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BDSM Bondage Heavy Sex

Come si sfonda una slave

Dopo un'intensa giornata lavorativa, qualsiasi uomo normale si mette davanti alla televisione e si gode il suo programma preferito: ormai con tanti canali a disposizione non c'è che l'imbarazzo della scelta. Ma mio marito è un po' speciale e alla sera fissa telefonicamente con il Padrone appuntamenti punitivi per la sua consorte. Qualche sera fa ho intercettato una sua telefonata, nella quale dava la disponibilità del mio culetto ad essere tormentato: "Sì, per me non ci sono problemi... io acconsento! Lei ha già avuto rapporti anali e non penso che una dilatazione in più faccia la differenza. Inculatela pure a vostro piacere. La convinco io, tranquillo". "Con chi parlavi, tesoro?", gli dico con aria sorniona. Lui tergiversa un po' e poi si decide a confessare la sua marachella: "Non ho resistito alla tentazione di vederti nuovamente punita dal Padrone: mi piace troppo quando ti vedo sottomessa da altri. Lo sai che mi eccito moltissimo nel sentire i tuoi lamenti e nel vedere che gli altri ti scopano con piacere. Domani sera saremo dal tuo Padrone. Sicuramente alla fine mi ringrazierai, visto che ti divertirai molto anche tu". "E perchè parlavi del mio sedere?", chiedo io con aria curiosa. Lui non risponde, forse vuole mantenere il segreto. Aggiungo che l'importante per me è che non ci sia Pietro alla sessione, visto il suo poco invitante odore; non l'ho mai visto in volto, ma penso sia un uomo di una certa età, che non potendo fare altro, si è adattato alla condizione di schiavo. Mio marito mi assicura che Pietro non ci sarà, ma io non ne sono affatto certa. Giungiamo alla "casa delle torture" e come sempre mio marito mi affida al Master. Vengo portata nella solita stanza, spogliata e bendata. Mi viene messo il guinzaglio e "a quattro zampe" devo proseguire per raggiungere un'altra stanza, "tirata" senza troppi complimenti dal Master. Lì ci sono altri uomini e mi fanno stendere a pancia in giù su quella che percepisco essere una vecchia rete metallica. Non è molto piacevole per le mie tette e la mia pancia il contatto con la rete metallica. Mi fanno aprire le braccia e le gambe a X e mi dicono di attendere. Sento uno strano odore famigliare... un odore pestilenziale di sudato... è sicuramente Pietro. L'identità misteriosa passa accanto alla rete sulla quale sono sdraiata e poco dopo il Padrone dice: "Pietro stenditi sulla rete a pancia in giù. Apri le gambe e le braccia ad X. Forza, bastardo. Esegui gli ordini!". Io ormai ho la certezza che quell'essere orripilante sarà anche questa volta il mio compagno di avventure. Poco dopo sento due piante callose e ruvide a contatto con le mie. Sono le piante dei piedi di Pietro. Stanno prendendo le misure per organizzare la punizione e solo quando sarò sbendata alla fine, avrò la certezza di come sono posizionate le reti: sono una in fila all'altra, unite da cavi d'acciaio, che le tengono saldamente legate. "Apri il culo a quella troia, che le facciamo passare la voglia di essere nata", ordina il Padrone. Due robuste mani mi allargano le natiche e io sento il mio buco opporre una giusta resistenza. "Guarda che bel buco rosa ha la puttana. Chissà quanti cazzi avrai preso in vita tua in quel fantastico buchetto. Ora non avrai i cazzi che vuoi, ma un bel manico di scopa, che ti spaccherà il culo", sentenzia il Master. MI infilano il manico di scopa e io mi sento spaccare lo sfintere. Mi lamento e supplico il Padrone: "Signore, fatemi tutto quello che volete, ma non sfondatemi il culo con un manico di scopa!". Lui ride e i suoi uomini spingono nel mio povero orifizio il manico con molta violenza. Poi sento Pietro che si lamenta per quel maledetto manico di scopa nel culo e capisco che cosa è successo: il manico è da una parte nel mio culo e dall'altra... nel culo di Pietro! I nostri piedi vengono legati insieme, le nostre piante sono posizionate definitivamente le une contro le altre e una sbarra di ferro, situata tra una gamba e l'altra, ci tiene le gambe divaricate. Il manico di scopa sembra leggeremente lungo, ma agli uomini del Padrone la cosa non interessa proprio. Spingono il manico un po' nel mio culo, che ormai è totalmente sfondato,e spingono un po' il manico dall'altra parte nel culo di Pietro, che ora si lamenta come un bambino piagnucoloso. Poi Pietro viene frustato sulla schiena e si dimena per quel che può, visto che gli uomini del Master lo tengono ben fermo, a contatto con la rete metallica. Però riesce a dimenarsi un po' e il manico di conseguenza si sposta nel mio culo. Ormai ho le lacrime agli occhi, per il dolore che è davvero insopportabile. Poi la mia schiena viene inondata di cera calda e anch'io tento di divincolarmi dalla stretta morsa degli uomini che mi circondano. Più mi muovo e mi agìto e più il mio culo viene "lesionato" dal robusto manico di legno. Alla fine mi afferrano per le spalle e mi spingono contro le piante dei piedi di Pietro. Un rigagnolo di sangue esce dal mio buco del culo e solo allora cessano di spingermi contro Pietro, spaventati da quelle che possono essere le conseguenze di un tale sconsiderato gesto. Una volta slegata, mi sfilano il manico della scopa dal culo e per fortuna il sangue sembra cessare di uscire. Ma qualche altra perditina rossa si verificherà nei giorni successivi, specie durante l'espulsione delle feci. Vengo sbendata e ho una situazione chiara della scena che si è consumata ai miei danni. Pietro si è già allontanato e anche questa volta non sono riuscita a vederlo. Comunque ne sono sicura... la sua "visione" non deve essere affatto angelica!

Commenti

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  • angels, 50/52
    sonia a me hai fatto venir voglia di fare la punta al manico della scopa...
    (anche io 3 puntini)
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  • Daniale, 56/53
    Scusa aloe ma leggendo il titolo non immaginavi il contenuto? Che gusto sciocco di commentare.
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  • soniaslave, 41
    Io non sono una scrittrice, ma una semplice casalinga, e non pretendo che i miei racconti siano graditi a tutti... però vorrei ricordare che i puntini di sospensione sono solo tre!
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