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Il fatto...
La montagna nuda andava verso la montagna vestita di un verde scuro d’ultima collezione. Piano. Intanto, il sole deviò la strada per seguire se pur mezzogiorno era passato da parecchio. Le macchine scorrevano veloce sul autostrada w 189 come se niente fosse. E meno male… La città non si mosse più di tanto, del resto era la città più pigra del mondo, figurati se si doveva scomodare per due montagne addolcite. Passarono due aerei uno dietro al’altro e si sa, quelli ne vedono e tanto meno sentono…. Il bar di periferia invece, era in apnea…..l’ora del caffè pomeridiano. Nonostante il sole che ingannava l’ora, quando un tossico di caffè vede un bar….si sa no? Che poi la gente rumorosa (per la caffeina appena iniettata ) lascia il bar, si crea quel finto entusiasmo che dà carica al resto della giornata. Con tutto questo, nessuno vide quella ragazza con i jeans anonimi e il passo svelto. Esattamente 12 minuti dopo successe il Fatto! Per prima fu la fontana. L’acqua si fermò a metà strada come un stalagmite invecchiando di 3 mila anni. Poi i fiori. Rimasero con la testa ferma senza preoccuparsi più dov’era il sole, lamentando dopo un forte torcicollo. Ma si fece tutto chiaro quando le montagne si fermarono. D’un tratto, con il sole esattamente in mezzo che non ci stava capendo più un cazzo. E finì che il sole si sgretolò in mille lampadine pazze che rimaserò accese quel giorno e notte e il giorno dopo ancora, l’alba che si perse e la luce che non toccò mai più la scena ....perché il sole volle vedere.... Le macchine ferme, ma ferme tutte in quel attimo, cosa che non solo non causò schianti rumorosi (sarebbero statati proprio fuori luogo), ma anzi, ci fu una tale distanza di sicurezza tra loro che mai in una scuola guida fu possibile…. La gente, povera gente ignora a gli fatti ….. vabbé va, lasciamoli discutere ancora se fu terremoto o tsunami. Gli supermercati grandi grandi, si lasciarano rubare senza nessun grido vero o falso d’aiuto, naturalmente finché a lo stupore si sovrapose l’invidia. La terra, proprio per invidia, si fecce piatta piatta. Secondo me si stava specchiando e trateneva il respiro per sembrare più magra. Ed ecco il perché del terremoto dopo; ma come non capisci? Ma i visto sbuffare una ragazza che si specchia? Non importa com’è, si vedra sempre grassa, e quel sospiro disperato poi che bisogna evitare..... Stranamente, solo gli alberi capirono subito, e solitari(individualisti va), come sono, si alzarano in punta di piedi con le mani in vita ciascuno, facendo sembrare la montagna un vecchio con capelli contati. Alle 15.34 preciso (l’ora ha visto l’ora).....la ragazza fu baciata. QUEL bacio.....gia! Fu il cuore suo che torno a battere dopo lunghissimi minuti che fece l’eco e scolse tutto.... Per tutto intendo il nostro mondo, il suo invece......
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
Perchè no!
Quella sera, il clima era veramente rigido, in autostrada cadeva una pioggia torrenziale e la voglia di un caffè si faceva sentire. In autogrill, il solito andarevieni di persone, gente al banco, oppure ad esaminare, la merce negli scaffali. Alla cassa ordino un caffè e noto una persona di mia conoscenza, ma si è lui, abbiamo lavorato insieme per due anni. Un mio ex collega, ci salutiamo con piacere e i caffè diventarono due. Lo vedo un pò cambiato, sempre in forma, però gli occhi sono stanchi e l'aspetto è quello di una persona stressata. Abbiamo parlato un pò, salimmo in macchina perchè il discorso si dilungava, si è separato dalla moglie, da tre anni e si sentiva depresso perchè non riusciva ad avere un'altra relazione. Tornando indietro con gli anni, quando lavoravamo insieme, durante una serata, in cui avevamo alzato un pò il gomito, in un momento di eccitazione, lui mi prese la mano e se la mise sul pacco, "così per scherzare, dai non c'è nulla di male..." le feci una sega e la cosa mi piacque, ma non ci fu altro. Ci lasciammo con l'intento di rivederci presto. Il telefono squillò l'indomani, mi propose di andarlo a trovare, per due chiacchere, ma io conoscevo il suo intento, era solo da parecchio tempo e considerando quel gesto in passato, magari le era tornato qualche pensiero. Rifiutai decisamente, anche se, la cosa mi prendeva un pò. Mi disse che comunque mi avrebbe richiamato. Dopo tre giorni, un pò prima di pranzo, mi chiamò, io ero nella sua zona e mi propose una spaghettata veloce..."dai sono sempre solo...". Mi accolse festoso vestito con una tuta abbastanza aderente. Io ero un pò agitato, perchè una parte di me rifiutava qualunque idea di trasgressione, mentre una parte di me la voleva a tutti i costi. Dopo pranzo ci sedemmo sul divano e il suo gonfiore era evidente. Notò i miei occhi che lo fissarono e mi disse :" ti ricordi quella sera? Le tue mani mi diedero un bel sollievo" aggiunse che da molto tempo, nessuno si occupava della sua asta e mi pregò di farlo io, "d'altronde so che tu sei bravo, ho fiducia, ti prego..." al solito mi prese la mano e io non opponetti nessuna resistenza. Lo accarezzai con voglia "siii sei diventato anche più bravo..." continuai ad accarezzarlo, fino a quando lui non si abbassò il pantalone uscendo per intero la sua asta dura, pronta al trattamento, "dai fammi sentire le tue mani"...le mie mani lo accarezzavano tutto, porgendo le due dita sulla cappella lucida, scendendo fino alle palle ben gonfie, cominciai a menarlo, avvicinandomi col busto. Lui ne approfittò prendendomi la testa e spingendola sul cazzo. Così mi entrò in bocca e a me piaceva, incredibile, mi piaceva andavo su e giu, lo sentivo dentro "sei una troia" gli sentivo sussurrare, per dire la verità non resistette a lungo, venne nella mia bocca e ingoiai tutto. Un sapore mai provato, però pulì tutta la sua cappella fino all'ultima goccia. Mi ringraziò, fumandosi una sigaretta, "sei veramente bravo" "ti chiedo scusa se sono arrivato subito, ma un lavoretto così non lo ricevevo da molto tempo" "mi verrai a trovare ancora?" Io non risposi, ma dentro di me, so che avrei voluto provare altro. Il telefono squillò, era un suo amico, quando chiuse mi disse, che era un suo collega che abitava li vicino, pure lui separato. L'ora della pausa fini, ci salutammo con un caffè. Avevo fatto il mio primo pompino e che lavoro!!!
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
Baldracca trav
E' sera e ho deciso di fare un giro in auto; sono vestita di tutto punto e ben truccata. Ho voglia di andare in riviera e godermi una passeggiata di fronte al mare. Passeggiando mi piace sentire sguardi e commenti di uomini nottambuli. Finalmente arrivo in riviera e inizio la mia passeggiata. Purtroppo non c'è praticamente nessuno. Passa una donna con il cane che mi guarda con intensità per capire se sono una signora solitaria o una troia. Mi sento bene e sono comunque appagata del mio giretto. Però adesso comincio a sentire la voglia dentro che mi sale. Mi piacerebbe incontrare qualcuno. Purtroppo però sembra che le mie voglie debbano rimanere tali. Forse no... sta passando un ragazzotto con la jeep. Sculetto un pò e mi piego sulla balaustra della passeggiata. Lui rallenta... poi prosegue. Peccato. Ma dopo un paio di minuti ecco di nuovo la jeep. Rallenta e mi guarda. Anch'io lo guardo e comincio ad avere una gran voglia. Spero che succeda qualcosa. Invece nulla. Prosegue e io sono tutta bagnata ed eccitata, ma sola. Faccio qualche altro giretto, ma il posto è proprio deserto. Allora salgo in macchina e parto per tornare a casa, ma ecco che appena parto arriva di nuovo la jeep e mi comincia a seguire da vicino. Io rallento e mi fermo lungo la strada. Lui si ferma dietro di me! Sono eccitatissima! Scendo e faccio finta di cercare qualcosa nel bagagliaio... lui è sempre in auto dietro di me... Devo sbloccare la situazione. Ma come? Sculetto e mi piego generosamente, ma niente... Forse vuole solo guardare oppure è timido. Allora torno in auto per vedere se succede qualcosa. Infatti ecco che scende dall'auto e va verso la destra della mia auto. Io tiro giù il finestrino e mentre lui passa accendo la luce mettendo in evidenza le gambe velata dalle calze con autoreggenti. Sono bagnatissima e comincio a toccarmi infilandomi la mano sotto la gonna. Lui guarda e si ferma dal finestrino. Allora io passo dalla parte del passeggero e allungo le mani per aprirgli i pantaloni... Lui mi lascia fare.... Lo tiro fuori ma da quella posizione non riesco a succhiare. Apro la porta e mi piego per prenderlo tutto! Sono con un bel cazzo in bocca e non ho neppure visto in faccia il proprietario! Altro che signora.... sono proprio una troia! .... Improvvisamente mi sento dire:"succhia troia"; sembra che abbia letto il mio pensiero! Succhio tutto, anche le palle... sono bagnata e mi sto toccando. Finalmente mi tira su e mi gira. Mi tocca le gambe e poi il culo. Io allargo le gambe e lui sposta le mutandine e mi sditalina il buchino! Penso di svenire dal piacere improvviso. "Godoooo"! e lui non smette. "Lo voglio ancora in bocca". Allora mi prende e mi sposta di nuovo verso il basso ed ecco che mentre succhio le palle avidamente lui si sega e lo sento ansimare come un maiale... Apro la bocca...."vieni vienimi in bocca" dico mentre mi sto toccando il pisellino che comincia a schizzare nello stesso tempo che lui mi schizza in faccia e grugnisce qualcosa come... "baldraccaaaaa". Ieri sera è proprio andata così. Da vera baldracca!
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13 anni fa
Daniela1Do,
45
Ultima visita: 3 anni fa
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Al cinema
una domenica come tutte le altre....esco e vado al cinema.....come sempre mi metto a sedere nelle ultime file.....sta per cominciare la pubblicità di altri film quando si siede una coppia vicino a me (il marito vicino a me e la moglie a seguire), quando comincia il film cambiano di posto la moglie si siede vicino a me e il marito dopo, lei comicia ad accarezzarmi la gamba, io la lascio fare, con più insistenza lei comincia ad abbassare la cerniera del pantalone e mette una mano dentro e comincia a toccarmelocon dolcezza e giosamente a farmelo diventare duro.....io le comincio ad infilare piano piano la mano sotto la gonna non porta le mutande.....e comincio a farle un ditalino......nel frattempo lei mi sussurra all'orecchio, vieni a casa nostra e ontinuiamo dopo il film.....io certamente.....si ferma mi alza la cerniera....finisce il film e mi dicono di seguire la loro macchina...cosa che faccio con grande gioia,,,,arrivati a casa lei mi dice,,,,,facciamoci una doccia mentre mio marito prepara da bere,,,,mi spoglia e comincia sotto la doccia a prenderlo in bocca senza fermarsi un attimo.......mi dice con vocina dolce andiamo in camera da letto che ci aspetta mio marito.....in camera le mi sbatte la fica in bocca e comincia a spompinare suo marito mentre con gemiti mi fa capire di non fermarmi con la lingua....continuo a leccare e ad un certo punto lei si alza e lo vuole tutto nella fica,,,,,io non esito un attimo,,,,,,e cambiamo di posizione io nella fica e lei continua a leccare il marito,,,,,,,,ora basta lo voglio nel culo tu mettilo nella fica....quando aveva il mio cazzo nel culo e quello del marito nella fica......che serata continuava a dire....quando mi ha fatto godere ha voliuto il mio sperma caldo tutto nella bocca.....che serata meravigliosa........grazie laura e antonio
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13 anni fa
tartaru05,
50
Ultima visita: 9 anni fa
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Film con sorpresa 2
Raggiunti i miei amici era ormai arrivata l'ora di entrare in sala. Mi accodai a loro che scelsero i posti a sedere in una zona molto arretrata rispetto allo schermo. Prendemmo posto senza preocuparci molto della disposizione, il caso volle che capitai nell'ultimo posto della fila. Iniziò la proiezione del film, quando in lontanza mi accorsi che aveva fatto ingresso in sala una donna, che nella penombra sembrava essere colei che avevo poco prima incontrato. In quel momento mi assalirono vari contrastanti pensieri, da un lato la voglia di sentirla ancora vicina a me, da un lato la paura per ciò che tale circostanza poteva provocarmi. I miei pensieri e le mie paure furono subito stroncati quando mi accorsi, che la donna aveva preso posto in un altra zona della sala molto più avanti di noi. Durante tutto il primo tempo il mio sguardo si dirigeva spesso a cercare di scorgere quella figura, cercavo di osservarla non potendo fare a meno di fantasticare con i pensieri, considerato che la sala cinema era per me un luogo che associavo a fantasie erotiche. Al termine del primo tempo i miei amici si alzarono per andare a prendere un caffè, io non avevo proprio voglia e perciò dissi agli altri di andare tranquilli che li avrei aspettati in sala dando un occhiata a ciò che avrebbero lasciato sui posti. Appena si allontanarono, notai che la donna li davanti si era voltata guardandosi intorno, appena incrociò il mio sguardo mi sorrise e fece un cenno con il capo in segno di saluto, io ricambiai quel gesto. Fù a quel punto che la vidi alzarsi, pensai che anche lei volesse andare fuori dala sala, quando invece mi accorsi che si dirigeva proprio verso di me. Fui assalita da una forte emozione e sinceramente anche da un grande imbarazzo, lei mi piaceva e avevo paura di fare la figura della bambina. Quando in maniera molto decisa arrivò vicino, si rivolse a me chiedendomi "Mi scusi, avrebbe per caso uno specchietto, io l'ho dimenticato e ho qualcosa nell'occhio che mi sta facendo diventare matta.!" Probabilmente era solo una scusa, ma il suo modo di fare era così affascinante che rendeva tutto così spontaneo e naturale. Feci cenno di sì, presi uno specchietto dalla mia borsetta e glielo porsi, mi chiese se poteva sedersi li vicino un attimo, dissi che non c'era alcun problema. Quando si mise a sedere così vicina, venni avvolta dal suo profumo, quella presenza mi inebriava, ero tremendamente attratta! Appena fatto, mi restitui lo specchietto e guardandomi fissa negli occhi mi ringraziò con un gran sorriso dicendomi "Mi hai proprio salvata.!" Risposi "Di niente, per così poco!" "Lei sorrise ancora e prendendomi la mano disse "A volte sono i piccoli gesti che caratterizzano le grandi persone." Poi mi disse "Io mi chiamo Laura, piacere" " risposi "piacere Chiara"
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13 anni fa
chia21, 35
Ultima visita: 9 anni fa -
Idea per un aperitivo
Mi inviti a bere qualcosa a casa tua, una sera d’estate. Ci sono amici e amiche. Tutti bevono un po’ troppo, tranne te. Come per un gioco, o per un semplice scherzo, cominci a legarmi a una sedia: le braccia, dietro, poi le gambe, divaricate, fermate alle caviglie. Divento seria, sempre più imbarazzata e nervosa. “Sei impazzito?” Ti chiedo, con rabbia. Gli altri ridono e guardano divertiti, curiosi, un po’ brilli, te che armeggi per sistemare le corde, spostare le spalline del vestito, sfiorarmi i capezzoli. Sono furibonda, mi sembra una cosa inaudita, che da te non mi sarei mai aspettata, ti insulto, mi vengono le lacrime agli occhi per rabbia, vergogna e delusione. Tu non dici niente, non sorridi neanche, hai l’aria professionale di un medico. Mi sollevi il vestito sulle gambe divaricate, mi apri delicatamente con la mano sinistra, scostando le labbra e infili, invece un po’ bruscamente e con forza, due dita nella mia carne aperta, strappandomi un gemito che è anche di dolore. Poi estrai le dita con lentezza, per mostrarle a tutti: sono luccicanti dei miei umori, il segno evidente che sono completamente bagnata. Tu dici –come se io non fossi lì- qualcosa come : “Visto? Non vi avevo detto che lei era così?”. Una donna bella, dagli occhi accesi, ti si avvicina e succhia le tue dita, mugolando come per una ghiottoneria…
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
Guarire dalla gelosia
Ti sorprendo a letto con una donna ed è un colpo dolorosissimo per me. Siete nudi, lei è sopra, e vedo chiaramente il tuo cazzo teso entrare e uscire dalla sua fica. Vedo che, anche se tu stesso sei sorpreso e molto imbarazzato dal mio arrivo, sei a un punto in cui fermarti ti costa molto e, anche se sai che ti sto guardando, dai ancora due o tre colpi prima di smettere. Nello stesso attimo in cui vedo il tuo pene luccicante fra i suoi peli, vedo anche che lei è bella, con bei seni grandi che pendono leggermente in avanti, nella posizione in cui è, ma sodi e con i capezzoli ben dritti. Mi volto per uscire, ma tu ti riprendi rapidamente e mi dici “Vieni qua” con un tono così imperioso e così privo di sensi di colpa che mi inchiodo sulla porta. Non essere ridicola, mi dici, vieni qua. Mi avvicino, soggiogata da questa voce che non ti conosco e tu afferri i seni della tua amica, che, anche lei sorpresa, ancora non è riuscita a sfilarti e ad alzarsi, e me li porgi, dicendo solo “Succhiali”. Non capisco, sono arrabbiata, attratta, mi pare che tutto sia finito e di non avere niente da perdere, insomma, accade tutto in un attimo: mi inginocchio sul letto e tu mi afferri per i capelli e mi guidi la testa. Sento sotto la lingua la superficie tesa e grinzosa dei capezzoli e comincio a succhiarli piano, ancora vestita come sono. Ci metto tutta la mia abilità, tu sai che so muovere la lingua, e la sento prima ansimare, poi gemere, sempre meno trattenuta dall’imbarazzo. Brava bambina, mi dici, mentre mi infili un dito nel culo, facendomi un po’ male, e ricominci a muoverti. Sto godendo io? Non so, il tuo dito mi fruga dentro le natiche, con sempre meno cautela di mano in mano che ti avvicini all’orgasmo, sto succhiando le tette di una che non ho mai visto, che detesto, e che si sta prendendo tutto il tuo cazzo. Non so, voglio guardare, stringo i denti sui suoi capezzoli mentre lei viene e risucchia nel suo piacere anche te, che ti inarchi e gemi come se qualcuno ti stesse strappando le viscere. Dopo, dopo che il respiro vi è tornato normale e io sono lì immobile, ancora vestita ma con le mutande intorno alle caviglie e il culo proteso verso il tuo dito, allora finalmente mi guardi e dici, semplicemente: “E adesso se vuoi che fotta anche te, gliela devi leccare, lecca il mio sperma da dentro di lei, ripuliscila bene”. Lei accenna un movimento, come per sottrarsi, ma è un po’ incastrata, ancora senza fiato, e scivola solo giù, restando di fronte a me con le gambe aperte e il tuo sperma, quello sperma che mi appartiene tutto, che cola. Mi spoglio e mi inginocchio davanti a lei, chiedendomi se ci riuscirò, se non mi farà schifo. Le osservo la fica: è gonfia, un po’ arrossata, col clitoride ancora congestionato e un po’ sporgente, la sborra che esce e scende verso l’altro buchino, più nascosto. Ci immergo il viso, aspiro l’odore, tuo e suo. Vorrei morderla e farle male sul serio, e invece le infilo la lingua dentro, ti bevo, le infilo un dito profondamente, per fare uscire bene lo sperma che tu con il primo sussulto devi averle fatto schizzare fin dentro l’utero, la ripulisco con cura, con gusto. Lei è proprio una troia, ha la testa rovesciata all’indietro, ha ricominciato ad ansimare, e tu tieni il cazzo in mano, di nuovo rigido, e ti masturbi lentamente, guardandoci. Le sfioro con movimenti regolari della lingua il bottoncino gonfio, ancora troppo sensibile, tirandole bene le pieghe della pelle, lo lecco con delicatezza, cercando il ritmo giusto e facendola gridare di piacere. Sono bagnata, eccitata, guardo il tuo cazzo, ora così duro e così sprecato nella tua mano, ma stai fermo, mi guardi e –Brava bambina- mi dici –brava, amore mio- …
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
Il cameriere fedelissimo
"Ci si potrebbe fare un film con tutta questa luce, sembra di essere in pieno giorno". "Che hai detto Pino?" Paola esce dal bagno con la matita degli occhi in mano, il suo legantissimo vestito nero corto, il collant scuro. "No, dicevo della luce in questa stanza di albergo, è abbagliante, sprecata". "A me piace, ci si vede finalmente, le camere in genere sembrano mortori". Torna in bagno a finire di prepararsi per la cena. Cinquanta anni quasi dei quali 26 trascorsi assieme e ancora mi piace, la desidero come i primi giorni, muove in me quelle sensazioni selvagge che vanno dalla profonda tenerezza all'osceno desiderio puro. Avventure condivise, spesso al limite (ed oltre) del rischio, fantasie, tutto appartiene al nostro mondo speciale, quello che ora me la fa desiderare e che sembra metterci automaticamente in sintonia. "Paola - quasi urlo - sei bellissima stasera posso farti delle foto? Vieni qua?" Si affaccia sorridente dal bagno. "Come sarebbe a dire stasera? E le altre sere?". Non aspetta la mia risposta non la vuole. Con passo volutamente lento scivola sulla moquette e si siede sul letto accavallando le gambe verso di me che inizio a scattare come se fosse una diva. "Splendida, splendida, che cosce che hai" le ripeto come in trance scattando a ripetizione con la mia digitale mentre lei assume pose, dischiude le gambe, cambia espressioni del viso. "Faresti arrapare chiunque così " le dico nella frenesia. Il gioco ci cattura al punto tale che il cameriere che ci porta lo spumante e gli stuzzichini in camera che abbiamo chiesto per un aperitivo intimo, deve bussare due volte. Mi precipito alla porta ancora con la digitale in mano e gli apro. "Mi scusi lo champagne che aveva ordinato..." Veramente è spumante ma fa niente. "Prego prego" , spalanco la porta e mi scanso per far passare il carrello che spinge. La cosa curiosa è che non si ferma nella piccola stanza di ingresso ma si dirige deciso verso la camera da letto dell'appartamentino salutando con grande cortesia Paola che è ancora sul letto nell'ultima posa, una gamba a terra l'altra sul materasso e cosce (e non solo) splendidamente mostrate. Ma mia moglie non è donna che si imbarazza, anzi se si rende conto che la provocazione centra l'obiettivo diventa un diavoletto. Così quando il giovane cameriere entra spingendo il carrello non muove un muscolo rispondendo con un buonasera mieloso e da gatta all'ammirato e sorpreso saluto del ragazzo. Lo seguo ad un paio di metri e rido alle sue spalle guardando Paola che restituisce la complice occhiata quando lui concentrandosi su ben altro che sulla guida del carrello (con secchiello di ghiaccio e bottiglia in bilico) si schianta contro lo spigolo del letto rischiando di rovesciare tutto. Imbranato ed imbarazzato chiede scusa sei volte mentre con gesti volutamente lenti estraee la bottiglia dal cestello continuando a spiare le gambe di Paola che, figlia di buona... ora ha messo entrambe le gambe sul letto mostrando di essere a suo agio con il vestitino che "casualmente" è molto tirato su e sotto lo sguardo sorpreso, ammirato ed indagatore del cameriere ormai calamitato. Stenta ad aprire il tappo, forse lo fa apposta per perdere tempo mentre ormai nei suoi occhi leggo chiaro il grande interrogativo che lo sta opprimendo: ce li ha o non ce li ha gli slip sotto il collant? Continua a far finta di trovare difficoltà ad aprire la bottiglia. "Lasci pure a me, non si proccupi" provo a dirgli. "No no, faccio subito, non voglio agitarla" mi risponde senza neanche il pudore di distogliere lo sguardo dalle cosce di mia moglie. Paola ed io ci guardiamo. Scatta quella magica intesa, quel gusto della provocazione e della trasgressione, quell'istinto animale che ci ha sempre accompagnato. Un impercettibile cenno della testa ed è come se avessimo fatto discorsi di ore, come se all'unisono avessimo rivissuto le tante fantasie e esperienze di questi anni. "Vuol sapere se li porto?" chiede sfacciata al cameriere mentre dischiude ancora di più le gambe. Proprio nel momento in cui il tappo cede con un colpo soffocato ed un pò di schiuma bianca esce dal collo della bottiglia. "Come? "-balbetta. Poi finalmente mi guarda con un pò di inquietudine ma si tranquillizza vedendo il mio sorriso. " Mi deve scusare signora, ha ragione, ma è talmente bella che per uno come me che ama soprattutto guardare lei è una visione straordinaria. Mi perdoni l'ardire ma non posso fare a meno di guardare qualcosa di meraviglioso, e si me lo chiedevo proprio" risponde con inattesa sicurezza. Paola ha preso il via e passa al tu. "Davvero ami guardare? Ma io adoro farmi guardare! Vero Pino" ed io annuisco sempre sorridendo anche mentre lei si gira in modo che lui possa vedere bene le cosce ormai del tutto scoperte. "Come ti chiami?" Poggia la bottiglia dopo aver versato, quasi nei bicchieri , lo spumante. "Luca, signora" "No. Sono Paola. Allora Luca ti piace guardare le gambe delle donne e delle signore mature?" "Ma lei, scusa Paola, tu sei straordinaria non matura. Si adoro guardare, tutto, mi piace più guardare che fare per la verità". Paola ride." E sai stare al tuo posto vero?" Lui annuisce. " Che ne dici Pino sarà vero?". Mentre mi avvicino a Paola e mi siedo accanto a lei , lui continua a giurarlo. "Verifichiamo subito" gli dice Paola indicandogli lo spazio ai piedi del letto e facendo segno di sedersi con il palmo della mano aperto battendo sul materasso . Lo fa precipitosamente proprio ai piedi di mia moglie che si sistema meglio e mi guarda. Il gioco è avviato. L'aiuto, le tiro ancora su il vestito mentre lei mi agevola inarcandosi davanti a lui e spalanca le gambe. Il collant scuro con la riga della cucitura in mezzo ora con tutta quella luce non nasconde più l'assenza degli slip. Il profilo della peluria, le grandi labbra dischiuse si intuiscono chiaramentee lui sospira facendo "mmmhhh" e chinandosi in avanti a guadagnare ancora qualche centimetro. Continua a guardarla li, affascinato, ripetendo bella, bella come un disco rotto quasi singhiozzando quando passo ripetutamente la mia mano tra le cosce di Paola aiutando e causando l'ulteriore apertura sotto il collant. Si strofina sui pantaloni prima impercettibilmente poi più convinto dopo avere osservato la nostra mancanza di reazione. Paola ansima un pò quando gli chiede se a lui piace anche vedere tutto, il nudo, e non solo la cosa velata. Il ringhio che ottiene di risposta è sicuramente un si. "Signora... no Paola, scusa, potrei...?" Indica il grosso rigonfiamento dei pantaloni. Lei sorride. Annuisce. Mentre le sto sfilando i collant lui si è calato in un batter d'occhio pantaloni e slip. Ora il suo coso scuro svetta libero. Notevole, leggermente arcuato, glande libero mentre la sua mano lentamente lo percorre tutto da sopra a sotto con movimenti profondi. Paola lo guarda con attenzione, divertita scvolando un po sul letto verso di lui mettendo ma gamba alla sua destra e l'altra praticamente appoggiata sulle sue spalancata e nuda a meno di un metro da quegli sguardi che sono una penetrazione. La accarezzo sul clitoride, la dischiudo ulteriormente, la penetro appena con le dita per sentire la sua eccitazione e poi comincio il movimento rotatorio sul clito con la punta delle dita stando attendo a non coprire la visuale del nostro amico che ora si masturba a ritmo sostenuto continuando a dire "mamma mia, mamma mia che bello" . Andiamo avanti così per qualche minuto mentre Paola ora sotto le mie carezze si inarca e sento che non è distante dall'orgasmo e lui ha guadagnato ancora qualche centimentro tanto che la sega se la sta facendo con il suo coso divenuto enorme a non più di 50 centimetri dalla fica di mia moglie ormai oscenamente allagata. "Bravo Luca, bravo" gli dice e scivola sul letto ancora di più verso di lui costringendomi a togliere la mia mano proprio nel momento in cui mi senbrava stesse per venire. Ha lo sguardo annacquato dal piacere quello che conosco bene, quello che consente di fare tutto. Si tocca da sola ora. "E ti piace davvero tanto Luca?" gli chiede. "Si tanto singhiozza lui" "E non la vorresti toccare? ti piace solo guardarla?" Nel frattempo mi sono alzato, mi sono spogliato anche io perchè sento di non essere molto lontano dal piacere e mi avvicino a paola stando in piedi vicino al letto. Lei allunga la mano e me lo prende masturbandolo lentamente. "Magari potessi, certo che vorrei toccartela" sta dicendo lui ma è inutile dirlo perchè ormai Paola è talmente scivolata verso di lui che quando la sua mano scende in basso sulla sua asta mentre si sega in pratica le nocche si inumidiscono nel sesso di Paola che gode a quei colpi. "Stai per venire Luca?" gli chiede con il tono eccitato e da gatta. Lui annuisce, è rosso in viso, il suo glande paonazzo scompare e ricompare dal suo pugno ormai a contatto tra le cosce di mia moglie. "Su Luca, piegalo bene, allora vediamo se sei bravo: mettimi la tua punta, solo la punta dentro e continua a masturbarlo. Non devi assolutamente scoparmi. Solo la punta dentro e ti faccio venire dentro di me , vuoi ? Così non corriamo il rischio di sporcarmi il vestito" Diabolica. Ed io che sto sul punto di venire le chiedo mentre il cameriere esegue la complicata manovra resa difficile dalla durezza del membro. Paola sorride. Smette di toccarsi si tira su sui gomiti e mi fa capire che posso metterlo in bocca e venire li. In piedi esegui mentre lei si avvicina al bordo del letti e lo prende circondando con le labbra la mia cappella. Vedo così chiaramente il grosso membro di Luca sul quale continua a scorrere la mano piegato e la punta scompare nella vagina di mia moglie che la muove appena. Questione di pochi secondi. Luca ansima rantola, impreca mentre un onda bianca esce dalle gambe di mia moglie colando sul letto e riempiendo il suo desiderio e a quella vista esplodo nella sua bocca. Lei stringe le labbra ingoiando bene tutto, stando attenta a non far colare nulla sul vestito, trattenendolo e leccandomelo a lungo mentre lui continua a sussultare con la punta del suo membro infilata tra le gamge allagate di Paola che solo a questo punto allunga la sua mano sul clitoride, toccando sperma di lui e membro ancora dentro e viene urlando masturbandosi due volte di fila e la seconda proprio mentre il cazzo del cameriere ritirandosi esce da lei portandosi dietro un ulteriore denso fiotto che allaga il lenzuolo. Nessuno parla. Solo Paola sembra a suo agio. Lui si riveste ripetendo grazie, grazie duecento volte. Recupera l'aspetto ufficiale. Si avvicina al carrello. "Scusatemi, un attimo" va a svuotare i bicchieri nel lavandino del bagno. "Sarà diventato caldo" commenta versando nuovo spumante e non facendo caso a Paola rimasta così nuda e bagnata. "Prego signora, questo è più fresco" le dice con un sorriso malizioso ed allusivo a quanto già bevuto da Paola. "E se uscite mi permetto di farvi rifare la camera con lenzuola pulite" aggiunge con fare professionale. Paola fa cin cin cone me, lo invita a bere anche lui prendendo uno dei bicchieri di carta. Si è pulita e asciugata con il lenzuolo che è tutto macchiato. Lo guarda e mi strizza l'occhio. "No Luca - lo chiama per nome ma ora gli dai del lei- non rifaccia la camera. Ora andiamo a cena e quando rientriamo voglio queste lenzuola, voglio dormire qui con questo odore. E' un odore che adoro, che mi eccita. Mi scusi ma sono così, mi piace e mio marito lo sa bene". Sorride annuisce, si inchina e esce dalla stanza un po' sconvolto. "Bene Pino, usciamo? Ho un certo appetito" dice Paola. Si, rido, ho visto.
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13 anni fa
paolapino,
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Aspettando il marito...
Francesca scese dalla macchina e si avviò a casa. Aveva avuto una giornata intensa al lavoro e finalmente era finita. Era arrivata a casa, sapeva che il suo compagno sarebbe arrivato tardi quella sera e quindi se la prese comoda. Iniziò a levarsi i vestiti mentre raggiungeva il bagno. Prima la giacca nera, poi la gonna, restando in intimo, calze e scarpe. Il rumore dei tacchi si sentiva nella casa vuota. Passò davanti all'armadio che c'era nel corridoio che portava all'ingresso e la sua figura si riflettè sullo specchio dell'anta. Si osservò, guardò il suo fisico e un sorriso le increspò le labbra. Le venne una sorpresa da fare al suo compagno. Mentre si guardava allo specchio, le sue mani iniziarono a levare anche quei pochi indumenti che aveva. Prima il reggiseno ed i suoi bellissimi seni sodi vennero fuori, non più costretti da quel capo di abbigliamento. Con le dita si accarezzò un capezzolo ed un brivido di piacere le percorse la schiena. Poi le sue mani iniziarono ad accarezzare il suo corpo e arrivarono all'elastico delle sue mutandine e guardandosi sempre, iniziò a denudarsi completamente...... ....le mutandine pino piano discesero le sue gambe ancora con le calze. Se le levò completamente. Il suo fiore venne alla luce, completamente depilata si osservò attraverso lo specchio. piano piano la sua mano raggiunse la sua intimità e si accarezzò piano. piccole ondate di piacere le attraversarono il corpo. Aprì un pò di più le gambe e si accarezzò un pò più decisa. Si morse il labbro con i denti. gli stava venendo voglia. Si guardò e noto i suoi occhi brillare, da predatrice, si era eccitata solo osservandosi allo specchio. Non vedeva l'ora che il suo compagno arrivasse, per fargli trascorrere una notte che non si sarebbe diemnticato. decise che era arrivato il momento di prepararsi, lui srebbe arrivato da lì a poco e voleva fargli una sopresa. Si diresse verso il bagno. Si levò le scarpe prima di entrare, poi con molta calma, si levò le calze. Aprì il box doccia e fece scorrere l'acqua per farla diventare calda e poi entrò.... L’acqua era ancora fredda e con un po’ di impazienza attese che diventasse della temperatura desiderata. Ne aveva veramente bisogno dopo una giornata così dura e difficile in ufficio. Bagnò il piede con delicatezza e sentì che era piacevole. Si gettò sotto lo scroscio ed iniziò a massaggiarsi il corpo con le mani insaponate. L’acqua scivolava piacevolmente sul suo corpo liscio ed un brivido la coglieva qua e la nelle parti intime quando un rivolo di sapone l’accarezzava dolcemente. Il suo corpo abbronzato era sinuoso, ben fatto e lai lo sapeva benissimo…si piaceva! La doccia durò una decina di minuti durante i quali si lavò con accuratezza tutto il corpo per piacere a se stessa e soprattutto al suo uomo che attendeva con ansia. Pensava tra se e se che cosa avrebbe potuto preparare per il suo uomo, per piacergli cosa avrebbe potuto fare al suo uomo, per piacergli…a lei piaceva essere sempre nuova per lui, sconosciuta…..come se fosse un’altra e non Francesca….anche a lei questa cosa eccitava ed entrambe giocavano così Franco era in ufficio. Stava finendo il suo lavoro e non vedeva l'ora di tornare a casa. Era tutto il giorno che aveva una certa voglia e una volta a casa l'avrebbe spenta. Pensava già al corpo nudo di sua moglie, ai giochi che voleva provare quella sera. Per l'occorenza, le aveva anche comprato in pausa pranzo, un bel completino nel negozio di intimo che si affacciva sulla strada. La commessa l'aveva convinta a prendere una chemise trapsarente corta bianca. Era lì che si immaginava la serata quando ricevette una telefonata. Era un suo amico che non vedeva da molto, si era trasferito a Londra e si fermava solo due giorni. Era in un un viaggio di lavoro e gli sarebbe piaciuto rivedere i vecchi amici. Franco non ci penso due volte. Lo invitò a cena. Si diederò appuntamento da lì a cinque minuti al bar di fornte l'ufficio e poi l'avrebbe portato a cena a casa. Prese il telefono, provo' a telefonare a sua moglie, ma non rispose. Pensò che forse non era ancora rientrata. Pensò che non ci sarebbero stati problemi, perchè molto probabilmente avrebbero ordinato una pizza. Tiziana stava rientrando in macchina verso casa dopo una giornata snervante. Parcheggiò la vettura in garage. Faceva caldo e sotto la camicetta si sentiva le gocce di sudore scendere tra i seni. Aveve voglia di una doccia e rinfrescarsi. La giornata era molto bella ed il sole illuminava ancora ogni cosa. Salì di corsa le scale e raggiunse l'ascensore. Giunse al piano....l'ultimo. Entrò in casa ed iniziò a spogliarsi lasciando cadere i suoi indumenti nel tragitto che la separava dal bagno. Entrò che era già nuda, aprì l'acqua ed uno scroscio la bagnò completamente. Sospirò di gioia nel sentire il suo corpo accarezzato da quell'acqua dolce. Rimase lì ferma pensando che 10, 100, 1000 mani l'accarezzassero al posto dell'acqua e questo l'aveva stranamente eccitata, lei che non aveva mai pensato anche lontanamente ad un'altro uomo oltre suo marito. Questo la sapaventò non poco perchè sentiva una strana eccitazione crescere dentro di se. Si lavò in fretta ed uscì dalla doccia, prese l'accappatoio e si asciugò un pochino. Si diresse sull'enorme balcone e senza pensarci sopra si sdraiò sul grande lettino prendisole facendo baciare il suo corpo nudo dal sole ancora caldo. Spostò leggermente l'accappatoio dai seni facendoli uscire in tutta la loro prorompenza di una quarta abbondante e liberò anche le gambe forti e muscolose alzando le ginocchia. L'accappatoio scese leggermente e si adagiò sul lettino. Era tranquilla tanto era da sola a casa..... Francesca usci' dalla doccia. Non sapeva che suo marito gli avrebbe portato un ospite. Lo scrosciare dell'acqua le aveva impedito di sentire la suoneria del telefono. Nuda andò in camera, apri' il cassetto dove teneva gli indumenti che usava per giocare con suo marito. Quella sera si sarebbe vestita da puttana, perchè sapeva che a suo marito le piaceva quanso era vestita così. Scelse di mettersi le calze in pizzo rosso con il reggicalze coordinato. Poi scelse un microtanga e lo mise sopra in modo da farsi scopare con le calze, così non le avrebbe tolte. Poi prese il reggiseno, anche quello in pizzo che lasciava intravedere i suoi capezzoli eccitati. Prima di infilarselo, si guarò allo specchio e la sua mano non potè che non andare a stuzzicarne uno. Appena le sue dita lo sfiorarono, ebbe un brivido, si morse il labbro e chiuse gli occhi. Se lo stuzzicò un pò e poi stuzzicò anche l'altro. Sentiva il suo fiore bagnarsi. Aprì gli occhi e si guardò allo specchio e nella sua mente si disse che quella sera si sentiva veramente troia. Prese il reggiseno e se lo infilò. Poi per finire il lavoro, si truccò anche, un bel rossetto fuoco per risaltarele sue labbra e un ombretto viola. Si alzò e si ammirò. Non era male, sembrava proprio una puttana di alto bordo. Andò ad aprire la scarpiera e prese le scarpe per le grandi occassioni, un paio di sandali anche quelli rossi con allacciatura alla schiava. Continuò ad ammirarsi allo specchio. Per concludere si mise la vestaglia corta nera di pizzo, compratagli da suo marito durante un viaggio a Parigi. Ora era pronta. Si avvicinò alla finestra e guardò se vedeva la macchina di suo marito arrivare, ma il suo sguardò fu catturato dalla vicina di sotto, sua amica, che stava prendendo il sole nuda.... Anna era solita prendere il sole nel pomeriggio sul balcone e Francesca lo sapeva, spesso l'aveva vista ed aveva indugiato lo sguardo sul suo corpo bellissimo, depilato ed abbronzato. Era lì a pochi metri da Lei ed avrebbe desiderato accarezzarlo. Improvvisamente Anna aprì gli occhi evide che Francesca era sulla finestra che la fissava; fece finta di niente, ma conoscendo Francesca e le sue tendenze che Le aveva confessato tempo fa, iniziò ad accarezzarsi il seno con entrambe le mani indugiando sui capezzoli fino a farli crescere a dismisura per l'eccitazione. Francesca considerava Anna una bellissima ragazza, ma non aveva osato andare oltre con Lei...era un suo desiderio nascosto, ma era rimasto lì, non era andata oltre. Anna aveva capito di piacerLe e voleva divertirsi un pò...con lei quel pomeriggio.. Francesca si morse il labbro. Vedere Anna accarezzarsi quei bellissimi seni la stava eccitando ancora di più. Come se avesse avuto vita propria, la mano di Francesca iniziò a seguire gli stessi movimenti di Anna. Iniziò ad accarezzarsi i seni da sopra il suo intimo. Anna la osservava, si guardarono negli occhi. Ora la mano di Anna iniziò a stringersi un capezzolo e Francesca fece la stessa cosa. Era indurito e appena lo toccò un brivido di piacere le percorse il corpo. Anna lo vide e un sorriso le increspò le labbra. La sua mano lasciò il seno e lentamente si accarezzò l'addome e scese ancora di più. Nel mentre si allargò le gambe e mostrò alla sua vicina il suo bellissimo fiore depilato. Francesca fece lo stesso, si muovevano come se fossero la stessa persona davanti allo specchio, l'unica differenza era la lingerie di Anna. La mano di Francesca scese giù anche lei e arrivò al suo fiore. La mano accarezzò le sue mutandine umidite dai suoi umori.... Spostò leggermente le mutandine ed incominciò a sfiorare con il dito medio il clitoride che nel frattempo si era ingrossato a dismisura dandole un piacere profondo. Dal piacere che si stava dando le cedettero le ginocchia e per un attimo socchiuse gli occhi sospirando profondamente. Allargò più le gambe per agevolare il piacere che si stava dando. Anna intanto aveva accentuato i suoi movimenti per vedere cosa avrebbe combinato Francesca. Ormai Francesca ammirava quel corpo completamente nudo che aveva tanto desiderato e Le era venuta voglia di fermarsi e scendere da lei. Si voltò per ricomporsi mettersi addosso qualcosa e scendere, ma con su meraviglia vide che suo marito ed il suo amico erano seduti tranquillamente sul divano dietro di lei ed avevano assistito allo spettacolo di Francesca che si stava masturbando pensando di essere sola. Il suo viso divenne rosso dalla vergogna e cercò di coprire le sue nudità come meglio poteva, ma non ci riusciva nonostante l'impegno. Suo marito ed il suo amico erano lì che l'ammiravano e con un mezzo sorriso le dissero...perchè ti sei fermata?...continua dai che sei fantastica. Francesca non sapeva se essere scocciata o eccitata...o meglio eccitata lo era ancora, e non sapeva cosa fare. Allora suo marito la invitò a sedersi tra loro due sul divano..... CONTINUA
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13 anni fa
admin, 75
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Tre donne in un bar di periferia...
Stronzo di un bastardo che dormi con la mano sotto la faccia… Il cuscino è mio sai? Che patetica come sono, quando te ne andrai dal tuo mulino bianco, mi metterò ad odorarlo …. Seguo con la vista la ruga leggera che bacerei a vita, quella tra le labbra e la guancia. Seguo con i sensi in allerta il bollore che mi crei sempre mentre ti guardo dormire…..sono una donna morta!!! Non ho speranze!!! Mi alzo di scatto e raccolgo i culotte che giacciono senza più interesse ai piedi del letto. E non sei neanche un mago del sesso sai? Solo che ….fai sesso e amore sempre insieme… stronzo!!! Mi libero le spalle nude da i capelli rossi che gli vuoi sempre sciolti e odoro…. Dovrei fare come quel ragazzo matto, ucciderti per fare un profumo dal tuo odore…. Ti guardo dallo specchio che dormi come un bambino e….scappo dalla camera in bagno….dalla doccia per strada….ma scappare da te, QUANDO?????? *** Un cappuccino senza schiuma, grazie! Dio fa si che non mi tremano almeno le mani.... Avvicino le ginocchia e la vista del collant nero mi da un po’ di sicurezza. Qualsiasi nudità adesso mi darebbe il volto allo stomaco. Questo bar pieno di gente che si spinge per un caffè, pieno di odori dolciastri e parole mezzane ....è proprio quel' che mi ci vuole! Stringo le ginocchia per far' stare vicino le gambe senza accavallarle. Il ricordo di quasi 12 ore fa che cominciò tutto con l’accavallamento … e poi solo corpi nudi e mani che scivolavano su cazzi….tanti cazzi diversi…. "Ecco a lei bella signora!" "E questo?" "Il cioccolatino del giorno, lo apra, avrà il suo messaggio d’amore per oggi. Mi creda, è meglio del oroscopo a 5 stelle, funziona sa?" Ho un tic nervoso, o pure il corpo mio zuppo di sperma dalla notte scorsa urla per una doccia…. Un'altra…… Penso ad una bella dormita, ma dove lo trovo il sonno? Bevo lentamente dalla mia tazza e uno sguardo maschile che si beve le mie gambe mi irrita. E pure …. I could stay awake just to hear your breathing…..aerosmith….. Scuoto la testa e mi entra adosso quel disagio…..terrore di tanti uomini che ti sorridono, toccano, denudano…..avrei voluto sparire, diventare una zanzara per volare….e invece dovevo stare lì per …. Perché? Whatch your smile while you’re sleeping…. Un altra testa di donna piena di capelli rossi che si scuote la testa con rabbia…. Un altro sospiro buttato nella mischia del bar! Basta con le mischie! Almeno per oggi…..e mi alzo per uscire pensando al passo, alle ginocchia mie che tremano….. Attenta….non vedi? *** Sarei anche una ragazzina cicciottella in confronto a questa super donna ma come barcolla…. Fa caldo qui dentro, e che casino! L’odore dei cornetti mi ricorda che oggi ho la dieta liquida! Cazzo! Corro corro corro ed ecco che ho il mio posto. Da qui lo vedo meglio. Mannaggia a te France’ mannaggia, trovi sempre il tempo…. "Pronto?!" "Si amore, senti, devo prendere un CD da Ludovica e ci vediamo in classe, ok ok…." "France’, per favore non ricominciare eh…." "Si ma chiudo che è tardi……" Eccolo! Dio quant’è bello! Si è tagliato ancora i capelli ….si toglie i guanti ….madonna mia che mani! Nervose, snelle, con le ditta che si muovono velocemente….oggi poi ha un aria diversa, avrà fato l’amore di prima mattina, sicuramente! Cammina verso di me! Ma a chi diavolo sorride……e come sorride poi…. Ogni passo suo energico che sposta quei jeans fortunati, è una crudele pulsazione alla mia passera ….. Beata donna che se lo gode!!! Adesso mi sfiora la spalla…. I don’t wanna close my eyes…. I don’t wanna fall asleep Cause I miss you baby And I don’t wanna miss a thing…. Apri gli occhi stupida ragazzina!!!! Ecco; adesso te hai solo il suo odore mentre quella rossa c’ha il suo sorriso a 10 cm dalla faccia… "Caffè signorina?"
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
plastic worm
Era una calda serata estiva,l'afa non dava tregua continuavo a rigirami sul divano, lo sguardo vagava sullo schermo del tv color, stanca del programma inutile che trasmettevano accesi il pc.
Curiosa come tutte le donne che possano chiamarsi tali capitai per caso su una chat line e li iniziò la mia avventura; non avevo mai chattato prima, l'idea di chiaccherare di cose anche personali con gente mai vista prima mi metteva leggermente a disagio ma ero nello stesso tempo attirata dall'idea di nuove conoscenze; dopo i primi minuti di incertezza cominciarono ad arrivare una serie di messaggi di posta..alcuni carini e allegri altri leggermente malinconici, uno però aveva attirato la mia attenzione...recitava pressapoco così : - buonasera Mistress posso conversare con lei?...
Mistress? Mi scusi sono una neofita cosa intende con questo termine?
L'uomo che si trovava dall'altro lato dello schermo cominciò a raccontarmi cose che anche se solo lontanamente avevo immaginato ora erano chiare e attiravano la mia attenzione sempre di più... il sesso se ben raccontato alle volte accende il desiderio più di un film, le immagini si susseguivano nella mia mente man mano che l'uomo scriveva...passarono alcuni giorni e sempre più bramosa di desiderio tutte le sere accendevo il pc alla ricerca di quell'uomo intrigante che mi riempiva i sogni; immaginavo i nostri corpi muoversi frenetici all'unisono su fresche lenzuola, immaginavo la mia bocca assaporare ogni lembo della sua pelle, riuscivo ad immaginare anche il suo profumo caldo e muschiato, però non riuscivo a dare un volto a quell'uomo che accendeva di desiderio le mie notti...ogni sera speravo in un suo invito, ma nulla, finchè un giorno stanca di aspettare, mi feci avanti io...invitandolo a casa...oddio uno sconosciuto a casa, uno sconosciuto che viene a trovarmi solo per quello...si per il mio spasmodico desiderio di sesso, oddio, mi sentivo fremere di eccitazione e di paura, cosa mi farà mai, cosa si aspetterà da me...dopo un paio di giorni il momento fatidico è arrivato, giro per casa in preda al panico con la testa piena di mille pensieri : -se non gli piaccio, e ..e.. se lui non piace a me ? E se non sono abbastanza disinibita per un uomo con così tanta esperienza... mentre la testa è in preda al panico comincio a vestirmi, calze nere, guepierre, perizoma e reggiseno, camicetta di seta, gonna a tubino nero, scarpe con tacco... mi rimiro nello specchio ...tutto sommato non sono poi così male, raccolgo i capelli sulla nuca, comincio a truccarmi perdendomi nei miei pensieri
ritorno in me al suono del campanello...di corsa mi precipito ad aprire ( al citofono: - prendi l'ascensore, quarto piano ti aspetto sul pianerottolo)...esco dalla porta e aspetto .. finalmente la porta dell'ascensore si apre ed eccolo, un uomo alto robusto con gli occhi di un azzurro glaciale i capelli biondi e una espressione dolce, nella mano sinistra una valigia rossa , mi porge la mano destra : -piacere ( un sorriso delicato gli si dipinge in viso ) andiamo, vorrei fare una cosa con te se non ti spaventi troppo.
Con l'espressione maliziosa in viso mi invita a entrare nel mio appartamento, rapida mi affretto a fargli strada, richiudo l'uscio dietro di me e subito mi trovo faccia a faccia con lui, che subito mi mette alle strette, le spalle mie appoggiate alla porta e lui che indaga il mio viso e poi mi bacia appassionatamente senza lasciarmi il tempo di respirare, le mani leste senza indugio esplorano il mio corpo una sul seno , una sulla coscia, non so se ribellarmi o lasciarmi andare, ma sono troppo eccitata, e lui non è affatto male anzi...così robusto, così maschile... : -emm ( cerco di schiarirmi la voce ) hai detto che volevi fare una cosa...butto mezza frase mentre lui continua a baciarmi il collo, l'incavo fra i seni...già la mia camicetta è al suolo... : - si ciccina ( la voce calda e gentile ) vorrei mummificarti ... : - mummificarmi? Cosa intendi? ( mentre lo dice prende la valigia rossa, la apre e ne estrae un grosso rullo di nastro latex nero lucido, un paio di forbici, un grosso dildo vibrante nero e li appoggia in ordine sul tavolo della mia cucina) e ...e.. come intendi farlo?
Sul suo viso un sorriso quasi cinico, gli occhi gli scintillano : - Ciccina, non ti preoccupare, se hai paura devi dirmelo, devi avere assoluta fiducia in me, non è un gioco comune anzi, è pericoloso e se non ho la tua piena fiducia( mentre parla i nostri sguardi si incrociano, sul mio viso si legge l'eccitazione per quella strana situazione, il perizoma è già umido dei miei umori, annuisco appena mentre lo fisso negli occhi, senza nessuna esitazione mi sfilo la gonna rimanendo in guepierre) : - sfilati anche il perizoma e il reggiseno, devi rimanere nuda...però non immaginavo che fossi così carina ( un po' arrossisco alle sue parole, mentre mi spoglio completamente) : - brava, ora unisci le caviglie ( prende il nastro nero e comincia a fasciarmi completamente le gambe, le braccia distese lungo il corpo , il nastro mi stringe sempre più forte le ginocchia sono immobilizzate, le braccia anche, il nastro avvolge sempre più strettamente tutto il mio corpo, solo il volto è scoperto...i tappi mi vengono inseriti nelle orecchie, poi una maschera in lycra nera, e ancora nastro nero a coprire tutta la testa, solo le labbra e il naso rimangono liberi, sono completamente inerme, come una bambola di lattice nero, non riesco a muovermi, dipendo totalmente da lui...con forza, mi prende in braccio, mi porta in camera dove mi appoggia delicatamente sul letto, sono completamente estraniata dal mondo, sudo per il caldo dovuto alla pellicola plastica che mi avvolge completamente ) ....uno squarcio sulla plastica all'altezza dei genitali....qualcosa di caldissimo mi sfiora nel mio intimo, un dito...mi stimola, poi il dildo vibrante mi viene infilato completamente nella sorca, comincia a scendere caldissimo il miele dalle mie viscere, la sua lingua morbida comincia a farsi strada verso il mio clitoride, l'eccitazione cresce in me sempre più forte, sono un lungo verme inerte di plastica nera che spamodicamente si contrae, sono li a gemere ansimando di piacere, ed ecco il suo fallo mi penetra la bocca e io avidamente comincio a succhiarlo caldo e liscio, continua a entrarmi in bocca non riesco quasi a respirare, il piacere continua sempre più forte in me, mentre la sua bocca avida dei miei umori succhia il mio clito, il fallo di lattice viene portato alla massima vibrazione mentre il membro turgido mi riempie la bocca, un 69 in cui sono completamente inerme il piacere mi prende , fortissimo intenso, mentre copioso lo sperma invade la mia bocca , lo bevo, avidamente, ingorda , ebbra di piacere, la farfallina mi si contrae in modo spasmodico attorno al dildo nero, vengo....e l'orgasmo rende entrambi felici e senza forze...mi libera dal nastro e dolcemente mi bacia...è stato il primo di molti caldissimi incontri...
molto tempo è passato da allora, e molto son cresciuta in questo mondo meraviglioso ricco di lussuriosi passatempi, e tu saresti disposto a farti coinvolgere come ho fatto io?
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13 anni fa
LadyViola, 37/33
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Settimana da trav con gentiluomo
Rieccomi, sicuramente i mi a amici avranno notato la mia assenza . ma ora eccomi di nuovi qui, e vi racconto il motivo della mia assenza, legato anche al mio annuncio ..in cerca di relazione senza troppi coinvolgimenti sentimentali. Lunedi arrivo in ufficio e trovo una mail dove per motivi di lavoro mi devo recare fuori regione e dovrò restarci tutta la settimana … che palle penso .Non mi andava di partire. Ma dopo aver fatto colazione mi viene in mente che potrebbe essere una bella occasione di “godermi “ questa settimana. Cosi cerco di contattare qualche persona che mi sembra interessante… Sembrava essere proprio un periodo sfortunato tante risposte ma sempre orari o situazioni troppo strane. Ma il giovedi prima di partire, ecco una persona che definisco subito a modo, lo capisco da come scrive. Sembra il mio genere, intorno ai 45 -50 ben portanti gentile e amante del genere. Trav. Bene cosi con tutta la mia valigia da Sandra parto, e dopo una mattinata di riunioni e sms con lui per definire bene l’incontro, ecco che finalmente sono in hotel dove mi preparo con calma, l’appuntamento è per ora di cena. Squilla il mio cel eccolo è lui, si trova nella hall, gli do il numero di stanza che già toc toc. Apro la porta e vedo lui tra un mazzo di fiori per me(si è proprio un gentil uomo)Io indosso un tubino nero calze velatissime adoro le autoreggenti con la riga dietro, un bel paio di decolté nere e sopra il tubino uno scialle color argento che si abbina al mio trucco,Capelli mossi e profumati. Lui è in pantalone con camicia e maglioncino casual ma pulito elegante sopra un bel cappotto verde. Ci sediamo e chiacchieriamo , intano io da perfetta donna maliziosa continuo ad accavallare le mi e cosce verso di lui , che ad ogni accavallamento si incanta ipnotizzato dalle mie gambe. Aveva portato anche da bere, dell’ottimo vino, che subito ha scaldato l’ambiente..cosi ci siamo trovati molto vicini, ormai le nostre gambe si toccavano e il fruscio della seta delle mie calze lo udiva molto bene…questo lo mandò in estati e inizio a baciarmi il collo e sfiorarmi delicatamente ovunque riuscisse…... Mi inizio a leccare i seni sentivo i miei capezzoli diventare turgidi aveva un buon profumo…le su emani ormai erano sotto il vestito e sfioravano l amia pelle oltre le autoreggenti…..iniziai a spogliarlo lo lascia col busto nudo iniziano a baciarlo….in un attimo era nudo lo spinsi via , mi guardò stupito ma appena vide che lascia cadere il vestito mostrandomi tutta a lui capi che ormai ero sua. il mio intimo lo fece eccitare e continuava a dirmi che ero davvero bella una bella troietta. Mi inginocchiai davanti a lui prendendolo in bocca e sentirlo pulsare mi fece gemere di piacere, godeva come un matto.Mi tiro su e volle baciarmi da dietro il collo mentre si strusciava al mio culetto sodo e tondo lo sentivo ch esi strusciava tra le mi e chiappe( avevamo chiarito che non amo il rapporto completo da passiva e quindi ero tranquilli e mi gustavo il suo cazzo, lui però mi precisò stai tranquillo non lo metto dentro) . Continuava strusciarsi lo senti vo sempre piu caldo , le sue mani mi toccavamo il cazzo che ormai era duro come un marmo e inizio a segarmi. Mi faceva sentire il suo cazzo e mi faceva sentire donna ….continuammo ancora a giocare finchè non inizia a segarlo con i piedi …non lo aveva mai fatto e godette come un matto un fiume di goduria inondo le mi e decolté….. mentre anche io godevo giocando conil mio culetto e le sue mani che mi segavano …. Ci riprendemmo e fu allora la vera svolta della settimana, mi disse che abitava da solo in un bella casa quasi in centro mi lascia le chiavi e mi fa..vorrei che per tutta l settimana al rientro dal lavoro potessi trovarti a casa vestita sexy per me….se vuoi ecco le chiavi e l’indirizzo. Mi sembrò strano ma l’idea di passare una settimana en femme mi attirav ada morire e cosi …il giorno successivo mi sono trasferita…Quello che è successo in quei giorni magari lo racconto la prox volta .se volete..il seguito lasciatemi un commento e su questo raccotno e io continuo.. Vi dico solo che è stata una splendida settimana en femme..sono anche uscita, a cena al cinema, a fare shopping. Con il mio uomo.. Peccato che sia durato solo una settimana, la promessa e che ci rivedremo ma dovrebbero verificarsi tutta una serie di concidenze… ma mai dire mai. In tanto mi ha invitata ad un w.e . al mare .ma non credo potrò andare
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13 anni fa
admin, 75
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Sono una troia!
Sono una troia. Non una donna sensibile e romantica, non so se mi spiego. Naturalmente neanche un uomo si come mi piace prenderlo in più di un posto contemporaneamente …. Sono una via di mezzo che vive dando agli maschi delle illusioni di possesso… Certo che c’è l’ho un nome ma a te che t’interessa? Ok, chiamami come vorresti va, un fiore? Ahahahahah, e certo, chiamami come un fiore. Ma stai attento a me Uomo! Tu sorridi e non mi lasci continuare ….. peggio per te! Il fatto che ho letto due libri in più ti mette al tuo aggio …. contento te! Ma poi il conto lo devi pagare lo stesso, e non con soldi! Noooo….. Cerco altro! E lo saprai… Ma iniziamo il lavoro cominciando dal culo! Prendimi subito il culo e sborra dagli occhi! Uomo grande fatto solo per sborrare! E questo che vuoi? Accontentati! Il cazzo si fa strada con l’arroganza di chi è convinto di sottomettere, ahahahahhaah. Mi piego meglio, ohhhh si, dammelo tutto, non voglio altro! Tum tum tum, padre nostro che sei nel cielo, dammi oggi il pane quotidiano, tum tum tum… Faccio finta che mi fa male e impazzisci di gioia, ti avvicino agli fianchi miei e urli la goduria…. Eh no, la gonna è nuova eh… Ma dico io, già che c’era, Dio, non poteva fare un uomo asessuale? Sarebbe tutto più divertente! Boh… Sono stupida e contenta d’essere. Amore......, anima.........., per sempre......virgola più........virgola meno..... e certo che leggo e mi commuovo ma chi le scrive, ha mai visto un uomo dopo sborrato?...... O pure subito prima? Certo che poi devi leggere per essere in grado di fare promesse e di chiedere il conto alla fine. Ma questo è un segreto professionale! Sssssh…. Mi schiaffeggi e devo gridare ogni tanto….. Da vera troia ho le mie teorie serie su come scopare il prossimo. Tipo: mai dire di si al primo che passa! O pure se lo devi fare, fagli capire che per te è l’unico e non il principe di turno, che non ti interessano le sue parole di come ti squarcerà, ti riempirà, ti inonderà….no! Tu vuoi la poesia, i poeti! E se di poeti non ci sono tracce….gli dai lo stesso il culo! Si amore, prendilo come vuoi tu, quando vuoi tu! Stupiscimi mentre gli altri dormono! Oh siiii, con il cazzo, con la mano fatta cazzo! Il culo si è fatto largo!!! Ed ecco che c’è la bocca! La bocca si riempie…..ed ecco che c’è la figa! Grazie Dio ad avermi fatta troia e non donna! Veniamo a noi! Perché c’è sempre un noi! Perché stiamo al conto…..ed è lì che butto la corda, taaac….come i cawboy…..perché mica sono una puttana, solo loro si fanno pagare in soldi! Io no! Io voglio le anime! E questa qui m’è costata un po’ ….ma ne è valsa la pena va…. Avanti il prossimo!!! A te con tutta me stessa! Luvi 07/05/2010 Roma Beh, e il prossimo????
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13 anni fa
admin, 75
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Buongiorno
Tutto tace. Il mostro dorme ancora sotto le ultime gocce di notte. Ne giorno ne notte!!! ....... solo le mie scarpe da ginnastica che seguono le lancette fedelmente..... La quiete… Solo per pochi, solo per chi è succube come me di questo mostro-città! Altrimenti ….. Comincio a correre finché trovo il mio vento. Strade semibuie, semi lucide, semipovere. Strade dove sguscio il corpo come la pelle di un serpente….solo l’anima mia che corre…. D’avanti a me la montagna. Prendo il ritmo che mi fa sentire il cuore vivo e il vento che creo mi conferma! Sono viva! Fuori dal corpo, fuori dal sesso, dai ricordi, dagli insulti…..fuori dal tempo stagno! Le scarpe toccano e volano, il primo raggio di sole che sfiora la montagna mi fa l’occhiolino. Già! Sono l’Anteo di questo pezzo di terra; sperduta e maledetta ma mia fin all’osso. E ogni passo che faccio mi riempie di forza. Dio solo sa se ne ho bisogno! La notte si raccoglie i segreti e sparisce dietro le spalle larghe della montagna. Il vento mi lascia con il fiato corto, la testa vuota. Ma un po’ più leggera. Buongiorno! Che sia!!!!
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13 anni fa
admin, 75
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Pane galeotto
19:30., 29 Luglio. Sono come al solito in ritardo, dopo una giornata di lavoro. mi aspetta a casa e abbiamo invitati. mi chiama "dove sei, ...manchi solo te, compra il pane!!". arrivo in un centro commerciale, il solito, di quartiere. ci sono entrato 1000 volte, ed anche questa volta entro a testa bassa, di corsa, distratto, penso ad altro. ...una volta entrato mi accorgo che ho fatto tutto il marciapiede guardando basso ma non troppo, e che ascoltavo il ticchettio ad andatura svelta di qualcosa che mi aveva stregato. Sono una lunghette nera e due paia di tacchi da 12 che ora mi si fermano davanti. "impossibile!! è finito il pane". "pane" dico "e ora come faccio. Come è finito il pane??. "vero?" dice stizzita "è impossibile! non sembra impossibile anche a te? Neppure durante una carestia manca il pane, hai mai visto finire il pane a quest'ora?" Non la stavo nemmeno ad ascoltare o meglio avrei voluto rispondere ma stavo pensando a come poteva essere vera l'esistenza di quel fondo schiena. Mi rendo conto che sono come calamitato. Mora, magra abbronzatissima, capelli raccolti in una coda, palestrata (atletica), minuta. Ma come può esistere un culo così???? "CAZZO come faccio? ho gente a cena" si volta stizzita con un gesto rapido e sostenuto. "beh" ancora " ti sembra possibile?" E io "NOHH, davvero è finito il pane? e ora come si fa? ...mi dice "ok ciao"!!! realizzo ok ciao che!!!! e chi ti molla. mi giro e, è già fuori. "CAZZO!!! ....pane!" Esco, 19:50 monto in macchina. Smart bianco perla. "..e chi la perde." la tampino. 1à 2à 3à 4à 500mt. abbaglianti! L'affianco "ciao" "...ma chi sei" mi dice. "Quello di prima. del pane" "garzie lo so" mi dice "mica sono rinco. che vuoi!!" ci provo mi lancio in 5à "....dai lo vedi che qualcosa in comune abbiamo dobbiamo averlo per forza" e mi ribatte "si ché, il pane?" ma non mollo e.... "dai 1 minuto. anch'io ho gente che mi aspetta ma li faccio aspettare. ho qualcosa in comune con te". "...si dai scemo" allora capisco che mi concede 2 minuti. mi lancio "conosco un posto sali" "CHE sei SCEMO!!!!" io "no dai,..... un panificio". 20:00 Praticamente a chiusura ed in un panificio pieno di gente e di pane. Davanti ad un pezzo staccato a morsi, la guardo bene e sprofondo nei suoi occhi azzurri ed espressivi come il sorriso mozzafiato. fatto di labbra carnose e denti bianchissimi che brillano ai raggi del tramonto. Il culo più bello della mia vita!!!!
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13 anni fa
Telodoio315186,
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Ultima visita: 4 anni fa
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Un amore diverso
Premessa: Questo è decisamente un racconto diverso, forse meno erotico, ma che non vuole dimostrare nulla se non raccontare una storia di pura fantasia, senza offendere i gusti di nessuno. Angela riuscì a chiudere la porta dietro di se, le imprecazioni di sua madre rimasero fuori, anche questa volta era quasi andata bene. Con la lingua sentì il labbro inferiore, un sapore di sangue le confermò che il ceffone di sua madre le aveva procurato un piccolo taglietto. Doveva andarsene. Si doveva andare via da quella casa. Si avvicinò alla finestra fuori il cielo era grigio, la sua vita era grigia, tutto era grigio in quel posto, grandi palazzoni di edilizia popolare in un quartiere che col tempo era degenerato, abitato da ladri puttane spacciatori e balordi di ogni specie. Sua madre abitava lì, in un appartamento in affitto, suo padre mai conosciuto forse era uno dei tanti fidanzati di sua madre, una bella donna che col tempo si era degradata fare la prostituta o a viverre sempre semi ubriaca, a girare per casa mezza nuda convivendo sempre col balordo di turno che regolarmente la sfruttava e poi le dava un calcio e via. Dove andarsene, l’ultimo amico di sua madre era un tipo poco raccomandabile peggiore degli altri che si erano avvicendati prima, un bulletto che si credeva furbo, l’aveva guardata con occhi cattivi. “ tua figlia sta diventando bella, uno di questi giorni le insegno il mestiere così vi metto a battere in strada tutte due e guadagno il doppio.” Quelle parole ad Angela le avevano fatto venire la pelle d’oca, e ora doveva scappare se non voleva fare quella fine, era riuscita a sfuggire due o tre volte ad uno stupro e non voleva che fosse lui a prendere la sua verginità. Andava scuola dall’altra parte della città, vicino a casa di sua zia Ada, lei si che era una vera donna, aveva studiato, si era sposata con un ferroviere aveva una bella casa, amava stare con lei, specie da quando un anno fa era morto suo zio stroncato da un infarto. Sua zia era sempre felice di averla in casa, Angela sapeva farsi volere bene, era sveglia, sapeva fare tutte le faccende domestiche e lo faceva volentieri per sua zia che non aveva figli quindi la considerava e le voleva bene come una figlia. “ Questa casa è sempre aperta per te”, le diceva sempre. Spesso, Angela passava da lei per non tornare a casa, si sentiva bene con lei, ora doveva scappare, a quasi diciotto anni doveva decidersi. Mise dentro lo zaino i libri e in una sacca i pochi vestiti che aveva. Vestiva sempre in modo da non attirare l’attenzione, in classe passava quasi inosservata mentre vedeva le sue compagne vestirsi sempre in modo da attirare lo sguardo dei maschi, lei riusciva a scomparire anche in mezzo alla folla. Uscì piano dalla camera, sua madre era in bagno, chiuse piano il portone, quando stava per scendere le scale vide il balordo che saliva , in silenzio salì al piano dio sopra, lui entrò in casa, aveva le chiavi, scese, corse fuori e prese al volo il bus che l’avrebbe portata dall’altra parte della città, non si girò, forse sua madre non se ne sarebbe accorta della sua scomparsa che fra qualche giorno. Ada la vide davanti al portone, le sembrò un piccolo e indifeso uccellino, lei le raccontò gli ultimi avvenimenti, “ vieni , togliti questi abiti bagnati, fatti una doccia che ti riscalda io intanto ti preparo qualche cosa di caldo”. La sera Ada le disse che se voleva poteva decidere se dormire sul divano letto della cameretta o nel letto con lei. Quando si trovò distesa al suo fianco, le sembrò che finalmente si poteva rilassare, le mani della donna le massaggiavano le spalle, “ rilassati e non pensare a nulla, qui sei al sicuro”, lei sentiva uno strano languore crescere dentro di se, era dolce il modo in cui la zia l’accarezzava, e lei si lasciò andare. Lentamente si sentiva dentro una sensazione di benessere, la bocca della zia a poca distanza dalla sua, le parole appena sussurrate, le carezze erano dolcissime, “ che bel seno che hai zia, il mio è molto piccolo, posso toccarlo”, lei sorrise, “non disperare, presto diventerà grande anche il tuo, e lo puoi toccare”. Angela portò lentamente la mano sulla mammella, era soda, il capezzolo grande e duro, Ada ebbe un gemito ,….. muumummmmhhmmm, il contatto la faceva impazzire, allungò la sua mano sul seno della ragazza , lei si mise a tremare come una foglia, era uno strano languore quello che provava, quando Ada appoggiò le sue labbra alla sua bocca lei non oppose nessuna resistenza, si lasciò insinuare la lingua dentro la bocca e rispose con ardore a quel bacio, lunghissimo, che la fece vibrare come una corda di violino, mentre fra le sue cosce sentiva dentro un fuoco. La mano dal seno scese giù in mezzo alle cosce, lei le divaricò istintivamente le dita della donna le procurarono subito un piacere sconosciuto, …… humummmm … si sentiva scorrere dentro un misto di dolore e piacere inarrestabile, lei non sapeva reagire, rimase immobile, la zia temendo di esagerare non andò oltre, si tenne il suo corpo stretto a se e si addormentarono così. Durante il resto della settimana la sera continuarono a toccarsi sempre senza andare molto più in là, poi la sera del suo diciottesimo compleanno mentre stavano cenando la tv trasmetteva il telegiornale, il cronista si mise a leggere una notizia che gelò il sangue ad entrambe. In una sparatoria dentro un bar, il fidanzato di sua madre era stato ucciso, nel tentativo di ripararsi si era fatto scudo con sua madre, con il risultato di morire entrambi. I dieci giorni successivi furono tremendi, la Polizia che voleva sapere dei legami fra sua madre e il balordo morto, il funerale, tutte le altre cose misero Angela al centro dell’attenzione, e questo era una cosa che lei odiava da morire. Tornò con Ada nell’appartamento di sua madre, prese le ultime cose sue e vendette tutto il resto, poi si rese conto che non sapeva cosa fare dei soldi ricavati. “ Ci prendi la patente di guida, io mi devo operare al menisco, aspetterò fino a che tu non hai la patente poi mi opero”. Angela trovò che era una bella idea, cinquanta giorni dopo sventolava la patente davanti alla faccia di sua zia, che dalla contentezza l’abbracciò forte, le dette un lungo bacio in bocca. Una settimana dopo si recarono in uno studio ortopedico, di un caro amico di sua zia, mentre erano in sala d’aspetto videro entrare una signora con entrambe le gambe ingessate, su di una sedia a rotelle spinta da una badante straniera. “Ada, che ci fai qui?”,” Flavia, sei proprio tu?! “ Le donne si abbracciarono calorosamente mentre la badante si mise in un angolo a discutere in straniero con qualche d’uno al cellulare. Si raccontarono le rispettive vicissitudini, Flavia non la vedeva dal funerale di suo zio, era stata vittima di un incidente in montagna mentre era a sciare, una deficiente l’aveva investita fratturandole entrambe le caviglie, doveva togliere il gesso, era lì per quello. Girando lo sguardo chiese, ad Ada“ chi è questa bellissima cerbiatta che ti porti dietro? ”. Angela arrosì fino alla punta dei capelli, effettivamente col suo fisico minuto il viso tondo e gli occhi grandi e scuri sembrava veramente una cerbiatta. “ è mia nipote, una ragazza molto in gamba, ma un poco sfortunata.” Flavia la scrutò intensamente, lei si sentiva i suoi occhi entrare dentro la sua anima, poi le chiese cosa faceva, Angela riuscì a recuperare un po’ di voce e disse di essere al quinto anno di ragioneria. Ada aggiunse che era anche bravissima, “ ha la media del nove”. Flavia sorrise, “ se sei veramente brava io potrei avere bisogno di te, la mia commercialista fra poco andrà in maternità, e devo sostituirla quando ti sei diplomata cercami, anzi, dammi il tuo cellulare.” Tornando a casa Ada le raccontò di loro, che erano amiche di scuola, si erano frequentate moltissimo, poi la vita le aveva divise, si erano riviste al funerale di suo marito. “ E’ una donna molto potente, metà della città gli deve dei favori, mentre l’altra metà stà alle sue spettanze, può fare la tua fortuna, ha una lavanderia industriale creata da suo padre, lei la dirige e ne ha fatto una vera miniera d’oro. ” Due giorni dopo Flavia chiamò le due donne, “ la mia badante mi ha lasciato per problemi con il marito, io ho appena tolto il gesso e non riesco quasi a muovermi, averi bisogno di una mano.” Andarono a casa sua, una splendida villetta appena sulla collina davanti alla città, Angela entrando si rese conto che quella casa era bellissima, arreda con gusto totalmente femminile, era perfetta in ogni suo dettaglio. Flavia era davvero immobilizzata, si muoveva a mala pena con due stampelle. Mentre Ada metteva in ordine la casa , Angela la portò davanti alla sua scrivania dello studio, lei fece alcune telefonate, poi le disse “ hai la patente, mi porteresti in azienda”. Andarono con la vettura di Flavia, una sportiva degna di lei, Angela si sentiva tremare i polsi dalla potenza di quel veicolo, ma riuscì a dominarlo in maniera perfetta tanto che al ritorno lei le fece i complimenti. “ Comprendo che devi studiare, ma resteresti ancora con me, sono completamente sola, e non riesco quasi a muovermi, devo fare la ginnastica per rieducare i muscoli, ma ancora mi muovo malissimo e ho paura di cadere ?” le chiese Flavia. Ad Angela sembrava un sogno, quella splendida donna aveva bisogno di lei. Andò a casa prese i libri necessari e alcuni indumenti, poi tornò da lei. La sera dopo aver cenato, aveva cucinato Angela si misero sedute a parlare, lentamente riuscì ad aprirsi con lei, era tranquilla, fra donne, questo la faceva sentire bene, poi Flavia aveva un modo dolcissimo di parlare, quasi sommesso, dolce, mai aggressivo, Angela era affascinata dalla grazie, classe, e delicatezza che quella donna aveva, e glie lo disse. Al momento di andare a dormire l’accompagnò fina alla camera, l’aiutò a spogliarsi, lei aveva trentasei anni, ma sembrava averne venticinque al massimo. Pelle liscia, nessuna ruga, smagliatura, o un filo di cellulite, un corpo quasi perfetto, terza di seno abbondante, capelli rossi naturali, gambe lunghe toniche anche se ora il tono muscolare era basso sembravano sempre belle, mani con dita lunghe, occhi chiari, labbra e bocca non troppo grandi. Angela l’aiutò a distendersi nel letto, poi fece per andarsene, “ dove vai?, non potresti restare qui, è tanto grande questo letto che può ospitare entrambe, ma se hai paura di dormire con me……” Angela arrossì ancora, era timida, solo con sua zia si sentiva di spogliarsi, ma vincendo ogni paura disse che non vi erano problemi, si spogliò, mise il suo pigiama, si distese accanto a lei. Il mattino lei si levò, le preparò la colazione poi l’aiutò ad andare in bagno doveva fare una doccia, si spogliò nuda davanti a lei, Angela si sentiva strana, era eccitata dal suo corpo, il triangolino di peli rossi del pube era perfetto, la mise dentro alla doccia lei si appoggiò alla parete, cercando di lavarsi ma con scarsi risultati. Angela prese il guanto di spugna, da fuori si mise a lavarla, era incredibile, si stava eccitando a passare le mani sul suo corpo, anche lei non era indifferente alle sue carezze. Quando lei uscì, le preparò un telo di spugna per avvolgerla, lei si lasciò abbracciare, si appoggiò alla giovane, a fatica riuscì a portarla di nuovo in camera e a distenderla sul letto. Lentamente le passava l’asciugamano sul corpo, Flavia stava in silenzio, era eccitata dalla carezza della ragazza, aveva timore a muoversi, lei avrebbe potuto fraintendere le sue intenzioni, mentre lei era rapita da quel visetto e dalla fragilità di quel corpicino che desiderava moltissimo. Per un momento Angela smise di passare il panno sul suo corpo ora nudo davanti a lei, si sentiva dentro un profondo desiderio di baciarla, sua zia le aveva detto che Flavia non aveva mai frequentato dei maschi, che alle superiori quando andava a casa sua spesso si distendevano sul letto a baciarsi. Angela portò, la sua bocca vicinissima alla sua, lei attese che la giovane le fu vicina poi allungò la mano, la mise dietro il collo di lei, le bocche si unirono in un bacio interminabile, passionale, le lingue si inseguivano, si toccavano e si univano incessantemente. Flavia distesa Angela di lato a lei, le labbra percorsero ogni centimetro di quel giovane e acerbo corpo, la fece vibrare quando si mise in bocca il piccolo seno, lei ebbe un lunghissimo gemito ……. hmmmmuuhhmmmm …. Era bravissima!!!!!! .. Angela si rese conto subito che lei era veramente esperta nell’arte di amare una donna, le passò la lingua in ogni angolo del suo corpo, la fece vibrare come la corda di un violino, le fece emettere una melodiosa serie di suoni, di gemiti di vero piacere …. Siiiiiiii …. Daiiiiiiiii ….siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii …..hmmhmhhummumhm …… desiderava godere, ma lei indugiava alla fine Angela le prese la testa e la schiacciò sul suo bottoncino, ebbe subito un tremendo orgasmo che la scosse tutta ……. Siiiiiiiiiiiiiiiiiii ….. vengogooooooo!!!!!!! …….. siiiiiiiiiiiii ….. a quel punto si girò verso di lei, insinuò la sua testa fra le gambe di Flavia si scatenò a leccare, succhiare con impeto la fica di lei che alla fine dovette staccarsi e urlare di piacere ….. siiiiiiiiiiii … dolcissimoooo …amore … daiiii … siiiiii …. Godoooooo …. Vengoooooooooo!!!!! … si rigirò incollando la sua bocca all’altra, si strinse con passione quel giovane corpo. “ Ti amo, dal primo istante che ti ho vista, ti amo, ma se hai paura di questa cosa allora vattene, io non lo sopporterei che tu non mi amassi.” Angela aveva le lacrime agli occhi, la guardò con tutto l’amore che non aveva mai provato per nessuno, “ anch’io ti amo, ti ho desiderata da subito, mi sei entrata dentro al primo sguardo, spero di essere degna di te.” Fu subito amore. Amore grande completo senza riserve, un corpo e un’anima nel vero senso della parola. Nei quattro anni che seguirono divennero inseparabili. Flavia le insegnò tutto, in fabbrica le affidò sempre maggiori responsabilità. Angela era una dirigente perfetta, giusta con il personale, ma determinata con i clienti, le sue operaie l’ottanta per cento erano donne, l’adoravano sia per il modo di dirigere sia per li coraggio di dichiarare il sua amore per Flavia, la chiamavano “la signorina”. Nella vita quotidiana, Flavia fu una maestra perfetta, niente più vestiti anonimi, ma eleganza, classe e buon gusto divennero la sua abitudine, ma era a letto che la discepola superò la maestra. Angela era diventata fantastica nel far morire Flavia di piacere, la sua gioventù, la sua fame di sesso la stordivano, alla fine Flavia ne usciva ogni volta sfinita, ma sempre desiderosa di ricominciare, non era mai sazia del piacere che Angela le dava. Era quasi Natale, erano nel loro ufficio, “ sai da un primo bilancio credo che anche questo semestre sarà molto positivo, direi che alla fine avremo raddoppiato gli utili anche per quest’anno.” Flavia alzò lo sguardo verso il suo amore, sorrise, “ è merito tuo, da quando sei entrata in questa azienda abbiamo migliorato sempre, che ne dici di andare a festeggiare in quel locale nuovo di Marina”. “ Certo, così quella troia ti rimette gli occhi addosso, credo che si sia fatta un pensierino su di te.” A Flavia faceva piacere quella finta gelosia, le faceva capire che la piccola non abbassava mai la guardia, poi dentro di se mai e poi mai avrebbe permesso a nessuno di inserirsi nel loro amore. Quella sera si misero veramente belle, Angela una gonna al ginocchio con tacchi non troppo lati, non voleva sembrare più alta di lei, mentre Flavia sfoggiò un classico del suo repertorio, un completo giacca e cravatta da uomo, con in testa un Borsalino che vista da dietro poteva benissimo essere scambiata per tale, erano stupende, quando entrarono nel locale padrona le andò incontro, “ siete meravigliose, ” poi da vicino le disse a bassa voce, “saprei io cosa vi farei se potessi infilare la mia lingua in un certo posticino del vostro corpo”. Risero soddisfatte, passarono fra i tavoli tenendosi per mano, suscitarono il classico brusio a cui erano ormai abituate, ma un gruppetto di balordi commentò, pesantemente” ci penserei io a farle tornare ad adorare il cazzo.” Loro non se ne curarono erano abituate a tutto, poi non glie ne fregava nulla di quello che la gente pensava, cenarono scambiandosi effusioni e bacetti, poi decisero di tornare. La strada costeggiava per un tratto un bosco, era notte, faceva molto freddo, all’ uscita di una curva videro una vettura che sembrava uscita di strada, era notte, una persona era distesa in terra, subito uscirono dalla loro macchina, andarono a soccorrere il tipo. Fu il loro più grande errore. Improvvisamente Angela si sentì afferrare da due persone robuste, un tampone sulla bocca imbevuto di una sostanza che le fece subito perdere i sensi. Quando rinvenne era seminuda, quasi congelata, sentiva un fortissimo dolore sia sotto che dietro, era stata stuprata! “ Flavia, Flavia dove sei?, dove sei?? Rispondi. “ la vide riversa poco distante da lei, strisciò fino al suo corpo, non riusciva a reggersi in piedi, “ Flavia, amore rispondi , no!.... NOOOO!!!!! “…. Il suo grido squarciò il silenzio della notte lei la stringeva a se, ma la donna era morta, forse era più forte, si era ribellata alla violenza e aveva pagato con la vita la sua determinazione. Si trascinò fino alla strada una vettura con una coppia di fidanzati la soccorse, chiamarono aiuto. Fu di nuovo un incubo, il vuoto, la sua vita si era fermata, era sconvolta distrutta sfinita. Trovarono subito i cinque balordi che avevano fatto tutto, le avevano rubato borse e cellulari, si erano divertiti a riprenderle durante la violenza. Furono puniti in maniera esemplare, ma a lei non importava molto, Flavia non c’era più e lei si sentiva sola, distrutta, stanca di vivere. Dopo un mese circa fu convocata insieme a Ada da un notaio, Flavia di nascosto le aveva lasciato tutto tranne una baita in montagna che aveva regalato a Ada, ma la cosa importante era una lettera per Angela. Le diceva, in breve, che lei era stata tutta la sua vita, che lei l’aveva amata come nessun altro al mondo, che le aveva lasciato la sua attività affinche lei la facesse crescere come se fosse una loro creatura, falla diventare il monumento al nostro amore. Angela si riprese, da quel giorno solo il lavoro le interessava, solo lavoro, lei viveva per la lavanderia. Passarono due anni fatti solo di lavoro e passeggiate al cimitero, per lei non c’era spazio per altro, poi una sera, era vicino alle feste natalizie, periodo che lei odiava di più, una sua segretaria le disse: “ signorina, sono le venti è ora di chiudere.” Lei gli sorrise, si scusò e uscì, si mise alla guida per andare verso casa, ma era distratta dai suoi pensieri, le mancava tantissimo Flavia, non si rese conto che al bivio non era svoltata a destra ma aveva proseguito diritto e si ritrovò in aperta campagna, era buio, stava soffiando il vento che portava fiocchi di neve, lei sbagliò una curva, la macchina scivolò su di una lastra di gelo, fini in un fossato al lato della strada e sbatte con forza la testa sul vetro davanti, si era dimenticata di allacciare anche la cintura di sicurezza. Si risvegliò dopo un poco, i fari della macchina si erano spenti, lei si sentiva un forte dolore alla fronte, le colava del sangue, era sola, nel freddo come quella maledetta sera, desiderò morire. Dei grossi fari squarciarono la notte, un grosso SUV passò e si fermò, tornò indietro e ne discese un uomo, venne verso di lei, “ ei, stai bene?” aprì lo sportello lei gli svenne fra le braccia. Si risvegliò tre ore dopo in un letto d’ospedale, l’uomo era seduto vicino a lei. Ebbe un momento di paura, lei subito non riuscì a rendersi conto di dove si trovava. Lui era un tipo non troppo robusto, fisico normale, mani belle dita lunghe affusolate, ben curate, i capelli rossi corti, aveva un viso dolce, non esprimeva la classica durezza di un uomo, e i lineamenti erano dolci. Lui le parlava, lei girò lo sguardo verso di lui. “ meno male che si è ripresa, credevo di averla soccorsa troppo tardi, mi chiamo Andrea, sono nato in Germania, da un padre tedesco e madre italiana, lei è ginecologa in questo ospedale.” Angela lo ringraziò, era la prima volta che doveva qualche cosa a un uomo al difuori del lavoro, sembrava un ragazzo dolce, lei non riusciva a sentire disagio con lui. Passarono due giorni lei venne dimessa, lui si offrì di accompagnarla, venne a trovarla anche sua madre, quando entrò le due donne si riconobbero lei era la dottoressa che l’aveva visitata dopo lo stupro, ma professionalmente corretta non ne fece parola a davanti a lui. Lentamente Andrea si inserì nella sua vita, era dolce, premuroso, la faceva spesso sorridere, lo trovava simpatico, si rendeva conto che il giovane si stava affezionando sempre più, era diverso da tutti quelli che conosceva, sapeva intuire ogni suo desiderio e lo faceva con estrema dolcezza, cosa che spiazzava sempre Angela. Una sera lui l’aveva invitata a cena, era tutto perfetto, Angela aveva fatto un vero sforzo ad accettare l’invito, lo aveva fatto per non ferire l’amico, ma era a disagio, si rendeva conto di essere al centro dell’attenzione del giovane. Appena seduti a tavola lui le prese la mano, la guardò negli occhi , “ Angela credo di essermi innamorato di te.” lei ebbe una reazione eccessiva, “ no, questo no!!” si alzò da tavola e se ne andò via. Passarono alcuni giorni, lei era dispiaciuta, si rendeva conto dell’eccessiva reazione avuta, ma aveva paura, non voleva più che nessuno si innamorasse di lei. Cercò Andrea, ma questi non rispondeva, poi decise di passare all’ospedale, vi trovò la madre, “Andrea è una persona diversa da quello che credi, io capisco la tua reazione perche conosco la tua storia, ma lui no”. Angela si rese conto di aver sbagliato, almeno gli doveva delle spiegazioni. Se vuoi spiegarti con lui vieni questa sera a casa, lui torna dopo le venti. Angela si presentò a casa di Andrea, suonò alla porta, si vide aprire da una donna che assomigliava a lui, “ cerco Andrea, è in casa?,” accomodati, le rispose la donna , Angela era confusa, le sembrava la copia esatta dell’amico, non sapeva che lui avesse una sorella. Appena dentro ripete la richiesta di vedere Andrea, “ sono io Andrea.” Lei lo guardò senza capire, la donna si avvicinò” in Germania Andrea è un nome che si può utilizzare sia al maschile che al femminile, i miei genitori me lo hanno messo per il semplice motivo che io sono sia donna che uomo, sono un ermafrodite.” Angela rimase muta, per un momento non riuscì a focalizzare la cosa, lei era lì, vicino le sue mani le tenevano le sue, i loro occhi si incrociarono in un lunghissimo sguardo, ora capiva la dolcezza, era chiaro , la parte donna di lei sapeva benissimo come comportarsi con lei. “ io amavo una donna che si chiamava Flavia, era tutto per me, una sera ci hanno violentate stuprate, lei ha resistito e un balordo le ha stretto le mani sul collo fino ad ucciderla, capisci la mia diffidenza.” “ In Germania Andrea era una donna, mi sono innamorata due volte, la prima lui è fuggito, la seconda quando ha visto la mia diversità mi ha definito mostro, sono venuta in Italia, ho deciso di essere un maschio, e cosa vado a fare, mi innamoro di una donna che ama le donne, decisamente non ne prendo una.” Angela sentì che lui si poteva fidare, la guardò dritta negli occhi, le sue labbra si avvicinarono alle sue, le dette un timido bacio. Dentro di se aveva un grandissimo conflitto, l’amore per Flavia era chiuso per sempre nel suo cuore, ma era ora di voltare pagina, e lui/lei erano la perfetta soluzione, poteva amarla come donna accettare di avere il maschio senza doversi difendere. Andrea rimase un momento stupito, gli sorrise, “portami con te” le disse Angela, lei lo accompagnò in camera da letto, si mise a spogliarla , le sue mani si muovevano delicatamente sul suo corpo, Angela sentiva il desiderio crescere , quando furono nudi lei si rese conto che lei aveva un bellissimo corpo, non le importava se aveva anche un pene, si distese a 69, lo cominciò a baciare, leccare e lentamente la sua mano si strinse intorno a quel sesso sempre ripudiato, lo portò alla bocca leccandolo in maniera assolutamente inesperta, poi lo spinse un poco in gola, era dolce, lui non le imponeva nulla, le leccava la fichetta molto bene lei ebbe un lunghissimo orgasmo …. Unmmunmum … poi con decisione Angela si rigirò, salì su di lui, e con tantissimo coraggio appoggiò il glande all’apertura della sua fica, lo guardò negli occhi, “ prendimi, fammi sentire come una donna mi fa godere da uomo.” Spinse dentro di se quel fallo, le scorreva lungo le pareti, sentì un piacere diverso, poi una scarica elettrica sconvolse il suo cervello, lei aveva avuto il suo primo orgasmo ….. vengoooooo .. disse e si strinse a lui, un diverso amore stava nascendo dentro di lei.
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
2' parte in motel lui entra e...
ho riprovato il giochino con l'amico che entra in camera a sua insaputa perche' bendata (vedi 1' parte).
fatto sta che ci ha scoperti !! molto arrabbiata, non mi ha parlato per un paio di giorni.
poi pian piano le ho spiegato che si sarebbe trattato di solo un massaggio, che la avrei voluta veder godere con un altro ma poiche' lei negava il permesso, lo facevo a sua insaputa. poi le ho fatto scrivere una mail dall'altro che si scusava e proponeva di farlo con lei consenziente.
ero sicuro si sarebbe rifiutata, poi un giorno che ci scherzavo su mi risponde, ok ma solo una volta. ho cominciato a tremare per l'emozione, non ci potevo credere. poi ha detto ok organizza io intanto mi dedico a depilarmi per bene. avevo lo stomaco al posto del cuore o del cervello, non so, una emozione fortissima.
siamo andati al solito motel, fatto un bagno caldo poi arriva lui. la invita a mettersi sul letto nuda, pancia in giu. io guardo emozionato ma riprendo di nascosto con una telecamera. penso sara' memorabile... ed e' cosi'.
non resisto, mi avvicino e la accarezzo anche io, mentre i massaggi di lui sono sempre piu' trasgressivi. lei non rifiuta nulla da lui. invece sembra voler vedermi soffrire, allontanandomi discretamente quando la voglio baciare od eseguo i massaggi che l'altro fa.
quando lui dopo averla carezzata a lungo sulla parte esterna, la penetra con due dita, ha un sussulto, perde la testa per qualche minuto, era quel che volevo io. poi pero' si impone di riprendere il controllo.
e' eccitata, non troppo in verita' ma infine ha detto essersi divertita. almeno abbiamo fatto un passo in piu'. dice con il ragazzo giusto forse potremmo arrivare ad un rapporto completo o almeno ad una sua partecipazione attiva, non solo a ricevere massaggi.
la divertirebbe giocare al letto con l'altro mentre io sono costretto su di una poltrona esclusivamente a guardarli .
non la smette mai di stupirmi....
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1
13 anni fa
semprecerco,
30/27
Ultima visita: 12 anni fa
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La prima serata privè 2006
In macchina Paola sul sedile di dietro si agita non riesce a stare ferma. Dallo specchietto che ho spostato inquadro le sue gambe eleganti con le autoreggenti il cui bordo è appena coperto dalla gonna blu corta e la spiritosa maglia a zip dello stesso colore. Marco non fa mistero di gradire molto e si volta spesso a guardarla mentre lei continua a fare domande dimostrando assieme curiosità e nervosismo. “Stai tranquillissima Paola ho capito perfettamente . Pino mi ha spiegato tutto quello che non vuoi e la vostra fantasia. Mi ha detto pure di Amburgo…” “Appunto. Togliti dalla testa quell’esperienza. Niente di simile. Hai capito bene?”. “Paolaaaa. Ma ti devi fidare. Non sono cretino. Te lo ripeto per l’ennesima volta: nessuna penetrazione, tu non farai nulla,e io farò da filtro severissimo e spiegherò tutto. Però con un’eccezione finale non è vero? “ Paola ride. “Ma daiiii: Pino te l’ha detto? Sai quali sono i limiti anche per te? “ “Devi proprio credere che io sia stupido. Io potrò usare le mani e solo quelle. Giusto?” “E solo alla fine, quando lo dico io” “Devo firmarti un contratto o ti basta la parola?” Ridiamo tutti mentre Marco al volo e con ritardo mi fa imboccare una strada stretta. Guido con calma . Non ho fretta perché sono diversi anni che parliamo di questa nostra fantasia, e mi voglio godere la preparazione e l’ eccitazione. Oltre l’età mia moglie è davvero carina. Il trucco nasconde qualche ruga attorno agli occhi ma per il resto è sempre molto bella e desiderabile con quelle lunghe ed eleganti gambe fasciate (nonostante sia caldo) dalle autoreggenti. Anche qualche chilo in più non le sta male. Il mio amico e complice mi fa cenno di accostare: Il club non è distante e non c’è parcheggio. Ora Paola ha smesso di parlare e ridere e sembra in tensione. Marco fa strada, ci precede mentre io prendo mia moglie sottobraccio e la sorreggo sui tacchi insolitamente alti per lei e che le rendono complesso tenere l’andatura sul pavè. L’ingresso del club è nascosto, anonimo, al campanello del portone Marco dice qualcosa che sembra una frase concordata. Scendiamo due rampe buie e squallide e Paola mi guarda con terrore. “Ma Marco dove cazzo siamo?”. “Tranquilli, tranquilli vedrete quanto è bello dentro”. Ed in effetti alle spalle dell’impettito signore che ci apre sfavilla subito un clamoroso e fuori luogo ingresso rosso e oro ,con tende, colonne dorate, specchi, divanetti in stile. La luce soffusa, come la musica, non ci impedisce di apprezzare comunque un luogo elegante e raffinato soprattutto quando entriamo nell’enorme sala centrale. Marco e uno degli uomini che ci hanno accolto, ci accompagnano ad un tavolino con quattro poltroncine poco distante dal moderno bancone del bar. Nella sala c’è parecchia gente. La si intuisce più che vedere. Un paio di coppie ballano al centro della pista attraversata da fasci di luce che ruotano lentamente. Ci sono degli uomini seduti ai bordi che osservano, altri gruppi nascosti nella penombra, tutto molto normale, come una discoteca degli anni 70 con i lenti. Un cameriere porta 3 bicchieri ed un bottiglia di Ferrari. Faccio per estrarre il portafoglio ma Marco mi frena: “stasera siete ospiti”. Paola ha accavallato le gambe: il bordo dell’autoreggente fa capolino impertinente ma lei sembra ancora a disagio. Tutt’altra persona rispetto a quella che non più di tre notti fa mi ha letteralmente violentato al solo pensiero di poter realizzare quella sua fantasia di tanto tempo fa. Sembra incerta e tesa. Anche Marco se ne accorge e ribadisce :” Paola nessun obbligo, quando cambi idea… puoi andartene semplicemente, ok? “ Mia moglie annuisce sorridendo. Marco ricambia il sorriso: “Io comincio ad andare in giro, comincio a sondare il terreno…mi permettete?”. Si alza senza attendere risposta e si dirige verso un gruppetto di persone . Scompare nella penombra. Paola mi mette la mano sulla gamba facendo un cenno del capo verso la nostra sinistra. Una donna, non distinguo l’età ma le gambe scoperte sono quasi accecanti quando il fascio di luce le colpisce, seduta in mezzo a due uomini sul divanetto ne sta baciando appassionatamente un uomo mentre l’altro si preoccupa di tirare su finchè è possibile il poco della gonna che resta a coprire lo slip. Il lui della coppia che balla ha la mano sul sedere della compagna. Un giovane, sulla trentina,si avvicina a noi, armato di un sorriso ammiccante: ci chiede se può sedersi al tavolo. “No grazie” gli dico con educazione. E’ perplesso, si blocca mentre già stava scansando la seggiola, guarda Paola, dentro la scollatura, le calze. Torna ad osservare me quasi sorpreso. Alza la mano destra in segno di scusa, spegne il sorriso e gira i tacchi. “Fai colpo vedi?” Dico a mia moglie. “ E’ molto buio Pino” si schernisce lei ridendo. Allungo la mano sulle sue gambe, la carezzo e sento la reazione e quando la mano supera il bordo autoreggente elastico. La pelle sembra avere un guizzo. Con delicatezza proseguo sino al borgo dello slippino che ha indossato per l’occasione. La sfioro e le provoco un altro sussulto. “Come va?” le sussurro. “Bene, bene…ma aspetta”. Cambia posizione sulla poltroncina. Beviamo ancora, Paola è già al terzo flut quando Marco torna. “Venite vi faccio vedere”. Ci alziamo e lo seguiamo attraversando la pista. Ora le coppie sono due e uno dei due cavalieri ha la mano sotto la gonna della sua dama avvinghiata a lui. Entriamo in un corridoio dalla luce ancora più fioca. Sulla destra dietro un pesante tendaggio che Marco sposta, un varco che da in una stanzetta piccola. Un letto al centro con copertina vintage a righe bianco e verdi, un paio di seggiole, un abat jour rosso ed un grande specchio alla parete che riflette il tutto. Non bellissima per la verità ma non importa. “Se volete questa è la vostra postazione. Fate con comodo. Torno tra poco per sapere se devo o no proseguire”. Da una pacca sulla spalla a Paola, torna a scansare il tendaggio ed esce. Restiamo fermi con un sorriso acerbo e stampato. Ci guardiamo, poi Paola mi abbraccia e mi bacia. “Allora, andiamo via o…?” Mia moglie fa quello sguardo malizioso che 24 anni fa mi fece sciogliere: due passi indietro e si slaccia un po’ la slip del golfino. Un attimo e la gonna scivola sulle calze come se non aspettasse altro. Le autoreggenti sono belle, non molto alte come piacciono a me, sotto indossa un completino rosa, mini slip che faticano molto a contenere, reggiseno elegante. Per farsi ammirare da me si ferma un attimo e si inginocchia sul letto in slip e golfino slacciato. “Può andare?” cmo chiede poggiando il ginocchio sinistro sul letto e il piede destro sul materasso in una posizione strana che mi consente di ammirare calze e slip? Poi al mio cenno di ammirazione si sfila anche il golfino ed il reggiseno. Paola a seno nudo, in slip e autoreggenti, il delicato girocollo che le ho regalato, e di siede sul letto. Bella. Mi siedo anche dall’altra parte. Lei chiude gli occhi mentre accarezzo i capelli, le bacio la fronte, le sfioro con le dita il seno. Le mormoro le frasi che so che lei gradisce anticipandole quando accadrà. Quando la mano sinistra valica il monte di venere sugli slippini e da sopra la sfiora tra le gambe la sensazione di umido che percepisco non consente dubbi sulla sua reazione. Continuo a sussurrarle piano qualcosa, le sfioro ancora i capezzoli, lei è sempre ad occhi chiusi e si stende. Le divarico con la sinistra le gambe. Ubbidiente segue la spinta della mia mano e il suo braccio destro finisce piegato sotto la testa a mo’ di cuscino. Con la sinistra ora lei si sfiora da sola sulla stoffa rosa. Così la trova Marco che fa capolino dalla tenda: lei neanche lo vede . Ha ancora gli occhi chiusi. Ci scambiamo uno sguardo d’intesa. Lui riscompare. Ancora due minuti di frasi con Paola il cui respiro ora si è fatto più pesante mentre si tocca sempre sopra gli slippini e la tenda torna ad aprirsi. Marco è con due uomini. Uno ha l’età nostra, fisico un po’ appesantito ma discreto, non molto alto. L’altro potrà avere una trentina d’anni, capelli ricci. Uno dei due accenna ad un buonasera. Paola apre gli occhi, la mano istintivamente copre il seno nudo. La tranquillizzo continuando a carezzarle la fronte. Paola li guarda ma non si muove: divarica di più le gambe. Il silenzio nella stanza è surreale tanto che il rumore delle cerniere che scendono sembra sovrastare il vago sottofondo musicale che giunge dalla sala. I due si avvicinano, entrambi dalla stessa parte del letto. Paola li guarda con un sorriso e non distoglie lo sguardo da quei due membri emersi già turgidi : uno bianco, stretto, lungo e dritto guidato dalla mano giovane e decisa. L’altro più scuro,tozzo e leggermente ricurvo verso il basso. Non bello secondo me. Le due mani iniziano il lavoro che evidentemente conoscono bene. Il più giovane con il pene lungo, si avvicina, mette un ginocchio sul letto, mi guarda come per chiedere il permesso, io annuisco. La destra impugna il membro con la sinistra con studiata delicatezza con il medio scansa il bordo dello slip che peraltro già faceva intravedere molto. Nonostante la penombra la peluria di Paola si staglia nettamente così come le labbra dischiuse della sua vagina bagnata. Vibra di piacere mia moglie quando nella manovra lui, e credo non sia casuale, esita e con le nocche della mano tocca più volte il fiore dischiuso. L’altro ha appoggiato la punta del suo pene ricurvo sulla coscia , a contatto con la calza. La mano che lo masturba imprime anche un lieve movimento a strisciare il glande sul bordodell’autoreggente. Paola guarda tutto con attenzione fremendo. La sua mano interviene a tenere più scansata la mutandina in modo che ora il lungo pene bianco possa essere in direzione della vulva sfiorandola dall’alto ma non toccandola ed il movimento della mano dell’uomo si fa forte e deciso. Il più anziano mugola, l’altro ansimando ripete “bella bella” e la mia eccitazione mi porta a slacciarmi i pantaloni per liberarla. Paola per un attimo non segue più i due, me lo guarda già deciso ed eretto, sorride e fa un espressione come per dire…accidenti, bravo, e la mano che aveva sotto la testa la allunga per carezzarmi i testicoli. Non mi tocca la verga, solo sotto. Gli altri due hanno ormai un ritmo sfrenato e l’ansimare denuncia la vicinanza del momento. Paola si inarca scansa lo slippino per scoprirsi il più possibile, quando il lungo cazzo sussulta e lo schizzo bianco denso la centra prima sull’inguine, il secondo sulla mano, il terzo sulla stoffa e solo il quarto cola finalmente tra le labbra roventi,umide e spalancate. La visione dello sperma sulle sue mutandine, tra le sue gambe mi eccita tremendamente. Mentre lui sta ancora spremendo il succo abbondante, con un sibilo della bocca l’altro comincia la lasciare una striscia bianca, umida, odorosa sulla gamba velata di Paola e la punta dell’uccello che continua ad emettere linfa bianca la spande e la distribuisce premendola sulla calza. Paola ha tirato su la testa per osservare bene. Lascia il bordo dello slip e la mano strofina ( toccando per un attimo involontariamente il membro più tozzo quasi subito rilassato) prima la calza intrisa e colante, poi con forza si precipita tra le gambe a mescolare con movimento rotatorio, a strofinare la crema bianca che nel movimento forsennato si rapprende, quasi solidifica quando due dita di mia moglie intrise penetrano nella vulva e i sussulti e quasi l’urlo soffocato confermano il primo orgasmo. Il secondo dei due è appena uscito dalla stanza che Paola sta continuando a carezzarsi con le mutandine tornate al loro posto intrise e odorose. Ora si volta e mi fa cenno di volerlo in bocca. Mi avvicino a lei e la sua lingua ha appena iniziato il movimento circolatorio di approccio quando Marco entra con altri tre uomini. Paola li guarda sott’occhio ma ha iniziato a suggere e leccarmi e non mi abbandona. Trema di piacere intravedendo i tre che stavolta si tolgono i pantaloni e gli slip con Marco che si siede sulla seggiola ad osservare sorridendo. Due sono ragazzi, avranno non più di 27-28 anni, uno è sulla quarantina un fisico clamoroso ed un uccello gigantesco uno dei più grossi che abbia visto. Gli altri due a confronto (e anche il mio, scomparso nelle fauci di una Paola che ora è percorsa da brividi) sembrano scherzetti. I due più piccoli salgono sul letto costringendo Paola a scansarsi: uno da una parte e uno dall’altra. Le aprono ancora di più le gambe con delicatezza per consentire al terzo di mettersi in ginocchio tra le cosce spalancate ma nessuno accenna a cose non concordate. Solo uno dei due scansandole bene la mutandina per guardarle la fica spalancata e impregnata, indugia quasi per caso un po’ sul clitoride. Ma non ce ne sarebbe bisogno perché mentre le quattro mani la preparano Paola ha un sussulto ed un secondo orgasmo mugolato sul mio uccello nella sua bocca, tesissimo, sul punto di non resistere più. Uno le tiene scansato lo slip mentre entrambi si segano forte con le cappelle lucide a una decina di centimetri dai peli e dalla vagina spalancata e colante di Paola. L’altro con quel suo uccellone, in ginocchio tra le cosce di mia moglie, osserva uno stupendo panorama da quella posizione e fa scorrere lentamente la sua mano lungo l’asta lunghissima e con la punta violacea. I fremiti di Paola, il suo piacere e la scena cui assisto superano la mia resistenza. Un primo incredibile, sconvolgente orgasmo giunge a valanga improvviso scaricando un fiume nella bocca di mia moglie e facendomi urlare. Lei è brava, ingoia come sempre ma non ce la fa tutta insieme ed un rivolo bianco esce dalle labbra serrate attorno al mio glande mentre è percorsa da scatti strani e la sua mano corre tra le gambe. Proprio nel momento in cui prima uno e poi l’altro dei due membri, a distanza di pochi secondi, scaricano sui suoi peli, sulla mano, sulla fica il loro torrente a fiotti. Spremono, stringono, gridano mentre il filo bianco denso si mescola, schizzi giungono all’ombelico, sulla coperta a strisce. E la mano frenetica di Paola scava tra le sue gambe esce ed entra con due tre dita intrise, si passa sulla pancia torna sul clitoride ormai lamentandosi, con il mento colante il mio sperma uscito dalla bocca. E’ il momento in cui il grosso calibro sceglie per avvicinarsi di più alla fica con le gambe sempre più spalancate dall’aiuto di quattro mani . Per un attimo temo voglia penetrarla, faccio per intervenire ma in quel momento uno schizzo enorme, potente partito da non più di 10 centimetri dai suoi peli scavalca tutto e lascia un tratteggiato bianco sino al seno di mia moglie. La seconda potente bordata centra addirittura il capezzolo e Paola con la mano zuppa se la massaggia su tutti e due i seni come colta da raptus. Quando gli altri schizzi la investono con millimetrica precisione tra le cosce tenute spalancate e sollevate dagli altri due e il rivolo riempe il suo desiderio oscenamente dischiuso , la mano di Paola ci affonda morbida dentro, con un flop rumoroso che precede di pochi istante il turbinio del nuovo acme sconquassante del suo piacere. Trema ora come in preda a convulsioni sul letto ,zuppa di crema bianca ovunque. I tre non dicono nulla. Si rivestono ed escono con Paola che ha ancora gli occhi chiusi e la mano tra le gambe . Il mio pene è di nuovo in tiro ma la lascio riprendere fiato. Con delicatezza le sfilo gli slip diventati zuppi di sperma e con un odore intensissimo. Paola aiuta sollevando il bacino ma non aprendo gli occhi. Torno vicino a lei. Le sfioro con il dito il seno bagnato, guardo le sue eleganti calze nere ora a chiazze. I peli maditi. Entrano altri due ragazzi. Anche Marco si alza dalla seggiola, dove lo avevo dimenticato. E’ nudo. Si è spogliato senza che me ne accorgessi. Giustamente viene ad incassare la sua parte e da buon bisex è eccitato due volte. Paola è sfinita quando lui le scansa la mano che teneva serrata tra le cosce. Troppo stanca per fare qualcosa ed allora inizio la mia sega sul suo seno, sul viso mentre lei ad occhi sempre chiusi, ha messo le mani dietro la testa in balia nostra totale. Marco le si siede accanto dalla parte opposta alla mia. I due si sistemano vivino alla gambe iniziando a masturbarsi con la punta dei loro membri diretta sulle calze. Il nostro amico la sistema con gentilezza con le gambe aperte. Poi prende in mano il suo considerevole arnese e con l’altra le massaggia la pancia, l’ombelico, i seni spandendo e massaggiando lo sperma ed i residui dei 5 uomini che le sono venuti addosso. Quando ormai il ventre di Paola è omogeneo e lucido e la sua mano grondante, scende a prendere la sua ricompensa. Non ha problemi a penetrare Paola con tre dita producendo un rumore fortissimo che denuncia come le manovre di Paola e la potenza degli schizzi abbiamo fatto “il pieno” tra le gambe di mia moglie. E Marco va ancora più dentro, indugia titilla. Penetra con forza con due , tre, persino quattro dita mentre Paola è tornata a mugolare e si prepara all’ultimo sussulto raschiando il fondo delle sue riserve. Gli altri due guardano e seguono l’azione con movimento frenetico. Non ha limiti nella sua esplorazione Marco, lo vedo bene : la lubrificazione è tale che le due dita che penetrano dietro scivolano senza alcuna resistenza . A quella scena di Paola penetrata dietro dalle dita di Marco in una mare di sperma vengo a fontana sul suo volto e i suoi seni senza che mia moglie abbia la forza di fare altro che emettere un nuovo lamento e iniziare un lungo lento profondo godimento seguendo con il corpo i movimenti della mano del nostro amico. Gli viene nelle dita con il residuo barlume di forza mentre Marco assesta gli ultimi colpi al suo turgido pene e dopo essersi messo di fianco a mia moglie con il glande a contatto del capezzolo, la innaffia ancora con i primi due schizzi che giungono anche addosso a me dall’altra parte e poi completa sulla sua pancia, sul viso, sui seni . L’ultimo zampillo cade sulla sua bocca dischiusa in un lungo lamento. La sua lingua istintivamente lo cattura. Nel momento in cui gli altri due si liberano della loro liquida eccitazione irrorando le calze di Paola ormai bianche e nere. I due finiscono bene, spremono le ultime gocce mentre noi crolliamo sul letto a fianco a Paola. Il sonno non era previsto. Ma quando riapro gli occhi e vedo tutti e due addormentati capisco dalla patina secca sul corpo di Paola che abbiamo dormito almeno una ventina di minuti. In piedi davanti alla tenda c’è un signore anziano che si masturba in silenzio guardando Paola ancora a gambe spalancate. Esita dopo aver visto che mi sono svegliato. Gli sorrido per fargli capire che può. Solo pochi secondi, poi si avvicina timido, furtivo, con la punta del pene ai piedi di mia moglie e il seme cola silenzioso senza schizzi tra le dita inguainate dalle calza. Paola ancora dorme. L’uomo mi lancia un’occhiata di ringraziamento e fugge via. Più tardi, sotto la doccia dietro la stanza, mentre massaggio il suo bel corpo e lo pulisco con il profumato bagno schiuma e lei ancora stanca mi abbraccia e mi bacia appena può, in quel momento, capisco che meglio non potevamo interpretare quella nostra antica fantasia.
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Iniziammo così 1986
“Non ci posso credere Paola ma era la prima volta?” “Assolutamente” “Ma come appena sposati?” “Che posso farci? Io sono strana” “Ma Pino che ha detto?” “Sai Clara, Pino, da quanto ci siamo fidanzati, sa come sono. Il mio bisogno di conferme di piacere, la repressione dei miei che mi ha condizionata, io sono stata chiara con lui sin dall’inizio: non posso pensare che sarai da qui in poi l’unico. Ho troppa voglia, troppo desiderio, forse è troppo presto per sposarci, gli ho detto” “E lui?” “Serafico ha detto che lo sapeva, che il desiderio andava ricondotto all’interno del nostro indiscutibile amore e condiviso e che assieme avremmo potuto vivere momenti trasgressivi a patto di essere sinceri e condividerli” “Insomma pur di non perderti… va bene anche che ti scopi altri” “Ma vale anche per lui” “ E’ un amore strano questo Paola” “Certo, è il nostro. Unico, ma che tiene presente come sono io intimamente e come è lui” “Va bene, va bene. Lui sapeva bene la tua vita frizzante, i tuoi desideri prima, le tue fantasie ma pensavo che appena sposati e poi con quello… ma dai raccontami bene” “Dunque: dopo cena Mario e Pino si erano seduti sul nostro nuovo divano: sembravano due vecchi amici e mi sono sorpresa a guardarli con interesse tutti e due. Pino mi piace, lo sai, in quel momento aveva un'espressione serena , ma Mario aveva un qualcosa di selvaggio, di attraente. Sentivo un tremendo languore ,un istinto feroce e ho fatto una cosa che non avrei mai creduto: mi sono andata a sedere in mezzo a loro facendo chiaramente in modo di provocarli”. “Ma proprio il suo amico di sempre…?” “Appunto restava in famiglia no? “ “Dai continua Paola. Come eri vestita?” “Avevo la mini nera, già corta, e certo non sono stata attenta al modo di sedere sul divano. Autoreggenti nere e slip lavorati di pizzo nero. Camicetta celeste. Scherzavano ed io raccoglievo e rilanciavo le allusioni e le battutine. Pino è rimasto sorpreso ma poi ha iniziato a scherzare sul fatto che la mini era salita troppo e con la scusa di tirarla giù mi ha messo la mano sulla gamba. Abbiamo cominciato una lotta scherzosa e Pino allora ha chiesto l’aiuto di Mario “dicendogli: me la tieni un secondo che le metto a posto la gonna?”. Mario mi tenne le braccia avvicinandomi a lui e bloccandomi ma il mio gomito così facendo era a contatto lì dove già sentivo duro! Mario mi teneva ferma ma il suo abbraccio forte e deciso finiva inevitabilmente con il coinvolgere e toccare il mio seno , nudo sotto la maglia e tu sai che quando sento così i capezzoli mi tradiscono. Cercando di divincolarmi scherzosamente finii per mettere la mano al posto del gomito e ora sentivo chiaramente sotto le mie dita la consistenza della sua eccitazione e seppure bloccata , almeno formalmente, accennai una lieve carezza con la punta delle dita. E Pino a quel punto la gonna non l’aveva messa a posto: l’aveva fatta salire ancora, aveva scoperto i miei slip e mi toccava l’interno della coscia sfiorandomi in mezzo alle gambe, con il taglio della mano, mentre Mario mi teneva sempre ed io sentivo vicinissimo il suo profumo forte, il suo fiato sul collo che avrei voluto mi baciasse. Questa volta la sensazione che mi aveva preso era sì di calore ma di nessun imbarazzo. Sentivo solo piacere languido e forte, e desiderio di fare cose che non avevo mai osato né pensato fare. Mi sono arresa subito a queste ondate di desiderio, ho aperto chiaramente le gambe lasciando che la gonna nera salisse ancora e che le mani di tutti e due frugassero prima piano tra le gambe poi sotto gli slip. Avevo caldo, il bordo delle calze mi sembrava bollente. Sentivo il tocco differente delle dita di tutti e due che sembravano artisti in una suonata a quattro mani sul piano più melodioso che si potesse pensare. Erano in perfetta sintonia, sfioravano, stringevano, sapevano affondare la dove sentivo il calore più forte, ora l’uno , ora l’altro, avvertivo chiara la differenza delle carezze, la loro diversa ansia di esplorarmi e di penetrarmi: Pino più deciso, più padrone, Mario più timido e più dolce a cercare angoli e pertugi che Pino forse aveva dimenticato. Fu Mario che mi tolse dall’impaccio sollevandomi i fianchi, liberandomi dallo slip e riprendendo poi il suo posto nella staffetta incredibile dove l’unico testimone era il mio piacere che sembravano sapersi perfettamente passare l’un l’altro .E non capivo più niente. Ho allungato le mani e toccato contemporaneamente sopra i pantaloni ancora chiusi i loro cazzi: erano duri tutti e due, e loro intuirono che era quello il momento in cui desideravo che li tirassero fuori, per ghermirli con forza, per sentirne la vellutata consistenza e la prepotente forza, per saggiarne la durezza e soprattutto guardarli, tutti e due assieme . Ormai ero partita. Li tenni in mano assieme, a destra Pino a sinistra l’altro, e lasciavo le gambe spalancate in modo osceno ormai prontissima a qualsiasi penetrazione, non solo quella delle loro mani la cui fantasia ed il cui ritmo sembravano inesauribili. Mario spezzò il momento di estasi prendendo le mie gambe e sollevandomi per metterle sul divano alzandosi lui per fare loro posto e per divaricarle leggermente: stesa a pancia in sotto con il volto sulle gambe di Pino venne istintivo: glielo presi in bocca mentre l’altro mi sfilava gonna ed iniziava la più bella ed eccitante leccata che io ricordi. Partendo dalle natiche giungeva verso il centro del mio fuoco, e sentivo la sua lingua che mi sembrava rovente esplorare il solco tra i glutei, violarlo, scendere e poi risalire seguendo il contorno di ogni più recondito e misterioso anfratto dal quale sorgevano mille stille di piacere. Avevo voglia di lingua e Mario la lasciava andare e venire prima piano poi forte e poi ancora e ancora leccava e si muoveva ed io sentivo un piacere sconosciuto scuotermi dalla punta dei piedi ai capelli. Poi è stato Pino a girarmi. Stavolta non volevo essere passiva, volevo fare io. Quando mio marito mi ha stesa sul divano e iniziato a scoparmi con una violenza quasi dolorosa ma bellissima, ho preso in mano quello di Mario che secondo me era più corto ma più largo di quello di Pino e l’ho tirato verso la mia bocca e l’ho circondato con le labbra di slancio. Non so quanto siamo stati così e quante volte ancora ho avuto sussulti tremendi di piacere. Poi mi sono accorta che Mario stava per venire: sentivo il membro pulsarmi in bocca e lui che lo stringeva disperatamente. Ho avuto paura: eravamo sul divano appena comprato,a terra c'era un tappeto , e non volevo che Pino vedesse avevo paura della sua reazione di fronte al piacere di Mario. Ormai ero in ballo,non avevo più alcun ritegno, alcuna riserva mentale, mi sentivo porca come mai e mi piaceva. Tenendolo in bocca ho guardato Mario, ho fatto un cenno affermativo con gli occhi tenendo le sue palle con la mano stringendole piano ed avvicinandole al viso per fargli capire di non uscire. Non ci crederai: l’ho fatto venire in bocca e per di più per la prima volta ho ingoiato tutto, sono stata costretta. Non finivano mai quegli schizzi, provavo un misto di disgusto e di piacere e cercavo di far finta di niente mentre lo sperma in gola per poco non mi soffocava quasi provocandomi uno stimolo di vomito e in quel momento Pino, che sembrava non essersi accorto di quanto accaduto in bocca, stava inondandomi la pancia di liquido bianco e caldo dopo averlo estratto all'ultimo secondo. Ho tenuto ancora per qualche secondo il cazzo di Mario in bocca e poi di scatto sono corsa in bagno vergognandomi come una ladra. Davanti allo specchio pulendomi la bocca mi sentivo totalmente soddisfatta ma la sensazione intima , perversa di piacere di prima era scomparsa. Mi sentivo a disagio pensando di dover tornare di là e affrontare una realtà scomoda. Così sono rimasta a lungo in bagno. Quando sono tornata Mario era stato mandato via da un Pino infuriatissimo. Aveva capito. Avevo fatto con Mario una cosa mai fatta con lui. Ho dovuto cercare di calmarlo, ho cercato di fargli capire che non era stata una scelta che non avevo preventivato nulla, che in fondo la cosa non mi era piaciuta molto che anzi avevo provato un po’ di ribrezzo. Ma mentre lo dicevo mi chiedevo se quella fosse la verità . Si è calmato solo quando mentre sedeva imbronciato con le braccia incrociate improvvisamente gliel’ho preso in bocca e ho iniziato un lento, lunghissimo bocchino pieno d'amore e di riconoscenza, capendo ciò che aveva provato . Lui aveva attimi di intensa eccitazione seguiti da insoliti momenti di calo di erezione come se due forze combattessero in lui, la rabbia e l'eccitazione. Era lentissimo, avevo un dolore forte alla bocca ma ho pensato che stavolta proprio che non potevo fermarmi. Quando l’ho sentito pronto l’ho guardato negli occhi facendo un ultimo sforzo andando avanti ed indietro l’ ho fatto venire in bocca : anche stavolta ho ingoiato, ma vuoi sapere? E’ stato bellissimo anche per me. E poi lui mi ha baciata sulla fronte e si è messo a piangere in bagno. Ha detto di no, ma l’ho sentito chiaramente. Ed io non so proprio perché l’ho fatto. Non capisco. E mi dispiace tanto perché mi sono resa conto che Pino ci soffre anche se lo nega.
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Adoro il volley 2001
“Paola ma mi senti? Mi stai ascoltando” . Annamaria ha assunto quell’espressione un po’ da bambina perversa che le è rimasta nonostante la maturità. “Si ti ascolto, Anna, certo che ti ascolto è che sono sorpresa; tutto mi aspettavo tranne che tuo marito in vacanza si trasformasse in questo modo. Lui che sosteneva sempre che l'unica trasgressine che avreste fatto nella vita sono gli incontri con noi! Ma come è successo, raccontami bene i dettagli”. “Ok. Tu sai che questa vacanza in Calabria la volevamo da tempo. Marco aveva prenotato le due settimane in quel villaggio che ti dicevo, presso Le Castella, molto carino. Avevamo decisamente bisogno di staccare dal lavoro, dai figli, dall’abitudine. E poi sai che ultimamente si era raffreddato sessualmente tanto che non siamo venuti con voi a Pisa ad inizio estate, ti ricordi? E del resto quantè che non facevamo nulla assieme?" “ Si appunto sono sorpresa, me lo avevi detto” “E devo dire Paola che quello che successo è anche merito tuo” “Mio? E che c’entro?” “Aspetta. Allora andiamo li. Bel posto, avevamo un appartamentino a piano terra, ma come sai non è che abbiamo avuto fortuna con il tempo . Va bene che fine agosto è da sempre un periodo negativo ma insomma speravamo meglio. A fianco e sopra negli appartamenti vicini c’era una squadra di pallavolo maschile. Non ho capito se era in viaggio premio o un pre-ritiro; ragazzi un po’ caciaroni e simpatici, era una squadra napoletana e sai come sono…” “Si capisco Anna” “ I primi giorni andavamo a mare poi il tempo ha iniziato a guastarsi e spesso eravamo in camera a chiacchierare, guardare la tv, ed io andavo a fumare nel patio davanti alla camera. E stando li chiacchieravo con questi ragazzi, li vedevo girare in mutande (un paio di volte anche nudi, è successo) e la cosa iniziava a solleticarmi. Una volta Marco che mi ha sentito scherzare con uno di questi, quando sono rientrata, ha fatto una cosa strana: mi ma messo la mano nello slip e mi ha chiesto se ero eccitata. Mi sembrava così inusuale eppure così invitante il gesto, che gli ho detto che lo ero sicuramente con tutti quegli uomini bellissimi e mezzi nudi che giravano la attorno” Mi era sembrata strana la sua mancanza di reazione. Poi il giorno dopo il villaggio organizzava una gita. Noi ci siamo andati e anche tre dei ragazzi della pallavolo e siamo stati assieme a chiacchierare in pullman. Avevo la gonna jeans corta, quella maglia tutta colorata e sotto lo slippino nero trasparente. Ad un certo punto, dopo una lunga camminata, ero stanca e mi sono seduta su alcuni sassi e neppure mi sono resa conto che quei ragazzi mi stessero facendo delle foto, credimi. Per fartela breve la sera scendono di sotto da noi e mi danno questa ” e Anna tira fuori dalla borsa una foto. Lei seduta, il fotografo probabilmente da posizione più bassa, le scarpe da tennis, la gonna che copre nulla, una visuale molto osè. “Ridendo mi hanno chiesto scusa e dato che avevano fatto una scommessa tra di loro volevano sapere se portavo o no gli slip!” “Però, diretti e provocanti” “Si. Ho riso e ho giurato di si, loro se ne sono andati ma io a mio marito che in quel momento non c’era, ho raccontato tutto e gli ho detto che la cosa mi aveva eccitato” “Una volta ti avrebbe quasi insultato…” “Infatti, però stavolta si è eccitato pure lui, mi ha baciata, toccata, ed allora è successo che sei arrivata tu…” “No, dai Anna, non scherzare, io che c’entro?” “Si si. Non so come mi è venuto ma… gli ho raccontato di quello che avete fatto tu e Pino ad Amburgo e della tua esperienza al privè di un mese fa!” “Ma daiiii ! Ma i fatti tuoi… Lo sapevo che non dovevo dirti nulla” “ E non basta: gli ho fatto vedere il sito (sai che Marco aveva il portatile) e gli ho fatto leggere il racconto. Lui leggeva ed io seduta sulle sue gambe che lo sfioravo… bellissimo. Per fartela breve era eccitatissimo e alla fine ha voluto che… gli facessi una sega e gli confessassi che cosa mi eccitava di più di quello che avevate fatto”. “ E tu glielo hai detto? “ “Si. Quello che sai, farmi venire addosso, il mio sogno erotico”. “ Però…” “ Quel pomeriggio è stato l’avvio. Poi per qualche giorno abbiamo fatto sempre l’amore immaginando varie situazioni in un crescendo costante. Passati due o tre giorni il tempo si è ristabilito e in spiaggia scherzavamo spesso con i ragazzi della pallavolo , anzi giocavamo con loro a beach volley e ogni tanto facevano apprezzamenti specie quando stavo senza il pezzo sopra del bikini a prendere il sole. E piano piano si è fatta strada, assieme alla confidenza con loro, ormai si cambiavano tranquillamente il costume bagnato davanti a me ammiccando, anche il mio folle progetto che una notte ho confidato a Marco”. “Sei pazza! “ “Beh Paola, mai quanto te. Insomma te la faccio breve. Abbiamo parlato molto io e Marco, e alla fine ci siamo decisi. Una sera dopo cena 4-5 di quei ragazzi sono venuti da noi a mangiare cocomero e bere uno spumantino, e Marco con uno straordinario coraggio ne ha presi da parte due e gli ha spiegato il mio progetto e quello che mi sarebbe piaciuto fare chiedendo loro se erano interessati ma ribadendo che il limite era rigorosamente quello da me indicato e che avrebbero potuto fare solo quello che avevo chiesto se gli stava bene altrimenti sarebbero stati guai”. “Pazzesco, Marco che fa una cosa del genere, ma …avete cambiato spacciatore? Ah ah “ Avevo comprato un completino nero: slip molto carini, trasparenti, a fascia alta ma a perizoma, reggiseno piuttosto… imbottito e robusto, sai che io con la mia seconda scarsa…” “Si me l’hai fatto vedere prima di partire, molto carino. Dai racconta Anna. Mi ecciti” “Allora la sera del venerdì, era la penultima sera, c’era la cena caratteristica calabrese, una specie di serata di gala. Era una giornata fresca. L’accordo era per prima di cena. Attorno alle 18, sette ragazzi della squadra sono venuti in camera da noi e io li ho accolti con addosso solo il completino. Mi hanno chiesto se era quello che io volevo… e quando ho risposto di si ero già via di testa. Mi sono messa sul letto stesa e tutti e 8 gli uomini li attorno, Marco compreso. Lui ha detto che potevano spogliasi tutti e mi ha tolto mutandine e reggiseno lasciandomi nuda, li stesa davanti a loro. “Mamma mia con quei bei ragazzi…” “Si Paola, tutti hanno iniziato a masturbarsi con una mano e con l’altra a toccarmi ovunque. Avevo addosso sei, sette, mani che mi esploravano, mi toccavano, mi aprivano, stringevano i capezzoli, mi facevano assumere le pose più sconce e godevo come una matta” “ Ci credo, e hanno rispettato i patti?” “ Loro si. Si segavano davanti a me, seduti sul letto, in piedi, mi toccavano ma non facevano altro. Io magari la mano l’ho allungata per toccarne qualcuno, ma appena appena. C’era un atmosfera incredibile in quella stanza” “ E Marco?” “Marco stava dietro a controllare che tutto andasse come previsto e si toccava anche lui. Poi dopo una decina di minuti hanno iniziato. Quelli del lato destro dovevano sborrare nella mutandina, quelli del lato sinistro nelle coppe del reggiseno” “ E lo hanno fatto?” “Siiiii, incredibile. Uno dopo l’altro masturbandosi si sono passati il mio indumendo. Le mutandine erano praticamente zuppe di sperma (tra l’altro ovviamente qualche schizzo mi colava anche addosso) ma devi vedere con quanta cura tenevano dritte le coppe del reggiseno per versare li dentro il loro nettare”. Quando sono venuti tutti Marco è intervenuto e li ha pregati di rivestirsi e di andare. E sono stati bravissimi. Uno solo voleva sapere se era possibile farsi un’altra sega su di me o scoparmi, ma Marco lo ha pregato di andare. Mente uscivano mi sono alzata dal letto e mio marito mi ha dato il reggiseno pieno di sperma. Ce n’era tanto. E l’ho indossato così!!! Poi mentre ero piena e sentito i miei capezzoli inondati di quel liquido bianco ancora tiepido che mi colava sulla pancia, Marco mi ha aiutata ad indossare lo slip zuppo della loro sborra. Così mi sono stesa sul letto inebriata da quell’odore incredibile e mio marito mi ha voluto spruzzare anche il suo sugli slippini facendosi la meritata sega mentre io mi masturbavo con quell’odore e quel liquido che colava ovunque e che bagnava l’interno dei miei slip, la mia mano, i miei seni. Sono venuta tre o quattro volte leccando le mie dita e riprendendo in continuazione. Quando mi è passato il raptus gran parte dello sperma di tutti e otto si era già rappreso. Abbiamo aspettato ancora così una ventina di minuti. Gemevo dal piacere aspettando e pensando al finale. Marco ha preso l’asciugamano del mare e ha finito di asciugarmi e io mi sono alzata, e ho messo il vestito nero sopra il completino. Così semplicemente sopra. E siamo andati alla cena. Una signora che avevo conosciuto, quando eravamo al secondo, mi ha detto in un orecchio “ mi sa che ha il costume ancora bagnato, perché si vede il bagnato sul vestito” ed io sentivo ancora quell’odore nel naso, e forse lo sentiva anche lei… e a momenti venivo di nuovo quando uno dei ragazzi della pallavolo mi ha portato una coppa di champagne”. Da quel momento Paola adoro il volley
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13 anni fa
paolapino,
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Al tavolo verde 1998
“Ma dai Luigi non ci posso credere anche voi avete avuto questo tipo di esperienza? “ Paola quasi è offensiva questa tua sorpresa. Non ci credevi capaci?” Lo osservo senza poter nascondere l’ espressione sorpresa nell’aver appreso che lui e Marina hanno fatto giochi sexy. Di Marina sapevo ( sempre stata piuttosto svelta ) ma avevo collocato gli episodi che mi aveva raccontato vagamente all’università o comunque prima di stare con Luigi ben noto per la sua gelosia. “Ora se non mi racconti tutto ti odierò per sempre. Quando è accaduta questa cosa del poker strip?” “Qualche anno fa, ma non era una cosa intima…insomma, era una cosa particolare” “Ma come è accaduto su racconta” “Ricordi quei due amici che avevamo all’inizio quando ci siamo conosciuti?” “ Manu e Vittorio? Certo , un po’ strani te l’avevo detto” “Emanuela e Vittorio sono un po’ più grandi di noi, lui era il titolare della palestra dove Marina lavorava. Lei invece una promotrice finanziaria. Non una bomba sexy, insomma,ma graziosa, no?” “Se lo dici tu…” “Lei era i quel periodo molto impegnata: faceva corsi, partecipava a convegni sulla nuova coppia, insomma era diventata la teorica del gruppo per una via , come diceva lei, più libera e consapevole all’amore. Avevamo simpatizzato e qualche volta si andava a cena da loro o loro venivano da noi. Era divertente perché Manu parlava di sesso come raramente avevo sentito fare ad una donna, senza pregiudizi, senza tabù e raccontava persino apertamente di qualche incontro avuto già nel periodo in cui stava con Vittorio . La confidenza andava aumentando così come la curiosità che i due ci suscitavano :soprattutto le volte che parlavano dei club. Una sera mentre si parlava di argomenti vari Vittorio ci chiese esplicitamente se,dopo tutte le teorie che avevamo condiviso , tutti i discorsi, a noi fosse capitato mai qualche esperienza particolare.Lo diceva quasi certo della nostra risposta negativa (continuava a sostenere che io fossi un gelosone possessivo non pentito) e quando Marina ammise che avevamo avuto molte fantasie quasi ci tormentò per conoscerne la portata e la frequenza. Lei per fortuna non andò oltre e non scese in dettagli che mi avrebbero messo abbastanza in imbarazzo . Ma era chiaro che la loro considerazione nei nostri confronti cambiò da quel momento. Aumentarono i racconti, le serate si stavano facendo piuttosto … stimolanti sino a che Emanuela telefonò a Marina una sera per proporle un’uscita particolare. Ad un club di loro conoscenza c‘era la serata del poker strip con giochi e penitenze : pochi chilometri fuori, in campagna . Escluse nel modo più assoluto orge o contatti sessuali con altri . Una cosa molto celebrale, sosteneva,molto sensuale e addirittura speciale . Risposta a stretto giro perché dovevano prenotare. Ne parlammo pochi istanti prima di ritelefonare e dare la nostra adesione, ma Marina era stata categorica: voleva stare al tavolo solo con noi quattro e non intendeva andare oltre il poker strip. Emanuela non era particolarmente elegante o provocante quella sera: Marina aveva optato invece per una gonna non troppo mini, calze scure con reggicalze, e aveva quell’aria da “preda difficile” che tanto mi piaceva. I pochi chilometri erano in realtà una trentina , ed il casolare di campagna era molto isolato e piuttosto buio tanto che ci avvicinammo (eravamo in macchina con loro) con una certa inquietudine. “ Ma dove ci portate…” scherzavo “ è un rapimento”. Nessuna luce particolare né indicazioni, niente di niente, fuori solo la musica che filtrava piano dagli scuri delle finestre rigorosamente chiusi mentre ci avvicinavamo dopo aver lasciato l’auto in uno spiazzo. Salimmo le poche scale del casolare e Vittorio ci lasciò qualche metro indietro: “ vado io “ sparendo dentro la porta che si era appena dischiusa alla sua scampanellata, e richiudendola alle sua spalle. Nessuno di noi tre disse una parola, ma Manuela ci sorrideva con fare tranquillizzante. Riapparve Vittorio dopo qualche minuto di attesa ( era anche piuttosto freddo) invitandoci ad entrare. L’ingresso era ampio e in stridente contrasto con il casolare “nature” : stanza ristrutturata, velluto ovunque, divani, un cantante che accennava all’organo una canzone dolce, nel complesso un ambiente molto caldo e piacevole dove c’erano al massimo tre o quattro coppie e qualche persona sparsa. Niente di compromettente o di particolare: sembrava un night leggermente più illuminato. “Per il poker, vero?” – ci sussurrò un cameriere sbucato improvvisamente da una tenda che non avevo notato. “ Seguitemi” fece spostando la tenda ed invitandoci ad entrare in un corridoio molto suggestivo, parete a mattone e illuminato da due torce autentiche ed accese con effetto medioevale quasi inquietante. Percorremmo alcuni metri superando un paio di porte chiuse : alla terza la nostra guida si fermò , disse qualcosa che non riuscii a capire a Vittorio, estrasse una chiave ed aprì. Entrammo: tavolo al centro, velluto e moquette le davano un effetto completamente verde ! Verdi anche due divanetti ai lati della stanza. “ Tra poco arriva il tutto, accomodatevi” Uscì chiudendo la porta alle sue spalle. Vittorio ci chiese se trovavamo carino l’ambiente mentre Emanuela , come se fosse di casa, si era già seduta al robusto e molto ampio tavolo verde. Qualche istante dopo tornò il cameriere con un blocchetto delle ordinazioni e seguito da un giovane, sui 28-30 anni, piuttosto alto, non male, capelli lunghi e vestito molto casual. Ce lo presentò come il quinto del nostro tavolo e organizzatore del gioco. Ordinammo da bere, e ci sedemmo seguendo le disposizioni del nostro croupier : distribuì poche fiches e spiegò le regole del gioco. Una volta persa la posta si poteva ottenerne un’altra in cambio di un indumento. Una volta nudi si poteva avere ancora una posta pagando il pegno che colui in vantaggio su tutti in quel momento decideva. Alla fine dei giri chiamati dal croupier … il vincitore avrebbe avuto diritto a una bottiglia di champagne se accettavamo spettatori e a stabilire la maxipenitenza per colui o colei avesse “perso più poste” . Nessuno commentò: Vittorio assicurò che era meglio accettare spettatori perché il gioco era più divertente e perché non davano alcun fastidio e almeno la posta sarebbe stata concreta. Mentre stabilivamo i posti come ai tavoli seri, entrarono due o tre persone , uomini, età diciamo tra 40 ed i 50 anni che andarono a sedersi sui divanetti (coperti da penzuola bianche) da poco sprofondati nel buio dopo che erano state accese le lampade appese sul tavolo e spenta l’altra luce. Non provavo alcuna sensazione particolare: Marina sembrava divertita ma nessuno poteva dirsi“eccitato”. Il gioco come previsto, sapientemente alzato dal croupier faceva terminare rapidamente le poste. Vittorio e il nostro ospite iniziavano a vincere forte, io resistevo (mi ero tolto la giacca ma poi avevo recuperato fiches , non gli indumenti che una volta tolti non potevano essere rimessi). Ovviamente perdevano divertendosi un mondo , ed in modo autolesionista, sia Marina che Emanuela che fu la prima a togliersi il reggiseno in un atmosfera ancora asettica. Nel giro di un’ora anche Marina aveva tolto il reggiseno e le calze. Era rimasta in slip , bianchi, eleganti, non molto scartati e molto apprezzati stando al brusio composto che avevamo avvertito quando si era tolta la gonna. Emanuela era nuda. Proprio mentre era in slip mia moglie ci fu la prima richiesta di giochino particolare. La misero così in slip su un divanetto stesa e un grappolo di uva tra le gambe. La gente doveva prenderne un chicco con la bocca senza toccarla e senza l'aiuto delle mani". "Bellissimo, che fantasia! Mi eccita solo a pensarlo" "Beh Paola non mi sorprende che ci sia qualcosa che ti eccita. Per fortuna la temperatura della stanza era piuttosto alta, sia per il riscaldamento sia per la situazione che si stava creando. Marina resistette altre due mani fino a che con una scala andò a vedere un poker di otto: lo slip calato consentì a tutti di apprezzare la scura e ordinata peluria del pube che faceva colpo davvero , così nettamente stagliata sulla pelle bianca e nell’atmosfera di quella stanza”. “Vero, l’ho vista sotto la doccia in palestra Marina, è molto bella e sempre molto curata Luigi. Ma vai avanti scusa” “Come ti dicevo, Paola, non provavo alcuna eccitazione nonostante fossimo ormai nudi. Ero come distaccato dalla situazione che anzi stavo considerando persino un po’noiosa. Sino a che vennero le penitenze. E qui il discorso si fece delicato. Marina mi guardava con insistenza quando il croupier chiese ad Emanuela di salire sul tavolo ed improvvisare una danza facendo in modo che tutti nella stanza potessero vederla bene. Noi seduti avevamo, come dire, una visuale dal basso in alto di Emanuela nuda, davvero privilegiata, lì ad un passo e Manù non si dannava l’anima per chiudere le sue gambe mostrando , anche chinandosi, con generosità il sedere che avevamo apprezzato anche da vestita …e il prezioso interno cosce. Io ero rimasto in slip e camicia quando Marina dovette ripetere l’esercizio di Emanuela raccogliendo molti più consensi, sia da Vittorio che non ne fece mistero “ Ma Marina,disse , hai una fica straordinaria”che da brusii e commenti degli altri presenti che non vedevo nel buio e con il fumo che intanto aveva invaso la stanza. Guardando Marina nuda accennare sul tavolo una approssimativa danza del ventre avevo gli occhi calamitati lì , tra le sua nera peluria, dove non ci voleva un acuto osservatore per cogliere inattesi, chiari sintomi di piacere e di gradimento di quella situazione esibizionistica. Ma il gioco ,che stava cominciando ad avere qualche effetto nei miei slip, era appena all’inizio. Le penitenze erano abbastanza“ soft” : fare un giro della stanza accanto ai divani , farsi sfiorare dai giocatori al tavolo un capezzolo con il dorso di un dito, ma poi iniziarono le più fantasiose e Marina non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro ( anzi mi sussurrò divertita che uno dei nostri spettatori , lo aveva visto nel giro precedente attorno al tavolo, si stava chiaramente masturbando). Il gioco volgeva alla fine quando furono chiamati i giri e le penitenze erano più “ concrete”. Marina ad un certo punto fu invitata a stendersi sul tavolo, nuda, in mezzo a noi, le gambe piegate e leggermente divaricate, le mani come legate al corpo. Il croupier estrasse da una borsa una lunghissima e bellissima piuma , sembrava di fagiano, e la diede a Vittorio. “la deve eccitare senza toccarla con la piuma e tutti i presenti poi, passeranno davanti al tavolo per guardarla a gambe aperte ed eccitata” sentenziò. Vittorio,anche lui in slip che non contenevano l’eccitazione in una scena che sembrava svolgersi al rallentatore, iniziò a passare la piuma sul corpo di Marina. Partì dal collo facendola sobbalzare per il solletico, poi si diresse deciso verso i capezzoli iniziando a disegnarli con la punta della sua piuma, seguendone il contorno, duellando con loro che in modo impertinente si erano eretti . In quel momento Manù, che era accanto a me, allungò la mano sotto il tavolo e prese ad accarezzarmelo sugli slip . “ Giù le mani “ la bloccò un perentorio e odiosissimo ordine del croupier. Non si tocca qui” ricordò con fermezza. ( Capite perché sono sempre stato refrattario a qualsiasi forma di autorità?) Si era stata una regola chiaramente detta all’inizio e ricordata da Vittorio: non era né un orgia, né un’occasione di sesso. Erotismo e sensualità erano spinte al limite ma niente rapporti tra persone estranee ( o quasi) . La Piuma di Vittorio aveva perso il duello con gli orgogliosi capezzoli di Marina che era immobile ad occhi chiusi sul tavolo lasciando intuire ciò che provava solo per gli improvvisi e affannati, profondi sospiri che interrompevano l’apnea. C’era un silenzio irreale: la musica dalla stanza principale giungeva appena . Sembrava quasi di percepire lo strofinarsi sulla pelle e all’inguine della piuma scesa a cercare di farsi spazio tra i peli fitti del pube. Impresa impossibile che ebbe successo solo quando Vittorio , strappando un “mmmmm” forte e deciso di Marina la diresse lì, a dividere ulteriormente le grandi labbra già da tempo aperte insistendo nella carezza appena interna che provocò… l’evidente inumidimento della piuma. “ E’ pronta” disse il croupier, venite. Prima i giocatori, poi gli spettatori passammo davanti alle gambe spalancate ormai di Marina,ancora piegate mentre lei distesa sulla schiena aveva il viso voltato da una parte e respirava sempre più rapidamente: nuda così, aperta, si offriva dopo una stimolazione lenta e sapiente che aveva avuto effetti notevoli, agli sguardi nostri e degli estranei. Uno dei presenti, passò chiaramente toccandosi sui pantaloni con insistenza di fronte alle gambe aperte di Marina e disse qualcosa all’orecchio del croupier. “ Il gentile signore,qui, disse a voce alta, offre personalmente una bottiglia di champagne alla signora se acconsente : vorrebbe restare ancora qualche istante così per… come dire, per toccarsi ma senza esibizioni di membro, così vestito… accetta signora? “ Fece appena un cenno con la testa che voleva dire “continuate”: ero lì ad un passo,sia pure di lato e vedevo bene marina eccitatissima che si offriva agli sguardi in modo osceno e mi sembrava un film, qualcosa di irreale ma era una situazione tremendamente stimolante”. “ Ma dai Luigi, neppure un po’ di gelosia provavi? Proprio tu che ti sei arrabbiato per quella maglietta trasparente di Marina”. “Hai ragione Paola ma sarà stato il contesto, sarà stata la situazione, ma io ero eccitatissimo a vedere mia moglie così nuda a gambe aperte sul tavolo desiderata così tanto da chi non la poteva toccare. Manù , intanto tornata al suo posto era appoggiata con il gomito sul tavolo, la testa sorretta dalla mano a pochi centimetri dal seno di Marina, e si toccava con l’altra mano soffiando il suo piacere dalle narici e dalla bocca proprio sul capezzolo di Marina. Lo spettatore piantato davanti alle gambe ancora più aperte di Marina (che teneva le mani sempre lungo i fianchi come ordinato all’inizio e si muoveva piano piano) impiegò pochi secondi di manovre nascoste strofinandosi sui pantaloni, si lasciò sfuggire solo un lamento, girò le spalle ed uscì dalla stanza. Capisci? Per la prima volta avevo assistito e pure compiaciuto ad uno che si era fatto una sega ad un metro da mia moglie nuda ed offerta allo sguardo di tutti” “ E non sarà stato il solo quella sera credo…” “Eh si Paola. Ma intanto in quel momento il mio stato confusionale divenne totale al nuovo sorso di cognac che ingurgitai per calmare la mia ansia, moltiplicato dall’alcool già bevuto ( ma sono convinto che ci fosse qualcos’altro nella bottiglia) dall’eccitazione e dall’agitazione interiore che non si calmò neppure quando Marina riprese il suo posto guardandomi con gli occhi lucidi ed approfittando della ripresa del gioco per tenere a lungo la mano lì dove ormai il piacere era quasi incontenibile. Ricordo molto vagamente ,a questo punto, la penitenza cui si assoggettò molto volentieri Emanuela. Ognuno di noi doveva toccarle il clitoride, con un dito, lì sul tavolo, davanti a tutti sino a farla venire e i giocatori potevano toccarle i seni. Quando Manù con un lamento strano venne si fece l’ultima mano. Ormai ero via di testa e il mio membro era durissimo nonostante l’alcol. Non ne potevo più. Marina fu ovviamente la vittima della penitenza finale e il croupier chiese se lei accettava una violazione del regolamento. No ricordo neanche come lo disse. So solo che alla fine tra i fumi ricordo che io, Vittorio, il croupier e tre uomini eravamo attorno al tavolo nudi a toccarcelo mentre Marina nuovamente al posto della carte, sul tappeto verde, stesa si contorceva sotto il tocco della mani di tutti che la esploravano ovunque ed in attesa della pioggia bianca che ricordo vagamente di aver visto abbondante di li a poco”: “ Accidenti, le sono venuti, le hanno sborrato tutti addosso? Fortuna che doveva essere una cosa soft” “ Io Paola ricordo così. Non so neanche se sono venuto, mi pare di ricordare una mano che me lo teneva ma non so di chi fosse, ma ho un’ultima immagine del volto di Marina inondato, i suoi capelli, e una lunga striscia bianca che dai peli scuri arrivava all’ombelico ed è l’ultima immagine che ho. Per la verità, anzi, il fatto che tutti le siano venuti addosso e che lei si sia poi masturbata per venire così inondata, me lo ha raccontato mia moglie la mattina dopo dicendomi anche che mi avevano portato farneticante a casa e messo a letto di peso con la più totale “ciuca” della mia vita e non credo solo per l’alcol bevuto”. “ E poi, Luigi, che ti ha detto Marina? Mi hai fatto eccitare” “ Niente, niente altro” “Insomma secondo te è finito tutto li con quella sega collettiva e basta proprio mentre tu perdevi conoscenza… se ne sono andati tutti”. “Si. Perché Paola dici di no? Che pensi?” “ Io? Niente. Dico solo che in genere in questi casi una donna bella come Marina se la scopano tutti, non credi? Mi parrebbe strano che quel porcellino di Vittorio non ne abbia approfittato” “Dici? Beh in effetti Marina è stata molto vaga, forse non ricorda neanche lei bene” Rido di gusto a vedere la faccia perplessa e gelosa e nello stesso tempo eccitata di Luigi. “Sai una cosa Luigi? Lei ricorda bene ( me lo ha detto) di una volta che l’hanno scopata in 5. Tu sai niente di quando possa essere successo ? ”
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13 anni fa
paolapino,
50/50
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Cantina violenta 2000
Io non so se quello che segue è successo davvero e nei dettagli così raccontati. Lo dico subito perché Pino in un primo tempo non voleva ospitare questo racconto che ha scritto Franca, una nostra amica, madre di un bimbo di 10 anni . Va da se quindi che il tempo di riferimento di questi fatti è il 1999. Poi quando loro hanno saputo del nostro sito è stata Franca a chiedermi di ospitare questa loro vicenda con l’accortezza di cambiare i nomi ( che ovviamente sono di fantasia) perché volevano far sapere…come lei è rimasta incinta. Non capisco per la verità il meccanismo del loro erotismo, ma ognuno è libero di vivere l’amore come vuole se non fa male ad altri e quindi quando lei si è presentata con il racconto scritto mi sono limitata a correggerlo appena e a pubblicarlo come l’ha portato. E parte proprio dal momento in cui lei, Franca… "Ti prego Cristiano di credermi, non te lo direi. Non è facile dirti queste cose, guardare quel tuo sguardo di rimprovero così torvo, quell'espressione a metà tra il disprezzo e... si anche la perversione perchè vedo che se da una parte vorresti scacciarmi ed insultarmi dall'altra ti senti eccitato, non è vero?" Cristiano mi guardava senza muoversi sprofondato nella poltrona del salotto senza riuscire a dire qualcosa, con un tremore che ogni tanto percorreva il suo corpo e un'espressione sconosciuta. Io in piedi davanti a lui, braccia e mani ancora nere di smog e polvere, la tuta imbrattata e i capelli scompigliati con tracce inconfondibili sulla tuta, sul viso, sulle braccia dell'uragano che mi aveva appena finito di travolgere. Sentivo ancora le gambe molli, il fiatone, la vergogna ed il piacere folle ed irrazionale. Non riuscivo a usare il termine "violenza" non era stato così, lo sapevo, lo capivo, non volevo mentire nè a me nè a lui come non ho mai fatto del resto. Il silenzio che seguì la mia prima confusa, frammentaria spiegazione, lo interruppe con una specie di muggito gutturale che gli uscì spontaneamente al posto di un sospiro. " Prova a raccontarmi tutto con calma dall'inizio, ricomincia da capo, e dimmi tutto" mi disse con il massimo della calma che poteva imporsi. Cercai anche io di riordinare le idee. Da tempo dovevamo mettere a posto la grande cantina di sotto. Per la festa dei 50 anni di Cristiano avevamo deciso di rendere nuovamente abitabile la piccola stanza che assieme al locale caldaie e alla cantina vera e propria era diventata un ripostiglio. Una festa in cantinetta come quelle da giovani di tanti anni fa... questo il regalo che avevamo assieme deciso di farci. Ma l'impresa era impossibile. Anni di oggetti, mobili vecchi, ricordi, scatoloni, avevano reso i locali quasi inaccessibili. Giuseppe, il nostro uomo-fa-tutto si era offerto di pensarci lui sotto la mia direzione. 61 anni, non molto alto, robusto, in pensione da qualche mese si dedicava ormai sempre più frequentemente alla nostra casa: il giardino, lavori di idraulica, piccolo facchinaggio. Questa mattina si è presentato accompagnato dal figlio per farsi dare una mano, un ragazzo di 28 anni, capelli lunghi, moro, bello, si, davvero bello e tanto giovane. Il mio sguardo non poteva essere equivocato,era solo apprezzamento del bello: aveva 12 anni meno di me non potevo proprio essere fraintesa. E poi avevo la tuta rosa, quanto di meno sensuale e provocante potessi indossare." Vieni al sodo " mi dice Cristiano". Ero sulla scala e da li passavo con delicatezza i pacchi incartati della parte arte dell'armadio ad Antonio, il ragazzo. Sai che sotto è caldo, tanto caldo e dopo un po sudavo in modo incredibile e anche loro. Antonio ad un certo punto si è tolto la maglia restando a torso nudo mentre anche il padre aveva solo una canottiera ed un paio di calzoncini corti. Ad un certo punto sono scesa dalla scala e non resistevo più e ho tolto la parte di sopra della tuta. Sotto avevo questa ( la sua maglietta da calcetto azzurra, quelle un pò traforate) e non mi sono resa conto della trasparenza, te lo giuro. Avevo solo caldo. Tornata sulla scala ho proseguito e dividevo i miei sguardi tra le cose da gettare e i muscoli del ragazzo , la pelle un pò lucida e sudata, sotto di me, sotto la scala che reggeva con forza ( sai che è mezza rotta) mentre il padre faceva avanti e indietro senza più parlare, lanciando occhiate a me e al figlio che si era improvvisamente ammutolito. Solo dopo un pò mi sono resa conto che aveva gli occhi incollati sul mio seno ma l'errore mio è stato quello di non volerci dare peso neppure quando mi ha detto "signora quanto è bella... davvero sembra una ragazzina, mi scusi ma ha un seno piccolo e bello, più bello di quello della mia fidanzata".Mi sembrava un complimento carino e solo in quel momento ho capito la trasparenza, i suoi sguardi insistiti, e...ho notato il rigonfiamento dei calzoncini. E non so cosa mi ha preso, Cristiano. Non lo so non so capire. E' assurdo ma è successo, non posso farci nulla,sarà l'effetto di quei nostri giochini di fantasia..."" Vai avanti, senza commenti, senza cercare scuse..." Era arrabbiato ora."Beh invece che scendere e coprirmi sono rimasta sulla scala non facendo nulla anzi agevolando la sua visione e quella del padre che ormai sempre insistentemente mi guardava. Era solo un gioco, mentre lui mi faceva complimenti assurdi e io ridevo compiaciuta invece di fermarlo e dirgli che non si doveva permettere. Lui guardava, io ridevo, ad un certo punto si è distratto e la scala ha oscillato e stavo per perdere l'equilibrio all'indietro. Lui si è precipitato, Antonio e mi ha preso per i fianchi una mano sopra la maglia e l'altra è finita sulla pelle nuda e ci è restata qualche secondo di troppo. Non lo so cosa è accaduto, ero sfinita dal gioco, l'odore del sudore del suo corpo giovane quasi attaccato a me, la sua mano che invece che lasciarmi è salita su per il fianco mentre ero ancora sui gradini della scala : io continuavo a dargli la schiena e lui è arrivato al mio seno nudo, liscio, sudato con il capezzolo ormai eretto e fingendosi preoccupato diceva..." si è fatta male signora, le fa male qui? " e la mano ormai si era impadronita del mio seno. In bilico sulla scala non potevo ribellarmi. Non volevo perchè avevo ormai il corpo in fiamme e non ricevendo reazione lui aveva portato anche l'altra mano sotto la maglia e ormai toccava e stringeva con forza i miei capezzoli e per farlo era salito sul primo gradino della scala e sentivo il contatto del suo petto nudo sui pantaloni della tuta. Non potevo più fingere e il desiderio mi ha dato alla testa. Lui mi ha presa per le ascelle con incredibile forza, mi ha sollevata tenedomi in braccio come una bambina e nel ripormi in piedi a terra ha completato il movimento abbracciandomi da dietro,stringendomi e sollevando così la maglietta. Mi trovavo insomma con il mio sedere e la schiena appicitati al suo corpo, sentivo il duro del suo membro strofinarsi sulla mia schiena, lui è molto più alto, mentre non riuscivo a reagire e lui mi alzava la maglia mostrando i miei seni al padre, palpandoli con forza, stringendoli dicendo a Giuseppe : "guarda che bella babbo, quarda che seni da ragazza che ha e senti quanto sono tosti".Così anche Giuseppe si è avvicinato e ha iniziato a toccarmi i seni, i capezzoli. Stringeva, faceva male, grugniva, ansimava ed il figlio mi teneva ferma ma io non volevo e non potevo ribellarmi mentre le mani di Antonio avevano fatto scendere i pantaloni della tuta e si erano ormai impossessati delle mie natiche e viaggiavano sotto lo slip, forzando i glutei da dietro senza riguardo, con forza, andando con violenza a sentire che tra le gambe non potevo nascondere la mia eccitazione. Quattro mani mi esploravano e mi reggevano . Sentito ovunque il tocco delle mani ruvide di Giuseppe sui seni sula pancia, poi davanti tra le gambe senza delicatezza, ed il figlio che si strofinava da dietro che mi faceva sentire il suo cazzo, che aveva ormai forzato anche allargando un pò il solco con il dito e esplorava senza ritegno. Stavo per crollare ma non potevo non volevo che finisse così.Volevo essere io protagonista, assumere l'iniziativa. Se questa era la volta della trasgressione della mia vita volevo viverla come andava a me. Ho alzato la voce per farmi sentire, mi sono alzata e li ho allontanati. " "Guardate e fate come vi dico". Mi sono tolta la maglietta che era tutta arrotolata e sfilato dai piedi i pantaloni della tuta e gli slip quasi strappati. Nuda mi sono seduta sul gradino della scala chiedendo loro si spogliarsi nudi. "Venite qui vicino". Si sono avvicinati quasi intimiditi, ognuno da una parte e ho preso in mano i loro cazzi. Più lungo e largo quello di Antonio ma anche il padre per l'età che ha è assolutamente accettabile. Ho iniziato a masturbarli piano ,contemporaneamente, con movimenti lenti e profondi e loro dopo poco hanno ripreso le esplorazioni tra le mie gambe. Più ruvida la mano di Giuseppe , più aggressiva intraprendente quella di Antonio. Ad un certo punto il ritmo è salito, erano chinati su di me in un curioso intreccio di mani e braccia e la scala non ha retto e siamo caduti a terra. E non sono più riuscita a controllare la loro furia una volta sul pavimento. Antonio mi ha tenuto giù, stesa sul pavimento sporco, mi ha presa per i capelli e mi ha costretto a prenderglielo in bocca e non è che si limitava al tocco delle mie labbra. Penetrava con forza incurante del fatto che arrivandomi quasi in gola rischiava di suscitare conati di vomito. Mi piaceva quell'odore, quella forza, quello che mi diceva e anche se la bocca mi faceva male cercavo di godermi quell'asta di carne dura e pulsante che pretendeva e prometteva. Ma Antonio non si limitava a convulsi movimenti nella mia bocca. con le mani mi ha spalancato le gambe tenendole un po sollevate e divaricate. sentito male all'inguine mentre lui incitava il padre a scoparmi. neanche il tempo di rendermi conto, avevo gli occhi chiusi e ho sentito il peso di Giuseppe sul mio ventre e i l suo cazzo trovare strada spianata tra le mie gambe. Davano colpi violenti, forsennati, in bocca e nel mio ventre e quando Antonio ha detto " riempiamola" non attendevo altro che la doppia sborrata per godere un'altra volta . E' stato lui, il più giovane a cedere per primo. Senza pausa, continuando a scoparmi la bocca ho sentito sulla lingua prima l'amaro di qualche goccia del suo liquido caldo, poi improvviso violentissimo lo schizzo che ha invaso la mia gola.Una sborra densa, odorosa, dal sapore strano ( diverso da quello tuo cristiano ). Tu sai che non amo ingoiare che sputo sempre ma stavolta non potevo fare a meno. Te lo assicuro non avevo scelta. Lui ripetava "bevi troia, bevimi" e gli schizzi continuavano nella mia bocca soffocandomi, avevo la gola e la lingua piene e dovevo ingoiare per poter tornare a respirare. Lo sperma era denso, non andava giù facilmente, e poi mentre cercavo di ingoiare lui continuava a riempirmi la bocca nela più lunga sborrata che abbia mai vissuto. E mentre finivo di ingoiare ho sentito la violenza dei colpi di Giuseppe aumentare, un piacere sconvolgente salirmi da in mezzo le gambe e i sussulti ed i rantoli mentre senza neanche chiedermi se poteva ,mi veniva dentro, con il cazzo piantato sino in fondo tanto che sentivo le contrazioni e il calore del liquido.Dopo l'orgasmo siamo stati così qualche istante e poi proprio il più vecchio si è alzato per primo allontanandosi. Antonio non aveva levato l'uccello dalla mia bocca. Era più morbido, più piccolo ora ma ancora turgido. E istintivamente continuavo a titillarlo con la lingua a ripulirlo, a leccarlo. E sentivo che faceva effetto. Ma non pensavo mai...Quando mi sono staccata da lui ,senza dire una parola, mi sono alzata. Schiena e sedere dovevano essere in condizioni pietose, ero sporchissima di polvere e smog tanto che voltandomi Antonio si è mosso a pietà dopo avermi vista ed è corso a prendere uno straccio. "Aspetti un attimo."Nuda in mezzo alla stanza aspettavo non so cosa. Un minuto ed è tornato con uno straccio inumidito facendomi voltare e iniziando a pulirmi la schiena e le natiche . Mi piaceva quel massaggio e mentre lo faceva sentivo colare tra le cosce lo sperma del padre . Lui se ne è accorto e puliva anche li. Avrei dovuto provare schifo per la sporcizia, per quello che faceva con uno straccio certo non pulitissimo , ma il suo andare e venire tra le mie gambe era troppo piacevole. Lo straccio cadde dopo poco. Io in piedi, lui dietro a me ad esplorare con la mano tra le natiche, a penetrare con facilità davanti e dietro senza nessuna gentilezza. Ormai ero via di testa. Mi lamentavo di piacere e reagivo eccitandomi ancora di più alle sue frasi rozze. " Babbo vieni qui " disse al padre poco dopo, "tienila così questa troietta meravigliosa" e mettendomi la mano sulla nuca mi costrinse a piegarmi di quasi 90 gradi trascinandomi verso la cassapanca. Giuseppe si è seduto lì, e ha sostituito la sua mano a quella del figlio sulla nuca. Mi teneva forte piegata a 90 gradi, il sedere esposto e il viso a pochi centimetri dal suo cazzo che andava riprendendo forma. " Tiella bene babbo ora" gli disse antonio mentre mi allargava le natiche senza alcun rispetto. Lo so cristiano che con te mi sono sempre rifiutata ma non avevo forza, ero in trance, non reagivo. E lui non ha fatto timidi tentativi come fai tu. E' stato un secondo. Prima ha esplorato con il dito intingendolo davanti e lubrificando dietro persino sputando sul mio culo. Poi improvvisamente con un colpo violento deciso ,secco è penetrato improvvisamente dietro ma non un pò.. tutto assieme, di botto con quel cazzo grosso facendomi ti giuro un male folle, un dolore tremendo che mi ha fatto urlare (temevo che tu avessi sentito anzi) e il dolore è partito da dentro come una bruciatura, come un ferro rovente e arrivando al cervello si è trasformato in un piacere pazzesco non so come. Sentivo il suo cazzo fare sconquassi, farsi largo, bruciare il mio intestino, giungere sino in fondo dove mai niente e nessuno erano arrivati. Sapevo di fare una cosa ingiusta, di godere e di soffrire come avrei dovuto fare con te Cristiano ma la sensazione era troppo forte. Non potevo sottrarmi. Costretta ma nello stesso tempo padrona : questo mi eccitava mentre Giuseppe mi teneva con il volto quasi affondato accanto al suo cazzo che andava prendendo nuovamente vigore e Antonio proseguiva nel suo bestiale impeto con forza senza rispetto con rabbia. Mentre la sua spada entrava ed usciva regalandomi vergogna, dolore e piacere pensavo solo che con te sarebbe stato più bello, diverso e finalmente possibile. Poi mentre Giuseppe si stava masturbando strofinando il suo uccello sulla mia bocca, le guance, Antonio mi ha dato un ordine “ sto per venirti nel culetto, bella troia, ora la sentrai tutta la sborrata e vieni assieme a me” Ha spinto il cazzo sino in fondo sembrava lunghissimo invadente , ed è restato fermo così. “ Su ora stringi e rilassa il tuo culetto dai, fai tu e lo sentirai…” E così ho fatto e dopo poco mentre il padre mi aveva infilato due dita dentro la figa, l’ho sentito fremere, muoversi leggermente e poi pulsare e mentre lui rantolava sentivo le contrazioni dell’orgasmo mescolarsi al calore del liquido nell’intestino e a quello del mio orgasmo nelle mani del padre. Una porca. Senza limiti. Inculata. Si e venivo…venivo. Antonio si è distaccato poco dopo dandomi una sculacciata e con un rumore strano accompagnato da una fitta di dolore il suo cazzo è uscito dal mio intestino. Sembrava una cosa gigantesca enorme. Ero stravolta e dolorante ovunque. La bocca, le viscere, davanti tutto mi faceva male ma non era finita. Ancora lui, il giovane vedendo il padre che continuava a masturbarsi, mi ha ordinato di stendermi sulla cassapanca. Non potevo che ubbidire anche perché non mi reggevo in piedi. Antonio mi ha sistemato le gambe, piegate e allargate e ha cominciato con la mano ad esplorare le mie cavità tra sperma , umore e anche un po di sangue. E ha detto al padre di finire la sega sul mio volto. “ha una faccia da troia non vedi, sborra lì gli ha detto”. Lui è venuto vicino a me e ha continuato per qualche istante a segarsi ma io ero stanca e senza più voglia e ho voltato un po il volto dall’altra parte. Antonio allora ha detto “Eh no” : si è avvicinato dalla mia parte, con la sua mano robusta , pollice e indice ha attanagliato le mie guange spingendo, facendomi male e costringendoni ad aprire un po’ la bocca. “Sborrale qui su che ingoia anche te questa troiona”. Gli schizzi di Giuseppe sono arrivati pochi secondi dopo. Il primo nell’occhio, poi sul naso, sui capelli, e poi colando nella bocca che ero costretta a tenere aperta . “Brava ingoia così. zozzona mi dicevano assieme” e io godevo toccandomi da sola tra le gambe davanti a loro.Poi Antonio mi ha dato un ordine. Ora ti rivesti e corri da tuo marito di sopra e gli racconti tutto, ma nei dettagli, tutti i piccoli dettagli di quello che ti abbiamo fatto o vengo su e lo faccio io e vi picchiamo tutti e due! Ed eccomi qua. Cristiano aveva seguito il mio racconto prima con un’espressione sorpresa da ebete, poi con sguardo vitreo ma alla fine eccitatissimo aveva tirato fuori l’uccello e si era messo a segarsi senza ritegno davanti a me come no n aveva mai fatto. “E così hai fatto la troia Franca – ha detto- Fammi vedere subito come hai ingoiato e come stavi chinata sulla cassapanca, Svelta “Mi sono precipitata su di lui. Mi faceva male tutto, sentivo ancora lo sperma colarmi davanti e dietro la bocca era indolenzita ma ho fatto appena in tempo a precipitarmi sul suo uccello e farlo penetrare bene in gola come non avevo mai fatto prima che sentivo le prime gocce arrivare. Non poteva in quella posizione vedere il cenno di intesa e di assenso di mio marito verso antonio che silenziosamente era entrato nella stanza . Me ne sono accorta solo quando, mentre il primo schizzo di mio marito mi inondava in modo incredibile con un sapore tutto diverso da quello che ancora avevo in bocca, Antonio piombandomi alle spalle mi ha tirato di nuovo giù i pantaloni dela tuta e lo slip assieme e mi ha messo la mano nella fica facendomi fare un salto improvviso. Non potevo staccarmi dalla sborrata di mio marito ma cercavo di divincolarmi. Cristiano allora mi tenuta ferma: mentre finiva di farmi ingoiare tutto ( bevi sino all’ultima goccia mi ha ordinato) mi ha anche detto : “ferma,sta ferma e fatti scopare davanti a me…fai la brava” dagliela tutta e godi ancora.” Mentre lo diceva Antonio aveva già trovato la strada e mi scopava con forza.“ Ferma stai così, fatti riempire tutta vedrai che forse resti anche incinta, finalmente stanotte. Ti riempiremo tutti e tre per tutta la notte (e solo allora mi resi conto che anche Giuseppe era entrato in stanza e guardava toccandoselo ancora) . “Su antonio, gli disse, sborrala subito che ce la portiamo di là sul letto e le facciamo vivere la prima ed ultima notte da supertroia della sua vita” e questa frase mi fece venire assieme ad antonio e Cristiano dovette sorreggermi perché urlavo dal piacere e le gambe non ce la facevano a tenermi su. Ultima ha detto mio marito? Ma perchè ? prima sicuramente….
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Un inatteso trio
-ogni riferimento a persona o fatto è puramente casuale- Era parecchio che a marco non capitava l'occasione per sfogarsi un pò a letto, e la voglia di trasgedire era forte, non c'era una fibra rilassata al solo pensiero di un letto, una bella compagnia e tanta fatica. Vista la voglia di novità si ritrovò senza quasi accorgersene con il cellulare in mano, e il numero di una trans, leyla, già in composizione. Una parte di lui sapeva che non c'è lo stesso piacere nel pagare, e inoltre non vorrebbe che qualcuno lo prendesse per abitudinario, ma la tentazione l'aveva portato a provarci già una volta, e il risultato era stato piacevole, seppur si fosse riprogrammato di non farlo più. La voce ormai quasi sconosciuta rispose al telefono, e in poco tempo lui si ritrovò a bussare ad una porta già vista, ma dietro di essa c'era una situazione inattesa: leyla in piedi, calze a rete, pantaloncini di jeans attillati corti, maglia bianca attillata, che lasciava intravedere i turgidi capezzoli non racchiusi in un reggiseno, le sue labbra carnose e degli stupedi capelli ramati, dietro i quali, su una poltrona bassa, si poteva vedere un'altra fugura, una bellissima ragazza! Sul suo voltò l'espressione mutò da dubbiosa a compiaciuta nel giro di pochi attimi, e alzandosi iniziò ad avvicinarsi all'immobile Marco: alta, longilinea ma con curve decise, capelli corti castani e occhi blu scuro, irresistibile. -ciao, scusa l'intromissione, ma è da qualche tempo che volevo provare- un passo per eliminare l'ultima distanza -una cosa a tre con ley! spero che questo non ti dispiaccia..- attimi interminabili di contatto tra gli occhi, durante i quali marco restò paralizzato -..nonostante il mutismo improvviso sembra che qualcosa di tuo mi stia rispondendo a pieni polmoni.- la mano chiusa sul membro turgido non richiedeva effettivamente altre risoste, con una spinta decisa fece cadere Marco su uno spazioso divano, poco distante dal letto, sul quale leyla e lei si accovacciarono, iniziando a spogliarsi e mettendo in mostra due fisici scolpiti. In breve iniziarono un 69, e dopo poco marco non potè più trattenersi dall'intervenire, spogliato alla spicciola appoggiò il pene sul sedere della ragazza, che nel mentre dichiarava di chiamarsi marta, per poi iniziare a strusciarlo su tutto l'interno coscia, sentendo anche di quando in quando la lingua della trans che nel mentre dava piacere alla donna. Qualche minuto dopo in mezzo allo striuscio inizò con la cappella a spingere contro l'ano, e a passarla sulla figa, omai più che bagnata, facendo si che il muscolo si rilassasse, e riuscendo a strappare non pochi mugolii a marta e durante uno dei più pronunciati leyla afferrò marco per il culo, tirandolo a se, facendo penetrsre il pene dell'uomo in profondità nella sua bocca calda, umida ed esperta. l'eccitazione era così tanta che a quel gesto marco non si trattenne eruttando sia in gola che sulla bellla faccia della trans , che non curante leccò via le ultime goccie dalla cappella gofia, pe poi andare ad affondare il muso ancora sporco, nell'intimità di Marta. al vedere ciò l'erezione di Marco, calante per l'essere appena venuto riprese vigore, e lui salendo sul letto andò a baciare la donna ansimante per il piacere per poi iniziare assieme a spompinare Leyla, finche con un urlo di goduria simultaneo, Marta si trovò in preda all'orgasmo a leccare via da mani e pene il seme gorgogliante dell'amica. pochi istanti dopo marco si ritrovò supino, con sopra la donna che godeva nel tenere il suo membro dentro, per poi raggiungere un secondo orgasmo proprio mentre leyla infilava nuovamente il pene nella bocca del loro ospite. dopo 5 minuti, Leyla, di nuovo eretta si fiondò dietro i due, infilando anch'essa il suo pene dentro la figa, già bella piena, di Marta. venuto il momento di cambiare posizione Marco andò dietro la donna, ancora stantuffata dalla terza, e con poca grazia infiò il cazzo dentro il culo dell'intrusa, prima la cappella, e poi tutto, fino a far battere le palle contro il pene della trans e alla figa di Marta. in questa posizione pooteva sentire scorrere l'altro pene sotto pochi i centimetri di pelle che divide i due buchi, centimetri che in breve vennero ignorati perche anche l'altro pene si fece strada nell'ano della ragazza, strappandole un grido di dolore misto a piacere, che portò all'orgasmo tutti e tre, facendo si che dal culo, scosso da fremiti di piacere,scendesse giù una grande quantità di sperma. tempo di riprendere fiato e marco si tirò in piedi, trasportò la donna su un tavolo, mettendola a pancia in su, e riprese a stantuffarle il culo, tranne poi notare che era intenzione di leyla fare ltrettanto col suo. chiuso coì in mezzo andò avanti provando un piacere sconosciuto, e nell'arco di due ore continuarono così, alterando le posizioni di trans e uomo, finche con un ultimo orgasmo simultaneo le forze non vennero meno, e oi tre furono costretti a desistere, andando a ritirarsi sotto le coperte facendosi coccole come fossero amanti.
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13 anni fa
giangigiangi, 32
Ultima visita: 2 settimane fa -
Sottili linee rosse. -prima parte-
Sottili linee rosse. Prima parte. Pietro era un uomo ricco. La sua famiglia vantava antenati illustri, addirittura tra i Visconti. Laureatosi in filosofia, non aveva mai lavorato; si occupava saltuariamente dei possedimenti di famiglia, affidati sapientemente a un pool di gestori, impiegando il suo tempo nelle due passioni che aveva: il dominio ed i viaggi. Quarantacinque anni, alto, profilo affilato e capelli brizzolati sapientemente acconciati, elegantissimo. Il suo incedere felino e lo sguardo ieratico, esercitavano un fascino magnetico a cui le donne, ed anche i maschi, non sapevano sottrarsi. La sua alterità lo rendeva detestabile e l’invidia era il sentimento che sgorgava frequentemente tra chi lo frequentava. I suoi movimenti erano sempre ponderati e ogni parola soppesata, pronunciata con un tono cavernoso che tacitava gli interlocutori. Una solida cultura classica traspariva dal suo eloquio, talvolta lezioso ma mai noioso, mostrando profonda conoscenza nei più disparati campi. Aveva molte case ma, durante l’inverno, risiedeva prevalentemente a Milano, unica città italiana che non gli facesse rimpiangere Londra, Berlino o Parigi. Abitava in uno stupendo attico con volte a botte affrescate da pittori rinascimentali e dalle ampie bifore si rimiravano le svettanti guglie del Duomo. Pietro era sempre accompagnato da 2 aitanti ragazzi, i cui compiti spaziavano dalla protezione ad altri… molto particolari. Pietro li chiamava Castore e Polluce, sicuramente non i loro veri nomi, retaggio della sua passione per la mitologia. Entrambi molto robusti, forgiati da costanti allenamenti, erano profondamente diversi in molti tratti: Castore aveva capelli neri corti, corvini che incorniciavano un viso squadrato, volitivo ed occhi verdi, mentre Polluce era biondo, con un viso vagamente femmineo sui lati del quale scendevano dei capelli biondissimi fino alle spalle, e sulla carnagione chiara spiccavano degli occhi cobalto. Per assurgere al ruolo di accompagnatori di Pietro, possedevano cultura e savoire faire oltre ad una spiccata devozione. Vivevano sempre nelle vicinanze di Pietro, in appartamenti contigui. Pietro adorava viaggiare e la sua ecletticità lo portava a passare da faticosi percorsi alla ricerca di qualche reperto archeologico, ad un concerto in Svezia , al volo acrobatico in amazzonia fino alle meditazioni nel deserto dei Gobi. Tra un viaggio e l’altro, Pietro si dedicava alla sua strana passione: il dominio delle donne. Egli amava possedere la mente della donna a cui si dedicava, interamente, intimamente, senza limiti. Non accadeva spesso che trovasse la donna adatta essendo molto selettivo; fisicamente non aveva canoni prestabiliti, anche se prediligeva le donne mediterranee, ma era la mente che lo affascinava. Una donna doveva essere algida, altera, snob e, ovviamente, bella. Le sceglieva durante i suoi peregrinaggi nelle capitali europee, a qualche vernissage o concerto. La donna scelta veniva coinvolta in un tourbillon di viaggi, regali ed attenzioni che la rendevano in poco tempo dipendente. Solo a quella condizione, Pietro, iniziava a sottrarle la volontà, con metodici lievi ricatti, piccole disattenzioni, imperiose scenate di gelosia e, lentamente, la donna iniziava a concedergli tutto. Pietro non era eccitato dalla dipendenza sessuale bensì da quella psicologica, dove la mente predominante annulla quella più debole. La perversione dei corpi lo attraeva solo nella fase della scelta, poi le sue perversioni erano placate solo dal dominio totale. Pietro riteneva questa pratica estrema un naturale diritto aristocratico, come un feudatario nei confronti delle mogli dei vassalli. Per questo motivo non sceglieva mai le donne nel suo ambiente, perché le donne ricche, per quanto debosciate, non gli suscitavano quel complesso di superiorità che era alla base della sua perversione. Evitava accuratamente donne dimesse che, anche se belle, appartenevano ai ceti più bassi, perché la povertà gli risultava fastidiosa. Le donne ideali erano quelle della borghesia, magari arricchite ma non discendenti da antichi potentati, donne colte attratte dal lusso. Svariate figure s’erano piegate ai suoi voleri: artiste, manager, politici, ma anche segretarie di funzionari o sportive. Evitava le donne sposate o molto giovani per non rimanere invischiato in patetici e pericolosi strascichi. Non aveva mai fretta nella ricerca che richiedeva molta pazienza; le candidate erano poche e i numerosi canoni richiesti non facilitavano il successo. Passavano lunghi periodi tra una donna e l’altra, come se lo sforzo per svuotare la mente della vittima avesse inciso anche sulla sua. Doveva ricaricarsi e, non raramente, doveva fronteggiare l’ira o gli scongiuri di donne che aveva lasciato dopo averle completamente rese succubi. Infatti Pietro perdeva ogni interesse quando la donna era completamente asservita, pronta a sopportare dolorose torture pur di non perdere le sue attenzioni. Pietro vedeva la sua vittima come un quadro non ancora concepito, da abbozzare, creare, dipingere, velare, incorniciare e mostrare sulla maestosa parete d’una magione. I suoi pennelli lasciavano il colore non sulla tela bensì sulla psiche; egli dalla tela bianca insignificante, faceva sorgere lentamente la materia, la forma, le ombre. Plasmava ogni dettaglio come Michelangelo plasmava le Sibille o Monet esaltava le ninfee. Una volta creato il capolavoro, egli lo abbandonava senza mai più rivederlo. L’ultima opera gli aveva richiesto un anno intero, e dopo la fatica, aveva viaggiato per il globo sopendo la sua aristocraticità e cimentandosi in rischiose esplorazioni. Placata la vena errabonda, era ritornato a Milano dove aveva trascorso svariati mesi per occuparsi di problemi d’eredità e d’affari. In questo periodo nessuna donna lo aveva ispirato ed egli aveva attribuito il fatto all’età che aveva accentuato la sua selettività. Una sera Pietro presenziò alla prima alla Scala della “Carmen” di Bizet. Finita l’opera, s’intrattenne nel foyer con personaggi dell’aristocrazia milanese e poi, scortato da Castore e Polluce, si avvio sotto le volte della galleria, illuminata dalle lanterne ottocentesche. Era molto tardi e poche persone s’affrettavano sulla via di casa. Milano pareva un mostro assopito; il frastornate rumore di fondo del giorno era sparito, ed il rumore secco dei tacchi, sui preziosi mosaici, rimbalzava tra le balconate . Il Biffi e il Savini dai quali una folla di turisti gorgheggia ogni giorno, bui e silenziosi. Giunti nel centro ottagonale della galleria videro una donna poco più avanti correre scompostamente inseguita da due uomini. La donna stranamente non urlava e nemmeno chiedeva aiuto ai pochi passanti che c’erano. Gli uomini la raggiunsero poco prima della piazza del Duomo e con una violenta spinta la gettarono a terra. Castore stava per intervenire quando fu trattenuto da Pietro. Uno dei due tentava di strappargli la borsetta tirando forsennatamente mentre l’altro le sferrò un pugno sul viso e un calcio su una gamba, colpo che la fece ruotare su sé stessa. La tracolla resisteva e lei anche, senza gridare e senza che nessuno avesse il coraggio d’intervenire. Uno dei due la colpì ancora, e a quel punto Pietro liberò Castore e Polluce, che indignati dalla violenza accorsero come lupi. I due richiamati dal rumore dei veloci passi e inquadrata la stazza dei soccorritori, lasciarono la donna dileguandosi. Lei giaceva scomposta, sanguinante; dalla gonna sollevata spiccavano due lunghe gambe fasciate da autoreggenti nere sfibrate dai colpi. Stringeva ancora la borsetta come fosse un figlio e non si rilassò nemmeno quando Castore e Polluce l’aiutarono ad alzarsi. L’immagine di quella donna dal viso sanguinante, con le gambe escoriate che aveva resistito stoicamente ad una violenta aggressione, aveva incuriosito molto Pietro. La donna fissò Pietro brevemente e poi si dedicò alla camicetta strappata, dalla quale si intravedeva il taglio d’un seno generoso orlato da un reggiseno nero. Mentre Pietro la guardava rivedeva la scena mentalmente ed era convinto che la strenua difesa non fosse causata dal contenuto della borsetta ma da un perverso godimento causato dalla violenza stessa. Lo sguardo della donna e la mancanza d’ogni reazione, l’avevano convinto che quella sarebbe stata la prossima opera d’arte. “Vuole che la accompagnamo al pronto soccorso?” chiese Pietro con voce metallica senza nessuna dolcezza. “No grazie, sono solo dei graffi!” “Meglio così! Ci permetta di accompagnarla a casa, quei due potrebbero essere ancora nei paraggi.” Il tono perentorio dissuase la donna dal rifiuto e zoppicando raggiunse con gli uomini l’auto; la donna si accomodò dietro con Pietro mentre Castore e Polluce davanti. Mentre l’auto scorreva silenziosa tra le vie deserte, Pietro non parlò e si limitò ad osservare con la coda dell’occhio le reazioni della donna. Essa era come rapita dal susseguirsi delle costruzioni e dalle fioche luci dei curvi lampioni; sembrava assorta in pensieri insondabili, come una bambina che fantastichi sull’universo. Era sorprendente come, nonostante tutti i colpi ricevuti, non tradisse il minimo disagio e non si muovesse per lenire qualche dolore. Per la prima volta Pietro era così coinvolto da una donna; le modalità dell’incontro e le reazioni lo avevano affascinato oltremodo. La sua fisicità contrastava con il suo comportamento. Era una donna molto alta, con i capelli rossi poco ondulati che gli scendevano lunghi sulla schiena. Un seno generoso sovrastava dei fianchi tondi, molto aggraziati dai quali si allungavano delle gambe affusolate, dai polpacci tesi verso caviglie perfette. Il viso tondo dalla carnagione bianchissima, spiccava tra la corona della rossa capigliatura come fosse una dama del Tiziano. Gli occhi verdi, grandi, divisi da un naso pronunciato, lineare che donava al tondo del viso una caratterizzazione precisa, netta. La generosità degli zigomi e la purezza delle guance che racchiudevano delle splendide labbra carnose dalle carni vermiglie. Quella donna era una prodigiosa mistura tra le razze nordiche e quelle mediterranee ed i suoi algidi colori erano mitigati da quella fisionomia formata da morbide curve, come fossero i lineamenti d’una Madonna di Raffaello. Arrivarono in Corso Sempione dove abitava la donna senza che nessuno proferisse verbo. La donna ringraziò e accompagnata da Castore, sparì nell’elegante androne d’un palazzo settecentesco. I giorni successivi furono per Pietro un calvario; continuava a ripensare a quella donna e quella condizione lo imbestialiva. La superiorità, cardine della sua esistenza, scricchiolava sotto la ponderosa spinta dell’immagine di quella creatura. Decise di partire! Destinazione Namibia tra le fluttuanti dune che s’inabissano nel nervoso atlantico. L’eterna lotta tra la terra matrigna e gli esseri assetati che si trascinano sugli ondivaghi rilievi alla ricerca d’una stilla d’umidità. Pietro quando era in difficoltà dimenticava le lenzuola di seta ed il caviale Beluga e affondava in zone inospitali e disabitate, prive d’ogni confort dove il tempo giaceva immoto da ere. Questi stenti fungevano da lavacro, servivano ad azzerare i numerosi privilegi donatigli dal ceto sociale, come una sorta d’espiazione. Quella volta era diverso però, non era lì per sfuggire alla noia o a petulanti femmine lasciate, bensì per non pensare ad una di esse. Non servì a molto e pochi giorni dopo rientrò a Milano. Ripercorse invano, come un liceale innamorato, la galleria a svariate ore della sera incurante dei sorrisini di Castore e Polluce. Ormai esasperato ordinò a Castore e Polluce d’appostarsi nelle vicinanze dell’abitazione della donna. L’impegno si prorogò svariati giorni e quando tutto sembrava inutile, i due riuscirono a intercettarla e con qualche indiscreta domanda e conseguente mancia, riuscirono a carpire qualche informazione alla maliziosa portinaia. Con quella spiata Pietro, forte delle sue conoscenze in questura, ebbe ben presto una dettagliato report sulla donna. 37 anni, nubile, madre scozzese padre napoletano; era la segretaria d’un amministratore delegato d’una multinazionale farmaceutica. Parlava 5 lingue, laureata in filosofia, non aveva nemmeno una multa per divieto di sosta. Amava l’arte e frequentava circoli cinofili. Non praticava sport ma amava la vita all’aria aperta e spesso faceva lunghe camminate nei parchi nazionali. Una vita molto controllata, apparentemente priva d’ogni emozione. Si chiamava Helen. Una sera Pietro decise di rompere gli indugi: in seguito agli appostamenti di Castore e Polluce, aveva saputo che il mercoledì sera Helen andava ad un cineforum con un’amica. Al rientro, Helen s’avvide di Castore appoggiato ad una grossa auto nera che gli sorrideva. L’uomo aprì la porta posteriore senza parlare invitandola con un inchino ad entrare. Non passarono che pochi secondi e la porta si richiuse dietro Helen. La potente auto si mosse nella città coperta da uno scuro mantello sbrecciato da piccole stelle. Un cristallo inpenetrabile divideva castore e polluce da Helen e Pietro. Quella donna continuava a stupirlo; era entrata in quell’auto senza esitazione ed ora sembrava noncurante della destinazione e delle intenzioni di quei sconosciuti.. Ancora una volta Pietro dovette cedere e gli rivolse la parola per primo: “Mi chiamo Pietro.” Disse velocemente senza guardarla. “Io Elen.” Rispose la donna con calma, senza nessuna inflessione nervosa. “ Un film che valeva il biglietto?” “Sì molto bello anche se molto cruento. Malik è uno dei registi da me preferiti.” “Concordo; se avesse un decimo della pubblicità dei film di Spielberg, sarebbe molto più apprezzato.” “Dei film francesi cosa ne pensa?” chiese Pietro, non perché interessato alla risposta ma per non interrompere quel canale che s’era aperto tra di loro. “I giovani registi non mi esaltano. Adoro Truffaut, Lelouch e Godard.” Pietro dovette porle numerose domande alle quali Helen rispondeva concisamente, mostrando una notevole cultura, senza mai porne a sua volta. Sembrava una donna già addentro il mondo della dominazione, altera e servile, fiera e docile, magnetica e umile. L’auto si fermò dinanzi al Carlton dove uno chauffeur aprì prontamente lo sportello. Un ossequioso maitre li accompagno nella dining room dove si accomodarono su delle poltroncine damascate rosse con nel mezzo un tavolino ricoperto da un drappeggio di seta ocra. Il locale, vista l’ora era deserto, ed era rimasto aperto per non irritare un cliente molto importante come Pietro. Dai gessi bianchi del soffitto pendevano grossi lampadari di cristallo Swarovski che emanavano una luce diffusa e tenue. “Una bottiglia di Dom Pérignon Rosé OEnothèque!” ordinò Pietro Era la prima volta che si guardavano; Helen aveva un maglione d’angora leggermente scollato, una gonna nera sopra il ginocchio e dei stivali neri con un tacco 8. Nessun trucco eccetto un lievissimo strato di fard. Gli occhi verdi sprigionavano magnetismo come se all’improvviso quella placida donna potesse trasformarsi in una virago. Sulle lunghe gambe erano appoggiate delle affilate mani, candide, lisce con unghie ben curate. Era tranquilla come sempre e Pietro stentava a mantenere il consueto aplomb. “Verreste con me a Portofino per il week end?” domandò di getto Pietro cercando di mantenere una parvenza di distacco. “Sì!” rispose mentre lo champagne frizzava nei calici. Fine prima parte.
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13 anni fa
sibilla30pegasus, 49/49
Ultima visita: 9 anni fa -
Una sera inaspettata
quella sera era la piu lunga e la piu noiosa delel ultime passate in casa fuori fa freddo e vedere passare una macchina sarebbe unmiracolo finalmete mi decido.. questa sera non sarà padrona la noia chiamo andrea l'amico di serate pazze erano settimane che era sparito magari ha trovato la troietta di turno da sbattere e come al solito dimentica gli amici piu cari ma cosa vuoi è fatto così e bisogna prenderlo come viene...dopo innumerevoli squilli finalmete risponde con la sua solita voce allegra e vivace nonostante l'ora tarda.. entusiasta della mia chiamata mi disse che stava passando a prendere un suo caro amico d'infanzia ritrovato grazie a fb e mi propone di uscire con loro...io quasi speravo in quella frase ... oddio ma cosa mettermi? chi sarà questo amico ?? non penso a fare colpo su di lui ho solo voglia di uscire e perch'è no di divertirmi fare 4 risate .... indosso i miei stivaletti con il tacchetto alto e un pantalone a vita bassa con una camicia e giubbino con il pellicciotto faccio in tempo a truccarmi ke mi bussano alla porta ma non era il citofono erano gia dietro la porta apro... e vedo andre con il suo solito sorriso e la sua faccia da idiota che mi dice possiamo entrare? abbiamo portato un vinello niente male se hai qualcosa da mettere sotto i denti potremmo degustarlo insieme.. a quelle parole quasi mi veniva voglia di prendelo e cacciarlo ma non feci intempo a replicare che mi presenta il suoamico carlo un uomo alto ricciolino ocn 2 occhi neri da furbetto... forse da quel momento avrei dovuto capire che la serata non poteva che on finire bene... ho lasciato che la serata la guidassero loro andrea era un mago sui fornelli e carlo sapeva davvero come far compagnia ad una donna sapeva gesticolare in un modo affabile...e le parole giuste in qualsiasi discorso ....guardo l'ora e sono fatte le 2 del mattino siamo alla seconda bottiglia di vino e sono vistosamente rossa in viso ...carlo vedendo il mio imbarazzo cerca di portarmi sul divano e farmi stendere i piedi ...da quel momento credo di aver sognato ...prese gli stivali e li sfilò per poi iniziare a massaggiarmi i piedi andrea lasciò il suo bicchiere ormai vuoto e si avvicinò a me per accarezzarmi prima ocn le mani sul viso ...per poi scendere verso la bocca e infilarmi le dita in bocca ...d'istinto mi ripresi per dire che stavamo combinando ma carlo mi tranquillizzò dicendomi che se non mi andavai sarebbero usciti ma solo con un sorriso gli feci capire che forse la cosa cominciava a piacermi...da quel sorriso malizioso andrea incalzò la dose facendomi alzare e iniziammo a ballare un lento mentre carlo da dietro mi sbottonava la camicia... per poi iniziare a palparmi i seni sentendoli gia duri....continua
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13 anni fa
bull3puglia,
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Ultima visita: 13 anni fa
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L'ascensore
Mi trovo a New York per il matrimonio della figlia della mia migliore amica, l’ho vista nascere, sono stata la sua madrina al battesimo e ora mi ha chiesto di farle da testimone al matrimonio. Siamo arrivati tre giorni fa io e mio marito, siamo ospiti nell’appartamento della mia amica, che si trova al ventesimo piano di un palazzo che ne ha circa una trentina. Certo per me che abito in una villetta su due livelli dormire così in alto fa un certo effetto, lei mi ha detto che è solo questione di abitudine, poi sopra di lei iniziano i piani occupati prevalentemente da uffici per cui dopo le diciassette lo stabile si vuota e regna molta tranquillità. Per il matrimonio è tutto a posto, mancano solo alcuni dettagli, quale le prove in chiesa, quelle del vestito, per il resto è tutto a posto tanto che ci stiamo dedicando alcuni giorni di vacanza insieme ai due futuri sposi. Oggi il programma prevede che i maschietti se ne vanno a vedere un negozio che vende tecnologia elettronica, mentre noi donne passeremo un momento dal negozio del pasticcere per definire gli ornamenti della torta nuziale, poi massima libertà. Appena uscite, mi rendo conto di due cose, che mi sono vestita troppo pesante, gonna, calze autoreggenti, camicetta e giacchetto di renna, mi fanno immediatamente sudare, poi ho dimenticato il cellulare. A questo punto la mia amica mi indica un palazzo che si trova appena due isolati da noi, “ vieni giù per questa via, fai con calma tanto a noi ci vorrà circa mezzora, se non ci trovi chiama”, detto questo mi da le chiavi dell’appartamento e si incammina con la figlia nella sua direzione, mentre io rientro dentro, vedo l’ascensore che si sta chiudendo, mi affretto, uno dei due uomini che sono dentro blocca le porte, e mi permette di entrare con loro. “ grazie”, dico, poi mi correggo, lo ripeto in inglese. Mi ritrovo con un signore di circa quaranta anni, ben vestito, capelli lunghi tenuti legati dietro la nuca a coda, barba rasata corta, mentre l’altro anche lui in giacca e cravatta sembra più giovane forse trenta, con una ventiquattro ore in mano. Digito il numero del mio piano, vedo che loro hanno gia richiesto il ventinovesimo, mi posiziono davanti a loro, gambe appena divaricate, sicuramente i due mi scrutano, devo essere un bello spettacolo, capelli neri mossi che mi arrivano alle spalle, giacchetto di renna, gonna corta nera, calze nere e scarpe con circa otto centimetri di tacco, il mio splendido culetto deve fare la sua figura, sicuramente sono un bell’insieme da vedere. Le porte si chiudono e l’ascensore parte velocissimo, poi di colpo si blocca, perdo l’equilibrio, cado all’indietro addosso al signore più anziano che immediatamente mi afferra con le braccia intorno alla vita. Buio totale, restiamo alcuni secondi immobili senza capire cosa è successo, sento il corpo del mio salvatore aderire al mio, i muscoli duri del petto aderiscono alla mia schiena, un bozzo consistente si incunea fra il solco delle natiche, mentre le mani che prima mi hanno afferrata ora risalgono veloci fino ai miei seni stringendoli con decisione. Resto stupita, nello stesso tempo mi piace quel contatto, una flebile luce si accende, ci separiamo, mentre il giovane si avvicina alla tastiera e schiaccia il pulsante di emergenza, ma non succede nulla, anzi dopo pochi secondi anche la luce di emergenza si spegne, ora siamo nel buio più totale. Cerco d’istinto il mio cellulare, poi mi ricordo che l’ho lasciato in camera, loro bisbigliano qualche cosa fra loro che non capisco, poi di nuovo le forti mani che mi hanno sorretto si cingono attorno al mio corpo, sento scostare i capelli, calde labbra mi baciano sul collo appena dietro la nuca, è una cosa che mi fa impazzire sentirmi baciare li, immediatamente anche il bozzo che ora è diventato un magnifico palo duro si schiaccia fra le mie chiappe, sento un fremito di piacere invadere il mio corpo. L’altro rapidamente si è inginocchiato davanti a me, ha risalito con le mani le cosce, alzato la gonna fino alla vita, “ wow” esclama quando si rende conto al tatto che ho le autoreggenti con il reggicalze, dice all’altro che sono vestita sexy, mi abbassa lo strig fino alle caviglie, mi fa alzare un piede per volta e lo toglie. Mi solleva la gamba destra fin sopra di lui, insinua la testa fra le mie cosce. Lo sento respirare, odorare la mia fica che gia si bagna, poi incomincia un gioco di lingua e labbra sconvolgente. Mi schiaccia il clito con il labbro superiore, mentre scorre la lingua dentro il taglio delle labbra della mia vulva fino al fiorellino anale, inizio a godere immediatamente a quelle sollecitazioni. L’altro non è rimasto inerme, mi ha sbottonato due bottoni della camicetta, le sue mani si sono impossessate dei miei seni che stringe, impasta, mi tortura i capezzoli, procurandomi un piacere inteso che sommato all’altro mi portano in breve ad avere il primo orgasmo, un gemito esce dalle mie labbra ….. muhummmmmmmmm …….. il giovane si rende subito conto che stò godendo, incolla la sua bocca alla mia fica e raccoglie insinuando dentro la lingua tutto il succo che essa secerne. Sono scossa dal piacere che provo, sono due demoni che mi fanno impazzire magistralmente, sento il mio corpo tendersi e arrivare a un nuovo piacere intenso, …… siiiiiiii ……..humhmuummmmm …… yess……. Il giovane raccoglie anche questa sborrata che gli scarico direttamente in bocca, poi si alza, dice all’altro che sono pronta, mi prende il viso fra le mani, mi fa piegare a novanta, fino a che le mie labbra non incontrano il suo cazzo gia fuori e teso. Lo infilo in bocca nello stesso istante in cui l’altro appoggia il suo alle labbra della mia vulva fradicia, lo spennella alcune volte sue giù poi improvvisamente lo infila in un colpo solo, secco e deciso fino in fondo. Sento una grossa cappella aprirmi, farsi strada dentro di me, raschiare le pareti della mia vagina e colpire con forza il fondo sbattendo contro l’utero procurandomi una scarica di piacere sconvolgente che mi porta direttamente all’orgasmo. Devo appoggiarmi con le mani ai fianchi del giovane per non cadere dalla spinta che ho ricevuto da dietro, godo a bocca piena dato che anche l’altro lo ha infilato dentro ….. UHUHMUMMMMMmmmmm ….. un lunghissimo genito mi fa scuotere tutta, loro si fermano un secondo poi mi incominciano a pompare all’impazzata. Quello davanti spinge il cazzo in bocca fino a farlo sbattere sul palato, rapidamente, mentre l’altro estrae per metà la grossa verga poi lo infila dentro di colpo fino infondo facendomi morire. Godo, vengo e godo, sento quello davanti aumentare il ritmo, si gonfia dentro di me come prevedo a breve mi inonda la bocca di sborra calda e densa, mi incita, a mandarla giù, neanche vi fosse bisogno di dirlo. Ingoio, lecco tutta la semenza calda, mentre sto provando un nuovo orgasmo, mi sfilo il cazzo di bocca, sento il mio corpo tremare………… yessss…..siiiiiiii ….. vengooooo…… ma anche il mio amante è arrivato, lo sento aumentare le pompate, più veloci, poi di colpo si sfila, mi gira, mi fa inginocchiare, con una mano sulla mia testa mi porta la mazza davanti alla bocca. Nonostante sia ampia quasi non riesco a contenere il glande che mi spinge dentro, lecco appena e subito un getto denso e caldo mi inonda la cavita orale, è buona, più densa dell’altro, più dolce. Bevo, succhio, ingoio fino all’ultima goccia. Resto qualche secondo in quella posizione, poi di colpo le luci si riaccendono, una voce dall’altoparlante si scusa per l’inconveniente, ho appena il tempo di tirarmi giù la gonna e rimettermi in piedi che il giovane ridigita i numeri dei piani sulla tastiera che l’ascensore riparte velocissimo, in pochi secondi raggiunge il mio piano. Le porte si aprono, esco, con passi malfermi mi incammino verso la porta del mio appartamento senza voltarmi, apro e appena dentro mi appoggio alla porta. Sono sudata, ho caldo, chiudo gli occhi, non, non ho sognato, in circa venti minuti sono venuta quattro volte e mi sono bevuta due sborrate, ne sento il sapore ancora in bocca. Decido di farmi una doccia veloce, vado in camera mia, e mentre mi spoglio mi accorgo di non avere più lo string, faccio mente locale, deve essere stato il giovane che le ha prese quando me le ha tolte, forse le vuole come trofeo a ricordo di questa strana avventura, o magari per esibirle come prova quando la racconterà ai suoi amici. Mi eccita il pensiero che altri maschi sbaveranno pensando a me, sorrido compiaciuta con me stessa mentre l’acqua tiepida esce dalla doccia bagna il mio corpo.
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
Film con sorpresa 1
Quella sera con gli amici si decise di andare a vedere un film, la nostra scelta fù un film di un comico italiano che in questo periodo va per la maggiore, Checco Zalone! Prima di entrare in sala, nell'attesa decidemmo di bere qualcosa al bar del cinema, tra un discorso, una risata e l'altra, la mia attenzione cadde su una signora che se ne stava poco distante da sola a bere, era particolarmente bella, molto curata ma non appariscente. Tutti i suoi particolari mi avevano particolarmente attratta, perchè rispecchiavano ciò che a me piace di una donna! I suoi cappelli lisci e neri, gli occhi verdi e il suo intenso sguardo, la bocca ben delineata e carnosa, il decoltè che evidenziava un seno perfettamente sodo, la sua pelle ambrata, le mani perfettamente curate con delle unghie impeccabili. Le sue gambe slanciate poste in evidenza da uno spacco sulla gonna, e la forma del sedere che imbarazzava per perfezione. Insomma mi stavo un pò perdendo nello scrutarla tanto che non mi ero accorta di aver attrato la sua attenzione, infatti appena rialzai lo sguardo mi accorsi che lei mi stava fissando e io a questo punto un pò imbarazzata, feci come per far finta di niente, lei quasi divertita mi rassicurò con un sorriso facendomi l'occhiolino quasi a dirmi "stai tranquilla nessun problema". Mi levai dall'empasse chiedendo a una mia amica di accompagnarmi alla toilette. Giunta in bagno mi sentii quasi turbata ripensando a quella donna, mi accorsi però che quella figura mi aveva provocato una certa reazione fisica, comunque finii i miei bisogni, uscita dal vano wc, passai nell'altro vano per lavarmi le mani. Fu a quel punto che la vidi entrare, ebbi quasi un sussulto, cercai di nascondere la mia reazione, ma sono sicura che lei si accorse del mio imbarazzo, speravo che in quel momento entrasse qualcun altra persona cosi da non dovermi ritrovare li da sola, già che la mia amica aspettava fuori. Ma non fu cosi, la signora però colse l'attimo del mio disagio e seppe pormi a mio agio, saluto con molta educazione e con un sorriso e si reco al vano wc, solo che nel passarmi accanto, vista la strettezza del passaggio, posta di spalle si strusciò molto leggermente con il suo sedere sul mio. Quel contatto seppur lieve mi fece invadere il corpo di calore, sentii le sue forme perfette quasi le avessi tra le mani, il suo profumo mi stava inebriando, chiusi gli occhi per un attimo, ed in preda al solito imbarazzo mi recai verso l'uscita voltandomi poco prima di uscire e vedendo lei che con il solito sguardo intenso mi sorrise con complicità. Uscii fuori andando dai miei amici che mi aspettavano al bar, ero tremendamente e piacevolemente turbata da quel contatto, seppur banale ma cosi fortemente coinvolegnete e questo era solo il preludio di ciò che poco più tardi sarebbe accaduto in sala. Continua....................
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13 anni fa
chia21, 35
Ultima visita: 9 anni fa -
La trans...
Io non sono un abituè, ma quando mi prende la voglia sono davvero insaziabile... Così una mattina, svegliatomi con una voglia folle di prendere un bel giocattolone, mi accingo ad andare a trovare una splendida trans che già conoscevo... Arrivato a casa sua, non posso resistere oltre e comincio a spogliarmi e lei fa lo stesso... Appena intravisto il suo bel pisellone, comincio a succhiarlo con tanta passione... e la sensazione che mi da sentirmelo indurire in bocca mi fa eccitare ancora di più... Ed ancora più eccitante è sentire i suoi sospiri di goduria mentre glie lo succhio fino in fondo... Ma questo non basta... voglio sentirlo dentro... così mi giro e preparo il mio bel buco, già preparato a dovere, morbido e profumato e pronto a ricevere l'ormai durissimo cazzo di lei... che me lo infila prima piano, con delicatezza... fino a farlo entrare tutto... e poi comincia a sbattermi forte... Ah... che meravglia sentire quei 22 cm che mi spaccano tutto... "ma ora girati" le dico... e dopo averglielo succhiato ancora, eccomici seduto sopra cavalcando senza tregua quel bel membro gigante... Il mio culo è ormai spanato e lei prova sempre più gusto scopandomi... "sei la mia troia" mi dice "godi, puttana", girandomi nella posizione tradizionale... che è anche la mia preferita... e lei comincia a baciarmi mentre mi scopa... "ed ora voglio sentire la tua crema tra le mie labbra" le dico... Ma lei "no, mi hai dato troppo poco... se vuoi la mia crema devi darmi altri soldi"... ma mentre la spompino... ella non riesce proprio a trattenere il suo orgasmo che, dopo un gran bel pompino, finisce per riscaldare il mio viso e le mie labbra... con estremo piacere suo e mio... e mentre lei mi viene in bocca, io me ne vengo insieme a lei... E che eccitazione sentire il calore della sua sborra... e vedere il suo viso avvolto da un godimento sublime... "Torna presto a trovarmi" mi dice... "una scopata così non si rifiuta mai!"...
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
Coppia2
ma dove la trovano tutta quest'acqua le nuvole?? sto percorrendo la senese, che brutta strada, in più piove come se dovesse venire l’alluvione....vado pianissimo perchè devo trovare un cancello alla 4 curva a destra......chissà se la troverò la 4 curva.... i miei "amici" mi telefonano in continuazione, vista la pioggia si preoccupano che il loro giocattolo non si rompa ancora prima di arrivare ma, che premurosi.... ho fatto una fila pazzesca dietro di me......ma io devo andare piano altrimenti il cancello della 4 curva a destra non lo vedrò mai....eccolo in mezzo agli alberi scorgo il cancello verde aperto...mi aspettano... percorro con la macchina lo stradello fino ad arrivare alla casa..... che paura, quassù è un posto da lupi se urlo non mi sente nessuno, sono in balia di loro ma, al mondo vola solo chi osa.....speriamo vada bene... vedo lui con l'ombrello mi viene incontro ridendo..... "ben arrivata...non ci speravo più" "sai la pioggia, la strada non la conoscevo...e sinceramente un pò di paura" mentre parlo mi prende per mano, una mano fredda, gelida...mi attira a se e sotto l'ombrello mi bacia...che bacio!!!!... lei al finestrone di casa che ci guarda.... "entriamo dai che qui fa freddo.." mi spinge avanti a lui... quando entro mi colpiscono i divani, come sono brutti...di un colore indefinito....mezzi mordicchiati dai due cani sdraiati laggiù davanti ai piedi di lei..... mi guarda, non si alza neppure a salutarmi...non mi viene incontro..direi che non è contenta per niente di vedermi...continua indifferente ad accarezzare i cani... dentro casa è un caldo afoso...e sinceramente c'è un puzzo di animale pazzesco......di cane bagnato...quasi puzzo di canile... faccio finta di nulla mi tolgo la giacca e rimango li imbambolata come un ebete ad aspettare che qualcuno mi dica dove metterla... arriva lui...tutto eccitato con un pantalone largo, morbido, da ginnastica,quelli dell'adidas blu..... petto nudo...lo sguardo scorre sul suo corpo scendendo sempre più giù perchè il rigonfiamento in mezzo alle gambe si mostra evidente.... "la prendo io scusa" torna veloce da me... e come un rapace che aspettava la preda...mi prende per le mani....mi spinge su quel divano orribile.... seduta davanti a lui....mi ritrovo con davanti al viso il rigonfiamento che tanto mi aveva attirato lo sguardo.... senza pensarci tiro giù i pantaloni....ed eccolo li duro, gonfio di desiderio davanti a me, davanti alla mia bocca... lo prendo con le mani...e comincio a leccarlo...la punta della lingua che scivola desiderosa di sentirne il sapore....lui non mi tocca sta fermo con le mani sui fianchi... la bocca lo prende...dolcemente...poi sempre più morbosa...lui comincia a gemere..con la coda dell'occhio vedo lei...sempre seduta li a guardare la scena, sempre li ad accarezzare i suoi cani.... adesso quasi urla di piacere.... mi alza mi gira, il viso schiacciato tra quegli orridi cuscini, il culo all’insù ancora stretto nei pantaloni ... comincia a toglierli, impacciato nei movimenti, cerco di risollevarmi ma, non me lo permette…dopo tanto tirare riesce a toglierli…ho un tanga blu…prende tra i denti i laccetti laterali…lo strappa…sento il rumore della stoffa che cede sotto i suoi denti…. Con la lingua mi penetra ovunque…la sento bagnata passarmi tra le cosce, la sento insinuarsi dentro di me…lui con le mani mi allarga per farla entrare meglio… Alzo lo sguardo…lei è sparita….ci sono solo i cani sdraiati sul pavimento di legno che ci guardano in silenzio… Chiudo gli occhi per amplificare il piacere di quella lingua che mi fa godere… Lui è instancabile….succhia ogni goccia del mio piacere, lecca ogni angolo della mia pelle, esplora entrambi i miei buchi…. Sento altre mani su di me….più piccole, più calde…apro gli occhi e vedo lei che in piedi davanti a me allunga le braccia per toccarmi, è nuda….si siede sul divano…apre le gambe e mi alza la testa finchè non è tra le sue cosce….con le mani si allarga la fica fino a propormi il clitoride da succhiare come se fosse un piccolo cazzo….so ciò che vuole e non la faccio aspettare..inizio la danza…le infilo tutta la mia lingua dentro, le succhio le grandi labbra e gioco con il clitoride…. Lui stacca la lingua e mi penetra…..lo sento tutto dentro…duro, forte…sempre più dentro…lei mi tira per i capelli, come se dovessi mangiarla… Gemono, urlano, godono…. Mi sdraiano per terra sul parquet odora di cera…lui mi apre le gambe e mi comincia a scopare…lei mi bacia la pancia, mi lecca le gambe…scende con la bocca al mio clitoride, mentre suo marito mi sta fottendo con forza…lei in punta di lingua ci gioca .. toglie il suo cazzo da dentro di me solo per metterlo in bocca a lei….mi girano di lato e dolcemente inizia a incularmi….lei sparisce di nuovo…torna con un cazzo al posto della sua fica….si avvicina alla mia bocca e me lo infila con forza fino in gola… “succhia anche questo troia…” È dolce, sembra fatto di zucchero e miele, mi raschia in gola…. Lui si stacca e si mette a 90 gradi…. Un uomo a pecora pronto a prenderlo…non l’avevo mai visto….con una mano si allarga il culo eccitato…. “vieni a leccargli il buco del culo che tra poco ce lo scopiamo” Gattoni mi muovo verso di lui…quel culo allargato…desideroso..mi fa venire quasi da ridere…invece inizio a leccarlo a bagnarlo di saliva…lui con la mano si allarga sempre di più…ed io sempre di più infilo dentro la lingua… Lei mi sposta e comincia ad incularlo….urla….decido di sdraiarmi davanti alla sua bocca…e comincia di nuovo a leccarmi……mi viene voglia di mettermi a 69 sotto di lui, mentre lei selvaggiamente lo incula, sento i colpi forti che fanno ogni volta un rumore strano…e mentre lei lo sadomizza io inizio a succhiargli il cazzo….durissmo..eccitato… Lei mette anche me a pecora accanto a lui e passa da un culo all’altro ridendo…. Mentre io a gambe larghe mi faccio scopare da lei, il marito me lo infila tutto in bocca… “si così succhialo, prendilo tutto fino alla gola…..” Smette di scoparmi, si mettano in piedi davanti a me in ginocchio….ho questi due cazzi davanti, che sembrano uguali….lui si masturba sempre più veloce e lei sembra fare la stessa cosa sul suo cazzo finto…la sborra mi arriva in faccia, cola tra le labbra aperte…mi riempie la gola calda….fanno a turno a scoparsi la mia bocca….a colmarla di sborra….ed io ingoio senza lasciar cadere una goccia… “brava, succhia tutto…pulisci bene troia” Finalmente vedo lei sorridere, si toglie il cazzo finto, mi abbraccia mi bacia, mi stringe a se… “grazie di essere venuta sei stata fantastica…quello che abbiamo sempre cercato” Vado a farmi una doccia…nuda sotto l’acqua calda …complice l’eccitazione inizio a toccarmi…le mie dita scivolano dentro di me, la mia mano strapazza il clitoride finchè riesco ad avere un ennesimo orgasmo….ne esco rilassata, profumata di mughetto…mi rivesto senza il mio tanga che è sul divano strappato.. Mi accompagnano fuori insieme, continua ancora a piovere….salgo in macchina e li saluto…. i
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
Una sera
Mi sono preparata di gran fretta. Era tardi ma avevo una gran voglia di uscire. Ero quasi pronta ed ecco che mi arriva un messaggio di un amico: "Ho voglia di vederti... Tanta voglia". Non potevo sperare di meglio, lo chiamo subito e organizziamo. Sono eccitata e questa sera mi sento proprio figa. Ho un cardigan nero che mi sta proprio bene; mi avvolge e modella delle belle forme sul mio corpo. Ho una gonna nera stretta in vita e aperta sulle gambe; calze nere con il pizzo chiaro e mutandina trasparente con guepiere incorporata. Sono ben truccata e con un tacco non esagerato. In auto mi guardo le gambe e mi sento salire la voglia. Ho bisogno di conferme e allora decido di fermarmi a fare benzina in autogrill. Mi sistemo la gonna in modo che si veda qualcosa e quando l'uomo si avvicina per chiedermi "quanto" rispondo con voce chiara ma un poco languida:"il pieno". Quello rimane un attimo sul posto, ma non mi sfugge l'occhiata che da alle mie gambe. Guardo dallo specchietto e noto che facendo benzina cerca di traverso di guardare all'interno. Allora prendo la borsetta e con un gesto distratto la tiro verso di me e sollevo "accidentalmente" la gonna in modo da fare vedere molto. Eccolo che arriva: " sono 46 euro" e non mi stacca gli occhi dalle gambe. Sono eccitatissima, perdo tempo a cercare gli spiccioli e nel frattempo piego e allargo le gambe di traverso in modo da fare vedere di più.... non lo sto guardando, ma sento i suoi occhi che mi trapanano. "mi spiace ho solo 50" - dico - e lui prontamente " venga signora il resto ce l'ho in ufficio" e si avvia senza lasciarmi il tempo di dire nulla. Allora sposto l'auto e la parcheggio comoda vicino all'ufficio. Scendo e vado dentro. "mi scusi - dice- se l'ho fatta venire dentro ma non avevo resto e poi... insomma volevo vederla". A questo punto la mia eccitazione va alle stelle, era la conferma che volevo. Devo proprio essere figa! Però non so cosa dire e tantomeno cosa fare. Faccio un sorrisetto ma è lui che mi dice :" forse nello spogliatoio ho qualche spicciolo". "Furbetto però" -penso- e va verso lo spogliatoio. Ora sono io che non perdo l'occasione. Lo seguo e appena dentro chiude la porta e girandosi mi dice:"ha delle gambe da urlo; complimenti!" e comincia a toccarmi. Io sono in estasi. Non aspettavo altro. Gli sbottono i pantaloni e infilo dentro la mano. Un cazzo di belle dimensioni, ma ancora da indurire. Non ci penso un attimo. Mi abbasso e comincio a lavorare di bocca. Diventa durissimo subito. Lui ansima. Mi dice che sono una "bella troia". "Una troia in calore che voleva farsi sbattere". Ha ragione, ma ho la bocca troppo occupata per dirglielo. Lavoro con la lingua a più non posso e nel frattempo mi tocco. Sento che è pronto.... do gli ultimi colpi e ecco che viene. "Troia" - mi dice- sarà anche vero, ma sto godendo anch'io. Esco appagata e forse non mi ha dato neppure il resto.... passerò a prenderlo la prossima volta! Dimenticavo: il mio amico sa che sono sempre in ritardo!
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13 anni fa
Daniela1Do,
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Ultima visita: 3 anni fa
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Cinema speciale 2011
" Ma siete sicure? Tu Anna ci hai pensato bene? Non è contro quello che hai sempre sostenuto?" Andrea sembra quasi sconcertato ma non riesce a nascondere l'emozione e il turbamento. "E' un gioco Andrea, un gioco nostro e poi comanda Paola stavolta e l'ha deciso lei" ribadisce. Li guardo entrambi e guardo mio marito che sembra essere rimasto senza parole. Per noi non è una novità, è un gioco quasi inoffensivo, ma per loro che avevano escluso qualunque altro contatto oltre allo scambio con noi, si tratta di una svolta epocale. Sono tanto più giovani di noi e quei 12-14 anni di differenza si sentono in queste cose... "Scusami Paola, ma ricapitola e spiegami bene la scommessa" mi dice Andrea. "Ok. Allora si va a cinema, in quel multisala che ha la saletta con i divani da tre e da quattro ( ovviamente non importa cosa danno ). Ci sediamo a coppie su due file diverse accanto ad un singolo, un uomo, se lo troviamo, la donna in mezzo tra lo sconosciuto e il marito. Ovviamente Anna ed io avremo un abbigliamento consono alla circostanza, gonna corta,autoreggenti e niente slip. E vediamo se si riesce a fare una sega al vicino. Chi ci riesce ha cena e albergo pagati per il nostro prossimo week end dall'altra coppia. Se ci riusciamo entrambi... paga chi lo fa venire prima e vince chi lo fa durare più a lungo. Carino no?". "A parte che tu Paola sei perversa proprio, ma come si fa a stabilirlo chi viene prima se siamo distanti" obietta Pino finalmente tornato tra noi. "Ma dai... sintonizziamo gli orologi dei due uomini che fanno da arbitri: quando l'altro viene la lei gli fa un segnale e lui guarda l'ora. Poi confrontiamo. Facile no?". Loro ridono eccitati e Anna annuisce. Sembra aver superato le ultime inibizioni. Due giorni dopo. Viste così niente male entrambe: anna ha optato per una autoreggente a rete, io nera. Non è un brutto colpo d'occhio. Primo problema da superare: il tizio alla cassa assegna i posti. Va beh, faremo finta di niente non dovrebbe esserci tanta gente a questo film: di mercoledì chi vuoi che vada a vedere... ah ah, proprio Burlesque ci è capitato, pure in tema. Facciamo strada decisi io e Pino. in ottava fila un signore solo nel primo posto. vado decisa. Mi ha guardato male mentre toglievo il soprabito e mi sono messa accanto a lui quando avrei potuto scorrere di un posto ma lo sguardo è stato poi girato sulle mie gambe. Iniziamo bene. Lascio il cappotto sulle mie gambe mentre mi aggiusto sul divanetto facendo in modo...di far salire la gonna mentre Pino si siede accanto a me alla mia sinistra. E cerco con lo sguardo gli esitanti Anna e Andrea rimasti in piedi in fondo. Un ragazzo sulla trentina ( la mia vittima designata dovrebbe essere sui 40-45) li sorpassa e va a sedersi in terza fila. Faccio cenno loro con il capo approfittando della luce ancora accesa. Capiscono e lo seguono. Stessa manovra. Anna vicino a lui anche se ce l'ha a sinistra , più scomodo, e andrea che sorride un po inebetito a destra. Si spegne la luce, inizia la proiezione. Mi concentro sulla scommessa. Piego bene il cappotto facendo in modo che lui possa vedere bene le mie gambe e anche il bordo delle autoreggenti. Li davanti sembrano tutti impegnati a seguire il film. E anche il mio vicino. una decina di minuti inutili. Poi mi decido e dischiudo un po le gambe: non arrivo a cercare il contatto con le sue ma se lui volesse potrebbe provarci. Ed infatti lui prova. Le allarga anche lui e le ginocchia si toccano. Prima timidamente, poi visto che non tolgo la gamba, con decisione. Finalmente smette di guardare lo schermo e abbassa lo sguardo. Ancora un paio di minuti e finalmente la sua mano mi sfiora la coscia. Gli vado incontro e cerco di guardare qualche fila più avanti : mi sembra che Anna...si sia leggermente spostata verso il suo vicino. Ma non vedo bene. Ora la sua mano ha preso coraggio. Ha già trovato il bordo delle autoreggenti proprio mentre analoga manovra l'avvia Pino sull'altra gamba costringendomi a dischiudere ancora di più le gambe segnale che il mio vicino che mi sforzo di non guardare interpreta come un via libera verso il centro. Pochi istanti e avverto la sorpresa delle sue dita nel non trovare ostacolo di stoffa nel tuffarsi tra i peli . Ora è deciso, tocca ed esplora ma sembra impacciato. E' il momento. faccio scivolare la mano destra sulla sua gamba ,interno coscia, arrivo senza essere invadente ma decisa alla patta dei pantaloni avvertendo il duro della sua erezione. Massaggio piano così, sul pantalone, lasciando che lui ti tocchi mentre anche la mano di Pino sta arrivando lì e l'inevitabile accade: si incontrano. Lui ha un sussulto, la ritira spaventato. Smetto il massaggio sui pantaloni, gliela prendo con garbo e la riconduco lì mettendola accanto a quella di Pino che sa come dischiudermi le grandi labbra e mi sta preparando. Lo guardo un attimo annuendo e facendo un gesto con il mento verso il suo pantalone. usa la destra per abbassare la patta e la sinistra ha trovato una stupenda collaborazione con Pino. Mio marito la tiene aperta, lui penetra piano piano ed esplora sentendo dagli umori come sono eccitata mentre gli prendo finalmente il grosso membro che riusciamo a liberare e che svetta nella penombra. Non un obelisco, ma un bel cazzo. Sospira mentre la mia mano lo stringe forte. Le mani dei due uomini ora sono proprietarie delle mie gambe, della mia fighetta calda e non si limitano a esplorare la zona anteriore. Lo sapevo, era logico, comprendo e lascio fare anche dietro. Scappello intanto il membro che ho nella destra e accenno ad un movimento istintivo. Lui è bravo e tempestivo. Mette la sua mano sulla mia che gli stringe la verga e detta il movimento che gli piace. Strano. Un colpo secco a scendere , poi qualche secondo in basso, e risalita lenta. E' importante non mettergli fretta altrimenti qualora Anna stia facendo qualcosa di simile rischio di perdere. Ma chi se ne frega penso mentre con pino che tocca il clito e le dita dello sconosciuto dentro sia davanti che dietro sento che non posso più trattenere il mio di orgasmo. Vengo così nelle loro mani con il fiato che mi si spezza perchè anche se c'è pochissima gente non posso lamentarmi. Ora sono meno carica e mi dedico a lui. Pino si scosta per osservare un attimo la mia mano attorno al suo cazzo. Mi incoraggia nell'orecchio " Coraggio tranquilla, non pensare ad altro, fallo sborrare". Mio marito lascia campo libero alla mano dello sconosciuto che continua ad esplorarmi, ora la mia mano ha capito, segue il movimento giusto. Mi inclino verso di lui per guardarlo bene. C'è odore forte di cazzo e di sperma. So che sta per venire, si agita sul divano forse preoccupato per gli effetti." Si vieni, gli dico, non ti preoccupare, vieni". Quando lo sento pulsare in mano vado in alto e lo stringo per evitare uno schizzo troppo alto mettendo il pollice sulla punta. La crema bianca inizia a sgorgare a fiotti mi scorre tra le dita, e nei movimenti che faccio di sega per accompagnare il suo orgasmo non riesco ad evitare un paio di schizzi successivi che ricadono sulla mia manica e sui suoi pantaloni. stringo la mano a Pino a pino per segnare l'orgasmo dello sconosciuto e lui guarda l'ora. Gli tengo ancora qualche istante il cazzo immerso nel sui sperma mentre Pino mi allunga un fazzoletto. lO SCONOSCIUTO SI AVVICINA E MI DICE PIANO SE POSSIAMO CONTINUARE dopo. Gli sorrido. No grazie ,gli spiego, tutto qui e spero che non ti dispiaccia. Ride, si ricompone per quello che può mentre mi asciugo con un paio di fazzoletti la mano odorosa del suo sperma. E si rimette a guardare il film come se niente fosse. Nel momento esatto in cui l'uomo accanto ad Anna si alza e se ne va dal cinema dopo aver indossato il cappotto. Qualche minuto ed anche i nostri amici si alzano e passandoci vicino fanno cenno di seguirli. "Allora?" chiedo appena usciti ma non ce ne sarebbe bisogno. Andrea ha gli occhi lucidi e Anna ansima ancora. La gonna nera di lei ( come mi indica) ha chiari segni di sperma così come la manica del golf. Lei li mostra e ride come se fossero trofei. " Fatta, gli ho fatto una sega, e mi è anche piaciuto e ho lasciato che lui mi facesse venire toccandomi la figa". Ridiamo. " Brava, andiamo subito a casa ad aprire una bottiglia e mi racconti tutto e stabiliamo chi paga. Che ore hai registrato Andrea al momento della sua venuta?" "Vuoi dire quando ha eruttato? vedessi che schizzi, pure sul divano, ha fatto un macello..." "Te l'ho detto Anna, non ti sei ricordata? il dito sul buchino..." "Hai ragione Paola, no, ero così eccitata che no n ci ho pensato". " Comunque interviene Andrea, erano le 22,54 e qualche secondo e voi? Sega fatta o no?" Pino interviene. " Si sega fatta, bene, come al solito, e sborrata alle 22,52 e dispari. Avete vinto voi. La mano di Paola non lascia molto tempo ah ah... andiamo a festeggiare e a raccontarci i particolari a casa " conclude aprendo l'auto. Ridiamo come pazzi nel tragitto verso casa loro: eccitazione e odore di sperma: ho la sensazione che non sarà quello degli estranei il solo con il quale avremo a che fare stasera. I nostri mariti devono essere...consolati.
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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il primo pompino
la prima volta che mi resi conto di essere sbagliata, nata in un corpo che nn mi appartiene, mi piaceva indossare abitini di mia mamma e di mia sorella truccarmi e fare la sciocchina quando rimanevo sola in casa. Incominciò quasi x gioco con un amico che mi disse che aveva una voglia matta di farsi succhiare il c...o, inizialmente nn avevo il coraggio di dirgli che l avrei fatto io molto volentieri ma col tempo cercavo di farglielo capire un poco alla volta fino che me lo chiese lui ormai quasi convinto che sarei stata felice di accontentarlo. andammo a casa sua libera quel pomeriggio e iniziai a sbottonarlo a baciare e leccare il suo coso x poi iniziare a succhiarlo andammo avanti x 20 minuti finchè senza dirmelo(scemotto) mi riempì la bocca, li x li ero un pochino arrabbiata ma con la promessa che nn lo avrebbe piu fatto,lo perdonai. questi eventi si ripetevano almeno x 3 volte alla sett tutto rigorosamente da maschio. ma il giorno che ricorderò x sempre è stato quando venne a casa mia, un giorno che avevo casa libera, mi feci trovare vestita da troietta e quando entrò mi disse che ero bellissima, gli diedi tanti bacini x ringraziarlo e iniziai a succhiarglielo x bene fin che qualcosa dentro mi disse di chiedergli di venirmi in bocca e lui lo fece con piacere
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13 anni fa
cristine,
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Ultima visita: 10 anni fa
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Sicilians do it better !!!
Conoscevo Gio da diversi mesi oramai... O meglio : chattavamo da tempo ma non mi ero mai decisa ad incontrarlo. All'inizio lui si era proposto come "singolo" ma li avevo detto subito : "sei un gran bel ragazzo ma io sono alla ricerca di gang bang... quindi non incontro singoli... mi spiace " e lui : "ma dovè il problema ? Ho tantissimi amici che non chiedono altro ! Vieni a trovarci in Sicilia ! Ti aspettiamo !" Una sera in chat mi è scattata la voglia (succede spesso all'improviso e senza un motivo preciso...) "ok " Quando posso venire ?" "Vieni a passare il week-end prossimo !" Venerdi ore 17.35 sono all'aeroporto di Catania. Esco e mi dirigo a destra dopo i taxi dove Gio mi ha detto di aspettarlo. Dopo 15 minuti senza vederlo, decido di chiamarlo. "Ah ciao Melissa ! Perfetto ! Io sono li fra 45 minuti circa ! Ho una golf grigia... sai non volevo fare la strada per nulla... e poi magari non ti presentavi !" Non ho il tempo di rispondere.. mette giu ! Dopo 1h di attesa vedo finalmente la macchina di Gio fermarsi davanti. Lui è al volante. Vicino a lui un suo amico e dietro un altro suo amico. "E brava la nostra troia Milanese che è venuta ! Dai sali !" Salgo dietro e saluto tutti. La macchina riparte. I tre amici iniziano a parlare tra di loro. Non so se parlano in dialetto o se è per via del forte accento... ma non capisco quasi nulla... indovino soltanto qualche parole : "puttana, milanese, minchie, siciliani..." Poi Gio mi dice : "Dai bella porca fai vedere le gambe . Togliti la gonna e gli slip che vediamo un po !" Mi sbottono la gonna e me la sfilo insieme al tanga. Il ragazzo vicino a me (Tony) inizia subito ad accarezzarmi le cosce. Altri commenti, risi, ecc... "Brava Melissa la troia Milanese che è venuta in Sicilia a prendersi minchie ! Dai fai vedere al mio amico che brava succhia-cazzi che sei !" Gio ha appena finito la frase che Tony passandomi la mano dietro alla nuca e con gesto brusco mi attira la faccia verso il pacco, mentre con l'altra si fa scivolare jeans e boxer fino alle caviglie. Ho davanti alla bocca un bel cazzo anche se non ancora totalmente in tiro. Lo prendo in bocca e inizio a succhiarlo lentamente. Cresce in fretta fino a diventare molto duro. Allora la sua mano si fa piu pesante sulla mia testa e inizia ad obbligarmi ad un veloce movimento di su e giu. Mentre spompino continuo a sentire i loro commenti... Non mi sono accorta subito che la macchina si è fermata. Guardo dal finestrino e mi accorgo che siamo in aperta campagna. Gio apre la portiera e dice : "Dai tutti fuori !" Scendiamo. "Adesso ti metti nuda in ginocchio e ci fai un bel pompino ! Niente di piu : solo un bel pompino di benvenuto !" Mi tolgo la camicetta e m'inginocchio. "Lo sai cosa sei Melissa ?" Lo guardo... non so cosa ripondere... "Sei una gran troia Milanese venuta in Sicilia a svuotare minchie ! Guardaci nei occhi e ripeti !" Ripeto la frase. "Brava ! Adesso puoi spompinare !" Ho tre cazzi da fare godere con la bocca. Gio è il primo a prendermi la testa e infilarmi il cazzo. Poi si alternano, sempre commentando e insultandomi... Hanno ognuno un modo diverso di farselo succhiare : A Gio piace infilarmi il cazzo fino in fondo con movimenti lenti, a Tony piace rimanere fermo e farmi muovere la testa e invece a Stefano piace tenermi la testa ferma e letteralmente chaivarmi la bocca... Gio è il primo a sborrarmi in faccia, seguito quasi subito dai suoi amici. Stefano va in macchina e prende dei fazzoletti. Ne da ai suoi amici e si ripuliscono. Ne chiedo anch'io : Gio e Tony mi danno i loro con i quali si sono appena pulito il cazzo. Mi pulisco la faccia. Loro sono risaliti in macchina. "Dai sbrigati che andiamo a casa !". Arrivati a casa Gio mi dice di farmi una doccia e di rimanere nuda dopo. Esco della doccia nuda. I ragazzi sono davanti alla tv. "Sai cucinare ?" "No... Mica tanto mi spiace..." "Ma almeno i spaghetti aglio, olio e pepperoncino le sai fare ?" "Si va bene... provo..." "Ok ! Ti faccio vedere la cucina e dovè la roba ! Sbrigati che abbiamo ospiti !" Mi metto a cucinare. I ragazzi sono davanti alla Tv. Dopo un po sento suonare... Gio si alza per andare ad aprire ma passa prima da me : "questi sono i miei amici. Mi raccomando tu stai qui in cucina e non fare commenti ! Sento un gran vociare ! Sento i passi che arrivono davanti alla cucina. Mi giro e sulla porta vedo Gio con 3 nuovi amici. Parlano ma di nuovo capisco ben poco ! "Allora vi piace la troia Milanese ? Saluta i miei amici !" "Ciao ragazzi... piacere !" "Melissa mettiti in avanti sul banco e allarga le gambe e fai vedere la fica ai amici". Mi metto nella posizione richiesta ! Altri commenti, complimenti e insulti... Sento delle mani sulle chiappe e due o tre sberle. Non mi muovo... "Dai finisci la pasta che abbiamo fame ! Quando e pronto portala di là che ho gia messo tavola !" "va bene 10 minuti e ci siamo". Una volta pronto, lo dico a Gio che fa accomodare tutti a tavola. Arrivo con la pasta. "Dai servici tu, fai il giro". Inizio a servire tutti. Passando sento manate sul sedere e una marea di commenti ! Servito l'ultimo mi accorgo che non cè posto per me... Guardo Gio : "Che hai zoccola ? Non hai fame anche tu ?" "Si... ma..." "Dai che il tuo posto e sotto il tavolo... mentre noi mangiamo pasta... tu ti mangi un po di minchie !" Altri commenti. Mi metto sotto il tavolo. Parto da Gio e inizio a sbottonargli i jeans. Poi faccio un primo giro per sbottonare o fare scendere la cerniera di tutti... Inizio a vedere un po di pacchi gonfi... inizio a tirare fuori il cazzo di Gio e inizio a succhiarlo. Poi passo al vicino e cosi via... certi se lo tirano fuori da se... inizio a succhiare girando in tondo sotto il tavolo. Faccio un bel po di giri cosi fino a quando tornando a Gio, lui mi prende per i capelli, fa scivolare la sedia in dietro e mi tira fuori da sotto il tavolo facendomi stare sempre in ginocchio. Mi fa girare la testa verso i suoi amici : "Melissa chi sei e cosa sei venuta a fare qui ?" "Sono una troia Milanese venuta in Sicilia a svuotare i coglioni dei Siciliani" "Brava puttana !" Mentre mi faceva succhiare ho sentito un movimento dietro di me. Un ragazzo si era alzato e vene a leccarmi la fica. Nel frattempo il vicino di Gio si era alzato e aveva preso il suo posto nella mia bocca e il ragazzo dietro continuava a leccarmi la passerina ! Poi l'ho sentito smettere per poi appoggiarmi la capella sulla fica. Muovevo il bacino come un ossessa... la voglia di cazzo dentro di me era violenta ! Sinceramente dopo questo momento non riccordo piu il susseguirsi delle cose con esattezza... So che abbiamo fatto il giro delle casa, che mi hanno dato tanto di quella minchia... e che non hanno risparmiato nessun dei miei bucchi ! Non cè che dire : la mia voglia di essere usata è stata veramente colmata ! Da allora posso dire : Sicilians Do It Better !!! Ma se un altro gruppo di un'altra regione vuole dimostrare il contrario... ben venga !!! PS. Vorrei precisare che per tutti i rapporti il preservativo è d'obbligo ! Non faccio mai sesso senza !
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 ora fa -
la nostra 1 volta
Ciao a tutti.. Siamo coppiamelchi56 U&R coppia molto affiatata in tutto x tutto con moltissime fantasie che cercheremo di realizzarle Tutte.. Racconteremo la nostra 1 esperienza dopo molti inviti..ma mai con persone della stessa città accettammo di vederci con una coppia simile a noi..semplice educata ma vogliosa
Che chiameremo F lui E lei
Sia la mia R ….. che altra signora dopo alcune volte che ebbero contato telefonico.. decidemmo x una cena .. Il giorno dell appuntamento arrivo
Emozionatissimi ma sicuri certi di cosa e chi stavamo x incontrare.. Loro attendevano all uscita dello svincolo autostrada mantenendo un contatto telefonico per eventuali cambiamenti ritardi ecc … arrivammo scesero dalla loro auto . soliti saluti sorrisi … . ci fu una totale distensione ma aumento di eccitazione.. ci fecero strada fermandoci in un parcheggio decidemmo di andare con la mia ..cosi le donne dietro parlammo del più e del meno ma sentivo R la sua voce il suo sorridere Giunti si vide questa pizzeria situata su una bellissima collina entrammo poca gente prendemmo posto… le due donne vicinissime sembravano amiche da sempre io e F iniziammo a dialogare lo vedevo impacciato ma pian piano prese coraggio , le signore ridevano e parlavano anche sottovoce …. Pensavo che sarebbe stata una magnifica serata .. R DISSE CHE ANDAVA IN BAGNO E … LA SEGUII PASSAVANO I MINUTI LE PIZZE ARRIVARANO MA LORO ERANO ANCORA IN BAGNO... E ERA TUTTA ROSSA IN VISO. . R anche SORRIDENTE SI AVVICINO BACIANDOMI CAPI’ … ERA ECCITATISSIMA BRUCIAVA ..DISSE “ SI “ avevano limonato consumammo la cena allegramente con dirci si noi … Fummo invitati casa a bere qualcosa mentre si saliva le scale la coppia prese in mezzo R ed iniziarono a baciarla lei una bella mora sui 47 anni lui 53 anni piu alto di tutti ma simpaticone , mentre le donne si baciavano in bocca lui accarezzava entrambi poi volle baciare R.. che rispose al bacio mentre E mi passo le mani sul mio cazzo duro sopra la stoffa ed io gli strinsi un capezzolo mi mostro la lingua che succhiai ..salimmo appena chiusa la porta in cucina la padrona presa R ed iniziarono a succhiasi avidamente intanto il marito versava da bere .. vidi R che succhiava il seno stringendo i capezzoli di E che si contorceva ansimava F mise musica sottofondo e le donne scomparvero nella camera da letto … ero eccitatissimo ma calmo volevo gustarmi tutto mentre bevevo il mio bicchiere di cognac F mi passo la sua mano sul cazzo e mi disse andiamo a vedere cosa fanno la scena che mi apparve la padrona di casa sdraiata sul letto cosce aperte al massimo e R inginocchiata le leccava la fica le mordeva le cosce mentre E le teneva i capelli F si sbottono i pantaloni e porto il cazzo duro vicino la bocca di R che subito gli succhio la capella lo pompo lo insalivo e poi baciò E io mi avvinai a R la baciai e mi desse assaggia la fica di E ..iniziai a leccarla mentre R inizio a fare il pompino a F lo pompava dolcemente e avidamente immaginavo cosa provasse e brava a fare pompini E nel mentre si mise tra le cosce di R leccandogli fica e culo la sentivo gemere sapevo che iniziava a sborrare di fica e di culo E gli infilo un cazzo finto nel culo di R inserendo il vibro mi avvicini alla bocca del mio amore R che inizio a succhiare anche me F mi prese le palle in mano e mi sorrise cosi allungai la mia mano accarezzando le sue palle il sogno del mio amore R si muoveva con il bacino con il culo e fica e pompava due cazzi mi guardo capi che voleva darmi tutta la sua saliva e la baciai nel baciarla ebbi la capella di F vicino ed iniziai a succhiarla anche io mentre R le succhiava le palle
E si alzo e infilo due dita nel culo del marito F prese la testa di R con entrambi le mani con un movimento su e giù sentiva sia le dita della moglie e scopava nella bocca di R mentre io infilai le dita nella fica di E mi disse scopami mentre io scopo mio marito con le dita mi misi dietro lei e infilai di colpo il cazzo che entro in una fica caldissima F fece uscire il cazzo dalla bocca di R si mise con la sua bocca tra le cosce della moglie iniziando a leccarci palle e fica il mio amore R si sedette sul cazzo duro di F lo mise in fica di colpo ..vedevo calcare e godere il mio amore R … sentivo i colpi della lingua di F sulle mie palle leccava la moglie che godeva e sborrava di continuo ogni tanto lo sfilavo e lo infilavo nella bocca di F che succhiava divinamente ..la E di colpo mi disse scopalo gli piace inculalo lo tirai .fuori R si alzo dal cazzo di F le due donne prima mi succhiarono entrambi il mio cazzo … poi leccarono il culo di F la moglie lo fece piegare ed io entrai nel culo di F era caldissimo lo sentivo che stringeva la capellaaa
Le due donne si misero a guadarci ..ed iniziarono a leccarsi baciarsi R infilo un cazzo grosso ne culo di E .. che godeva di continuo F urlava che voleva sborrare le due donne si avvicinarono e lo succhiarono gli svuotando le palle con le bocche mentre io continuavo a montarlo, le due donne con la bocca di sborra si baciarono e poi il mio amore R venne a baciarmi con un po di sborra che io presi subito volevo sborrare anche io cosi mentre pulivo F succhiandogli le ultime gocce di sborra svuotavo nelle bocche delle signore la mia … sborra fu una bellissima nottata da ricordare..nella speranza di incontrare gente cosi
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13 anni fa
coppiamelchi56, 41/44
Ultima visita: 9 anni fa -
Con loro a capodanno 2011
Auguri immensi per un 2011 frizzante che ci porti quello che ci piace" e il brindisi che Pino ha voluto condurre diventa occasione per aumentare l'allegria di questa notte di San Silvestro in quattro che promette di essere unica. Due anni di incontri con Anna e Andrea hanno ormai cementato un'intesa ed una confidenza che sono leggenda. Nessuno di noi credeva si potesse, senza togliere nulla alla coppia, aprirsi così con altri e oltretutto così tanto più giovani di noi. Guardo Andrea che si avvicina per stamparmi un bacio casto e fraterno sulle labbra ( che comunque colpisce i signori del tavolo vicino in questo ristorante-albergo che abbiamo scelto) : sembra avere meno dei suoi 38 anni e ha un volto sereno e divertito. Affatto preoccupato dalla novità che questa notte Anna ed io abbiamo voluto proporre. Anzi imporre. Dopo tanti incontri e giochi quello che avevamo vietato in partenza, che è escluso per tutti ma che si può ammettere ( abbiamo deciso Anna ed io) tra noi quattro. Dopo il consueto gioco a quattro nel lettone (con più o meno fantasia ) io con Andrea e Anna con Pino, a coppie incrociate, ce ne andremo nelle due stanze prenotate per quaranta minuti cronometrati di "segreto". Quello che accadrà in quei minuti in stanze separate non dovremo dircelo tra coniugi. Uno spazio free dedicato all'altro o all'altra con la fiducia a priori che ci siamo saputi costruire. Una variante al nostro solito incontrarci che ha subito creato una atmosfera diversa stasera e che sa di malizia e di "segreto" e forse per questo ha entusiasmato noi donne e in un primo tempo sorpreso gli uomini. Che non hanno osato contraddirci. La cena non è stata un granchè ma è l'ultima cosa cui stiamo pensando. Alle lenticchie della mezza l'unico "zampone" che mi muove interesse è quello di Andrea che sotto il tavolo mi accarezza il ginocchio ben sapendo che la moglie accanto a Pino non sta avendo diverso trattamento. In camera un'ora dopo l'approccio alla serata è quello " soft" : nessun comando, nessuno dirige come in genere facciamo scegliendo il direttore a turno tra noi quattro, ma iniziamo seduti tutti e quattro sul letto giocando alla carta più alta, come ai vecchi tempi. I vestiti cadono rapidamente, è Pino il primo ad essere nudo e dover sottoporsi alle "penitenze". L'atmosfera si riscalda rapidamente e quando Anna si offre ad essere la prima "al centro" ( non è una novità, la doppia a lei piace molto) siamo già tutti molto carichi e con la testa...al dopo. I primi orgasmi del 2011 sono così quasi proiettati nel dopo e Andrea rinuncia persino a leccare sua moglie "dopo", cosa che adora fare, per guadagnare tempo. Beviamo un po' della bottiglia che ci siamo portati in camera per un nuovo brindisi, ci rivestiamo ( ma che buffa sensazione ) chiacchieriamo mentre noi non nascondiamo certo nulla sotto le gonne accovacciate come siamo sul letto. E' Pino a rompere gli indugi baciando Anna sul collo: " Su ragazzi, se per favore andate di là che qui la signora mi deve dire delle cose molto riservate" scherza abbracciandola mentre Andrea mi prende per mano. I pochi metri ed il corridoio che separano le due stanze li facciamo per mano come se fossimo noi sposati da tanto. Il respiro è tagliato, quasi soffocato, i passi felpati ma la complicità alle stelle. Qualcosa che non dirò, non condividerò con Pino : è la prima volta nella nostra storia. Mentre faccio quei metri penso alle mie fantasie, a quelle che Pino conosce e forse Andrea no qualcosa da dirgli o da fargli che renda questi quaranta minuti memorabili ma il pensiero torna sempre e solo a quello che Anna dirà e farà a lui, a quello che Pino le racconterà. Quando chiudiamo la porta alle mie spalle ho deciso: non devo pensare a di là, ma solo a essere quella che sono e quella che mi va di essere ora... Non posso ovviamente scrivervi quanto accaduto in quella stanza perchè sarebbe come dirlo a Pino e i patti si rispettano. Posso solo dire ciò che ci siamo detti tutti e quattro un'ora dopo : è stato molto bello. La complicità e la fiducia dell'ignoto! Il bacio che ho dato a Pino rientrando in stanza ( e quello che si sono scambiati loro) aveva un trasporto diverso dal solito (e non solo per la battuta curiosa e porcella che ha fatto lui su un certo sapore che avvertiva...) (Che scoperta!) Era come dire anche questo spazio che non ti dico ti appartiene. Dopo, stando assieme di nuovo tutti assieme c'era qualcosa di diverso, nelle occhiate, nel prendere l'iniziativa, nelle frasi che ogni tanto denunciavano curiosità. Quando mio marito ad esempio mi ha preso dietro penetrandomi senza nessuna difficoltà mentre Anna mi toccava i seni ( ed il marito la scopava) poco prima di invertire gli uomini e che Pino mi venisse dentro si è chinato accanto all'orecchio e mi ha sussurrato "non è difficile capire cosa hai fatto di là a giudicare da come...scivola sai?" cercando di carpire un assenso, un segno di cedimento. Quando gli ho detto che certo non ero andata di là con Andrea solo per fare una cosa che lui mi ha vista fare altre volte e che non è solo la meccanica del rapporto che conta e che avevamo fatto ben altro, mi ha quasi spaccato in due dai colpi mentre veniva dandomi della porcellina e mentre io gli dicevo che certamente Anna con quella straordinaria bocca e con le sue fantasie non mi aveva fatto rimpiangere. A cavalieri invertiti poco dopo mentre Andrea rantolava dentro di me non ha trattenuto un " ma che cosa gli avrà detto Anna a Pino per renderlo così" indicando una delle più potenti erezioni che abbia mai visto di mio marito. Ci siamo addormentati in un vortice appiccicoso di schiuma e pensieri tutti attaccati ed incrociati. Io con nelle mani i due membri ormai scarichi, Anna che si lasciava carezzare ed esplorare da tutti. " Paola - mi ha detto piano mentre i due uomini dormicchiavano stravolti - ho ancora un colpo, ti prego... lo faresti...solo stavolta" . La mia mano destra era ancora piena di sperma. Ho lasciato il membro inerte di Andrea e ho cominciato a carezzarle il clito mentre lei spalancava le gambe evidenziando quella grande e pelosa fessura che ha e venendomi incontro con il bacino. So bene cosa le piace, cosa voleva da me e per una volta l'ho accontentata: forse è questa la fantasia che ha confessato a mio marito? Pochi istanti dopo la mia mano è sparita nella sua vagina con incredibile facilità ingoiata sino a tutto il polso e lei me la stringeva come un ossesso forte con i muscoli delle cosce venendo così. Mi è piaciuto farglielo anche se non è il mio genere. Io non ci sono mai riuscita. Quando poco dopo gliel'ho confessato che il mio no non era solo con loro ma...con tutti, sono stati tutti e tre complici e concordi che doveva essere la novità del 2011. E non ho potuto neanche reagire. I due uomini già mi avevano messa giù tenuta con forza a gambe spalancate mentre Pino aiutava Anna a lubrificare la mano per penetrarmi interamente. " Ti costringiamo Paola, vedi - mi ha detto- non sei tu a scegliere e se ci aiuti e fai la brava non sentirai dolore". Anna è stata delicata, esperta ma nonostante questo mi ha fatto male all'inizio. Ma solo all'inizio perchè quando ho sentito tutta la sua mano dentro come mai avevo fatto...l'ultimo orgasmo sulle sue dita, sul suo braccio che mi penetrava, me lo ricorderò davvero per molto.
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Esperto linguista 2009
Alto, più di quello che pensavo, elegante ed educato come ormai avevamo imparato a conoscerlo. Max, per messenger, semplicemente Franco nella realtà, fa il suo ingresso nel ristorantino di Bologna che lui stesso ha prenotato. Siamo arrivati qualche minuto prima del previsto e abbiamo deciso di aspettarlo nell’ingresso. Ci riconosce subito ( l’esserci visti ormai decine di volte in cam ha creato un clima di confidenza e cordialità) e ci abbraccia con trasporto. E’ stato il più fedele dei nostri fan ormai da 6 anni, ci ha seguito sempre nei siti, nei racconti, mi ha fatto compagnia spesso quando ero al lavoro, la sera, uno dei pochissimi “singoli” che mi ha vista in cam. “Paola, sei meglio che in cam” mente spudoratamente abbracciandomi come se fossimo vecchi amici e trasferendo la sua cordialità subito dopo a Pino. Guarda dritto negli occhi, stringe la mano deciso, mi sembra quello che ho sempre pensato: una persona autentica e schietta e non a caso abbiamo scelto lui. Del resto non potevamo fare diversamente. Quando abbiamo appena accennato alla ricerca di un instancabile linguista ha così insistito dandoci credenziali quasi “impossibili” che ci ha convinto subito. Ci avviamo al tavolo conversando sul governo, sul nostro comune sentire, sul tempo, sul traffico di Bologna dove lui lavora. Galante mi scansa la seggiola per farmi sedere. Non mi succedeva da quando avevo 18 anni! Una splendida cinquantenne , il patto con il diavolo, la sua fissazione, le 2000 foto mie che conserva. Ribadisce, come ha già fatto mille volte, che un guardone come lui ormai ha affidato a noi la sua sessualità con le migliaia di “fantasie bagnate” ( usa proprio questo termine insolito) che ha fatto su di noi e su di me. E di questo chiede perdono a Pino che sorride compiaciuto. “ Non ti avremmo scelto Franco, altrimenti” lo rassicura con un colpetto sul braccio. xml:namespace prefix = o /> La cena continua piacevole. E’ uomo intelligente e preparato, laureato, intuitivo e ci confessa che quasi non crede al nostro perfetto accordo, al nostro amore ormai di 25 anni. “Quasi tutte le coppie sono in crisi, specie quelle che fanno esperienze come voi. Siete quasi un mito sul web” aggiunge soddisfatto. Un mito non so, una rarità senza dubbio. Esperienze, si ma misurate, gli spieghiamo, sempre condivise (tranne rarissimi casi) , come del resto lui sa bene da grande lettore delle nostre storie. Ha un buon odore, un dopobarba piacevole non troppo dolce, o forse un deodorante stimolante e quei suoi modi affabili lasciano una piacevole sensazione di intimità. Vecchi amici si potrebbe dire. Ed è contento, davvero, emozionato come un bambino tanto da chiederci tre volte se non abbiamo cambiato idea, se davvero tra un po’ potrà salire in stanza con noi. Assicura di aver fatto tutto come previsto, la prenotazione in albergo, le due stanze, e continua a scuotere la testa alle nostre assicurazione dicendo “che bello che bello, un sogno”. “Non esagerare, come vedi – gli dico – sono una normalissima signora di 50 anni senza nulla di speciale”. Quasi si arrabbia nel sostenere che “ ciò che io trasmetto” è qualcosa di insolito. “ E se me lo consentirete, nei termini stabiliti, con l’educazione che ci vuole e il rispetto non facendo nulla di quello che non volete, ve lo dimostrerò”. Ci racconta poi del rapporto con la sua ex moglie, delle difficoltà, delle colpe che si assume senza riserve. In fondo sento che è ancora innamorato nonostante siamo trascorsi anni. A 40 anni è un bell’uomo, atletico, piacevole e devo dire che ciò che spessissimo mi ha mostrato in cam non mi dispiace affatto. Ma i patti sono patti. Lo so. Sono stata io a chiedere una trasgressione… linguistica, infinita. Mi piace troppo e so quanto mi eccita l’idea di un uomo che si dedicherà a me per quello tutta una notte. Solo quello. L’allegria cresce in fretta e al dolce ormai le sue gambe cercano le mie per un contatto che non gli nego. Neanche mezz’ora dopo siamo già in camera io e Pino attendendolo con calma, le luci soffuse, la gonna nera che ha chiesto lui, le autoreggenti con quella magliettina rosa che adora e slip neri. Bussa delicatamente alla porta, mentre Pino ed io stavamo iniziando il riscaldamento. Ha in mano una bottiglia di champagne (non prevista) e tre flut. Ne beviamo subito finchè è fresco, chiacchieriamo ancora e continua nella serie di complimenti alle mie gambe e alla mia sensualità. Ma ormai sta iniziando, forse a causa delle bollicine, a fare “caldo”. Gli confesso che nella nostra scelta le cose che mi hanno influenzato sono diverse. L’educazione, la passione, il suo attributo sempre molto piacevole da vedersi e così generoso in tutto, e quella lingua lunga quasi incredibile che ci ha mostrato. La estrae per dimostrare che non si trattava di un trucco dell’obiettivo. Mai vista così lunga! Una cosa impressionante, tre dita più lunga di una normale. Tra boccacce e risate, e tre flut siamo al dunque e sento che il languore e la curiosità sono al punto giusto. “Devo andare un attimo in bagno e poi sono subito da voi” dico ad entrambi alzandomi dalla poltroncina ed interrompendo l’estasiata visione delle mie gambe che stava facendo Franco. Si alza anche lui. “Scusa Paola, se posso, davvero non prenderla male, e ovviamente fai quello che vuoi ma... potrei farti una domanda intima prima?” Pino ed io lo guardiamo sorpresi. “Certo, di pure” “Ecco, scusa se mi permetto, ma… vai a fare pipì?” Rido per il suo imbarazzo. “Certo, con quello che abbiamo bevuto… pipì e meraviglioso bidè per tua e mia tranquillità” rispondo tra il sorpreso e il divertito. “Mmmh, sentite, senti Pino, anche se non concordato anche se potete mandarmi via, io ci provo. Posso accompagnarti ( anche con Pino , si intende ) vedere, aiutarti magari con la mia mano e fartelo io il bidè. Posso? Scusatemi ma per me sarebbe un sogno, è una cosa che attendo di fare da una vita e neanche la mia ex moglie ha mai voluto?” Mi siedo di nuovo. “Questo Franco non me l’avevi mai detto. Ho notato che ti eccitavano le foto in cui si vede che la facevo, ma non pensavo sino a quel punto, sino all’espressione terrorizzata che hai assunto ora. Tranquillo non ti mandiamo via. E’ naturale che tu dica cosa ti piace”. Ci rifletto un attimo. “ Che ne dici Pino?” Mio marito sospira, alza le spalle. “Se a te Paola va bene non ho problemi ma io non ne sono appassionato e quindi mi fido, vi lascio soli. Vi aspetto qui e mi spoglio intanto”. “Davvero, davvero posso?” sembra impazzito. “Non ti preoccupare Pino lascio la porta aperta, tranquillo, io … no so, non so cosa dire sono emozionatissimo”. “Vieni” gli dico tendendo la mano, e “ niente porta aperta, mi da fastidio. Pino si fida, la chiudiamo e mi dici quello che vuoi fare”. Incrocio lo sguardo di mio marito che sembra avere un gesto di fastidio ma torna subito a sorridere. Così impara! Mi trascino Franco per mano sino all’elegante e grosso bagno, entriamo e chiudo la porta alle sue spalle, a chiave. Lo voglio far…morire a quello di là. Franco mi guarda estasiato. Restiamo imbambolati qualche secondo. Poi decido di rompere gli indugi. Guardandolo negli occhi mi sollevo la gonna, resto qualche istante ferma per fargli guardare gli slip che comunque già osservava in poltrona e poi senza mai distogliere lo sguardo da lui mi tiro giù lentamente le mutandine. Mi ha già vista nuda in cam molte volte ma il suo mugugno ora è speciale. Le appoggio su lavandino, tiro bene su la gonna e mi siedo sul water. “Allora su? Che devo fare” gli chiedo piano con fare sensuale. Si scuote,” Che spettacolo che sei Paola, posso davvero avvicinarmi e guardarti mentre la fai?” “Certo ,quello che vuoi, ma non così vestito. Mi sembri un baccalà. Mi pare giusto pareggiare”. “Ma davvero vuoi… ma Pino…” . Gli sorrido “ Levati tutto su , senza problemi”. Impiega due secondi. Quando sfila lo slip nero il suo membro, che conosco, svetta deciso, bello, elegante, più robusto di quello di Pino, trasmette la sensazione di potenza e pulizia. Nudo si siede per terra, sul tappetino della doccia, e si precipita scivolando sul pavimento davanti a me, tra le mie gambe che timidamente, cortesemente spinge con la testa ed una mano ad aprire bene mentre sto seduta. Eseguo e scivolo sulla tavoletta verso di lui che poggia il viso sul mio interno coscia facendomi venire i brividi. Non ho mai confessato a Pino, mi sorprendo a pensare, nonostante tutto quanto mi piaccia quello che sto per fare. Pipì davanti ad uno. Sono eccitata, si vede forse dalla sua posizione e mi viene spontaneo mettergli la mano sui capelli. “ Vado Franco?”. Ansima, con la sinistra se lo prende in mano. “Aspetta aspetta, ti aiuto, così viene meglio. Posso?” “Si” gli dico mentre vedo che allunga timido la mano. Il contatto della sua mano con le grandi labbra dischiuse mi provoca un tremore. Sono calde e la sua mano fredda. Delicatissimo, sfiora la mia pelle bollente, la punta delle sue dita divarica, sfiora, titilla appena. E mi fa trattenere perché non muove la mano da quella posizione. “Fai pure Paola, ora” mi incita. “Ma così?” chiedo con la voce strozzata dall’emozione e dal piacere di quel contatto. “Si pisciami sulla mano” mi risponde abbandonando la sua educazione e iniziando a masturbarsi forte con l’altra. Qualche secondo, mi concentro, e finalmente ce la faccio. Al contatto con il liquido caldo lui comincia a impazzire dicendo “bello,bello,bello” in rapida successione immergendo la sua mano, girandola, toccandomi senza tanti complimenti bene tra le gambe ma senza penetrare, sfregando e facendomi sentire il bagnato. Così facendo qualche schizzo mi finisce sulla calza, persino sul suo viso e in quel momento, in pochi secondi, che ha un sussulto, un lamento e il primo getto di seme bianco esce dal suo uccello, come una fontana di piazza, di alza libero per trenta,quaranta centimetri, supera le mie gambe, ricade sul mio interno coscia mentre lui geme e ne emette un secondo ancora più alto. Continua a segarsi veloce finendo senza problemi mentre io sto terminando il mio bisogno sulla sua mano e nel water. Nel movimento mi sfiora il clitoride, lo attiro a me. L’odore di sperma è forte e a quello non resisto. La sua mano bagnata mi tiene forte tra le gambe e gli vengo in mano gemendo anche io. Nell’istante in cui Pino cerca di entrare in bagno. “ Paola tutto bene” mi chiede quando si accorge della porta chiusa. “ Certo” gli rispondo ansimando e alzandomi subito dal water per aprire la porta mentre Franco è ancora li a terra accanto al water in un mare di sperma. Apro ancora gocciolante, e con l’autoreggente bagnata dal suo liquido. “ Vedi, mi ha fatto venire mentre stavo facendo pipì ed ha sborrato anche lui” ed indico le vaste macchie a terra sulle mattonelle. “Eh vedo, porcella. Ma…” “Tranquillo tutto nei patti” “Ok certo, sicuro! Immagino! dai vieni” Lui si alza di scatto, il pene ancora turgido ballonzola. “Scusami Pino, scusa ma è troppo, troppo e se mi consenti ci penso io a lavarla… a mio modo, posso?” “ A questo punto, se mi dite che posso fare io “ risponde un po’ incazzato. E’ in slip. Lo tocco sugli slip e sento che è molto eccitato e gli sorrido. Capisco quello che Franco vuole fare. “Vieni Pino credo che tu abbia proprio bisogno ora…” Lo prendo per mano e lo porto sul letto. Mi sfilo la gonna, lascio le calze, mi stendo e gli indico la mia bocca. Si sfila anche lui lo slip e mi è accanto offrendomelo duro e fremente. Lo imbocco piano piano, circondo con le labbra il glande, dò piccoli colpi di lingua raccontandogli piano quello che è successo in bagno tra una succhiatina ed un ‘altra e spalancando le gambe quando sento che Franco ci ha raggiunto sul letto e sta prendendo la sua posizione. La sua lingua arriva come un pugno sui miei peli bagnati frugando tra le grandi e piccole labbra, andando decisa dentro mentre sento il suo fiato caldo, la sua bocca sul clitoride. Un piacere fortissimo se penso a quello che sta facendo, leccando come un gelato ,di gusto, con passione spatolando con lunghi movimenti della sua immensa lingua che esce ed entra come un cazzo. Pino ha sentito e spiato, io vado subito sull’orlo dell’orgasmo lui lo capisce e non fa nulla per trattenersi. E’ giusto. Le prime contrazioni sono chiare. Stringo le labbra attorno al suo glande ricevendo in gola i densi lanci. Ingoio mentre la lingua di Franco trova il bottone giusto e i denti, premendo la dove devono, mi fanno venire con violenza improvvisa. Mi lamento a bocca piena, quasi soffoco per tutto lo sperma che mio marito continua a riversarmi in bocca. Tanto che devo prendere fiato, mollare la presa della labbra, farne uscire un fiotto che cola sul cuscino. Un tremore che ci unisce, Pino ed io, senza neanche più pensare a Franco. Che silenzioso si alza. Mio marito crolla accanto a me. Il nostro abile linguista va al tavolino versa ancora champagne nei tre flut. Ce ne porta due ossequioso e riverente, nudo come un verme e con il cazzo svettante e ondeggiante. Ridiamo per la strana mise del singolare cameriere. Mentre sorseggio gli racconto, non so perché, dell’incontro con la nostra amica Luisa, della notte in tre, di due mesi prima, quello che mi serve forse per giustificare qualche licenza che mi sono presa. Ero in credito con Pino. Entro in qualche dettaglio in una situazione surreale con lui nudo ed eccitato che mi ascolta imbambolato in piedi. Pino si alza. Ascolta sorride. “ ma sei venuto per bere e oziare” chiede con tono divertito a Franco. “Su al lavoro” lo incita e mi fa cenno di tirarmi su. Lo seguo. Mi abbraccia e poi mi piega verso il letto. “ Su Paola, a quattro zampe sul letto” Mi sistema lui steso, allargandomi le gambe , facendomi abbassare il bacino, per mettere in evidenza le mie natiche che allarga e sistema. “Dai campione della lingua – fa al nostro amico – mentre mi faccio una doccia leccala così e per quando torno me la devi aver fatta venire un paio di volte. Fai vedere cosa sai fare così a pecorina”. Pino si allontana e mi lascia in quella posizione mentre chiudo gli occhi, sento che Franco si sistema, tira vicino la poltroncina e qualche istante dopo le sue dita dischiudono le natiche e la lunga, calda lingua inizia a raspare, ad esplorarle bene, a girare attorno al buchino, a scendere, a rinfrescarsi negli umori più sotto che scendono abbondanti. Avvolge il clito torna su, spinge apre la vagina e si tuffa dentro, penetra come un bastone di carne morbida, torna su e ripercorre il centro del solco. Rallenta, per la prima volta mi da un ordine:” spogliati nuda”. Eseguo in silenzio e mi rimetto in posizione e riprende a leccare: indugia senza vergogna sul passaggio più stretto, con la punta lo forza, spinge forte va dentro, riemerge e scivola sotto, in un movimento veloce e saettante che si rallenta solo quando assaggia la penetrazione in tutti i punti possibili senza fare differenza in una equa e democratica divisione della sua saliva, delle sue labbra che ogni tanto stringono e mordono mentre spingo verso di lui il bacino. Il primo orgasmo arriva con la complicità della sua mano quando la lingua ha varcato la porta stretta del piacere e le sue dita stringono da dietro forte sino a farmi male il centro del piacere. Urlo stavolta. E crollo sul letto. A pancia in sotto, tirandomi su in modo di appoggiare anche le gambe stanche ed i piedi sul materasso. Chiedo un attimo di tregua. Ma lui non cede. “Scusa Paola ma Pino ha detto due volte” . Viene sul letto, fa una cosa inattesa: mi cavalca ma con il sedere nudo che poggia sulle mie spalle, le ginocchia sul letto lungo i miei fianchi e si china in questo 69 al contrario per continuare a leccarmi dietro il solco, i glutei che mordicchia, e la sua lingua infinita raggiunge pure la vagina in fiamme. Sento le sue palle appoggiare tra le mie scapole, il duro del suo uccello schiacciato sulla mia schiena. Una posizione assurda eppure straordinaria, quella in cui ci trova Pino ( lo sento perché non posso vederlo) quando torna dal bagno. “ Ah ecco bravo” gli dice mentre io comincio ad agitare il bacino cercando la sua lingua che entra ed esce e le sue mani per aiutare il dischiudersi toccano tutto. “Bene Franco ma ora tiemmela così, approfitto del tuo bel lavoro e vediamo se…” sento lui che si solleva dal fiero pasto, tenendomi ancora le natiche dischiuse, poi il letto ondeggia, Pino mi si fa sopra, cerca una posizione difficile ma sono bloccata e non posso aiutarlo se non spingendo in alto il bacino. La saliva e le lunghe leccate mi hanno preparata. So cosa sta per fare mio marito e cerco di agevolarlo cercando di contribuire alla dilatazione che le mani di Franco mi impongono. E il membro di Pino ha solo una piccola esitazione ma trova la strada più stretta scivolosa e sgusciante grazie al nostro linguista. Il primo colpo di Pino è appena doloroso ma sono quasi anestetizzata. Così quando inizia il lavoro avanti indietro e le mani di Franco lo accompagnano serrando o aprendo i miei glutei mi sembra di impazzire. Non capisco come possano stare entrambi sopra di me ma il loro peso è piacevolissimo. Ma stanno scomodi. Franco si alza e ci aiuta a girarci senza farlo uscire. Continuo a tenere gli occhi chiusi. Ora Pino è sotto io con la schiena sulla sua pancia,sopra, le gambe spalancate. “ Brava” mi dicono entrambi” . Pino riprende piano, faticosamente sollevandosi e spingendo, il movimento dietro. Ma Ora Franco lo sento chinarsi tra le mie gambe il suo fiato caldo e di nuovo quella straordinaria lingua che invade la mia vulva bollente, la schiude ancora di più, la penetra a pochi centimetri dal membro di Pino dentro di me. Posseduta così non resisto neanche un momento. Sconquasso interiore, poca aria nei polmoni, gola arsa, scuotimento violento l’orgasmo arriva tremendo mentre Pino si sta scaricando nelle mie viscere e nei convulsi movimenti il suo membro esce e sento che ancora gli ultimi schizzi si calano tra le gambe, sulla vagina leccata ancora senza pausa da Franco. Altro che Luisa, qui abbiamo raggiunto il top mi dico mentre provo a riprendere fiato, stringo le gambe attorno al volto di lui e mi concedo un altro orgasmo a singhiozzo. Scivolo sul letto dal corpo di mio marito. Apro gli occhi. Pino e ko, Franco si solleva sorridendo. Ha la faccia completamente bagnata dai miei umori e anche dallo sperma di Pino. Persino i capelli sono bagnati. Gli occhi stravolti il suo membro enorme, turgido, rosso, sta per esplodere. Gli faccio cenno di avvicinarsi. “Bravissimo amico mio” gli dico allungando la mano afferrandogli il cazzo e tirandolo verso di me. “Scusa Paola, ma sto per venire, sai…” “Si , lo so” e faccio di si con il capo guardandolo negli occhi e avvicinandomi alla sua punta che sfiora le mie labbra. “Non resisto Paola scusa, se me lo tocchi…” Faccio di nuovo cenno di si mentre Pino si è tirato su e guarda. Tre quattro movimenti della mia mano lungo quell’asta così dura e lunga, il suo glande odoroso che sfiora il mio ,naso, le labbra e poi la liberazione con un tremito, un sussulto, la crema del piacere che parte decisa scavalcando il mio viso, infrangendosi con un onda sul materasso, sui miei capelli, una, due volte poi ad ondate più piccole che ricadono sul mio naso, le labbra, la gola, il seno nudo, persino sugli occhi costringendomi a chiuderli e lascio che il suo piacere mi scivoli addosso senza aprire la bocca e le labbra riempite. E’ stato bravo poi a pulire, a prendere asciugami bagnati per nettarmi, per rinfrescarmi. Sono stanca, sfinita. Non ho la forza di fare la doccia vorrei solo dormire. Nuda, gambe dischiuse sento Pino accarezzarmi i capelli. Passa un’ora così tra dormiveglia e silenzi pieni. “Bene se mi scusate” la voce di Franco che ha indossato gli slip ci risveglia “forse è ora che vado”. “E no l’ hai svegliata e la devi far riaddormentare” ride Pino. “ Su sai come si fa” e mi apre le gambe indicando l’ultimo lavoro che deve compiere il nostro leccatore. “Pino sono sfinita, non so se…” ma tanto è inutile. Quando lui si tuffa di nuovo e inizia il lavoro paziente e lento il piacere torna ad avvolgermi ma sono davvero stanca e lo lascio fare prendendo quelle carezze di lingua come relax. Pino mi parla io mi lamento piano, mi dice quanto sono brava, come l’ho fatto godere, mi dice cose oscene che mi eccitano ma sento che l’orgasmo è difficile. Glielo confesso: quella lingua calda è bella meravigliosa, instancabile ma così non riuscirò più a venire. “Certo con quel cazzone che ha” dico piano a mio marito. Ride. “ Che porca, che porca! Ne approfitti perché sono sfinito” dice forte. “Ti piace quel suo cazzone, vero Paola” mi domanda con durezza e facendo in modo che lui senta. “Si” rispondo piano. “Come hai detto? Su diglielo forte” “Mi piace quel suo cazzone” ripeto ormai vinta. “Sentito Franco? Su falla contenta” Lui si stacca esita. “Ma davvero? Davvero posso”. Mio marito mi piega le gambe le apre ulteriormente affinchè non abbia dubbi sulla sua determinazione. “ Su avanti, dici che la desideravi tanto” Lui si sfila gli slip lo intravedo appena il guizzare del suo bel coso. Poi mi viene sopra, delicato, la mano dischiude, cerca, ma sono un lago tra saliva e umori. Lo sguish che sento accompagna l’ondata di piacere del lungo membro che mi penetra piano piano sino in fondo laggiù dentro. Mi aggrappo alla mano di Pino che accarezza il mio seno. “ Su Franco ora goditi questo momento dopo tanti sogni. Scopala” Inizia un lungo percorso, lento, delicato ed improvvisamente rude. Sembra non finire più. Mi gode senza fretta assaporando il gusto delle penetrazioni lunghe e lasciandolo in fondo a sentire i miei muscoli che lo stringono, lo estrae piano per tornare improvvisamente dentro. Pino mi incoraggia, mi accarezza, ogni tanto nei momenti di maggior piacere gli mordo la mano. Poi dopo un’eternità di piacere lento, colpi più frequenti e frettolosi, un maglio di carne che apre, che penetra nel mio piacere che trasmetto a Pino portando ancora la sua mano alla mia bocca. I movimenti meravigliosi si fanno forti. Poi un affondo profondo che mi sta per far venire. Trattengo. Lui chiede “ Ma posso anche…?” “Si vienimi dentro” gli dico. Due colpi ancora profondi che accompagnano il mio orgasmo mentre Pino stringe il capezzolo con una mano e io ho in bocca due dita dell’altra gemendo finchè lo sento scaricarsi dentro di me mentre mi spalanco tutta per accoglierlo per fargli sentire il mio gradimento a questo suo dono. Mi tiro su con il busto accompagnando le mie e le sue ultime contrazioni e stringo l’uccello tra le cosce mentre esce. E’ l’ultima cosa che ricordo prima del sonno. Prima di svegliarmi il giorno dopo accanto a Pino che mi ancora mi abbraccia tenero dormendo profondo.
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Quattro tiranne 2007
“Per me è un’idea folle come te”. Abbiamo appena finito di ridere tutte e quattro dopo che Marta, sempre la più svitata, ha lanciato la sua proposta. Lucia ha le lacrime agli occhi ma non so se è solo per le tante risate o per una certa eccitazione che pure mi è sembrato di cogliere nello sguardo. “ Ti assicuro Paola che è possibile e direi che dopo anni di schiavitù e vessazioni sarebbe una bella rivincita”. Marta ribadisce con forza il suo credo molto femminista. “ Guarda che un conto è fotografare uomini nudi e fare una collezione come la tua che in fondo ha l’alibi dell’arte, della particolarità della proposta artistica, e tutt’altra cosa è quello che vorresti fare”. “ Lucia, su senza problemi, dimmi quant’è che tu lo desideri e che ti piacerebbe?” “Ad essere onesta non ricordo più neanche da quant’è che… non ne vedo uno” e ride sguaiata facendo sussultare il seno pesantissimo, i fianchi larghi, illuminando il suo viso tondo come solo fa quando la vedo attaccare un bombolone alla crema. Scuoto la testa contrariata e cerco inutilmente in Antonella uno sguardo di complicità. Come sempre lei tace, sembra estranea e alla fine farà tutto quello che dice Marta. “Ragazze, provo a ribadire, a me pare un progetto folle e anche rischioso. Ma come potremmo scegliere e poi dove?” “Intanto per scegliere non esiste problema”. Marta fa quell’espressione ambigua, il labbro sotto si sovrappone a quello sopra, tace un attimo e poi sentenzia: “ lo sceglieremo assieme tra le decine e decine di contatti che ho in messenger gente…. abituata a farlo in cam “. “ Pure questo fai? Ma sei proprio una zoccola. E torniamo a ridere di gusto”. “Il giusto, dai, il giusto. E poi Paola ci vuole tra noi un po’ di solidarietà. Se non lo facciamo tra noi amiche. Non dicevi proprio tu che siamo una squadra? Certo per te e anche per me è facile fare dell’ironia ma se Lucia ci chiede un favore… perchè non farglielo?. “ Ma tu sei bastarda dentro, imbrogliona di nascita. Lucia non ha chiesto nulla di tutto questo, sei stata tu a proporglielo” “Vero, Paola, ma solo dopo quello che ci ha detto più volte e che continua a dirci”. “Ma se iniziasse a mangiare di meno e a fare una dieta…” e mollo una pacca sulla robusta coscia di Lucia che per non farsi distrarre ha addentato il cornetto che come al solito Antonella ha lasciato nel piatto. Annuisce a bocca piena la nostra amica taglia forte, la “grossa amica” come si definisce quando io la presento come grande correggendo con autoironia il grande con grossa. Lucia sin da ragazza è sempre stata piuttosto robusta, questo è vero, ma negli ultimi 5-6 anni ha sostituito affetti e sesso con il cibo con risultati pesanti. Poi si lamenta che non ha uomini da tempo immemorabile e si chiude nel suo oltranzismo femminista. “Una mano ad un’amica in difficoltà… la negheresti?” e mi guarda con gli occhioni da cerbiatta. “Io posso anche capirti ma perché mi devi coinvolgere? Fallo da sola no?” China il capo da una parte come a dire ma che stai dicendo. “ Mi hai vista? Pensi che gli uomini facciano la fila per me come accade a te?” “Ma quando mai Lucia, non c’è nessuna fila per me, ho quasi 50 anni…ma ti pare”. “Non ti sono certo mancati uomini ed esperienze, no, Paola? Non credo tu possa lamentarti. Dunque se ti chiedo di fare una cosa per me…” “Sei scorretta e falsa come la tua degna compare Marta” e ridiamo ancora. Una eccitatissima Antonella apre la porta di Marta. Sento subito le voci delle altre due nell’altra stanza. Non faccio in tempo a chiedere scusa per il ritardo che lei mi prende per mano e mi trascina letteralmente nello studio di Marta. Le altre due sono davanti al pc, immerse e prese osservando almeno 6 o 7 finestre di messenger aperte e sovrapposte . In alcune si intravedono sopra le loro teste quasi incollate allo schermo, uomini nudi. La Cam di Marta è accesa, lei, in piedi chinata sa di offrire una veduta panoramica del… suo ampio balcone del resto volutamente lasciato piuttosto libero dall’ampia scollatura. Seduta alla tastiera c’è Lucia. Parlo piano salutando, ma rispondono forte: “il microfono non è acceso Paola tranquilla”. “ Che ne dici di questo?” Lucia mi invita con un gesto del capo ad avvicinarmi allo schermo. Marta si fa da parte. In primo piano ora un uomo piuttosto muscoloso, nudo, si tocca e l’argomento è consistente. Non faccio in tempo ad avvicinarmi di più allo schermo che quella stronza di Marta da dietro mi alza la gonna. “Ma stai ferma- le urlo cercando di abbassarla e resistendo anche a Lucia intervenuta a darle manforte”. “ Dai Paola fagli vedere le gambe, di noi sei quella che ce le ha più belle “ e ridono tutte e tre mentre con dolce violenza Antonella mi blocca le mani che in fondo mi lascio tenere senza troppo lottare, e le altre due completano il lavoro tenendomi la gonna sollevata davanti alla cam e mostrando il mio collant con sotto lo slip bianco. Lui dall’altra parte gradisce molto, interrompe per un attimo il suo lavoro frenetico sull’asta per scrivere un lungo mmmmmmm e un commento banale del tipo “che fica” ( mostrando intelligenza, sagacia, originalità e buon gusto) e torna ad impegnarsi a fondo mentre io mi sento un baccalà li in piedi, con le gonne tirate su dalle altre due e le braccia bloccate ormai per finta. Ci mette pochi istanti a concludere e nel momento in cui l’armamentario scompare nei fazzoletti mi libero approfittando degli “ohhhh che bello” di Lucia ed Antonella per ricompormi. “La prossima sega la fate fare voi , chi sono io la spogliarellista del gruppo? Se siete contente così…” “No che non lo siamo , infatti” ribadisce subito Lucia. Stavolta sei arrivata ultima e dovevi pagare pegno” E sogghignano tutte eccitate e divertite. “E’ che quello che hai visto è il prescelto. Così non da alcuna soddisfazione, quello che vogliamo fare è tutt’altra cosa”. Guardo la seggiola vuota inquadrata dalla sua cam. “ Lui lo sa cosa volete fare, glielo avete detto?”. Marta torna al posto di comando, fa alzare Lucia, si siede davanti al pc mentre il nostro uomo sta tornando e si siede anche lui. Ci avviciniamo tutte per leggere . “ Hai capito allora? Ti è chiaro? “ digita marta “Si a me sta benissimo”. “Le regole sono quelle che ti abbiamo detto. Sarai il nostro schiavetto, e come hai visto ne vale la pena, ma lo sarai con tutte e quattro , che ti piaccia o no. Ognuna di noi 4 di potrà fare quello che vuole. Siamo noi che comandiamo e tu ubbidisci” “ Si padrona” “Non potrai chiedere nulla, non devi toccarci ne fare altro. Solo stare ai nostri ordini. A Noi piace vedere uomini al nostro servizio che si masturbano davanti a noi le volte che vorremo. Ok? E se provi a fare cose non permesse prima di tutto siamo in 4 e le buschi e poi sei fuori per sempre” “Non temete, sarò il vostro servitore e farò tutto quello che vorrete farmi fare” “Bravo così, sei il nostro uomo oggetto, capito?” “Bene. Fisseremo noi la data e ti verremo a prendere al casello dell’autostrada. Salirai sulla nostra auto e quando saremo in città di metti giù sul sedile con un passamontagna e non saprai la via ed il numero .ok? Non devi essere in grado di rintracciarci, solo noi possiamo chiamarti” Guardo Marta: nello scrivere queste cose è perversa ed eccitata. “ Ti devi fidare e vivrai delle cose che non hai mai vissuto”. “Ce l’ho di nuovo duro padrona al solo pensiero” E abbassa la cam per mostrare che non mente. Antonella mi da un paio di colpi con il gomito. “Scusate padroncine- digita- ma dovrò anche vestirmi da donna?” Ci guardiamo. Abbiamo beccato proprio…. Marta è prontissima. “ Come osi? “ scrive “ Siamo noi a decidere cosa dovrai fare. Se ti vorremo vestire da donna ci penseremo noi. Devi solo ubbidire”. “Avete ragione perdonatemi, merito di essere punito per questo errore. Che devo fare?” “Intanto dacci il tuo cellulare e ci faremo sentire presto. La tua punizione visto che ti piace essere punito e ti aspetti che ti facciamo fare qualcosa, è proprio non fare niente. Dovrai restare così con il tuo coso duro senza toccarti e pensare a quello che ti faremo fare ma senza fare altro. Capito? E’ un ordine!” Geniale. Marta è geniale. Lui scrive un lunghissimo mmmmmmm seguito da un “agli ordini”. Digita il suo cellulare e Marta chiude il collegamento. Scoppiamo a ridere tutte e quattro. Pino non è affatto d’accordo. Ho dovuto dirglielo perché tra noi funziona così, non ci nascondiamo nulla, ma direi che non ha apprezzato proprio per niente. Non è tanto il gioco in se ( che peraltro per la prima volta tra noi lo esclude) quando perché ritiene che ci possa essere un pericolo. Non lo ha tranquillizzato molto sapere che il prescelto da ormai un paio di anni chatta con Marta e che siamo riuscire a farci dire indirizzo, telefono cellulare e fisso, e lo abbiamo verificato. Neanche il fatto che sia sposato e padre di un bimbo lo ritiene risolutivo. Ma alla fine ho cercato di fargli vedere la cosa anche dal punto di vista maschile, una perversione, un desiderio chissà da quanto soffocati e per lui l’occasione di vivere una esperienza più unica che rara. Perché dovrebbe rovinare tutto? Insomma alla fine, riluttante e contrariato, ma Pino ha dato l’ok. Ovvio che dovrò relazionargli tutto e ha tenuto a specificare che non vuole che io abbia nessun tipo di rapporto con quello. Mi pare giusto. Lucia ha messo a disposizione la sua casa dalle parti di Busseto. Sarà quella l’alcova . Tutto è pronto. Ci ritroviamo a casa di Marta. Andremo con due auto all’appuntamento. Viste così sembriamo quattro zoccole pronte ad una serata in strada. Abbiamo volutamente esagerato un po’ nel vestire, calze a rete, gonne corte e lo spettacolo di Lucia così conciata è veramente unico. Farebbe passare la voglia…a chiunque ma come punizione è esemplare. E’ una serata tiepida. Arriva alle 20,15 al casello, un quarto d’ora di ritardo. Si scusa ma Marta è inflessibile entrando subito nel ruolo: sarà punito. Sorride, fa si con il capo, sembra già eccitato nel vederci e anche se lancia ogni tanto inquietanti occhiate verso Lucia analizza con minuziosa cura le altre. E’ un po’ più basso di quello che sembrava in cam, niente male complessivamente. Antonella sale in macchina mia, lui va con Lucia nell’auto di Marta. La seguiamo cercando di immaginare che tipo di colloquio possa avvenire nella macchina davanti a noi. Da quello che sembra da qui si stanno divertendo molto. Dopo qualche giro Lucia gli porge il passamontagna e lui, solo sul sedile posteriore, si abbassa . Sembra la scena di un film. Ligio alle consegne non ricompare se non quando l’auto di Marta si ferma davanti al rustico ristrutturato di Lucia. Nel salottino sedute non stiamo certo a guardare i centimetri delle gambe scoperte mentre lui non perde un nostro movimento e cerca di spiare sotto le gonne. Nonostante abbia detto che non lo voleva, Marta gli ha affibbiato un bicchiere di vino ed è andata ad accendere le candele nella stanza. Gli spiego che questa prima seduta sarà da noi valutata con severità per sapere se è davvero all’altezza di essere nostro schiavo. Ribadisce di essere pronto a tutto. La stanza è stata preparata in modo straordinario: un luce soffusa, candele odorose, essenze, musica di sottofondo. Marta,che indossa una gonna di pelle nere perfettamente in ruolo, assume la direzione delle operazioni. Ci fa sedere su due seggiole ed una poltrona accanto al letto e lo lascia in piedi davanti a noi. “Bene ora spogliati e resta in slip”. Mentre si slaccia i pantaloni aveva gli occhi brillanti dall’eccitazione e troppa paura per dire qualcosa. Si toglie in modo un po’ goffo tutti i vestiti tranne lo slip bianco . “Ora?” domanda mentre è immobile al centro della stanza, in piedi, in un silenzio surreale. Marta non molla. “Non devi né chiedere né parlare se non te lo diciamo noi. Se ci va di tenerti in piedi li lo facciamo chiaro?”. “Certo padrona” “Ora stenditi sul letto”. Si avvicina al letto matrimoniale sul quale Lucia ha messo un bel copriletto rosso. Sta per chiedere cosa deve fare ma si trattiene a tempo. Ci scambiamo uno sguardo d’intesa e ci sediamo attorno ,sul letto. Io con le gambe rivolte verso di lui più vicino al tronco, Lucia dalla parte mia ma verso i piedi, Marta con la mini di pelle ancora più corta della mia parallela a me e infine Antonella seduta sui talloni ai piedi del letto. “Che ne dite ragazze ? fa Marta. Raccolgo subito l’invito ad entrare nella parte. “ Mah non so, un paio di chili di troppo, non ha molti peli e a me la cosa non dispiace… ma è veramente disponibile a tutto? Ubbidisce secondo te?” Lui si muove impercettibilmente sul letto denunciando eccitazione per questa situazione, guarda continuamente le mie gambe e quelle di Marta, ovviamente tiene le mani sulla testa “come fossero legate” gli ha detto la mia amica. “ Lucia tu volevi controllare no?”. La nostra corpulenta amica si sposta sul letto causando un affossamento. “Si aspetta”. Si alza, si china su di lui come per esaminarlo più da vicino, delicatamente prende l’elastico dello slip tra pollice ed indice di tutte e due le mani e lo solleva guardando dentro. Il membro reagisce subito: già era abbastanza turgido come denunciava il rigonfiamento ma ora svetta deciso facendoci sorridere mentre Lucia “involontariamente” lo sfiora abbassando un po’ lo slip per mostrarlo bene a tutte noi. “Si davvero bello , avevo avuto la sensazione che fosse notevole in cam ma visto dal vero mi pare ancora meglio”. “Esaminalo bene Lucia” Marta fa l’occhiolino. Lei molla di scatto l’elastico ed il colpo sul voluminoso contenitore dei suoi favoriti lo fa sussultare Con un “ah” appena sussurrato. “Ti ha fatto male qui?” Marta stringe decisione sullo slip. “Oh poverino ma se stringo così ti fa male?” “Siiii, sussurra tra il dolore e il piacere” Senza pietà gli riprende l’elastico dello slip e lo abbassa incastrandolo… sotto e mettendo in evidenza tutta l’attrezzatura. “Lucia controlla tu”. Lui si torce, si muove. Lucia va decisa sull’asta durissima. La prende in mano sollevandola ( i 22-23 centimetri erano appoggiati sula pancia) e la esamina come se stesse soppesando e valutando una verdura. Con l’altra mano prende sempre con pollice e indice la pelle che ormai ha scoperto completamente il glande e stringendo lo agita un po’ per la pelle. Lui mugola,spera in un contatto più deciso, del tutto indifferente alla mole di Lucia e con gli occhi ormai fissi tra le mie cosce. Lucia continua ad agitarlo come se stesse scuotendo qualcosa di bagnato da asciugare. Poi improvvisamente lo lascia. Antonella si alza e si avvicina a lui dalla parte opposta alla mia vicino alla testa. Si tira su la gonna e gli mostra le autoreggenti e gli slippini trasparenti. Non me l’aspettavo. Marta la guarda, ride e gli ordina: “ Ora hai abbastanza per iniziare la tua sega davanti a noi. Su masturbati ma lentamente e non provarti a venire se non te lo diciamo noi”. “ Si padrona” Abbassa la mano sinistra ( è mancino) che teneva sopra la testa e inizia piano il movimento. Antonella sempre con la gonna tirata su si siede accanto, la schiena verso la testa del letto in modo da guardarlo. Tutte praticamente gli giriamo le spalle guardando il suo movimento con la mano lungo la grossa e durissima asta. Stringe forte, scappella e ricopre la punta ma molto lentamente. Cominciamo a chiacchierare ( lo avevamo concordato) sui prezzi, sui vestiti, sugli slip come se lo ignorassimo e quello che sta facendo fosse normale. Marta ci fa vedere quello che indossa, ma Lucia è affascinata dal movimento della mano e partecipa a monosillabi. Ad un certo punto non ce la fa più ed interviene. “ Scappellalo tutto , fino in fondo, e resta così fermo , tira bene ma forte, bene, bene voglio vederlo cosi sino a quando non ti dico di ricominciare a masturbarti”. Esegue ubbidiente. La mia amica si china, lo osserva da vicino, intinge il dito indice in bocca con la saliva e poi lo passa sul filetto tiratissimo, due o tre volte, come fosse un’ intenditrice ad un assaggio. Lui sempre immobile con la mano ma si muove sussultando sul letto. “Fermo ,immobile con la mano, tira bene” Ubbidisce con sofferenza crescente. Continua a contorcersi impercettibilmente sul letto guardando le nostre gambe generosamente esposte. “ Vi prego se posso, qualcuna me la fa vedere per favore, sto buono immobile ma per favore…ti prego Paola fammela vedere”. Marta si volta di scatto.” Paola? Hai detto Paola? Ma come ti permetti? Si avvicina e gli stringe con forza l’areola del piccolo capezzolo attorno al quale i soli peli del petto dell’uomo. Lo torce decisa facendolo sussultare e poi si china e come se stesse lanciando una pallina sulla sabbia, colpisce duro uno dei suoi testicoli con il dito, con la schicchera. Sotto tensione lui emette un lamento forte ma non muove la mano che lo tiene sempre scappellato e durissimo, enorme. “ Ti avevo detto di non chiedere, no? Marta insiste- ora resta così”. Ma Lucia è ormai troppo eccitata e si tocca da sola. L’unica forse che lui non avrebbe voluto vedere… Si cala calze e slip e avvicina il viso al membro. “Guarda Marta?” esclama con una voce strozzata dall’eccitazione. Sulla punta del membro una goccia quasi trasparente sta uscendo… “Non starai per venire vero? Ci penso io a raffreddarlo”. Torna a stringergli le palle, stavolta infilando la mano tra la sua e lo slip e giungendo così’ sotto e stringendo con forza tanto che lui si lamenta ormai a voce alta. Passa qualche secondo così di immobilità e di silenzio e la stretta risulta decisiva perché il membro ha una lieve flessione. “Bene, Lucia rivestiti. Ora tu… masturbati lentamente davanti a noi quattro come un povero segaiolo. Pensa a quanta fica hai qui attorno e che non puoi ne vedere ne toccare. Esibisciti per noi stronzetto. Su segati come un porcellino…ma piano” Esegue con un sospiro di sollievo. Inizia il suo su è giù lento e ritmato, noi ci mettiamo vicine alle sue gambe. Antonella gli poggia una mano sull’inguine, Lucia dall’altra parte e con il dito sfiora i testicoli ogni tanto. “ Marta torna a parlare degli uomini che ha visto, di quanto siamo più dotati di lui, e ogni tanto lo rimprovera… piano , fai piano. Ora anche io ho voglia e penso che non sia il caso di fingere. Mi alzo, infilo la mano sotto la gonna, sfilo il collant e lo slip, decido di concedergli uno sguardo mettendomi in piedi davanti al suo viso, poi torno a sedermi sul letto e a guardare la sua sega. Mi tocco un po’ senza troppo pensare alle altre che, ogni tanto, fanno lo stesso. “Dimmi di te” gli ordina Marta forse per distarlo un po’, hai rapporti con altre con prostitute?” “No, solo con mia moglie ma lei non sa che io sono così…così…” “masochista e schiavo? Bene bene. A che punto sei schifoso segaiolo?” “Mie padrone dove volete voi, posso venire quando volete” “Ok… aspetta. Fermo un ‘altra volta . Scappellalo”. “ Ma non so se resisto…” “fermo!” Lui esegue resta immobile con il fiatone e si torce. Lucia interviene eccitatissima . “Marta senti, non voglio che macchi il copriletto, è un ragazzo sano e pulito… posso?” E indica con il dito la sua bocca. “Sei padrona di fare a lui quello che vuoi. Vero? “ Lui annuisce ormai al limite con la mano che lo tiene sempre fermo e durissimo. “Fatemi spazio ragazze”. Lucia è scatenata. Nonostante la mole si muove rapidissima, corre al cassettone e prende un grosso vibratore. Io per farle posto finisco vicino alla sua mano inutilizzata che ora tiene lungo il bordo del letto. Lucia si siede sul letto senza neanche un briciolo di difficoltà spalanca le grosse cosce e si infila in un attimo, in un battere di ciglia tutto il vibratore davanti a tutti. Lo tiene dentro di se qualche secondo, poi lo estrae e lo avvicina a lui. Si china e capisco cosa ha intenzione di fare. Per consolarlo e perché sto per venire, prendo la sua mano e la guido sotto la mia gonna. Penso che non si tratta di un rapporto,che non sto tradendo la fiducia di Pino, ma lo lascio frugare finalmente tra le mie gambe mentre Lucia spietata lo fa letteralmente urlare infilandogli senza troppe cautele il suo vibratore dietro e mentre lo fa si china e circonda il glande con le sue labbra facendolo scomparire nella sua grande bocca. Il viso tondo ha una smorfia curiosa. Gli appoggia la mano sulla sua e gli indica che ora può muoverla e riprendere una sega con movimenti brevi e piccoli. Lui ricomincia e con difficoltà: la cappella completamente in bocca alla mia amica che con una mano aiuta il movimento e con l’altra spinge sempre più dentro di lui il vibratore. Pochi secondi... poi o per la profondità della manovra e il dolore o per il piacere della sega lui emette un sibilo, un urlo e si muove sul letto quasi rantolando ma Lucia non molla la presa con la bocca anzi stringe persino con i denti. Quasi in preda a convulsioni salta sul letto mentre un rivolo denso e bianco esce dalla bocca di Lucia e percorre l’asta. Finalmente lei si stacca ed un fiotto bianco si riversa sul suo pene ancora durissimo uscendo dalla bocca di lei mentre lui urlando continua a masturbarlo freneticamente regalandoci gli ultimi sussulti e gli schizzi . In quel momento la sua mano tra le mie gambe si contrae entra con decisione con due dita e mi regala l’orgasmo che inseguivo mentre Antonella e Marta si toccano senza pudore. Marta viene così in piedi e Antonella si getta sul letto, incrocia le gambe sulla sua mano e unisce i suoi sussulti a quelli di lui. Una piccola pozza di sperma cola tra le gambe del nostro schiavetto, i peli del pube, la sua mano intrisa. Marta non rinuncia. “Bene, ma continua a segarti. So che è difficile e che a volte anche doloroso, ma continua come se non fossi venuto. Avanti”. Lui ha un attimo di esitazione. Riprende ma sembra senza voglia. Io sono stanca e mi allontano un po’ dal letto, Lucia si asciuga la bocca Antonella ancora è riversa sul letto ai suoi piedi. Marta osserva per un po’ la sega svogliata. Sembra riflettere. Finisce di calarsi le calze e gli slip, tira un po su la gonna di pelle e sale decisa con i piedi sul letto. Si mette a cavalcioni del suo viso, in piedi. Da quella posizione lui la può vedere nuda nei dettagli e la sega si rinvigorisce. Sorrido pensando alla perversione della mia amica. Poi si decide. Si china, si inginocchia in pratica si siede sopra la sua bocca tirando un po’ giù la gonna a coprire la sua lingua che fruga frenetica. “ Su porco schiavetto, lecca la tua padrona e fammi venire nella tua bocca e segati ancora” gli ordina. Lui coscienzioso esegue. Il membro torna duro, durissimo bagnato e intriso del primo sperma, mentre nel silenzio totale si sente la lingua dell’uomo vagare negli umori di Marta. “Ecco , su forte, così urla lei…bevimi, bevimi tutta” e sussulta con violenza sul suo viso emettendo quasi uno stridio al sopraggiungere dell’orgasmo mentre Antonella che si era tirata su in quel momento riceve, forse senza volerlo, qualche spruzzo del nuovo orgasmo dell’uomo proprio in viso mentre lui con rabbia e forza esegue gli ultimi colpi su è giù. “Come sono andato?” E’ la prima frase che ha il coraggio di pronunciare dal suo orgasmo e la pronuncia risalendo in auto. Marta ride. “Non male ma bisogna approfondire, vero ragazze?” Su questo punto siamo tutte d’accordo
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13 anni fa
paolapino,
50/50
Ultima visita: 13 anni fa
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Oggi
oggi all'ora di pranzo ho incontrato un ragazzo....non volevo neppure vederlo anche perchè ha 12 anni meno di me e mi chiedevo come mai questo ragazzetto si è preso una fissa per me?... ho scelto un'abbigliamento un pò curato...gonna nera stretta con spacchetto laterale, stivale non molto alto....ma, sotto una lingerie da urlo... volevo fargli ribollire il sangue appena avesse appoggiato gli occhi su di me...volevo fargli bruciare la voglia sotto i pantaloni solo al pensiero di cosa sarebbe potuto succedere tra di noi... sono arrivata un pò in ritardo trafelata, con i miei ricci scompigliati dal vento...le guance un pò arrossate per la corsa...odio arrivare in ritardo.. gli avevo dato appuntamento all'una davanti alla porta della beneton per il corso... prima di convincermi ad incontrarlo gli avevo messo tante condizioni..ero stata chiarissima, ci incontravamo in un luogo affollato, non avrebbe avuto il mio numero di cellulare solo io il suo, se non mi piaceva e non scattava niente nella mia anima si sarebbe fatto 200 km inutilmente perchè non ero ne una crocerossina ne una mercenaria quindi facevo sesso solo se ero convinta... lui era felicissimo di accontentarmi in tutte le mie richieste e questo mi faceva ancora di più avere dubbi...o era scemo o aveva veramente fiducia in ciò che era... più mi avvicinavo al luogo stabilito più mi sentivo un formicolio partire dalla nuca e scivolare per la schiena.... davanti alla porta del negozio c'era un ragazzo alto, magro.. capelli neri come il carbone, ritti ...aveva degli occhiali a specchio ...con un moncler stretto su di un fisico niente male... i pantaloni un pò a bracarella....lui mi vede e prima che io possa presentarmi mi corre incontro come se avesse visto una vecchia amica di sempre, mi abbraccia mi stritola, mi schiocca un paio di baci a stampo sulle guance...era lui... andiamo a prendere un succo di frutta nel bar accanto, ed io troia dentro, mi metto seduta accavallando le gambe mostrandoli il reggicalze che faceva capolino dallo spacco... lui senza dire niente ci mette subito la mano giocandoci con le dita... si questo ragazzo fa per me... pago io....lui ancora studia...mi sembrava meglio fare così anche se si mette a discutere sul fatto che l'uomo è lui....la cosa non m'interessa gli appoggio una mano delicatamente sulla bocca.. "zitto" gli prendo la mano e lo porto via con me... lui mi segue fiducioso...credo che abbia capito al volo la mia decisione... arriviamo al parcheggio, alle 13,40 era deserto.... arrivati alla mia macchina lui mi appoggia allo sportello e mi bacia...mentre la lingua giocava con la mia, le sue mani scorrevano per tutto il mio corpo......indugiavano sul sedere....per poi risalire...fino al mio collo per farmi inclinare la testa indietro e leccarmi la gola e i lobi delle orecchie.... siamo saliti in macchina un pò ansimanti.... l'ho portato direttamente a casa mia.... una pazia forse..... abbiamo parcheggiato la macchina....aperto il portone...preso l'ascensore.. tutto in silenzio...senza chiederci nulla.... arrivati davanti alla porta di casa....... mentre infilavo la chiave nella porta lui si è appoggiato....ho sentito il duro del suo cazzo spingere sul mio sedere.... mentre mi spingeva verso la porta cominciava ad alzarmi la gonna... per fortuna sono riuscita ad aprirla prima che qualcuno ci vedesse e ci siamo ritrovati nel mio salotto.... mi ha spinto di spalle.. cercavo di togliermi la giacca ma, lui pensava ad altro... mi ha appoggiata al divano, piegata a 90 gradi... mi ha alzato la gonna..... il reggicalze faceva da cornice al mio culo tondo senza altra copertura.... mi ha fatto inclinare fino a schiacciarmi il viso contro i cuscini del divano... e con la lingua ha cominciato a leccarmi con passione....succhiava le mie labbra....ed io gemevo di piacere....sembrava mi scoppiasse da quanto era gonfia ed eccitata... "aspetta" "fermati un attimo abbiamo tempo" "ti voglio, non sai quanto ti desidero..." "mi avrai e mi godrai al massimo..." l'ho spogliato lentamente...era bellissimo.... poco pelo sul petto...ci passavo la lingua mentre gli toglievo la maglietta... poi scivolavo in ginocchio per aprirgli i pantaloni..... aveva un paio di boxer tutti colorati a righe....profumava di bucato fresco... l'ho tirati giù... ho iniziato a leccargli le palle, le succhiavo...ci giocavo con la lingua, mentre con la mano andavo su e giù sul suo cazzo che era durissimo come il marmo.... ho cominciato a leccargli la cappella..... e lui mi rigirava le dita fra i riccioli... poi mi sono alzata...ho cominciato a spogliarmi da sola con movimenti lenti......come se fosse un ballo... mi guardava eccitato...mi sono mossa davanti a lui finchè non sono rimasta con il reggicalze, le calze chiare....e un balconcino....tutto il completo non era nero ma, un leggero color dorato...era perfetto sulla mia pelle leggermente abbronzata. "mangiamo qualcosa" "prima?" "prima o dopo non ha importanza ho voglia di mangiare su di te..." ho preso tante cose dal frigo e dagli scaffali e le ho appoggiate sul pavimento... ho steso una tovaglia a terra e ci ho fatto sdraiare lui sopra.... per primo ho preso il ragù che era tiepido.....me lo sono fatto scivolare dalla pancia alla passera fino a che non si è sciolto tra le grandi labbra... mi sono seduta sopra di lui... "lecca...senti se ti piace il sapore" mi leccava con voracità, mangiava i pezzettini di carne mordendomi con delicatezza la pelle.... "l'ho finito che altro c'è?" ho preso delle verdure grigliate le ho fatte a pezzettini e gli ho dato anche quelle nella stesa maniera.....avevo tutta la fregna oliosa.... ho preso una crema di tonno e l'ho spalmata sul suo cazzo duro..... ho cominciato prima a leccarla poi a succhiarla mi sono messa su di lui a 69 e ci siamo leccati a vicenda con armonia e tanta libidine...lui mi allargava con le mani per far entrare meglio la lingua...ed io lo prendevo tutto in gola fino a farmi soffocare.... mi sono girata e gli ho fatto allargare le gambe.. ho cominciato a leccargli le palle e scivolavo sempre più giù con la lingua... fino al buco del culo che ho coominciato a leccare e succhiare mentre con le mani massaggiavo il suo cazzo ritto... gemeva di piacere... ansimava.....il respiro era sempre più affannato....mi ha preso per i capelli.... mi ha sdraiato con la schina sul pavimento e a gambe larghe ha cominciato a scoparmi..... tutto dentro... sentivo le palle che sbattevano per entrare....mi baciava, mi leccava, mi succhiava le labbra.... mi mordeva i capezzoli... mi ha alzato ancora di più le gambe e scendendo con il viso ha cominciato a leccarmi il culo per bagnarlo...per poi entrarci meglio... quando è stato soddisfatto del suo lavoro ci ha appoggiato la cappella...piano piano ha cominciato a spingere..... l'ha fatto entrare tutto senza dolore.....e adesso passava dalla fica al culo con divertimento.....ho deciso di dirigere io il gioco e mi sono messa sopra di lui a gambe larghe... lo facevo uscire ed entrare a mia scelta...lui mi stringeva le natiche tra le mani... mi allargava quando scendevo per farlo entrare di più... "come sei bella" "dimmi che sei mia....la mia troia segreta" anche da quella posizione me l'ha messo nel culo..... non sembrava un ragazzetto di 24 anni....era molto meglio di un uomo di 40... era attento ad ogni dettaglio.... "ti posso venire dentro?" "si basta che sia tanta sborra.....mi piace esserne piena...." mi ha voltato verso si lui, mi ha abbracciato infilandolo tutto dentro.....avevo la coscia aperta sotto il suo corpo...e lui mi teneva stretto a se...... l'ho sentito muovere prima più veloce poi più lento...fino a che mi ha pienata di succo caldo.... chiudeva gli occhi mentre veniva ed era splendido vederlo.... si è fermato e scorreva le mani sul profilo del mio corpo..... succhiava i miei capezzoli con golosità... e la sorpresa è stata quando dopo pochi minuti.....era di nuovo duro e pronto a farne acora... questa volta mi ha messa a pecora ed ha cominciato subito ad incularmi....le palle battevano sulle natiche, ogni tanto mi dava qualche schiaffetto a mano piena sulle natiche....mi teneva stretta con le mani e mi spingeva a se con forza.. ha continuato ad incularmi finchè non è esploso dentro di me come una bomba.....la sua crema calda scivolava tra le mie gambe.... siamo andati a fare un bagno caldo.....era arrivata l'ora di salutarci... fuori il sole era calato e il pomeriggio stava per dare spazio alla sera... lui doveva tornare a casa.... a malincuore ci siamo rivestiti...siamo usciti di casa e l'ho accompagnato alla sua macchina..... martedì torna!!!! non vedo l'ora...e meno male che era un zagazzetto...
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13 anni fa
admin, 75
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Ancora uno sprtz, grazie
Ancora uno spritz, grazie Guardo la gonna rossa muoversi senza ritegno nel tentativo disperato di seguire i tuoi scatti nevriti. Tutti i giorni vengo a prendere l’aperitivo in questo bar del centro per godermi la danza erotica che involontariamente provochi spostandoti per i tavoli da servire. Un sorriso disarmante su una lieve pronuncia straniera. Cerco d’immaginare la tua storia, mentre, t’avvicini; - Il solito? - Sì certo, il solito… Sorrido al pensiero che io, non ho mai avuto un “solito.” Tra poco tornerà con uno spritz corretto con campari e mi lascerà le solite patatine di contorno. Quel giorno, la prima volta che l’ho vista, ho ordinato uno spritz e quello, è diventato il “ solito” Elena di San Pietroburgo, la ragazza dell’est che si mantiene l’università facendo la cameriera. Guardo il piccolo grembiule che cerca di proteggere le sue forme piene, mentre, torna sorridendo. - Vuoi qualcosa d’altro? Certo che lo vorrei, ma non credo sia il momento giusto per chiederlo: deglutisco, affogando il mio desiderio nello spritz… - Per ora sono a posto, magari dopo… Ho sentito un calore intenso salire dal basso ventre, quando ho detto quella frase, chissà se ha sorriso per quello, o solo perché lo fa d’abitudine. - Allora passo dopo… Il “tu”, è stato spontaneo sin dalla prima volta, come il desiderio d’averla. S’accarezza con civetteria i lunghi capelli biondi e si gira verso un altro tavolo dandomi un ulteriore dolce dolore sessuale: vedere i suoi fianchi larghi e quel sedere pieno, è un colpo basso per la mia libido. Con il bicchiere in mano sospeso a mezz’aria, cerco d’immaginarla, mentre si spoglia e s’adagia oscenamente su un letto, o meglio ancora, mentre si piega sul mio divano di pelle nera, alzando le natiche nude, con lo sguardo girato ad incrociare i miei occhi. Niente parole… Solo sguardi. - Non bevi? La realtà torna prepotentemente. Sono ancora con il bicchiere in mano, pieno dell’intruglio che ho ordinato, il ghiaccio si è sciolto. Gli sguardi s’incrociano: cerco d’uscire da questa situazione imbarazzante. - Stavo pensando e mi sono perso nelle mie fantasie… - Bello fantasticare, ma, la realtà, è più piacevole… Questa volta gioca con le mani nervosamente e il suo sguardo e penetrante, troppo penetrante. Lanciati Maurizio, non perdere l’attimo fuggente… Qualcuno da dentro il bar la chiama; - Arrivo! Risponde contrariata; - Passo dopo a vedere se hai bisogno d’altro… Dio, come vorrei che quella frase lasciata cadere ad arte, possa avere lo stesso significato che voglio io... Vorrei slacciare quella camicetta bianca che nasconde il suo seno, accarezzare piano la pelle e goderne ogni centimetro e, vorrei scendere alla gonna per farla scivolare piano per poi riportarti sul mio divano nero per ricominciare da dove ci siamo fermati… Ti seguo nei tuoi movimenti lavorativi, mentre, fantastico su come ti possiedo. Nessuno può fermare il mio desiderio mentale. Mi sembra di vedere le tue labbra strette attorno al sesso: immagino i gemiti… Sono fuso, completamente fuso… Ingurgito un sorso di spritz per calmare i miei bollenti spiriti, ma il risultato che ottengo, è esattamente l’opposto; lei, vede il bicchiere vuoto e torna al mio tavolo a ricordarmi il desiderio. Sfacciatamente bella nella sua innocenza, oppure, sfacciatamente provocante nella mia stupidità ottusa. Ho l’età della ragione e la voglia del ragazzo. - Hai deciso se vuoi qualcosa d’altro? La guardo, entro dentro di lei, sento il ticchettio del cuore che salta qualche passaggio; - Vorrei te, credi sarà possibile ordinarne un tot che non mi faccia male? Sorride: un sorriso solare pieno di gioventù e simpatia, di quei sorrisi che t’ammaliano e ti stendono, qualsiasi significato abbia; - Non c’è bisogno che ti ubriachi di spritz per chiedermi di uscire: da noi gli uomini sono molto più decisi, ma, anche molto più freddi…credevo non me l’avresti mai chiesto, eppure, ho fatto di tutto per farti capire che mi piacevi. - Ho fatto proprio la figura del pirla, vero? Chiedo abbacchiato e demoralizzato dalla mia deficienza mentale; Mi guarda; - Che carino che sei, quando arrossisci… Sprofondo nel mio imbarazzo: vorrei sparire sotto il tavolo, insieme alla mia eccitazione nascosta dai pantaloni. - Alle Nove smonto, se mi dai il tempo di mettermi un poco a posto, poi, vengo volentieri a mangiare una pizza con te. Immagino la tua bocca che si apre per un pezzo di pizza, poi la immagino sul mio sesso e mi perdo di nuovo nel mio erotismo; - Allora? - Certe, alle nove sono qui, non vedo l’ora! - Si, ma per ora, è solo una pizza. - Certo, solo una pizza… Cerco di restare impassibile, mentre, la fantasia vola sul suo corpo anticipando quello che spero sarà futuro…
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13 anni fa
fantasypervoi,
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Ultima visita: 12 anni fa
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Come sono diventato un boy-friend di coppia
Sono sposato da 16 anni con Giulia, bella 36enne. Io 41 anni, dicono ben portati ed affascinante, ho con mia moglie un buon rapporto ma con sesso molto tradizionale, sicuramente niente di particolarmente trasgressivo.
In vacanza al mare abbiamo conosciuto una coppia mia coetanea della nostra città.
Non avendo entrambe le coppie figli al seguito è stato naturale farsi compagnia soprattutto in spiaggia e nei dopo cena.
I primi giorni è stata una frequentazione molto discreta e casuale, anche se molto cordiale.
Con il passare dei giorni ho notato che Carla e Giovanni ci cercavano
Appena arrivati in spiaggia si avvicinavano subito al nostro ombrellone e sostavano intavolando discorsi vari e generici, proponendo bagni ed escursioni assieme.
Giulia mi sembrava contenta della compagnia di Carla e questo mi dava l’opportunità di praticare i miei sport senza sentirmi in colpa di lasciare sola Giulia. Spesso Giovanni mi accompagnava nelle uscite in canoa in mare. Tra i vari discorsi che facevamo in canoa notavo che sovente chiedeva di me e Giulia, come era il nostro legame e anche i nostri rapporti intimi. Io rispondevo che eravamo una coppia ben affiatata sentimentalmente, ma classica nel sesso. Lui invece raccontava che con Carla erano molto aperti ed amavano esplorare il mondo del sesso senza pudori. Mi ricordo come Giovanni si mise a ridere quando ad una sua domanda specifica, risposi che con Giulia non avevo mai fatto sesso anale e nemmeno mi sarei azzardato a chiederlo, conoscendo la sua ritrosia per queste situazioni.
Dopo una settimana, una sera al rientro dalla solita passeggiata dopo cena, eravamo seduti con Carla e Giovanni in giardino dell’hotel bevendo un drink. Non so chi tra Carla o Giovanni abbia portato il discorso sul sesso. Era la prima volta che parlavamo di sesso tutti insieme e notavo che Giulia era nervosa e immaginando che non era l’argomento di conversazione che più gradiva, rispondevo cercando di evitare di entrare in particolari per contenere il discorso nella decenza e nel generico. Ad un certo punto Giulia mi fece segno con la mano che se ne andava. Volevo trattenerla ma lei era già in piedi dicendo che aveva mal di testa e preferiva salire in camera al fresco, pregandomi però di rimanere a tenere compagnia a Carla e Giovanni.
Quando Giulia si allontanò Giovanni disse: “ma allora era vero quando mi dicevi che tua moglie è molto puritana, pensavo tu scherzassi per non esporti”. Ero un po’ imbarazzato, nel dover giustificare il comportamento di Giulia, avendo paura di fare entrambi la figura dei bigotti. Carla chiese se io non soffrivo di questa chiusura di Giulia sul sesso e se non avevo delle fantasie irrealizzate. Risposi che in effetti fantasie ne avevo, ma ormai avevo imparato a tenerle per me.
Poco dopo Carla disse che anche lei voleva salire in camera e chiese a Giovanni di accompagnarla all’ascensore, pregando di fermarmi pure che lo rimandava subito a tenermi compagnia. In effetti dopo un paio di minuti Giovanni ritornò e continuammo a parlare. Giovanni riprese l’argomento sesso ritornando a dire come lui e Carla facevano continue esperienze e come bastava che uno dei due raccontasse una fantasia e subito pensavano a realizzarla assieme.
Devo dire che un po’ invidiavo Giovanni per le opportunità che sua moglie gli permetteva di vivere.
Dopo poco squillò il cellulare di Giovanni . Capii che era Carla e che doveva avere un problema con l’aria condizionata in camera. Giovanni mi chiese se sapevo regolarla e io dissi cosa doveva fare, ma probabilmente Carla non riusciva a capire. Giovanni allora rispose che sarebbe salito a vedere. Chiuso il telefono mi chiese se facevo la cortesia a seguirlo cosi gli facevo vedere a regolarla, che anche lui non ci capiva molto. Dissi di si anche perché poi andavo a raggiungere Giulia in camera.
Arrivati alla porta Giovanni bussò e Carla apri la porta. Entrammo e subito rimasi sorpreso: Carla indossava solo il perizoma. Visto il mio imbarazzo Giovanni mi disse : non ti imbarazzerai per due tette, in spiaggia ne vediamo tutti i giorni. Io cercai di distogliere gli occhi da Carla, ma mi era difficile. Pur avendola vista spesso in bikini, non mi ero mai accorto di come avesse un corpo molto bello. Armeggiai sui pulsanti dell’aria condizionata che subito ripartì. Allora Giovanni disse: che bravo meriti un premio e Carla annui con un sorriso molto malizioso. Senti già che sei qui, ma ti piacciono le tette di Carla, lei ci trova sempre tanti difetti e aggiunse: dai Carla falle vedere bene le tue tette, vagli vicino. Ebbi un sussulto in mezzo alle gambe, il mio membro cominciò a gonfiarsi e finalmente cominciai a capire che forse era un gioco premeditato da Giovanni e Carla. Lei mi si avvicinò , mi prese una mano e se la portò su un seno chiedendo se erano abbastanza sodo e intanto mi guardava con fare molto languido. Guardai Giovanni misto tra eccitazione ed imbarazzo e lui rispose: non farti problemi, a noi piace giocare.
A questo punto capii senza equivoci le loro intenzioni, ma ancora meglio capii quando appena dopo Carla appoggiò la sua mano sulla patta dei miei pantaloni e cominciò a sfregarmi il membro in tiro dicendo: però!!! Vediamo un po’ cosa c’è qui.
Si mise seduta sul bordo del letto, mi tirò vicino, slegò la cintura, aprì i miei pantaloni, li abbassò, spostò lo slip e fece uscire il mio membro già eccitato al massimo. Lo accarezzò un pò con le mani poi se lo portò alla bocca e cominciò uno splendido pompino alternando slinguate sulla cappella gonfia, a prese in bocca “tutto gola” e nello stesso tempo manovrando su e giù sapientemente con la mano.
Giovanni intanto si spogliò e notai che anche lui era eccitato. Si avvicinò e porse anche lui il membro a Carla che adesso li aveva tutte e due vicini e si alternava a prendere in bocca prima il mio poi quello di Giovanni e facendo nel contempo sempre un buon lavoro di mano all’altro quando non ce lo aveva in bocca.
Cominciammo ad ansimare tutte e tre, lasciando capire una forte eccitazione per tutti. Giovanni prese Carla la fece alzare, mi disse di toglierle il perizoma e lo feci. Vidi per la prima volta la sua fighetta depilata in tutto il suo splendore. Mi fu istintivo toccarla e con un dito sfregarle il clito e poi infilarle dentro il dito. Era molto bagnata, ma non fu una sorpresa. Mentre Giovanni le baciava il seno, Carla prese la mia testa e la accompagnò in mezzo alle sue gambe facendomi capire che desiderava la mia lingua. Iniziai a baciarla dolcemente, per poi proseguire con più decisione sul clitoride ottenendo un assenso da Carla con un forte gemito di piacere che smorzò nella bocca di Giovanni che cominciò a baciarla.
Poi affondai la mia lingua dentro più che potevo come un cazzo che la penetrava. Giovanni la fece sdraiare sul letto e si mise sopra la sua testa infilandoglielo in bocca, mentre io, dopo essermi spogliato completamente, continuavo a slinguarle la fighetta.
Vidi Giovanni prendere qualcosa dal comodino. Era un preservativo, me lo diede senza che Carla se ne accorgesse intenta come era a spompinare Giovanni.
Giovanni mi fece cenno di metterlo e mi fece capire che dovevo penetrare Carla.
Misi il preservativo, allargai leggermente e delicatamente le cosce a Carla, avvicinai la cappella alla sua fighetta e iniziai pian piano ad entrare. Carla si mise ad emettere gemiti forsennati smorzati dal cazzo di Giovanni che teneva avidamente in bocca. Quando fui dentro di lei interamente cominciai un lento movimento che Carla assecondava inarcando il suo bacino. Poi iniziai a muovermi con più rapidità, alternandomi con momenti di lento movimento.
Ad un certo punto Giovanni disse: dai sbatti forte questa vacca. Iniziai allora a sbatterla poderosamente con forti colpi affondando tutto il mio cazzo dentro nella sua fighetta bella stretta e bagnatissima di umori.
Dopo un po’ Giovanni tolse il cazzo dalla bocca di Carla, si distese sul letto dicendo a Carla di salirle sopra e cavalcarlo. Mi tolsi da Carla per lasciarla libera e lei sali sopra Giovanni e cominciò a cavalcarlo. Io mi portai davanti a Carla, lei mi sfilò il preservativo si mise nuovamente il mio cazzo in bocca. Era molto brava con la bocca, mia moglie al confronto sembrava una adolescente al primo pompino.
Dopo un poco Giovanni disse: adesso ti meriti il premio. Io risposi : più di questa scopata non posso chiedere. Giovanni riprese: No, meriti qualcosa che non hai ancora avuto. Mi disse: vai dietro a Carla. Io ci andai ma non riuscii immediatamente a capire. Quando fui dietro a Carla che continuava a cavalcare Giovanni restai un attimo come a chiedermi cosa dovevo fare.
Giovanni sorrise divertito e disse : li c’è un altro buco, so che ti piace provarlo. Il culo di Carla è il premio!
Provai una ulteriore forte eccitazione. Non sapevo bene come comportarmi. Per prima cosa presi un nuovo preservativo dal comodino e me lo infilai.
Carla, continuando a cavalcare Giovanni, si abbassò tutta mostrandomi bene il culo, girò la testa verso di me, si bagnò con la lingua molto bene una mano e con quella mano prese il cazzo inumidendo bene il preservativo, poi portò il cazzo vicino al buchetto del culo e disse: "spingi piano, fino a quando lo vedrai dentro e fermati".
Iniziai a spingere ed ebbi una strana sensazione nella resistenza iniziale che il mio cazzo incontrava nell’entrare. Appena la cappella fu dentro, tutto fu più semplice e il cazzo pian piano entrò quasi tutto. Mi eccitava molto, mentre entravo nel suo culo, che il mio cazzo “sentiva” il cazzo di Giovanni che Carla aveva nella fighetta.
Quando il cazzo fu tutto dentro mi fermai. Poco dopo Carla mi disse: adesso muoviti piano e quando te lo dirò invece muoviti liberamente.
Iniziai un lento movimento, mentre intanto notavo che Giovanni iniziava ad ansimare con più insistenza. Ad un certo punto disse che stava per venire e Carla cominciò a muoversi di più e mi disse: "adesso scopami il culo, rompimi il culo".
Iniziai allora a muovermi più forte eccitato dalla visione del mio cazzo in culo a Carla. Giovanni emise un forte grido di piacere e disse che stava venendo. Carla era forsennata e si sbatteva su e giù dal cazzo di Giovanni con un ritmo violento, creandomi un po di difficoltà a seguire i loro movimenti. Poco dopo anche lei disse che stava venendo pregandomi di sbatterla.
Sentii chiaramente che il cazzo di Giovanni nella fighetta di Carla si stava sgonfiando, segno che aveva raggiunto il piacere.
Adesso riuscivo a muovermi meglio e mi muovevo in un modo che sembravo un cane che stava scopando una cagnetta. Sentivo che stavo per esplodere. Carla cominciò a godere e lo disse ripetutamente che stava godendo. Continuai ad affondare il cazzo in culo a Carla e anche io dopo pochi secondi cominciai a godere ed emisi dei forti rantoli di piacere. Sentivo il mio sperma riempire il preservativo ed un piacere intenso di godere in quel canale cosi ben stretto al mio cazzo, che non provavo più dalle prime scopate giovanili in figa.
Aspettai che il cazzo cominciasse a sgonfiarsi e mi tolsi dal suo culo.
Mi levai il preservativo e chiesi permesso di andare in bagno a lavarmi. Quando tornai vidi Carla e Giovanni sul letto abbracciati e sorridenti. Giovanni mi disse: piaciuta la sorpresa?. Annui. Carla mi tirò a se e disse: "ma me lo vuoi dare un bacio o no?". Mise la bocca vicino alla mia e iniziammo un languido bacio in bocca in cui le nostre lingue si cercavano con passione
Restammo qualche minuto sul letto tutti e tre, sorridendo e sia io che Giovanni intanto accarezzavamo Carla dolcemente.
Poi dissi che dovevo andare, mi rivestii, mentre Carla e Giovanni continuavano a guardarmi sorridendo. Quando fui vestito mi avvicinai a Carla per darle un bacio e lei mi sussurrò in un orecchio: speriamo sia la prima di tante scopate. Risposi: se a Giovanni piace perché no. E Giovanni stendendomi la mano disse: piacere di averti nostro compagno di giochi.
Salutai ancora, uscii e andai da Giulia.
Entrato in stanza Giulia stava leggendo un libro, mi guardò e disse: che aria hai! Che ti è successo?. Risposi: sono rimasto con Giovanni in giardino, ma mi ha fatto bere 2 birre e sono un po’ tirato. Lei rispose: ecco ci manca che oltre ai discorsi sconci, ti fa anche bere. Cosi ti porta alla perdizione.
Questa frase mi colpi molto e mi misi a sorridere dolcemente andando verso il bagno.
Ecco come sono diventato un boy-friend di coppia.
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13 anni fa
admin, 75
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