{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-5a884632dccdad1275466e464212df57.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
- Brezza d'autunno chiudi gli occhi e immagina. sdraiata su quel tavolo....in quella radura la brezza leggera di una calda giornata autunnale le foglie che lentamente cadono e sfiorano la pelle qualcuna cade sui capezzoli, già turgidi per le carezze di quel piccolo venticello una mano sfiora la tua pelle.....e un brivido di eccitazione ti scuote ....ma resisti e tieni gli occhi chiusi... poi un'altra mano....poi un'altra....., cinque , dieci... tante mani, che ti accarezzano..... gli occhi rimangono chiusi....il corpo tutto elettrizzato senti che le mani pian piano scostano il tuo leggero vestito..... il tuo corpo freme....vibra.....il piacere pervade ogni angolo della tua pelle le mani, ora tantissime, da non riuscire a contarle, sfiorano con delicatezza simultaneamente tutto il tuo corpo......arrivano vicine ai capezzoli, alle tue labbra, arrivano a sfiorare la tua vagina, oramai già grondante di voglia incontrollabile. gli occhi ancora chiusi.....non sai di chi siano quelle mani, ma non importa vuoi di più .......e in quel momento uno spasmo incontrollabile pervade tutto il tuo interno e non riesci a più a trattenere quell'orgasmo. Un orgasmo che non si ferma più....che continua....e continua tu in preda a un orgasmo infinito sotto quella coperta di mani.....e così....a lungo....fino a non capire più niente.....fino ad essere esausta......fin che il tuo corpo non ce la fa più...... ....fino a che oramai senza più energia il tuo corpo oramai sfinito.....si riaddormenta......e riposa.....nel paradiso dei sensi. 383 0 1 settimana fa
- 1 mese fa Nicole partecipa alla gara di castità forzata e orgasmo negato C’era un sito fino a qualche tempo fa, un blog che si dedicava al tema della castità forzata femminile.Su questo blog venne organizzato un concorso per schiave con una gara di castità forzata. Queste dovevano eseguire delle prove per un mese, ovviamente non dovevano avere nessun orgasmo, quelle che non ce la facevano erano sottoposte a punizioni tremende decise dal forum del blog.Decisi allora di far iscrivere Nicole alla gara di castità forzata, ero sicuro che poteva farcela dato il suo livello di sottomissione, anche se la concorrenza era agguerrita.Le prove furono le più difficili: una volta fu costretta ad andare al supermercato per cambiare un cetriolo e una scatola di preservativi. Entrò nel supermercato a Parigi sotto casa sua e cercò l’addetto più perverso, in quanto temeva che trovando la persona sbagliata avrebbe chiamato la polizia. Gli spiegò che desiderava cambiare l’articolo, perché gli serviva urgentemente il cetriolo per poterlo utilizzare nel suo sederino, ma il cetriolo in suo possesso era stato giudicato troppo piccolo e non avrebbe prodotto un dolore sufficiente sul buchetto.L’inserviente si illuminò il volto di una strana luce e gli disse di accompagnarlo in magazzino dove avrebbe trovato sicuramente qualcosa della misura adatta. Una vola arrivati in magazzino gli mise una mano in mezzo alle gambe, ma Nicole le spiegò che stava partecipando a una gara e che era suo compito umiliarsi davanti a lui in quel modo, dopodiché sarebbe dovuta tornare a casa per masturbarsi un ora il culo con il cetriolo, aprendolo molto piano, con estrema lentezza e senza avere la possibilità di godere.La spiegazione lo fece arrapare terribilmente, tanto che disse di aver capito che razza di maialina aveva davanti, prese il cetriolo lo inserì nel buchino di Nicole, dicendole oscenità di tutti tipi come ti va bene se ti sfondo il buchino, tira su le chiappe che lo faccio entrare meglio, senti come è difficile farlo entrare, ma un po’ alla volta ce la fa.Concluse dicendole che le sarebbe piaciuto le facesse un bel ditalino, le mise una mano tra le gambe e le disse senti quanto è fradicia, si fece fare un pompino dicendole che adesso se ne poteva tornare a casa che aveva superato la prova.Alla fine però Nicole non ce la fece a vincere la gara, resistere un mese a prove sempre più difficili era arduo anche per una schiava masochista come lei che farebbe di tutto per soddisfare il suo padrone.La sua resistenza arrivò a tre settimane: stavamo guardando insieme un film porno e lentamente strusciava un cuscino sulla passerina, tendenzialmente un buon modo per tenere sotto controllo l’orgasmo, ma le tre settimane di astinenza cominciavano a farsi sentire, infatti non riuscì a fermarsi al punto giusto e venne con un orgasmo così intenso da non riuscire neanche a rovinare l’orgasmo.Il blog decise che la punizione sarebbe stata una lunga gita in bici su strade sterrate, con le mutandine ben riempite di sale grosso, facendo in modo di inserirlo anche dentro in modo che durante la pedalata il dolore diventi veramente insopportabile.Dopo un’ora Nicole aveva la passerina terribilmente irritata, ma anche eccitata.Dopo si è lavata la passerina, senza neanche toccarsi perché il mio permesso di godere non lo aveva. 781 0 2 mesi fa
- 1 mese fa Nicole la mia schiava parigina fine castità forzata L’episodio dall’estetista che inavvertitamente le ha toccato il clitoride anche se è un episodio durato un attimo meno di cinque secondi, ha reso l’eccitazione di Nicole più intesa, così come la sua capacità di resistere alla castità assai più complicate.La sera va con degli amici a bere qualcosa, ma questo non aumenta la sua capacità di resistenza, anzi la depilazione della fighetta l’ha resa più sensibile del solito al punto che quando qualche uomo la guarda si immagina scene erotiche e si bagna parecchio, e gli umori le scendono lungo la gamba facendola vergognare parecchio, anche pensando che la domenica come al solito andrà in piscina e col costume la sua eccitazione potrebbe essere facilmente visibile a tutti.L’indomani inizia a lavorare alle otto e questo le fa tenere la mente impegnata e pensare poco alle sue voglie fino a sentire il che le consente di sentire poco l’eccitazione che porta dentro il suo corpo. Alle due circa le ordino di indossare delle mutandine bianche per vedere se sta davvero rispettando la castità forzata, dato che gli umori sul bianco risaltano meglio. Alle quattro le mutandine erano praticamente tutte zeppe di umori.Le scrivo che la sera non so se riusciremo a vederci o sentirli dato che avevo degli amici a casa, ma che cercherò di mandarle qualche messaggio per provocarla lo stesso. Lei mi risponde che non sa se è perché sono diversi giorni che è in castità, ma quando la chiamo “cagnetta”. “Cagna” o simili la sua fighetta gronda.L’indomani mi racconta del sogno che ha fatto la notte si ricorda che era da sola in un taxi quando il tassista le dice che lui ha ancora voglia di fare sesso, ma la moglie quindi si deve arrangiare in altre maniere, ferma il taxi e la spoglie, ma poi non sa come è andata a finire perché si è svegliata con la fighetta inzuppata in modo incredibile.Il giorno dopo mi chiama dicendomi che siccome era in pausa si era distesa sul letto e aveva troppa voglia e mi chiedeva pietà chiedendomi di fare finire la castità forzata, perché non ce la faceva più, ma io risposi che non se ne parlava nemmeno per scherzo, anche se capivo che stava impazzendo.Mi racconta che la sera era invitata a mangiare a casa di una sua amica con forti tendenze lesbiche e la sua capacità di resistenza sarebbe stata messa a dura prova, anzi la metteva a dura prova anche solo uno sguardo di un uomo o di una donna, addirittura quando nel suo lavoro di baby sitter doveva fare una danza con una bambina che le chiedeva di mettersi a quattro zampe si infradiciava tutta.La sera dall’amica andò proprio come lei temette: dopo la cena cominciò a toccarle le tette e lei per evitare il peggio fu stata costretta a trovare una scusa e tornare a casa.I giorni seguenti furono abbastanza tranquilli e furono molto utili per conoscerci meglio e scoprii l’intelligenza, la vivacità, le capacità intellettuali di Nicole che si dimostrava oltre a una gran cagna, una persona molto interessante anche per molti altri aspetti.Per mettere un po’ di pepe le dico che le do la possibilità di far finire la castità se lo fa con una donna di almeno sessant’anni sapendo che in una città di persone snob, come Parigi era una cosa abbastanza complicata che capitasse, infatti fu quello che capitò, ma contribuì a eccitare ancora di più Nicole e a diminuire le sue capacità di resistenza, che addirittura cercava di non andare spesso in bagno perché facendo pipì sentiva la fighetta ancora più bagnata e che pulsava.I giorni seguenti continuarono senza grandi sussulti, dato che Nicole era molto impegnata, i problemi cominciarono a sorgere gli ultimi due giorni che erano un sabato e una domenica, perché sono giorni in cui non essendo tanto impegnata non aveva la testa sgombra da altre cose e la mente pone l’attenzione sulle sue voglie: i suoi capezzoli sono praticamente permanente duri, il clitoride gonfio in seduta stante, ormai la sua capacità di resistenza ridotta ai minimi termini.Ormai sta arrivando il quindicesimo giorno e le dico che per uscire dalla castità forzata deve prima masturbarsi sei volte fermandosi prima di godere, ma non ce la fa e dopo la quinta volta ha un orgasmo violento di un intensità che non aveva avuto da molto tempo.Mi vedo costretto comunque a punirla per questa mancanza e durante i colpi che ho inflitto sulla passerina Nicole ha avuto un altro orgasmo. 634 0 2 mesi fa
- 1 mese fa Nicole la mia schiava parigina e inizio castità forzata Nicole è una ragazza francese di origine italiana. Mi scrive una mail il sette di giugno dicendo che è da sempre una mia grande lettrice, ma che solo ora si è sentita pronta a fare il grande passo e a contattarmi.Per provocazione le chiedo di mostrarmi la merce, cosa che le ho chiesto per metterla in imbarazzo e vedere se è veramente una sottomessa, o una delle solite folgorate sulla via delle sfumature di grigio, a posteriori credo che l’avesse capito essendo una persona molto intelligente.La sua risposta mi lascia abbastanza basito oltre a mandarmi le foto mi dice che è pronta e disponibile a fare qualsiasi cosa le ordinerò. E’ una ragazza abbastanza alta, un seno non grandissimo anche se comunque porta una terza misura, un bel sederino.Le dico allora che comunicare la mail non è che sia tanto comoda e che su whatapp o telegram sarebbe più comodo. Lei mi dà immediatamente il suo numero di cellulare chiedendomi di scriverle subito, che è impaziente di diventare la mia schiava anche se è fidanzata, ma non le interessa.Nella foga però mi dice però una cosa da cui si denota che dalla lettura dei miei racconti non ha colto quello che mi piace di più ordinare, infatti mi dice che si masturba spesso fino anche a tre volte al giorno.Le scrivo subito su whatapp dicendole che sono esigente e che come prima cosa dovrà pulire il water con la lingua, lei dice che è una cosa che un po’ la disgusta condividendo l’appartamento con altre persone, ma che obbedirà.A questo punto le ordino dieci giorni di castità forzata e di depilarsi completamente la passerina, lei mi risponde che prenderà subito appuntamento con l’estetista per depilarsela e che per lei sarà dura non toccarsi in quanto le piace masturbarsi spesso.Mi dice poi che domani è il suo compleanno e che viene il suo ragazzo dall’Italia e che sicuramente vorrà scopare, ma le rispondo che essendo in castità forzata non può farlo, ma può far godere lui, ma non viceversa lui non può toccarla. Lei anche se controvoglia mi dice che obbedisce.Il ragazzo non prende affatto bene la cosa e contrariato dal fatto di essersi fatto un viaggio dall’Italia a Parigi per trovare la sua ragazza che non lo fa neanche scopare la molla.La sera dopo capita un fatto che rischia di stroncare il nostro rapporto, essendo fuori a un compleanno di un amico le rispondo che non posso occuparmi di lei e non la prende bene dicendo che come lei mi ha dato serietà come schiava io le devo dare serietà come padrone e che non vuole più essere una mia schiava e si limiterà a masturbarsi sui miei racconti come aveva fatto prima di contattarmi.Capisco subito però che in realtà ciò non è vero e che dice questo solo perché si è sentita trascurata, per un paio di giorni mi manda messaggi in cui mi tiene il broncio, fino a che mi dice che avevo ragione io e che si era sentita trascurata, voleva farmelo capire. Io le dico che va bene, ma deve chiedermi scusa in ginocchia e la castità sarebbe stata di quindici giorni e non più di dieci.Il pomeriggio successivo mi scrive un messaggio in cui dice che si è svegliata con il lenzuolo tutto bagnato dai suoi umori, che si sente mentalmente assoggettata a me e per fortuna aveva i pantaloni perché le cadevano gli umori lungo la gamba.Le difficoltà di Nicole sono ogni giorno superiori in quanto facendo la baby sitter per arrotondare si mette inevitabilmente in certe posizioni con le gambe andando a stimolare parti sensibili, cosa che rende ancora più difficoltoso resistere alla castità.Almeno due, tre volte al giorno mi dice che questa prova le sta facendo passare le pene dell’inferno, ma vuole farcela per soddisfare il suo padrone, oltre che nel timore per quella che sarebbe la punizione se non ce la facesse.Per vedere se effettivamente sta rispettando la castità forzata le chiedo di farmi vedere le mutandine che indossa e mi mostra degli slip completamente impregnati di umori, poi mi dice che questa sera prima di coricarsi leggerà lo stesso qualcuno dei miei racconti anche se sa di farsi del male non potendosi toccare.Il giorno dopo la cosa si fa sentire quando è seduta con le bambine su un tavolo avrebbe voglia di incrociare le gambe per darsi un po’ di piacere, ma riesce a resistere e a non farlo. La sera va a letto presto senza leggere racconti erotici, sperando di dormire meglio della notte precedente.La mattina però non sta affatto bene si sveglia con un raffreddore accentuato, ma dopo aver preso dei farmaci nel pomeriggio le passa subito, torna ad eccitarsi e mi dice che ogni volta che le scrivo o mi sente è felice e si eccita subito.Nei giorni seguenti non ci sono sussulti si abitua alla castità forzata, anche se soffrendo arriva però un momento particolare quando deve andare dall’estetista per fare la manutenzione alla depilazione della passerina.L’estetista era una ragazza di 22 anni, molto gioviale che parlava con lei del più e del meno in tranquillità, ma l’imbarazzo è venuto quando per qualche istante le ha toccato il clitoride e si è accorta di quanto era bagnata e allora le ha fatto un sorrisino ammiccando. 607 0 2 mesi fa
- 1 mese fa La vacanza perfetta (2a parte) Questo racconto è di pura Fantasia. I nomi, i luoghi e le situazione non sono reali La vacanza trascorreva alla grande per Marco e Annalisa, l'idea di noleggiare un camper era stata ottima. Poi, con la scusa di avere un camper, ad ogni occasione si finiva per farsi una bella scopata. Anche quando si spostavano tra un posto e l'altro, Annalisa segava spesso Marco. Si, si avvicinava, gli ordinava di abbassare i pantaloncini, gli prendeva il cazzo in mano e lo segava, poi quando stava per venire, si fermava, gli stringeva il cazzo con forza per fermare la sua eruzione. Una volta, in un tragitto più lungo, lo aveva fatto cinque volte, rischiando che quasi Marco svenisse alla guida. Una volta sicura, che il flusso di sperma si era fermato, lasciava di colpo il cazzo e si allontanava ghignando, da vera stronzetta. Ovvio, che appena arrivati a destinazione, Marco la trascinava dietro e si vendicava, scopandola a dovere. Arrivati nel piccolo paesino che si erano prefissati come prossima meta, spostarono con il camper nel parcheggio di un market e dopo essersi assicurati che non ci fossero divieti per quel tipo di mezzo, decisero di entrare a comprare un po' di provviste. Una volta dentro, iniziarono a girare per gli scaffali per fare i loro acquisti, quando ad un certo punto, Marco disse "scusami un attimo, torno subito", si diresse verso l'uscita e si fermò a parlare con un ragazzo di colore, che lavorava nel market come guardia. Dopo circa una ventina di minuti, torno finalmente da Annalisa che non capiva cosa stesse succedendo. "Ma che fine hai fatto? Perché parlavi con la guardia? Lo conosci?“ "Tranquilla amore, gli ho solo chiesto delle informazioni sul parcheggio, se potevamo lasciare qui il camper e se stanotte, potevamo sostare qui, visto che è un posto illuminato e ci sono le telecamere...." Marco si era studiato tutto in pochi minuti, era credibile e Annalisa non chiese altro. "Mi ha anche detto che qui vicino, c'è un sentiero che porta su in collina, attraverso un bosco e una volta che siamo in cima, c'è una vista bellissima". "Ok, meraviglioso. Allora appena sistemata la spesa, ci andiamo." Rispose lei, felice. Così fecero. Si incamminarono per il sentiero, accompagnati dal canto delle cicale, dopo pochi passi si ritrovarono in un bosco, con tanta ombra e clima leggermente più fresco. Si sentiva anche l'acqua di un ruscello che scorreva lì vicino. Cammina, cammina, mano nella mano, Marco si inoltrò in una piccola discesa che portava ad una roccia. Ovviamente Annalisa lo seguì a ruota. Il ruscello era lì e la roccia, nella sua parte posteriore, creava una sorta di piccola rientranza, una piccola grotta di un paio di metri. Marco entrò e una volta in fondo, si girò verso Annalisa e gli disse di fargli una foto. Lei posò lo zainetto a terra e prese la macchina fotografica e appena so preparò per scattare la foto, Marco si abbassò i pantaloncini mettendo in mostra il suo cazzo duro.... "Ma che cazzo fai, tira su i pantaloncini, ma sei scemo? Se arriva qualcuno?“ disse lei con voce bassa e incredula. "Dai, vieni qui, fammi un pompino, senti come si sta bene qui". "No, ma tu non stai bene, è appena passata una famiglia con dei bambini poco sopra di noi. Figurati se mi metto a succhiartelo qui. Smettila, tu sei matto. Marco prese il cazzo in mano e lo agitò come fosse il sonaglio di un crotalo. A quel richiamo, lei corse dentro, gli prese il cazzo tra le mani e gli disse: "Ma guarda cosa mi tocca fare. Sei peggio di un bambino. Due minuti, non un secondo di più!" Scese in ginocchio e iniziò a spompinarlo golosamente, era così duro e liscio, lo leccava e lo succhiava avidamente. Alla parola basta adesso di lei, lui le prese la testa e cominciò a scoparle la bocca, in profondità. Lei aveva il viso coperto dalle lacrime e da quel filo di trucco che si scioglieva con esse. Quando senti che stava per arrivare, le tolse il cazzo dalla bocca e le sborrò in faccia, poi glielo rimise in bocca per farselo ripulire. "Noooooo, guarda come mi hai conciata, mi hai riempito, anche nell'occhio. Che cazzo faccio ora? Proseguo il cammino così? Mamma mia ..." Marco rideva, mentre si menava l'uccello eccitato a vederla così. Prese la bottiglietta di acqua e le sciaquò il viso, poi prese delle salviettine dallo zainetto e gliele porse. "Certo che sei uno stronzo. Ma come ti vengono certe idee del cazzo?" "Amore, la colpa è tua, tu mi ecciti" Lei mentre si ripuliva gli fece un sorriso e gli stampò un ti amo nell'aria. Le era piaciuto. Faceva sempre la santarellina ma lei godeva di queste trovate di Marco. Ancora in ginocchio intenta a ripulirsi, guardava malissimo Marco, che la guardava passarsi quella salviettina in viso, ma allo stesso tempo sogghignava, adorava il suo uomo che era sempre pronto a farla godere. Ripresero il cammino e arrivarono in cima alla collina, dove restarono abbracciati a lungo a guardare quella vista meravigliosa, proprio come due veri innamorati. Passarono due ore abbracciati come due ragazzini e decisero che forse era meglio avviarsi e tornare al camper. Mentre scendevano mano nella mano scherzavano e si baciavano, arrivati al bivio dove qualche ora prima, Marco aveva portato nella grotta Annalisa con l'inganno, proprio Marco, trascinò un'altra volta Annalisa, che anche stavolta non era d'accordo.... "No, amore, basta, so cosa vuoi. No. Basta. Andiamo al camper, saremo più comodi li. Smettila di fare il bambino, ci farai scoprire da qualcuno" Ma Marco era deciso: "Aspetta, vieni. Non è quello che pensi. Stavolta sarà più veloce. Non posso arrivare al camper senza farlo. Non resisto...." Riportò Annalisa nella piccola grotta. Le chiese di mettersi in ginocchio, ma con la testa leggermente più in avanti rispetto al corpo... "Ma che cazzo dobbiamo fare? Va bene così? Mamma mia tu sei pazzo!“ Marco annui, tirò fuori il cazzo dai pantaloncini e le disse di aprire la bocca.... Lei capì cos'aveva in mente, gli fece una smorfia di disgusto, ma spalancò la bocca più che poteva. Un getto di pipì le riempì la bocca, fuoriuscendo dai lati della stessa, lo invitò a fermarsi un attimo, lo guardò negli occhi e ingoiò tutta la pipì che aveva in bocca. Poi si rimise a bocca aperta ad aspettare ancora il suo getto, che non tardò ad arrivare... "L'hai bevuta quasi tutta, allora ti piace.... Amore, mi hai fatto eccitare, ma non ti scopo qui, ti scopo più tardi sul camper e vedrai come ti piacerà.....". Alle parole di Marco, Annalisa tirò un sospiro di sollievo mentre si asciugava la bocca. "Tu sei pazzo. La prima volta è stato difficile, ma ora mi piace sempre di più. Però sei un porco, riesci a farmi diventare troia anche in un bosco pieno di uccellini" Scoppiarono a ridere e dopo un bacio appassionato. Si avviarono, stavolta seriamente, al camper. Il parcheggio era deserto, c'era solo il loro camper. Una cena tranquilli, quattro chiacchere e un'altra giornata sembrava finire. Giusto il tempo di bere il caffè che il silenzio venne rotto da dei colpi sulla porta del camper.... "Oddio, stanno picchiando sulla porta del camper, chi sarà? Ho paura Marco...." Annalisa era spaventata. Marco si alzo, andò alla porta, aprì e si sentì, Ciao, grazie per essere venuto, prego accomodati. Annalisa nascosta dietro alla porta del piccolo bagno sbirciava fuori e vide salire sul camper assieme a Marco, la guardia del market. Oddio, menomale. Che paura, pensò.. Annalisa uscì dal bagno e salutò il ragazzo, che ricambiò il saluto e la stretta di mano. "Ma tu lo sapevi che doveva arrivare? Perché non mi hai detto niente? Sono quasi morta di paura!" "Tranquilla amore, si, gli ho chiesto io di passare stasera, era una sorpresa per te". Una sorpresa? Che sorpresa poteva essere per Annalisa il ragazzo di colore che faceva la guardia al market. Annalisa continuava a non capire. Diventò rossa, cercava nello sguardo di Marco un aiuto, una risposta ..... "Amore, non hai ancora capito perché è venuto qui a trovarci?" Lei aveva lo sguardo fisso, non riusciva a capire. Così, Marco, iniziò il suo gioco di seduzione. "Amore, si gentile, spogliati per il nostro ospite" Annalisa, con uno sguardo stupito, capì finalmente qual' era la sorpresa ,.... Sorrise e iniziò a spogliarsi. Prima la maglietta, poi gli shorts, rimase in reggiseno e mutandine. "Bravissima amore, ora, da brava, dai il benvenuto al nostro ospite, come ti ho insegnato". Annalisa era stranita da questa situazione, ma si stava eccitando tantissimo.... "Ah, dimenticavo, il nostro ospite si chiama Tommy, sii gentile con lui" Annalisa si inginocchiò davanti a Tommy, gli abbassò la cerniera dei pantaloni, infilò la mano e subito la sua espressione cambiò.... Aprì i pantaloni di Tommy e li abbassò in un colpo solo, lo stesso i boxer.... Rimase a bocca aperta. Quel cazzo era enorme. Guardò Marco come per chiedergli cosa doveva fare, lui annui con la testa. Cominciò a segare quel cazzo, sputando sulla cappella e segandolo a due mani. Poi, inizio a prenderlo in bocca. Era grosso, faceva quasi fatica. Ma ormai, era partita la troiaggine alla massima potenza. Respirava a fatica quando succhiava, era davvero enorme. Così, anche Marco tirò fuori il suo uccello e lo porse alla sua sposa. Stava spompinando due cazzi per la prima volta, le sembrava di impazzire e Marco approfittò che Annalisa era occupata con quell'enorme cazzo in gola, per prendere il plug e infilarlo nel culo di lei. Ebbe un sussulto quando il plug entrò, ma non sentì dolore come la prima volta. Prese anche un preservativo e lo diede a Tommy. Fece alzare lei e la fece mettere sul letto con le gambe larghe. Invitò Tommy a possederla. Non se lo fece ripetere. Afferrò Annalisa per le cosce e se la tirò verso di sé, appoggiò il cazzo alle sua fighette, Marco ci passò la mano ricoperta di lubrificante, passando fuori e dentro la figa, facendola mugolare di piacere. Ora era pronta. Un colpo del giovane e mezzo cazzo aveva già squarciato Annalisa, che tirò un urlo di dolore, ma che si trasformò presto in piacere.... "Oh cazzo, è enorme. Mi sta aprendo in due. Continua Tommy, sbattimi con questo palo..." Tommy sorrise e affondò i colpi, lei godeva come una forsennata, le sue unghie lasciano i segni nelle braccia di Tommy. Si trovo presto anche il cazzo di Marco in bocca, si sentiva impalata. Ora Marco fece segno a Tommy di cambiare, fece sdraiare Tommy, subito Annalisa si sedette sopra quel cazzo enorme e duro, iniziarono a baciarsi mentre il cazzo era scivolato tutto dentro. Fu a quel punto, che il plug venne tolto dal culo di lei e subito sostituito dal cazzo di Marco. Un altro grido di dolore da parte di Annalisa, che stava affrontando la sua prima doppia penetrazione.... Geneva, si dibatteva scopata da due cazzi insieme, ma era sempre più bagnata e grondante. La cosa durò parecchi minuti, fino a quando di staccarono entrambi e fecero mettere Annalisa in ginocchio. Tommy tolse il preservativo e lei iniziò a succhiare entrambi i cazzi. Entrambi le vennero in bocca, lei si senti come affogare. Con la bocca piena di sborra e i cazzi tra le mani, aspettò che anche l'ultima goccia le cadde in bocca e ingoiò tutto, mostrando la bocca vuota ai due tori. Erano tutti e tre stanchi, sudati ma totalmente appagati da quella scopata. Annalisa non voleva smettere di leccare e succhiare quei due cazzi. Si alzò in piedi sorridente, con ancora un rigolo di sborra che le colava dalla bocca. "Cazzo ragazzi, mi avete fatto sudare stasera, ho bevuto un po', ma ho ancora sete....." Aprì un vano dove stavano le stoviglie e prese la pentola alta, quella per gli spaghetti, si rimise in ginocchio, con la pentola sotto la bocca.... Marco capì al volo cosa voleva la troietta, parlò nell'orecchio a Tommy e subito, cazzo alla mano, pisciarono in bocca tutti e due ad Annalisa. Ne fu estasiata, ormai non ne poteva più fare a meno. Bevve gran parte della pipì, leccandosi più volte le labbra. Succhiò ancora per bene le cappelle di entrambi mentre anche lei, fece pipì nella pentola. Fu una serata indimenticabile, il loro rapporto si saldò ancora di più. Tutti i taboo erano stati infranti.... O quasi... C'erano ancora tanti giorni di vacanza in giro con il camper.... Chissà cosa sarebbe potuto succedere ancora la sopra ....... 687 0 2 mesi fa
- 1 mese fa La vacanza perfetta.... Questo racconto è di pura Fantasia. I nomi, i luoghi e le situazione non sono reali. Dopo una lunga attesa, anche quest'anno sono arrivate le tanto agognate ferie. Un mese intero senza lo stress del lavoro. Finalmente, Marco e Annalisa, possono preparare il loro primo viaggio in camper. Si, perché per quest'anno la decisione è stata quella di noleggiare un camper e fare una vacanza in giro per la Toscana, per godersi questo splendido viaggio e a godersi appieno la loro intimità. Il giorno seguente, subito sveglia presto per preparare le ultime cose, caricare vestiti, cibo per il viaggio e sistemare al meglio tutto. Annalisa stava pulendo e sistemando le cose al loro posto, quando Marco salì sul camper e la vide, girata di spalle con i leggings, non capi più nulla. Le si avvicinò, le mise le mani sui fianchi, lei ebbe il tempo di dire "amoreeee", che iniziò a baciarle il collo e passare la lingua dietro l'orecchio.... Lei lo adorava. "Ma cosa fai, dai che dobbiamo finire di preparare". Marco aveva già il cazzo duro, senza mai lasciare la sua posizione, si abbassò i pantaloncini e iniziò a strusciare il cazzo sul culo di Annalisa, lei sorrise...."Lo sai che non possiamo adesso, non fare il porcellino". Ma Marco le aveva già infilato una mano nelle mutandine e la stava sgrillettando. Lei ansimava, si stava eccitando. Lasciò le cose che aveva ancora in mano, allargò le gambe in modo che Marco potesse intrufolarsi meglio."Che porco che sei.... Hai sempre voglia" disse Annalisa, poi scivolò giù in ginocchio e prese il cazzo di Marco in mano, sputò sulla cappella, lo segò per qualche minuto e iniziò a spompinarlo golosamente. La sua bocca calda, andava su e giù per tutta l'asta, insalivando tutto il membro, dalle palle fino alla punta, per poi farlo riscivolare tutto in bocca, fino alla gola."Alzati ora, voglio scoparti". Annalisa non se lo fece ripetere e in meno di un secondo, aveva il cazzo di Marco tutto dentro alla sua fighetta bagnata, che la pompava come un forsennato. Lei gemeva e si contorceva, aveva voglia di gridare, ma non le sembrava una bella idea, visto che erano nel cortile di casa, erano su un camper ed era mattina... Poi Marco si fermò di colpo, tirò fuori il cazzo dalla fighetta di Annalisa e si girò verso un vano del camper poco dietro ai sedili."Ma che fai? Non mi scopi più?“ esortò Annalisa con una vocina da bambina vogliosa. Marco tirò fuori un beauty case dal vano, lo aprì e tirò fuori un tubetto di lubrificante e un plug anale. "No ti prego amore, non adesso, non mi sembra il momento ideale qui" le fece notare Annalisa, ma Marco non volle sentire ragioni. "Girati, non ti preoccupare, prima o poi te lo devo mettere nel tuo bel culetto e ora ho proprio voglia" Lei si girò obbediente, un po' impaurita ma anche vogliosa, era molto eccitata ma non si aspettava di perdere la verginità anale proprio in quel momento, su un camper ....Marco spalmò il lubrificante sul buchino e prese a fare scivolare il dito come a massaggiare l'ingresso. Poi puntò il dito e lo fece entrare piano piano ... Annalisa gemeva, chiedendo di fare piano. Poi le dita diventano due. Dentro e fuori, dentro e fuori. Era arrivato il momento di provare il plug. Dopo averlo ricoperto di lubrificante, Marco disse ad Annalisa di allargare bene le chiappe, sputò sul buchino e infilò delicatamente il plug tutto dentro il culo. Annalisa a bocca aperta e occhi sbarrati emise un gemito più forte. "Fai piano ti prego, mi fa male" disse lei con le lacrime agli occhi.... Marco lasciò il plug inserito e torno a scoparla in figa. Lei tra un misto di dolore ed eccitazione ne era estasiata. Mentre la scopava le stringeva i seni, stringendole i capezzoli con le dita. Gemeva e godeva, era al settimo cielo. Marco si fermò ancora una volta, proprio mentre lei ebbe un orgasmo. Tolse il plug, abbondò con il lubrificante e la penetrò un attimo con due dita."Ahi, piano.... Ti prego fai piano...." Appoggiò la punta del cazzo verso il buco allargato e spinse piano.."Ahhh, aia, piano.... È grande, mi sta facendo un male atroce...." Prima ancora che Annalisa potesse finire la frase, il cazzo era scivolato tutto dentro e era iniziata la sua cavalcata della gloria. I gemiti di Annalisa, misti a dolore e piacere erano intensi. La stava inculando, così a sorpresa, senza essere preparata, senza essere pronta. Ma le stava iniziando a piacere, il dolore ora era sopportabile, sentiva il cazzo di Marco che la sfondava sempre di più. Era anche più rilassata. Marco aumentò il ritmo e dopo tre colpi più forti urlò "Si... Si.... Eccola, sto arrivandoooo..." E scarico tutto il suo getto di sborra caldo nel culo di Annalisa, lei ne sentiva il valore che la inondava al suo interno....Marco si staccò tirando fuori il cazzo umido e ancora duro, lei si girò di scatto tenendosi la mano quasi a tappare il buco del culo..."Ma sei scemo? Ma mi hai sborrato in culo? Oddio non ci posso credere, ma sei un coglione!!!" Si tirò su alla meglio i leggings e corse in casa sbattendo la porta sel camper..... Marco sorrise con il cazzo che si stava ammosciando. Pulí tutto e rimise tutto a posto. Si rivesti e andò anche lui in casa per darsi una sciacquata.... Entrò in bagno e vide Annalisa sul bidè che si buttava acqua sul buchino come se dovesse spegnere un incendio. ..."Sei uno stronzo, ora dovrò fare tutto il viaggio con il culo in fiamme per colpa tua", disse lei ridendo. Le era piaciuto, anche se non se l'aspettava."Oh, vieni qui piccola, scusami. Ma quando ti ho visto non ho resistito..." E la abbracciò mentre era seduta ancora sul bidè. Con la sua testa appoggiata alla pancia, Marco senti che il cazzo era tornato duro .... Lo tirò fuori un'altra volta e glielo mise in bocca. Annalisa fu ancora una volta sorpresa ebbe il tempo di dire solo "Mah ..." E iniziò un pompino da favola. L'eccitazione di Marco era alle stelle. Lei era molto abile con la bocca e nel giro di pochi minuti, le esplose nella bocca la rimanenza di sborra che aveva."Mmmm, ci mancava una buona colazione nutriente, ma che ti prende oggi? Sei un porco" disse lei sorridendo e sputando tutta la crema sulle tette, che pian piano scivolò sull' ombelico e sulla fighetta umida."Ora mi devo rilavare, guarda cos'hai combinato un'altra volta, porco" gli disse mentre si passava le dita sul clitoride."Beh, se la ingoiavi, non c'era nessun problema. Ma tranquilla, ci penso io a ripuliti adesso...."Lei fece una smorfia tipo broncio alla parola ingoiare e poi aggiunse: " Ma cos'hai in mente ora? Ti ricordi che dobbiamo partire? Dai, basta ora, è tardissimo"Lui le mise una mano sulla spalla e la spinse con la schiena contro il muro. Si mise in piedi davanti a lei e iniziò a pisciarle addosso, sulle tette, sulla figa ..."Nooooooo, ma che cazzo stai facendo, mi stai pisciando addosso, ma sei Pirla? Ma basta, smettila"Annalisa faceva la schizzinosa, ma le stava piacendo questa nuova cosa, anche perché in quanto a porcaggine era una vera troia da competizione."Dai, smettila che ti piace, porcellina vogliosa. Ora vieni qui, avvicinati..."Lei si avvicinò al cazzo con la faccia e subito un getto di pipì le inondò la faccia. Rideva e per istinto aprì la bocca, si fece riempire la bocca, fece dei gargarismi guardando il suo porco felice e sorridente, buttò fuori la pipì dalla bocca e se la deve riempire finché Marco non finì.Marco scese e la baciò. "Ti amo alla follia piccola, sarà una vacanza fantastica"."Lo sarà porcellino mio, lo sarà", rispose dando ancora una succhiata al cazzo di Marco e sorridendo. Fine prima parte. 633 0 2 mesi fa
- 2 mesi fa La prima volta con Serena la figlia di Chiara Sono oramai due anni che ho chiuso una storia con la mia ex Chiara. Da lei trascorrevo praticamente il fine settimana ed ogni tanto veniva a trovarla sua figlia Serena che all’epoca aveva 24 anni.Con Chiara avevo un rapporto molto bello e sessualmente di altissimo livello ed anche piuttosto trasgressivo visto che si frequentava il privè o altre situazioni con singoli.Anche con serena ero molto in sintonia a livello caratteriale e spesso si parlava dei suoi casini con i suoi ragazzi.In questi ultimi giorni Serena si è litigata con Marco, il suo boy-friend, cadendo in una strano stato...un misto tra euforia e leggerezza.È diventata più espansiva e mansueta ed ha cominciato a mostrare degli atteggiamenti che prima non si sarebbe nemmeno sognata di avere, tipo girare per casa in slip e reggiseno.Aveva un corpo da farti smettere di respirare.Un sabato pomeriggio dopo aver ultimando di sistemare le mie cose nell’armadio sono andato sotto la doccia e mentre mi sto insaponando sento la porta aprirsi e chiudersi con lo scrocco della chiave.So che a Chiara piace farsi una bella scopata sotto la doccia quando e possibile, quindi le dico che non era possibile perche Serena era in casa...e con sorpresa invece di sentire la voce di Chiara sento quella di Serena che mi dice"senti non ti andrebbe di fare a con me quello che volevi fare con mamma?"Io attonito di primo acchito ho risposto un secco NO e l ho mandata fuori immediatamente, anche se però a mente lucida ho riflettuto su che bella scopata doveva essere con Serena e mi masturbai pensando a quel suo culo tornito e a quella fichetta gonfia di piacere e feci una sborrata mai vista.La sera stessa dopo cena Serena usci con alcune sue amiche ed io mi misi sul divano a guardar un film con Chiara.Durante il film Chiara prende a farmi un pompino da paura e dopo esserle venuto in bocca mi sono sincerato con bacio che avesse bevuto tutto come sempre fa. Mi sono inginocchiato e di rimando le ho fatto un lavoretto con lingua,sulla sua bellissima fica depilata.Il giorno seguente Chiara mi dice che sarebbe andata a fare compere al supermercato e che si sarebbe poi fermata a trovare la sorella.Serena, che era nella sua stanza appresa la notizia dai saluti della mamma si mise ad ascoltare un po di musica, io vado sul terrazzo a fumare una sigaretta (allora fumavo) e vedo la finestra aperta della camera di Serena.Non sentendo la musica, do un occhiata dentro e la vedo distesa sul letto, nuda, con un fallo che le entra ed esce dalla fica,mentre con l altra mano si strizza un capezzolo.Finito la sigaretta in quattro boccate rientro e mi metto davanti alla porta della sua camera, indeciso su come approcciare, prendo coraggio e busso.Si sente un po di confusione ma poi mi dice di entrare e la trovo seduta sul letto in costume da bagno.Il costume pero lascia intravedere la parte che il fluido della sua fica ha intriso e facendo finta di niente le chiedo che strano odore ce nella cameretta.Lei arrossi di colpo ed io eccitato dalla sua timidezza le chiesi come mai le sue mutandine fossero cosi bagnate tra le cosce...Lei prese la mia mano e la mise sulla sua fica...era bollente e fradicia di umori.Ritirai la mano e la portai davanti al viso per sentirne il profumo e ne assaggiai anche il sapore, dolce e voluttuoso.Lei rimase seduta a guardare quello che facevo poi mi fece scivolare giù i pantoloncini e rimase bloccata davanti al mio cazzo che era diventato di pietra e carne.Lo prese con le mani e mi succhiò la cappella prima di frlo scivolare tutto in gola, sentivo le palle appoggiate al suo mentoLe scostai la testa e le infilai la lingua in bocca mentre mi inginocchiavo per andare a leccare quella sontuosa e profumata fica.Aveva un clitoride che sembrava un capezzolo tanto era pronunciato e gonfio,infatti bastarono pochi colpi di linguae raggiunse l orgasmo.Mi rialzai e le dissi di mettersi in ginocchio appoggiandosi sui gomiti.Lei esegui prontamente, mettendomi davanti tutto il suo spettacolo,fica e culo era li aperti e pronti per ricevere il mio cazzo.Le appoggiai la cappella sulle labbra della fica e le feci fare dentro e fuori un paio di volte, poi glielo feci assaggiare fino in fondo con un colpo di reni.Era come avere infilato il cazzo in un forno tanto era calda e stretta...Io dandole una sonora sculacciata sulle chiappe continuai a pomparla, dentro e fuori, mentre con le dita mi facevo posto nel suo culetto, fino a farla schizzare ancora di piacere...Tirai fuori il cazzo da quella stretta fessura carnosa e profumata e con la cappella feci scivolare un po di fluido su quel buchetto violaceo e ad ogni passaggio sentivo il suo respiro diventare piu intenso.Quel culo aveva fame di cazzo e me lo diceva tutte le volte che sfiorandolo aveva una contrazione dilatandosi sempre piu.Ricordo solo che mentre facevo mia, lei disse che non voleva altro che essere inculata da me dopo averla ripetutamente inculata le venni in culo e lei per tutta risposta si tolse e me lo lecco per ripulirlo tutto.La ringrazia baciandola 635 0 4 mesi fa
- 2 ore fa Le Nuove virtù (parte 1) Tante volte le situazioni più strane possono nascere in modo impensato, imprevisto e quantomeno immotivato. Tutto prese forma da una due piccole tragedie. Mi trovavo infatti all’età di quarant’anni con un figlio di diciasette di nome Herman. La madre, una tedesca di nome Ingrid, l’avevo conosciuta durante una breve vacanza, ed avevamo passato dei bei momenti insieme, favoriti anche dalla calda estate e da alcune sonore bevute, che si perdonano ai ragazzi giovani. Quello che non ci era stato perdonato era il sesso alquanto sconsiderato che facevamo in quelle serate estive, dove più volte, preso dal corpo flessuoso di Ingrid, ed inebriato dall’odore speziato della sua figa, l’avevo copiosamente riempita del mio seme. Io ed Ingrid ci salutammo alla fine di agosto e dopo tre mesi, ricevetti il suo messaggio dove mi comunicava la notizia. La feci scendere in Italia pronto a fare il mio dovere di uomo, ma la cosa non funzionò e dopo sei mesi dal parto Ingrid se ne tornò in Germania lasciandomi il piccolo Herman. Lo allevai aiutato da mia madre che, sebbene non fosse scevra dal riproverarmi continuamente, data la sua rigida educazione cattolica, provava anche una piccola felicità stringendo fra le braccia il nipote desiderato. Semplicemente come se ne era andata Ingrid si ripresentò una decina di anni dopo, si era sposata con un medico tedesco ed aveva due figli. Pur volendo conoscere Herman non manifestò mai l’intenzione di portarlo con se in Germania e così, dopo quella visita inaspettata, la nostra vita riprese con il consueto tran tran, Herman studiando e frequentando la scuola, ed io lavorando nel mio studio legale cercando di sopperire all’assenza della madre con le mie attenzioni nei confronti di quel figlio che consideravo già colpito dalla vita. Mi rendevo conto che lo stavo viziando, ma non riuscivo a farne a meno ed a perdonarmi per la situazione in cui lo avevo cresciuto e che anche a scuola lo aveva reso il bersaglio di scherzi e battutine. Herman, come già detto, era arrivato all’età di diciasette anni e come previsto era diventato un perfetto stronzo. Si era trasformato nel classico bulletto radunando i compagni di liceo più borderline e spadroneggiando nell’istituto, perché forse i tedeschi, anche se mezzi, lo hanno nell’indole. Venivo coninuamente chiamato dal preside per i comportamenti maleducati di Herman, e più volte dovetti appellarmi alla difficile situazione nella quale era cresciuto per evitargli la sospensione. Fu proprio in una di queste occasioni che comincia la nostra storia. Ero stato nuovamente convocato dal preside del liceo perché Herman, coadiuvato dai suoi sgherri, aveva pesantmente insultato e bullizzato un suo compagno di classe di nome Filippo. Mi ero ripromesso che quella sarebbe stata l’ultima volta e avrei preso provvedimenti seri, ma non potevo evitare di presentarmi a quella convocazione. Entrai quindi nell’ufficio del Preside dove trovai Herman, Filippo e la madre di Filippo, di nome Enrica. Herman si era distinto in una nuova bravata. Con la sua squadra di sgherri aveva pesantemente insultato Filippo sotto le docce dopo l’ora di educazione fisica, per il suo aspetto femminile e, per usare le parole del Preside “ per la sua scarsa mascolinità”. Tutto sarebbe caduto nel nulla ma proprio in quel momento il professore era entrato in spogliatoio ed aveva sentito tutto e segnalato la cosa in presidenza. Pur profondendo le più ampie scuse ed appellandomi nuovamente all’infanzia difficile di Herman, che così difficile non era stat cresciuto fra le attenzioni mie e della nonna, il Preside non si era potuto astenere dal predentere segni significativi di scuse entro sette giorni altrimenti avrebbe inflitto a mio figlio una lunga sospensione. Ci salutammo tutti ed andammo a casa. Feci la voce grossa con Herman e lo obbligai a scusarsi pubblicamente con Filippo e per sancire la nuova pace organizzai una cena fra me ed Herman e Filippo e la sua famiglia. Sapevo ben poco della famiglia di Filippo ed anche alla madre Enrica avevo dato un’occhiata distratta tanto ero furibondo del nuovo guaio di Herman, ma mi sembrava una buona politica per evitare la sospensione a mio figlo. Feci fare l’invito ad Herman e ricevetti la conferma direttamente da Enrica che mi disse che si sarebbero presentati in tre. Organizzai per il martedì sera seguente presso un noto locale del centro di Brescia. Io ed Herman arrivammo per primi e ci sedemmo al nostro tavolo. Poco dopo giunse anche Enrica accompagnata da Filippo e da una ragazza che era la copia di Filippo ma vestita con abiti femminili. Devo dire che fui abbastanza sorpreso, quando Enrica mi aveva detto che si sarebbero presentati in tre pensavo alla classica famiglia padre, madre e figlio, ma come appresi di li a poco le cose erano molto diverse. Enrica mi presentò la figlia Eleonora, gemella di Filippo e tutti si sedettero e cominciammo a mangiare e conversare. Devo dire che Herman si comportò egregiamente risultando anche simpatico. Forse estrapolato dall’ambiente scuola, dove da bambino aveva dovuto subire maldicenze e scherzi ed ora doveva fare il duro, il suo carattere non era poi così male. Devo dire che avevo notato come Herman guardasse con estremo piacere Eleonora, che non aveva mai incontrato prima in quanto frequentava un altro istituto. Era la prima volta che lo vedevo interessato ad una ragazza e ne ero compiaciuto. Speravo trovasse un’anima con la quale condividere le sue frustrazioni nascoste e anche per fare quelle esperienze adolescenziali che sono d’obbligo nella vita. In un serata conviviale, avevo anche io notato Enrica, e mi rammaricavo di non averlo già fatto durante la riunione in presidenza. Era una bella donna, capelli lunghi e castani un petto florido, gambe lunghe che evidenziava ancora di più portando i tacchi alti ed un bel sedere chiuso nella gonna che le arrivava al ginocchio. Il viso era di un candore quasi pallido, che però le faceva risaltare gli occhi di un blu profondissimo ed intenso, capaci di raggiungerti anche se eri immerso in un altro universo. I figli gemelli avevano ereditato la sua bellezza ed i suoi colori. I fianchi stretti di entrambi e le labba rosse e tumide, il colore niveo della pelle e le gambe affusolate. Si distinguevano solo per i capelli lunghi e per l’accenno di petto che, seppur ancora poco florido, caratterizzava Eleonora rispetto a Filippo. Durante la cena uscì la loro storia triste. Il marito di Enrica era morto in un incidente d’auto lasciandola sola con i gemelli di quattro anni. Anche lei era stata aiutata dalla sua famiglia nell’allevarli ma differentemente da Herman che aveva reagito sviluppando un caratere ribelle, i suoi figli le si erano attaccati morbosamente soprattutto il maschio Filippo, fino ad assorbire ogni minuto della sua vita. Si stabilì subito una grande empatia fra me ed Enrica, forse per la stessa vicenda d’abbandono, e, dato il buon esito della serata, e la scintilla scattata fra Eleonora ed Herman, ci ripromettemmo di rivederci nuovamente e ci scambiammo il numero di telefono. Da quel momento le cose a scuola cambiarono Herman divenne il protettore di Filippo. Lo difendeva dagli scherzi e dalle ingiurie degli altri studenti e la vita scolastica per lui diventò più semplice. Inutile dire che Herman ed Eleonora divennero inseparabili, mentre Filippo continuava ad essere morbosamente legato alla madre. Io ed Enrica, invece, cominciammo a chattae, scherzando e ridendo e mi ritrovai sollevato come non mi sentivo da lungo tempo. La invitai una sera a cena e dopo qualche bicchiere di vino feci scendere il discorso sul personale e sessuale in modo da riscaldare l’ambiente. Enrica mi rivelò che dalla morte del marito aveva avuto pochissime esperienze e molto fugaci in modo da tenere all’oscuro i figli. Era felice che Eleonora si fosse incollata ad Herman, ma Filippo le stava ancora addosso, ed anche per godersi quella serata si era dovuta inventare una scusa di lavoro. Avevo deciso di rompere gi indugi e dopo cena la portai in un appartamento riservato che avevo affittato per incontrare le amiche lontano dagli occhi di Herman. Lei fu felice di tale discrezione e già mentre salivamo le scale le nostre lingue si erano intrecciate e ci baciavamo avidamente. Enrica era molto calda, non passò molto che le sue mani raggiunsero il mio cazzo duro e sodo e fu piacevolmente colpita dalle sue dimensioni. Mi disse “scopami forte...ho avuto pochi amanti ed anche quelli te li raccomando...ora prendimi”. None ravamo ancora sulla porta di casa che le mie mani stringevano i suoi capelli e la bocca abusava delle sue labbra. Ho sempre prediletto il sesso duro ed Enrica desiderava essere scopata fortemente. Il mio appartamento era l’unico del pianerottolo per cui non c’erano occhi indiscreti a spiarci. La sbattei contro l porta e la girai baciandola sul collo. Le alzai la gonna e mi abbassai verso il suo culo prominente culo iniziando a leccarlo ed affondando nel buco in profondità. Le sentivo lo sfintere cedere al mio slinguare..inumidirsi ed affondare nuovamente mentre con le anche Enrica si spingeva verso di me per sentire il mento contro le pareti della figa estremamente bagnata ed umida. Le leccavo il culo mentre assaporavo anche i suoi umori che cospargevano il mio viso dell’acre secrezione femminile. “Nel culo non lo ho mai fatto…” mi sussurrò Enrica tra un respiro ed un altro, pur non ponendo alcun veto a quel nuovo piacere. Aprii la porta e la spinsi sul pavimento tenendo le natiche ben prone verso di me, ed in maniera animalesca le alzai la gonna e le spostai il perizoma che orami era unicamnete una pezza fradicia. Sputai su quel culo sodo già colmo della mia saliva e mi slacciai i pantaloni facendo fuoriuscire il mio imperioso cazzo che turgido e venoso si ergeva prepotente della sua preda. Enrica lo vide di sottecchi e strinse i pugni mentre con le dita le allargavo lo sfintere. Iniziai inserendo la cappella nel suo culo dilatato e le dissi “ora soffia per abituarti e respira regolare”. I primi affondi in quello stretto pertugio furono difficili ma con sapienza e sputando ogni volta che uscivo mi introdussi nel buco per tutta la lunghezza del mio cazzo. Ai primi cenni di sofferenza seguirono i mugolii di Enrica e li capii che superato il colletto anale si stava abituando al piacere frammisto al dolore, e cominciai a spingere prima con delicatezza e poi con vigore. Le spingevo il mio cazzo per tutta la lunghezza nel culo fuoriuscendo fino alla cappella per poi riaffondare con estrema forza e sentire il rumore dei coglioni che rimbalzavano sulle pareti dello sfintere. La figa era oscenamente bagnata e già stava formando una piccola pozzanghera quando Enrica urlo il suo orgasmo librando suimultaneamente una pisciata ed annaffiando tutto il pavimento. I brividi le percorrevano il corpo ed i vestiti erano zuppi di quel frammisto di secrezione, urina e sudore il cui odore mi mandava in estasi. Mi tolsi dal suo culo e la feci riprendere baciandola avidamente ed aprendole la camicetta per succhiare i suoi seni che avevo trascurato nella smania del primo orgasmo anale di Enrica. La presi e la portai sul tavolo della cucina e fatta stendere sulla schiena misi le sue gambe intorno al mio collo. La gonna era orami all’altezza dell’ombelico e di fronte a me Enrica a gambe divaricate e con il seno che fuoriusciva era uno spettacolo che avrebbbe mandato in visibilio anche un santo. Il mio cazzo era ancora duro e benchè la figa fosse fradicia mi chinai fra le cosce lappando come un cane dalla ciotola, il piacere dalla vulva. Il sapore dell’urina si impadroni delle mie papille gustative ma non smisi di leccare avidamente salenndo anche a succhiare il poderoso clitoride che si ergeva ben esposto dalle grandi labbra. Enrica continuava a mugolare e godere, e dalla sua bocca provenivano solo mezze frasi incomprensibili. Mi rilzai e le misi il cazzo in figa. Ovviamente non trovai le resistenze del buco del culo per cui affondai spietatamente son dal primo minuto. Mi accorsi subito che Enrica gradiva i forti colpi del mio bacino e voleva essere sbattta e sfondata, senza molte delicatezze. Io seguivo il suo desiderio prendendole le cosce e tenendola con le gambe ritte intorno al mio collo mentre la riempivo senza alcuna remora. Scoprii che era multiorgasmica e perciò fu un continuo di venute anche bagnate che avevano ricreato anche in cucina la pozzanghera dell’ingrezzo. Sentii montare anche il mio orgasmo, serrai le mani intorno ai suoi seni lasciando le cosce e con tre/quattro spinte ancor più vigorose la riempii copiosamente del mio sperma noncurante di averla impregnata. Esaurito il seme levai il cazzo e lo portai alla sua bocca facendomi ben pulire la cappella. Le concedetti un attimo per riprendersi ed Enrica vide di sfuggita l’orologio della cucina. “Cavolo sono già le 11:30!! Filippo sarà in crisi devo andare velocemente!!”; Le consigliai di almeno farsi una doccia che non poteva andare a casa in quelle condizioni. Enrica convenne con me che era meglio darsi una riassestata, andò in bagno, fece na doccia e poi molto frettolosamente scendemmo entrambi dal mio appartamento clandestino per tornare a casa. Il giorno dopo Enrica mi confidò di aver trovato Filippo molto agitato che la stava aspettando. Aveva dovuto rassicurarlo e calmarlo per più di un’ora quando, finalmente, aveva potuto coricarsi e riposare il buco del culo che quella sera aveva avuto la sua inaugurazione. Da quel giono io ed Enrica diventammo quello che si suol definire una “coppia aperta clandestina”. La sua sessualità da tempo repressa era esplosa e ben presto iniziammo ad allargare la nostra frequentazione anche ad altre persone lanciandoci in giochì sia con coppie che con donne e uomini. Enrica era molto appagata da tale situazione ma sapevamo entrambi che sarebbe stata una cosa passeggera. I nostri giochi avvenivano la mattina quando i figli frequentavano la scuola e, dato che Herman dopo il fidanzamento non mi aveva più creato alcun problema, noi eravamo liberi di dare sfogo alle nostre più intense depravazioni. Non intendevamo essere una coppia fissa perché la nostra gande intesa e fame sessuale none ra seguita dal sentimento che deve seguire una coppia ed anche in virtù del fatto che la relazione tra Herman ed Eleonora proseguiva a gonfie vele tanto che i due avevano deciso di trasferirsi a Parma ove avrebbero iniziato a frequentare la stessa università. Io ed Enrica, nonostante non approvassimo pienamente tale decisione, non avevamo potuto oppore nulla e così il settembre successivo Herman ed Eleonora si trasferirono nell’appartamento di Parma. Filippo invece aveva deciso di rimanere a Brescia e frequentare giurispruidenza. Non riusciva a staccarsi dalla madre, ed Enrica mi aveva confidato che nutriva un profondo affetto per me e che aveva deciso di seguire quel corso per ripercorere le mie orme. Fui lieto di quella decisione e, dato che Herman invece si era aveva preso una strada totalmente diversa, proposi a Filippo durante l’estate di venire nel mio studio ad iniziare a respirare un’po’ di aria legale. Volevo anche dare una mano ad Enrica che con due figli all’università a volte faticava a far quadrare il bilancio per cui approfittavo di quella sorta di praticantato per dare una piccola paga a Filippo che ben presto si rivelò un aiuto prezioso. Accadeva più volte che ci dovevamo trattenere fino a tardi presso lo studio per redigere atti o preparare processi e lui ottemperava ai suoi obblighi senza mai protestare o recriminare. Alcune mattine, e questo a mia colpa, approfittavo di lui inviandolo in tribunale per varie commissioni in modo di poter organizzare con Enrica qualche gioco con coppie o amici ed abbandonarci così alle nostre amate sconcerie. Il creuccio che avevo era quello di non aver mai visto Filippo in compagnia di una coetanea. Aveva diverse amiche ma nessuna con cui aveva un atteggiamento affettuoso oppure per la quale mostrasse interesse. Ricordavo bene che Herman, prima della fatidica cena lo aveva più volte additato come frocio e del fato che gli insulti sotto la doccia avevano ad oggetto la sua scarsissima virilità. Le cose poi erano cambiate e quegli accenni erano finiti nel dimenticatoio. Filippo d’altro canto era più bello come donna che come uomo. Era uguale fisicamente a sua sorella ed anche il suo volto era molto femminile. A tutto ciò aggiungeva un atteggiamento ambiguo che lo rendeva quasi civettuolo. Più di una volta, quando la stanchezza del lavoro si faceva sentire, lo avevo scambiato per sua sorella e lo avevo chiamato Eleonora, scusandomi poi sempre prontamente. Aveva poi riversato su di me una parte dell’affetto che lo legava alla madre, dimostrandomi un attaccamento che a volte mi metteva a disagio. Era una sera di lugio quando io e Filippo ci eravamo dovuti fermare a lungo per disctere su un processo. Le sue indicazioni erano decisamente sensate ben più di quelle di un diciannovenne al primo anno e mi era di aiuto nel focalizzare i punti fondamentali della controversia. Era una serata molto calda ed il condizionatore non mitigava l’afa. Ad un tratto, per il calore e la stanchezza, mi assopii leggermente sulla mia comodissima poltrona di studio, quando nel dormiveglia mi sembrò di vedere Eleonora entrare dalla porta della stanza. La mia illusione venne e toccandomi il petto con una mano posò le sue labbra sulle mie baciandomi con piacere ed avidità. Mi ripresi un attimo e mi accorsi che non era Eleonora ma bensì Filippo che con la lingua ricercava le mie labbra. Feci per allontanarlo ma la lussuria prese il sopravvento e isposi a quel bacio delicato e femminile come se fosse stata la ragazza di mio figlio ad estirparmelo dalle labbra. Le mani di Filippo scesero sul mio petto aprendomi la camicia e tastandomi il torace, mentre le labbra continuavano a baciarmi. Quel caldo bacio misto al sogno mi eccitò completamente ed il cazzo divenne subito duro. Le mani di Filippo scesero ancora fino ad aprire la mia patta e far uscire il pene durissimo. Si staco dal mio viso e iniziò a pendermi il cazzo in bocca. In modo delicato succhiando la cappella e scendendo verso l’asta. Con le mani mi tastava il torace e con l’altra i coglioni pentre la bocca succhiava il cazzo cercando di affondarvi in profondità. Il risucchio dava i suoi effetti ed allora gli presi la testa con la mano e spinsi il cazzo completamente nella sua gola. Dopo circa 10 minuti di profonde leccate gli sborrai in bocca. Filippo deglutti senza problemi nutrendosi del mio sperma, mi guardò e fuggi via dall’ufficio. Rimasi alquanto spiazzato e non dissi nulla chiaramente ad Enrica, e andai a casa riprommettendomi che nn sarebbe più successo nulla. Per un paio di setimane Filippo, con la scusa di dover preparaare un esame, quando prima aveva sempre studiato alla sua scrivania, non si presentò in uffico ed allora decisi di chiamarlo per chiarire quello che era successo. Onde evitare occhi indiscreti gli dissi di raggiungermi all’appartamento dove incontravo sua madre, ed ero deciso a farlo tornare e invitandolo a dimenticare quello che era acccaduto. Filippo arivò puntuale vestito in jeans e maglietta con uno zainetto. Lo feci entrare e gli chiesi se voleva bere qualcosa. Mi disse di no e se poteva usare il bagno. Mentre lo aspettavo ripercorsi tutto il discorso che volevo fare e mi sedetti sul divano. Srntii la porta aprirsi ed usci Filippo. Aveva rubato un completino intimo ad Eleonora e lo indossava come fosse lei. Completamente glabro, e truccato quasi maniacalmente, aveva il perizoma nero della sorella che gli copriva il buchetto del culo ed il reggiseno. Le labbra oscenamente rosse lo fcevano apparire come una consumata puttana mentre il pesante trucco agli occhi accentuava il blu pofondo del loro colore e li rendevano ancor più ammalianti. Il cazzo era praticamente invisibile, Herman aveva ragione quando diceva che era poco dotato. Era come aver di fronte Eleonora, sembrava lei e lo chiamai con quel nome. “sono Filippo non Eleonora…ti piaccio?” Venen verso di me e non potei opporre resistenza. Il piacere e la Lussuria si impossessarono di me ed iniziai a baciarlo furiosamente sporcandomi di quel rossetto da troia. Come la madre anche Filippo voleva essere sbattuto per cui senza tante remore estrassi il cazzo già duro dai pantaloni e cominciai a darglielo fra le labbra. Lui succhiava e mugulava riempiendomi il pene di saliva e leccandolo fino alla base. Il suo cazzettino sembrava un clitoride troppo cresiuto e si irrigidiva mente la gola si riempiva del mio cazzo poderoso e duro come non mai. Spostai la sua boicca e mi abbassai i pantaloni lo presi per i capelli e mi feci leccare i coglioni ed il buco del culo. La sua lingua con un unico movimento passava dal culo ai coglioni lasciando l’impronta come una lumaca sul mio scroto. Finito quel trattamento lo feci alzare spostai il perizoma e lo inculai senza ritegno. Trovai il buco del culo molto elastico e gli dissi “troia chi ti ha sfondato il culo!”. “Da solo con un vibratore in camera mia!!! Ma così è diverso!!”. Spingevo senza ritegno aprendogli le natiche e sfondandolo con forza. Dal suo cazzettino uscì un ivolo di sperma che bagnava il perizoma della sorella mentre il mia imperiale cazzo gli dilatava l’ano in modo disumano. Lo avevo fatto sborrare ed allora anche io decisi di inondargli il cuco del culo. Lo strindi per le spalle e lo sgìbattei con brutalità fino a quando dal mio cazzo uscirono cinque getti caldi che gli colmarono lo sfintere. Lo feci scendere da me e rimase li esausto con il vbuco del culo colmo veso di me a godersi ancora i residui dell’orgasmo. (FINE PRIMA PARTE) 712 0 5 mesi fa