Alberto
, 19 y.o.
Male
Modena, Italy
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- 15 years ago Voleva di più... Voleva di più. Non gli bastava che lei fosse pronta a tradire per la prima volta suo marito. Era mesi che giocava con lei come il gatto con il topo. Aveva deciso che l’avrebbe portata alla perdizione e adesso sentiva che lei era pronta a seguirlo nel suo gioco perverso. Quella donna che aveva conosciuto tramite amici e che da subito le era parsa indisponente nella sua religiosa serietà. Tutta casa e chiesa, niente lasciato al caso, così fredda e insulsa, perlomeno per lui che si era sempre ritenuto “un uomo di mondo” Eppure quella donna lo attraeva in un modo sconvolgente, il fatto che fosse così casta per quei tempi, la sua bigotteria così evidenziata. Sulla quarantina, di media statura, niente figli, un corpo ancora sodo, una castità nel vestire che era paritario ai suoi istinti. Una corazza esterna che avevo deciso di abbattere a costo di passare dei mesi. E mesi ci vollero affinché lei si lasciasse andare e accettasse che era una donna, una donna che non sapeva cosa volesse dire essere donna. Finalmente si era aperta, si era lasciata andare e aveva trovato il coraggio di parlare con lui di quello che a lui piaceva parlare. Piano, con calma, le aveva fatto dire tutti i suoi modi di fare all’amore, di come lo viveva, e di come percepiva il godimento e ancora una volta aveva capito di avere ragione, quella donna non sapeva niente dell’amore o per essere più precisi, non sapeva niente del sesso. La sua unica esperienza era stato suo marito, il quale si era sempre limitato a rapporti corretti , senza mai superare quello che sarebbe andato contro una normale esigenza sessuale con lo scopo di fare figli. Solo una volta aveva provato a fare sesso orale e ne era rimasta schifata, la sodomia, aveva sempre pensato fosse un castigo del demonio. E io divenni il suo demonio. In quei mesi avevo tramato la mia tela, non vi era cattiveria, era un gioco delle parti, dove io amante libertino, volevo portarla ai miei piaceri. Tutte le sere finivamo con lo scontrarci sul sesso e io ogni sera diventavo più intraprendente, lei ascoltava e ribatteva e io la provocavo, la portavo a leggere racconti erotici dove la fellazio e la sodomia risultavano piacevoli se fatti con il partner giusti. Sentivo che cominciava a cedere, le sue risposte diventavano domande sempre più curiose, non respingeva più l’idea di queste varianti, le viveva solo con la paura dell’ignoranza e il terrore del dolore nel caso della sodomia. Non si era mai posta il problema di toccarsi per godere da sola e mai si era eccitata fuori dal contesto del matrimonio…sino a quel momento. Sentivo che negli ultimi giorni qualcosa era cambiato, la sentivo più partecipe, la sua voce diventava roca al telefono, decisi che era il momento di chiedere di più. - Stasera mi piacerebbe in web- - Che ce di strano, non è la prima volta – - lo so, ma stasera vorrei che tu fossi senza reggiseno e con qualcosa che mi lascia intravedere le forme dei tuoi seni – - sei pazzo? - No, se non ti va lascia stare, ma non mi chiedere di venire per un po’ - - No, dai, che centra, lo sai che mi piace stare con te, ma una cosa è parlare e una cosa e passare a cose che io non ho mai fatto- - Io adesso ho bisogno di più che parole, se non te la senti… meglio smettere qui. Sento un silenzio al cellulare che dura qualche secondo, ma che per lei deve essere una eternità. - Facciamo così, tu vieni stasera, io ci penso. Io approfitto del suo cedimento e dico; - é mettiti una gonna, sai quanto mi piace- Senza aspettare una sua risposta, chiudo . non voglio darle il tempo di riflettere, mi rendo conto che la mia richiesta mi ha eccitato e già penso a cosa vorrò da quella donna se questa sera sarà vestita come le ho chiesto. Alle dieci di sera accendo internet e mi collego con lei, comincio a chiacchierare come sempre di tutto e poi come sempre la porto sul sesso, scaldo l’ambiente e quando sento che la sua voce scende, diventando roca, le chiedo di accendere la web, che voglio vederla. Vedo la scritta che posso vedere le immagini e subito accetto. La conosco, conosco tutto del suo corpo nascosto, guardo subito la camicetta che ha messo e vedo con piacere che sotto non porta niente, vedo i suoi capezzoli eccitati da quella nuova sensazione, spingere forte contro la stoffa, mostrandomi quello che volevo vedere. Guardo il suo viso, vedo che è tesa e aspetta di vedere cosa le dirò: - Alzati, fatti vedere – La guardo mentre spostando la sedia si alza e mi fa vedere la sua gonna nera stropicciata che le copre le gambe sino alle ginocchia . Sono soddisfatto e eccitato: sta bene vestita così e quella camicetta le toglie un poco di quella aria da santa che si è creata. - stai bene e mi sto eccitando - Vado diretto con le frasi, non voglio che si rifugi di nuovo nella sua bigotteria. La vedo arrossire, sa che le vedo i capezzoli per la prima volta e questa frase che ha sentito, è una cosa nuova per il suo modo di vivere il sesso. - Mi piacerebbe essere lì e accarezzarti i seni, poi sbottonare la camicia e toccarti la pelle e assaporare i tuoi capezzoli con la mia bocca – Vedo un tremito sul suo corpo, riconosco l’eccitamento e allora visto che lei non parla, continuo; -Slacciati la camicetta - Sembra in trance, rimane ferma e io incalzo ancora più deciso; - Slacciati la camicetta, fammi vedere quanto sei sexy – Questa volta lei porta le mani sui bottoni e piano li slaccia e poi per la prima volta in vita sua, mostra il suo seno a un uomo che non sia suo marito; -Prendili tra le mani e accarezzali come ti ho detto mille volte farei io, chiudi gli occhi e pensa alle mie mani- La vedo che combatte contro la sua moralità, ma ormai gli argini sono rotti, le mani vanno sui seni e cominciano a sfiorare i capezzoli duri come bottoni e piano si accarezza come tante volte le ho detto che avrei fatto io e in quel momento capisco che quella donna sarà mia nei modi più indecenti e che mi seguirà nel fuoco dell’inferno… del mio inferno. L’incontro È diverse notti che le chiedo di accontentarmi nei miei piacere virtuali, l’ ho fatta vestire ancora più sensuale, con lingerie sempre più erotiche e le ho chiesto di toccarsi per me, non più solo il seno. le sue mani sono andate sotto le gonne e per la prima volta in vita sua, lei ha goduto pensando a un altro che non sia suo marito. - Trova una scusa per domani, adesso voglio sentire il tuo corpo dal vero, farti provare quello che tante volte ti ho descritto, farti conoscere tutto di me- - Non posso, anzi, potrei, ma ho paura di cosa vuoi da me- - Sai cosa voglio e sai che vorrò sempre di più…tutto o niente: non sei obbligata ma questo sono io, o mi prendi per quello che sono oppure sei libera di non cercarmi più. - Ti prego… non dire così, lo sai quanto sei importante adesso per me. - Bene, ti aspetto domani mattina fuori dalla stazione, vestiti sensuale con qualcosa di nero e metti quelle autoreggenti che mi hai fatto vedere l’altra sera. Aspetto una sua risposta che non arriva. -Ciao , a domani – le dico - Ciao – E capisco che domani sarà alla stazione. La vedo scendere dal treno, ancora una volta ha fatto quello che le ho detto, la sua gonna nera è per me un oggetto di desiderio che subito si propaga sotto i miei calzoni; sapere che presto farà con me cose che in vita sua non ha mai fatto, mi fa esplodere di eccitazione, sento il mio membro soffrire chiuso dai miei slip, un saluto con la mano e la vedo incamminarsi verso il suo amante-torturatore. I miei pensieri sono sotto i suoi vestiti mentre fremente aspetto di toccarla per la prima volta. - Ciao Patrizia, dal vero sei ancora più bella – - Anche tu sei meglio dal vero – Lo dice con un filo di voce e come un agnello che va incontro al suo destino, lascia che io la baci. Sento per la prima volta quel suo sapore dolce su due labbra di seta. Stessa sensazione di quando tocchi una pesca. Le accarezzo i capelli e nello stesso tempo le afferro il corpo e stringendolo a me, le faccio sentire quanto la desidero. Ancora una volta arrossisce mentre le apro la porta e la faccio entrare nella mia mercedes. Guardo le sue gambe che cercano la posizione migliore e vedo quelle calze vellutate accarezzarle la pelle e penso alle mie mani quando finalmente potranno prendere il posto delle calze e farle venire i brividi al pensiero di quanto seguirà. I miei pensieri volano veloci come la mia macchina, la mia mano destra si appoggia maliziosamente sulla sua gamba, proprio dove finisce la sua gonna e quel primo tocco della sua pelle, mi da una brivido caldo che velocemente si sparge per tutto il corpo: lo stesso calore che sento sulla sua pelle, lei cerca di rimanere tranquilla. Comincio a giocare con la sua gonna e piano guadagno qualche centimetro arrivando sopra le ginocchia, lei istintivamente, appoggia la sua mano sulla mia e fa pressione come per farmi capire che devo fermare quel tocco crescente. La guardo deciso e le faccio capire senza parlare che deve lasciarmi libero di fare quello che il mio istinto mi chiede, lei capisce e piano alza la mano dandomi strada sul suo corpo e chiude gli occhi. Salgo ancora e trovo la fine delle sue calze autoreggenti e lì la mia pressione si fa sentire; palpo il suo interno coscia e per la prima volta sento il suo sospiro dal vero, il suo primo sospiro che la porta a allargare leggermente le cosce lasciandomi più spazio per muovermi. Guardo il suo viso teso che piano si sta rilassando, gli occhi chiusi le permettono di seguire le mie mani senza vergognarsi mentre il suo corpo mi lancia segnali inequivocabili. I suoi capezzoli, come in web, hanno reagito e ancora una volta spingono soffrendo contro la camicetta che le ho fatto mettere, l’aureola e sproporzionata a confronto al seno e questo mi fa venire voglia di prenderlo in mano e palparlo, lascio che sia la mia mano sotto la sua gonna a prepararla mentre siamo quasi alla mia villa. Il contatto con il suo piccolo perizoma, fa si che lei si sposti per facilitarmi il tocco e io percepisco i suoi umori che ne hanno abbondantemente bagnato la stoffa. Le mie dita cercano furtivamente il caldo della sua intimità e si appropriano di quel frutto proibito a tutti sino a quel momento. Lubrifico bene il dito con il suo desiderio poi esco da lei e metto a posto la sua gonna proprio mentre mi fermo e salgo sulla sua bocca , appoggio il suo umore sulle sue labbra e ne forzo delicatamente l’entrata, lei apre gli occhi , capisce e prende il dito in bocca; - Succhialo… comincia a abituarti con questo- lei avvolge il dito e guardandomi negli occhi, comincia a succhiarmi il dito e comincia a simulare un pompino: il suo viso arrossato, contrasta con quello che sta facendo e questo è un ulteriore colpo al mio basso ventre. Fermo la macchina, vado a aprirle la portiera e prendendola per mano, la porto nel mio mondo proibito. La prima volta La faccio sedere sul mio divano nero e mi metto davanti a lei. le mie mani accarezzano il suo viso e piano scendono sul collo per fermarsi sui suoi seni, sento il suo cuore battere forte e questo muove i seni in modo esagerato. Le slaccio la camicia e li lascio liberi di danzare, mi metto in ginocchio davanti a lei e prendo in bocca quei capezzoli, con la lingua ci gioco e veloce passo da uno all’altro mentre le mie mani accarezzano i fianchi e il resto. Il suo sospiro è come il suo battito, intenso e veloce, ancora non ha avuto il coraggio di farmi una carezza, continuo a preparare il suo corpo e con le mani scendo di nuovo sotto la sua gonna, arrivo allo slip e senza toglierglielo, lo sposto di lato, poi le dico; -faremo all’amore solo quando ti sentirò implorarmi di prenderti- Non aspetto risposta, con la testa vado sotto la sua gonna e con la lingua mi impossesso dei suoi umori ormai esageratamente sulle sue cosce, metto le mani sotto il suo sedere e palpandolo, comincio a cercare il suo piacere. La mia lingua esperta, trova subito i suoi punti più delicati e presto la sento gemere forte, cerca di resistere, ma inevitabilmente le sue mani prendono la mia testa e le sue parole cominciano a essere confuse: io aumento la mia penetrazione orale e vado sul suo clitoride a scaricare la mia voglia e comincio a martellarlo;- -Ohhh…Dio mio, ti prego non fermarti…ti prego… E poco dopo Patrizia ha il suo primo orgasmo con la lingua. Io continuo, per molti minuti resto dentro di lei e sento i suoi umori scendere sempre più copiosi. I suoi movimenti diventano scatti, a ogni mia entrata lei ha un sussulto. -Ti voglio… ti prego… voglio sentirti dentro … A quella richiesta, io le prendo una mano e l’appoggio ai miei calzoni, senza smettere, mi metto di fianco a lei in modo contrario e le faccio capire cosa deve fare. - Lo sai che non lo ho mai fatto – Non gli rispondo, aumento solo il ritmo dentro di lei e dopo pochi secondi, sento i miei calzoni slacciarsi e scendere insieme a gli slip. Sento per la prima volta le sue mani sul mio membro teso, le sento andare su e giù ma non sento il calore della sua bocca, allora le prendo forte i glutei e stringendoli, le succhio forte il clitoride. Lei emette un gemito forte, capisce il motivo di quel gesto e aprendo la bocca si posa sulla mia cappella cominciando a giocarci con timore, superato l’impatto iniziale, sento che piano lo fa entrare in profondità e finalmente si appropria del mio sesso. La sua poca esperienza viene supportata dalla sua voglia di soddisfarmi e così con calma io la aiuto a Migliorare il suo ritmo e quando sento che cresce di nuovo il suo piacere , esco un attimo e le dico; - Quando sei pronta battimi sul fianco, veniamo insieme e vedrai che sarà bello – Scendo di nuovo in mezzo alle sue gambe e ricomincio a leccare tutto di lei, come lei adesso sta facendo con me. Passa un minuto e dietro a un gemito più forte degli altri, sento il suo tocco nervoso sul mio corpo e allora stringo le mie gambe attorno alla sua testa per evitare che nel momento dell’orgasmo lei scappi via sentendo il mio seme e aumentando il ritmo, corro verso il paradiso. Momenti indescrivibili seguono movimenti disordinati e poi sento il mio seme lasciarmi e riempire quella bocca calda e con mia soddisfazione, sento che Patrizia non scappa, anzi, cerca di fare quello che le ho sempre raccontato. Esco da lei per vedere il suo primo pompino con ingoio e vedo che lei mi guarda passionale mentre cerca di trattenere il mio sperma dentro di lei, le prendo la testa e spingo il mio piacere al limite della sopportazione e poi sfinito cado al suo fianco. Ci vogliono 30 secondi perché i cuori tornino normali, lei cerca parole che la rassicurino, mi dice; - Era così che volevi lo facessi…ti è piaciuto?Sono stata brava? Non le rispondo, con gli occhi mi faccio capire, poi ci ripenso e dico; -Vieni qui,baciami, senti il tuo sapore, mischialo con il mio – Esegue felice quell’atto di dolcezza dopo quella esperienza . I baci si susseguono, io non ho bisogno di altro tempo per rinvigorire il mio piacere, ho troppe voglie da soddisfare e quella donna mi eccita molto, - Girati – - - Ti prego, non chiedermi questo – - Se ce qualcosa oltre al sesso, non mi chiedere questo – - Non so cosa sia con te… scopriamolo insieme,- - Girati – Si alza dal divano e senza parlare si mette in ginocchio sul tappeto con le mani che si appoggiano sopra, divarica le gambe e abbassando la testa tra le due braccia, chiude gli occhi. Ha un sedere stupendo, le natiche sono due mezze lune e il mio desiderio di maschio cresce a quella immolazione corporea. Sapere che sarò il primo mi stimola oltre ogni logica, prendo un olio di vaselina che ho preparato dal giorno prima e dolcemente comincio a lubrificarle lo sfintere. Sento la sua rigidità e il suo tentativo di espellere il mio dito che la prepara; - Rilassati, respira forte e segui i miei movimenti, appoggio le mie mani sui suoi fianchi e cerco di calmare il suo tremore quando appoggiando il mio glande, le faccio percepire il momento. - fermati, ti prego fermati – Queste parole strozzate in gola, seguono la mia prima spinta: l’olio fa il suo dovere, la cappella sparisce nel suo stretto buco e solo le mie mani forti, la tengono nella posizione iniziale; il suo tentativo di sfuggire, finisce contro il divano, le sue braccia molli cercano spazio; - Metti quelle braccia contro il divano e spingi il sedere verso di me - La mia voce non accetta replica, vedo che si rimette in posizione e piano alza il sedere e con un movimento leggero cerca di accontentarmi. So che sta soffrendo, ma adesso penso solo al mio piacere, le mie mani vanno sui suoi seni e il mio corpo si appoggia alla mia schiena e in quel momento Patrizia perde la sua ultima verginità. Lascio scivolare il mio membro sino in fondo, solo il contatto del mio scroto contro la sua pelle, mi calma e a quel punto comincio il mio avanti e indietro dentro di lei incurante dei suoi lamenti. Passa qualche minuto prima che Patrizia si calmi e accetto il mio membro completamente dentro di lei, nel frattempo io sono sceso con le dita sul suo pube e la accarezzo, lei adesso geme diversamente, il dolore si è mischiato al piacere e per la prima volta mi dice; - Si, non ti fermare, fai quello che vuoi, ma non ti fermare – E io affondo il mio pene in quella carne morbida con ancora più passione . Passano cinque minuti in cui lei passa dal piacere al dolore e viceversa; poi a un certo punto dice, - Ti prego vieni, non ne posso più, ti prego… I suoi seni arrossati sotto le mie strette, subiscono gli attacchi come i suoi glutei e tutto è stupendamente sexy, talmente sensuale che mi lascio andare e lascio liberi i miei ultimi succhi che presto scendono a scaldare l’intestino di Patrizia. Urlo il mio piacere con un ultimo colpo di reni che la fa urlare un ultima volta e poi mi lascio cadere sulla sua schiena facendola cadere a sua volta sul tappeto. L’animale che è in me, sta lasciando il posto all’uomo, le accarezzo la schiena e le dico parole dolci, so che dopo quel sacrificio, Patrizia sarà per sempre mia. - Che ne dici di mangiare qualcosa adesso? - Non abbiamo ancora fatto all’amore normalmente e ho un sacco di idee indecenti su di te – Vedo un brivido percorrerle la pelle e la sua risposta è quasi un sussurro; - Dio mio, ma cosa pretendi ancora da me… - Tutto e di più… molto di più… - Con quelle parole vado a preparare qualcosa da mangiare.... Per richieste o discussioni msn : [email protected] 21709 0 16 years ago
- 15 years ago L'ingoio al cinema Una mia amica mi raccontò un giorno.... Il tutto, tremendamente vero, è successo molti anni fa, esattamente nel 1995. Ancora non conoscevo l’uomo che sarebbe diventato mio marito; ero una ragazza normale che lavorava come assistente alla clientela in una azienda che produceva software per i POS. Ovviamente nel 1995 i POS utilizzavano software che oggi sarebbero antidiluviani e necessitavano di assistenza continua anche nei giorni festivi. Io lavoravo dal mercoledì alla domenica compresa: era abbastanza pesante ma avevo due giorni interi di riposo ed ogni tanto li utilizzavo per fare shopping o per passeggiare, anche da sola, per le vie del centro. Un martedì di aprile ho preso l’autobus per andare in centro: erano le 11:00 ed il mezzo era abbastanza affollato. Ero in piedi quando sento una persona terribilmente vicina: mi giro di scatto,quasi d’istinto e vedo un uomo sulla quarantina (io all’epoca avevo 25 anni) che era a pochi millimetri da me e che ovviamente guardava dall’altra parte. Io non la presi male, anche perché non aveva fatto “la mano morta”, non potevo dirgli niente, potevo solo spostarmi ma non lo feci perché era un bell’uomo, alto, moro bellissima presenza. Io quel periodo non stavo con nessuno, anzi erano otto mesi che avevo rotto con un ragazzo. Per tutto il tragitto, durato circa 15 minuti, io sono stata ferma in piedi e lui a pochissimo da me: devo dire che la situazione mi interessava, non mi dava fastidio, mi intrigava. Scendo alla mia fermata, una via parallela al corso principale della mia città, e lui fa altrettanto. Cammino circa tre/quattrocento metri fermandomi ogni tanto a delle vetrine e lui mi segue, finchè mi giro ci guardiamo, anche se a distanza, a lungo ma lui non si fa avanti. Ho capito che forse voleva soltanto una avventura: mi sono detta “ perché no?” A pochi passi da me c’era un manifesto di un film che proiettavano in un cinema a poche decine di metri, aperto dalle 10:00 (per via degli studenti che marinavano la scuola). Mi incammino, entro: era un cinema che aveva due sale: nella sala grande era in programmazione un film che adesso non ricordo, mentre nella sala piccola, ma veramente piccola, programmavano FERMO POSTA di Tinto Brass. La sala grande purtroppo era chiusa ed era aperta solo quella piccola: feci per ritrarmi quanto sulla porta del cinema appare lui. Mi convinco ed acquisto il biglietto, seguita a ruota da lui. Entra nella saletta ed era appena finito il primo spettacolo quindi le luci erano accese. Seduti c’erano quattro uomini abbastanza adulti, uno addirittura anziano, e vado a sedermi all’ultima fila, sola. Lui si posiziona in piedi dietro l’ultima fila ma lontano da me. Si spengono le luci, guardo a sinistra e vedo i bagni: per la miseria, penso, sono venuta a sedermi proprio vicino i cessi !. Dopo cinque minuti sento che lui si avvicina, stando sempre in piedi, alle mie spalle. Passano i minuti e non succede niente; il film era molto spinto e francamente avevo incominciato a guardarlo con interesse. Più tempo passava e più mi eccitavo non per la situazione con l’estraneo, di cui mi ero quasi scordata, ma tanto per il film veramente bello. Dopo circa 15/20 minuti all’improvviso sento una mano sul mio seno destro: mi volto di scatto ed era lui che come se niente fosse guardava il film e toccava il mio seno (una discreta quarta sotto un golfino rosso attillato). Mi volto guardo anch’io il film mentre lui continua sempre più “voracemente” a palparmi le tette. Mi sento molto eccitata, allargo le gambe, portavo un pantalone elasticizzato, metto la mia mano sulla passerina e comincio a toccarmi. Sento da dietro una lampo che si apre, mi volto e lui tiene fra le mani il suo cazzo, per la verità non lungo ma abbastanza grosso. Non riesco a rigirarmi, che lui lascia le tette, prende la mia testa e la spinge contro il suo cazzo. Mi sentivo eccitatissima, smetto di toccarmi, e con le mani afferro il suo culo per spingere ancora di più dentro la mia bocca il suo cazzo, duro sino all’inverosimile. Se ne viene come una fontana in bocca ed in gola; mentre lui si gira e chiude la lampo io mi giro per sputare via il suo sperma. Mentre lo stavo facendo, si accendono le luci. Mi rialzo e vedo che gli altri uomini mi guardano. Io arrossisco e penso “ mi avranno vista?”. No cavolo, mentre facevo il pompino all’estraneo emettevo mugolii sempre più intensi e sicuramente mi avranno vista. Sto ferma, intenzionata ad andarmene appena inizia il secondo tempo. Si spengono le luci, neanche il tempo di accorgermene, e tre dei quattro uomini presenti si alzano e si dirigono verso di me. Pochi passi e si siedono a fianco, uno a destra e due a sinistra. Immediatamente tirano giù la lampo ed iniziano a masturbarsi. Io era impietrita, non sapevo cosa fare, se magari gridare o scappare via. Ma loro si masturbavano soltanto, non mi stavano toccando o trattando male. Io li vedevo e più passavano i minuti e più ero sorpresa. Non nascondo che dopo poco, questo loro masturbarsi guardando un po’ il film ed un po’ il mio seno, mi piaceva. Uno di loro infine mi dice “ signorina, posso toccarla?” questa domanda mi lasciò di sasso. Mi dissi che erano probabilmente degli uomini seri ma terribilmente infoiati. Gli dissi sottovoce di si e lui incominciò a toccarmi le cosce, quello a destra vedendo l’altro anche lui mise la mano sulla coscia ed iniziarono a toccarmi; passarono poi alle tette mentre il terzo si alza viene davanti a me si abbassa ed incomincia a baciarmi da sopra i pantaloni la passerina. Ero eccitata in maniera quasi bestiale; loro al contrario dell’estraneo erano dai modi gentili e che ti mettevano a proprio agio, ed io mi sentivo bagnata fradicia. Il terzo poi toglie i miei pantaloni e gli slip ed incomincia a leccarmi avidamente la fica. Poi, i due ai miei lati mi alzano piano, al mio posto si siede uno di loro con l’intenzione di penetrarmi. Mi siedo sul suo cazzo e prendo a saltare e gemere mentre dà forti colpi di reni. Davanti, in piedi, ai miei lati si posizionano gli altri due, e gli prendo in bocca a turno i loro cazzi molto duri e carnosi. A turno mi impalano tutti e tre e tutti e tre ricevono un pompino. Infine mi prendono, mi girano e mi mettono a pecorina sulla poltrona con la testa rivolta verso dove prima ho fatto il pompino all’estraneo. Uno gira verso di me, me lo mette in bocca e dopo alcune pompate mi viene in gola mentre un altro da dietro mi lecca la passerina ed il culo. Così fanno tutti e tre, non ho mai visto tanto sperma in tutta la mia vita, anche se lo sperma lo buttavo subito fuori. Mi salutano con un bacio sulla guancia e se ne vanno. Io ero completamente sfinita; non scopavo da più di otto mesi, non so neanche io quanti orgasmi ho avuto. Mi distendo sulla poltrona, dopo essermi un po’ ricomposta, e chiudo gli occhi. Dopo forse 5 o 10 minuti mi ritrovo il quarto uomo che all’inizio era presente in sala. Il cinema, tranne noi, era completamente vuoto, ma io presa dalle scopate precedenti, di questo anzianotto me ne ero completamente scordata. Mi guarda sorridente, avrà avuto circa sessant’anni, ma i modi erano molto signorili. Comincia a toccarmi, mette la mano nei miei pantaloni elasticizzati e comincia a toccarmi il clitoride. Io butto la testa all’indietro e ricomincio a bagnarmi e a godere: me ne vengo e lui soddisfatto mi dice “ mi fai venire anche a me?” si tira fuori il cazzo, invero un po’ piccolo, io mi inginocchio mentre lui rimane seduto lo prendo in bocca ed inizio a fargli un pompino. Mentre spompinavo dice “ sto per venire, ma ti prego non buttare via lo sperma, lo sperma è salute, è vita e non fa male anzi è tutta vitamina”. Fino ad allora io non avevo mai ingoiato lo sperma perché mi faceva un po’ schifo, ma lui lo disse con una voce talmente tranquilla e saudente, quasi come se io dovessi ingoiare lo sperma di qualcun altro, che lo feci. Lui venne a fontana, mi prese il viso molto dolcemente con una mano sotto il mento, mi avvicinai al suo viso, mi disse “ apri la bocca senza ingoiare” lo feci poi mi disse “ingoia” lo feci. Il sapore era buono e lui era stato dolcissimo. Mi baciò e mi disse di farmi trovare qui il martedì successivo. Ebbi una storia con lui durata sei mesi e tanti litri di sperma ingoiati. msn [email protected] 65258 2 16 years ago
- 15 years ago L'allieva e il professore Marco era un bell’uomo 40 anni ben portati fisico atletico mantenuto da un costante allenamento diviso tra palestra e jogging. Come attività principale aveva uno studio ormai avviato di consulenza fiscale, ma aveva pure mantenuto il suo iniziale lavoro, l’insegnamento Quell’anno era stato trasferito ad un altro istituto e tra le classi in cui insegnava ragioneria, c’era pure una quinta composta per lo più da ragazze dove fra tutte spiccava la bellezza di Giulia una bellissima ragazza figlia di uno dei più importanti industriali della città un uomo noto anche per la ferrea disciplina che aveva imposto alla propria figlia. Quella mattina Marco, che non doveva recarsi a scuola, ne approfittò per andare a fare un po’ di jogging in un parco vicino. Era poco più di dieci minuti che correva quando passando accanto ad una siepe, sentì degli strani rumori provenire da dietro la siepe stessa. Colto dalla curiosità si avvicinò per vedere cosa fosse a provocare quei rumori e quando vide di che cosa si trattava rimase letteralmente sbalordito. La bellissima Giulia era intenta a fare un pompino ad un uomo di una certa età . Si ritrasse immediatamente nella paura che Giulia lo scoprisse, come se fosse lui ad essere stato colto in fallo. Ritornò a casa sbalordito, da lei proprio non se lo sarebbe mai aspettato, poi si pose tra se e se una domanda: ma come avrebbe fatto il giorno successivo a giustificare la sua assenza da scuola? Sarebbe stato il primo a scoprirlo dato che sarebbe stato lui l’insegnante della prima ora e se non fosse mancata anche il giorno successivo….. Nella sua mente intanto si faceva strada un’idea su come poter sfruttare quella situazione, soprattutto se Giulia avesse commesso qualche errore. La mattina dopo Marco si recò a scuola con una strana eccitazione che aumentò quando vide Giulia presente. Dopo il consueto appello, chiese le giustificazioni dell’assenze del giorno precedente. Gli furono portati i libretti delle giustificazioni e subito si accorse che quella che sarebbe dovuta essere la firma del padre di Giulia, era visibilmente falsa. “Questi per il momento li tengo io†e con lo sguardo cercò gli occhi di Giulia che diventò rossa all’istante. Finita la lezione restituì ai vari alunni i libretti delle giustificazioni, a tutti tranne che a Giulia, alla quale disse: “Lei signorina mi può seguire?†Una volta rimasti da soli nel corridoio… “Lei sa benissimo che la firma di suo padre è falsa†“Ma… io…†“Senta per il momento questo lo tengo io vedrò se farlo vedere al preside†“No la scongiuro, se lo viene a sapere mio padre mi uccide…..†“Non sia esagerata…†“Forse lei non conosce… la prego mi aiuti…so di aver sbagliato… ma le giuro che è la prima volta…†“Senta voglio pensarci su… facciamo così lei stasera venga alle 18.30 nel mio studio in Via……….. e le comunicherò la mia decisione†Ormai nella mente di Marco si era già delineata una precisa strategia. “Va bene, ma la prego….pensi a quello che le ho detto†Marco durante tutto il giorno attese con ansia il momento dell’appuntamento. Fece in modo di sbrigare le pratiche più urgenti, ma soprattutto di liberare tutto il personale dell’ufficio.Alle 18.30 in puntò sentì suonare il campanello, andò ad aprire e davanti a sé si ritrovò Giulia più bella che mai, forse era quell’espressione impaurita che la rendeva più desiderabile. Aveva una gonna di jeans appena sopra il ginocchio, e una mogliettina bianca aderente che metteva in risalto i suoi splendidi seni. “Venga entri pure…andiamo nel mio ufficio….†La fece accomodare sulla poltrona di fronte alla sua scrivania, mentre lui si pose in piedi appoggiato con il sedere alla scrivania stessa in modo da dominare psicologicamente Giulia ancora di più. Allora mi racconti tutto….†“Che…che …cosa vuol sapere….†“Innanzitutto perché ha falsificato la firma di suo padre..†“Beh ecco…il giorno prima non ero andata a scuola senza che lui lo sapesse..†“Questo lo avevo intuito pure io….., ma perché non si è recata a scuola….†Mentre pronunciava queste parole, Marco non potè fare a meno di notare che forse anche per l’agitazione che la ragazza aveva addosso, il respiro le si era fatto più veloce e il seno si muoveva ritmicamente in su e in giù e Marco era letteralmente ipnotizzato da quel movimento. “Ehm… sono andata a studiare da una mia amica …†Improvvisamente il tono di Marco passò dal “Lei†al “Tuâ€, forse anche per dar maggior peso alle sue affermazioni. “Ascoltami… non sono qui per farmi sentire raccontare delle bugie voglio la verità …†“Ecco… c’era l’interrogazione di matematica, non ero preparata e quindi sono andata a fare una girata nel parco†“Solo una girata….. o anche dell’altro….†Giulia diventò rossa nel viso senza riuscire a pronunciare una sola parola. “Ti ho visto mentre facevi un pompino a quel signore…..†“Mi ha costretta…io non volevo….†“Però lo hai fatto e oltretutto hai falsificato anche la firma di tuo padre…. come la mettiamo…?†Silenzio “Diciamo che sei sarai carina con me…potrei cercare di dimenticare tutto†“Cosa intende per carina……..?†“Dai che lo hai capito benissimo….†disse Marco avvicinandosi a lei … le prese il mento tra le mani.. “hai un bel visino, una bella bocca….†facendo scorrere il dito indice sulle labbra di lei e inserendolo leggermente dentro tanto da andare a toccare quasi impercettibilmente la lingua.Poi scendendo con la mano andò a sfiorargli il seno…. â€Hai anche due belle tette….â€Il respiro di Giulia nel frattempo era diventato più affannoso.“Guarda come ti si inturgidiscono i capezzoli se le struscio…..chissà come sono duri…..fammeli sentire…â€La mano si infilò dentro la maglietta e scomparve all’interno del reggiseno fino ad andare a palpare per bene quelle stupende tette e a strizzare i capezzoli tra pollice indice. “Hai così mi fa male…..†“Scusa ma sono così belle….. te le hai mai strusciate nessuno così….?†“No…il pompino dell’altro giorno è stato l’unica cosa di sesso mai fatta…..†disse ansimando ancora Giulia. “Allora hai da imparare ancora molto…… e ti è piaciuto fare quel pompino?…†“Beh …un po’ si e un po’ no…†Mentre era ancora seduta le tolse la maglietta e poi la fece alzare…. “Vieni qui…voglio assaporare queste stupende labbra…†Subito la bocca di Marco si incollò a quella di Giulia, la sua lingua cercò avidamente l’altra….si intrecciarono, si succhiarono a vicenda…. Marco attirò ancora di più a se la ragazza, tanto da far sentire per bene la sua erezione nel mezzo alle gambe di lei e mentre continuava a baciarla con la mano le alzò la gonnella e prese a strusciarle per bene quello stupendo sedere infilandole la mano nel solco e cercando di attirarla ancora più a se. “Spogliati ti voglio nuda…†“No non voglio…mi vergogno…..†“Ascoltami non sei nella situazione di poter dettare delle condizioni…devi solo fare quello che ti dico…. ricordati cosa rischi…†In silenzio la ragazza iniziò a spogliarsi…. Si tolse le scarpe….la gonnella…. Era rimasta con le sole mutandine e il reggiseno…. “Fermati… voglio prima ammirarti così….. girati su te stessa……†Si girò lentamente in modo che lo sguardo voglioso di Marco potesse posarsi su ogni centimetro quadrato del suo corpo…. “Perfetto…sei stupenda…adesso vieni qui….†Una volta avvicinatesi lui le tolse il reggiseno…. “Che tette stupende….†e prese a leccarle e succhiarle….poi morse leggermente il capezzolo di lei che emise un leggero gridolino di dolore…. “Adesso via le mutande……†gliele strappò letteralmente di dosso…. Con un movimento quasi meccanico si portò le mani davanti al pube.. “Che fai vuoi nascondere questa meraviglia della natura….†Le prese le mani e le tolse da davanti alla sua fighetta…. Stesse qualche attimo a contemplarla e poi prese a strusciarle la mano sopra….. Lei si inarcò quasi incosciamente voleva che quella mano la penetrasse…. “Ti sei mai masturbata…?†“Si’ qualche volta……†â€E ti piace….? “Si……†“E allora fammi sentire quanto sei accogliente…..†un primo dito si inserì dentro la fighetta.. “Ahhhh…….†“Senti come sei bagnata…. ti piace….eh….. “ “Si…. si….†Nel mentre che la masturbava prese nuovamente a baciarla…….. “Voglio vederti il sedere…..appoggiati alla scrivania……†Si piegò a novanta gradi appoggiando il busto sopra la scrivania….Era stupenda aveva un culo magnifico... Marco prese a strusciarlo poi lentamente il dito prese ad andare in su e in giù nel solco cercando ogni tanto di far pressione sul buchetto….. “Ahi …ma che fa…li no….†“Non ti sei mai masturbata nel sedere….†“No….†“Hai un sedere stupendo…e un buchetto invitante… lasciami fare….†Avvicinò il viso a quel meraviglioso culetto e inziò a leccargli la rosellina, cercando di inumidirla il meglio possibile, ogni tanto con la lingua penetrava per quanto possibile all’interno e dagli ansimi della ragazza capiva che la cosa non le dispiaceva. “Ti piace eh….. “ “Ahhh… si…mmmm….. che bello….†Alternava la leccata del buchetto posteriore a quello della fighetta…che nel frattempo era diventata un lago…. Poi all’improvviso con un fremito che le scosse tutto il corpo Giulia raggiunse l’orgasmo… “ahhh…..si……daii…ancora….†Marco continuò per qualche altro minuto finchè… “Adesso tocca a te farmi godere….†La prese per un braccio e la fece inginocchiare davanti a se…. “Voglio un pompino fatto come si deve…voglio sentire quelle stupende labbra…e la tua lingua†Giulia tirò fuori il cazzo, lo infilò dentro la sua bocca e prese a leccarlo in tutta la sua lunghezza. “Brava così fammi sentire per bene la lingua….†La testa della ragazza andava in su e in giù l’eccitazione di Marco era quasi al culmine, prese ad imporre lui il ritmo… la stava scopando letteralmente in bocca. Giulia si accorse che era vicino all’orgasmo e cercò di smettere come aveva fatto con l’altro, ma Marco accortosi di quanto voleva fare la ragazza, le bloccò la testa con la mano… “Ricordati bella che devi ingoiare tutto fino all’ultima goccia…. “ Era ormai prossimo, lei si apprestò a fare quello che le era stato imposto, e infatti all’improvviso il ritmo accellerò finchè una grossa bolla di sperma le riempì la bocca cercò di soffocare un conato di vomito e riuscì ad ingoiare parte di quello che aveva in bocca, mentre il resto le colò fuori dalle labbra. Con un gesto quasi paterno, Marco con il suo dito prese lo sperma che le colava fuori dalle labbra e fece in modo che Giulia ingoiasse anche quello. “Adesso puliscimi per bene anche il cazzo….†Lo avvicinò nuovamente alle labbra della ragazza che prese a leccarlo in tutta la sua lunghezza. “Brava… con un po’ di allenamento diventerai una bravissima pompinara…. e io sono l’insegnante giusto…. “ fece una breve pausa … “Ti è piaciuto quello che abbiamo fatto oggi…?†“Si “ disse timidamente lei. “Bene prometti di diventare anche una bella troietta….LA MIA TROIETTA PERSONALE†disse mentre con le mani le strizzava nuovamente le tette. La sera, mentre era a letto, Giulia ripensò a quello che aveva fatto durante il pomeriggio, non ci credeva ancora, invece era proprio successo e al solo pensiero sentiva nuovamente un certo calore provenire dalla sua fighetta, prese a toccarsi leggermente sopra le mutandine, poi iniziò un vero e proprio sfregamento, finchè non prese a massaggiarsi il clitoride e a far penetrare il suo medio all’interno della fighetta. Avrebbe voluto avere accanto a se Marco….chissà forse gli avrebbe anche permesso di fare l’amore con lei…. poi ripensò a quello che le aveva detto, se si fosse mai masturbata nel culetto, volle provare, ma sentiva dolore, certo la lingua di Marco era stata un’altra cosa, così riprese a masturbarsi nella fighetta finchè non raggiunse l’orgasmo. Il giorno dopo Marco non aveva lezione con la classe di Giulia, ma lei lo cercò durante l’intervallo. “Buongiorno professore…†“Buongiorno Giulia cosa desidera?†Era tornato a darle del lei, voleva forse mantenere le distanze…La cosa le fece perdere un po’ intraprendenza? “Beh niente…. era per un esercizio volevo chiederle un chiarimento...†“Va bene venga con me nella sala professori….†Quando furono da soli…. “Dimmi la verità cosa volevi di preciso….†“Beh niente….io ripensavo all’altro giorno…..†“E ti è piaciuto e vorresti rifarlo….†“Beh…. Si…†“Senti oggi ho degli impegni… poi domani non ti scordare che avete il compito con me e quindi devi studiare….ne riparliamo domani……†“O.k. va bene….†“Ah una cosa…. domani durante il compito ti metterò al primo banco…. Vieni con una gonna corta e senza mutandine…†“Mah….†“Niente mah….capito!!!†Il giorno dopo Giulia fece come le era stato chiesto, anzi preparò una sorpresa. Così prima del compito di ragioneria si recò nel bagno a togliersi le mutandine…e anche se con la gonna…si sentiva nuda.Una volta iniziato il compito, non appena si accorse che il prof. la guardava, allargò le coscie e a Marco apparve una visione bellissima resa ancora più eccitante dalla sorpresa che Giulia le aveva fatto, si era completamente depilata e la sua fighetta rosa appariva ancora più splendida. Marco subì una repentina erezione, avrebbe voluto andargli vicino, strappargli i vestiti e scoparla sul banco. Le due ore del compito sembravano non finire mai, oltretutto Giulia faceva di tutto per eccitarlo, apriva e chiudeva le gambe, si passava la lingua sulle labbra guardando negli occhi Marco al quale sembrava che il cazzo gli scoppiasse nei pantaloni.Finalmente arrivò il suono della campanella ad interrompere quel supplizio e a segnare l’inizio della ricreazione, tutti consegnarono il compito e Marco fece segno a Giulia di seguirlo. Si recarono in una stanza che Marco sapeva deserta e di cui aveva le chiavi. Non appena dentro la prese e le infilò la lingua in bocca…. “Sei una troietta impertinente….e adesso avrai la giusta punizione…..†La trascinò vicino a una sedia, si mise a sedere la fece sdraiare sopra di lui, poi le alzò la gonnella mettendo in risalto il suo bel culetto e iniziò a sculacciarla…. “Ahi… ma che sta facendo….mi fa male….†“Te l’ho detto è la tua giusta punizione….per poco non mi facevi esplodere il cazzo nei pantaloni….†Giulia la sentiva benissimo la sua eccitazione, la sua fighetta era posizionata propria sopra l’erezione. “Ahi adesso basta…ti prego….†“o.k. …allora tiralo fuori e succhiamelo per bene….†Non chiedeva di meglio….aveva voglia di assaporare nuovamente il cazzo in bocca. Prese a leccarlo e a succhiarlo con una foga incredibile…. “Si succhiamelo tutto….. brava…fammi sentire la lingua…†Stava cercando di dare il meglio di se stessa… Quando sentì che stava per raggiungere l’orgasmo estrasse il cazzo dalla bocca di lei. “Adesso apri la bocca e tira fuori la lingua….†Continuò a masturbarsi da solo voleva sborrare sopra la lingua di lei e verderla mentre ingoiava il tutto…. “Ecco…. preparati a gustare tutto….†Giulia era pronta, non appena i primi fiotti di sperma le pervenirono sulla lingua, aprì ancora di più la bocca in modo da non perdere neppure una goccia di quel nettare…. “Brava..vedo che hai imparato…. assaporalo per bene…..†Ingoiò tutto e poi da provetta pompinara si passò la lingua intorno alle labbra per dimostrare quanto aveva gradito. Una volta ricomposti uscirono dall’aula. “Ti aspetto stasera alla solita ora nel mio ufficio…e …preparati perché stasera ti farò godere..come non puoi minimamente immaginare…†Entrambi erano impazienti che arrivasse l’ora dell’appuntamento. Finalmente le fatidiche 18.30 arrivarono e il campanello dell’ufficio di Marco suonò. Era ancora sulla soglia quando l’attrasse a se baciandola, le lingue si intrecciarono le mani di Marco andarono subito a palparle i seni e successivamente il suo bellissimi culetto.Lei si limitò a strusciare la sua fighetta sulla patta di lui. “Stamani per poco non mi facevi impazzire….. sei una vera troietta…fammi sentire quanto sei bagnata….†Le infilò una mano su per le coscie, le scosto le mutandine e poi prese a frugarla nella fighetta…†“Ahhh. sii… toccami…. Sii..dai…†“Vieni andiamo di là ….†Si spostarono nella sala d’attesa dove c’era un bellissimo divano in pelle, Marco si sedette e poi fece cenno di andargli in collo. Lei sentì immediatamente l’erezione di lui premere contro il suo culetto e immediatamente dopo sentì le sue mani che la frugavano fra le coscie… si lasciò andare all’indietro,.. “Si toccami tutta… voglio sentire le tue mani su tutto il corpo…†E infatti le mani di Marco la stavano frugando dappertutto, ormai era quasi completamente spogliata, le erano rimaste le sole mutandine, che vennero subito tolte. Adesso era completamente nuda, lui osservò per qualche attimo quella meraviglia della natura prima di tuffarsi tra le sue coscie ed iniziare a succhiarle la fighetta. Lei intanto con le due mani gli spingeva la testa verso il suo pube, sembrava quasi che volesse farlo entrare dentro di lei, sentiva la sua lingua percorrerle tutta la fessura, sentiva che gli succhiava il clitoride, sentiva un tremolio nelle gambe, preludio ad un orgasmo a cui non poteva più resistere….e venne…, ebbe un orgasmo che la squassò tutta. “Oh siii che bello… da succhiami ancora…….†“E no bella…. adesso tocca a me….. voglio godere anch’io†Giulia a stento, dato che le tremavano ancora le gambe, si alzò pronta soddisfare le sue voglie e quindi si era preparata a fargli come aveva fatto nelle volte precedenti un pompino. “No…voglio godere in un altro modo…ho voglia di scoparti…†Le disse brutalmente Marco. “Ma…ma non l’ho mai fatto…..†“Per tutto c’è sempre una prima volta…. e ti assicuro che ce ne saranno altre di prime volte….†Non prestò molta attenzione a quelle parole, presa com’era dal pensiero che di lì a poco avrebbe perso la sua verginità . “Vieni qui e allarga per bene queste belle gambe†La fece sdraiare supina sul divano, le divaricò le coscie e iniziò a frugarla tra le gambe con le dita. “Senti, sei già bagnata, dimmi quanto lo desideri il mio cazzo..†Il suo linguaggio si stava facendo volgare, lo eccitava ancora di più. “Si lo voglio… però promettimi di non farmi male…†Marco prese il suo cazzo che aveva già raggiunto un’erezione notevole e prese a strusciarlo sulla fighetta di Giulia.†“Lo senti com’è grosso… “ appoggiò la cappella all’entrata… “Ecco adesso stà per entrare… stò per sverginarti piccola…†Dette un’altra spinta e il cazzo superata la prima resistenza dell’imene, sprofondò all’interno della fighetta. “Ahhh…. piano….ahhh…si… dai…..continua….†Giulia inarcò la schiena, lo voleva sentire tutto dentro…. quanto più era possibile, il leggero dolore iniziale si era trasformato in godimento, voleva sentire quel bellissimo cazzo tutto dentro… con le sue gambe abbrancò letteralmente la schiena di Marco, voleva che lo spingesse dentro quanto più possibile. “Si dai…. scopami… lo voglio tutto….dai….ancora†“Lo sapevo che eri era troietta…lo vuoi e allora ecco….†Cominciò a scoparla con una foga tremenda, faceva uscire completamente il cazzo fuori dalla fighetta per poi sbatterlo nuovamente dentro con violenza….ancora qualche spinta e poi Giulia venne scossa da dei fremiti improvvisi, stava godendo…. “Ahhh. …si …godo….dai continua…†Marco continuo a scoparla per qualche altro istante poi raggiunse anche lui l’orgasmo, tirò fuori il cazzo e sborrò sul viso di Giulia. Quando ebbe terminato l’osservò, era stupenda, esausta sul divano con il viso tutto impiastricciato dallo sperma lui lo raccolse con un dito e lo porse alle sue labbra che immediatamente succhiarono avide quel nettare. “Sei stupenda….†Le mise una mano sulla pancia e iniziò a fargli un leggero massaggio, poi scese e prese nuovamente a massaggiarle il pube. “Mmmm…ahh….†Giulia inarcò la schiena, le piaceva quel contatto. “Cazzo che troietta che sei…. dì la verità ne hai ancora voglia…..†“Sii….†Le prese in mano il clitoride e lo strizzò tra le dita. “ahhh…lo voglio ancora….†“Cosa vuoi…me lo devi chiedere…..†“Voglio ancora il tuo cazzo…..†Marco si prese in mano il cazzo e lo avvicino alle labbra di Giulia che immediatamente lo fece sparire in bocca. Dopo un po’ che lo succhiava, lui prese nuovamente a strusciargli la fighetta finchè con la mano non scese più giù, fino a strusciargli la rosellina del suo culetto. Per un attimo smise di suchhiare.. “Ahh… ma che vuoi fare…..li mi fai male…†“Però quando te lo leccavo ti piaceva…†“Si ..ma con il dito mi fai male…†“Si ma a mi eccita di più…guarda me lo hai fatto diventare nuovamente di marmo…girati…†La girò mettendola prona sul divano….e le infilò due cuscini sotto la pancia “No…ma che vuoi fare…†“Non lo hai ancora capito…. Te lo voglio mettere in quel bel culetto…†“No… li no ti prego…mi farai malissimo…no….†“Lo sai cosa ti succede se non ubbidisci…. devi soddisfare tutte le mie voglie….†“No…tutto.. ma quello no ho paura….†Si divincolava cercando di sfuggire alla presa di Marco, finchè lui non le mollò due sonori sculaccioni…. “Ti conviene fare quello che voglio….capito!!†“Ahi così mi fai male……basta…†Le si posizionò dietro “E allora allarga bene questo culetto se non vuoi altri sculaccioni….tanto nel culo oggi ce lo prendi comunque….†Marco le allargò per bene le natiche e ci si tuffò con il viso prendendo a lecarre e insalivare per bene quel buchetto grinzoso. Al contatto della lingua con il suo buchetto, un brivido percorse la schiena di Giulia che emise un sospiro di godimento. La lingua penetrava sempre più in profondità . “ahhh… si…così mi piace….dai…†Continuò ancora per un po’ le insalivò per bene il culetto poi si alzò prese il suo cazzo in mano ed iniziò a strusciarlo nel mezzo alle natiche… “Lo senti come è duro…. è pronto per entrare in quel tuo bel culetto…†“No…mi farai male….†“E’ dalla prima volta che ti ho visto che ho voglia di sfondartelo….ecco… ci siamo….†Puntò la cappella sul tenero buchetto e iniziò a fare una leggera pressione…. “Ah… per pietà …no lo fare…†due lacrime le stavano scendendo dagli occhi rigandole le guance, poi sentì che la corolla veniva spinta verso l’interno…. Stava per essere inculata. “Eccolo lo senti…. Stà per entrare….cazzo quanto sei stretta….†“Ahhh…che male….fai piano…. aspetta un po’†“Al tre te lo infilo tutto dentro…. respira forte….†“Uno…. due… e …. tre con un colpo secco fu completamente nel suo culetto….†“Ahiii…..noo……†“Ecco…il peggio è passato….. lo senti….ce l’hai tutto dentro questo splendido culetto….come sei stretta e come è bello…†“Ahh… aspetta…. Fai piano…†Le senzazioni di dolore lasciavamo il posto a quelle del piacere. Lentamente, afferrando saldamente Giulia per i fianchi, Marco iniziò a muoversi in su e in giù, il suo cazzo era completamente fasciato dai muscoli del sedere, era una senzazione stupenda. Mentre la inculava prese a strusciarle il clitoride, Giulia era come impazzita, stava godendo come una matta, gemeva, urlava, voleva essere sbattuta con violenza. Raggiunse l’orgasmo con un urlo strozzato. Ormai era prossimo anche Marco, dette ancora qualche spinta, poi fuoriuscì dal culo di Giulia, la fece girare e continuando a menarsi l’uccello con la mano le arrivò sul viso e sulle tette e infine le infilò il cazzo in bocca in modo che lei lo ripulisse per bene. 22666 0 16 years ago
- 15 years ago LA MAMMA LA MAMMA Mia madre è una donna di 43 anni, anche lei timida, alta circa come me, diciamo 1,70, porta una enorme quarta di reggiseno, è una donna ancora pienamente in forma va spesso a correre e mangia sano. Ha dei capelli mossi marroni, lunghi e morbidi. Il suo corpo è giovanile ha delle belle gambe lunghe e affusolate per niente da quarantenne e i segni dell'età si vedono solamente per qualche ruga vicino agli occhi e per le mani un po screpolate così come i talloni dei sui dolcissimi piedi. Ama vestire sempre in gonna, anche in inverno non l'ho mai vista uscire di casa se non con una gonna e un bel paio di calze. In camera sua avrà centinai di tipi diversi di calze! Beh io e mia madre viviamo da soli da ormai due anni, ovvero da quando mio padre ci ha lasciato per trasferirsi in America. Il fatto di vivere da soli ci ha permesso di fare molto amicizia tra di noi e di avere un rapporto speciale, molto più intimo di un normale rapporto tra madre e figlio. Io le parlavo spesso delle ragazze, che non avevo e della mia incredibile timidezza con loro e lei mi parlava spesso della sua incapacità di fidarsi di un altro uomo e del fatto che non avrebbe voluto avere nessun altro dopo mio padre. Insomma stavamo vivendo entrambi un brutto periodo. Era proprio di questi nostri problemi che parlavamo la sera in cui accadde tra di noi la prima volta quello che ora vi racconterò e che oramai va avanti da un po di tempo. Erano circa le undici di sera, faceva abbastanza freddo, noi avevamo finito di vedere insieme un film sul divano e stavamo ora chiacchierando nella penombra di come andavano le nostre vite. Io le spiegavo che avevo trovato una ragazza che mi piaceva molto ma che come al solito non avevo il coraggio di avvicinarmi a lei e che non le avrei mai chiesto di uscire di certo. Lei da parte sua non aveva molto da dirmi, mi consolava e mi diceva che col tempo quella timidezza mi sarebbe passata, che ero un bel ragazzo e che le ragazze avrebbero fatto a botte per avermi. Io le dissi che intanto mi pesava non fare l'amore che ormai avevo una certa età e che dovevo farlo, parlavamo spesso anche di sesso, nonostante fossimo entrambi abbastanza timidi, tuttavia la nostra intimità ce lo permetteva. Quella sera, in quel preciso momento, eravamo entrambi sul divano uno di fronte all'altro, lei indossava una gonna sopra il ginocchio, sotto un soffice paio di calze nere. Io una maglioncino e un paio di jeans. Eravamo l'uno con le gambe sopra quelle dell'altro, quasi intrecciate tra loro, le avevo fatto un massaggio ai piedi mentre guardavamo il film era una cosa che facevo spesso e non era mai accaduto nulla. Rimanemmo così un po a consolarci sul divano finché lei non disse che era ora di andare a letto e ognuno si recò nella propria stanza per me metterci i pigiami e andare a dormire. Mi diede il solito bacio sulla guancia e le vidi sparire in camera sua. Francamente ero un po eccitato quella sera, un po per i discorsi fatti e un po per il contatto con lei, era sì una cosa che capitava spesso ma era anche una cosa che mi faceva eccitare molto e le mie serate spesso finiva con me che mi masturbavo pensando a lei. Mi odorai le mani, nel buio della mia stanza e sentii l'odore dei suoi piedi che avevo massaggiato prima. Dopo nemmeno un minuto la sentii chiamarmi: "Scusa, tesoro, puoi venirmi a dare un mano, mi è rimasta la zip della gonna incastrata e non riesco a toglierla" Mi recai in camera sua di corsa cercando a non pensare alla mia eccitazione. La trovai che si era già tolta la maglia, era solo in reggiseno e stava tentando di slacciare la gonna. La zip era proprio all'altezza del sedere e non voleva saperne di venire giù. Mi avvicinai e cominciai il mio tentativo, resistette un poco ma poi venne giù lentamente. Più abbassavo e più il suo sedere si scopriva davanti ai miei occhi. Lasciai andare la gonna che cadde alle sue caviglie lasciandola davanti a me solo con indosso le mutandine e il reggiseno. Rimasi senza parole, avevo la gola secca ed ero diventato tutto rosso. Non vedevo l'ora di tornare in camera mia per potermi toccare. Passo qualche istante in cui ci guardammo poi lei disse "Grazie", con voce dolce, si mosse e si chiuse in bagno. Io andai in camera mia, mi spogliai e mi misi a letto, mi sfilai subito le mutande sotto le coperte e cominciai a farmi una sega. Facevo su e giu con la mano il più velocemente possibile e con forza sognando che fosse lei a fare quello che stavo facendo da solo al mio corpo. Fu una sensazione intensissima e quando venni non resistetti a fare un piccolo urlo. Il mio cazzo esplose e un grosso fiotto di sborra usci fuori finendo sulla mia pancia. Ero esausto ma ancora eccitato. Speravo non avesse sentito il mio piccolo urlo di goduria mi stesi e mi rilassai un attimo senza toccarmi. Dopo nemmeno un minuto lei entrò della mia stanza e disse a bassa voce: "Posso? ti ho sentito urlare, stai bene? mi ero preoccupata " "No, no sto bene" dissi "era solo un po di tosse " sperando che non facesse altre domande, invece lei entrò e chiuse la porta dietro le sue spalle, si avvicinò al mio letto e si mise seduta accanto a me. Io ero terrorizzato che si accorgesse o che capisse quel che avevo fatto e rimanevo rintanato sotto le mie coperte. Lei mi accarezzò un po il viso, poi vedendo che ero leggermente riluttante alle sue coccole mi disse: "Cosa c'è che non va, tesoro, ti do fastidio? volevo solo farti un massaggio alla schiena, so che è un brutto momento per te e mi dispiace" così dicendo insinuò una mano sotto le coperte, io non riuscii a fermarla e forse non volevo nemmeno che si fermasse, la sua mano scorse sul mio petto e scese fino alla pancia dove finalmente sentì qualcosa di bagnato, subito rimase stupita e tolse la mano "Cos'è?" disse e mentre diceva così odorò e assaggiò quel liquido. Capì immediatamente. "Non mi dire che è quello che penso io! e che quell'urlo di prima in realtà era...", io ero imbarazzatissimo, "Beh vedi mamma...sì in realtà è così scusami mi è sfuggito" Lei si alzò e fece per andarsene, io volevo parlare e mi alzai di scatto per correrle dietro non mi ricordai però che stavo senza mutande e che il mio pene era ancora duro e che la sborra ancora luccicava sul mio ventre. Lei si girò e mi guardò completamente nudo davanti a lei. Rimanemmo entrambi di stucco per alcuni momenti a guardarci. Poi fui io a fare la mossa decisiva, mi avvicinai velocemente a lei, le misi la mani sulle spalle la spinsi verso di me e la baciai! La sua bocca era chiusa e io cercavo di aprirmi un varco con la lingua, la sentivo indecisa su cosa fare, se ricambiare o scappare. Durò circa 10 secondi quella indecisione, poi aprì la bocca e fece scivolare fuori la sua lingua. Sentii una passione indescrivibile nel suo modo di baciarmi era molto attratta da me evidentemente. Lo faceva con passione, la bocca non era secca e la sua lingua esplorava ogni meandro della mia con passione. Ci staccammo dopo un paio di minuti entrambi senza fiato. La tenevo stretta a me durante il bacio e il mio pisello duro aveva sbattuto spesso contro il suo ventre durante quegli attimi. Il suo respiro era affannato così come il mio. "Cosa facciamo adesso" dissi "Non lo so" disse "Vieni con me comunque, sediamoci un attimo sul divano e parliamone" la seguii e ci mettemmo seduti vicini vistosamente in imbarazzo anche se io avevo una gran voglia di coccolarla in quel momento. Ci sedemmo al buoi e io non mi resi nemmeno conto di essere completamente nudo, lei invece indossava un bel pigiamino rosa. "Lo sai da quanto tempo non faccio l'amore?" disse "Sì, mamma, credo siano almeno 3 anni" replicai. "Esatto! e ne avrei una gran voglia, ma non possiamo farlo io e te!". "Capisco" dissi un po tristemente. "Mi piacerebbe molto, lo sai! e prima ti ho baciato con passione" disse, anche un po per consolarmi "Ma non possiamo sarebbe sbagliato, tu mi piaci e mi fai eccitare e ti confesso che non sei l'unico che si tocca la sera, ma tuttavia non possiamo". "Solo un ultimo bacio" le dissi. Ci pensò qualche istante e poi sorridendo disse "e sia, vieni qui dai". Mi avvicinai a lei e appoggiai delicatamente le mie labbra alle sue. Fu molto dolce, lei le dischiuse dolcemente e di nuovo ricominciammo a baciarci con passione. Non lo feci apposta ma mentre ci baciavamo appoggiai la mano sul suo grosso seno e sentii i suoi capezzoli indurirsi sotto il palmo della mia mano. Quando staccai la bocca avevamo il fiatone entrambi e la mano ancora sul seno. La camicia del pigiama si era un po aperta e io intravedevo il suo seno. Ero nudo ed eccitato davanti a lei. Anche lei però era visibilmente eccitata e riprese a baciarmi, lo fece ancora con più voglia e la sentivo già ansimare. Mi prese la mano che avevo sul seno, me la tolse da lì e io pensavo che fosse un cattivo segnale ed invece non fece altro che spostarla più in basso e metterla tra le sue cosce che erano solo poco dischiuse. Io misi la mano lì e con forza strinsi il suo sesso. Era bagnata. Sentii la mia eccitazione salire ancora di più. Staccò la bocca ansimante non riusciva a parlare e nemmeno io. Ci guardammo un po, la mia mano continuava a massaggiarla li e la sentivo bagnarsi sempre di più, "Aspetta!" mi disse e sorridendomi aggiunse: "Così mi fai venire subito!" mi scansò da sopra a lei si alzò in piede e si abbassò velocemente i pantaloni del pigiama e le mutandine che portava sotto appoggiandosi alla mia spalla per non cadere. Poi mi fece mettere seduto bene sul divano e mi montò sopra a cavalcioni. Mi sorrideva mentre con la mano mi prendeva il pisello, diede due o tre botte su e giu per farlo drizzare per bene e poi la sentii guidarlo verso il buco della sua fica, non lo sentii quasi entrare tanto era bagnata. Mi appoggiò entrambe le mani sulle spalle, mi guardava in faccia e in tanto si muoveva su e giù con il mio cazzo dentro di lei. Io stavo già scoppiando, lei si muoveva sempre più velocemente, instancabile. Le affondai la faccia sul seno. "Vienimi dentro, stai tranquillo" mi disse con molto affanno. Venimmo poco dopo entrambi, fu una sensazione liberatoria, finalmente sentii le mie palle che si svuotavano completamente dentro di lei lasciandola piena del mi seme. Lei urlò venendo e si strinse forte a me. Continuava a muoversi nonostante fosse venuta. Dopo circa cinque minuti si alzò sfilandosi il cazzo da dentro. Non sapevo che dirle fu lei però a parlare per prima, mi prese una mano e se la portò sulla fica, lei era in piedi di fronte a me: "Senti ora c'è anche il tuo seme qui, mi hai riempita è stata una sensazione fantastica e devo confessarti una cosa, voglio rifarlo e subito, finche ho ancora il tuo seme dentro di me. Seguimi dai" Sembrava una ragazzina, corse in camera sua e saltò sul letto io la seguivo ero attaccato a lei. "Ti va di scoparmi da dietro" mi disse. Io rimasi sorpreso "e come si fa?" dissi, "Tranquillo non me lo devi mettere nel culo ma io mi metto a pecora e tu me lo metti in fica da dietro, che ne dici" "Facciamolo subito" dissi eccitato. Lei si mise in posizione e io la scopai ancora una volta in quella posizione che non avevo nemmeno mai sognato. Quella prima volta facemmo l'amore tutta la notte in diverse posizioni e godendo al massimo. 45129 3 16 years ago
- 15 years ago La donna delle pulizie Avevo cominciato da qualche tempo a masturbarmi regolarmente nel cesso dell’ufficio. Non saprei dire neanche come e perché fosse cominciata quell’abitudine, ma oramai era una delle tante mie attività…”d’ufficio” che praticavo ogni giorno feriale, poco prima di uscire, quando rimanevo da solo con la scusa di dover sbrigare qualche pratica ‘rognosa’. Mi eccitava l’idea di prolungare il mio orario di lavoro e quindi di fare straordinario solo per masturbarmi! L’idea di essere pagato per procurarmi piacere era una sottile perversione che spingeva con più foga i miei spermatozoi fuori dal mio uccello dritto, sulle piastrelle di quel cesso asettico. Entravo di soppiatto con il viso paonazzo e il cazzo già sgocciolante, chiudevo con cura la porta dietro di me, abbassavo la tapparella e i pantaloni, tiravo la mia verga fuori dagli slip e cominciavo a menarmelo, dapprima lentamente e poi via via più in fretta, fino a svuotarmi e a tornare come se niente fosse alla mia scrivania. Certo, prima mi riempivo gli occhi di immagini…come dire…stimolanti e talvolta stampavo perfino quelle più eccitanti (per lo più donne che orinavano in luoghi pubblici o uomini che si facevano penetrare e deflorare il buco del culo) in modo da portarle nel cesso, masturbarmi convulsamente, sborrare e andar via dopo essermi ripulito e aver aperto la finestra del cesso affinché l’odore di maschio appena svuotatosi andasse via in fretta. Il tutto per magari solo 10 euro di straordinario, ma non importava la cifra: era l’atto che mi saziava, l’atto in sé! Questa storia andava avanti già da diversi mesi ed era diventata oramai un’abitudine come prendere il caffè o fare due chiacchiere coi colleghi, quando avvenne ciò che a volte avevo temuto ma che ero convinto non potesse mai accadere. Erano già quasi le 19, per cui ero strasicuro che non fosse rimasto nessuno su tutto il piano; per la prima volta fui un po’ superficiale, dimenticando di chiudere a chiave la porta, forse per la fretta di svuotare le mie gonadi, dato che avevo trovato delle foto fantastiche di una splendida ragazza che pisciava letteralmente in mezzo alla strada, incurante delle auto che sfrecciavano a non più di un metro da dove lei si era accovacciata per dar sollievo alle sue reni, mettendo generosamente in mostra una splendida fighetta bianca e liscia. Cominciai col solito rito quotidiano, già eccitatissimo prima ancora di toccarmi; tirai fuori l’asta e avevo appena dato le prime due scrollate col polso destro quando tutto a un tratto…SBAM! Si spalancò la porta e mi ritrovai davanti una figura femminile che ad alta voce mi apostrofò con un:”Ecco chi è il porcellino che mi fa faticare tanto per pulire questo maledetto cesso! Ah, ma questa storia deve finire, eh?”. Per un attimo mi convinsi che stavo per morire: il cuore cominciò a battere all’impazzata e sentivo le gambe cedere sotto il peso della vergogna di essere stato scoperto col cazzo duro in mano (proprio in direzione della porta aperta, poi! Che coglione che ero stato!) da un’estranea, ma qualcosa….qualcosa pian piano mi tranquillizzò: riconobbi il donnone delle pulizie con la scopa in mano (cazzo! Avevo dimenticato che era mercoledì, giorno di pulizia del mio piano!!), ma era l’espressione del suo viso, per niente adirato e anzi con uno strano sorrisetto agli angoli della bocca, che mi trasmise calma e tranquillità. Non era quel che si suol definire una bella donna, essendo bassa e tarchiata, sulla cinquantina circa, poco curata nella sua femminilità; ma non vi nascondo che era da anni che le spiavo il seno quando casualmente la incrociavo nei corridoi degli altri piani, un enorme balcone che sarà stato almeno dell’ottava misura e che un guizzo di desiderio di tanto in tanto mi faceva sentire brividi al basso ventre. “E adesso che facciamo? Come farà a guardare in faccia i suoi colleghi quando si saprà questa storia, eh?”, mi incalzava lei, con quello strano sorrisetto e una luce particolare negli occhi. Io, rosso di vergogna in faccia quasi più della mia cappella che oramai cominciava a ritirarsi sotto il suo cappuccio di pelle raggrinzita, balbettai qualcosa tipo:”Ma no, la prego…ma cosa dice….ma io non facevo nulla che..”, cercando vanamente di nascondere ciò che era fin troppo chiaro; non mi sorpresi più di tanto, però, quando me la vidi venire incontro fissandomi l’uccello e la osservai tendere piano la mano destra verso la mia asta e dire, schioccando la lingua e con una vocina molto diversa da prima:”Ma fai vedere…ma guarda…questo poverino si è spaventato e si vuole ritirare…ma no, ma no…ci penso io, dai!”. La paura mi passò completamente quando vidi il mio uccello sparire completamente nelle sue fauci e sentii che pompava come un’assatanata per ridare vigore a quella giovane verga! Anzi, in pochi secondi il cazzo mi ricominciò a pulsare come appena un minuto prima e cominciai ritmicamente a fotterle quella bocca esperta e a desiderare di riempirla del mio seme bianco. Inutile dire che impiegai poco meno di un minuto per raggiungere l’orgasmo, mentre le ripetevo ossessivamente:”Troia, troia! Tu sei una troooooia!!” durante gli schizzi che le riempirono la bocca di un sapore acre di maschio selvatico. Avrei voluto rivestirmi e andar via subito, ma la cagna non sembrava affatto disposta a mollare il suo giovane osso proprio ora che l’aveva trovato! Si era appostata per due settimane per “beccare” il suo porco, quando aveva capito che qualcuno amava farsi seghe in quel cesso (nonostante tutta la cura che riponevo nel cancellare ogni traccia, temo di aver lasciato qualche schizzo galeotto come testimonianza del mio ‘vizietto’…) e non vedeva l’ora di scoprire chi fosse e di usarlo per i suoi scopi, dato che erano diversi mesi che non si faceva dare una bella ripassata da qualche verga dura ed era ingoiata come una lupa in calore. Chiuse a chiave la porta, si spoglio con una rapidità insospettata in una femmina di quella mole e avvicinando un capezzolo alle mie labbra mi invitò con un:”Succhia, porco! Credi non mi sia mai accorta di come mi guardi le tette, eh?” a gioire di quel suo enorme e splendido seno! Non credevo ai miei occhi né alla mia lingua: finalmente potevo succhiare quelle splendide montagne di carne fino a quel momento solo immaginate! Le mie mani cominciarono freneticamente a strapazzare le sue tettone calde e morbide e dai capezzoli rosa e larghi; sentii che cominciava a gemere, la cagna, finalmente sciogliendosi davanti a me e al mio uccello di nuovo ritto e pronto! Senza indugiare, le infilai tre dita nella figa liquefatta: un lago di desiderio bagnò le mie dita; continuai a muoverle dentro e fuori, dentro e fuori fino a sentirla gemere senza alcun ritegno! Quasi le strappai a morsi il capezzolo che avevo in bocca, ma oramai non ero più in grado di controllarmi: la feci girare di spalle, le dissi di poggiare le mani sul lavabo e le infilai il mio attrezzo nel culo senza trovare alcun ostacolo; stantuffai velocemente per un paio di minuti e cominciai anch’io a non trattenere più i miei mugugni di piacere. Le schiaffeggiavo violentemente le natiche ogni volta che spingevo l’uccello più a fondo nel suo retto, luogo sicuramente esplorato centinaia di volte da altri uomini prima di me, a giudicare dalla facilità dell’inserimento. Le porsi il manico della scopa con cui era entrata nel cesso e vidi come lo fece sparire tra le gambe, nella figa fradicia di umori, raddoppiando i gemiti di piacere. Sborrai in quel retto ampio e accogliente ripetendole che era una cagna e che l’avrei riempita di crema, la mia crema; sentii che veniva con un lamento prolungato anche lei; tirai fuori l’uccello, lo porsi alle sue labbra avide per farmelo ripulire con cura, e andai via dicendole ancora una volta:”Ma quanto sei troia! Mi fai schifo, cagna!!”, sputando per terra prima di uscire dal cesso. Erano quasi le 20, quella sera lo straordinario mi aveva fruttato oltre 20 euro! Da quel giorno, per ‘comprare’ il suo silenzio, ogni mercoledì rientro a casa un po’ più tardi del solito, con 20 euro in più sul conto e tanta tanta tanta sborra in meno nelle palle! Per domande e altro 28419 0 16 years ago