pieno, la bocca, la fica, il culo, e altri due venivano segati dalle sue mani, stava soddisfacendo cinque uomini contemporaneamente.Martini si avvicinò e rivolto a Yulia disse “hai proprio fatto un buon lavoro, hai scelto bene, ora vediamo cosa sa fare questa camerierina....â€La spinse verso la sala e subito dalla piscina l’uomo che era in piedi andò verso di lei e disse “ cameriera venga qui, ho bisogno di un bocchino…!†e tutti si misero a ridere.Quando gli fu di fronte, Luisa ebbe un attimo di coscienza che le permise di vedere l’asta gigantesca che pendeva di fronte a lei, c’erano almeno trenta centimetri di cazzo ed erano diretti su di lei.L’uomo senza tanti preamboli infilò una mano sotto la gonnellina e afferrandole il pube lo strinse facendola gemere, lo strofinò violentemente e altrettanto violentemente le sprofondò almeno due dita nella figa . Le grosse dita entravano e uscivano a un ritmo selvaggio, mentre le nocche esterne della mano le sfregavano sul pube, dopo averla frugata per almeno cinque minuti, la fece inginocchiare e dapprima facendolo sfregare sul volto poi le infilò il cazzo enorme in gola.La bocca a malapena conteneva la cappella e il calore e il liquido che già colava le scendevano fuori dalla bocca , “…non è bravissima questa cameriera- si lascia uscire il meglio- … rise e glielo spinse ancor più in golaâ€.Luisa aveva quasi dieci centimetri di cazzo in bocca e la sua lingua faticava a muoversi in quello spazio ristretto.Mentre era intenta a questo una ragazza la raggiunse da dietro e dopo averle palpato la figa si distese dietro di lei e iniziò a slinguazzarla passando alternativamente tra la figa e il buco del culo.Luisa era ben poco cosciente , se non per certi sporadici momenti nei quali aveva la consapevolezza di godere e venire.La ragazza dietro esaurita la sua leccata fu subito sostituita da un cazzo che approfittando della abbondante salivazione entrò come un coltello nel burro del suo culo, sfondandola per la prima volta. Un dolore acuto la fece quasi rinvenire dal suo stato di incoscienza, sentì le membra bruciargli e l’asta penetrare nelle viscere. Anche questo palo doveva essere di dimensioni notevoli perché il suo ano si era dilatato tremendamente. Dopo alcuni minuti di stantuffate alternate tra la figa e il culo, ambedue vennero riempiendola di sperma e quando vennero estratti i cazzi colarono fuori dei buchi, prontamente leccato da due ragazze che non aspettavano che questo.Sempre con le loro lingue appoggiate dappertutto venne trascinata verso l’enorme letto rosso al centro della sala, e in un battimani e risate generali fu fatta distendere e tolto il vestito rimase in reggicalze , calze e sandali.Alle due ragazze si unirono le altre e tutte insieme si alternarono, chi a leccarle la figa, chi il culo, chi le tette e una le infilò la lingua calda in bocca facendole scoprire gli umori del bacio saffico .Il suo corpo era un fremito continuo, un ondata di eccitazione che sfociava in ripetuti sussulti di orgasmo, solo una donna poteva farla arrivare a tanto, il suo corpo e ogni centimetro di lei erano pervaso da eccitanti orgasmi.Improvvisamente come erano venute se ne andarono, lasciandola distesa sul lenzuolo di raso rosso, ancora vibrante e sussultante di spasmi, completamente ricoperta di saliva.Era venuto il suo turno, come per la ragazza che poco prima aveva visto, ora toccava a lei.Cinque uomini la presero e la manipolarono come un oggetto, uno si distese sotto di lei mentre altri sollevandola la calavano alternativamente su quel cazzo già duro e penetrandola come fosse in altalena, dopo di che, un uomo di colore,materializzatosi da dietro le infilò nell’ano umido di saliva delle ragazze il suo enorme cazzo nero, un altro glielo mise in bocca mentre gli altri due prese le sue mani le appoggiarono i loro uccelli già in tiro per farli segare.Prona sopra il cazzo che la impalava da sotto, veniva sfondata nel culo e le spinte che questo le dava le facevano inghiottire sempre più l’asta che le entrava in gola, mentre le mani con un andamento quasi meccanico continuavano a stringere freneticamente i due cazzi e a muoversi dal basso in alto anche dopo averli fatti venire.Lo sperma dei cinque ben presto la riempì chi nella figa, chi nel culo, chi nella bocca e litri di calda sborra scesero sul suo corpo straziato dalle carni dure dei membri ancora palpitanti.Staccati che si furono, altri cinque si fecero avanti e ripresero la scena poco prima interrotta, Luisa era come una bambola che stava soddisfacendo i loro giochi.Finita anche questa ondata di sesso, tutti insieme la presero e la portarono in una stanza attigua, celata dietro a uno scaffale che venne spostato all’occasione.Dietro c’era una stanza ovale con un tavolo centrale in marmo, dove venne fatta distendere sulla pietra fredda che la fece sobbalzare e svegliare dal suo intorpidimento.Vide intorno a se una ventina di persone, uomini e donne, nudi, madidi di sudore e sperma, che la osservavano.Due uomini le stavano legando le mani sopra la testa dietro al tavolo, mentre altri due le divaricarono le gambe appoggiandole su dei supporti simili a quelli di un letto ginecologico.A gambe divaricate la sua figa arrossata dalle continue penetrazioni era ben visibile a tutti e completamente dilatata se ne vedeva l’oscuro interno, tra le grosse labbra tumefatte e ripiegate.Le venne applicato un divaricatore ginecologico che portò la dilatazione al doppio della sua apertura, da dietro il gruppo comparve il suo capo, l’Architetto, con davanti a se una macchina con una serie di aggeggi che venne posizionata davanti a lei.“Ciao Luisa, hai visto chi c’è?â€â€¦Era composta da un tavolino sul quale una ampia ruota metallica aveva fissato su un lato una lunga asta metallica alla cui cima era infilato un enorme vibratore nero di almeno 40 cm di lunghezza e 8-10 cm di diametro, era spalmato completamente di vaselina .L’arnese le venne appoggiato sulle pareti della vagina allargata dal divaricatore e lentamente le fu inserito all’interno della figa. Leggere convulsioni la iniziarono ad assalire.L’aggeggio venne azionato e il vibratore con la lunga asta si mise in moto, la ruota faceva azionare l’asta avanzandola e ritraendola alternativamente, mentre il vibratore lavorava per suo conto agitandosi in tutti i sensi, senza però mai uscire dalla vagina.Venne regolato con una cadenza a crescere, dapprima i colpi erano circa uno ogni dieci secondi poi man mano aumentavano sino a quasi divenire uno al secondo, mentre le penetrazioni arrivavano sempre piu’ in profondità .Luisa stava avendo orgasmi multipli, il suo corpo vibrava e si tendeva come una corda, i suoi umori bianchi uscivano dalla vagina come un torrente in piena e colavano lungo le sue cosce.Uomini e donne che fino ad allora si erano limitati a masturbarsi davanti a lei gettarono il loro seme sul suo corpo, spalmandolo e distendendolo con le loro mani .Due si avvicinarono con i cazzi di marmo e le appoggiarono le cappelle calde sui bordi della bocca, la sua lingua saettò fuori vogliosa leccandoli alternativamente, due ragazze le strizzavano alternativamente i capezzoli tirandoli verso l’alto e stringendole i seni.Una ragazza si era coricata sotto di lei al bordo del tavolo per suggere il liquido umorale che colava dalla vagina .Non riuscì a capire per quanto quella macchina abusò di lei forse minuti, forse ore, ma al termine quando tutto fu finito e venne sollevata e portata in camera, il suo corpo era a pezzi, ma quello che più non sentiva era la sua figa e il suo buco del culo, le sembrava fossero in fiamme e a poco valsero gli impacchi freddi di Yulia.Distesa sul letto Yulia le massaggiava la figa delicatamente con una spugna fredda e bagnata e le diceva “Luisa, sei stata fantastica, la tua iniziazione è stata perfetta, poche resistono a tutta la serata, e stasera poi c’erano proprio tutti, anche il tuo capo, farai carriera sicuramente….â€Luisa con un filo di voce e quel poco di coscienza che le era ritornata le rispose “ ma di che carriera vai parlando?â€Il mio capo? Ma non era a Roma?â€â€œno non è mai stato a Roma, voleva solo creare una scusa per farti iniziare…â€â€œDa stasera sarai una Troia da alto bordo, cara mia, stasera sei stata iniziata al più alto grado di troie che ci sono sulla piazza, potrai contare da oggi di finanzieri, industriali e professionisti che ti copriranno di soldi e bella vita….lo sai stasera cosa hai guadagnato? Almeno 10.000 €, e tutto per un po’ di cazzo in fica!!†che ne dici?â€Lusia era esausta non riusciva bene a focalizzare, da segretaria da meno di 1000 € a Troia da 10000 € a notte, forse era il caso di dormirci su…. E così fece.MAX_101 3092 0 14 years ago
- 1 year ago Lei porta i pantaloni .... Io e mia moglie lavoravamo nella stessa azienda leilaureata e io come impiegato, la sera a casa chi puliva e chi preparava da mangiare il sabato lodedicavamo alle pulizie domestiche, fino a che lei divenne dirigente aumentò ilsuo stipendio ed anche il lavoro, molte pratiche se le portava a casa e miaiutava sempre meno nei lavori domestici io con il poco tempo che avevo Nonpotevo pulire più di tanto, così decidemmo che siccome lei guadagnava di più,ed essendo una donna in carriera io avrei dato le dimissioni e mi sareidedicato solo alla casa.E cosi sono diventato un ottimo casalingo, pulisco, lavo,stiro, e preparo degli ottimi pranzi. Spesso mia moglie e due suoi colleghiFrancesco e Sergio con le rispettive mogli Carla e Paola fanno dei pranzi dilavoro a casa nostra o da loro, e noi "donne" facciamo a gara a chicucina meglio, poi loro discutono di lavoro e noi " donne" parliamodi cucina ci scambiamo le ricette, mi trovo un po' imbarazzato quando parlanodi moda ma per il resto reggo bene la conversazione.Quando ceniamo a casa nostra tutti mi fanno i complimentiper il pranzo e per come preparo e servo in tavola, mia moglie moltosoddisfatta di me dice che le donne dovrebbero imparare da me a fare lecasalinghe.Dopo un po' di tempo notavo in mia moglie un cambiamento,era nervosa per delle piccolezze si arrabbiava, io cercavo di accontentarla intutto credevo che era lo stress dal lavoro, invece era'altro, dopo me ne resiconto.Una sera tornati a casa dopo una cena a casa di Francescomi aggredì urlando sei un pezzo di merda che figura mi hai fatto fare. Iorimasi di stucco non sapevo cosa avevo combinato cercai di dire ma cosa hofatto ma non terminai la frase che mi vidi arrivare un ceffone e poi un altro eancora sberle a ripetizioni, non sapevo cosa fare e restai immobile a prenderliintanto lei continuava con sberle e diceva io t'insegno a stare al mondocoglione pezzo di merda e altre parole offensive, io con le spalle al muro leprendevo senza fiatare non so quante ne ho preso quando finì disse vai a lettoma ricordati che non e finita ancora. Andai a letto ma non riuscivo a dormirepensando a cosa avevo combinato per farla arrabbiare tanto, e pio perché mi hapicchiato non l'aveva mai fatto, e io perché non sono riuscito a reagire?Non trovavo risposta a quelle domande.Il mattino dopo ha fatto colazione come il solito ed èandata a lavorare.La sera appena entrata in casa mi disse, noi due dobbiamoparlare, qui le cose devono cambiare, dal suo tono di voce mi resi conto chenon era niente di buono, dora in poi qui comando t'insegnerò a stare al mondo,tutte le volte che sbagli ti picchierò per fartelo ricordare così nonsbaglierai più, ti picchierò sul culo o in parti de corpo che non si nota se tilascio dei segni, perciò cerca di comportarti bene per evitare le botte.Ora sai come sarà in futuro sta a te la scelta o accettioppure te ne vai subito cosi come stai poiché tutto ciò che è in questa casa emio lo comperato con i miei soldi.Accettai che altro potevo fare senza soldi, né vestiti,né casa dove andavo? E poi gli volevo bene ero innamorato di lei.Preparai la tavola come il solito per entrambi ma arrivòlei e disse togli un coperto qui mangio solo io tu mangerai in cucina dopo cheho finito io, ma io sono tuo marito dissi non puoi trattarmi come una serva.Hai accettato le mie condizioni perciò fai come ti dico,e per questo sarai punito, ora muoviti voglio mangiare.Dopo mangiato venne in cucina e disse togliti i pantalonie le mutande mi prese per un orecchio e mi trascinò in sala. Poggia le mani sultavolo, si mise al mio fianco e cominciò a sculacciarmi con una mano dritta euna al rovescio, il culo cominciava a bruciarmi e più io dicevo basta più leipicchiava, dopo circa dieci minuti smise avevo il culo in fiamme cercai dimassaggiarmelo con le mani ma lei mi fermò non toccarti voglio che ti bruciapiù a lungo cosi ti ricorderai di non contraddirmi.Durante la settimana tutte le sere trovava una scusa perpicchiarmi, non mi faceva neanche rivestire per avere sempre il culo pronto aricevere altre botte. Il venerdì sera era pronta ad uscire e disse "ioesco e per evitare che anche tu lo faccia spogliati metti i vestitinell'armadio e portami la chiave", "nudo?" dissi, io "si tivoglio nudo completamente", mi spogliai gli consegnai la chiave non volevofarla arrabbiare per non prendere altri sculaccioni, rimasi solo in casa nudo,così tutte le volte che usciva io restavo solo in casa nudo. Quando avevofreddo mi mettevo un suo vestito e lo toglievo prime che lei tornasse. Una notte mi addormentai sul divano lei tornò e mi videcon la sua gonna, "scusami ma avevo freddo"dissi "lo tolgo subito" tremando avevo pauraper il mio povero culo, "no -disse lei- ci stai bene cosìvestito girati si stai bene vestito così e solo unpo'stretto ma rimedieremo, ora sono stanca ti puniròdomani per averlo messo senza il mio permesso".L'indomani prima di uscire mi fece poggiare le mani sultavolo e a culo nudo mi punì. Tornò con dei pacch disse vieni ho comprato della roba per te, provati questaera una gonna elastica mini che mi copriva appena appena il culo e i genitali,un'altra larga sempre mini che sembrava non averla addosso, calze autoreggenti,e un reggicalze "d'ora in poi di giorno ti vestirai sempre così ipantaloni li userai solo per andare a fare la spesa". Non obbiettai perpaura della sua reazione (ne avevo già prese tante prima e mi bruciava ancorail culo.)Usciva sempre più spesso avevo capito che aveva un amanteanche perché tra di noi i rapporti erano chiusi se io mi avvicinavo mi dicevadi no se insistevo mi andava bene se mi diceva fatti una sega oppure mipicchiava, a volte se ero fortunato mi faceva lei una sega, ma di scopare mai. Un giorno mi feci coraggio e dissi "scusami cara seti dico una cosa promettimi di non picchiarmi?" "Non ti promettoniente però dimmela e poi deciderò", "sai, io, ecco, voglio,vorrei.." "allora ti decidi a parlare?" Sbottai tutto di unfiato "tu hai un amante?" "Tutto qui -rispose lei tranquilla- sicerto che ho un amante cosa credi che non scopo con te non scopo connessuno?" Mi sono sentito le gambe molli quasi svenivo per larabbia, ebbi una reazione d'orgoglio e dissi non è giusto a me che sono tuomarito fai fare solo seghe. Non finii la frase che mi infilò una mano sotto la gonnaprese i miei genitali srtingendomeli e gridava, "io faccio quello chevoglio se non ti sta bene quella è la porta", e con l'altra mi picchiava,appena li lasciò caddi a terra per il dolore ma lei continuava a darmi calcidove capitava io gridavo, ti prego basta non ne posso più mi fai male, smise sivestì ed uscì o rimasi a terra e ci volle parecchio tempo prima di riprendermi.Una sera avevamo a cena a casa nostra con i suoi colleghie le mogli, mentre portavo i piatti sporchi in cucina mi caddero a terra, dicorsa mia moglie venne in cucina mi spinse all'angolo ed intanto che mi picchiavaè entrata Carla che ha visto tutto, mia moglie non si scompose mi prese per unorecchio mi trascinò in sala, e disse "ora lo sapete anche voi sì iopicchio mio marito, e c'è dell'altro che dovete sapere, vai a vestirti".Andai a mettermi calze autoreggenti senza mutande e la mini gonna larga, appenaentrato in sala scoppiò una risata generale. Mia moglie mi sollevò la gonna edorgogliosa mostrava il mio culo ben arrossato.Non vi dico i commenti. Volevo sprofondare per lavergogna, ma sapevo che dovevo abituarmi a servire così vestito.Quando andavamo da loro mettevo i pantaloni per uscire dicasa ma appena arrivati mi faceva indossare la gonna, aiutare a servire, alavare i piatti mi obbligava e fare quello che dovevano fare le altre mogli. Unasera andai ad aprire, mia moglie disse "siamo in due ti presento il mioamante", rimasi pietrificato non sapevo cosa fare abbassai gli occhi edissi piacere, prepara da mangiare per due io faccio una doccia intanto offrida bere al nostro ospite, con le gambe tremanti non so se per la vergogna o peril nervosogli portai da bere tenevo sempre gli occhi bassi avevovergogna a guardargli in faccia.Gli servii da mangiare. Dopo mangiato mentre lavavo ipiatti Mia moglie mi chiamò erano tutti e due nudi sul divano disse "ègiunto il momento che tu fai veramente la donna, perciò prendi in bocca il suocazzo e fagli un bel pompino". "Cosa? No ti prego questo no mi faschifo". Per tutta risposta mi tolse la gonna e cominciò a picchiarmi, nonvolevo cedere, mi picchiava con la riga da disegno, sul culo e sulle cosce maio non cedevo era troppo grande l'umiliazione e poi mi faceva schifo, speravoche il suo amante intervenisse in mio aiuto ma lui stava fermo a guardare lascena anzi si divertiva. Allora mia moglie prese il ferro da stiro lo poggiò perterra lo legò con un capo dello spago e l'altro capo lo legò ai miei testicoli,mi mise in piedi con le gambe divaricate rivolto verso il divano "staraicosì fino a che non ti deciderai a prenderlo in bocca". Andò sul divano ediniziarono a fare l'amore io costretto a vedere la scena, se mi muovevo tiravolo spago e il peso del ferro mi strappava i ciglioni. Avevo i muscoli dellegambe che cedevano non resistevo più anche per le rigate che avevo ricevuto,dissi "va bene gli faccio il pompino ma ti prego basta non ne possopiù" caddi in ginocchio proprio davanti al suo cazzo glielo presi in bocca,era già duro, intanto mia moglie mi guidava, "ecco ora lecca sul filetto,ora lecca la cappella, fattelo scivolare in bocca, fino in gola", ioeseguivo come un automa non capivo niente, venne quasi subito mi sborrò inbocca mi faceva schifo, di scatto mi alzai per andare a sputarlo ma avevo ancorail ferro legato ai coglioni presi uno strappo, urlai per il dolore, ricaddi aterra, mia moglie mi prese per i capelli e disse "devi ingoiare tutto deviimparare come si fa. Avanti adesso lo riprenderai in bocca e lo pulirai perbene, dai continua così vediamo se riesci a farlo venire di nuovo". Mislegò i testicoli "tira su il culo che ti massaggio un po' intanto che tupompi", ormai eseguivo gli ordini senza rendermi conto di quello chefacevo. Ad un certo punto lanciai un urlo, mia moglie si era messo un cazzo fintoe me lo ha messo nel culo, volevo alzarmi ma lui mi teneva la testa pressatasul suo cazzo mia moglie con il cazzo nel mio culo e con le mani mi teneva ifianchi, "continua a pompare" mi diceva intanto faceva andare avantie indietro il suo cazzo finto, lui venne per la seconda volta ingoiai tutto efinì il mio supplizio. Mia moglie sfilò il cazzo mi buttai sul pavimento daldolore ero sfinito piangevo, mia moglie mi aiutò sollevarmi e baciandomi mi disse, "adesso sonosoddisfatta e orgogliosa di te sei diventato una donna a tutti gli effetti orapotrai prendere in culo anche un cazzo vero. E non piangere come un femminucciavedrai che in futuro ti piacerà ". Dopo quella sera che mia moglie mi ha fatto diventaredonnaTutti i sabato sera Claudio (così si chiama il suoamante) veniva a cena da noi, io preparavo da mangiare, servivo senza sedermi atavola restavo in piedi vicino a mia moglie a riempire i bicchieri di vino e d'acqua,loro parlavano come se io non ci fossi m'ignoravano completamente.Dopo mangiato io sparecchiavo, lavavo i piatti e loro osul divano o a letto scopavano. Quando mia moglie mi chiamava io dovevoprendere in bocca il cazzo di Claudio e pompare, ma siccome lui si era già sfogatoera molle e per farglielo tirare dovevo leccare e pompare per tanto tempo, mifacevano male le mandibole ma non smettevo per non fare arrabbiare mia moglie,lei diceva che così facevo esperienza eche mi sarebbe stata utile in futuro, quando diventavaduro lui saltava su mia moglie e la scopava dinuovo.Sergio il suo collega era diventato direttore e ci hainvitato a cena al ristorante, eravamo noi Francesco Carla e sua moglie Paola,si parlava del più e del meno quando la conversazione cadde su noi, chi diceva chenon era giusto il comportamento di mia moglie nei miei confronti chi invecediceva che chi comanda ha il diritto d'avere potere assoluto, io restavo zittonon volevo dire cose che facessero arrabbiare mia moglie, ad un certo punto miamoglie disse un po' seccata che lei agiva come voleva e che erano affari suoi.Siccome io ero la donna in casa dovevo essere donna in tutto, gli raccontò deinostri rapporti con il suo amante, che io gli facevo i pompini e che leim'inculava con il cazzo finto.Vedevo le loro facce sbalordite per quello che mia mogliediceva, volevo nascondermi per la vergogna, mi alzai dissi vado in bagno e liebbi una crisi di nervi e piansi.Tornato al tavolo Paola mi disse "è vero che faitutte quelle cose che dice tua moglie?" "Si" dissi senza alzaregli occhi dal tavolo "e tu non dici niente, non reagisci?" Se lofacesse lo riempirei di botte dissemia moglie.Tornati a casa prima di andare a letto mia moglie si miseil cazzo finto, io m'inginocchiai lo presi in bocca lo bagnai per bene mi stesicon la pancia sul letto e le gambe per terra, lei me lo mette nel culo e mi scopa,era ormai una prassi che quando lei si metteva il cazzo finto io dovevo primabagnarlo e poi prenderlo nel culo, lei diceva che lo faceva per il mio bene eche mi preparava per quando dovevoprendere quello vero, io nonostante il dolore dovevoanche ringraziarla.Una sera dovevamo andare a cena a casa di Francesco miamoglie disse sotto i pantaloni ti metti la gonna voglio che aiuti Carla vestitocosì. Mi misi le calze autoreggenti la mini gonna stretta, appena arrivati a casami tolsi i pantaloni, per non sentire i commenti andai subito in cucina adaiutare Carla.Nel servire in tavola mia moglie mi molla una sberlaurlando "guarda come ti sei sporcato la gonna non stai mai attento,toglitela subito e vieni qua" era un ordine che non accettava repliche, misfilai la gonna e rimasi solo con le calze senza mutante (non le mettevo mai)mi stesi sulle sue gambe e cominciò a sculacciarmi, finito mi disse "adessostarai così e servirai do solo" anche Carla si sedette a tavola, io servivoe giravo intorno al tavolo per riempire i bicchieri, intanto che riempivo ilbicchiere di Carla midice "ti brucia?" E intanto mi tocca il culo,"un po'" risposi. Finito di mangiare sono andato in cucina a lavare ipiatti, intanto gli "uomini" parlavano di lavoro le donne vennero incucina a farmi compagnia, mi sentivo ridicolo loro ben vestite ed io nudo, maormai non potevo farci niente non sapevo più cosa era la vergogna non avevo piùdignità .Tornati a casa dissi a mia moglie "posso andare aletto o mi devo preparare?" Speravo che non m'inculasse ma lei disse"preparati non dobbiamo perdere le buone abitudini", così anchequella sera il mio povero culo ebbe la sua parte.Una mattina prima di uscire mi disse "oggi viene atrovarti Sergio il mio direttore trattalo bene ci tengo a fare carriera".Verso le tre del pomeriggio arriva Sergio "ciao-disse- te lo ha detto tua moglie che sarei venuto a trovarti?""Si" risposi "mi ha detto che sai fare bene i pompini sono quiper verificare" e si sedette sul divano senza dire una parolam'inginocchiai gli abbassai i pantaloni e mutante glielo presi in bocca e cominciaia succhiare, "cazzo come pompi bene lo succhi meglio di mia moglie e anchedi tua moglie (cosi ho saputo che si e scopato mia moglie) dai non smettere,fai piano così dura di più, sei forte dovresti insegnare anche a mia mogliecome si fa". Finalmente venne ingoiai tutto.Lo accompagnai in bagno glielo lavai per bene gli dissi"vuoi che lo faccia di nuovo?" ( mia moglie mi aveva raccomandato ditrattarlo bene altrimenti povero il mio culo.) "si dai" disse luicosì ripresi a pompare per la seconda volta.Appena entrata mia moglie cominciò a spogliarsi buttandoi vestiti per terra come faceva di solito, io dietro a raccoglierli disse"è venuto Sergio?" "Si" "è rimasto soddisfatto?""Credo di si", "bene ora faccio una doccia, non preparare damangiare vado fuori".Appena uscì dalla doccia ebbi un attimo di coraggio edissi arrabbiato, "non è giusto mi obblighi a fare il tuo schiavo, ma nonvoglio fare la tua puttana, per farti fare la carriera". "Cosa aidetto?" Ho visto il suo sguardo era veramente arrabbiata ho avuto paura esono scappato a chiudermi in bagno, lei mi corse dietro "apri subitoquesta porta o sarà peggio per te", non volevo aprire avevo troppa paurama sarebbe stato peggio se non l'avessi fatto subito. Aprii la porta mi buttaiin ginocchio ai suoi piedi, chiedendo perdono, lei mi prese per i capellicominciò a picchiare mi stese per terra dandomi calci sul culo, sulle gambe,sulla schiena, "seguimi" disse mi alzai per seguirla ma leimollandomi un manrovescio disse "ti ho detto di seguirmi non dialzarti", la seguii a quattro zampe mi portò in sala "mettiti con lapancia sul tavolo e stendi le mani in avanti", prese una corda mi legò lemani alle gambe del tavolo e cominciò apicchiarmi con la riga da disegno, sul culo e sullecosce, io gridavo "basta ti prego non ne posso più", ma lei non miascoltava neanche e continuava. Quando si stancò avevo il di dietro in fiamme,speravo che mi slegasse per poggiarmi alle piastrelle della cucina per sentireun po' di sollievo, ma lei mi fece inginocchiare sullo sgabello prese lo spagomi legò i testicoli al ferro da stiro poggiato per terra con lo spago tirato inmodo che ogni movimento che facevo mi strappavo i coglioni.Si vestì stava per uscire, io piangendo la supplicavo dislegarmi di non lasciarmi in quella posizione, lei non mi degnava neanche diuno sguardo, non disse una parola e uscì. Io avevo tutti i muscoli delle gambe ela schiena che mi facevano un male terribile, cercavo di stendere prima unagamba e poi l'alta con piccoli movimenti altrimenti tiravo lo spago e poveri imiei coglioni. Non so quando tempo è passato sentivo aprire la porta, era lei eClaudio il suo amante, ebbi un attimo di sollievo finalmente mi avrebbe slegato,ma loro si misero sul divano ad amoreggiare, io supplicavo mia moglie dislegarmi ma lei agiva come se io non esistessi. Vennero dietro di me mia mogliemi allargava le chiappe del culo, lui con un colpo secco m'infilò il suo grossocazzo, lanciai un urlo che subito mia moglie mi tappo la bocca, intanto luicontinuava a fare avanti e indietro fino a quando non mi sborrò sulla schiena.Dopo mia moglie mi slegò, io caddi a terra dolorante,"vai a farci un caffè" disse lei, io cercavo di rialzarmi ma avevo legambe che non mi sostenevano, camminando a quattro zampe preparai il caffè, bevveroil caffè ed uscirono senza dirmi una parola, come se io fossi il loro strumentodi piacere.Ormai mi ero rassegnato a fare la vita da servo e oggettodi piacere di mia moglie, dei suoi amici, e del suo amante, che sembrava che ciprovava più gusto a farsi fare i pompini ed inculare me che a scopare mia moglie.MAX_101 5552 0 14 years ago
- 1 year ago Il Contatore del sesso .... Dopo qualche secondo di terrore, si fece coraggio e michiese "Antonio, ma ti rendi conto di ciò che può succedere?? passi perfarmi vedere il seno--magari nuda--. Ma non posso nemmeno immaginare chequalcuno mi possa toccare!! ". Aiuto, il vecchio doveva venirmi incontro,altrimenti avrei perso tutto. E così è stato. "Signora, per legge nessuno può imporre a chiunquedi fare qualcosa contro la sua volontà ", la interruppe il vecchio. Saggio,eheh, non c'è che dire. La verità non la può dire. La sanno in pochi:praticamente tutti quelli che combinano l'incontro. Anche Giulio la sapeva, laverità :"Antonio, per convincere Sandra e qualche altra,senza farsene accorgere, hanno una 'ricetta' segreta. Una specie di droga, o dieccitante colombiano. Fanno tutto in modo organizzato: appena entrate si passain una piccola stanza prima di entrare nel salone, ed in quel momento spruzzano in aria quella sostanza mista a fumogeno, per far apparire tutto come unatrovata scenografica". Eccezionale, il vecchio. Era riuscito in un secondoa rassicurare la mia Sandra. "Fiuu che mi credevo. Meno male. Ma comunque non mifido. Antonio appena entrati tu devi precipitarti da me. Va bene il regalo, vabene farmi vedere in intimo, però ho paura"."Ma figurati cara, geloso come sono, come potrei maipermettere a qualcuno di toccarti??". Falso. Falso e imbecille. Di essere geloso, lo sono sempre stato, ed anche di quelli pericolosi. Ma avevo il desiderio irrefrenabile di avere la mia Sandra disponibile a tutto, per me. "Ora però ho bisogno di quel documento firmato, mavorrei anche incontrarvi separatamente. Questione di cinque minuti."Sandra si allontanò ed usci dalla stanza.era il momento giusto per avvertirmi delle novità piùsuccose. "Sig. Antonio, ora le posso spiegare davvero come avviene iltutto. Sappiamo tutti e due il motivo della sua venuta. Non è il solo, anzi. La maggior parte delle coppie viene qui spinta dal desiderio del marito di"disinibire" la propria moglie o la propria fidanzata. In anni diesperienza abbiamo potuto sperimentare varie alternative, circa il prosieguo, esiamo arrivati ad un gioco molto intrigante. Tenga presente che ovviamente, nelsalone sono quasi tutti uomini; a parte i nostri aiutanti, ci sono facoltosi imprenditori in vena di follie, ragazzi valutati attentamente in base aprestazioni e dimensioni e due ragazzi di colore effettivamente iperdotati. Ledico anche la situazione in salone: è un locale completamente pavimentato damaterassini, con pochissima luce e tutti i partecipanti sono dotati di unamaschera per evitare spiacevoli incontri. Non c'è quasi nessuna possibilità diriconoscere qualcuno. Senza sprecare altro tempo, anche perché la sua signorapotrebbe avere qualche ripensamento, le spiego tutto: lei fa finta di entrare nel salone e va nella saletta privata. Tale saletta è dotata di un display con4 numeri, che inizialmente partono da 0: tali numeri rappresentano le volte chela sua signora ha un orgasmo, che un suo partner le viene nel davanti, nel didietro e in bocca. Per l'orgasmo di sua moglie lei deve dirci quali segnali delsuo corpo possono farcelo intuire. La cosa intrigante è che sarà lei a deciderei numeri da raggiungere: infatti questi valori saranno poi evidenziati nelsalone, per permettere ai nostri 'amici' di poter soddisfare il suo desiderio.Ultima cosa: ci sono due pulsantini removibili, sotto il display: lei deve solopremerli e posizionarli nel 'settore' che desidera. Rappresentano i nostri'campioni' di colore: sarà lei che indicherà a loro comee se devono 'lavorarsi' sua moglie. Ovviamente, come per sua moglie, nemmeno per lei è possibile interrompere prima delle due ore: quindi nessun ripensamento". Venni preso da una sensazione di terrore mista adangoscia: per la prima volta sentivo mia moglie, colei con la quale ho diviso tutto, che amavo follemente, trattata come una baldracca da monta. Ma vi eraanche quel desiderio di sapere come sarebbe andata a finire, talmente leimmagini erano che avevo in testa erano distanti: la purissima Sandra eun'ammucchiata. Figurarsi. Vinse, neanche a dirlo, il desiderio di andareavanti, anche se sapevo già cosa avrei provato in quella saletta, con lagelosia latente che mi ha sempre contraddistinto. "Ma mia moglie, appena non riuscirà a trovarmi,cercherà di scappare!", riuscii a dire, anche per prendere un po' ditempo, e cercare di respirare. "Eheheh, vede amico mio, non lo farà per dueragioni: la porta che permette di entrare nella stanza non ha maniglie nelsalone; poi, mio caro Antonio, la 'libella' fa miracoli e se ne accorgerà ..Eheheh" "Ma ..la situazione igienica voglio dire tutti quegli uomini. Siamo sicuri?""L'unica persona che non ha consegnato il certificato per l'AIDS è proprio sua moglie, il suo amico Giulio ha garantitoper lei e poi non avremmo potuto continuare il 'gioco', con quella richiesta.Gli altri sono tutti schedati e fanno il test ogni 15 giorni. Anche gli ospitiesterni maschili hanno dovuto mostrare un certificato idoneo". "Sa, mi spiace restare in una stanza senza poter vedere nulla"."E qui che sta il bello, sig. Antonio: non è come crede lei. Il salone è dotato di ben 15 videocamere, tutte a infrarossi:praticamente come se fosse giorno. Cinque videocamere saranno continuamenteposizionate su sua moglie: 10 ore di riprese che le verranno consegnateall'uscita. E non è finita ancora.""E cosa c'è ancora. Mi sembra di impazzire: non mista dando un attimo di respiro!""Eheheh ho quasi finito, non si preoccupi. Dopo ledue ore lei avrà la possibilità di entrare per cinque minuti nel salone, dotatodi occhialini ad infrarossi. Lei potrà vedere tutto quello che vuole mentre lasua signora non potrà vedere nulla, solo ombre. Le ricordo anche che tutti imiei collaboratori, i ragazzi di colore e i ragazzi che hanno superato lavalutazione settimanale, sono dotati anche loro di occhialini ad infrarossi. Aquel punto potrà prendere sua moglie e magicamente la porta si aprirà per poteruscire ed entrare nelle vostre stanze per il meritato riposo".Sghignazzava il vecchio, ne doveva aver viste di tutti i colori, ma devoammettere che la serata l'avevano preparata proprio in modo ineccepibile. Senzadire altro, firmai il modulo. "Ora entrerà mia moglie? ""Certo, deve firmare anche lei""Cosa le dirà ""Tutte e sole parole rassicuranti. In sostanza chesi divertirà , che non deve aver paura ecc. E poi, dulcis in fundo le faròvedere questa cassetta" accese un videoregistratore posto sulla destra eil televisorino che aveva alle spalle prese vita: c'erano delle immaginiallegre, di coppie nude o in intimo, con coriandoli e stelle filanti che lafacevano da padrone."Una festa di carnevale??""Già , signor Antonio, non trova che una festa inmaschera possa essere credibile? E' eccitante, c'è il nudo, e non fa paura,eheheh". Non faceva una grinza. Quasi come inebetito uscii dalla stanza edissi a Sandra di entrare."Come mai tutto questo tempo?" mi chiese molto preoccupata."Non temere, ti fa vedere un filmino per far capire cosa succede. Tutto qui.""Ok. Ma prima di firmare io leggo tutto. Va bene?""Certo, cara." aspettai una decina di minuti pensando alle migliaia di cose che sarebbero potute accadere, e se quel chestavo facendo e che stavo facendo fare a mia moglie, fosse la cosa giusta."Antonio, eccomi.""Sandra, allora?" aveva un sorrisone: la cura del filmino aveva funzionato."Bene, un po' stravagante, ma a queste condizioni misembra molto simpatico. Forse hai avuto una buona idea: non ho capito però perché dobbiamo entrare separati""Credo sia una sorpresa, tipo siparietto""Ma io mi vergogno. Credo che starò per tutto iltempo in un angolo con le mani sul seno"."Ehehehe chi lo sa, tesoro. Pensiamo solo adivertirci.""Va bene amore. Spero solo di poterti far felice" partì un bacio dai mille significati. Fu il mio primo verotradimento. Non le avevo mai mentito. "Caro, ma non ti sembra che sia davvero esagerato?" si riguardava continuamente nello specchio della nostrastanza. Aveva il seno praticamente fuori dal reggiseno, i glutei gonfi chenascondevano il minuscolo perizoma nero. Su mia richiesta, si era depilata lapasserina: il davanti del perizoma era volutamente semitrasparente,evidenziando la pelle chiara priva dei peli. Un bocconcino davvero arrapate:feci fatica per non saltarle addosso. "Driiiin":il segnale. Lo squillo telefonico indicava di scendere al pianterreno, l'inizio della serata. Sandra sembravarilassata, nonostante fosse coperta solo da quei pochi grammi di tessutotrasparente: c'era in effetti un caldo asfissiante, ma mia moglie non simostrava in quel modo nemmeno in casa, per paura delle finestre, e quindi diqualche involontario guardone. "Eccovi qui. Sandra, lei è davvero bellissima. Hadelle forme invidiabili". Sandra cambiò colore immediatamente: la sua timidezza è sempre stata un problema."Bene, signor Antonio: lei deve entrare dalla portablu, lei signora dalla porta rossa. Una volta entrati vi troverete in un ingressino: ci sarà un po' di fumogeni che serviranno per la 'scena' "."Va bene" rispondemmo in coro. mi venne lapelle d'oca, nonostante la temperatura africana. Stavo per lasciare la mano dimia moglie. L'avrei ripresa solo dopo due ore, dopo chissà cosa. Per due ore sarei rimasto in uno stanzino, chiuso, con la consapevolezza che molte mani avrebbero toccato quel seno, quei glutei, la mia passerina. Mi diede un ultimobacio. "Caro, ci vediamo fra un secondo nel salone. Miraccomando. Non fermarti. Lo si che mi vergogno, combinata in quel modo".Venne presa delicatamente con il braccio dal gestore e venne accompagnata davanti alla porta rossa. Questa si aprì lentamente e lei entrò. La porta sirichiuse e con lei anche il mio cuore. Mi venne di nuovo quella maledetta sensazione di terrore. "Non si preoccupi, venga: l'accompagno nella stanza.Ci sono altri due mariti come lei." come, altri due? allora diceva il veroil vecchio. Siamo in parecchi ad avere quel problema. Lo seguii come un automaed arrivammo in una stanza anonima, senza mobili: solo tre sedie ed una paretecon quei display. Intravidi subito un nome "Sandra" davanti all'unicasedia vuota. Era quella destinata a me. Mi voltai e notai i due miei colleghidi sventura: un signore sopra la trentina, ben distinto, alto. Poi un signoreanzianotto, tarchiatello, sulla cinquantina. "Sono italiani anche loro", mi disse. "Ilprimo si chiama Andrea ed è qui da quasi venti minuti. Il secondo da più di unora, si chiama Lorenzo"."Ora vi lascio. Sapete già tutto. Ma prima devedarmi i numeri da comunicare ai ragazzi." non sapevo cosa dire. Qualinumeri. Non ci avevo pensato. Cazzo. Sparai a casaccio "Tutti 5". Idue compagni di sventura si girarono di colpo: avevo sparato alto? troppo basso? Mi girai di colpo verso il gestore, che mi rassicurò: "Un buonnumero. Complimenti". Oddio. Mi sembrava di trovarmi come un bambino in attesadel dentista. Che sensazione sgradevole. Pian piano mi accomodai senza dire unaparola sulla mia sedia. Tutti segni 0. Bene. Pensai. Ma erano passati solo 3minuti. Cosa stava succedendo là dentro? girai nuovamente lo sguardo versoAndrea, alzai gli occhi per vedere il suo display: la sua donna era venuta 1volta, ma i ragazzi si erano scatenati. Ben 7 volte erano venuti nel corpo diLoredana, sua moglie. Anche una volta nel culo. Ahhh il culo della mia Sandra.Non ci riuscirebbe nessuno a violare il suo di dietro. Nemmeno con un chilo di cocaina. "Driiin". Cos'era? questo squillo mi era nuovo.Mi girai verso Lorenzo. Il suo score era aumentato: la sua Sofia aveva ingoiatoun bel po' di seme da qualche giovincello. Incredibili i numeri di Sofia: eravenuta 4 volte, 5 volte avevano abusato della sua fica, 2 volte del suo culo, eben 7 pompini con ingoio. Incredibile. "Driiin". Di nuovo. Mi girai verso Lorenzo.Chissà cosa aveva combinato Sofia, questa volta. Cazzo, nessuna variazione. Maallora Andrea sicuramente lui. Osservai il suo display: nulla. Mi venne quasiun infarto: non riuscivo ad alzare lo sguardo verso il display di Sandra. Mifeci coraggio e vidi il primo "uno" stampato sotto la scritta"davanti". E' fatta. Uno dei ragazzi si era scopato mia moglie, ilsuo seme le stava riscaldando le pareti interne della vagina. Seme di unosconosciuto. Sperma non mio. Oddio. Non sapevo cosa pensare, cosa fare: mialzai di scatto, ero diventato bollente dalla rabbia ma anche dall'eccitazione.Osservai nuovamente Lorenzo, lui aveva dato i numeri alti all'inizio: un ora equindici e la sua mogliettina si era fatta sbattere già 18 volte. Mi ci vollero2 minuti buoni per calmarmi: gli squilli dei miei due compagni erano continui:Andrea era davvero molto sereno, mentre Lorenzo sembrava essersi fatto ancora piùpiccolo. Mi sedetti e proprio in quel momento arrivò il mio secondo squillo:secondo davanti, e erano passati solo 12 minuti! oramai mi rassegnai: ecco ilterzo. Tutti davanti. Su questo c'erano pochi dubbi. Dopo quaranta minutiarrivò il primo ingoio di Sandra: ripensai a quelli che mi faceva, sempremalvolentieri, solo per farmi felice. Ora aveva nello stomaco una buona dose disperma di un perfetto sconosciuto. E tre dosi nella fica. Il gestore me loaveva assicurato: vedrete che con quella 'roba' nulla resiste. Iniziai apensare alle cassette: da un lato le volevo bruciare, dall'altro avevo undesiderio irrefrenabile di vedere le performance di mia moglie. Ma mentreriflettevo ecco un doppio squillo: era oramai inconfondibile, era quello dellamia Sandra: ma perché due? alzai gli occhi curioso e non riuscii a credere aimiei occhi: era stato violato il culo della mia Sandra, e per di più mentre leisi beveva comodamente il suo secondo succo di palle. Il culo di Sandra, queiglutei così morbidi, quel buchino così dolce, ero riuscito in tutti gli anni dimatrimonio a leccarglielo solo due volte. Ora era stato sfondato da un ragazzocon un randello di carne. Vidi Lorenzo alzarsi: aveva lo sguardo perso nelvuoto: lo score di Sofia era incredibile. Erano passate due ore e lei erariuscita a bere dieci dosi di nettare, dieci volte era stata infornata neldavanti e 5 volte dietro. Lei era venuta per 3 volte. Per non pensare alla miaSandra, mi feci coraggio e chiesi a Lorenzo "Scusi ma quante volte avevastabilito?" lui si girò e con un filo di voce mi disse "mi volevapunire per un tradimento di un anno fa. Un semplice pompino in ufficio,capisce? Il numero lo ha stabilito lei. Per punirmi. Voleva battere il recorddel locale. Dieci di tutto. C'era quasi riuscita, la maledetta." mi salutòcon un cenno del capo e lo vidi sparire dietro la porta aperta da un addetto:lui aveva finito il supplizio. Mi voltai verso Andrea: la sua Loredana si erafermata: nessun nuovo aumento, da più di dieci minuti. Mi girai verso ildisplay di Sandra, fissando l'orologio: un'ora e venti. Alzai gli occhi e dinuovo mi venne un mezzo infarto. Era venuta 4 volte! Lei. La mia Sandra, cheper venire una volta ho dovuto pregare per un mese e sudare sette camicie.Incredibile. Ma poi vedo gli altri numeri: cinque uomini le erano venuti nellafica, cinque nella bocca e quattro in culo. Fui preso da un raptus senzaprecedenti: presi entrambi i pulsantini, quelli dei ragazzi di colore e li misinello stesso momento in corrispondenza del davanti e del di dietro. Oramai nonragionavo più. Mentre mi accingevo a fare ciò, anche il quinto aveva consegnatola sua cospicua dose di sborra nell'intestino della mia signora. Non riuscivo aimmaginarla: con tutti quei ragazzi addosso che la sodomizzavano, lapenetravano, le riempivano di sborra ogni buco. Venti minuti mancavano, oramaiavevo fatto partire anche i negri; ero in piena crisi. Passavano i minuti,nessuno squillo. Andrea era andato via senza dirmi una parola. La sua Loredanaaveva fatto le cose in grande, anche se gli ultimi minuti non aveva combinatonulla. Ad un certo punto fissai i pulsantini di Andrea e Lorenzo: nessuno deidue li aveva utilizzati. Oh mio Dio, forse avevo esagerato: forse loro sapevanoche poteva essere un trauma troppo grande. "Driiiin": squillo singolo. Il 6 incorrispondenza della fica di Sandra era lì a testimoniare che anche le palleenormi di uno dei due stalloni negri si erano svuotati nelle viscere della mia amata moglie. Ero esausto: mi venne in mente la storia dei '5 minuti' e mi misia bussare come un pazzo sulla porta. Volevo entrare prima che anche l'ultimo sifosse scaricato dentro mia moglie. Forse potevo fermarlo, almeno lui. Miaprirono subito, consegnandomi gli occhialini. Mi precipitai verso la porta rossa,che si aprì senza nessun problema. In un baleno mi ritrovai dentro: un caldoallucinante, una folla di ragazzi nudi sparsi a gruppetti nella stanza. Nonpersi un secondo. Cercai con lo sguardo mia moglie. Non riuscivo a trovarla.Con gli occhialini l'immagine era chiara, ma tutta rossa: i colori non si riuscivano a distinguere. Distinsi però delle urla di piacere impressionanti:non avevo mai sentito gridare Sandra in questo modo. Ma la voce era sua. Roca,ansimante, ma era la sua. Mi diressi verso le urla. "Ahhhhhhhh sì bastaaaa no ancora non ce la facciopiùùù" frasi sconnesse. Eccola: finalmente la vidi, o almeno la intravidifra un nugolo di ragazzi che la circondavano. Tutti ridacchiavano parlottandofra loro. Mi feci largo, e quando riuscii a crearmi un varco, i miei occhi nonriuscivano a credere a ciò che vedevano. Mia moglie alla pecorina veniva letteralmente montata da un negro di almeno 190 centimetri, un gigante. Eratutto sudato, ma continuava a sodomizzare mia moglie con un arnese che era esattamente il doppio del mio. Colpi incredibili si abbattevano sulle natiche di Sandra:lei cercava di sorreggersi, ma a volte i colpi erano talmente forti che crollava a terra, per poi farsi rialzare dagli altri spettatori. Il viso eracompletamente ricoperto di una crema gelatinosa, non aveva più una cellulascoperta. Il negro mi prese per un braccio, senza smettere di sbattere Sandra,e mi avvicinò a se."Vedi tua moglie? Ora ti faccio vedere come abbiamoridotto il suo culo" uscì l'enorme verga dal culo di Sandra: davanti a meavevo una voragine, ed in fondo si poteva addirittura vedere il liquidoseminale di quelli che avevano già abusato del mio dolce proibito. Ma l'assenzadi uccelli nel culo di Sandra durò un attimo: il negro introdusse il suo enormecazzo nuovamente. In un sol colpo l'intera lunghezza della sua asta sparìnell'intestino di Sandra: rimasero fuori solo le enormi palle. Un paio di colpie quell'armadio di ebano eruttò nel culo. Se possibile cercò di penetrarlaancora di più in quel momento: sembrava che il cazzo dovesse uscirgli dallabocca. Per buoni venti secondi si sentivano solo le urla di liberazione delnegro e quelle della mia Sandra, che era venuta ancora una volta. In pochi secondi comparvero degli inservienti che presero dolcemente la mia Sandra, la posarono su di una barellina da campo e la portarono fuori. Io li seguii senza fiatare. Oramai paonazzo, lesensazioni che provavo erano incredibili ed inspiegabili. Vedere la mia Sandra essere montata, inculata da un cazzo nero così grosso, era stata una esperienza davvero troppo forte. Mentre seguivo gli inservienti con la mia Sandra, latesta mi girava in modo incredibile. Ero certo di stare per svenire, ma la miaforza di volontà mi imponeva di resistere: volevo assicurarmi delle condizionidi mia moglie. I due ragazzi, una volta arrivati nella nostra stanza,adagiarono Sandra sul letto e andarono via. Io mi avvicinai lentamente a lei.Incredibile: si era addormentata. Dopo quello che aveva passato, lei dormiva,ed anche serenamente. Le aprii le gambe: era interamente impiastricciata disperma, ma quello che notai era incredibile: un rivolo di sborra stavalentamente uscendo dal culo e dalla fica di Sandra, scorrendo sulle cosce perpoi fare capolino sulle lenzuola del letto. Aveva ancora l'ano completamenteaperto: le misi due dita dentro con estrema facilità . Sentii bussare allaporta: andai ad aprire e mi si presentò davanti il gestore con dietro uno deidue ragazzi di colore."Questi sono suoi signor Antonio", mi disse,allungandomi una busta con delle videocassette dentro."E' rimasto soddisfatto del servizio? E' andatotutto come voleva, no?""Sssssì certo ma..""Niente ma godetevi lo spettacolo dellevideocassette e ..vi auguro di ritornare presto". Si fece avanti ilragazzo di colore: sembrava ancora più grosso di quando lo avevo vistoall'opera."Volevo solo dirle che ha una moglie favolosa. Lopotrà notare in videocassetta, comunque. Ma volevo chiederle, come ha fatto alasciare sua moglie con il culo vergine? E' una cosa fantastica! pensi che abbiamo faticato a tenere tutti lontani. Molti però ne hanno approfittato, enon lo abbiamo segnato nel display, capirà ". Mi salutarono e andarono via,senza aggiungere altro. Quindi il culo di mia moglie era stato lavorato da parecchiragazzi. Al diavolo il sonno, coprii mia moglie con una copertina e misi laprima videocassetta, volevo gustarmi l'emozionante entrata. L'immagine eraperfetta, e anche l'audio era chiaro. Ecco mia moglie che entra in mezzo atutto quel fumo. "Antonio, dove sei? Mi gira la testa. Non riesco avedere nulla. Antoniooo" aveva la voce stranamente tremolante, segno chela droga stava facendo effetto. Neanche il tempo di chiamarmi nuovamente che dadietro la circondarono due mani enormi: presero immediatamente possesso del suo enorme seno, immediatamente liberatosi del reggiseno. "Chi sei, tu? Tu non sei Antonio. Aspetta. Non esagerare. Chi sei?" Si girò e a tentoni cercò di riconoscere quello sconosciuto che continuava a tormentarle i capezzoli. Pian piano iniziò atoccare il petto muscoloso e senza un pelo."Non sei Antonio smettila con i capezzoli ti prego" nulla. Lei cercava dicapire qualcosa e la voce si faceva sempre più tremolante."Aspetta, cerchiamo prima mio marito. Ti prego voglio capire chi oddio!!" le sue mai arrivarono proprio sul cazzo del ragazzo: in video si poteva vedere bene quello che la mia Sandra toccò, ed ebbe giustamente un mezzo infarto. Una proboscide di proporzioni immense, anche più grosso di quello del negro visto in diretta."Ma è quello che penso io? E' .. E' oddio--.."il ragazzo dolcemente fece mettere in ginocchio la mia Sandra: si trovò con ilviso a pochi centimetri da quell'arnese. La curiosità e la droga fecero il resto: in pochi istanti la cappella del cazzone era preda della bocca casta ecuriosa della mia Sandra. Iniziò piano, con brevi tocchi di lingua, per poifarsi sempre più profondi, fino a riuscire ad inghiottire un terzo delrandello. Nel frattempo la camera passò dietro la Sandra:un bel ragazzo sistava lubrificando il suo arnese, grosso ma nemmeno paragonabile a quello cheaveva in bocca mia moglie. Con fare subdolo ma efficace il ragazzo riuscì a posizionare la mia Sandra alla pecorina, mentre lei era intenta a stantuffarequel gioiello mai visto. In pochi istanti il ragazzo inserì il suo cazzo nellafiga di mia moglie. "Ohhhhhh" riuscì a dire Sandra, senza minimamente spostarsi da quella posizione. mai mia moglie aveva avuto a che fare con due cazzi. Continuava a giocare con il cazzone enorme, mentre il ragazzo come una furia la sbatteva per bene. Il culo di Sandra danzava in modo meraviglioso, come lo avevo sempre sognato. "Ahhhhhhhhhhhh" il ragazzo, dopo due colpi diassestamento, aveva sborrato dentro mia moglie, la quale non si era mossa di unsolo centimetro: aveva in mano un diamante e voleva tenerlo tutto per se. Dopo breve arrivò il momento del ragazzone con il randello incredibile. Fece le cose per bene: fermò la mia Sandra oramai in preda ad una foga senza eguali e lafece stendere, con la testa leggermente piegata all'indietro. Inserì il suo uccellone nella passerina bagnata di Sandra con molta difficoltà , era davveroenorme. Sandra assecondava i movimenti:ecco, finalmente era entrato e iniziò unsu e giù lento ma profondo. Ogni volta che quell'arnese entrava nella figadella mia signora, i suoi occhi si spalancavano, fra l'incredulo ed ilsognante. Ci volle pochissimo, la mia Sandra aveva lavorato bene di bocca,prima. Un urlo anticipò la sua venuta, e vidi mia moglie nello stesso momentogodere per essere riempita per bene. Non finì di pulire il cazzo del ragazzoche le si avvicinò un signore piuttosto attempato. "Ora vedrai cosa vuol dire godere" le disse, esenza dire altro la girò verso di lui e la penetrò. Iniziò lentamente, poi lave locità cominciò ad aumentare e poi ancora e poi ancora. Dopo un paio diminuti sembrava un martello pneumatico conficcato nella figa di Sandra checominciava ad urlare come una forsennata. Le piaceva da matti quel modo difottere, io non lo avevo mai saputo. La cosa andò avanti per diversi minuti,poi anche il signore attempato riempì la mia signora. Appena due minuti dicalma, per consentire a mia moglie di riprendersi da tre sborrate: non riuscivoa riconoscere la mia pudica mogliettina, che odiava fare sesso. Che zoccola era, in realtà . Mentre era ancora stesa, senza una parola un signore sullaquarantina prese il suo cazzo e lo infilò nella bocca di Sandra. Iniziò astantuffare in modo forsennato. Si vedeva che aveva una voglia repressa, quellolì. Ad un certo punto si fermò e le disse:"Ora voglio che tu beva tutto" annuì con la testa, la mia mogliettina. Un urlo indemoniato avvertì dell'arrivo del seme: le riprese fecero un primo piano da film porno. Poteì chiaramente vedere la gola di Sandra muoversi in modo da deglutire lo sperma dell'uomo, che non la smetteva più di eruttare. Un fiume direttamente nello stomaco: avevo quasi la sensazione che stesse bevendo da una bottiglia. Almeno una decina di copiosigetti finirono nella gola di Sandra, che a fatica riuscì poi a respirare. "Era tantissima. Ma quanta ne avevi nelle palle???" Nemmeno il tempo di riprendersi che si avvicinarono in due, non si potevano vedere chiaramente, ma sembravano ragazzi: senza dire una parola presero la mia Sandra e la posizionarono alla pecorina: il primo spinse il suo uccello nella bocca di mia moglie che immediatamente iniziò a ciucciare dabrava porca. Intanto il secondo iniziò, senza farsi vedere da mia moglie, alubrificarsi il cazzo di proporzioni ragguardevoli. Appena finito, piantò la sua mazza in figa, cominciando un andirivieni da svenimento. Il ritmo martellante si ripercuoteva nel pompino: la bocca di mia moglie era diventata praticamente una seconda vulva. Dopo un paio di minuti, con mia moglie praticamente inebetita dal piacere che stava provando, il ragazzo uscì il randello dallafiga e lo posizionò in linea con il buchino del culo. Stavo per assistere allasodomizzazione di mia moglie. Mille volte avevo sognato questo momento, anchese l'artefice, nei miei sogni ero io. La telecamera si posizionò in modo taleda produrre un primo piano da sballo: mia moglie era intenta a completarel'opera del pompino. Con un colpo di reni il cazzo entrò nel culo. Mia mogliesi fermò di colpo, emettendo un urlo di dolore. Il ragazzo non si scompose. Inmodo naturale continuò a spingere nel culo di Sandra fino a penetrarla completamente. Il primo cazzo era entrato nel culo di mia moglie. E non era il mio. Mia moglie si bloccò, continuando ad urlare: il ragazzo iniziò astantuffare nel culo piano piano. Nel frattempo il primo ragazzo ripresepossesso della bocca di Sandra e ricominciò a scopare la sua figa personale.Sandra riprese il ritmo. Ora sembrava piacerle anche questa penetrazione. Nonpiù urla ma di nuovo gemiti di piacere. Il movimento durò qualche minuto,dopodiché il ragazzo le venne nell'intestino. Ebbi un brivido intenso. mentreil primo spruzzava le ultime gocce di sperma nel culo, il secondo venne intensamente nella gola di Sandra: anche in questo caso deglutì senza batter ciglio, anzi: le doveva proprio piacere perché non si staccò da quel cazzo nemmeno dopo che ebbe finito di sborrarle in gola tutto il suo nettare. Ad untratto la telecamera riprese il viso dell'ultimo ragazzo: oddio .era ..era non ci posso credere era quel bastardo di Giulio. Maledetto. Ora avevo capito tutto. Era stata tutta una scena per fottersi mia moglie. Non le aveva perdonato quel rifiuto, anni prima.E il bello era che l'aveva fatto coperto dall'anonimato. Venne inquadrato ilsecondo ragazzo, quello che aveva sfondato il culo di mia moglie: stavo persvenire. Era Angelo, o meglio Angelino. Il nipote diciottenne di Sandra. Giuliolo conosceva bene, e a mia insaputa aveva avvertito di tutto il nostronipotino, che sicuramente non aspettava altro. "Oddiooooo". Sentii dietro di me. Era miamoglie, si era appena svegliata ed aveva visto tutta la scena. Mi girai versodi lei, cercando di mettermi fra lei e lo schermo, ma troppo tardi."E' Angelino ..mio Dio mi hai fatto scopare anche danostro nipote e da Giulio!!!""No cara, vedi. Mi è sfuggita di mano la situazione.Hanno organizzato tutto senza dirmi nulla--""Lurida carogna. Proprio una puttana, dovevi farmidiventare? Mi hanno penetrato dappertutto. Sono piena di seme. Ma davveroquesto volevi?" non aspettò la mia risposta. Si alzò e, barcollando,indossò una vestaglia ed aprì la porta della stanza. "Se entro 20 secondi non mi raggiungi in macchina,parto da sola.""Aspetta amore, fatti almeno una doccia.Ragioniamo" macché, era già arrivata alle scale. Raccolsi tutto ilpossibile e le corsi dietro. Salutai con un cenno il gestore, fermo davanti alportone nero, e raggiunsi in macchina mia moglie. Senza dire una parola, avviaila macchina e partii. Le ore di viaggio passarono lentamente,..fra un"bastardo" ed un "te la faccio pagare". Appena arrivati,uscì dalla macchina dicendomi: "Tu vai a dormire in albergo, o dove cazzovuoi. Domani ti faccio chiamare dal mio avvocato, per sistemare la nostra piccola insignificante pendenza". Entrò nel portone, sempre vestita dellasola vestaglia. Notai il suo sedile completamente intriso di sperma: per tuttoil viaggio ne era fuoriuscito dall'ano e dalla passerina. Ero frastornato. Pertutto il viaggio cercai un rimedio, un qualcosa per cercare di aggiustare lecose; ma la presenza di Giulio e di Angelino era stata davvero una sorpresa,per me. "Eccola, finalmente, dottor De Angelis. Sua moglie èarrivata". Infatti ecco una Punto rossa. Non è sola. Lo immaginavo: c'èGiulio con lei. me lo sono meritato."Ciao a tutti. Scusate il ritardo. Toh c'è anche ilcornuto" meritato, anche questo. Fisso la mia Sandra: sguardoallegro,vestitino succinto. Niente reggiseno. Ha proprio organizzato tutto.Intanto Giulio senza dire una parola sbaciucchia sul collo la mia piccolina,che ricambia con un ridolino."Bene, possiamo andare nel mio studio.""Va bene, vi raggiungo subito. Devo solo pagare leconsumazioni al bar". Ho mentito. Sono diventato bravo a mentire. Nonriesco a salire le scale in loro compagnia. Mi concedo ancora qualche istante.La nebbia è andata via, finalmente. C'è addirittura ilsole. Io però sento freddo. Ancora tanto freddo. MAX_101 4135 0 14 years ago