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..azz, il compleanno
Avete mai provato quella sottile ansia quando la tua lei compie gli anni ? e ora, cosa le regalo ?, cosa potrebbe desiderare e ricevere ? Poi, magari ti da' degli indizi, ma te li dice sempre dopo, cosi' ti sembra di " non capirla " in pieno, ti senti idiota perche' non capiti.. Ma, fra le chiacchere quotidiane di ogni giorno ho percepito " qualcosa ", BENE, ho deciso. Ho cominciato un buon mese prima la ricerca, visto parecchi ..regali potenziali ma, conoscendo lei, non volevo deluderla; fino a che, proprio il giorno prima, ho trovato "IL REGALO" perfetto. E' il giorno del suo compleanno, le faccio gli auguri, brindisi, ecc. e lei, senza dirmelo, con sguardo velatamente deluso, mi fa' capire che..manca qualcosa; "non avere fretta" , pensavo, "non mi sono dimenticato di te"...ma faccio lo gnorri. Ore 21, suona il campanello, sono convinto che e' arrivato qualcuno con il regalo..invece sorpresa: un' amica di lei. Un splendido bouquet di fiori, felicitazioni varie e sguardo della mia lei quasi accusativo ( capisco che vorrebbe dirmi: vedi ? lei ci ha pensato ad un pensiero.. ) ore 22: trilla il mio cell: "ecco il regalo" penso..scendo apro la porta... mi presento in sala davanti a lei con il regalo, il regalo che (spero) ho capito desidera: lei non capisce subito ma..le dico ( immaginate in questo attimo lo sguardo attonito dell' amica ): "questo e' il regalo" ...uno splendido ragazzo, triestino, giovane, atletico, tipicamente abbronzato... solo un brindisi, anzi, proprio una sorsata e lei si prende per mano "il regalo" e se lo porta in camera ( chiaramente tutti i candidati da me cercati erano stati informati del perche' li cercavo, poi lei e' molto bella, per cui la scelta e' stata ampia...) Ha gradito il regalo...waw, splendido..e faccio un gesto come di vittoria con le mani..e l' amica e', per dire poco..stranita. e rimango con l' amica in veranda, lei ammutolita, intuisce cosa sta succedendo " di la' ", ma quando cominciano ad arrivare..sospiri inequivocabili dopo pochi attimi si alza " devo per forza andare, devo prorpio " dice; l' accompagno alla porta, ma lei gira continuamente la testa verso l' origine di quei "sospiri", sembra quasi voglia..vedere. Esce senza rispondere al mio saluto. CHISSENEFREGA, penso, e mi butto assieme alla mia bella lei e al "regalo" . Penso che sia venuta "enne volte" quella sera, ma anche piu', visto i laghetti fatti da lei nel letto. insomma, siamo stati bravini il "regalo" e io, ma merito suo, comunque. Faccio un salto al giorno dopo, messaggio dell' amica via cell: " mi avete turbato tantissimo ieri, non credevo ", e pensiero nostro al leggerlo: " e adesso, chissa' cosa pensera' di noi ", ma subito dopo e' seguito un' altro messaggio: " sono arrivata a casa eccitatissima, causa vostra..voglio anch' io " Pensa un po': lei che, visto che sa' a che giochi noi giochiamo, ci ha sempre detto " ma a cosa vi serve ? " "vi manca qualcosa ? e bla bla, ci dice "VOGLIO ANCH' IO" (nb: spesso molte donne confessano, magari dopo un prosecchino, che il proprio desiderio piu' nascosto e' avere due uomini tutti per se' ). comunque, prendetene come spunto per un..regalo.
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
MACCHIATO CALDO E BRIOCHE AL CIOCCOLATO
Le nove di mattina. Tra poco piu’ di un quarto d’ora almeno. I campanile della chiesa a venti metri dal bar dara’ il segnale…
Il bar centrale. del paese e’ particolarmente affollato in questa giornata di primo sole freddo da fine ottobre.
Siamo sedute con uno squisito macchiato caldo e una brioche al cioccolato.
Siamo scintillanti, “tirate”, ci guardano. Siamo qui per questo…
Il ritmo della mattinata, i suoni, i colori parlano di ritmi dolci. La cura profumata delle persone, i vetri appannati…
L’eye liner lo ho tirato lungo in pieno stile ’70. Il trucco sopra e’ color argento, il rossetto “glossy” lucido, rosso intenso: il trucco per noi ragazze di colore e’ diverso…
Ho curato il ciuffo dei capelli col taglio alla “Valentina di Crepax” sotto la tesa del cappello col frontino corto di velluto a coste color kaki posto in obliquo.
Un giubbotto grigio di jeans imbottito, cangiante; e una sciarpa cammouflage militare di seta a due giri attorno al collo. Sotto una camicia verde militare e un maglione bordeaux con doppio scollo a “v” fronte-retro.
Una minigonna della stessa stoffa e colore del cappello. Gambe accavallate. Scarpe col tacco, nere, a scarponcino con la fibbia. Ery fetish, very mistress…
I collant sono a corpino “tutto nudo”, lisci completamente, neri. Quindi niente slip, niente reggiseno. Il profumo e’ marcato.
Anche lei e’ tirata davvero: di solito a quest’ora non siamo certo a cosce cosi’ fuori, ci siamo sfidate a farlo. E’ bionda, le ha grosse almeno quanto me. Il suo giubbotto di velluto a coste color rosso rubino le arriva quasi al bordo della mini a portafoglio grigia a riquadri. Accavallandole ha le cosce scoperte fino quasi al culo. Mai vista, in questo posto e a quest’ora con le cosce cosi’ platealmente esposte: certo meritano…
Delle calze a rete larga sovrapposte a calze color carne che sembra non abbia niente: collant a corpino nudo anche i suoi, li abbiamo comperati assieme… Cuciture comfort, nessuno slip disegnato o cucito…
Una camicia i cui bottoni tesi urlano sotto la spinta delle tette, niente reggiseno, niente slip nemmeno per lei.
Uno stivaletto in pelle bordeaux come il giubbotto. Stile texano; dello stesso colore la coppola di velluto raso che, visto i colori che aveva, le ho prestato perche’ fosse in tinta. Una sciarpa d’angora beige a trama larga. Occhiali tondi anni ’70. Fa molto porca…Le leccherei la faccia come un gatto. La leccherei tutta. La lecchero’ tutta…
In sotto fondo un pezzo carinissimo di un gruppo delle nostre terre, Carnicats; il titolo del brano e’ l’esatta replica del nome del gruppo.
“Carnia sulle spalle; noi da in cima ai monti tu fai rap da fondo valle…”
Sorridiamo e ballicchiamo da ferme. Allo stesso ritmo, in modo piu’ o meno cosciente ma compiaciuto si muove il bar: e’ divertente sentire dell’R&B in dialetto friulano…
L’atmosfera sembra un pre-natalizio col sole.
Vetri appannati, caldo all’interno. Tutto molto sereno. Di certo contribuiamo al calore: i nostri cuori battono forte…Bagnatissime tra le cosce, ancora tutte calde di sesso…
Tutti gentilissimi. Ma ci sbranano con gli occhi: siamo qui per questo, questo volevamo.
A quest’ora e in questo modo. Sentire foia in una atmosfera gentile, quotidiana, dove ci conoscano, in un orario inusuale per certe tentazioni e pensieri.
Mi fa ridere. Mi dice l’ora sara’ anomala ma appropriata: e’ un po’ una puttana bastarda dagli occhi cerbiatteschi…E parte a raccontare ridendo…
Operatrici sociali: capita spesso che in tailleur e cartellino si giri per le case a quest’ora. E se una volta era il contrario adesso non e’ infrequente che per i turni in fabbrica o perche’ spesso sono le donne ad avere piu’ costanza di lavoro a casa trovi il marito. “E si sa a quest’ora li trovi duri come non mai, bisogna essere pronte a cogliere l’occasione per cui. E poi e’ cosi’ eccitante con le loro donne che ti hanno scaldato il letto…Confesso di averne approfittato piu’ di una volta. E vuoi mettere poi i sorrisi gentili verso ora di pranzo mentre si fa la spesa dopo che mi sono scopata i loro mariti? Loro si lamentano, io passo all’ora in cui i loro cazzi sono duri e loro travolgenti…” E ride.
In effetti mi giro attorno e i pantaloni sono belli gonfi, gli occhi puntati sull enostre cosce da dietro i giornali e le tazze dei cappuccini…
Siamo qui…E abbiamo addosso qualcosa di speciale che difficilmente coglieranno, gli sguardi intensi, i sorrisi complici e siamo felici.
I nostri corpi ancora molto, molto caldi. Fresche come rose, ci sentiamo belle: quanto darebbero per vederci fare un sessantanove leccandoci la figa, le nera e la bianca, la mora e la bionda, le due belle ragazze per bene dal viso di bamboline e le tette cosi’ grosse. Ci prendiamo ogni sguardo e ce lo godiamo, ce lo diciamo con gli occhi. Occhi che brillano, capezzoli che si gonfiano e battono, le fiche bagnate. All’ora in cui tra poco si svuotera’ il bar per riempirsi di nuovo verso quella dell’aperitivo andremo in un grande letto a toglierci tutto, masturbarci, leccarci e parlare dei cazzi gonfi che stiamo vedendo qui attorno adesso e ci sbraneremo. Rispondiamo con sorrisi solari e voce dolce, parole carine, eleganti. In realta’ dentro e’ tumulto e non siamo mai state cosi’ volgari e sguaiate: ci metteremmo a cosce spalancate aprendoci la fica con le dita, passando la lingua sulle labbra e implorando cazzo e lingue e dita…
E invece, appunto: rispondiamo gentili a complimenti e battute molto dolci in questa atmosfera e look da caffe’ Viennese. Discorsi da bar, cosa faremo il pomeriggio in associazione, la castagnata…
Volevamo questa atmosfera ed essere qui ora. Non abbiamo quasi dormito ma siamo fresche come rose: ci sara’ tempo magari il primo pomeriggio, per riposare un po’.
Stiamo da Dio. Ovattate; non spente, l’esatto contrario. Incorniciate in abiti sexy ma elegantemente sportivo invernali in uno stile ed atmosfera mitteleuropea. Nord est.
Volevamo essere qui. Nel nostro paese, con i nostri conoscenti, le persone con cui lavoriamo. Per noi stesse…
Ci hanno montate come bestie tutta la notte, come animali. Come baldracche. Siamo state a ballare con i nostri uomini in un club prive. Sudando, provocando. Lasciandoci toccare in pista, baciando, allungando anche noi le mani, seminude.
Per finire in un box nude. Farci tra noi, farci fare dai nostri uomini, per poi scambiarceli e farci doppiare con l’altra seduta sul viso di quella che stava sotto. Per poi impazzire e rilanciare una sfida dei nostri maschi che ci facevano notare gli sguardi fuori dai box. Sorridendo, ammiccando, aprendo le gambe e facendo cenno di entrare mentre uno dopo l’altro in quel box…Quindici? Venti uomini? Non saprei dirlo. Stanotte avrebbero potuto essere il doppio, eravamo scatenate.
Ogni centimetro della pelle percorso da mani, bocche, lingue. Violate da dita, lingue, cazzi in bocca, in figa, in culo. Mani che accarezzano desiderose e delicate. Mani che torcono e che afferrano, mani che bloccano e obbligano a posizioni oscene, schiocchi di sberle. Sul viso, sul culo, sulle tette. “Puttana negra ninfomane”, “Cagne viziose e insaziabili”.
“Tuto qui…? Piu’ forte, dai, fateci…”
Le mie urla, i suoi gemiti, corpi sudati, rantoli maschili, respiri. Piena di cazzo e poi altri cazzi. Getti bollenti di sperma, scambiarli con le bocche, leccarceli dai corpi, spalmarci, godere nelle loro bocche inarcandoci. Siamo ancora tutte coperte di sperma, piene di sperma. Non ci siamo spente a casa,non ci siamo spente in macchina nel viaggio di ritorno, ci siamo fatte tra noi restando sole con i nostri uomini affaccendati tra lavoro ed altro, non possiamo spegnerci.
Non ci siamo lavate: puttane accaldate odorose di maschio e sborra e figa bagnata e cosce sudate. Mi basta annusarle i capelli per riaccenderli, come fanno a non sentirlo…? Trucco scenico: un look per bene e un po’ di profumo basta per essere plausibili…
E volevamo essere qui cosi’, ora, farci guardare annusare, desiderare nel nostro quotidiano piu’ “soft” pensando: se sapeste cosa ci facciamo tra noi, cosa ci facciamo fare, quanto siamo puttane.Mi farei diversi tra i presenti. Tra poco , da sole, le diro’ chi e lei lo stesso. Le diro’ di uno che mi sono fatta “clandestinamente”; e forse, finalmente, questa troia mi raccontera’ di quando, prima di essere complici, mi ha fatta cornuta: allora la avrei ammazzata. Semplicemente ha solo anticipato le mie mosse clandestine intenzionali con suo marito. Questione di momenti, io avevo esitato, lei no…
Ci sfiniremo. G
Guarderemo i messaggi delle nostre pagine a luci rosse in rete e ci sfiniremo di ditalini parlando di maschi
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13 anni fa
Shaarika89,
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Ultima visita: 13 anni fa
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la mia prima volta:
Ero una bambina imprigionata in un corpo di donna: avevo 22 anni e non sapevo niente su tutto ciò che riguardava il mondo della sessualità, se non qualche bacio scambiato con qualche ragazzo; ero chiusa a quel mondo tanto intrigante quanto destabilizzante per una ragazza timida, introversa per quanto riguarda tutto ciò che fa parte del mondo dell'erotismo e della passione. Mio padre lavorava ancora ed io per passare il tempo durante la pausa pranzo, spesso andavo a trovare mio padre prima di tornare all'università e farmi le mie quattro ore di teoria prima di tornare a casa la sera sfinita dall'ennesima, lunga, estenuante giornata. Quando andavo a trovare il mio carissimo padre c'era anche lui, quel tizio che mi metteva in difficoltà solo e soltanto con i suoi occhi color nocciola e che esprimevano tutto il piacere di vedermi e tutto il desiderio che provavano, e che io non sapevo cos'era fino a quando....................... un pomeriggio vado lì e gli tendo la mano per educazione per salutarlo e fra noi si scatena una scarica elettrica tale da farmi quasi paura. Ogni qual volta c'era lui mi faceva provare sensazioni strane: desiderio, passione, eccitazione, accanto a legami che già conoscevo quali: amicizia, complicità,amore: quell'insieme di sensazioni che fanno durare un rapporto intonso nel tempo e che durerà per sempre. Io ignoravo l'importanza di quelle sensazioni e fin dove mi avrebbero spinto, ma allora come oggi mi basta guardare i suoi occhi per desiderarlo alla follia. Una sera stavamo quasi per fare l'amore,ma, con la spontaneità e le paure di una bambina gli dissi: "sono vergine" e lui con immenso rispetto verso di me mi rispose:" non importa, lo faremo quando ti sentirai pronta", ma io lo ero già. Mi ci volle un pò per fargli capire ciò ma poi, riuscii a spiegargli che era solo paura del dolore fisico e che la mia scelta era già stata fatta e che non poteva che essere lui. Una mattina di metà novembre decidemmo di incontrarci davanti al posto ove io facevo tirocinio, e da lì decidemmo poi il posto dove andare ad UNIRCI PER SEMPRE, io non sapevo a cosa andavo in contro, ma certamente è stata è e sarà la mia storia d'amore. Ero estremamente nervosa,ma mano mano che salivamo sulla montagna di roma, bastava che mi tenesse la mano e piano piano mi distendevo, capita anche ora, a distanza di tanto tempo che basta un suo bacio, una sua carezza da tranquillizzare tutte le mie ansie e le mie paure. Lì tutto sembrò naturale, come se ci conoscessimo da tempo, e che io avessi tutta l'esperienza necessaria in questa materia. La sua dolcezza, la sua delicatezza non mi fece neanche accorgere della deflorazione, facendomi prima godere a pieno con i preliminari per poi possedermi come si posa una farfalla su un fiore. Non scorderò mai quella mattinata, non scorderò mai questo legame che dura come una catena di acciaio e ci tiene legati, più o meno consciamente da quattordici anni fra alti e bassi, fra lasciate e riprese ma sempre con lo stesso massimo comun denominatore: L'AMORE CHE PROVIAMO L'UNO PER L'ALTRA.
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13 anni fa
palmal,
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Ultima visita: 6 anni fa
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FLASH-Frenetikamente
Nemmeno l’eccitazione piu’ istintiva spesso trova un suo spazio proprio: ti ritrovi eccitata, sollecitata da qualcosa e non sai nemmeno perche’.
Cosi’, spesso, i momenti in cui il cuore si ferma danno spazio ad esplosioni violenti: trovando per un attimo il vuoto del pensiero, del ritmo…
Sono momenti in cui, finalmente, gli istinti non vincolati prendono una strada tutta loro. Amorale, nel senso che non esiste giudizio, freno….I pensieri vanno.
Mi diverte, e molto, nel mio quotidiano notare i dettagli. Facce, sguardi, attenzioni, distrazioni. Mi piace spesso cogliere cosa di me sollecita e cosa sollecita me. Pilotare il gioco…Ma alcune volte…
Una di quelle giornate, di corsa…Un viaggio in autostrada: e’ un ritorno. E ho il tempo di una pausa caffe’. Adoro gli autogrill, specie quelli con tutti quegli strani gadgets da camionisti di cui spesso non conosco nemmeno l’uso pratico. Bandierine, accendini, tappetini, trombette…
Mi piacciono le persone che galleggiano in quel non luogo ma proprio li sono spesso piu’ vere.
E mi piace come sguardi deconcentrati dalla normale attenzione educata mi lavorano tette, bocca, man, cosce, culo…Sorrido tra me e me. Mi impiglio in uno di quelli e me lo lavoro.
Ma spesso anche io sono quella distratta. Una di quelle passanti distratte che fumano una sigaretta sedute con le gambe non volutamente larghe sugli scalini esterni con le mutandine che disegnano le labbra della figa. Sudate, stanche, deconcentrate…Non volutamente fin che ci si impiglia in uno sguardo “li” e allora magari…O si chiude o diventa voluto. Volutissimi. D'altronde spesso i miei sguardi indugiano sul gonfiore dei pantaloni maschili e nemmeno me ne accorgo…
A volte sgrano gli occhi per pensieri che partono cosi’…Ma appunto: vanno di loro. Se uno immagina una donna intenzionalmente sempre tesa su certi scenari si sbaglia di grosso ma certo a volte un embolo parte. E a volte e’ divertente seguirlo…
Mi attirano terribilmente i bagni dei maschi…Motivi diversi. Alcuni divertenti altri brutalmente perversi. Perche’ e’ davvero da puttana infoiata pensare di entrarci…
Divertenti: trovo la letteratura da cesso eccezionale: tutte le scritte e i disegni all’interno…Arte contemporanea, io davvero non li eliminerei. E in questo senso la sezione maschile e’ infinitamente migliore, piu’ fantasiosa e variegata. Come faccio a saperlo? Beh spesso nei viaggi molte aree sono praticamente vuote…Mi son trovata pure una dedica: divertita, lusingata, sinceramente…
Per il resto…Ad alcuni maschietti fa scalpore leggere certe mie parole. Ma quante volte in viaggio avete avuto voglia o bisogno di masturbarvi…? Se sono col mio uomo lo faccio tranquillamente in macchina. Magari con spettatori camionisti che sorpassiamo (un classico). Ma col tuo uomo…Per lo piu’ lo stuzzichi e lo provochi per ottenere…No…Intendo quando hai proprio voglia di farti da sola…
In questo credo di avere lettori attenti, e comprensivi: quanti tra voi hanno avuto voglia di menarsi i cazzi fino a sborrare….? Perche’ a volte per noi donne e’ diverso…? E non sempre sei in viaggio col tuo uomo e non sempre l’uomo nella vita e’ cosi’ complice…Per cui in quella pausa, nei bagni…Lo ho fatto alcune volte.
Tra donne nei bagni delle donne e’ un classico, non credo vi stupisca…
Mi ha eccitata molto farlo nei bagni dei maschi in quei momenti di deserto…Ma non solo.
Mi ha eccitata il doppio se fuori dal box sentivo voci maschili. Sapere io ero li e loro non sapevano e cosa avrebbero fatto se avessero saputo. Mi son fatta di brutto, ho goduto forte, anche dovendo trattenere i sospiri.
Si lo so e’ da puttana. L’ambiente, l’odore, la situazione…Ma a volte il pericolo e la sfida eccitano. Aver paura ti scoprano….Cosa pensavo? Che mi scoprissero. E una volta scoperta mi costringessero a…Commenti duri, pesanti, sarcastici. Costringendomi a fare ipi’ di fronte a loro per poi prendermi e usarmi…E che anche uscendo mi vedessero le persone, magari bagnata da molti maschi….A volte l’umiliazione e il timore vanno a braccetto con l’eccitazione…
Avevo un complice, il mio uomo ma non c’era meno tensione. Non sai mai…
Ci sono stata anche a giocare ma ero col mio uomo quindi l’atmosfera per quanto sia stato eccitante era forzatamente artefatta: se lo organizzi prima anche se per te…Sai che ci han pensato loro…
Vi confesso di avere avuto lampi di pensieri piu’ duri. Di avere avuto un gran desiderio di entrare “all’inferno” e di trovarci tanti uomini perche’ in quel momento avevo una voglia di cazzo spasmodica. Poco elegante ma a volte prende…
Un giorno ero particolarmente tirata, elegante ma sexy. Vestito nero…Mi sentivo guardata. E mi son trovata a pensare: io che voglia di scopare…Cosa mi farebbero se entrassi li? Vedevo l’andirivieni, erano tanti.
Ero in attesa di una amica che era in bagno. Ero li con una compagnia di amici.
Da ninfomane: immaginavo di entrare, avvicinarmi tremante a loro che li tiravano fuori per pisciare, di schiena non mi notavano. Con la voglia di toccare quei cazzi, succhiarli, farmeli. Uno, due, tanti. Che mi violentassero. Inginocchiarmi a masturbarli, prenderli in bocca, farmi sborrare e abusare in ogni maniera…Parole forti a pioggia…Ed era una voglia reale, voglia di cazzo. Di tanti cazzi…L’idea di farmi sbattere come una puttana li dentro e poi risistemarmi e uscire a ber eil caffe’ con la mia compagnia ignara mentre al banco quelli che mi avevano montata sorridevano sarcastici…
So e’ da perversa, da sporcacciona…Ma quel lampo a volte lo provo. I pensieri non sono mai morali o meno…Sono lampi nei muscoli e nel cervello…Poi la vita riprende sui suoi ritmi assurdi e banali…
P.S
C’e’ un seguito a questo racconto…
E’ luglio. Fa caldissimo. Siamo in viaggio in autostrada, altezza Verona. Una piazzola di sosta anomala, non un autogrill. Ampia…Shorts di jeans, sandali argento a tacco basso. Una canottiera verde, un cappello Borsalino e gli occhiali.
Sto raccontando le cose di cui sopra a Marco. Un lampo nei suoi occhi, si guarda attorno. I bagni sono staccati dal piccolo bar, nel verde. Mi prende per un polso. Sorrido, capisco, dico no. Ma non c’e’ verso, mi trascina dentro. Nel bagno dei maschi. Cuore a mille. All’inizio forse nemmeno mi vedono. Mi porta li, agli orinatoi. E mi dice: “Vuoi cazzi? Dai, toccali…”.
Camionisti? Probabile. Non oso guardarli negli occhi per un po’. Sono tre. E sono grossi…
“Avanti puttana, sei qui per questo, hai voglia: prendili in mano…”
Allora alzo lo sguardo. Sguardi da animali, sarcastici, eccitati. Uno guarda il mio uomo , poi mi prende la mano e se la mette sul cazzo. Diventa subito duro, si gonfia…”Che troia…Ma quanti anni ha? Una troia negra…Dai datti da fare puttana. Fammi sborrare…”
Divento cattiva dentro.
E sull’altro cazzo allungo la mano da sola. Non abbasso lo sguardo e inizia a menarli. Si lasciano fare, mi palpano sopra i pantaloncini e la canottiera. Marco da dietro mi mette e tette fuori e mi slaccia gli shorts e mi infila la mano negli slip.
Non me li tolgono: ma ci scivolano con le mani. Mi entrano con le dita in figa, in culo, mi allago e mi cedono le gambe mentre godo: vengo quasi subito…Troppa tensione…
Mi fa accovacciare e mi ritrovo a masturbare e succhiare quei quattro cazzi, i loro tre e il suo, quello del mio uomo. Ansimano, dicono sono una puttana viziosa. E non ci mettono poi molto. Sborrano come mortaretti: mi sporcano copiosamente dalla faccia alle gambe. E’ cosi’ che esco dai bagni…Forse qualcuno mi vede, non me ne frega nulla, sono in trance. Andiamo in macchina, e’ un pomeriggio pigro, le macchine sfreccian, la piazzola e’ vuota. Mi faccio montare e inculare dal mio uomo urlando le mie fantasie piu’ dure…
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13 anni fa
Shaarika89,
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Ultima visita: 13 anni fa
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Rientro in albergo
Oh cazzo quanto sto godendo…queste furono le prime parole che ascoltai appena rientrato in albergo, era una voce femminile, erano le 4 del mattino, c’era il silenzio e il deserto umano anche perché era un albergo fuori dal centro, lontano da occhi indiscreti. Le voci arrivavano dal salottino alle spalle della hall che era riservato solo perchè aveva dei pannelli divisori, mobili... Mi affacciai incuriosito e già eccitato e notai che c'era il portiere, Franco, e una donna bionda che avevo già notato la mattina prima in compagnia del marito a colazione. Erano seminudi, si baciavano con passione, si accarezzavano ovunque...lui aveva già il suo sesso fuori: era di dimensioni considerevoli, almeno 22/23 centimetri ma la cosa spaventosa era la larghezza...ebbene lei lo accarezzava lentamente, ci sapeva fare ma non riusciva a cingerlo tutto... Eccitato, mi fermai a guardare, sentivo il mio pene gonfiarsi quindi mi slacciai la cinta e misi una mano nei pantaloni per accarezzarmi e placare un poco l'eccitazione. Lei aveva le gambe aperte ma non riuscivo a vedere ciò che Franco le stava accarezzando perchè in parte coperta dal braccio di lui e in parte coperta dal suo vestitino, succinto. Aveva comunque un seno fuori, bello, sodo, una terza abbondante stimai, con un capezzolo rigido e lungo...non portava reggisen, sinceramente non ne aveva bisogno. Gemevano, sospiravano, godevano quando lei prese il sopravvento e piegandosi con la testa andò a leccare il cazzo durissimo di lui...Franco si stese e appoggiandole una mano dietro la nuca dettava il ritmo. Con non poca difficoltà la signora riuscì ad infilarsi in bocca la grossa cappella, fu così che cominciò a succhiare. Per rendere meglio l'idea gli stava facendo il classico pompino, nei modi e nelle posizioni canoniche...Lo succhiava benissimo ma non riusciva assolutamente a farlo arrivare fino in gola. Continuai a gurdarli per un pò ma ll'improvviso mi cadde il passpartout dalla tasca dei pantaloni. Il rumore li spaventò e guardando in mia direzione mi sorpresero: -chiedo scusa, non volevo ma la tentazione era forte e mi sono fermato a guardare- -si figuri-rispose Franco-credo che faccia piacere anche ad Elena essere guardata- -no, grazie, chiedo scusa e tolgo il disturbo- Dissi questo mentre Elena aveva il cazzo in mano di Franco, quindi la donna si rivolse a me: -come si chiama?- -Roberto-risposi io. -vuole farci compagnia Roberto? Vuole aggiungersi a noi? Forza si avvicini, non tema nulla, tiri fuori il suo arnese- -grazie ma non so se...- -Non si preoccupi Roberto, venga tra noi, le facciamo un bel regalino stanotte- disse Franco. Così feci, mi avvicinai a loro e mi sedetti affiano a Franco; tirai giù i pantaloni, i boxer e cacciai fuori il mio sesso duro e palpitante. Elena si mise in ginoccio tra noi due, lasciò l'enorme cazzo di Franco e si dedicò a succhiare il mio che, nonostante fosse più piccolo del suo, era comunque di dimensioni discretamente abbondanti. Cazzo se era brava la troia, leccava il prepuzio, scendeva con la lingua fino alle palle lasciando sempre cadere un pò di saliva, poi affondava con la bocca facendolo arrivare fino in gola e succhiava, tirava divinamente, gustando l'umore che producevo...Ci succhiava alternando in bocca il sesso di uno e in mano quello dell'altro...era uno spettacolo da guardare, figuriamoci da vivere...Quindi, dopo qualche minuto di questo gioco, si alzò s sedette tra noi e disse: -leccatemi- Bene, pensai, mi inginocchiai davanti a lei e dopo averla spogliata tutta con l'aiuto di Franco, le allargai la fica che sputò letteralemente dal suo interno un fiume di umore....era arrapatissima! Aveva una fica a dir poco meravigliosa, gonfia sulle grandi labbra appena pelose, con quel poco pelo rasato, accennato, che quasi solleticava la lingua al momento di leccarla; piccole labbra sottili ma grandi che uscivano fuori, l'ideale da stringere e tirrare con le labbra e dulcis in fundo un clitoride di dimensioni notevoli che, in fase di massima eccitazione, si gonfiava tanto da apparire un cazzo in miniatura, tant'è che ebbi l'impressione di far un pompino. Franco intanto si era piazzato in ginocchio al suo fianco e le avevaofferto ancora il suo cazzo da succhiare. Mentre spompinava Franco, sentivo i classici rumori sordi...i gemiti affogati di chi sta lavorando di bocca e contestualmente gode....Franco la riempiva tutta godendo a sua volta e gemendo: -siiii, così, dai Elena, succhia per bene, brava brava....oooohhhhh, siiiiii, così dai- mentre Elena impossibilitata ad emettere suoni diversi rispondeva mescolando i suoi con quelli di lui: -mmmmmm.....mmmmmmmm........mmmmmmmm- Bellissimo pensai mentre gustavo quel sapore sublime, accarezzavo con la lingua quella carne annusavo quel piacevolissimo odore....Pronta a ricevere un cazzo dentro di se, Elena si staccò e stendendosi sul divano disse: -chi vuol chiavarmi per primo???- Feci cenno a Franco con la testa che si posizionò tra le gambe di lei e tenendo il suo grosso biscotto in mano scese fino all'altezza della fica e la penetrò! Era elastica perchè la penetrazione fu fluida e profonda fin dall'inizio, infatti affondò subito il primo colpo facendo sbattere le palle sulle natiche di lei. Un urlo di piacere uscì dalla gola di Elena e proprio in quell'istante mi afferrò il sesso e tirandolo a se lo infilò in bocca, tutto... Franco la stava pompando in fica e io in bocca, simulavo proprio la scopata nella sua bocca. Oltre ai gemiti si sentivano i gorgoglii che la gola di Elena produceva a contatto con la mia cappella. Continuammo così per un pò fino a quando non scambiammo le posizioni: il mio cazzo in fica e quello di Franco in bocca. Solo che Elena volle sedersi su di me. Così mi cavalcò aggrappandosi al cazzo di Franco che la scopava in bocca togliendole il respiro. Conati derivanti dalla mancanza di respiro le producevano tanta saliva che inondava il sesso di Franco che a sua volta colava sul mio petto. Io dal mio, mentre mi facevo scopare da elena, mi dedicavo a morderle i capezzoli, stringere le tette tra le mani e giocare col culetto, nel cui buco ogni tanto facevo scomparire un dito, avvertendo l'irrigidirsi di lei che stringeva con le chiappe. a questo punto la donna esordì: -Franco, sfondami il culo!!!- Cazzo pensai, questa deve essere il diavolo fatto persona. Così Franchino nostro si posizionò dietro di lei e rimanendo fermi entrambi cominciò con l'appoggiare la grossa cappella sull'ano...lubrificò ancor di più il buco con tanta saliva e spinse lentamente...io ero fermo immobile dentro la fica di Elena e così potei percepire più nitidamente le dilatazioni della sua vulva, le pareti si stringevano e si allargavano a seconda del desiderio, del dolore o del piacere attorno al mio cazzo...percepivo tutto, addirittura l'umore che produceva...Ancora fermi Franco diede una piccola spinta, la cappella entrò nel culo strappando ad Elena un urlo disumano...pensai, siamo in un albergo comunque, speriamo non sentano...franco spinse lentamente ancora di più, ormai era fatta, una volta entrata la cappella dovevaa solo affondare il bastone lentamente ma costantemente. Avvertii che Elena si stava staccando da me mantenendomi sempre al suo interno; immaginai che stesse aiutando Franco, andandogli contro, nella penetrazione anale. il viso di Elena era trasformato, cambiato, non capivo se ciò che provava era dolore o piacere, alla fine battezzai quella sensazione come dolore piacevole...La bocca di lei era aperta, il respiro rotto, tremava, gemeva, non sapeva più che fare, era completamente impazzita. Le uscì fuori un vero e prorpio ululato quando Franco terminò la sua corsa appoggiando il proprio pube sulle chiappe di lei. Sentivo anche io il cazzo di Franco; le nostre aste si sfregavano l'un l'altra, divise da una sottile parete di carne. Che esperienza meravigliosa, non credetti in quel momento di poter reggere ancora tanto senza inondarla di sperma ma mi concentrai e resistetti ancora. Franco cominciò a dare il ritmo da dietro e io lo assecondai. Mentre uno si ritirava l'altro affondava, un pò come il movimento del motore...Elena godeva come una folle, impazzita sotto i nostri colpi, cacciava liquidi ovunque, sudava copiosa, produceva saliva e umore vaginale in quantità disumane. La fottemmo per bene per qualche minuto fino a quando lei esausta cominciò a stringermi il petto e ad affondarmi le dita tra i capelli...strinse i denti stirando il collo nervoso...la scopavamo ancora, lei si muoveva indiavolata, un sospiro, cominciò a tremare a mò di epilessia, sbarrò gli occhi e alla fine si lasciò andare ad un orgasmo fantastico...è difficile da raccontare, bisognerebbe assistere per poter capire di che intensità fosse...Udito e visto ciò, sia Franco che io non reggemmo più e venimmo all'unisono, sembrava un coro in quel salotto, tre orgasmi contemporanei, o quasi...riuscii a percepire lo sperma di Franco che la annaffiava nel culo, doveva essere copioso; a quel punto mi inarcai col bacino dando un'altra spinta e vuotai tutto il mio seme dentro di lei...Venni come non mai, credo che venni tanto, denso e soprattutto potente...un orgasmo unico, mai provato prima...stupendo...Franco uscì da lei e lei si staccò da me, si buttò di lungo sul divano, distrutta, sfatta ma soddisfatta. Appena stesa cominciò a fuoriuscirle sia dal culo che dalla fica tutto il nostro abbondante sperma che imbrattò per intero il divano. Nell'aria c'era un odore di sborra e fica, di umore e di sudore talmente forti che anche un profano avrebbe capito che lì era stata compiuta una vera battaglia di sesso. Alzai il capo, per alzarmi e per ricompormi e fu così che vidi il marito di Elena che ci guardava comodamente seduto di fronte a noi con il cazzo in mano e lo sperma che gli colava giù... pensai subito che una donna era statacapace di soddisfare tre uomini in contemporanea; un uomo con tre donne non sarebbe mai capace!!!
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13 anni fa
piacereorale76,
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Ultima visita: 1 anno fa
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La logica dell'illogicola
E adesso? Questa, è una domanda che non avrei mai voluto pormi. Sono arrivato alla fine della storia, sono cose che succedono, fatti normali che capitano a tutti. Già… E allora, perché sto soffrendo oltre a quello che pensavo? Non è la prima volta che finisce un amore e probabilmente, non sarà l’ultima, eppure… Sto male. Ho un peso dentro. Un vuoto dell’anima che non mi aspettavo. Sarà la vecchiaia che comincia a pesarmi. Ecco che cominciano i turbinii mentali: l’incrocio dei pensieri per trovare una ragione, un motivo plausibile che mi permetta di andare avanti, di ricominciare. Cerco di non pensare ai suoi pregi: “Devo cercare i difetti, se voglio uscirne bene.”. Certo che faceva all’amore in un modo divino e diventava una geisha perfetta… Ah, comincio proprio bene… “Devo concentrarmi sui difetti, cercare quello che mi ha fatto allontanare e convincermi che è colpa sua!” “Quanto era solare e come sapeva vestire…Riusciva sempre a mettere il vestito giusto per ogni occasione e aveva sempre un intimo da favola” “ Cazzo!! Concentrati sui difetti!” Troppo remissiva. Faceva tutto quello che le chiedevo senza mai protestare… A pensarci bene, questo, non credo sia un suo difetto, anzi. Rideva troppo, a volte sembrava un’oca giuliva: ogni frase finiva con un suo sorriso. Aveva un viso solare e dei denti perfetti. Uffa! Che palle. Sono cascato ancora nella parte dei pregi. Allora… I piedi! Ecco, quelli non erano perfetti! Però…Mi sembra poca cosa Vediamo…Le mani erano regolari e le unghie ben curate, gli occhi erano due e il naso uno… Sto sfasando: devo concentrarmi! Ci sarà un cazzo di motivo se ho litigato ieri sera e ho deciso di lasciarla piangere fuori della porta di casa sua decidendo che era finita. Ma certo! Era noiosa e diceva sempre di si… Che stupidaggine, era una cosa che mi faceva impazzire: sapere che mi avrebbe seguito in tutto, anche oltre i limiti consentiti. E allora? Adesso ricordo.. Mi ha detto di no…Di no a me? Si è azzardata a contestare una mia iniziativa, qualcosa che io avevo deciso. Non ricordo neanche cosa era, ma non doveva permettersi di ragionare e mostrare una sua intelligenza. Finalmente ho trovato il suo difetto, mi amava…
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13 anni fa
fantasypervoi,
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Ultima visita: 12 anni fa
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Un regalo per me....
Luca è un Uomo fantasioso e trasgressivo...Siamo profondamente innamorati e lui ama coccolarmi con sorprese incredibilmente eccitanti. E' una calda mattina di ottobre, ed io son pronta a godere di una di queste... Siamo in macchina insieme, si parla della giornata precedente, ma ho dentro una curiosita' che mi stimola i pensieri e l'immaginazione. Lui sa bene che gia' son bagnata all'idea..e sorride orgoglioso. Scendo con molta calma, cosi' cme mi permettono i tacchi vertiginosi che indosso; capelli sciolti sulle spalle, vestito nero aderentissimo, spirito bramoso di corpi e di cazzi. Luca ed io entriamo per primi...Il salone è ancora deserto: luci soffuse, musica in sottofondo, ambiente ovattato e silenzioso. Il rosso che domina all'interno della stanza mi pervade, mi provoca e mi eccita. Luca si siede sul divano; mi inginocchio davanti alui, mi copre gli occhi con una benda e mi offre subito il suo cazzo, liscio e durissimo da chissa' quante ore. Mi tiene stretti i capelli come una coda sulla nuca e mi spinge a fondo fino a togliermi il respiro.. Sa che questo gesto mi manda in estasi e mi prepara a "trasformarmi" da Donna dall'aspetto serio e ineccepibile alla Troia che in realta' sono. Inizio a bagnarmi tra le cosce...le ginocchia a terra, lo succhio e lo lecco sapientemente e selvaggiamente, gia' sottomessa, provando a domare le sue voglie. Il desiderio di essere da li' a poco cavalcata da piu' maschi contemporaneamente, mi rovista con lussuria i pensieri e mi conduce verso fantasie oltre ogni limite. Cosi' bendata, ho il buio attorno, ma nel mio lappare e succhiare il mio Uomo, sento la porta d'ingresso aprirsi piu' volte; un parlottare sommesso mi suggerisce l'arrivo degli altri componenti della gang. Subito mani calde e voraci addosso, sui fianchi, mi accarezzano morbidamente la schiena, tutti intanto commentano, si spostano piu' giu' fino alle natiche esposte con provocazione, rotonde e sensibili; esplorano tutt'attorno, in basso, raggiungono la figa gia' bagnata di nettare caldo e denso, mentre altre dita si fanno strada spingendo con delicatezza dentro il mio culo voglioso e in attesa... Tolgo via la benda per la curiosita' ancora inappagata, e posso vederli tutti: seduti in fila davanti a me sul divano, tremendamente eccitati, gonfi per la voglia della mia bocca calda. uno dopo l'altro li passo tra le labbra e tra le mani, mentre Luca sorride e mi guarda ingoiare vorticosamente cazzi alla sua destra e alla sua sinistra.. Li sento gemere alle mie linguate, mentre io potrei iniziare a godere di solo quello. Ma i confini mentali sono facili a superarsi, e il gioco è appena iniziato.... Tutti quei maschi mi trasferiscono su un letto di pelle, ampio e comodo, come una principessa...o come una Troia, dipende. Mi apro completamente a tutte quelle mani, alle loro lingue e ai loro cazzi. Mentre uno quasi mi scopa solo con le dita, l'altro si da' da fare masturbando il mio clitoride con la lingua...mentre Luca procede con l'iniziazione del mio culo, aprendone dolcemente le porte. Turgido, entra lento e deciso, affonda da subito, spingendo deliziosamente e facendosi strada come lama nel morbido burro. In due colpi lo spalanca e lo prepara, facendo finire il suo cazzo completamente dentro mentre io ansimo per il piacere... Non ho quasi piu' ricordo di quante volte abbia goduto quel giorno, ma è assicurato che ripensarci mi eccita ancora... Devo aver sbrodato subito a quel contatto, grazie a Luca e al suo modo sapiente e ineguagliabile nel prendermi da dietro con dolcezza e prepotenza insieme. Il mio lamento di piacere è incontrollabile...ma voglio sempre di piu'....uno solo non mi basta. Pensano subito a una doppia penetrazione...un sogno a occhi aperti. Messa a quattro zampe, a turno cambiano i loro cazzi dalla mia figa ormai fradicia al mio culo aperto e burroso. Pur stringendo il cazzo che m'infila davanti, da dietro l'altro si imbuca in un colpo; la figa ristretta da quell'ingresso importante, richiama e risucchia l'altro cazzo dal canale posteriore. Frequenti colpi ben assestati tra figa e culo mi portano attraverso un numero enorme di orgasmi ripetuti e tremendamente intensi, mentre chiedo a gran voce di non smettere e quasi impongo a tutti di continuare, mentre Luca mi guarda compiaciuto nel vedermi completamente piena ovunque e quasi contrastata nei lamenti a causa di un'altro cazzo in fondo alla gola. Orgasmi vaginali e anali si susseguono uno all'altro in un'altalena di spasmi, finche' vengo girata a otto mani... mi tengono le cosce spalancate, distesa sul letto, grondante di sudore e cosparsa di olio profumato... In due mi son sopra, le loro bocche buttate sulla mia figa, dita che si muovono ovunque, le mie mani ad aiutare le loro lingue selvagge e fameliche..trovano e torturano dolcemente il mio clitoride a lungo, portandomi a un orgasmo interminabile. Non do' tregua, ormai assuefatta a quel piacere, e non voglio darne a me stessa. Mi giro e salgo sopra uno di loro, montandolo e muovendomi sul suo cazzo ora lenta ora rapida, pronta a venire ancora e ancora, mentre l'altro mi sposta e mi assesta un paio di colpi decisi e profondi... Luca continua a guardarmi....mi sussurra "quanto sei Troia"...sempre quel suo cazzo in tiro davanti ai miei occhi, che mi manda in estasi. Si pone a gambe larghe sopra la mia bocca mentre io, distesa, da sotto lecco le sua sacche gonfie e tese, lappando e esplorando il suo culo con le dita...sento gli altri tre masturbare la mia figa e il mio culo, bollente dopo ore cosi', e imploro a Luca una sborrata in bocca mentre anche io vengo... Posso cosi' godere di un fiotto di latte caldo e densissimo che mi scola dentro la bocca assetata e di un orgasmo senza fine. Quella apparentemente insignificante goccia sul lato delle labbra è quella che assaporo di piu', riaccompagnata da mani sapienti fin dentro la mia bocca e seguita da un'occhiata di Luca che mi rassicura di un'intesa profonda, morbosa e viscerale.... Ma ancora non placata da tanto godimento, mi dimeno ancora alla ricerca di altro cazzo disponibile....e si ricomincia. I miei canali ormai aperti e insaziabili smaniano per essere ancora riempiti.. Uno di loro stantuffa nel culo provocando una maggiore restrizione della vagina, mentre il secondo cazzo è letteralmente stretto e risucchiato dalla morsa caldissima della mia figa. Entrambi colpiscono simultaneamente impartendo colpi vigorosi mentre io, immobile, gemendo come una Porca, prendo il terzo cazzo in bocca e poi, insieme a questo, anche quello che apriva la figa, a spartirsi la mia lingua e la mia gola. Altri due orgasmi si susseguono facendomi sussultare.... Uno dopo l'altro godono dentro e sopra di me.... La mattina volge al termine...si torna al mondo "normale", quello di tutti i giorni...quello nel quale chi vive esperienze come questa, cammina in mezzo agli altri consapevole di avere letto dal libro della vita un capitolo in piu'.
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13 anni fa
admin, 75
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La prima volta in un club prive'
siamo stati sempre una coppia di esibizionisti,sopratutto mia moglie.Anche prima di sposarci,gli piaceva essere guardata in spiaggia completamente nuda,si metteva in posizioni idonee per eccitare chi guardava.In auto,nei ristoranti etc si metteva sempre vestitini abbastanza appariscenti con sotto solo lingerie glamour calze e reggicalze e tacchi.Questa abitudine gli e' rimasta ancora.Insomma circa 5 o 6 anni fa,sentendo parlare di club ,di scambi etc abbiamo deciso di andare in uno di questi,ma solo per vedere quello che succedeva....Be lei si vesti con un vestitino a tubino rosso,reggicalze, calze color carne con riga nera di quelle anni 50 ,scarpe con tacco color rosse..insomma una gran fica.Abbiamo iniziato a guardarci in giro,vedevamo coppie che s'intrattenevano ,singoli molto educati che cercavano la loro preda etc.Dopo un po che eravamo seduti nella sala cinema(ci piace vedere film porno),c'erano coppie e singoli con i loro arnesi di fuori,e anche noi stavamo toccandoci.Si e' seduto vicino a mia moglie un bel ragazzo.A quel punto eccitato come una bestia ho sussurato alla mia lei di far uscire la troia che era in lei.Non aveva capito,e mi ha guardato con un espressione di domanda..e abbiamo continuato,a masturbarci a vicenda con i nostri sessi in bella vista.Ad un certo punto l'ho sentita irrigidirsi,mi voltoe vedo che il ragazzo si stava masturbando con una mano ,mentre l'altra accarezzava l'interno coscia di mia moglie fino a raggiungere la balza della calza e sempre piu' su a sfiorare il gancetto del reggicalze ed arrivare sulla fica depilata di mia moglie.Ero inestasi,mia moglie super eccitata,sorpresa,intontita non so ..comunque e' bastato un cenno con i miei occhi che lei si e' distaccata dal mio membro per inpugnare quello di Marco(era il suo nome) .Vederla con il cazzo in mano di un altro mi ha fatto stralunare,non capivo piu' niente .Il massimo l'ho raggiunto quando ho visto la testa di mia moglie essere spinta sul cazzo turgido di Marco ingoiandolo tutto ,leccare 'l'asta ,la testa andare su e giu'.....Marco mi guarda e mi dice"andiamo a scopare la troia di tua moglie"Be ve la faccio breve...mia moglie si e' fatta scopare come non era mai successo.In casa facevamo le doppie aiutandoci con cunei anali,falli filnti etc...invece qui era tutto naturale e vederla inculata da un altro mi faceva sempre piu' eccitare,e sopratutto lei amante di turpiloquio,si eccitava ripetendo quello che noi gli dicevamo..si sono troia,bocchinara ..rompetemi ..fatemi quello che volete.....Marco ha raggiunto l'orgasmo quando mia moglie gli ha infilato la sua lingua sul bucio di culo,baciandolo e leccandolo..si questa e' una pratica che ha mia moglie piace moltissimo,leccare bei culi di uomini e donne.Questa e' stata la nostra prima esperienza trasgressiva con estranei..ora abbiamo molti amici di coppie e singoli. Andiamo solo ogni tanto nei club spesso c'incontriamo nelle case di amici..per sprigionare tutta la trasgressione che e' in quella troia di mia moglie...
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13 anni fa
admin, 75
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L'urlo
Facevo parte con le funzioni di disegnatore della spedizione archeologica Fullerton-Myers in Polinesia, dove erano stati ritrovati, in un isolotto scoperto da poco, i resti di una misteriosa civiltà, che ci accingevamo ad esplorare. Appena in vista dell’isola, ciclopiche mura di pietra nera di origine vulcanica, probabilmente, si pararono innanzi ai nostri sguardi stupiti. Il battello si fermò in una piccola baia coperta da sabbia scura e resti di scheletri di creature marine. I primi a scendere a terra furono gli archeologi, mentre io scalpitavo dall’eccitazione di andare a vedere di persona quelle meraviglie che erano state raccontate dai primi arrivati. Mentre l’ansia cresceva, verso il tramonto gli scienziati tornarono, pallidi e cupi, e si chiusero nelle loro cabine, senza rispondere alle domande concitate che ponevo loro. Frustrato dal loro silenzio, dopo cena, scesi di soppiatto dall’imbarcazione e mi diressi velocemente verso le rovine. Una luna enorme e rossastra incombeva sulla scena. Man mano che mi avvicinavo, le mura divenivano sempre più grandi, comunicando una indefinibile sensazione di inquietudine. Sembrava una muraglia compatta, senza aperture, ma girandoci attorno, mi accorsi che un grande portale, sovrastato da una possente architrave scolpita in bassorilievo con figure semierose dal tempo, indecifrabili, forse creature marine, forse umane, non era dato di capire. Attraversato il portale, mi ritrovai in un enorme arena, o corte, circondata interamente dalla possente muraglia nera. Il silenzio, rotto solo dallo stormire delle foglie, e dal ruggito cupo di chissà quale predatore notturno, per fortuna lontano, avvolgeva come una cappa tangibile lo spazio. Al centro esatto della piazza, una vasca di gigantesche proporzioni sembrava colma di un’acqua stagnante, vagamente fosforescente, immota. Mi avvicinai lentamente, ammirato dalla bellezza di quel luogo antico forse di migliaia di anni. Mentre camminavo lentamente verso la grande fontana, mi accorsi di un movimento lieve sul bordo riccamente decorato della vasca. Incuriosito, e vagamente intimorito mi avvicinai. Sul bordo era distesa mollemente una straordinaria creatura, una femmina di bellezza sconvolgente, i seni turgidi a sfidare il cielo, fianchi perfetti, viso da divinità pagana e…assolutamente nera! Ma non il nero degli abitanti d’Africa, un nero assoluto, lucido come l’inchiostro più puro. Lentamente, girò il suo splendido volto verso di me, socchiudendo gli occhi, che fino a quel momento erano chiusi …per abbagliarmi con uno sguardo di un verde intenso, quasi animalesco, sconvolgente nella sua intensità. La bocca si schiuse in un sorriso di un bianco accecante, scoprendo denti stranamente affilati ma sensualissimi nella loro bestiale bellezza. Quasi ipnotizzato mi avvicinai fino a sentire un vago odore di muschio e il calore di quel corpo sinuoso. Lei, senza aprire bocca mi attirò a se, e cominciò a spogliarmi, mentre io accarezzavo quei meravigliosi capezzoli duri e carnosi, neri sul nero, appena mi ebbe del tutto denudato, guardò con voglia famelica il mio cazzo, diventato duro come la roccia, che pulsava di vita propria, e in un unico gesto sinuoso se lo infilò in bocca, cominciando a succhiare avidamente, strappandomi un lungo gemito di godimento. La sua lingua serpentina correva lungo il prepuzio, ora delicata, ora dura, quasi ruvida, mentre le sue mani accarezzavano e stringevano i miei testicoli, poi passò a leccarmeli, gemendo anche lei di piacere ferino, mentre sentivo l’umore dolce e selvatico della sua figa gocciolarmi addosso, quasi impazzito di piacere, letteralmente mi avventai su quel meraviglioso fiore nero e rosso, succhiando avidamente il clitoride enorme e pulsante leccando e infilando la lingua in quella cavità calda e vibrante, avrei voluto infilarci anche la testa, tanto era il piacere che mi offuscava la mente. Lei gemeva come una bestia in calore, aumentando ulteriormente il mio piacere, mentre le sue affilatissime unghie graffiavano i miei lombi e la schiena, portandomi ad un parossismo di piacere mai sperimentato prima. Ma, d’un tratto, si fermò, bloccandosi come una statua d’ebano. Seguii il suo sguardo, mentre il mio cazzo urlava di insoddisfatto piacere, e vidi che guardava verso l’acqua. Non era più la pozza stagnante che avevo visto all’inizio, ma si muoveva come se qualcosa si agitasse sotto la superficie, mentre lo strano bagliore verdastro aumentava lentamente. Qualcosa increspò la superficie e… Una figura imponente emerse gocciolante dall’acqua, era un maschio, altissimo, con un corpo perfetto, scolpito come una statua greca, glabro, possente…assolutamente bianco! Bianco di marmo pario, in tutti i suoi dettagli, ma anche flessuoso, vagamente animalesco, e con un cazzo lungo e spesso, eretto come se già l’eccitazione di ciò che guardava lo avesse pervaso, e lo sguardo, anch’esso verde, accecante, e la bocca, schiusa in un lieve sorriso ferino, era la perfezione assoluta. Stranamente non fui intimorito da questo colosso, ma attratto ed altrettanto eccitato. Lui, senza degnarmi di uno sguardo, si avventò sulla femmina, penetrandola violentemente con quel cazzo enorme, e lei, per niente disturbata, accoglieva i colpi di quei glutei potenti urlando con voce roca suoni mai uditi. Io ero come impazzito e mi avvicinai per partecipare a quell’orgia di indicibile piacere, quando lui, finalmente cosciente della mia presenza, mi abbracciò con braccia d’acciao, e mi baciò con una forza sconvolgente, insinuando la lingua serpentina ad allacciare la mia, mentre sentivo il suo cazzo premere contro il mio. Ad un tratto mi spinse la testa verso il suo ventre, e mi ritrovai in bocca quella verga vibrante, che quasi mi soffocava mentre la bocca di lei sapientemente lavorava sul mio, e lui assaporava la fica urlante di lei, in un triangolo di piacere incommensurabile. Poi, con insolita delicatezza, mi girò sulla schiena, e, trovato il mio buco fremente, vi infilò, dolcemente, il suo splendido cazzo. Il mio gemito di piacere si mescolò al suo, mentre la donna mi offriva il suo scultoreo culo, che penetrai, forse un po’ bruscamente, tanto era il godimento, ma che lei accettò, ululando di piacere, Mentre mi contorcevo in vista dell’esplosione orgasmica, lui mi morse delicatamente sulla schiena, senza procurarmi dolore, ma con decisione. Sentii una strana sensazione, subito sommersa dal piacere che provavo. Al culmine dell’orgasmo, tutti e tre ci ritrovammo distesi l’uno accanto all’altro, mentre un fiotto enorme e verdastro scaturiva dal suo pene, e dalla figa di lei sprizzava un liquido dello stesso colore, che si mescolarono al mio sperma candido nella luce della luna, mentre un lungo urlo bestiale usciva da quelle gole. Non sono più tornato al battello, e i miei compagni dopo lunghe ricerche hanno desistito, dandomi per disperso. Adesso nuoto anch’io in quella grande vasca, il corpo trasformato in qualcosa di inumano, in attesa che qualcuno venga a placare le mie voglie, e quelle dei miei nuovi compagni, Urlando, tra le nere mura, alla grande luna rossastra, nostra madre.
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
Nickname..."manette"
"Posso?" La finestra del privato della chat di action si apre in alto a sinistra quasi inaspettatamente. Sarà la solita donna in cerca di virtuale o peggio sarà il solito uomo... che si finge donna. "Certo, dimmi!" Sempre essere cortese con la gente, non costa nulla. Così inizia questa storia, questa strana avventura con una ragazza di Milano di 29 anni: che le cose non erano come al solito lo capii subito, dalle prime battute, dalle sue parole, dalla sua disponibilità, da quella sua serietà e convinzione che trasmetteva nello scrivere. "Adesso devo andare, domani alle 16.00 in chat, stesso posto e non farmi aspettare." IL giorno dopo mi collego, più per abitudine che per lappuntamento che avevo dato, ma lei arriva e mi riapre il privato: "Eccomi, padrone, come vede sono puntuale." Ancora lei, ma allora forse è una cosa seria, proviamo ad approfondire. Le spiego che non ho tempo da perdere, che deve spedirmi una foto e darmi il numero di cellulare, altrimenti non se ne fa niente. "Subito, padrone, mi dia la sua casella di e-mail che le spedisco la foto il numero è 03... ." Cavolo il numero di cellulare dopo due incontri virtuali da qualche minuto mai successo! Aspetto la foto che arriva immediatamente, una bella ragazza, con un bel seno, lo si intravede sotto il maglione, non molto alta ma proporzionata. Soddisfatto per la sua prontezza nelleseguire ci che le avevo chiesto, le dico che per il giorno dopo deve entrare in una di quelle cabine che fanno le foto formato tessera, deve togliersi tutti i vestiti che le ricoprono il tronco e spedirmi poi le foto con il seno ben in vista. Chiudo il collegamento, mi adagio allo schienale della poltrona, prendo un sigaro e compiaciuto osservo il notes su cui cè scritto il suo numero di cellulare. No, non la chiamer, perché non voglio darle quella soddisfazione, chiamo invece la segretaria la vita continua, non mi lascio sconvolgere da questo. Il giorno dopo ho un appuntamento a Mantova, un cliente mi ha chiesto una consulenza per un problema sorto nella realizzazione di un centro commerciale, non ho nessuna voglia, ma mi tocca. Daltronde è uno dei miei migliori clienti. Subito si capisce qual è il problema, ma per risolverlo ho bisogno di avere delle tabelle e dei grafici che purtroppo non ho con me, chiamo lufficio e mi faccio spedire per posta elettronica quello che mi serve (la tecnologia moderna - cosa faremmo senza?). Fortunatamente lo schermo del portatile è orientato solo verso di me, e nessuno pu vedere: senza accorgermene avevo sbagliato ad aprire la posta, ed anziché aprire ci che stavo aspettando, mi sono comparse sul video quattro piccole foto di una ragazza a seno nudo, tipiche foto formato tessera un attimo di smarrimento, e poi la pressione dei tasti Alt+F4 chiude la videata senza che nessuno si possa accorgere di nulla. A lavoro terminato, mentre viaggio in autostrada verso Bergamo, ripenso a quella ragazza, forse è il caso di battere il ferro mentre è caldo. Mi sembra che per lei non sia solo un gioco virtuale, pu nascere qualcosa di interessante Chiamo lufficio: "Maria, mi faccia un piacere, sul blocco notes della mia scrivania cè un numero di cellulare, me lo pu leggere?" "Aspetti un attimo, architetto eccolo: 03.." "Grazie, Maria, perfetta come sempre." Modifico il menu del cellulare in modo da non inviare il mio numero, compongo le varie cifre ed invio la chiamata tuu .tuu suona libero, bene! "Sono Manette. A che ora finisci di lavorare?" Silenzio. Poi una vocina con il respiro affannoso risponde "Alle 17.00, Padrone." "Non mi piace essere chiamato padrone, chiamami signore. Fatti trovare alle 18.00 davanti allingresso principale della Fiera Campionaria puntuale." Perfetto! Mancano tre ore allappuntamento, ho tutto il tempo di passare in ufficio, sistemare alcune piccole cose e poi riprendere la strada per Milano. Mentre sono in macchina, la mia mente incomincia a correre, incomincia a pensare, ad immaginare quellincontro futuro il corpo di quella ragazza ma poi mi dico di non preoccuparmi, ho sempre improvvisato listinto mi ha sempre aiutato... perché dovrebbe abbandonarmi proprio ora? Alle 17.50 sono allinterno della macchina, vedo chiaramente lingresso della Fiera, lei è appena arrivata, si gira e rigira, cammina nervosamente non mi conosce, non sa che faccia abbia, nemmeno la macchina conosce sono solo io che posso sapere.. e questo è ancora più divertente ancora più entusiasmante! Scendere prima dellorario stabilito? Non se ne parla nemmeno, anzi, meglio aspettare anche qualche minuto dopo le 18.00. Anzi, meglio ancora tuu tuu lei toglie il cellulare dalla borsetta. "Sono io; voglio che adesso vai in un bar e compri un panino e una Coca ho fame. Ti richiamo fra 5 minuti." Mi sento bastardo dentro ma è una cosa automatica, un comportamento normale per me in certe occasioni, è come se vivessi due personalità. E in quel momento sono uno a cui piace "giocare". La osservo guardarsi attorno alla ricerca di un bar; lo vede al di la della strada. Passa proprio davanti al cofano della mia macchina, faccio finta di nulla, la osservo nei suoi jeans attillati, il suo giubbotto di montone, i sui capelli lunghi sciolti sulle spalle, una ragazza normale, decisa, lo si vede dal modo di comportarsi. Sa che io la vedo, lo ha capito, e questo le mette agitazione, non vuole sbagliare e non vuole nemmeno far la figura della tonta. Osserva Osserva tutti i passanti, alla ricerca di quel volto sconosciuto, di quel volto che non sa immaginare, forse vorrebbe fosse quel signore distinto comodamente seduto sulla panchina, o quel giovane in sella alla sua moto, o forse proprio quel signore seduto su quella Bmw sportiva parcheggiata li vicino, affascinata dalle macchine veloci. Ritorna, dalla borsetta spunta un sacchetto di carta bianca. Probabilmente la mia merenda, penso. Sta lì ad aspettare, toglie il cellulare dalla borsetta, osserva lorologio, i cinque minuti sono trascorsi. Le si legge in faccia che sta pensando E adesso, cosa mi chiederà?, chiaramente non è abituata a fare ci che gli altri le chiedono, ma questa volta è diverso, è pronta a qualsiasi cosa, scuote la testa innervosita per scacciare quei pensieri che da tre ore le martellano la mente, per svegliarsi da quellincubo o da quel sogno. "Sono io. Vedo che sei stata brava ed ubbidiente; prima sei passata davanti ad una Bmw Z3, sali dal lato dellautista, la porta è aperta, non dire nulla, ripeto: non voglio sentire una parola, accendi il motore e guida verso Bergamo, con calma." Non si guarda nemmeno in giro, sa benissimo qual è la macchina, si avvicina, toglie il giubbotto, lo piega, apre la portiera, ripone il giubbotto sul piano posteriore assieme alla borsa, si allaccia la cintura e accende il motore. Una Bmw Z3, wuaooo che macchina, posso pure guidarla, che bello, se sapesse il piacere che mi sta dando, se sapesse quanto sono appassionata di macchine, che fin da ragazzina mio padre, titolare di unautofficina, mi ha insegnato a guidare soprattutto le macchine sportive forse guiderebbe lui, pensa la ragazza. Io capisco da come si sistema il sedile e gli specchietti, da come dosa il gas e usa il cambio, che non è una sprovveduta in fatto di macchine. Forse dovrei dirle di scendere, guidare io e toglierle quel piacere, ma in fondo è giusto lasciarle questo piccolo premio, servirà comunque a far crescere la fiducia di entrambi. La guardo, la osservo, le faccio sentire il peso del mio sguardo sul suo volto, sul suo corpo; i suoi occhi osservano la strada, è concentrata su quello che sta facendo pur essendo consapevole della mia presenza, della presenza di uno sconosciuto al suo fianco. "Pianino," lammonisco, "Ci tengo alla mia macchina e soprattutto alla mia vita, abbiamo tutto il tempo che vogliamo, tutta la notte per noi, no ti preoccupare, rilassati e guida." "Sì, signore." La mia mano si posa pesantemente sulla sua coscia sinistra, uno scatto e unimprecazione di dolore esce dalla sua bocca. "Ti ho detto di stare zitta e quando dico zitta, vuol dire zitta! Parlerai quando ti dar il permesso per farlo." Adesso che faccio, la porto a casa o andiamo al motel? A casa, decido, ho appena finito di costruire una nuova barra di sospensione e non vedo lora di collaudarla, forse sto correndo troppo, forse sarebbe meglio prima parlarne un po, forse ma non ho voglia di parlare adesso. Sempre in silenzio, saliamo le scale ed entriamo nel mio appartamento, andiamo al piano di sopra nella mia mansardalaboratorio, la vista delle travi, delle corde e di tutti quegli strumenti costruiti con le mie mani mi mette tranquillità, mi fa proprio sentire in pace con me stesso e con il mondo che mi circonda. I timori, le paure, forse più mie che sue, scompaiono, e la mente elabora i sui piani in assoluta tranquillità in modo logico e automatico. "Nella stanza a fianco cè un armadio, allinterno troverai degli indumenti di pelle nera, spogliati e indossali. Ti aspetto qui. Hai tre minuti di tempo, non un secondo di più non un secondo di meno." Mi avvicino alla mia nuova barra di sospensione e controllo tutti i bulloni di giunzione, stacco la corda già predisposta dalla parete. Accipicchia, mi stavo dimenticando le manette: mi sembra giusto usarle, visto che il mio nick fa un esplicito riferimento ad esse. Sono tutto assorto nei miei preparativi quando la coda dellocchio percepisce unombra; mi volto leggermente e la vedo .splendida in quel costume di pelle nera che lascia alla mente la possibilità di immaginare le sue forme, il suo seno riempie il corpetto in pelle, le braccia lungo i fianchi, la testa leggermente reclinata in avanti in attesa forse immagina cosa succederà forse lo spera .o forse ne ha timore, in fondo sono uno . sconosciuto. Il suo corpo vibra. Me ne accorgo, mi avvicino, dolcemente le alzo la testa e, accarezzandole la nuca, le do un piccolo bacio sulla fronte, per dimostrarle che non deve temere, che pu fidarsi e che non le succederà nulla di male. "Grazie, signore." Il suo ringraziamento mi riempie di gioia, anche senza parlare, anche senza esserci spiegati ci siamo intesi .le nostre menti sono in sintonia ed entrambi abbiamo capito che quellincontro sarà solo linizio di un lungo rapporto
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13 anni fa
Steve1977,
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Ultima visita: 10 anni fa
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Lo so' che torni...
"cosa indossi?" pensava fosse la solita persona inutile, sterile, incoerente , capace solo di masturbarsi di fronte a un computer. "cosa indosso?.... mutandine e reggiseno...fa caldo qui .." fedele al gioco sorrise. "bene... togliele" "ma sei impazzito??" "dai toglile , so che vuoi farlo, altrimenti mi avresti gia' chiuso la chat in faccia." "veramente io...." "Non mi importa un caz o di quello che veramente tu." "mah..." "Mah un ... ora fai quello che ti dico. Sento gia' le tue dita che tremano sui tasti, vedo il tuo sorriso cambiare sul tuo volto , i battiti del tuo cuore aumentano all'impazzata , e non muovere i piedi ora , non risolveresti niente." "......" "Gia' , brava . e' l'unica risposta che devi dare. Il tuo silenzio." Un tornado di emozioni la prese di sprovvista, lei , cosi' sempre tutta di un pezzo , cosi' da tempo incapace di provare una emozione degna di tal nome. Aveva smesso di sorridere , aveva smesso di pensare fosse il solito pervertito , aveva sentito qualcosa che la aveva impietrita .. e nonostante avesse la mano sul mouse e la freccetta sulla croce per chiudere la chat ...... segui' alla lettere il pensiero dello sconosciuto uomo del mistero che le indicava cosa fare... "Ora faremmo un gioco" "ah si.... ma se non so nemmeno come ti chiami" "Credi che sia importante sapere il mio nome?" "no..non credo" "Brava " .." ti sei tolta quel poco che avevi addosso?" "si , incredibilmente lo ho fatto" " ...non mentire, non ha senso farlo , visto che non ti vedo. Ma sara' cosi' per ora , perche' la prossima volta utilizzerai la cam o un altro sistema per farmi vedere se realmente fai quello che ti dico" "ah...e cosa ti dice che ci sara' una prossima volta" " me lo dice il fatto che tu sei ancora qui , sei nuda davanti a me , hai il cuore in gola, scrivi solamente perche' siamo distanti km e non senti la presenza mia fisica che possa farti qualsiasi cosa, ma comunque senti che ci sono , che sono dentro di te , che sono quella voce della tua coscenza che ti spinge a fare cose che da sola non faresti mai. Tutto questo mi dice che ci sara' una prossima volta." "......sono senza parole... mi conosci meglio tu che non so nemmeno chi sia, piuttosto che il mio ragazzo." "Vedi , ti stai aprendo a me senza volerlo e senza avertelo chiesto.".." Smettila di morderti il labbro , e' inutile" "ma ... come fai...riesci a vedere la cam ? dai dimmi la verita' sei un hacker?? ...dai " "Ti sento." "ma non ho l'audio ... " "Ti sento senza guardarti e senza sentirti. Non c'e bisogno che tu faccia rumore perche' io senta che tra le tue gambe ora c'e un lago." "e' vero..." "Prendi il rossetto , rosso." "il rossetto??" "Si voglio che tu faccia una cosa per me" "va bene" " e concludi le tue frasi con il termine Signore da ora in avanti " ... " se non lo farai dovrai prendere una molletta da bucato, al raggiungimento di 5 avrai un premio." "un premio??" " si . un premio da donare a me. prendine una intanto , visto che non hai scritto Signore nella domanda che mi hai fatto." "ma veramente....." " bene prendine due , vedrai che prima o poi impari" Questo atteggiamento che mai nessuno aveva avuto con lei la spiazzava, voleva andarsene, ma il suo corpo glielo impediva. La sfida , la voglia di sapere fino a che punto questo sconosciuto misterioso sarebbe potuto arrivare la costringeva a rimanere li ferma , nuda nata , con il rossetto in mano e due mollette sulla scrivania , di fianco al mouse . "Ho preso quello che mi ha chiesto ......Signore." questo termine la infastidiva piacevolemente. "brava, sentivo di avere di fronte una persona in grado di saper cogliere le sfumature del proprio piacere e con la capacita' e la voglia di scoprire se stessa " "le sue parole mi lusingano ...Signore" piacevolmente infastidita iniziava a sentir stuzzicata la sua anima . "non sono solo parole, celebralmente siamo sulla stessa lunghezza d'onda e con la stessa voglia di scoprire. Non siamo sullo stesso piano... ma questo lo stai iniziando a capire da sola...da quanto vedo.". "perche' Signore ? " "perche' come puoi ben notare , Io sono chiamato Signore , e tu non hai nome per il momento. Io sono vestito e tu sei completamente nuda , Io sono colui che ora ti guidera' verso la scoperta di te stessa e tu sei colei che conosce solo cio' che l'occhio vede." "sto iniziando a provare astio nei tuoi confronti.." "astio?... Prendi la 4 molletta , hai fatto un altro errore." ... . ... . ... " "Brava, prendi la 5 anche e preparati di fronte a me. Penso di aver capito cosa ti serve." Attimi di profondi silenzi..... da una parte Lui consapevole di cio' che faceva aveva azzardato troppo con una neofita del gioco, dall'altra parte lei ...balzata dalla sedia nuda nata , combattuta nella mente .... ma con il miele che le scendeva lungo le gambe .....stava ritornando verso la scrivania con in mano le ultime 2 mollette e si sedette. "So che sei li, nuda , che guardi lo schermo in attesa che queste parole compaiono davanti a te ." Passarono alcuni minuti in cui il respiro di lei era talmente forte da rendere silenziosi i numerosi rumori dentro la stanza. "Volevi tanto sapere il mio nome.... Ora ci sono due cose che farai per me ." "si Signore.... temo che le faro' " " Prendi il rossetto e scriviti il mio nome ... Steve ...sul petto ... tra i due seni " "oddio...." "Oddio?? ...qui non centra nessun altro che me e te. Ora scrivi e basta." "si Signore.." "Appena hai fatto resta ferma, dimmelo" Passarono alcuni minuti in cui la decisione di farlo o non farlo era nella sua testa come quella di passare o non passare a occhi chiusi in mezzo a un incrocio. Poi lo fece, a caratteri cubitali scrisse Steve tra i due seni...e rinizio' a respirare quasi normalmente. "Sento i tuoi battiti...lenti e profondi...rilassati e pesanti." "Si Signore...non ho mai fatto una cosa del genere." "Lo so." " ma sono eccitata come mai mi e' successo Signore" "Sapevo di non sbagliarmi." "le mollette Signore??" " bene , mi fa piacere che tu te le sia ricordate." Si morse le labbra per cio' che gli aveva appena ricordato.... "Smettila di morderti il labbro , non me lo ero dimenticato." " Questa e' la tua prima punizione , a cui ne faranno seguito altre se da ora in avanti non farai o sbaglierai o eviterai di eseguire le mie richieste. ".. "mmmhh.... in che guaio mi sono andata a cacciare ...Signore." "Non vuoi vedere quanto e' profonda la tana del Bianconiglio?? " "mmmhh .... ho paura... Signore" "Lo so. segui le mie istruzioni e ti portero' a scoprire cose di te che nemmeno immagini di poter sentire e di poter provare." "e' affascinante Signore faro' quel che desidera." "Prendi le mollette , sono 5 , una per ogni capezzolo , una per ogni labbro della tua fig..., e uno voglio che tu lo metta sul clito...ide" .. " fatto questo per stasera abbiamo finito " Spaventata, eccitata, confusa, curiosa , sola nella sua stanza allungo' le mani verso le mollette , mordendosi le labbra ...avvolgendo le caviglie contro le gambe della sedia .... pensando e ripensando .....impazzendo.... e sposto' la freccia verso la croce chiudendo la chat....e stupita , dopo un respiro profondo recuperando parzialmente lucidita' si chiese:"perche' ..." Dall'altra parte della rete intanto Lui scrisse: "Lo so...che torni."
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13 anni fa
Steve1977,
33
Ultima visita: 10 anni fa
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Primi giochi di gruppo
Succede spesso di ritrovarsi con amici e non sapere cosa inventare per passare allegramente il tempo, quel giorno eravamo io e un'altro amico con due coppie di amici, avevo già giocato con lui e una coppia ma non avevo mai superato il numero di 4, ma l'altra coppia di amici voleva "provarmi" visto ke gli intimi avevano ben parlato di me. Ed io non mi tirai indietro seppur la confusione spesso gioca brutti scherzi. Le due donne si sdraiarono sul letto e il mio amico subito mi spinse tra le cosce morbide e lisce della donna che mi aspettava con gran voglia. Cominciai a leccarle la passera e a succhiare le sue labbra inferiori mentre l'altro amico le massaggiava i seni e le faceva provare il suo fallo già duro e pronto al gioco. La situazione era ottimale, 2 uomini per ogni donna e tutti per tutte, eppure non riuscivo a concentrarmi per raggiungere la condizione ottimale per la penetrazione. La concentrazione per me è la base del piacere e non riuscivo a trovarla, finchè la mia amica con cui già avevo precedenti esperienze si accorse della mia condizione di disagio e mi aiutò a trovare lo stimolo giusto. Mi fece sdraiare al centro del letto e cominciò a succhiarla fino a mandarmi nuovamente in estasi. A lei si aggiunse l'altra donna e tutt'è due cominciarono e leccare ogni centimetro del mio corpo sino a mandarmi su di girie ritornai a girare. La mia amica cominciò a montarmi mentre l'altra donna si sedette sulla mia faccia per farsi leccare, mentre accadeva tutto questo gli altri uomini si preoccupavano di "tappare" i buchi rimasti scoperti. In quel turbine di movimenti e di emozioni ritrovai la carica giusta e cominciai a muovere il bacino mentre la lingua correva e le mani si alternavano prima su una poi sull'altra, in quel frangente gli altri uomini restarono a guardare mentre le donne cominciarono a tirar fuori dalla loro bocca intensi versi di piacere... Tutto è bene quel ke finisce bene, e quella volta fu proprio così.
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13 anni fa
AnimoSolitario80,
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Ultima visita: 8 anni fa
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ADRENALINA
“…Non posso deviare. Mi seguirebbe. Il caso cane-gatto è un esempio tipico: finché nessuno scappa non succede niente. Appena uno scappa, quell'altro…Sguishhh. Dietro. Ed è giusto, perché se uno scappa deve avere una buona ragione per essere seguito. Altrimenti che scappa a fare? Da solo? In quel caso si direbbe semplicemente 'corre'…”Giorgio Gaber-La pauraEcco: ho messo la citazione ironico-culturale. Cosi’ casomai leggesse mio padre potrebbe dire: maiala ma citazionistica, non ho buttato via tutti i soldi per averla fatta studiare…Gia’…A parte che parliamo di un altro padre, il mio per me non ha speso una fortuna…Ma ecco, appunto: andiamo su questo caso presuntamene estremo…Io posto le mie cose scritte su siti (non me ne vogliano i gestori di questi “postacci” che io adoro) di “malaffare”: perversi e scostumati si ritrovano su queste pagine. Quindi ci siamo praticamente tutti, nessuno escluso. Quelli che evitano accuratamente questi siti e si dedicano a una vita casta e morigerata di questi tempi sono i perversi del tipo piu’ pericoloso.Mettiamo uno di voi tanti padri…Siamo tutti padri, figlie, mogli, amanti, colleghe di lavoro e amici di amici, vicini di casa, semplici conoscenti da bar e chi piu’ ne ha…Ecco…Uno di voi entra in rete, naviga con quello spirito che trovo realmente fuori tempo di essere in un mare di persone che non lo conoscono…E invece qualche foto e rimane basito: “Ma quella e’ mia…”… “Ma quello e’ mio…”.Ma la realta’ e’ questa. Che in tutte le case ci sono navigazioni di rete distinte e parallele. Flussi di panda paralleli. Ed e’ proprio per questo che il famoso teorema andrebbe cambiato: e cioe’ le rette parallele si incontrano in un punto che non e’ poi cosi’ tanto all’infinito…Si guardano. Fingono di non essersi riconosciute o di non sapere. Come tante moglie e mariti che conosco a proposito di rapporti adulterini. Vivi e lascia vivere. E usa la carta di credito a suo nome…Imbarazzo? Vergogna? Senso di colpa? I miei li ho lasciati dietro una porta molto tempo fa.Avevo vissuto una storia un po’ strana. Con un uomo molto piu’ grande di me. Pure una storia bastarda: questo uomo era fratello del mio ragazzo ed era marito di una amica. Maggiorenne, o a filo? Poco importa. Importa che sono stata sgamata. E che sono stata messa fuori di casa. Per lo scandaloso e la delusione: i genitori hanno sempre pronte le parole “mi hai deluso” nel repertorio. La mano che mi ha stampato cinque dita sulla faccia pero’ non era la sua ma quella della sua nuova compagna, molto piu’ giovane di lui. Che avendo un figlio da sistemare ha preso la palla al balzo per liberarsi definitivamente a male parole di me dopo mio fratello e allontanarmi un bel po’…A dire il vero nel calcolo delle probabilita’ sarebbe teoricamente piu’ facile su queste pagine incontrassi la presenza di mia madre. Almeno per gusti e abitudini. Anche se in quanto a uso del personal computer e affini…Si perche’ lei a un certo punto ha deciso che aveva rinunciato per molto tempo a vivere la sua eta’ e si e’ data da fare per recuperare. Cosi’ a volte tra i miei gusti maschili maturi e i suoi complementari al contrario ci si trova quando va di culo con compagni coetanei quando non quasi miei coetanei. Evidentemente incontra i gusti giovanili perche’ ha molto successo.Come si dice : “Talis mater…”. Anche se la genetica nel mio caos non e’ del tutto determinante, sono adottiva, ma magari l’imprinting subcosciente…Ma torniamo al caso limite “A”…Siamo ancora allo shock emotivo della scoperta reciproca ipotetica. In via del tutto teorica. A una come me gasa in cosi’ tanti si tirino seghe per lei e se per caso scopri o pensi uno di quei maschi con il cazzo tra le mani che ti guarda sia…Tanto strano lui se lo meni guardando una bellissima ragazza? E che scandalo potrebbe provare al reciproco un uomo che da solo o con la sua compagna percorra le strade del Grande Gioco sentendosi perfettamente a posto e “normale” se scopre che la figlia, da sola o col suo compagno…?Non sfuggo nemmeno io a certi “cliche”: quando ti senti riconosciuta o scoperta fai come Paperino nei fumetti…Non so se avete notato. In alcune sequenze, metti che sia ritratto in vasca da bagno ed entra qualcuno diventa rosso e porta le mani nelle parti basse. Ma come, se sei tutto il giorno senza braghe?!?!Ma a dire il vero c’e’ un personaggio che per le cose che ho da dire calza molto meglio: Superpippo. (Si sto citando Claudio Bisio in “Quella Vacca di Nonna Papera n.d.r.).Cioe’: tutti a farsi domande su quale mai sara’ l’identita’ segreta di Superpippo….Ma se non ha nemmeno la mascherina d’ordinanza?!?!?.Ho partecipato a feste stile “Eyes wide shut”. Mantelli, maschere…Se ben giostrate qualsiasi facile ironia e perplessita’ scema da se. L’atmosfera, il semibuio, le tante persone..Ti perdi davvero e la riconoscibilita’ puo’ avvenire ma non e’ cosi’ semplice.In molti altri casi invece…La rete. Presuppone domande e offerte. E sei tu a giocare il tuo modo di percorrere quelle strade. Cui, statisticamente, appartengono sicuramente molte persone del tuo quotidiano. “Rischio”, quindi…Ma c’e’ rischio e rischio.Un gallo secondo me, di fronte alla vetrina di una rosticceria, si eccita davvero poco.Perche’ si, ci sono le galline nude, e pure tante. Ma….A parte che sono morte…Non sono riconoscibili. Togli le piume. Togli la testa, togli tutto…Cosa resta? Cosa dovrebbe rendere uel corpo eccitante…Cosi’ in certe fotografie…Togli il volto. Togli il contesto, i tatuaggi, i vestiti riconoscibili…Cosa dovrebbe eccitare di quella immagine garantita nella sua privacy? Il fatto che si presuppone dietro quel cadavere esista una donna che prova piacere a farsi fare delle foto nuda e essere esposta agli sguardi? E da cosa puoi capirlo, che energia passa? E di la: come fai a sapere quell’uomo e’ eccitato davvero da te e non sta andando a pesca di trota in barile?La mia scelta?Si puo’ riassumere usando parole piu’ degne delle mie…“Sei pericolosa perché sei trasparente Sei pericolosa perché non sai quello che vuoi Hai lasciato il mio cuore vuoto come un appartamento dopo u traslocoPer essere predato da qualsiasi anima in caccia Sei un incidente che aspetta di accadere Sei un pezzo di vetro abbandonato sulla spiaggia Mi hai detto delle cose che io so non eri tenuta a raccontarmiE poi mi hai lasciato senza che avessi modo di raggiungerti Chi cavalcherà i tuoi cavalli selvaggi? Chi sprofondera’ nel tuo mare blu? Chi cavalcherà i tuoi cavalli selvaggi? Chi cadra’ ai tuoi piedi?Hai rubato per me perché avevo bisogno di denaro E hai ucciso perché io volevo vendetta Mi hai mentito perché io ti ho implorato di farlo Potremo ancora essere amici?Chi cavalcherà i tuoi cavalli selvaggi? Chi sprofondera’ nel tuo mare blu? Chi cavalcherà i tuoi cavalli selvaggi? Chi cadra’ ai tuoi piedi?Piu’ giro vorticosamente nei pensieriPiu’ so che il cacciatore peccherà per la tua pelle d'avorio Mi faccio un giro attraverso la pioggia piu’ sporca Nel posto in cui anche il vento chiama il tuo nome Sotto gli alberi il fiume ride di me e di te Hallelujah…: divina rosa di un paradiso Le porte che hai aperto I non riesco proprio a chiuderleNon voltarti: non voltarti piu’Non voltarti, cuore di zingaraNon voltarti: non voltarti piu’Non girarti mai indietroNon voltarti: non voltarti piu’Chi cavalcherà i tuoi cavalli selvaggi? Chi sprofondera’ nel tuo mare blu? Chi avra’ i tuoi baci sudati? Chi avra’ preso il mio postoChi cavalcherà i tuoi cavalli selvaggi? Chi avra’ conquistato il tuo cuore…?Progetto ambizioso altresi’, direte voi. Ma che siano sporchi o puliti, perbene o perversi questo e’ il posto dei sogni. E i sogni nn sono il regno dei ragionieri. Se si sogna si sogna in grande. Cosi’ se ti metti in palio in un gioco lo fai per davvero. E il rischio, gli incidenti, sono forse la molla principale che ti spinge a giocare.Una nota pubbicita’ di una carta di credito proponeva diversi spot del tipo “Ti piace vincere facile…?”….Beh a me no. Anzi. Poco tempo fa ho visto un bellissimo servizio su Rai Tre, la trasmissione era “Sfide”.Il servizio parlava della finale di Champions League persa dal Milan con il Liverpool a Istanbul, non ricordo in che anno. A parte l’arte nella descrizione del servizio. Il volto dei giocatori intervistati, quello scolpito e che sinceramente mi ha molto turbata di Hernan Crespo che in quella strana notte ha segnato due goal, quello che un calciatore sogna per una vita. Due goal nella stessa partita, qualcosa di straordinario, qualcosa che mai presupporrebbe di una sconfitta. Il Milan e’ strafavorito ma il Liverpool ha una storia grande cosi’ di combattivita’ e vittorie in campo europeo…Ilprimo goal segnato dal capitano Paolo Maldini, che sicuramente in caso di successo avrebbe terminato la sua carriera li, in quel momento…Un primo tempo spaventoso, un tre a zero che dice ancora poco del bel gioco e del dominio, eppure…Un’aria strana negli spogliatoi tra il primo e il secondo tempo: “Cs avremmo potuto fare di piu’, come avremmo potuto giocare meglio? Semplicemente nessuno avrebbe potuto fare meglio dei nostri avversari perche’ eravamo stati spaventosamente perfetti. Ho pensato solo: voglio che finisca adesso, subito, che sia gia’ finita…”…Poi per sei minuti. Sei, tutto compreso. Goal, ritorno a centrocampo, goal, festeggiamenti, ritorno a centrocampo, goal…Tre a tre. Sei minuti tutto compreso. Per sei minuti il Milan praticamente non tocca la palla.Poi riprende a dominare. Ma la palla non va dentro. E a un sospiro dalla fine c’e’ un azione che va contro le leggi della fisica. La palla rimbalza a un metro dalla linea. Ci si avventa Andriy Shevchenko. Il piu’ grande attaccante al mondo in quel momento. Colpisce la palla nel modo piu’ violento e perfetto. Il portiere, Dudek alza una mano come fanno i bambini a proteggersi la faccia. E invece che entrare in porta assieme al pallone la palla si impenna e va oltre la traversa, fuori.Crespo dice: “Li ho capito che giocavamo contro il destino, che non avremmo mai potuto vincere”…Seguono due tempi supplementari dominati dal Milan. Hernan Crespo viene sostituito e sara’ la sua ultima partita con il Milan. Ai calci di rigore, dove il Milan era stato infallibile nella finale della stessa manifestazione vinta contro la Juventus a Manchester li sbaglia quasi tutti. Il portiere, Dudek, quella sera sembra imbattibile. Una serata nella vita in una carriera mediocre…Quello finale lo sbaglia proprio Shevchenko, autore del gol determinante nella finale precedente. Per lui sportivamente sara’ l’ultima partita. L’ultima col Milan. L’anno dopo, come Crespo, non sara’ piu’ del Milan. Venduto per una cifra astronomica al Chelsea non ne azzecchera’ piu’ una in tutta la sua carriera sino a li sfolgorante.Non finisce qui. L’anno dopo ad Atene, contro ogni pronostico, il Milan indebolitosi sul mercato finisce in finale. E c’e’ ancora il Liverpool. E c’e’ ancora Paolo Maldini. In attacco non ci sono piu’ Crespo e Shevchenko. Ma c’e’ un campione ramai al capolinea, Filippo Indaghi. Che quella notte vive la sua notte: un calcio di punizione lo colpisce casualmente sulla schiena, la palla deviata in modo fortuito e anomalo finisce in rete. Nel secondo tempo raddoppia, il Milan giocando male vince due a zero…Bene, perche’ questa sparata…Io credo che esserci in quella partita persa fosse stato orgoglio. Essere parte della storia, di un fatto straordinario anche nella sconfitta. Parte del destino…Per me giocare e’ questo. Nessuna ricetta, nessuna certezza, nessun sentimento predominante a priori…Cosi’ mi propongo in gioco, a detta di molti, molto “esposta”. Riconoscibile. Semino indizi.“Mi piace fare esperimenti: mescolare i miei sentimenti con quelli di un altro. E poi, coe negli incidenti, effettuato lo scontro si riparano i danni…”Morgan, “Crash”.Semplicemente…Tutte queste parole, ragionamenti vengono prima, piu’ spesso dopo. La motivazione e’ piu’ banale, semplice, terra terra. Ma va descritto comunque quello che provi. Cosi’ quando sento parole di altri in cui rivedo il perche’ gioco, le riporto.“Sono stato per troppi anni in guerra con me stesso. E il dottore ha detto che no, non va proprio bene per la mia salute. “Cercare la perfezione….si tutto bello …Ma perseguire il paradiso e’ vivere la tua vita all’inferno…”…Sting, “Consider me gone”Si complicano troppo le cose. In questo spesso sono un’artista. Mi piace il sesso. Mi piacciono i cazzi. Mi piace l’ossessione, il sudore, il suono, l’odore, gli sguardi. Mi piace ossessionare. Non come obiettivo supremo: ma creare i presupposti di un sentimento che puoi trovare. Sentirmi braccata, non come fine alla sensazione in se. Concretizzare, carnalita’, passione, riderci su, urlare, mettere assieme modi diversi, confrontarli, sfidare, scontrare…Mi piace questa strada che vivo col mio uomo ma che mi fa conoscere me stessa.E chi e’ arrivato fin qui…Adesso capira’ di questa cosa che mi e’ venuta da scrivere.Pochi giorni, poche ora fa ero sul mio profilo di Facebook.Dove il nome e’ ovviamente diverso. Non mi chiamo Pippa come in rete non mi chiamo Superpippa anche se sono ben gratificata di farne tirare cosi’ tante…Pero’ per il resto, come dice X_antin, un caro amico, sono piuttosto riconoscibile. Le stesse immagini, quelle “per bene” di certi servizi che poi metto sui siti “XXX”…Stessi posti, vestiti…Il motivo e’ semplice…Non penso davvero di avere pensieri o desideri strani. O di fare cose strane. E’ starno una donna poss eccitarsi all’idea di farlo con piu’ maschi o n uomo con piu’ donne o di vedere due donne tra loro? Non credo…E? strano mi masturbi o che mi ecciti un uomo lo faccia pensando a me? Siamo seri…Per il resto credo che se uno riconosce un posto dove anche lui muove i suoi passi ogni tanto. Strade che percorre quotidianamente. O pensi una persona cosi’ vicina a lui…Che una moglie per bene, una coppia…Credo che un indizio di un sorriso, una espressione, un colore, un vestito diano adrenalina. Che la possibile riconoscibilita’ sia in realta’ non un fattore bloccante ma un incentivo, per lo meno a livello di immaginario, ad esporsi.Chissa’ quanti e chi tra le persone che mi conoscono anche se non avessero scoperto di me in rete si sarebbero “fatti” comunque pensando a me….O quanti invece mi vedono diversa mentre mai avrebbero immaginato…Lo stesso vale per me al reciproco. A volte il cacciatore si sa, finisce intrappolato dal suo gioco: “Vampira o vittima: dipende da chi hai intorno…”.Non ostante il colore della mia pelle Marco mi chiama “Canarino Mannaro”…Cosi’ , dicevo, poche ore fa, un amico mi scrive un messaggio privato: riporto integralmente o quasi…(Premetto che, ne piu’ ne meno di tanti altri anche io gioco in “maschera” a protezione comunque del mio quotidiano anche se magari sembra sia molto “easy” sul vivere questo gioco…)CONOSCIUTO/SCONOSCIUTO: “Ciao....Come stai?? Spero tutto ok!! Non per essere curioso, ma può essere che ti ho vista in un sito internet " particolare " ?. Vai tranquilla con me perche’ se ti ho vista vuol dire che li ci giro anch’io..... Ti va di fare un due chiacchiere a proposito? Premetto so che hai il ragazzo, tranquilla puoi informare ANCHE lui ; era così, per capire un po’.... E mi raccomando: guarda che ho una ragazza che non sa niente , quindi …Grazie , ciao a presto!! Un abbraccio!IO“SHAARIKA”CONILMIOVERONOME: “…Si beh, sai non e’ che neanche a me interessi far sapere in giro… J …Curiosita’…Come mi hai riconosciuta???CONOSCIUTO/SCONOSCIUTO: “In una foto , dettagli….Ti ho riconosciuta. Allora cosa mi racconti? Come mai queste avventure J ? Anche a me piacciono comunque!!! J”IO“SHAARIKA”CONILMIOVERONOME: “…In che sito mi hai trovata? E beh, si…E’ una cosa nata in complicita’ tra me e il mio moroso…Tutto dichiarato nel nostro caso J. E ti dico la verità: mi piace un casino J !!!”CONOSCIUTO/SCONOSCIUTO: “Guarda anche a me piace.... Pero’ come ti ho detto la mia lei non sa e non deve sapere niente; cosa ne pensi di me.....??? Potremo organizzare un incontro..?? Il sito era (…)…”IO“SHAARIKA”CONILMIOVERONOME: “Per parlarne volentieri, per il resto vai a sapere J Sono fatalista…!!!”Credo stia nel calcolo delle probabilita’. Che sia in qualche modo fisiologico. Che sia gia’ successo a tanti, per i motivi piu’ diversi. A volte “te le cerchi” , altre no. Io di mio ad esempio giro con al collo un simbolo particolare che magari chi sia stato su certi siti puo’ riconoscere…Mi diverte quel ciondolo che sta a unire due parti del mio vivere –solo apparentemente- cosi’ diverse…Cosi’ questo “incidente” non mi spaventa o preoccupa o imbarazza o che altro. Non mi vincola a nulla, mi incuriosce, mi piace l’idea di parlarne…Il resto e’ vita
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13 anni fa
Shaarika89,
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La mia prima volta
Ero ancora un giovane ragazzo, amante del mare, e con la mia canoa mi divertivo ad esplorare spiagge e luoghi insoliti con la curiosità di trovare compagnie con cui allietare la giornata. Un giorno trovai una spiaggia splendida dove tutti prendevano il sole nudi, e la cosa mi incuriosì, così decisi di farmarmi in quel luogo per riposare e passare la giornata. In lontananza vidi una donna: capelli biondi, bocca carnosa, grandi seni, fonodoschienza come disegnato col compasso, e restai estasiato da tanta beltà così da sentire un fremito sulla mia pelle come una mano che lentamente e delicatamente accarezzava il mio corpo, così cominciai a toccarmi il petto, come fosse il suo, mentre lei a distanza guardava curiosa, e accennava il sorriso, continuai ad accarezzarmi come lei a sua volta faceva, sempre distanti ma sempre interessati. l'eccitazione aumentava e spinto dalla voglia di conoscere quella donna tanto seducente mi avvicinai e mi presentai a lei e suo marito facendole i complimenti per così tanta bellezza e cominciamo a discutere, tra una parola e l'altra continuavamo a guardarci, averla vicina mi rendeva sempre più trepidante ed eccitato finoad ammettere la mia voglia e dissi a lui: "perdonami ma tua moglie è davvero sensuale, è davvero difficile trattenersi dal toccare e baciare così tanta bellezza". Lui rispose: "ti ringrazio dei complimenti ma sai ke questo è un tabù, non si va con le donne degli altri", ma lo disse sorridendo, poichè aveva compreso che le mie intenzioni erano buone, e mi invito a trascorrere la giornata con loro e con piacere accettai. Noleggiammo un pedalò visto ke in canoa non c'era spazio per tutti e tre, pedalavamo io e lui mentre lei si faceva baciare dal sole nuda. E da quel nudo noi due trovavamo l'energia per pedalare sempre più forte verso una spiaggetta isolata dove nessuno avrebbe potutto disturbarci. Arrivati lì ci accomodammo vicino una grotta. Lei si sdraio in mezzo a noi due mentre io eccitatissimo ancora non sapevo come comportarmi. Lui mi sorrise e mi disse: "Ti piace davvero allora?" feci cenno con la testa mentre il cuore batteva forte e l'eccitazione saliva duramente sul mio fallo. Lei noto immediatamente ke era il momento giusto così guardo lui che mi disse: "se vuoi puoi tiocarla adesso". Cominciai a massaggiarle i seni, e il mio affanno si nascondeva tra i suoi sospiri, un senoenorme con dei capezzoli grandi, e una voglia irrefrenabile di leccarli così mi lasciai andare avvolto dalle sue braccia, e mentre le leccavo i seni lei posò le mani sul mio fallo e comincio a menarlo mentre io continuavo a baciarle e leccarle i seni e il collo mentre con le mani le accarezzavo la schiena e suo martio la baciava. Il desiderio era sempre più forte così mentre lui la baciava e si dedicava a massaggiarle i seni prosperosi ke fino ad allora erano stati oggetto delle mie attenzioni io pian piano scendevo verso l'interno coscia con la bocca per deliziarmi della sua matura e dolce passera, leccavo e gustavo come si lecca il fondo di una coppetta di buon gelato, e il sapore era intenso tanto da farla sussultare e presa dal desiderio mi fece sdraiare e mi montò come una fantina su un puledro da soma e cominciò a muoversi, dapprima dolcemente, poi sempre iù energicamente mentre teneva in bocca il falllo di suo marito ed io trattenevo il suo impeto massaggiandole i seni ruotando il le dita sui capezzoli alternandomi a massaggi sui fianchi e alla base del sedere. Siamo stati così per più di un'ora mentre il rumore del mare veniva soffocato dai sospiri di noi tre, culminati in un leggero e intenso verso di piacere. Soddisfatti dell'esperienza sistemammo le nostre cose e ripartimmo, un po' più stanchi, ma decisamente più soddisfatti.
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13 anni fa
AnimoSolitario80,
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Ultima visita: 8 anni fa
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Incontro all'autogrill.
Tutto era cominciato con un MP sul sito, sito al quale mi ero iscritto pochi giorni prima, non ricordo bene se erano stati loro a contattare me o io a contattare loro ma sta di fatto che la sintonia sembrava emergere ad ogni messaggio di risposta reciproca che ci scambiavamo. Pensandoci meglio credo che sia stato io a scrivergli a causa di un loro video in cui la SWEET, Francesca, veniva montata a pecorina su un divano ed il BULL di turno le stava completamente in culo fino alle palle e mentre la pompava lei si esibiva masturbandosi in urla di godimento che raramente mi è capitato di ascoltare. Godeva di culo la TROIA, in un modo indescrivibile, eccome se godeva. Ma tant'è...non importa come abbiamo cominciato. I messaggi che scrivevo e che leggevo erano diretti e mi tornavano indietro dal CUCK, Franco. Passando i giorni la voglia reciproca di andare oltre i messaggi MP era palpabile e così un giorno ci scambiammo i rispettivi cellulari, io ed il CUCK. Mi disse che erano in ferie qualche giorno in montagna con altra gente e che non sarebbe stato libero di parlare al telefono ma talmente la voglia di sentirci era tanta, vista la paventata sintonia, che un Sabato pomeriggio con scambi di SMS scrissi che ero solo a casa e che mi sarebbe piaciuto sentire la voce di Francesca, la SWEET. Loro erano in giro nel centro di una notissima località delle Dolomiti assieme agli amici, passeggiando tra le vetrine e le vie ed allora chiesi tramite messaggio a lui se la sua SWEET poteva allontanarsi un attimo con una scusa per presentarsi a me e parlarmi facendomi ascoltare la sua voce. Lei lo fece molto volentieri e quando ci sentimmo ascoltai una bella voce squillante, chiara, decisa, di una donna che sapeva cosa voleva e non ne faceva mistero. Aveva poi una risata ammaliante, con un tono ed una modalità che ti avvolgeva tutto in un turbine di immagini erotiche che quel suono prefigurava. Le dissi che mentre parlavo con lei me ne stavo completamente nudo, a gambe divaricate, con il cellulare nella mano sinistra e con la destra mi adoperavo in una lenta sega in suo onore.............apprezzò moltissimo la cosa, ne fu inorgoglita. Ci lasciammo poco dopo per tornare lei dai suoi amici ed io alle faccende interrotte (felicemente) poco prima. Il Lunedì successivo mi arriva un messaggio da parte di Franco che mi dice che sono piaciuto molto a Francesca e che lei ha preteso di avere il mio cellulare in modo da potermi chiamare da sola. Ci sentimmo così nel pomeriggio; fu lei a mandarmi un SMS dicendo che era il suo cellulare e questo era un chiaro invito dicendo tra le righe:”Chiamami adesso che ti aspetto”. Quando la chiamai iniziammo una brillante e piacevolissima chiacchierata su varie cose ma alla fine non potemmo fare a meno di finire sull'aspetto che ci interessava di più, il sesso tra noi. Fu chiarissima, non voleva dolcezze, corteggiamento o roba simili, queste cose la annoiano, VOLEVA UN MASCHIO DECISO, NON IMPACCIATO E VERAMENTE PRONTO AD USARLA ED ABUSARLA per farla sentire una gran TROIA. I “teneroni” non fanno per lei. Ci sentimmo ancora i giorni successivi ed era un piacere ascoltarla e parlarci. Una donna molto intelligente, colta, affabile e con un'anima nera da grandissima PUTTANA. Capitò giorni dopo che io dovessi passare dalle sue parti rientrando dal lavoro ed allora ci accordammo per un primo incontro conoscitivo. Non sapevamo ancora nulla l'uno dell'altra se non qualche parola al telefono e viceversa, insomma due perfetti sconosciuti e per suggellare il senso del nostro rapporto futuro lei voleva incontrarmi nei cessi degli uomini di un autogrill. Posto insolito per un primo incontro ma era sicuramente un test per provarmi, per vedere se avevo un minimo cenno di pudore, paura, sbandamento o altro che non potesse essere contemplato in un MASTER come lei aveva bisogno. E così organizzammo. Erano circa le 16 di un pomeriggio di Luglio quando sentendoci telefonicamente ci demmo le coordinate per il posto; era un bell'autogrill sulla E45 con un ampio parcheggio. Arrivato al piazzale le scrissi che ero arrivato e che l'aspettavo. Credevo fosse ancora lontana ed invece mi rispose dicendo che lei era già dentro i bagni delle donne e che visto che altre signore non sembrava pensassero di uscire sarebbe uscita lei per seguirmi nei cessi degli uomini. Entrai nell'atrio del bar cercando le indicazioni della toilette e mi diressi verso quella direzione. Lei aveva descritto il tipo di parrucca che portava per essere più tranquilla di non farsi mai riconoscere dagli altri e passando davanti la porta aperta delle signore la vidi in piedi che stava scrivendo col telefonino. Sicuramente lei, come io, stava mandando il messaggio al CUCK per dirgli quando avremmo cominciato a fare sesso in quei cessi. Il CUCK mi aveva pregato di avvisarlo in modo tale che lui potesse mettersi comodo in ufficio a segarsi immaginando di minuto in minuto cosa accadeva alla sua sposa, la mia PUTTANA. Il CUCK mi aveva chiesto anche il favore di fare delle fotografie della cosa in modo tale che lui si potesse godere lo spettacolo della propria moglie TROIA “al lavoro”. Lei era bellissima, abbronzata, occhi vivissimi da femmina vogliosa, capelli nerissimi dati dalla parrucca a caschetto, una camicetta bianca su un paio di jeans che le fasciavano il bacino in modo favoloso e mettevano in luce un culo molto ben tirato su. Mi guardò passare davanti alla porta e subito ci fu tra noi un cenno di accordo e complicità. Mi fermai sulla soglia dei cessi degli uomini in attesa che lei uscisse da quello delle donne e mi seguisse. Entrammo dentro una cabina del bagno ed immediatamente la spinsi con forza sulla parete di destra cacciandole in bocca la lingua fino alle tonsille. Volevo violentarle la bocca con la mia lingua per farle capire immediatamente che lei era mia, totalmente mia ed in balia delle mie voglie. Lei tentava un parvenza di resistenza ma era chiaro che faceva parte del gioco, cercava di scansarmi le mani che la frugavano dappertutto, che cercavano di aprirle la camicetta, di sbottonarle i jeans. Le mie mani si impossessarono del suo culo schiacciato alla parete. Aveva un culo da sballo, si vedeva e si sentiva che lavorava molto in palestra per quel culo; era fatto in modo veramente divino, i glutei rotondi e sodi erano perfettamente separati e la mano a palparglielo da sopra i pantaloni finiva direttamente nell'incavatura dove si incontra il buco del culo e l'inizio della fica. Lei mentre veniva palpata e violentata dalla mia lingua emetteva mugolii misti a parole dette a bassissima voce di divieto ma quei divieti non li ascoltavo affatto. Non volevo ascoltarli e neanche lei voleva che io li ascoltassi. La feci abbassare a forza e le feci slacciare i miei pantaloni per cominciare a succhiarmi il cazzo. Ci si avventò sopra con una ingordigia famelica. Gran POMPINARA, pensai. Dopo un po le ordinai di alzarsi e la feci girare dandomi le spalle ed attaccando le mani al muro, tirandole giù i pantaloni scoprii quel fantastico culo inguainato da un tatuaggio tribale sui lombari. Mi aveva detto che aveva il ciclo e che mi aveva voluto incontrare pur in quelle condizioni perché non voleva più aspettare; era curiosa di conoscermi e di testare la mia capacità di maschio dominante per vedere se la storia poteva andare avanti oppure ero uno dei tanti che parlano parlano e poi alla prova dei fatti sono una delusione. Con i jeans abbassati poco sotto il culo le appoggiai il cazzo tra le chiappe facendole sentire il turgore spingere ed aprire ancora meglio quelle già separate rotondità. Intanto più volte la maniglie della porta si era mossa a far notare che c'erano dei maschi che cercavano di entrare per i loro bisogni fisiologici non immaginando cosa stesse succedendo li dentro. Tenevamo le voci più basse possibile, anche se credo che qualcuno avesse potuto immaginare qualcosa. Parlandole all'orecchio le dissi che ora l'avrei inculata a pelle. Tutti e due eravamo certificati sanitariamente e perciò non c'era bisogno di nessun preservativo. Lei con fare deciso mi rispose che aveva il ciclo e così non le piaceva. Pur se avevo la quasi certezza che non era così desistei per evitare di tirare troppo la corda la prima volta. Ne avrei avuto occasione in futuro, ne ero certo. Si vedeva dagli occhi, da come si muoveva,e da come sussurrava che le piaceva il mio trattamento. La feci girare di nuovo e la feci inginocchiare per riprendere il pompino interrotto poco prima mentre con la sua digitale facevo quelle poche foto che mi aveva chiesto il marito.......CORNUTO. Purtroppo lo spazio angusto ed il fatto che essendo la prima volta volevo dedicarmi a lei mi evitò di fare tanti scatti come magari il CUCK avrebbe voluto. Ma in quel momento non me ne fregava assolutamente niente di quello che voleva lui, ora c'eravamo solo io e quella PUTTANA di sua moglie nei cessi di un autogrill col rischio di essere scoperti, visti, sentiti................ECCITANTISSIMO. Poco dopo sentii il piacere salire ed allora feci capire chiaramente alla BOCCHINARA che le stavo per sborrare in bocca. Un fiume di latte di cazzo le rovesciai dentro le labbra e lei senza staccarsi aspettò, continuando a pompare, che finissi di eruttarle in bocca. Finito dal basso mi guardò con occhi di fuoco, si alzò e venne a baciarmi con ancora la mia sborrata intonsa dentro le labbra. Ci scambiammo un profondissimo bacio ed a quel punto...la STRONZA, apri le sue labbra facendo uscire la sborra che andò a cadermi tutta sopra la mia T-shirt. Imprecai e lei guardandomi con gli occhi scintillanti per la soddisfazione mi sussurrò:”Basta un po' d'acqua e va via tutto”. Ci rassettammo e ci pulimmo con delle salviette umidificate e ci preparammo ad uscire. Aprii la porta con circospezione controllando che non ci fosse nessuno ne li dentro ne nel corridoio perché certamente se qualcuno l'avesse vista uscire, così bella, dal bagno degli uomini qualche domanda se la sarebbe posta. Era tutto a posto e la feci sgattaiolare fuori. Appena uscita mi apprestai a passare l'acqua sopra la maglietta sborrata e mi ritrovai con un uomo che era uscito dalla cabina del cesso accanto alla nostra con l'apertura della porta rivolta a poter vedere chi usciva dalla nostra posizione. Che si fosse appostato per vedere chi usciva dalla nostra porta? Mha.... Certamente se così fosse sono stato molto invidiato. Uscii e mi presi un caffè al bar pensando che lei se ne fosse ormai andata, ma invece quando fui all'esterno la trovai li fuori intenta a scrivere come l'avevo vista all'inizio. Stava sicuramente messaggiando al CORNUTO raccontandogli l'accaduto, cosa che feci immediatamente pure io. Glielo dovevamo.................per contratto. Quando se ne andò la vidi nella sua auto passarmi davanti lentamente e mandandarmi un bacio con la mano in segno di gradimento. Ne fui felice. Il giorno dopo il marito mi scrisse dicendomi che la sera a cena avevano parlato dell'accaduto e l'eccitazione tra loro era esplosa finendo il gioco sessuale godendo con una mega inculata che lei chiese al marito dicendogli:”Dai finisci il lavoro che non ha finito quel porco...INCULAMI!!” Che STRONZA !!
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13 anni fa
Rudy3Master,
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Ultima visita: 11 anni fa
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Il permesso di essere troia
Appena la porta della sala operatoria si apre scatto in piedi. Disteso sulla lettiga, c’è mio marito Paolo, che è stato sottoposto a un intervento di fimosi. Siamo sposati da venticinque anni, con una figlia gia grande in giro per il mondo, quando circa sei mesi fa lui ha cominciato ad avere sempre più difficoltà, durante l’erezione a scappellare il membro. Col passare del tempo il problema è sempre più aumentato. Circa un mese fa ha preso contatto, con un suo caro amico d’infanzia, Carlo, un bell’uomo della stessa età di mio marito, che di professione fa l’urologo. Paolo e lui, si conoscono dalle elementari, poi finiti gli studi, Paolo è ingegnere, mentre Carlo è andato all’estero per finire la specializzazione in urologia. Da circa tre anni è tornato nella nostra città e quando è stato informato da mio marito, si è subito offerto di risolvere il problema. La sera prima del ricovero, è venuto a cena da noi, lui scapolo, ha passato la serata parlare dei loro divertimenti con le ragazze, durante la gioventù. Ed io, contemporaneamente mi sono spesso sentita osservata, il suo sguardo è sempre discretamente scivolato addosso al mio corpo. Con il problema che ha Paolo, sono circa due mesi che non faccio sesso, quindi sentirmi il suo sguardo, che scrutava il mio corpo, mi ha fatto un certo effetto. In più c’è da aggiungere che ero vestita abbastanza leggera per il caldo, e la mia camicetta aveva due bottoni di troppo aperti, questo ha permesso a lui di insinuare più volte i suoi occhi dentro la mia scollatura. Ho anche avuto l’impressione che mio marito si sia accorto della cosa e che sembrava compiaciuto delle attenzioni che il suo amico mi rivolgeva. Portano mio marito dentro una camera, dove c’è solo lui, io mi avvicino e gli chiedo come va, com’è stato l’intervento, ma prima di Paolo le risposte le ho direttamente da lui che ha eseguito personalmente l’operazione. “Tranquilla, è andato tutto bene, ora dovrete avere un poco di pazienza e poi tornerà a farti divertire come prima.” Lo guardo, poi mi giro verso mio marito, i nostri occhi s’incrociano in uno sguardo ricco di significati per noi. Certo, non mi posso lamentare, ma dire che lui mi faceva divertire non è proprio la definizione corretta, al massimo sono arrivata qualche volta all’orgasmo, ma per il momento è un dettaglio secondario. Mi offro di passare la notte con lui, ma sia Paolo, che Carlo, insistono che ci sono delle bravissime infermiere che si prenderanno cura di lui. Carlo chiede se voglio andare a mangiare qualche cosa, ma io rifiuto. “ Sei stata tutto il giorno chiusa qua dentro, dai vai a cena con lui, io qui non ho bisogno di nulla e tu invece sei stanca e oggi non hai toccato cibo.” L’insistenza di mio marito finisce per convincermi. Usciamo insieme, “vuoi passare a casa per darti una rinfrescata?” mi chiede Carlo, io annuisco e poco dopo siamo a casa mia. Lui si siede sul divano, io mi faccio una doccia veloce, esco e vado in camera con solo l’accappatoio, cerco un vestito per la sera ma, resto indecisa, torno da lui, con, in mano due capi diversi, “preferisci che indossi questo o il completo?” gli chiedo ponendomi davanti con i due capi in mano vestita solo dell’accappatoio corto che tenendo le braccia alte mostra una buona porzione di coscia scoperta. Lui ammira le mie gambe, poi indica il vestito, mi giro torno in camera ma lascio volutamente la porta socchiusa. Sento i suoi passi avvicinarsi alla porta della camera, sicuramente mi osserva, io resto girata di spalle a lui, apro l’accappatoio, e nuda, incomincio a vestirmi. Mi eccita sapere che mi guarda, certo io non sono proprio una moglie fedelissima, nei passati anni ho tradito alcune volte mio marito. Alcuni anni fa trovai delle tracce di rossetto sul collo della, camicia di Paolo, da allora ogni tanto mi concedo un’avventura rapida e anonima, vado in un’altra città e mi faccio scopare da un perfetto sconosciuto, poi torno e tutto, torna nella normalità. In questi ultimi anni ho smesso di tradirlo, ma da un poco mi sono resa conto che dai discorsi che mio marito mi fa a lui certe idee trasgressive non dispiacciono, specie quando facciamo sesso. Anche le ultima volte mentre mi penetrava, dopo aver indugiato a lungo nei preliminari, lui mi ha ripetutamente chiesto di immaginare che in quel momento ci fosse un altro nel letto con noi. In principio mi dava fastidio, ma ho notato che lui si eccitava di più, e quindi l’ho assecondato, tenendo conto che lui non ha una grande dotazione, quando mi scopa, viene velocemente, con questo giochetto il suo cazzo tornava rapidamente eretto e lui continuava scoparmi portandomi anche all’orgasmo. Non essendo ancora estate, la sera è più fresco, quindi decido di indossare delle autoreggenti nere, lui mi osserva, ora lo vedo dal riflesso sullo specchio, io indosso le scarpe con il tacco alto e per ultimo il vestito, senza reggiseno ne mutandine. Quando chiudo la lampo posta dietro al vestito, senza voltarmi lo chiamo, ”mi aiuti con la lampo?” lui si avvicina in silenzio, afferra la stoffa e chiude la cerniera, appoggia le mani sulle spalle e mi guarda attraverso lo specchio,” sei molto bella.” Spingo indietro il mio corpo, sento un notevole bozzo appoggiarsi per alcuni secondi al mio fondo schiena, mi eccito subito, resto a guardarlo attraverso lo specchio. Lunghi interminabili secondi i nostri occhi si guardano, non seve altro, lui mi gira, le sue labbra incontrano le mie e si uniscono in un bacio furioso, la sua lingua entra prepotente in me, io la succhio, lui, mi strige a se. Tutto il desiderio represso di due mesi emerge prepotentemente, sono un fuoco che brucia, sento la mia passerina inumidirsi e colare allo stesso tempo. Le sue mani mi stanno spogliando rapidamente, mi ritrovo nuda con solo le calze. In preda a un desiderio erotico mi abbasso davanti a lui, la mia immagine e riflessa nello specchio, apro i suoi pantaloni, ed estraggo il suo membro. Duro, molto più grande di quello di mio marito, lo osservo, ne aspiro l’odore di maschio che mi eccita da morire, apro la bocca, e comincio a leccare il glande delicatamente……. Muhmmuhmmhumm……. Un lungo gemito esce dalle sue labbra, si spoglia e in un attimo ci distendiamo sul letto, rovesciati. Mentre continuo a leccare quel palo che mi sembra, crescere sempre di più lui insinua la sua lingua dentro le pieghe della mia vulva, si sofferma sul bottoncino, lo succhia, lo aspira e strige fra i denti….. siiiuiuummiiiii…. Gemo, piena di desiderio come sono, non gli ci vuole molto a farmi godere ……. Siiiiiii …. Vengoooo ….siiiii … daiii scopami……. Lui con calma mi rigira, e disteso sotto di me, mi fa impalare su di lui. Resto per un momento senza fiato …..oddio..….siiiiii….èèèè…..belllisisiiiimmooooo……VENGO!.... veNGooo!!!!! ….SIiiiiiiiii…….. scossa da uno sconvolgente orgasmo mi distendo su di lui che mi lascia il tempo di rilassarmi. Poi mi afferra e gira di lato, solleva la mia gamba sinistra su di lui e incomincia a limare il suo palo dentro e fuori di me. Mi spinge dentro il suo cazzo in maniera lenta e continua lo sento sempre più in profondità, la mia vulva si apre e chiude al suo passaggio aspirandolo in maniera tale che ho la sensazione di mungerlo. Il canale vaginale ed i muscoli pelvici hanno preso a contrarsi e rilassarsi stringendo e allentando la presa sul pene, mi sembrava che stesse entrando sempre più dentro di me. ……. Siiii… daiiiii… sbattimiiiii… siiii …. Vengooooo ….. l’ennesimo orgasmo è il segnale per lui che è giunto il momento di godere, lo sento aumentare e poi esplode… siiiiii ….eccomiii …. tieniii… sboroooooo….. s’immobilizza dentro di me mi scarica dentro una quantità industriale di liquido bollente. Scossa dal piacere mi stacco da lui, mi abbasso e prendo in bocca il suo membro appena uscito da dentro la mia vulva che ora cola dei suoi umori. Lo infilo in gola, lo succhio, mi fa morire di piacere sentire lui che mi rigira di nuovo, affonda due dita dentro la mia fica ed estrae il seme che vi ha schizzato e incomincia lubrificarmi il forellino anale. Succhio con passione il suo cazzo che rimane duro, e teso, lui intanto ha provveduto, a prepararmi dietro, quando mi rigira, non ho dubbi su dove vuole infilare il suo durissimo palo. Sento la grossa cappella spingersi dentro il retto, resto immobile per agevolare l’inculata. Non ho usato di recente questo foro, solo prima di sposarmi mi facevo sbattere il cazzo in culo per restare vergine per il matrimonio, e mi piaceva moltissimo, Piero non ne era un grande estimatore, lui preferiva schizzarmi davanti. Godo, sento tutti il cazzo dentro, e godo, lui mi pompa con forza e impeto … siii… tieni troia…. Senti come ti sfondo il culo…. Sei una troia….. mi pompa fortissimo, lo incito, ….. siiiii… daiiiiii… spaccami il culoooo…siiii vengooo …daiiii…siiii …VENGOOOOoooo…siii… il primo orgasmo anale, che non provavo da tempo mi scuote più e meglio di tutti quelli avuti prima. Tremo scossa dal piacere, lo incito ancora, …diii più fortee…… daiii che vengo… daiiiiiiii…siiiii eccomiiiii ssiii …. GODOOoooo!!! …. Scossa da un fortissimo orgasmo contraggo i muscoli anali e lui non resiste, lo sento infilarsi sempre più velocemente in me …siiii troia..siiiii …eccomi….siiii…senti come ti sfondoooo… sborroooo!!!!!..... sento un calore intenso inondare il mio retto. Sfiniti, restiamo distesi, poi io mi separo da lui, mi giro e lo guardo in faccia, “grazie, sei stato fantastico, ne avevo un disperato bisogno.” Lui mi sorride, “lo sapevo, era la preoccupazione maggiore di Paolo.” “Mi ha fatto promettere che mi sarei occupato di te durante tutta la convalescenza, quindi ora facciamo una doccia insieme poi andiamo a cena.” Lo guardo stupita, cerco di capire e lui intuisce la mia perplessità. “Da quando sono tornato, io e tuo marito siamo tornati, ai vecchi sistemi che avevamo ben collaudato da ragazzi, una femmina scopata in due, lui abile linguista io più dotato, abbiamo fatto impazzire più di una femmina.” “Quando si è verificato il suo problema, mi ha chiesto di aiutarlo in tutto anche con te.” Ci facciamo la doccia insieme, poi andiamo a cena, ma al ritorno passiamo a casa sua, dove resto a dormire. L’alba ci sorprende ancora uno nelle braccia dell’altro, mi scopa con forza, godo meravigliosamente. Quando torno in clinica, con lui vado da Paolo, lui ci osserva, vedo il gesto d’intesa, sorrido, “dunque avevi progettato tutto, e se io non fossi stata d’accordo?” loro si guardano, poi Paolo ride, “no, ero sicuro che ti sarebbe piaciuto, e poi in passato ti ho visto una volta fare la troia con tipo della sua corporatura. Tu non mi hai visto per il semplice motivo che io stavo scopando nello stesso alberghetto dove sei entrata tu. Se vuoi, in questo periodo che io non sono operativo puoi fare quello che ti pare, ma se scopi con lui soltanto te ne sarei grata, considerando che io da quella volta ho smesso di avere altre troie.” Rifletto un momento, “accetto, ma a una sola condizione, che appena il tuo funziona, mi prendete in due, muoio dalla voglia di sentire due dentro di me, altrimenti, poi che mi hai appena concesso il permesso di essere troia mi vado a cercare due maschioni che mi sbattono.” Loro si guardano e sorridono, “se per il momento ti accontento io, bene, altrimenti, provvederò, a trovare un valido aiuto fin quando lui non si sarà rimesso,” dice Carlo. Io abbraccio mio marito, lo bacio, e rivolta a loro aggiungo: “ si mi vai bene, ma se ne hai un terzo, tienilo in caldo, sai mi potrebbe venire il desiderio che dopo aver provato due, potrei anche fare tre.” Ci mettiamo a ridere, loro mi baciano e io sono felice, ho il permesso di essere troia e questo mi eccita tanto.
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13 anni fa
admin, 75
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Una amica ai tempi della scuola - seconda parte
Fino a che il mio dito arriva a entrare sotto il perizoma e va sul buco del culo.... liscio senza peli...godo già solo a sentirlo lindo ..senza peli...lei mi ferma la mano...io la ritraggo e metto l'altra bagnata dalla saliva davanti entrando fino all'altezza del punto "G" girandola di spalle in modo che sono dietro di lei..e inizio a sditalinarla lei si dimena..ma io continuo sia a baciarla e leccarla sia a sditalinarla..a un certo punto la mano invece che fermarmi mi aiuta a scendere e la sento più calda...come se si fosse già bagnata...infatti arrivo più in basso ed è già un lago in piena... meglio entro senza problemi ....e inserisco indice e medio nel pertugio bagnato e continuo il massaggio fino a che inizia proprio ad ansimare. Allora porto su e giù anche la seconda mano per esplorarla meglio e a un certo punto stufo di lottare con questi jeans con il bottone già aperto...tiro giù la piccola zip e con le due mani prendo ai fianchi e tiro giù sia jeans che perizoma lasciandola nuda....con la lingua inizio a leccarla prima sul culo e poi piano piano sull'ano e in mezzo tra ano e vagina...sputo un pò di saliva e continuo a sditalinarla con le mani...oramai è già venuta...e sembra già in parte soddisfatta...forse ha già passato il rimorso di aver tradito il suo compagno/marito...i jeans cadono all'altezza delle caviglie e cerco di togliere almeno da un piede in modo da poterla aprire a compasso...si lascia togliere la gamba destra e si gira...la lecco e bacio e passivamente si lascia succhiare, mordichiare e leccare il clitoride...salgo e la bacio in modo che anche lei assaggi il suo liquido....con il pacco gonfio come non mai mi slaccio i pantaloni e tiro fuori il regalo visto che lei partecipa ma in modo passivo...salgo con le mani e dopo un bacio profondo e umido la prendo per le spalle e la spingo verso il mio pene... lei scende con poca resistenza e poi lo prende prima in mano e me lo segheggia ma poi lo porta verso la bocca ...inizia a baciarlo a lato e poi a dare qualche lecccatina, bacia le palle e vede che sono tutto rasato.....poi lo prende tutto in bocca prima la cappella e poi piano piano parte del mio membro e inzia a spompinarmi....sente che è turgido e che se continua così vengo nel giro di pochi minuti allora si ferma e poi lecca e poi si poggia con la bocca ciucciando solo la cappella...sale e mi bacia mentre io.. con la mano continuo ad accarezzarla sul culo e sul clitoride e con la punta del dito la massaggio...alza la gamba e con la mano sul mio pene la indirizza verso la vagina lo inserisco piano piano e lentamente entro...mi dice fai piano è grosso...e io annuisco continuando a penetrarla...dopo la prendo a cavalcioni e me la porto a terra ha le coscie contro il petto e la sento profondamente. Dopo un pò di tempo non so quanto ...quando sto per venire glielo dico e lei mi dice continua continua non ti fermare tanto prendo la pillola....e allora schizzo tutto dentro...e ci rimango fino a che rimane duro...continuano ad andare avanti e indietro...Alla fine mi tolgo e mi affianco a lei....soddisfatto del "primo round"....La vedo nuda stesa con ancora i capezzoli duri ...bellissima...inizio nuovamente a baciarla sia sulla bocca che sul seno fino alla vagina e risalgo....oramai si è stabilito quel sottile filo della complicità.... Parliamo, parliamo....e intanto io continuo a massaggirla.... vorrei fare la seconda esperienza..e sopratutto mi piacerebbe anche prenderla analmente visto che lì è tutto a posto e depilato molto bene... mentre scendo verso la vagina la giro e la lecco subito nel buco del culo e poi inserisco un dito leccandole la figa....lei dice.. no li no..dai..la ciuccio e la passo con le dita nuovamente davanti ma il dito dietro proprio non lo gradisce...mi dice....no guarda ho mai provato e poi mi hanno detto delle amiche che è doloroso !!! Ne parliamo per un bel pò anche se io continuo con la mano a massaggiare il posteriore e cerco di stimolarla per arrivare a un secondo rapporto...senza insistere inizia a succhiarlo e poi si mette sopra di me..ma a me come posizione non piace molto...nel giro di poco la rigiro...e dopo alcuni colpi in posizione da missionario mi tolgo e la giro di spalle...e la prendo da dietro sempre nella vagina...e lascio scivolare della saliva sul buco del culo e dopo un pò inserisco il mio dito pollice nel culo lentamente sempre scopandola...lei....no dai..mi fai male...l'ho posizionata distesa con le ginocchia sulle spalle in modo che sia in parte pronta...tolgo il dito e il cazzo e metto il pollice nella figa..così di bagna e poi lo rimetto nel culo....reinserisco il cazzo che è sempre più eccitato pensando di entrare nel culetto ....e continuo a sbatterla...tolgo il pollice e metto l'altro....fino a che lo metto dentro tutto...lo giro e rigiro dentro e poi metto prima uno e poi anche l'altro...e inizio ad allargare l'anello ...lei si muove ma oramai ha già la strada segnata e sa già che verrà impalata....credo comunque che non abbia fatto molta resistenza anche perchè l'ho fatto con molta delicatezza e lentamente con molta calma...dimenticavo di dirvi che poi ho anche preso dal borsello un gel di una nota marca e ne ho messo parecchio dentro...a un certo punto scivolavano bene le dita ....tolgo il pene dalla vagina...e con le dita medio e indice inserisco meglio nel buco del culo e l'altra mano tintilla il clitoride...oramai è rilassata anche se le dò alcuni schiaffetti sul culo per far si che non sia rigida al momento della penetrazione..la metto sul lato e da dietro inizio a puntare con il pene sul buco del culo...lei...no dai...no...al primo colpo penso di essere entrato in culo invece sono entrato davanti....dò alcuni colpi e poi lo tolgo e ripunto sul buco e piano piano entro...lei...ahi...mi fa male...le prendo la mano e le faccio allargare il culo almeno con una mano....tolgo e bagno sia il buco che il mio pene con altro gel ..lo faccio penetrare con il dito e poi riprendo...punto la cappella e dopo spingo fino a che sento di aver passato l'anello...sento che sta provando piacere e dolore insieme......spingo lentamente, metto altro gel e inizio a stantuffarla.. usando la mano davanti sul suo clitoride...oramai è fatta e lei sembra godere....quando oramai è rilassata e aperta...passo alternativamente davanti e dietro....fino a quando lei oramai sfatta mi dice...dai vieni... su...la tiro sulle ginocchia per terra a modi "pecora" le inarco la schiena e dopo averla nuovamente stantuffata a dovere vengo nel suo culo....sentendo il cazzo risucchiare tutto... bellissimo.. mi tolgo e le bacio un pò ovunque...Stesi a terra...parliamo un pò di tutto e continuo a toccarla nelle parti intime... con le mani poi le apro da dietro il culo per vedere finalmente la rosa che si forma..... chiedo poi ma... è così doloroso....e lei... anche se per alcuni giorni avrò male..ne è valsa la pena....mai goduto così intensamente e a fondo.... Spero di incontrarla nuovamente per continuare a giocare senza impegno...come in questo giorno bellissimo.... So che lei ha goduto molto e rivestendosi la vedevo molto soddisfatta e anche io....e questo è la cosa che mi è piaciuta di più... Baci.
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13 anni fa
marcoprivate336018, 40
Ultima visita: 3 anni fa -
.....la neve
.......la neve di quell'anno impediva il rientro a casa ,così trovai un'area di servizio con bar..un caffè x riscaldare il mio animo, e poi un po di meritato riposo. fuori il freddo si faceva sempre più intenso e il cielo era rosso come la voglia che saliva dentro di me.... così io e maria rientrammo nel mio grosso camion,chiudemmo le tendine e cominciammo a scaldarci sotto un caldo piumone.....maria così cominciò a toccarmi e piano piano scese sempre di più verso il mio pene e con abile lingua inizio a farmi il paradiso....fino a che non resistetti più e la presi x le sue chiome la girai e con la lingua le comprimevo il suo ano.....ad un certo punto sentiamo bussare, preoccupati cerchiamo velocemente di rivestirci....apro una tendina e vediamo un ragazzo che ci chiede se potevamo aiutarlo ...così un po scazzato scendo liberiamo la macchina in panne (dopo ben mezz'ora) eravamo congelati così dato che c'era molto freddo l'invito a riscaldarci tutti insieme da me dato che di posto ne avevamo in abbondanza...quindi roby e claudia si accomodano da noi e tra una chiacchiera e l'altra l'odore di sesso che emanava l'abitacolo si faceva sempre più denso a tal punto che maria invogliata bacia di colpo claudia che presa alla sprovvista e dalla situazione si lascia completamente andare...dopo ben 10 minuti eravamo tutti nudi sotto il piumone a giocare come matti e l'aria vogliosa che si respirava era al quanto meravigliosa!!! non dimenticherò mai quella sera così splendida.
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
History of violence 2
Sono due giorni che ripenso a quanto mi e' accaduto, all'assurda violenza sessuale subita da parte di Sergio. Quella sera sono tornata a casa in stato confusionale, ho cenato con i miei cercando di dissimulare il mio turbamento. Sulle prime ho anche pensato di andare alla polizia a sporgere denuncia contro Sergio, poi ho riflettuto: la cosa si sarebbe inevitabilmente risaputa. Non mi sento in grado di sopportare l'idea che Rodolfo venga a sapere quello che e' successo. Rodolfo e' un uomo dolce ma cosa potrebbe fare se sapesse che quel bastardo mi ha violentata? E se succedesse un fatto grave? E quali conseguenze poi avrebbe sul nostro rapporto questo episodio? Tra due mesi devo sposarmi, e' gia' tutto pronto, tutto fissato: ristorante, partecipazioni, lista di nozze, viaggio prenotato. A quale scopo creare un terremoto devastante per una cosa che non avra' seguito ne' conseguenze sul mio futuro e sulla mia felicita' matrimoniale? Certo, lo scopo sarebbe punire quel bastardo con una bella condanna penale, che ci starebbe tutta. Ma c'e' anche una parte oscura che si muove dentro di me, un pensiero fisso contro cui combatto con tutte le mie forze. Non solo alla fine della violenza ho provato un piacere sfrenato nel subire quello che ho subito, ma ho anche sperimentato una sorta di appagamento istintivo che non riesco a spiegarmi. E' questo appagamento che, nel profondo di me stessa, non mi permette di avercela con Sergio e di odiarlo con tutta me stessa. Galleggio mentalmente, incapace di valutare appieno le mie stesse sensazioni. Mi dico che devo dimenticare, che devo impegnarmi nel seppellire dentro me stessa questa finestra oscura che per un attimo si e' spalancata. E' l'unica cosa da fare. Ma arriva il terzo giorno, e la violenza torna a bussare alla mia porta. Sono al lavoro, in pausa pranzo, sto alla tavola calda con i colleghi, il cellulare squilla. Guardo il display, riconosco il numero. Mi cala un velo sugli occhi, il cuore mi batte impazzito. Poi mi sale il sangue al cervello, mi alzo sotto gli sguardi incuriositi dei colleghi, esco dal locale. -"Pronto, chi e'?". Ma so benissimo chi e'. -"Ciao bella Franceschina, come ti va la vita?". Ironia sferzante nella voce di Sergio. -"Brutto.... bastardo...." le parole mi escono strozzate dalla gola. "...come osi... come puoi pensare di chiamarmi?" Sergio si mette a ridere apertamente. -"Ma come 'brutto bastardo', dolcezza mia? Ma se nessuno ti ha mai fatto divertire tanto in vita tua come l'altro giorno, io mi aspetto almeno un ringraziamento!!!" La rabbia mi pervade. Bluffo, voglio gelarlo. "Aspettati invece una bella visitina di una volante, proprio stamattina sono stata in questura a denunciarti". Il bluff non sembra riuscire. Sergio continua a ridere. -"Come no, gli diciamo tutto al tuo futuro maritino su quanto ti ho fatto godere, cosi' magari impara qualcosa di importante su di te?". Non riesco a capire se e' davvero tranquillo o finge. Comunque e' un confronto verbale nel quale posso solo soccombere, decido di chiudere sperando di mettergli addosso almeno un po' di fifa. "Non al mio uomo, ma al magistrato dovrai dire molte cose. E ora vai a farti fottere!!!". Chiudo la comunicazione. Tremo dal nervosimo, devo aspettare due minuti e respirare profondamente per calmarmi prima di tornare al tavolo. Rientro, mi siedo. Arriva un sms. E' lui. Leggo. "Stasera controlla la posta sul pc, amore". Riecco la sensazione di gelo. Che significa questo sms? Passo il pomeriggio inquieta, non riesco a togliermi dalla mente quella frase. Arrivano le 18, torno a casa. Faccio delle piccole commissioni, poi entro in casa che mamma ha gia' preparato la cena. Mi rilasso chiacchierando a tavola con i miei, sparecchio, lavo i piatti. E vado al computer. Apro la posta, cinque nuovi messaggi, ed uno dal bastardo. Lo apro. "Ci vediamo domani alle 18.15 al bar sotto il tuo ufficio, l'email del tuo cervo e' rodolfo.*****@g*ail.com, giusto?". Leggo e rileggo il messaggio senza capire. Poi vedo l'allegato. Lo clicco. Sara' un virus? No, si chiama 32420238.avi... dev'essere un file video... Parte il lettore multimediale. Mi sento letteralmente morire quando le prime immagini scorrono sullo schermo. I gemiti del film invadono la stanza. Presa dal panico spengo gli altoparlanti prima che i miei sentano. Ci sono io in quel film. Ci sono io che sto sotto Sergio nella sua macchina. 52 atroci secondi di filmato in cui Sergio si vede di spalle, ma il mio viso si vede perfettamente, nitidissimo. Sullo schermo godo inequivocabilmente mentre lui mi monta ed io gli artiglio la schiena attirandolo contro di me e lo incito a farlo ancora. Riascolto le parole da me pronunciate: "Si, si, dai... ancora...". Mi prende una nausea improvvisa, faccio appena in tempo a correre in bagno e piegarmi sul wc rigettando con pochi profondi conati tutta la cena. Una telecamera nascosta nella macchina ha ripreso tutto, audio compreso. Mi sento perduta ed inizio a a piangere senza riuscire a fermarmi. Chiudo a chiave la porta della mia camera pregando che a nessuno venga voglia di fare due chiacchiere serali. Com'e' possibile che mi stia accadendo questo? Perche' proprio a me? Cosa devo fare? Come fa Sergio ad avere il mio cellulare, la mia email, l'email di Rodolfo e chissa' cos'altro? E, soprattutto, come posso uscire da questo incubo? Il giorno dopo. Ecco le 17.55, sto in ufficio, tra pochi minuti scendo e me lo trovero' davanti. Sono stanca e disfatta, la notte quasi insonne non mi ha portato alcun consiglio su come risolvere la situazione. Non ho nessuno con cui confidarmi. Scendo in ascensore, saluto distrattamente i colleghi, mi dirigo al bar. Eccolo. Mi squadra sogghignando leggermente. -"Cosa vuoi da me?" lo apostrofo livida in volto. -"Tesoro, voglio un sacco cose da te, ma tutte belle... ma dai che sto scherzando, guarda ti ho portato un regalino". Mi porge un pacco, non lo prendo. -"Deve finire qua, Sergio, e se tu fai qualcosa per danneggiarmi ti giuro che la pagherai cara". -"Danneggiarti? Tesoro, ma io voglio solo farti felice". Improvvisamente il viso di Sergio perde la maschera untuosa e falsamente compiacente per assumere un'espressione cattiva, quasi feroce. -"Adesso la pianti con queste stronzate, ti prendi sto ca**o di regalo, vai a casa, ti fai una doccia, lo indossi e stasera esci con me, altrimenti quel video domattina stara' su *ouporn e il link al video dentro tutte le caselle di posta di amici, parenti e colleghi. E non sperare che la polizia postale possa risalire a me, ho mille modi per farla franca. Tutto chiaro, baby? Alle 21.30 sotto casa tua, e vestita bene". Mi sbatte la scatola in mano, si volta e se ne va. Torno a casa in preda all'angoscia. Sento che se non faccio quello che vuole questo disgraziato e' capacissimo di porre in atto la minaccia. Non posso neanche immaginare che qualcuno veda quel video, ne avrei la vita distrutta. Mio padre, Rodolfo, amici, colleghi... Scarto il pacco, apro la scatola di cartone pressato. Dentro c'e' un abito nero elasticizzato ed un completo di intimo da donna, entrambi di ottima fattura. Mai indossato roba di questo genere, normalmente quando voglio esagerare e far eccitare Rodolfo indosso slippini trasparenti... Sono le 21.00, ho appena avvisato mamma e papa' che stasera esco, non mi hanno chiesto con chi e dove vado, lo danno per scontato. Chiamo Rodolfo per evitare che sia lui a chiamare a casa magari dopo che sono uscita. "Amore, ci pensi che tra cinquantotto giorni saremo marito e moglie?" e' la frase con cui il mio dolce fidanzato conclude la telefonata e mi augura una tenera buonanotte. Mi infilo le calze autoreggenti a rete, poi gli slip trasparenti davanti ed inesistenti dietro, solo un filo che mi passa tra le natiche. Sopra l'abitino, un tubino corto aderente che mette in evidenza gambe e stacco di coscia. Ho delle scarpe di vernice a tacco sufficientemente alto, le uniche con cui non sarei ridicola con questo vestito. Mi guardo allo specchio che mi restituisce un'immagine inedita di me stessa: sono indubitabilmente bella ed attraente. Quella patina di insignificanza che mi sono sempre sentita un po' cucita addosso non esiste piu'. Mi giro, le natiche tonde ed aggraziate risaltano. Levo le scarpe e le metto in una busta, metto dei mocassini per ingannare i miei, sopra un cappotto per nascondere la mia tenuta. Esco di casa con il cuore in gola, in ascensore levo i mocassini e rimetto le scarpe di vernice. Esco dal portone, sono le 21.30. Sergio e' li, nel suo macchinone. Scende, mi apre lo sportello sogghignando. Non dice nulla. Mi siedo, lui fa il giro della macchina e si mette alla guida. partiamo in silenzio. Lui scosta i lembi del cappotto e mi scopre le gambe avvolte dalle autoreggenti a rete. -"Ahhh lo vedi che splendore che sei, altro che quegli stracci da suora che metti sempre te". Non ribatto nulla, rimango chiusa nel mio mutismo. Mi aspetto che lui mi porti a casa sua, invece punta verso il centro. Sergio mi conduce in un elegante wine-bar seminterrato vicino Campo de' Fiori. Entriamo. L'ambiente e' in penombra, musica di sottofondo. Il gestore vede Sergio e viene a salutarlo, grandi pacche sulla schiena, poi si rivolge a me, riempiendomi di complimenti. Ci sediamo ad un tavolo, arrivano subito due margarita. Sergio parla del piu' e del meno, mi guarda ammirato, in lui non sembra esserci traccia ne' del sarcastico bastardo ne' della persona sinistra di oggi pomeriggio. E' quasi distaccato. Arriva un secondo margarita, poi il gestore viene al nostro tavolo insieme ad una bella donna sulla trentina, si siedono con noi, chiacchieriamo. L'atmosfera dl locale e' gradevole, alle lunghe finisco per sentirmi abbastanza a mio agio. Cerco di prendere la cosa nel modo migliore ed esco dal mutismo in cui mi ero rinchiusa. Dopo il secondo margarita arriva un cuba libre molto carico. Dopo la tequila quindi ecco il rum. Sorseggio e rido alle battute di Enzo, il gestore. Piano piano Sergio mi si avvicina, sento la sua mano sulla coscia. L'alcool e l'ambiente disinvolto hanno un effetto disinibitore e la situazione non mi pare piu' cosi' tremenda e negativa. Odio me stessa con tutte le mie forze rendendomi conto che la mano di Sergio che mi accarezza le cosce non mi dispiace affatto. La testa mi gira, la mano di Sergio lavora sotto il tavolo e si insinua prepotente sotto la gonna, mentre lui continua a discorrere ridendo con i suoi amici come se niente fosse. Mi rendo conto di avere la fica gia' completamente bagnata, scatta lo stesso oscuro meccanismo dell'altra volta in macchina, penso una cosa ma ne provo un'altra. Sergio improvvisamente interrompe un panegirico di Enzo chiedendogli del "bunker". Enzo continua a sorridere e gli risponde che il bunker e' sempre in regola. Non capisco di che parlano, l'altra ragazza ride. Ridendo anch'io chiedo cos'e' il bunker, allora Enzo invita Sergio a mostrarmelo. Sergio si alza, mi prende per mano e mi guida attraverso il locale. Sono le 23 passate e c'e' parecchia gente che beve, chiacchiera ed ascolta musica. Arriviamo ad un porta in fondo al locale a fianco della toilette. C'e' una scala che sale, ci chiudiamo la porta alle spalle. Sergio mi assale letteralmente sugi scalini, mi schiaccia contro il muro, le sue mani fanno risalire il vestitino, la sua lingua invade la mia bocca. Ma ormai e' una cosa che desidero anche io ed alla quale non ha senso resistere, non in questa situazione. Rispondo al bacio, lo abbraccio, lascio che le sue mani esplorino il mio corpo. Sergio quasi rantola di desiderio, mi soffoca, mi morde. Mi sento costretta a compiacere il suo desiderio selvaggio ed animalesco, mi sento bella, mi sento desiderabile come non lo sono mai stata. Le sue mani mi artigliano le natiche, sospiro di piacere. Mi solleva letteralmente con la sua forza insospettabile, sale i gradini, arriviamo ad un pianerottolo, c'e' una porta. Sergio la apre ed entriamo avvinghiati. Le scale squallide non lasciavano presagire l'ambientino squisito in cui ci troviamo. Velluto rosso alle pareti, moquette soffice, un grande ed elegante letto con uno specchio per soffitto, luce soffusa, musica di sottofondo, candele accese... E' un'alcova raffinata. Ma notero' meglio dopo questi particolari, adesso penso solo a fronteggiare l'assalto di Sergio. Mi si butta addosso, l'abitino risale sui fianchi le sue mani nelle mie mutandine, le sue dita si insinuano tra le labbra della mia fica ormai umide di nettare. -"Senti la mia puttanella quant'e' bagnata..." sospira sottovoce Sergio. Poi mi strappa letteralmente il vestito di dosso, con uno strattone fa saltare le mutandine, una spinta e finisco sul letto. Non faccio in tempo ad assestarmi che lui mi e' addosso, i pantaloni sbottonati. Apro le cosce per accoglierlo, il suo cazzo gia' svetta in completa erezione. La penetrazioe e' immediata e brutale. E paradisiaca. Inizio a godere sfrenatamente per quel trattamento. Sergio mi martella con una foga, una velocita' ed un'animalita' straordinarie. Mi avvinghio a lui e rispondo altrettanto animalescamente. Gli mordo le labbra, gli graffio il collo, gemo come una cagnolina in calore. Mi sento splendidamente troia per la prima volta in vita mia. Il ricatto, i problemi, le paure vengono spazzate via. Rodolfo, il mio imminente matrimonio, la mia vita fanno parte di una realta' sfocata con ha ben pochi rapporti con l'attimo presente. Sto godendo come non avrei mai ritenuto possibile godere, sto nel posto giusto, nel momento giusto, sotto l'uomo giusto. Sergio inizia a sudare copiosamente ed anche io. Si toglie di dosso, finiamo di spogliarci. Io mi libero del reggitette rimanendo con le sole autoreggenti, lui toglie pantaloni, camicia e maglietta, scarpe e calzini. Io sono seduta sul letto, lui mi si avvicina. Il suo cazzo vicino al mio viso. Non mi faccio pregare. Glielo prendo in bocca avidamente, con una mano gli massaggio le palle. Mi ordina di sputargli sulla cappella e di leccare la mia saliva. Mi ordina di leccargli le palle e di prendergliele in bocca. eseguo con la massima naturalezza. -"Guarda che troia che sei..." mi sferza lui. "Ti sposi tra due mesi, vero?" Non rispondo, continuo a ciucciargli il cazzo. Lui si sposta lateralmente e con una mano prende a sditalinarmi con energia. -"Quel fesso che ti sposi ti fa godere cosi', Franceschina?" Lui mi provoca, ma la mia attenzione ora e' tutta sul godimento che le sue sditalinate ed il sapore forte del suo membro mi procurano, continuo a non rispondere. Sergio mi prende improvvisamente, mi fa mettere alla pecorina con il viso contro la spalliera del letto. Mi penetra in fica entrando come nel burro. Con le mani mi afferra per le spalle e mi costringe ad appoggiare la faccia sul piano del letto. Il mio bacino punta verso l'alto e si offre oscenamente alle voglie di quel bastardo che ne approfitta alla grande ed inizia a martellarmi. Con una mano mi sculaccia violentemente, con l'altra mi artiglia il collo premendolo contro il letto. Sono immobilizzata e costretta a subire i brutali affondi del suo membro. Passa non piu' di un minuto e sento l'orgasmo arrivare. Sergio mi sta aprendo in due, sta facendo di me quello che vuole. Quando lo supplico mentalmente di sbattermi ancora piu' forte e di farmi male lui improvvisamente si ferma ed esce. Mi volto perplessa e non credo a cio' che vedo. Enzo e' in piedi accanto al letto, ci guarda. E' nudo dalla vita in giu', con una mano si tiene il cazzo in erezione. Con l'altra una telecamera digitale, sta riprendendo tutto. Mi manca il respiro. Sergio mi scosta da me. Sono di nuovo totalmente spiazzata, la realta' mi pare quasi vacillare. _"Vai, Enzo, continua tu". Enzo sale sul letto, mi si avvicina da dietro. Le sue mani sui miei fianchi, poi sento il suo cazzo premere, non so difendermi, non so se voglio difendermi. E' un attimo, e' dentro di me. Non mi ribello, non ho piu' volonta'. Sergio ci riprende, Enzo mi scopa con colpi piu' lenti di quelli furibondi di Sergio ma sono piu' cadenzati, piu' profondi. La sua cappella mi scandaglia l'utero, inizio a godere nuovamente. -"Che bel fimetto che ti sto facendo, Franceschina". E incalza "Ti piace farti sbattere da due maschietti, vero?". Sergio va al mobile bar, versa una generosa dose di tequila in un bicchiere, torna da me e mi appoggia il bicchiere tra le labbra. Enzo mi prende per i fianchi e mi immobilizza fermandosi. Ho il suo cazzo completamente assestato nella passera. Rimane immobile mentre io trangugio la tequila, poi arriva un secondo bicchiere, mando giu' pure quello. La testa inizia a galleggiarmi, Enzo riprende a sbattermi alla pecorina, Sergio mi si mette davanti, mi porge il membro. Ora ho un cazzo in bocca ed uno in fica, proprio come accade nei film porno. Sergio continua a filmare tutto con la telecamera. -"Allora, ne viene un bel filmetto, sai? Lo sai che con questo sei proprio fregata? Lo hai capito che da ora in poi sarai la nostra puttana, vero? Sei la puttana mia e la puttana di Enzo". Questa frase che sottolinea la costrizione a cui sono sottoposta mi procura una scarica di piacere, adesso il cazzo di Enzo che si muove dentro di me mi procura stilettate sublimi. -"Allora, mi hai sentito, troia?". Sergio mi allunga uno schiaffetto secco sul viso per scuotermi. -"Si, ho sentito..." mormoro. -"Hai capito che d'ora in avanti sei la nostra zoccola e che dovrai soddisfarci quando lo vogliamo noi?" -"Si, ho capito..." -"E cosa hai capito? Dillo, voglio sentirlo" -"...che sono la vostra zoccola...". -"E ti piace essere la nostra puttana, vero?". Sono in deliquio, questo trattamento verbale unito ad Enzo che mi fotte divinamente alla pecorina mi stanno portando verso un orgasmo vulcanico. -"Si, mi piace". -"Cosa ti piace, troia, dillo". -"Mi piace essere la vostra troia". Sergio mi avvicina la telecamera al volto. -"Succhiami il cazzo, puttana". Eseguo mentre lui riprende in primo piano. -"Ora di' che ti piacciono i nostri cazzi!" -"Mi piacciono i vostri cazzi, si, mi piacciono tanto..." -"Meglio cosi', perche' d'ora in poi sei la nostra cagna, alla faccia di quel coglione che ti sposi". A quest'ultimo insulto precipito nel baratro di un orgasmo abissale. Enzo aumenta la frequenza della monta io inizio ad urlare senza ritegno mentre Sergio riprende tutto. L'orgasmo mi svuota letteralmente, Enzo esce da dentro di me appena in tempo per bersagliare il mio fondoschiena con un copioso getto di sperma caldo e denso. Rimango inebetita, quasi sull'orlo dell'incoscienza, prona sul letto, il culo scoperto, imbrattato della sborra di Enzo, ancora proteso alle voglie di quei due porci. Invece i due escono dalla stanza, rimango per circa cinque minuti da sola, nuda. Non penso a rivestirmi e a scappare, va bene cosi'. Mi rigiro, completamente stordita. Sergio trona improvvisamente, lo guardo languida. -"Andiamo a darti una lavata, forza." Mi conduce in un delizioso bagnetto ricavato dietro una porticina seminascosta. Entro nuda nella spaziosa cabina doccia, un delizioso getto di acqua calda mi investe. Sergio entra con me, nudo anche lui. Ci baciamo appassionatamente, lui mi spande la docciaschiuma su tutto il corpo, mi accarezza, mi lava con gesti energici e decisi. Adoro sentire il tocco delle sue mani. Gli prendo il cazzo in mano e lo meno dolcemente. Le sue dita si spostano dietro, iniziano a stimolarmi l'ano. Lo lascio fare, ma sono un po' inquieta, immaginando a cosa prelude quel gesto. Le dita insaponate si fanno facimente strada nel mio buchetto. Sono ancora vergine analmente, con Rodolfo ci abbiamo provato ma il mio dolore e la sua scarsa determinazione hanno prevalso. Sono ancora sufficientemente ubriaca da lasciare che Sergio faccia quello che vuole. Ho tre dita nel culo che mi slargano e mi dilatano con decisione ma senza brutalita', l'altra mano di Sergio mi stimola la fica. Sergio prende altro sapone liquido e me lo inserisce nel sedere, poi mi gira. Appoggio le mani al vetro della doccia, sento il suo cazzo premere dietro. In poche spinte la sua cappella e' dentro il mio culo, ma sento dolore. Lo prego di fare piano, lui si ferma, poi procede con spinte lente e quasi impercettibili, avanti ed indietro. Ora ho mezzo cazzo infilato dentro, lo scongiuro di non andare oltre, sto al limite della sopportazione. -"Vedrai come ti diventera' questo bel culetto, fra un po' di tempo avrai due fiche, tesoro, e godrai il doppio". Rimanendo quasi immobile dentro di me Sergio inizia a sditalinarmi sapientemente davanti. Riprende a farmi godere anche mentalmente. -"Allora con chi godi di piu', con me o con quel pirla del tuo fidanzato?" -"Con te...". -"E con Enzo, ti e' piaciuto farlo?" -"Si..." -"Te lo sei goduto il cazzone di Enzo, vero, troia?" -"Si... tanto.." -"Enzo vuole incontrati da sola, in settimana lo vieni a trovare, ok?" -"Si... va bene..." -"Ti vuole vestita da zoccola... minigonna, autoreggenti, niente mutandine. Venerdi' sera vieni qui al locale, bevete qualcosa, poi venite quassu' al bunker e passate la notte insieme, se posso vi raggiungo.". Ogni frase, ogni oscenita', ogni porcata che sento mi fa avvicinare sempre piu' all'orgasmo. -"Toccami, toccami, ti prego... e spingi di piu' ora..." sussurro. Sono completamente cotta, il dolore della dilatazione anale si fonde al piacere, Sergio spinge e me lo mette tutto dentro, il suo cazzo mi entra dentro fino alle palle. Esplode l'orgasmo, il secondo della serata. Sergio aspetta che la mia piena si esaurisca, poi con delicatezza esce da dentro di me. Mi fa inginocchiare Sotto il getto dell'acqua calda gli prendo il membro in bocca. Poche succhiate poi il sapore inconfondibile dello sperma mi invade la bocca. In parte deglutisco, in parte lascio defluire fuori. Sergio rantola scaricandomi in bocca tutto il suo piacere....
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13 anni fa
fd5947,
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Ultima visita: 4 anni fa
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SENTI CHI PARLA. GUARDA CHI GUARDA.
Si dice “fare all’amore con la macchina fotografica”.
Ma si puo’ fare all’amore con un cazzo? Lo fai con un uomo, con una donna, da sola –forse e in qualche modo- al limite…Il cazzo, un vibratore, le dita sono il tramite, cosi’…
L’obiettivo di una macchina fotografica e’ un cazzo, enorme, anzi: sono tanti cazzi, e mani, e lingue…Sono tanti uomini, e donne che ti chiavano. Brutalmente. E li vuoi tutti, sin dal primo istante.
Se ti piace scopare li cerchi. Di continuo. Non ti basta mai. Nessuna e’ immune da questo fascino, anche per tante per le quali e’ un lavoro: anche Belen…
Cosi’…Dipende. Dipende da chi e’ attaccato a quel cazzo. Come sa usarlo e ancora, prima, come sa caricarti e invogliarti.
Sessualmente io, anche in questo, sono molto donna. Non certo passiva ma donna. Lo sono anche con le donne.Mi eccita, e tanto, fare all’amore con una donna ma forse ho un mio modo.
Non sono affatto passiva, non sono tranquilla: ma sono donna.
Per me e’ un confronto; un sentirmi simile, una sfida, uno stimolo, un piacere. Mi eccita toccare, guardare, annusare, assaporare, cercare…Ma resto donna: in una parte maschile non riesco cosi’ bene. Non so montare perche’ se lo faccio penso a me montata non a “se fossi” un uomo cosa…se avessi un cazzo…Mi eccita il “figa contro figa”…
Penso ai cazzi nel mio corpo non a essere un ipotetico uomo…
Cosi’ non credo tutti siano fatti per fotografare sesso e desideri: sembra molto facile, banale…Ma alcune fotografie hanno odore, emozione, densita’, drammaticita’, ironia. Altre no. E ci sono donne frigide con la macchina fotografica. Inibite, bloccate…Non e’ una questione estetica, e’ altro…
Fare incontrare i soggetti giusti crea magia e crea eccitazione. Anche a terzi. Quelli che vedranno quei frammenti…
E io, di fronte a una machina fotografica sono una ninfomane pura. Godo in maniera sfrenata, non mi basta mai. Li voglio grossi, ne voglio tanti…Voglio mi guardino tutti.
Quando inizi un sentiero le indicazioni e i racconti di chi lo ha percorso possono essere un utile riferimento: niente di piu’. Perche’ poi quel sentiero devi farlo tu con le tue gambe. Le mie non sono lunghissime ma soffro meno il caldo di altre: suona banale ma anche questo fa di un persorso per una persona qualcosa di unico, irripetibile, inconfrontabile se non per pochi aspetti…
E sulla strada che ho percorso stamattina , anche lo avessi avuto, il “Tomtom” non credo avesse aggiornato i lavori in corso, le deviazioni, gli incidenti. E anche fosse stato un marchingegno cosi’ aggiornato…Non so come spiegare…
Pochi giorni fa ad un concerto: volevo filmare alcuni brani che mi piacevano molto. Ma mi sono accorta cosi’ facendo mi perdevo l’emozione del cuore che batte mentre guardo le espressioni del viso e i movimenti. Il cantare, il ballare. L’interagie con altri.
Per qualcosa che magari avrei rivisto solo di sfuggita o mostrato non si sa come a qualcuno che magari non aveva il mio stesso interesse. Cosi’ ho spento “la cam” pensando qualcuno lo avrebbe fatto meglio di me…Si devono sempre fare delle valutazioni: a volte ha un senso, a volte no.
Richiede intuito, sensibilita’, tempo, scelta di un si e a volte un no. Quei momenti se sono speciali restano comunque nei tuoi occhi, nei tuoi sensi…
Ma certo a volte il piacere di mostrare e’ violento: ti fai possedere, esibisci, sei esibita, ti offri, dai indizi…Ti rendi preda possibile. Di desideri puri o desideri che possono diventare concreti.
Un vecchio film con una donna che mi eccita da morire, Victoria Abril…: lei ha una telecamera collegata ad un occhio…Allora chissa’…Ma nemmeno li: ci sono momenti che ad istinto vanno guardati e basta e altri vissuti e basta altri entrambe le cose…Forse.
Il mio uomo e’ il mio uomo anche perche’ sa capirmi. E leggermi. Perche’ siamo complementari. Desideri spasmodici complementari. Parti che funzionano bene nella loro specificita’ e incontrandosi creano l’esplosione. Se il vizio, la perversione, l’ossessione si incontrano e mescolano a volte diventano magia sublime e non restano oggetti sinistri in attesa di cadere. Acquistano il loro vero senso.
Il mio uomo sa chiavarmi con la macchina fotografica. Io sono una troia che in quel modo fa impazzire perche’ davvero ci sono tutta e mi piace. Non ho limiti.Perche’ voglio essere chiavata. Da lui in quel momento e da chi mi guardera’. In modo convinto, reale.
Sembra una ode eccessiva per lui ma davvero…Ci sento un vissuto, sento e’ IL modo di prendermi. Un modo costruito con desiderio covato, con sensibilita’. Con vita vissuta. Stando anche dall’altra parte dell’obiettivo, stando negli occhi e nel cuore di chi vedra’ il prodotto finale, negli occhi e nel cuore di me che mi sentiro’ guardata. Momenti diversi. Dolci, ironici, sensuali, estetici, puramente carnali.
Il mio sentiero lo ho iniziato da poco e sembrera’ grossa: ma ci ho trovato molto amore. Sono quantitativa nella mia ricerca, per certi versi. Ma sento quando funziona e quando non funziona, capisco una differenza che un tempo…
Confidenze. Rompono un muro. Cosi’ un qualcosa spesso descritto come triste, annoiato, recitato non lo e’ e d'altronde…C’e’ che essere viziosa, assatanata, eccitata, ossessionata spesso mi piace. Ma non lo siamo un po’ tutte? Ogni giorno ci profumiamo, si vestiamo poco ed esponiamo il meglio di noi, ammicchiamo, ci lasciamo prendere e spiare, lo cerchiamo…
Cosi’ in rete: non e’ piu’ solo mercato maschile con donne a rimorchio. Se milioni di donne si fanno fotografare, filmare, esporre…Non ci eccitasse, gratificasse, appagasse…
Almeno quattro, cinque compagne di studio all’universita’ giocano il mio gioco. Non intendo sul totale: sto pensando a amiche che con certezza so…
Sto scrivendo. Ho le mutandine bagnate, la fica umida. Anzi: se lo dicessi a lui direbbe: “Non va bene…”. Sorrido e mi correggo. Ho la FIGA bagnata, ho una voglia di cazzo pazzesca, di uomini.
FIGA e non FICA: piu’ brutale. Una parola va usata esattamente e senza remore in un certo momento e anche una sola lettera puo’ dare un battito di cuore in piu’. E togliere volgarita’ e’ ridicolo.
Non so se dipende dal sapere stasera, dopo l’esame nel pomeriggio e non ostante tema la stanchezza del viaggio in treno e della tensione, della metereopatia di questo schizzofenico mese di ottobre duemilaeundici…Stasera abbiamo accettato un rilancio di un gioco di amici che mi hanno gia’ fatta sentire l’urlo del piacere…Vogliono una cameriere francese. Sono gia’ stata la loro segretaria. Sono uomini curati, cazzi enormi, montatori spietati…
Sar’ comunque qualcosa che non sai come andra’, per fortuna non si parla di meccanica. Ma la sola attesa…
Ripassare a poche ore dall’esame non servirebbe: vada come vada adesso sto qui. Sono gia’ a Trieste, sto in un appartamento piccolo, confortevole e vuoto vicino al mare, a Piazza Unita’. Relaxing, they say…
Sto guardando la mia pagina su un sito porno, un sito di annunci. Dove ci sono centinaia di mie immagini, ci sono dei video, c’e’ l’interazione di persone che mi scrivono, cui rispondo…Surreale? A volte quanto mi piacerebbe chi mi conosce lo spesse, lo vedesse…
Stamattina le cerco, le voglio. Godo nel sapere mi guardano a cosce aperte, alcuni censurata, pochi nel prive dove si veda il lampo dei miei occhi…Ed e’ come mi stessero chiavando, tutti. E’ brutale. E il tramite sono le mie dita.
Non e’ un gioco compiuto in se anche se bellissimo: ne avessi l’occasione mi farei sbattere ora. Subito. Da tanti. Penso sempre al mio uomo, che lui ci sia. Certi lampi pero’…A volte la foia…Adesso vorrei uomini, che lui ci fosse o no. Tanto, legge anche lui per cui ci sarebbe comunque. E chissa’, lo ecciterebbe…
Ma la bellezza di un gioco e’ anche l’attesa, l’incompiutezza, il soffrire e desiderare.
Potrei settare la macchina in “autoscatto” e farla partire. E poi caricare quelle foto. Lo ho fatto piu’ di una volta. So per certi versi eccita molto. Vi eccita. Ma cerchero’ una banalissima foto che ho gia’ e vad bene per farvi leggere queste mie parole, che le rappresenti…
Eccita il mio uomo: che io sia cosi’ puttana e vogliosa da avere bisogno di espormi verso chi mi guarda. Eccita chi guarda, magari dal suo posto di lavoro: sapere di una ragazza cosi’ eccitata da aprire le cosce, fotografarsi e masturbarsi mentre legge il “ritorno” di quella esposizione.
Sorprendentemente spesso quegli scatti, che mi faccio da sola, sono molto piu’ brutali e hard di quelli che costruirebbe il mio uomo o qualcun altro.
Pura foia incontrollata. Poco stile e classe…Dita in figa, in culo, cosce spalancate, faccia da troia.
Due aspetti spesso mi fanno rinunciare.
Il primo: il timore di non essere “creduta”. Troppe professioniste consapevoli si espongono in cam annoiate e per uno scopo. Non voglio essere scambiata per una di loro. Lo fanno anche bene esteticamente ma…
Il secondo: non vengono bene al novanta per cento.
Non in senso estetico, non servono a un concorso…
Puoi immaginare come ti vogliono, cosa eccita. Ma in tal caso posi. Oppure non pensi. O immagini una cosa ma stai facendo altri movimenti che non rendono…
L’obiettivo, in figa, me lo devono mettere altri. Violarmi, spiarmi, violentarmi, usarmi. Cogliere e offrire. In quel caso funziona. Lo vedo. Eccita anche me. Spesso rivedermi nei video….Nel fare sesso spesso vivo una specie di trance: non vedo e sento realmente. Rivedere…Da i brividi, come lo rifacessi in quel momento.
Funziona di certo se e’ lui. Perche’ lui lo usa quel cazzo. Prima, dopo e durante avere usato l’altro. E perche’ sa cosa gli piace vedere e quindi cosa hanno bisogno e voglia di vedere e sentire gli altri. Esempio banale? In un video. Spezzoni di video, costruiti cosi’…Ma d'altronde non hanno fatto anche un film tramite i telefoni cellulari? E’ uno dei mezzi reali quotidiano per rubare immagini…
Un video e’, forse, piu’ difficile. Sono spezzoni. Come il concerto di cui sopra: se filmi non vivi. Anche mi filmasse con altri il solo guardare dura poco, poi deve (per fortuna) fare.
Ma negli spezzoni piu’ emozionali ad esempio mi fa parlare. Dire cosa sono, che servo solo a scopare, cosa voglio mi facciano. Ansimo, urlo, sudo, mi dicono cose, si sentono le pompate. Gli schiocchi delle sberle sul culo, le tette, il viso di cui a volte ho bisogno per non perdere ritmo e per caricarmi…
Raramente si vedono le sborrate: ovvi motivi, li ognuno sta pensando ad altro e non puo’ staccare…
Mi e i piace anche quando la fotocamera, compagna di giochi, sta li in mezzo. E la prendono e usano altri. Altri punti di vista, modi di vedere…
Se filmo da sola un ditalino…O filmo o mi faccio. Devo essere vera. Se lo sono molti momenti sono statici. Se invece uno sa cogliere e mette assieme frammenti di quel gioco l’effetto e’ esplosivo…
Sono qui. Scrivo quanto mi eccita vi masturbiate per me. Non penso sempre; o solo parzialmente.
Ma voi siete infoiati che una bella ragazza di ventidue anni a poche ore da un esame universitario sia in una stanza, si sia sfilata con poca cura jeans , mutandine, calze e scarpe e si stia masturbando brutalmente guardando cazzi e godendo dal sapere in tanti guardano le sue foto a cosce aperte in rete…Nel “concreto” adesso non avrei anticorpi: ci starei con chiunque. Avrei un gran bisogno di mani e bocche e cazzi veri tra le mani, in bocca, in figa, in culo. Di sborra.
Spesso lo stesso momento di “rottura” lo abbiamo nel quotidiano. Mentre siamo in un bar, mentre sono in attesa nella sala dell’esame, mentre cammino di fronte ai negozi, mentre parlo con persone.
A volte la molla puo’ esser ebanale. Come uno guarda, cosa dice, come si muove…
Spesso gli uomini non hanno la capacita’ di coglierlo, altre volte e’ casuale. La realta’ e’ che abbiamo imparato bene a barare e il sesso forte adesso e’ quello femminile e gli uomini sono impauriti. In caso contrario andrebbero a centro nove volte su dieci. Avendo quella sensibilita’ di capire, di leggere. Non dovrebbero nemmeno forzare, solo insistere appena…
E non e’ una esagerazione: di certo in quel senso una donna non e’ meglio di un uomo: in una giornata ha tanti momenti di rottura che se…D'altronde e’ eccitante anche spesso qualcuno non ti sgami, altrimenti sarebbe troppo scontato…
Io sono una di quelle donne, delle tante; quotidiane, che vi vivono accanto. Che prova un piacere sfrenato nell’essere su certe pagine di internet a disposizione…
Io ho scelto un sito con la parola “Offerta” e con la parola “Moglie”. Perche’ per me era provocatorio, diretto, volutamente. Senza nomi stilizzati e accattivanti. Solo scegliere quel luogo e sito ti fa sentire in un certo modo. Puttana, viziosa. E una donna spesso ha un gran bisogno di sentirsi cosi’. Vi spiego il mio perche’. Su altri siti le mie immagini e parole non sono le stesse.
E anche il mio stupore se poi sento non tante delle donne presenti sono attive sul sito delegando il loro uomo e lasciandogli il piacere del gioco senza prenderselo…
Io credo quando posi per certe foto sai non saranno per l’album di famiglia ne resteranno per te e lui. Dal primo istante l’obiettivo sono tutti i cazzi di chi guardera’ e potresti o vorresti o hai desiderato in passato farti. Dedicandoci un sacco di energie e ditalini.
Cosi’…C’e’ chi prova piacere a guardare.
E la componente del piacere di chi guarda chi guarda.
E in un gioco di specchi: il piacere di chi guarda chi guarda chi guarda; perche’ a molti di voi da foia sapere o vedermi masturbare di fronte a questo portatile impazzita di voglia di cazzo e di eccitazione nel sentirmi, volontariamente, esposta.
Spesso immagino, spesso penso. Nei miei movimenti quotidiani, in giro, al lavoro, con amici. Noti dettagli, senti se crei tensione. Guardi i volti, le mani, i cazzi sotto i pantaloni. Altre donne che ci stanno giocando, le riconosci le puttane….Da luogo comune: quelle cosiddette impeccabili, le mamme, sorelle, amiche, mogli, colleghe di lavoro o di studio come te.
Quello, per me come per molti, credo faccia la differenza. Sia attore o spettatore. O entrambe le cose.
Non donne lontane galassie da te…
Anche loro, noi, siamo un tramite.
Se vedi una splendida sconosciuta in rete…Spesso cerchi somiglianze anche senza pensarci.
“… (…) Vivere almeno una volta sospinti dal vento…(…) E piu’ lontano vai, sempre meno conosci…”
Alice-Visioni
L’immaginario collega, vola: sarebbero le stesse pose, le stesse parole e immagini proiettate su donne che sono a un passo. Come per me le parole e cazzi di mille sconosciuti sono eccitanti in se ma spesso proiezioni dei cazzi e pensieri di chi mi sta vicino e che per mille motivi anche banali non potro’ mai avere. O non ho ancora mai avuto.
E si. Vorrei spiare mentre vi menate i cazzi per me. Dove siete, che espressione avete, filmare i pensieri. Ma non quelli “carini”…
Perche’ a volte si, si capisce perfettamente da uno sguardo. Quello mal celato. O quello ben celato dietro modi gentili o seminascosto. E a volte i complimenti ed apprezzamenti sono pure diretti ma mai abbastanza.
Una voglia, pazzesca. Di spiare. Perche’ spiare mi farebbe cogliere quello che il normale correlarsi con gli ovvi compromessi non permette di dire e fare.
Certo e’ gratificante sapere di suscitare desideri e di piacere. Ma a volte non basta. A me interessano gli istinti carnali che suscito a volte. Gratifica sentirti un bell’oggetto donna ma…
Perche’ certo….Sapere i tuoi occhi seducono, che hai un sorriso ammaliante, un bel seno, culo, gambe, voce…Stile.
Ma altre volte: vorrei le parole piu’ brutali. Sapere cosa vorrebbero farmi espresso in termini volgari e diretti.
Manderei un inviato speciale con un registratorino o una “cam” nascosta perche’ mi riporti quelle parole, sguardi, momenti.
Sono certa di me dicono delle gran porcherie. E pagherei non so cosa per spiare i discorsi che fanno certi omini tra loro parlando di me. Credo potrei godere senza nemmeno toccarmi starei malissimo di voglia e piacere, appagata.
Caffe’…
***
Credo vi ecciterebbe: e’ un monolocale o quasi, ci sono un cucinino e un bagno separati. E rientrando…L’odore di figa e cosce sudate e’ forte, molto forte. Quanto vorrei lo sentiste. O vedeste il mio viso e capelli spettinati…Come mi avete ridotta stamattina, in che condizioni.
Tra poco mi sistemero’, e usciro’ e saro’ impeccabile, oggi nemmeno troppo vistosa. Compensero’ stasera…
Ma adesso sono qui e sono sfigurata dalla foia e non smettero’ prima di avere goduto ancora. E la brava studentessa che vedranno in giro tra poco e’ la stessa ragazza che, ora e qui e’ sudata e si sta mettendo le dita in figa e in culo guardando cazzi. La stessa ragazza che in rete sta esposta in foto glamour e scintillanti, in foto volgarmente a cosce aperte, in foto dove uomini e donne se la fanno; esposte a mille occhi. E chissa’, molti di quelli che incrocero’ per strada…Qualcuno di voi…
Vorrei essere li, adesso. E credetemi, avrei una voglia , pazzesca, di guardarvi masturbare e toccarvi; di sentire odore di cazzo, di seghe, di sborra, sapendo e’ per me. Che aveste un desiderio violento di spaccarmi in due.
Vedervi masturbare, vedere dove siete. In un ufficio, a un passo da vostra moglie ignara a casa o completamente nudi in un appartamento da single. Le espressioni del viso, le contrazioni, le vene in rilievo, l’ansimare e grugnire. I pantaloni alle caviglie, il corpo sudato. I muscoli delle gambe tesi, forti, nhhhh…Dio che voglia di accarezzare, baciare , leccare quei muscoli tesi, quelle gambe. Di leccare gli inguini mentre vi menate i cazzi per me. Di strusciarvi la figa bagnata implorandovi di non smettere. Guardarvi in faccia mentre proseguite frenetici e potervi accarezzare e baciare il petto, laddome, nnnnnnnh…Appoggiarci le mie grosse tette bollenti e sudate contro…Passarvele sulla faccia, leccarvela come un gatto…
No, non mi direste che sono bella adesso. Direste sono una cagna negra da monta, che puzzo di troia, che sono un attrezzo per cazzi. Non che sembro una bambina, che ho il sorriso dolce, che sono splendida.
E Dio, che voglia, viscerale, di prendermi quelle sborrate addosso. Tutte. In faccia, guardandovi. Sulle tette, sulle gambe, sui vestiti. Spalmarmi, leccarla dalle dita mentre finite un orgasmo convulsivo inarcandovi.
Questo vorrei ora. E dopo uscire con il vostro odore addosso.
Stasera avro’ i cazzi che voglio.
Cazzi duri, enormi, maschi vogliosi. Ma adesso, ora, e’ questo che mi ossessiona e penso. Siete voi a farmi sentire cosi’.
Tra pochi minuti andro’: dovro’ dimostrare la mia preparazione professionale. Ma ora…
Ora mi sento solo una troia. Non mi interessa essere pensata diversamente.
Questo so fare, questo voglio e non mi interessa altro. Per la donna per bene ci sara’ spazio tra mezz’ora: quella di spazio ne ha sempre in troppo…
Sto male. Ho voglia di cazzo. Di tanti cazzi…
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13 anni fa
Shaarika89,
33/28
Ultima visita: 13 anni fa
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Piu' che un racconto.................fantasia!!!
Nella penombra che avvolge la notte, ci ritroviamo io e te insieme ai nostri amici Marco e Lisa, in quel luogo che ripetevamo sempre nelle nostre fantasie, un boschetto alle pendici dell'Etna,la nostra montagna. Siamo solo noi quattro, avvolti nell'oscurita', e senza proferire parola Lei inizia a contorcersi e mimare uno spogliarello, e' brava Lisa!!! Noi ci godiamo per un po' lo spettacolo, quel corpo che si contorce e pian piano si spoglia dei vestiti, pochi in realta', a cominciare dalla camicetta, che vola in terra e si poggia sulle foglie!! In noi comincia il processo di eccitazione che quel corpo, con i suoi sinuosi movimenti, ha svegliato. Le mie mani cominciano a frugare nei tuoi vestiti, svelano il tuo seno, mentre tu sei eccitata dai movimenti di Lisa, non reagisci, ma acconsenti. Allora anche Marco si unisce in questa ricerca dei posti piu' reconditi del piacere, inizia a frugare sotto la tua gonna, trova la tua fica gia' grondante di piacere, nella quale infila prima uno e poi due dita, senza trovare la minima resistenza. A questo punto anche Lisa, si avvicina e comincia a frugare nei pantaloni prima di Marco e poi tira fuori anche il cazzo dai miei pantaloni, Lisa avvicina dolcemente la bocca al mio arnese gia' rosso per l'eccitazione , e con movimenti lenti e sensuali, comincia a leccare l'oggetto del suo desiderio. Tu nel frattempo ti occupi dell'uccello di Marco, anche lui gia' in tiro e desideroso di provare la tua lingua, che non si fa' attendere, vorace la tua bocca accoglie quel cazzo turgido e duro, lo ingoi fino alla gola, pensando di soffocare, riprendi i movimenti lenti lungo tutta l'asta, cosi come Lisa che nel frattempo si occupa di leccare anche i testicoli. Ho voglia di leccare la fica, di sentire gli umori di Lisa, cosi la distendo per terra e comincio a leccare , e' depilata, il clitoride svetta come una asta , lei gradisce i colpi della mia lingua che a tratti entra dentro come fosse un cazzo affamato, all'improvviso sento che qualcuno ha preso ad occuparsi del mio cazzo................e' mia moglie, mentre Marco si e' messo sopra a Lisa , porgendogli il suo arnese, e' un groviglio di corpi!! In un cenno d'intesa con Marco decidiamo che e' giunto il tempo di scopare le due signore a dovere, iniziamo dalla mia, lei si siede sul mio cazzo mentre Marco gli porge il suo che lei ingoio in bocca mentre io la stantuffo per bene!! Lisa non rimane a guardare e reclama la sua porzione di cazzo, quindi si ritrovano tutte e due a leccare quello di Marco. E' giunta l'ora di prendere insieme mia moglie , restia da sempre a concedere il suo secondo canale, Marco avvicina la cappella allo sfintere, dopo averlo lubrificato, lei ha un cenno di ribellione, ma Marco nn curante, affonda il cazzo, che aiutato dal lubrificante anale, agevola la penetrazione, comincia ad affondare prima piano per poi aumentare , all'inizio prova dolore, ma subito si trasforma in piacere, e' piena, ha due cazzi, uno nella fica e uno in culo, lo sognava ma aveva timore. Adesso sa' che nn deve. La montiamo per bene, scambiandoci le posizioni, finche' nn decidiamo che Lisa nn puo' piu' aspettare, e lei nn si fa' pregare, la monto prima io, poi insieme uno in fica e uno in culo, Lisa ama essere presa anche dietro. La stantuffiamo per bene, per un tempo che sembra interminabile, mentre mia moglie assume una posizione che gli permette di leccare entrambi i cazzi mentre sono fuori dai rispettivi buchi............e' un delirio di piacere. Sentiamo entrambi che e' giunta l'ora di una bella sborrata.................Lisa e mia moglie adorano la sborra , calda, appiccicosa, gli piace sentirla addosso, in gola..............nn le facciamo attendere, con un sussulto veniamo quasi all'unisono, le riempiamo di sborra, mia moglie beve quasi tutta la mia e Lisa fa' altrettanto con Marco...................siamo esausti ma felici, e' stata una bella notte..............ce ne saranno altre!!!! p.s. fantasia...............e la fantasia nn si corregge, cosi e' sgorgato e cosi rimane!!!
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
La clessidra
Trenta minuti. Solo trenta minuti! Guardando il proprio corpo riflesso nello specchio di quell’ufficio enorme, pensò che tutto il suo futuro dipendeva da quei trenta minuti: poi, guardò lui. Inutile pensare a come fosse finita in quel casino e inutile sperare di uscirne senza quei trenta minuti. Immaginò la fine sabbia dentro una clessidra e il lento passaggio della stessa da una parte all’altra. Cominciò a spogliarsi abbassando lo sguardo quando incrociò i suoi occhi: Maurizio la guardava intensamente ed era incuriosito di vedere fino a dove sarebbe arrivata la trentenne che aveva davanti. Pochi minuti prima che lei entrasse nel suo ufficio, Paolo, un suo carissimo amico, gli aveva mandato un sms: “ Sta arrivando una ragazza che mi deve molto e a cui ho chiesto una cosa particolare. Quando sarà lì non dire niente, lasciala fare, guardala e mandami degli sms su cosa sta combinando”. Era una richiesta strana, ma il suo amico era sempre stato strano e sapeva sempre quello che faceva, quindi aspettò gli eventi mentre lei, adesso era lì davanti a lui e si stava spogliando. “Che diavolo sta succedendo” pensò “ e chi cavolo è questa stupenda ragazza”. Restò in silenzio come promesso, l’unica cosa che fece fu di chiudere i pannelli elettrici dell’ufficio per isolare la stanza già ermetica per il resto. Guardò il vestito nero a tubino scivolare dolcemente per terra lasciandola in reggiseno e slip dello stesso colore. Quando la vide armeggiare sul reggiseno avrebbe voluto chiederle perché, ma resistette alla propria curiosità. Rimase conturbato nel vedere il contrasto dell’abbronzato contro il pallido chiarore del seno. Tutto sembrava un film irreale. Se era uno scherzo, era ben fatto, ma che senso aveva? Cercò d’incrociare i suoi occhi, ma inutilmente. Rimase silente a guardare le mani di lei accarezzare lo slip e spingerlo piano verso il pavimento. Non avrebbe voluto violarle con lo sguardo le intimità, ma non era una sua idea, quella ragazza stava facendo tutto da sola: neanche nelle sue fantasie più erotiche avrebbe mai immaginato tanto. Una volta, parlando con il suo amico, aveva accennato ad un suo desiderio erotico molto simile, ma mai avrebbe pensato si realizzasse. “Te l’immagini una strafica che viene nel mio ufficio e si spoglia per esaudire le mie voglie? Questo sì, che sarebbe un bel modo d’iniziare la giornata…”. Possibile che Paolo si ricordasse di quella frase? Maurizio era perplesso e nello stesso tempo sempre più eccitato; la ragazza si era appoggiata alla scrivania e aspettava. ”Alza la testa”le ordinò, dubbioso che lei lo facesse, invece, lei la alzò e aspettò con una domanda silenziosa nei suoi occhi verdi mare. ”Accarezzati.” Lisa era imbarazzata, sarebbe voluto scappare a milioni di chilometri di distanza, guardò l’orologio, le sembrava di essere dentro quella stanza da ore, invece, erano passati solo quattro minuti, ne rimanevano ventisei alla fine della sua agonia. ”Come mi devo accarezzare?” chiese tremando. ”Come una che si prepara a fare all’amore con il proprio uomo” Amore? Pensò lei Una parola più sbagliata non si poteva trovare in quel momento. Quello sconosciuto era nel posto giusto al momento sbagliato, ma lei non poteva dirlo, doveva solo ubbidire, era l’unico modo per salvare la propria attività e la propria famiglia da un fallimento sicuro. La sua famiglia era, in definitiva, solo suo padre, ma ne sarebbe morto di crepacuore se fosse successo, era una vita che aveva quella piccola impresa e lei aveva fatto investimenti sbagliati mettendone a rischio immediato la continuità. La conseguenza, per uscirne, era quello che stava praticando da qualche minuto. Da quel bastardo di Paolo si aspettava un’ulteriore richiesta di denaro, non certo quello che stava facendo adesso. Mentre le dita scivolavano piano sui seni per poi scendere tra le cosce strette, chiuse gli occhi per non guardarlo. Immaginò l’ultima volta che si era spogliata per un uomo, era stato molto tempo prima, tanto tempo prima, poi, aveva scelto di stare vicino a suo padre nell’azienda sacrificando la sua vita privata; gli unici due uomini che erano stati con lei, dentro di lei, l’avevano lasciata per futili motivi: Alla fine, si era convinta che fosse meglio così. I suoi ricordi gli esplosero in testa mentre accarezzava il suo pube glabro, istintivamente divaricò leggermente le cosce lasciando passare le dite affusolate oltre il monte di Venere sporgente. Ricordò le poche volte che nel buio della sua stanza s’accarezzava cercando il piacere, era raro, ma quando lo faceva, era veramente intenso. Adesso, in quel momento, si vergognò di sentirsi umida tra le strette labbra. Era strana quella situazione, mai avrebbe pensato che essere guardata, l’avrebbe eccitata, era una parte di lei che non conosceva, eppure aprì gli occhi, lui la stava ancora guardando, anzi, la stava mangiando con gli occhi, si ritrovò con le gambe ancora più aperte e si ascoltò parlare: ”Va bene così ?è quello che volevi?” ” Non so cosa volevo, sto decidendo sul momento, ma mi sembra che a te piaccia, visto che io non sono il tuo uomo: devo immaginare che lo fai per te stessa. “Che stronzo”, pensò Lisa “Sono qui a prostituirmi e mi prende anche in giro.” Mancavano ancora venti minuti ”Sei molto bella,” disse Maurizio, sia vestita che nuda. Perché fai questa teatrata? Intendiamoci, non mi dispiace affatto quello che vedo, ma preferirei fosse una donna che lo desidera, a proporre lo spettacolo “ Deficiente! Deficiente!!” Pensò di se stesso. “Non era riuscito a stare zitto come promesso. Lei lo guardò basita: possibile non sapesse niente? Possibile che anche lui fosse parte di un gioco ordito da quel bastardo di Paolo? Lo guardò meglio, notò subito l’eccitazione evidente nei calzoni e questo, tutto sommato, le dava anche soddisfazione, poi, salì con lo sguardo sul suo viso e vide che era all’incirca della sua età e suoi lineamenti erano anche belli. In un’altra situazione avrebbe potuto essere anche gradevole conoscerlo ”Cosa vuoi?” chiese Maurizio. ” Cosa voglio io? Ma mi prendi in giro? Già è difficile farlo, quindi, fai di me quello che vuoi per altri quindici minuti e poi sparisco per sempre dalla tua vita!” Maurizio la guardò divertito e nello stesso tempo irritato: quella pazza era arrivata lì nel suo ufficio, si era spogliata, si toccava davanti a lui e diceva che era a sua disposizione ancora per quindici minuti. Certo che quindici minuti erano pochi per tutto quello che avrebbe voluto lui… ”Perché hai smesso d’accarezzarti?” disse con la rabbia di chi non sa che fare. Lei lo guardò furiosa, nei suoi occhi passò un lampo d’odio, spinse le dita tra le labbra bagnate facendo sparire le unghie tra la tenera carne: “Se è questo che vuoi, eccoti accontentato.”pensò. Reclinò la testa all’indietro e chiuse gli occhi cercando l’immagine di un uomo che la portasse al suo piacere e rimase sconcertata quando nella sua mente apparve lui, lo sconosciuto che aveva davanti. Cercò di scacciare il suo presunto incubo, poi, si rassegnò e cercò di prendere il meglio da quella situazione, mancava ancora poco alla scadenza del saldo del debito. Maurizio prese una sedia e si sedette al centro della stanza, era sudato e tremava come un bambino, quella ragazza era entrata come un proiettile nella sua vita e doveva decidere cosa fare; erano rimasti solo dieci minuti a sentire quello che aveva detto e lui voleva conoscerla meglio. Guardava affascinato le lunghe dita giocare con il proprio corpo, si capiva che le piaceva, non vedeva sofferenza, né forzature, anzi… Lisa si accorse che l’orgasmo era vicino, avrebbe voluto fermarsi, ma, se poi quel ragazzo avesse detto a Paolo che non aveva fatto fino in fondo quello che le era stato richiesto? Cercò mille motivi per non fermare il suo piacere che cresceva e li accettò tutti. Maurizio vide il corpo di lei che sinuosamente seguiva le movenze delle dita, capì che stava per vedere il piacere di lei esplodere in quella stanza, trattenne il respiro per il desiderio e aspettò gli eventi. Era tanto che non vedeva una donna godere, esattamente da un anno, la sera prima che sua moglie avesse quell’incidente assurdo che l’aveva portata via da lui per sempre: giusto il giorno del suo compleanno… “Un anno di vita senza vita”pensò Maurizio si accorse che non aveva scritto niente al suo più caro amico, mandò veloce un sms proprio mentre lei esplodeva nel suo piacere “Ma chi è questo portento della natura?” Paolo sorrise leggendo il messaggio. “Questo, è il mio regalo per te. Auguri amico, è ora che ritorni a vivere.” Lisa era trafelata, aveva raggiunto un orgasmo incredibile davanti ad uno sconosciuto, cercò di ricomporsi mentre guardava l’orologio: il tempo era scaduto. Cominciò a vestirsi, quasi dispiaciuta. Lui aspettò che lei finisse di coprire il corpo, quando vide che stava per andare verso la porta le si parò davanti e allungò la mano: ”Piacere, Maurizio, è un modo insolito per conoscersi, ma, se lei è d’accordo, che ne dice di girare la clessidra e ripartire dall’inizio per vedere se sono capace di farglielo rifare senza costrizioni, magari perché sono diventato veramente il suo uomo?” Lisa guardò il ragazzo dagli occhi dolci, non era colpa sua se lei era lì e, a pensarci bene non le aveva neanche chiesto di godere, era stata lei che non si era fermata. Le venne da ridere per l’imbarazzo e la situazione grottesca. ”Piacere Lisa, di me conosce già molto, quello che ancora non sa, è che quando faccio certe cose, mi viene sempre una gran fame.Che ne dice di conoscerci meglio davanti ad una lauta cena?” Maurizio guardò l’orologio, mancava ancora molto tempo prima che quella giornata di lavoro finisse, ma decise che era ora di tornare a vivere, da subito.
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1
13 anni fa
fantasypervoi,
36
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Statale 26
Il testo dell'sms era chiaro: " fatti trovare alle 2130 nel parcheggio delle ex acciaierie di Savignano.Segui la statale 26 per 3 km e fermati quando vedrai un bidone di ferro che brucia nel parcheggio." Era l'unico messaggio che in quel pomeriggio freddo le era arrivato mentre lavorava al suo pc. L'ansia, la voglia, l'eccitazione, la paura erano le prime emozioni che si trovo' davanti leggendo quelle poche parole. Nel pomeriggio , guardando e riguardando il display del suo cell si sarebbe aspettata di tutto , come i giorni precedenti, ma mai e poi mai una richiesta di incontro di quel tipo...e poi... in un parcheggio... in una fabbrica abbandonata... perche'...cosa voleva.... Si ritrovo' nel parcheggio all'ora prestabilita' , con il cuore in gola, parcheggio distante per studiare la situazione , e l'unica cosa che vide era quel bidono arrugginito che faceva fiamme alte e minacciose. Il suo cell inizio' a suonare e le poche parole che senti' furono: "Spogliati ora, completamente e resta in attesa" e il click della fine della chiamata. Credeva di impazzire, eccitata , gia' bagnata da ore , avrebbe voluto trovarsi in qualsiasi altro posto , ma non li , aveva paura, aveva voglia , aveva freddo... ma inizio' lo stesso a spogliarsi.. timidamente. Fu un attimo , rumori di macchine , luci , suoni , si ritrovo' completamente accerchiata da 5 fari che si disposero a cerchio contro di lei , illuminandola completamente e non facendole vedere cosa stava succedendo. Impaurita tento' di coprirsi con gli abiti ormai a terra ma venne fermata da una mano che le prese i polsi e le giro' le braccia dietro la schiena. Riconobbe l'odore, riconobbe il calore , riconobbe il respiro dentro alle sue orecchie e quella voce cosi' penetrante che la invitarono a non muoversi e a fare cio' che lui voleva. "Non avere paura e fai quello che voglio. Ti ho organizzato questo, era quello che volevi." Quattro uomini davanti a lei la scherzavano , ridevano di lei cosi' ferma, cosi' bloccata dalle mani forti del suo Signore che la esponeva e la offriva a questi sconosciuti , cosi' eccitati alla vista di una creatura cosi' debole, cosi' indifesa, cosi' esposta al loro piacere. Era quello che lui voleva. Si sbottono' i pantaloni e con il membro gia' duro lo punto' direttamente contro di lei , facendosi spazio tra le sue gambe. Lei tento' di ribellarsi , la sua mente era in crisi, ma il suo corpo si bagnava a ogni presa piu' forte . Le sollevo' la gamba , e inizio' a penetrarla , con forza , con decisione , tirandole i capelli e mostrando a tutti la sua creatura riempita di piacere e di voglia mentre gli altri sconosciuti si avvicinarono e iniziarono a toccarla.... ....una mano le si poso' sui seni stringendoli.... una mano le ando' diritta verso il suo sesso cosi' bagnato e cosi' voglioso e tremendamente eccitato.....un'altro membro le si avvicino' al viso... e la penetro' tra le labbra .... I colpi che le affondava , sodomizzandola , le toglievano il respiro...e la voglia cresceva, aumentava, le riempiva ogni cellula del suo corpo rendendola estasiata, indemoniata ....era cio' che da tempo fantasticava. Iniziarono a venire copiosamente sul suo corpo ... in sequenza.. La sua bocca soddisfava ogni membro con una voglia inaudita ...non teneva piu' il conto dei suoi orgasmi dietro i colpi rapidi e poi lenti ...profondi e potenti che il suo Signore le dava dietro di lei. Uno dopo l'altro gli sconosciuti si allontanarono , come i pensieri che svaniscono dietro orgasmi immaginati , e solo lui resto' dentro di lei fino al momento in cui tutte le luci si spensero e solo la fiamma dell'inferno illuminava i due corpi uniti. Si inarco' gridando la sua passione e le venne dentro tutto il piacere che da tempo coltivava per lei facendola venire per l'ennesima volta rendendola stremata , umiliata , con le lacrime che le bagnavano il viso e la voglia di girarsi e stringere e abbracciare colui che la aveva resa cosi' cagna , cosi' soddisfatta , cosi' tremendamente e dolcemente ... .... Le uniche parole che lui le disse furono: "Questa e' solo la prima fantasia portata alla realta'...... resta sempre pronta, ce ne saranno altre".
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13 anni fa
Steve1977,
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Ultima visita: 10 anni fa
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Mettiti comoda e apri la mente...
Ti desidero meravigliosa donna , sei bellissima mentre sei cosi' attenta a leggere cio' che ho da proporti.. ..se vedi la mie foto lo capisci dove mi fai arrivare. Ho scritto questo per te,cosa che un giorno potrebbe avverarsi. Sono molto amante del sesso e mi piace fantasticare ,e il mio modo di esibirmi e farlo in un certo modo. Ed ora... ti faro'godere... siediti comoda... e incomincia a leggere... abbassati le mutandine e leggi , il mio ... è gia duro e grosso... lo avvicino al tuo viso... e lo strofino delicatamente sulla tua bocca... a quel punto lo vedi... li... duro ed enorme sulle tue labbra... esci la lingua e incominci a leccarlo dolcemente tutto intorno e giu... la tua lingua lo lecca... tutto... fino ad arrivare alle palle per poi risalire fino alla turgida cappella che ho... apri la bocca e lo incominci a succhiare... ma non ti aspettare che entri tutto in bocca... lo succhi ed incominci ad accarezzarlo con le mani... è sempre piu duro ed enorme... tu incominci a toccare la tua passerina che è già bagnatissima e... con il dito ti accarezzi dolcemente il clitoride... sei bagnatissima... e già pronta per poterlo prendere dentro... mi baci sul collo, mi lecchi... mi succhi... facendomi rabbrividire... e... ti faccio girare sul letto mettendomi supina con il culetto in alto... per poter fare entrare meglio il mio enorme ... dentro la tua fichetta senza farti troppo male... ma sei troppo bagnata per farti male... lo affondo dolcemente ed tu lo senti... enorme... tutto dentro... è bellissimo... lo senti movere dentro di te... ti riempio tutta la ... .. incominci ad essere impaziente e molto eccitata mentre lo spingo fino alle palle.... lo senti tutto dentro e ti bagni tantissimo facendolo scivolare velocemente... lo senti uscire ed entrare ed a ogni affondo il piacere aumenta... perchè ti riempio tutta... e enorme... ti sento gemere... ma non voglio che io venga subito... allora lo esco dalla tua patatina bagnatissima e te lo ripongo in bocca chiedendoti di leccarmelo tutto... Tu allora ti metti sopra di me e lo incominci a leccare... gustandoti tutto il mio liquido caldo... che ti fa impazzire... incominci a sentire il mio ... in bocca pulsare freneticamente allora smetto... tu mi offri il tuo buchino sperando di non sentire troppo dolore... ma tu sei fantastica... usando il tuo umore che ti bagna tutta la fichetta lo lubrifichi per bene e... incominci a fare entrare il mio ... enorme... piano piano... allargando sempre di piu il tuo buchetto fino a che... non incominci a muoversi dolcemente dentro e fuori.... senti un po di male ma tu incominci a toccarti la ... .. prima docemente e poi freneticamente mentre affondo il mio ... sempre piu dentro... piu dentro... allargandoti tutta... tu stai impazzendo... lo senti tutto dentro... ti senti spaccare tutto il ... .. ma il piacere supera il dolore ed il fastidio... è duro... enorme ... gemi di piacere... ti muovi... mentre io spingo sempre piu forte tu continui a toccarti feneticamente... finche senti un calore... un calore che si sprigiona da dentro le tue viscere fino ad arrivare alla tua gola... urli... e godi... raggiungendo un orgasmo mai avuto... seguito da tanti piccoli orgasmi che ti spiazzano o che non ti fanno capire nulla finche... realizzi che io sto per venire ... allora ti sposti velocemente e guardandomi negli occhi lo prendi con le mani... lo avvicini alla tua bocca e lo infili dentro... giochi con la lingua mentre me lo succhi e io cercando di spingerlo sempre piu giu fino a soffocarti... ma è enorme.. mi accarezzi le palle con le unghia... e... finalmente lo senti pulsare... si gonfia... dentro la tua bocca... con la lingua sul mio buchetto senti fuoriuscire un liquido caldo... tu mi guardi e... esco il ... dalla tua bocca... lo lecchi dolcemente... con la mano lo muovi su e giu... fino a che lo senti enorme nella mano... si gonfia e... proprio mentre lo sto per rimetterlo in bocca... senti il mio sperma che skizza fino in gola... lo fai uscire e continua a spruzzare... il mio seme e sparso sul tuo viso, negli occhi... e... scola giu... fino al tuo seno... mentre tu gridi di piacere come non hai mai fatto prima... poi dolcemente lo riprendi in bocca... pulendolo tutto... fino a che... non diventa moscio e tranquillo... Sono convinto che hai goduto e ti sei toccata come ho goduto io toccandomi... guardando le tue foto mentre rileggevo il messaggio che ti ho inviato.. Ora tocca a te... non mi deludere... e... fammi godere come ho fatto io con te... vorrei tanto che tu mi inviassi qualcosa di te .. della tua mente.. qui in privato oppure.la mia msn e: [email protected] ti aspetto Steve
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13 anni fa
Steve1977,
33
Ultima visita: 10 anni fa
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History of violence
Mi chiamo Francesca, ho 24 anni, vivo a Roma e sono stata una ragazza completamente normale fino a sei mesi fa. Sono abbastanza carina, ma niente di particolarmente speciale: 1,63, mora, occhi e capelli castani, fisico abbastanza snello, seconda di seno, un visetto che definiscono un po' sbarazzino. Dopo il diploma, a 19 anni, mi sono impiegata in uno studio da commercialista come segretaria e lì ho conosciuto Rodolfo, che nell'autunno del 2006 aveva 23 anni. Rodolfo era un collaboratore esterno dello studio, si occupava della piccola rete di computer e del sito web dell'azienda. E' stato amore a prima vista, la seconda sera che siamo usciti insieme ho perso la verginità con lui. Ci siamo fidanzati ed infine sposati nell'aprile del 2011.
Come dicevo all'inizio, la mia vita è stata completamente normale fino a sei mesi fa: poi, nel febbraio di quest'anno, proprio a due mesi dal matrimonio che io e Rodolfo abbiamo sognato e progettato negli ultimi anni, la mia vita è precipitata in un pozzo dal quale non ho la forza di uscire, e dal quale non vedo via d'uscita.
Premetto che sono sempre stata una fidanzata fedelissima, non perchè ritengo che si debba per forza essere fedeli, ma perchè ho sempre trovato un tale e totale appagamento nel mio rapporto con Rodolfo che qualunque altro uomo non ha mai avuto la benchè minima possibilità di coinvolgermi. Una ragazza giovane e carina è continuamente messa sotto pressione dalle attenzioni maschili. Per quanto tali attenzioni possano essere garbate o sottintese negli uomini civili ed educati fino ad arrivare all'estremo opposto, ai volgaroni che esplicitano trivialmente le loro intenzioni, queste ci sono sempre. Eppure nei cinque anni della mia relazione con Rodolfo, nonostante frequenti e più o meno velate proposte da parte di diversi tizi, mai e poi mai ho provato il seppur minimo interesse a dare seguito ad una di queste faccende. Non mi interessavano, punto e basta.
Poi, un gran brutto giorno di sei mesi fa, Rodolfo accetta l'invito di Davide, suo amico d'infanzia, insieme alla sua ragazza a mangiare una pizza. Questo amico si porta appresso due suoi conoscenti di Viterbo. Facciamo le presentazioni e Davide ci presenta Fabrizio e Sergio, entrambi sui trent'anni. I due non mi piacciono istintivamente granchè, mi sembrano persone vagamente torbide. Tuttavia si tratta soltanto di mangiare una pizza, fare quattro chiacchiere e poi chi s'è visto s'è visto. Durante la cena noto che Sergio spesso mi guarda con una strana espressione sul volto. Trovo la cosa vagamente inquietante, ma lui è bravo a non farsi notare da Rodolfo che mi è seduto vicino e sta appassionatamente raccontando alcune delle sue avventure da pescatore. Istintivamente, ma anche per rendere maggiormente evidente il mio status di donna quasi sposata e solidissimamente fidanzata, mi stringo a Rodolfo e lo accarezzo dolcemente socchiudendo gli occhi, isolandomi anche mentalmente dal resto della tavolata, ma soprattutto dagli sguardi sottili ma poco piacevoli di Sergio. Alla fine della cena Davide ci fa la piccola sorpresa di far portare una bottiglia di champagne (dopo la pizza!!!) per brindare al nostro imminente matrimonio. Mi stringo a Rodolfo ed incrociamo i calici, mentre Sergio ci guarda con un'aria davvero strana.
Due giorni dopo esco dal lavoro, mi dirigo verso il parcheggio non lontano dall'ufficio quando sento una voce maschile chiamarmi: mi volto incuriosita non riconoscendo la voce. Vedo l'uomo e ci impiego un paio di secondi prima di realizzare chi è il tizio che mi sta chiamando. E' Sergio. Mi ero completamente dimenticata di lui e del suo strano atteggiamento di due sere prima. Non mi capacito di cosa stia a farci sotto il mio ufficio e lì per lì vengo presa alla sprovvista e non ho tempo di fare alcuna congettura. Lui mi porge la mano sorridendo e per educazione gliela stringo. Il suo sorriso è un po' untuoso e quello davvero non glielo ricambio. Impiego altri due secondi per ricordare il suo nome, ma preferisco chiedergli scusa e fare finta di averlo dimenticato. Lui non fa una piega e si ripresenta, parlando velocemente. Mi chiede del mio lavoro, del mio imminente matrimonio, con fare stordente. Mi invita a prendere un caffè con lui al bar davanti, io rifiuto dicendo che ho fretta e che devo tornare a casa. Sergio mi sommerge letteralmente di richieste di prendere questo benedetto caffè dicendomi che si metterà in ginocchio per strada se non lo seguo. A malincuore accetto, entriamo nel bar, lui si siede al tavolino. Io insisto per prendere il caffè al banco ma lui è irremovibile. Ora sono decisamente di malumore, mi siedo ma ammutolisco. Sergio parla velocemente finchè il cameriere arriva e posa i caffè sul tavolo. Bevo velocemente il mio caffè, poi improvvisamente mi alzo e lo saluto. Lui si alza e mi segue, mi aggira e mi mette una mano sulle spalle. Scosto il suo braccio con un gesto brusco e lo apostrofo duramente, intimandogli di non prendersi nessuna confidenza con me. Lui reagisce ostentando uno stupore assoluto, mi implora di non equivocare le sue intenzioni e si offre di accompagnarmi alla macchina. Declino il suo invito con decisione e gli dico chiaro e tondo di evitare in futuro di ripresentarsi. Mi volto e me ne vado camminando velocemente. Sono di pessimo umore e stramaledico mentalmente tutta quella purtroppo nutrita fetta di umanità maschile incapace di tenersi il pisello chiuso nei pantaloni.
Arrivo alla macchina, tiro fuori le chiavi, apro, metto in moto, mi allontano. Ho fatto circa tre chilometri quando mi squilla il cellulare. Lo afferro, il numero è sconosciuto. Rispondo e rimango di sale quando riconosco la voce di Sergio. In un attimo esplodo letteralmente:
-"Ma chi c***o ti ha dato il mio numero, brutto str***o? Come ti permetti di chiamarmi?" lo apostrofo furibonda.
Sergio risponde con finto stupore.
"Scusa, scusa sai, quando sei andata via dal bar rientrando mi sono accorto che avevi lasciato cadere il portafogli e così...".
Fermo la macchina con una frenata bruschissima, sono sconvolta. Cerco affannosamente nella borsetta il portafogli. Non c'è.
"E' tuo vero? E' rosso scuro con motivi a croce... dai, ti deve essere caduto, vieni che te lo dò..."
In 24 anni di vita non ho mai fatto cadere il portafogli dalla borsetta. Sento una sensazione di gelo. Nel portafogli ho patente, carta d'identità, bancomat, carta di credito, circa 150 euro in contanti.... non ho più fiato per parlare.
"Dai Francesca, non è successo niente, ti è caduto e hai avuto fortuna che l'ho ritrovato io, torna qui e te lo riprendi, è un attimo".
Non ho scelta, giro la macchina e torno al bar. E' evidente che il portafogli me l'ha sottratto lui dalla borsetta, ma non mi sono accorta di nulla, è incredibile. Cerco di convincermi che forse è effettivamente caduto. Arrivo sul posto, lui non c'è, lo richiamo al cellulare.
"Si Francesca sono qui in macchina, dopo il giornalaio, dall'altra parte della strada, mi vedi?".
Vedo l'edicola dall'altra parte, ma le corsie sono separate da un marciapiede spartitraffico, devo raggiungerlo a piedi, a meno di non reimmettermi nel traffico e fare un lungo giro. C'è un'auto vicino all'edicola, una grossa monovolume grigia. Mi avvicino timorosa, i vetri sono fumè e non si vede il guidatore. Dalla parte del viaggiatore si abbassa il finestrino, lo vedo.
-"Francesca, sali un attimo, dai".
-"No che non salgo, mi ridai il portafogli, per favore?".
-"Certo che te lo ridò, ma dai sali un attimo, di cosa hai paura, mica ti mangio".
Sono esasperata e stordita, non mi ero mai trovata in una situazione simile, apro lo sportello e salgo. Lui fa scattare la serratura, accende il motore e parte con decisione.
"Ma che fai? Ferma la macchina". Grido.
"Ma Francesca stai tranquilla, faccio il giro e ti riaccompagno alla macchina, è pericoloso attraversare a piedi qui".
-"Ma che c***o stai dicendo, voglio scendere da questa macchina ho detto" strillo.
Mi sento assalire dalla disperazione, non so come reagire. Sergio continua a parlare tranquillamente come se davvero mi stesse solo riaccompagnando alla macchina facendo il giro necessario a riprendere la strada. All'incrocio invece gira per una strada laterale, altri cento metri circa, dopo imbocca una rampa e scende in una sorta di piazzale interno ad un edificio. Non ho tempo di guardarmi attorno ma sono disperata e lo prego con le lacrime agli occhi di riportarmi alla macchina. Lui ferma l'auto, provo ad aprire lo sportello ma è bloccato, un attimo dopo mi ritrovo Sergio addosso, le sue mani che mi afferrano. Mi pare di vivere una situazione irreale, non credo che tutto questo stia succedendo davvero, proprio a me. Sergio ha intenzione di violentarmi, in macchina, in quel sudicio androne deserto. Ritrovo lucidità quando lui cerca di incollare la sua bocca alla mia. Cerco di schiaffeggiarlo ma mi blocca il polso con una stretta d'acciaio, mi rendo conto che è almeno tre volte più forte di me. Allora mi metto ad urlare come una pazza, ma lui non si ferma, incolla la sua bocca sulla mia. Serro le labbra ma sento la sua lingua calda muoversi sulla mia bocca contratta. Poi mi incolla la bocca sul collo leccandomelo oscenamente, mi prende i polsi e me li afferra con una mano sola. La forza che Sergio ha nelle mani è qualcosa di incredibile, riesce senza sforzo a bloccarmi entrambi i polsi con una mano sola. Con l'altra fruga e palpa il mio corpo. Grido e mi divincolo, ma in quel cortile deserto e dentro l'auto è impossibile che qualcuno mi senta. Avessi avuto i jeans sarebbe stato forse più facile opporre resistenza, ma ho la gonna al ginocchio, per lui è un attimo infilarmi la mano libera tra le cosce e risalire brutalmente. Mi fa aprire le cosce, mi strappa i collant, trova le mutandine, le sue dita le scalzano, le sento insinuarsi tra le labbra della fica. Sono immobilizzata e terrorizzata e proprio ora che mi aspetto arrivi il dolore lui cessa di agire con brutalità. Con due dita mi prende la clitoride ed inizia a stimolarla dolcemente, mentre i baci sul collo si fanno man mano più lenti e profondi. Passano un paio di minuti, il mio cuore rallenta i battiti impazziti, mi pare di stare in un incubo. Ho le mani imprigionate e sono immobilizzata, ma la mia fica inizia a bagnarsi, anche se solo per la stimolazione meccanica. Mi rendo conto solo adesso che Sergio mi sta parlando, prima non udivo nemmeno la sua voce.
"Lo senti come ti stai bagnando, troietta? Lo sai che questo è quello di cui ha bisogno una puttanella come te? L'ho capito subito l'altra sera quando non facevi altro che strofinarti a quel fesso del tuo ragazzo, adesso ti dò io quello che ti piace davvero".
Dovrei nausearmi per quelle parole, ma provocano l'effetto opposto, qualcosa mi si smuove nello stomaco e sento una tensione sconosciuta. Ora un dito di Sergio scivola avanti e indietro nella mia fica che si sta bagnando vistosamente. Il porco se ne rende conto, l'altra mano mi lascia i polsi e corre sotto la camicetta. E' un attimo per lui raggiungere i capezzoli e titillarmeli con la punta delle dita. La sua lingua mi vellica un orecchio, mi prende il lobo tra i denti me lo strizza leggermente.
Le senzazioni piacevoli mi gettano in uno stato di smarrita disperazione, mi metto a piangere e lo supplico di smetterla.
-"No che non smetto, Francesca, non lo vedi quanto ti piace?".
Precipito in un vortice di sensazioni sconvolgenti, la paura ed il disgusto iniziali funzionano da afrodisiaco, ora Sergio mi ha lasciato le mani libere e potrei reagire ma non mi decido a farlo. La sua mano sinistra mulinella vorticosamente nella mia fica che ormai è un lago, sento le sue labbra incollate alle mie, la sua lingua che preme per entrarmi in bocca. Socchiudo le labbra, la lingua di Sergio mi invade completamente la bocca. Mi sto arrendendo contro la mia volontà , lascio che la lingua del farabutto mi esplori la bocca, poi inevitabilmente inizio ad intrecciare la mia lingua con la sua. Limoniamo con le lingue un paio di minuti, poi Sergio si slaccia i pantaloni, se li abbassa, intravedo il suo pene eretto che svetta tra le gambe. La sua mano prende la mia e la guida sull'asta. Mi fa aprire le dita, che subito avvolgono il suo cazzo. Manovrandomi il polso guida la mia mano nel saliscendi della masturbazione. Sento nella mia mano il suo cazzo straordinariamente caldo. La sua mano lascia la mia e io proseguo il saliscendi, lui continua a baciarmi appassionatamente mentre mi stimola la fica con l'altra mano. Sergio si stacca, mi afferra la testa e se la guida tra le gambe. Sono totalmente inebetita non so reagire, forse a quel punto non voglio più nemmeno reagire. Mi abbasso, il suo cazzo mi entra in bocca non so neppure come, quasi fosse una cosa automatica. Il pompino parte quasi da solo, il cazzo di Sergio mi scivola fino in gola. Poi improvvisamente lo sputo e ho un altro moto di ribellione. Mi divincolo dalla sua stretta, cerco convulsamente di aprire la portiera e sottrarmi a quella situazione.
-"Lasciami, ti prego, io devo sposarmi, lasciami andare".
Allora Sergio mi riprende per le spalle con quelle mani incredibilmente forti e blocca ancora una volta il mio patetico tentativo di fuga.
-"Adesso brutta zoccola che non sei altro fai quello che dico io".
Mi scendono le lacrime a sentirmi chiamare così, io che in vita mia ho fatto l'amore solo con il mio Rodolfo.
Sergio ribalta il sedile, mi ci butta sopra a forza, mi fa allargare le gambe, strappa collant e mutandine facendomi male e mi sale sopra.
Mi metto ad urlare:
-"No, no, nooooooooooooooooo".
-"E stai zitta, cretina" mi apostrofa Sergio.
Mi afferra brutalmente i capelli, mi rovescia la testa all'indietro e con il corpo si assesta tra le mie gambe.
Sento il suo cazzo spingere contro la mia vulva, serro le gambe per sottrarmi alla penetrazione ma è tutto inutile. Il cazzo di Sergio di colpo entra dentro di me e la sensazione mi toglie letteralmente il respiro. Ce l'ha grosso e caldo. Prima ancora di potermi riprendere Sergio inizia a martellarmi con violenza, mi scopa con brutalità e mi penetra profondamente, sento la sua cappella spingere contro il mio utero.
Non riesco assolutamente a farne a meno ed inizio a godere.
Cerco di non farglielo capire, poi lui si blocca per qualche secondo, rimane fermo dentro di me, fa scivolare le mani dietro le mie chiappe, le afferra ed improvvisamente spinge con il bacino premendo il mio corpo contro di se.
Il suo cazzo mi apre in due, la sensazione è sconvolgente ed io urlo di goduria, sento Sergio dentro di me ad una profondità incredibile e a quell'urlo iniziale faccio seguire una serie ininterrotta di gemiti di godimento puro.
Tutto è cancellato, ora conta solo l'attimo presente, conta il piacere sovrumano, selvaggio, mai provato prima. Sergio mi cavalca con furia, ma ora sono anche io a spingere il bacino contro di lui.
-"Lo vedi quanto ti piace, puttanaccia che non sei altro?".
Mi ritrovo incredibilmente a rispondergli per le rime, sussurrando:
-"Si, si, dai... ancora..."....
Seguono minuti di scopata selvaggia, io lo artiglio e gli graffio la schiena, lui mi pompa selvaggiamente. Quanto è durata non saprei dirlo, se cinque minuti o mezzora. Arriviamo all'orgasmo quasi insieme. Il mio orgasmo è devastante, nulla di neanche lontanamente paragonabile al piacere dolce e birichino che provo quando faccio l'amore con Rodolfo. Mi metto ad urlare per la goduria, poi è il suo turno. Fa appena in tempo ad estrarre il membro dalla mia fica che schizzi violenti mi imbrattano l'interno cosce, il pube, impiastricciano i peli della fica. Sergio mi si leva di dosso, io sono un turbine di sensazioni contrastanti, provo schifo e vergogna per quello che mi è capitato, ma il mio corpo e la mia sessualità esultano. Mi tocco, ho inguini ed interno cosce imbrattati dallo sperma di quel malvivente. Ma non posso fare a meno di accarezzarmi la clitoride, sono frastornata. La mia fica è allargata, sfondata e dolorante di piacere. Mi accarezzo, mi sditalino... mi bastano una decina di secondi per ottenere un secondo orgasmo, meno selvaggio ma più lungo ed appagante del primo. Mentre rantolo il mio secondo orgasmo Sergio mi guarda divertito e commenta volgarmente.
-"Non ti è bastato, eh, mign***ona? Pure multiorgasmica sei".
Finito di godere, mi riassesto, mi tiro giù la gonna. Ho una rabbia violenta dentro di me.
Sergio si pulisce il cazzo con un kleenex umido, me ne passa un paio per ripulirmi alla meglio dalla sborra che mi sgocciola tra le cosce. Riavvia la macchina, mi riaccompagna alla mia auto.
Arrivati, scendo, non mi volto, lui non mi saluta.
Sento la macchina di Sergio andare via.
Salgo sulla mia macchina come un automa.
Devo tornare a casa, alla mia vita di sempre.
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13 anni fa
fd5947,
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Ultima visita: 4 anni fa
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Ci pensavo da tempo
Era da un bel po' che mi frullava nella testa una mia fantasia e mi sembrava che rimanesse come tale... invece i sogni si avverano.Da molti anni frequentiamo una coppia con prole con cui e' nata una bella amicizia , si esce insieme con altre coppie, ma avevo nella testa LEI.. una bella donna di 39 anni, bel culo e un viso da porca, due labbra da far impazzire. Era una domenica come altre e mi arriva una chiamata nel cell. Ero a casa tranquillo, rispondo e la riconosco subito e mi chiede se posso andare a casa sua perche' l auto non le partiva e occupandomi di meccanica le dico che arrivo subito. Cosi dico a mia moglie che vado. Arrivo a casa sua, era sola, mi apre la porta e la trovo in accappatoio, mi fa entrare, mi siedo in cucina. Mi dice di aspettarla un attimo. Subito dopo entra in cucina . Era tutta nuda, fantastica, bellissima.. mi dice: ho voglia di fare sesso con te, voglio vedere se riesci a farmi una bella manutenzione. Superato il momento iniziale di imbarazzo, le dico che dipende da quanto e' brava a tirare pompini. Si avvicina,mi sbottona i jeans e mi comincia a toccare il cazzo bello duro, mi alzo dalla sedia e lei si inginocchia e comincia a succhiare..che goduria..con le mani mi accarezza le palle,sento la sua bocca calda che succhia sempre con piu' intensita', ho il cazzo che mi impazzisce.. ora basta le dico, ora tocca a me.. la prendo, la sdraio sul tavolo, le allargo le gambe e comincio a leccarle la figa gia' bagnata, le infilo un dito dentro il culo e urla, urla di piacere. Mi dice :sei un porco..continua maiale.. siii troia siiii...godi. Continuo x un po', poi mi butto su di lei e gli infilo il mio cazzo tutto dentro..le lecco il seno e le mie mani stringono il suo culo sodo..la sbatto sempre con piu' forza..godiamo godiamo.La giro e la metto a pecora e la sfonda tutta...mentre lei allungando la mano sul tavolo prende una carota che sicuramente aveva gia preparato e mi chiede di metterglia anche dentro...che troia che sei le dico. E cosi faccio...mi sembrava di sognare...dopo 10 minuti le vengo dentro...tutto dentro...entrambi sudati e sfiniti....non contenta mi prende il cazzo e se lo mette in bocca e mi fa venire x la seconda volta.. che bello. Da quel giorno la sua auto ha continui problemi e il mio lavoro aumenta...
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1
13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa -
In vacanza
E' successo nel 2004. Sono divorziata da oltre 20 anni e quindi vado in vacanza con mia figlia tutti gli anni, la qual cosa mi è di ostacolo a fantasie erotiche. A febbraio 2004 ho avuto la possibilità di spostarmi da sola per lavoro-vacanza. Ho avuto un incarico professionale (sono ingegnere) di curare la progettazione e realizzazione di un villaggio turistico in Kenia, a Malindi. Sono partita in aereo da Roma e ho alloggiato presso una struttura turistica di proprietà del mio committente. Dopo un paio di giorni di ambientazione, una mattina sono stata "folgorata" dal cameriere che mi portò la colazione in camera (una villetta). Un ragazzo sui 25 anni alto 1,85 corpo scultoreo viso indigeno. Mi sono eccitata anche per la differenza di età. Dopo 2 minuti ho chiamato il servizio in camera, ho fatto entrare il ragazzo e sono uscita nuda dal bagno. Il poverino era alquanto imbarazzato e abbassava gli occhi, ma io mi sono avvicinata e ho iniziato ad accarezzarlo. Neanche un minuto ed ero inginocchiata davanti a lui con il suo cazzo in bocca. Un cazzo nero enorme che più ciucciavo più aumentava. Ormai lo tenevo con due mani e lo facevo andare su e giù con quella capocchia enorme che entrava e usciva. Mi sono quindi messa alla pecorina sul bordo del letto, gli ho passato un preservativo che porto sempre in borsa e ho diretto il suo cazzo nella fica. Uno spettacolo! Mi ha stantuffato per circa 10 minuti facendomi anche un po' male, ma era un piacevole dolore. sono venuta come una maiala e lui ha sborrato un litro di sperma. Se ne è andato in silenzio lasciandomi ancora alla pecorina con tutta la sborra che riempiva il preservativo sul letto accanto a me. Dopo 2 giorni ho rivisto il ragazzo al bar e gli ho chiesto di prenotarmi una gita in barca con un suo amico; gli ho fatto capire chiaramente che tipo di "amico" dovesse essere e gli ho chiesto di venire con noi. A mezzogiorno del giorno successivo eravamo sul pontile di Malindi per imbarcarci. Il marinaio era uno spettacolo: un vero mandingo di circa 2 metri e un fisico palestarto da sballo. Ho pagato in anticipo e ho chiesto se il prezzo era "tutto compreso"; mi hanno risposto di sì e siamo partiti. Io mi sono spogliata completamente nuda e ho chiesto al cameriere di spalmarmi la crema protettiva e di spogliarsi. Il capitano guardava tutto e si vedeva che iniziava ad eccitarsi; da sotto il bermuda si vedeva crescere un cazzo niente male. Una volta a largo ho chiesto di fermarci e ho ordinato al capitano di mettersi nudo; era incredibile, un fisico così non l'ho mai visto! Lui era rimasto vicino al timone ed io gli presi il cazzo in mano come la cloche dei comandi; lui immobile stava sull'attenti con le braccia conserte. ho iniziato a prenderlo in bocca e a leccargli anche il buco del culo bellissimo che aveva. Nel frattempo il cameriere mi fece mettere alla pecorina con dei cuscini sotto le ginocchia e mi infilò il cazzo nella fica. Con un cazzo in bocca e l'altro con il preservativo nella fica mi sentivo in paradiso. A un certo punto capii che il capitano stava per venire e allora lo feci distendere, gli infilai con difficoltà il profilattico, e iniziai a cavalcarlo. Il cazzo era così doppio che a stento riuscivo a scenderci sopra. Il cameriere nel frattempo mi preparava il buco del culo con le mie creme e metteva 1 e 2 dita dentro; il cazzo enorme che avevo nella fica era di ostacolo alla penetrazione delle dita, ma ciò nonostante il cameriere tentò di incularmi. Ovviamente, per le dimensioni, non fu possibile e allora scesi da sopra il capitano e alla pecorina presi il cazzo del cameriere nel culo. Fu dura ma quando entrò tutto fu davvero meraviglioso. A un certo punto sentii il cazzo uscire dal culo e vidi il cameriere togliersi il preservativo e pulirselo con il telo del mare; era sporco di feci. Nel mentre osservavo però sentii la capocchia del capitano spingere sul mio buco del culo e dopo poco entrarci tutto dentro. Ormai era ben dilatato e i cazzi entravano facilmente nonostante le dimensioni. Sono stata inculata a turno dai due per lo meno per 20 minuti di seguito. Uno usciva e l'altro entrava, avrei tanto voluto vedere le dimensioni del mio buco del culo. Entrambi, prima il capitano e poi il cameriere sborrarono alla stessa maniera: tolsero il cazzo dal culo, tolsero il preservativo e indirizzarono lo schizzo di sborra in culo e subito dopo fecero un tuffo in acqua mentre io vedevo scendere sperma frammisto a feci dal mio culo che sembrava non volersi chiudere. Anche io mi tuffai e mi abbracciai ai miei partners baciandoli per la prima volta sulla bocca. Non fu più possibile un'altra uscita in barca perchè ripartii dopo 2 giorni, ma ho incontrato di nuovo tutti e due nella mia villetta anche se separatamente e ho goduto come una porca di quei cazzi di dimensioni stratosferiche: il cameriere lo aveva più lungo, il capitano più largo.
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13 anni fa
admin, 75
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La signora della bicicletta.
Tutto inizio l’estate di qualche anno fa, quando svuotando il garage usci fuori una vecchia bicicletta di mia sorella. Poiché era ancora in ottimo stato la misi in vendita e da li a poco mi contattò una signora, con una voce molto calda e sensuale, dicendo che le interessava e se potevo portargliela fino a casa. Li per li considerato che era un po’ distante risposi di no ma poi sentito che la signora insisteva accettai di portargliela. Preso appuntamento e indirizzo mi presentai a casa. Suonato il campanello udii sempre la calda voce dirmi “entra pure ti apro e lascia nel giardino la bici e vieni a rinfrescarti in casa”. Entrato, restai stupito dall’arredamento curato con gran gusto e classe. Quando vedo avvicinarsi proveniente dall’altra stanza una splendida donna in tailleur, avrà avuto massimo quarantacinque anni, capelli neri lisci carnagione scura denti bianchissimi e un corpo da far invidia a tante ragazze. Dopo aver parlato del più e del meno e sorseggiato del succo, mi fece “non scappare via vado a sistemarmi un po’ oggi c’è un caldo”. Nel frattempo mi alzai per ammirare la cura della casa soffermandomi su di un dipinto dove era raffigurata una bellissima donna nuda. A un tratto mi sentii abbracciato da dietro e la sua voce “non voltarti, ti piaccio”, stupito, risposi in che senso, li sono io quando ero ventenne. Al che risposi molto arrossato, complimenti. Continuando lei “di la verità te la saresti scopata una così?” Sempre più imbarazzato, risposi “si alla grande”. Mi ruotò e mi chiese e adesso mi scoperesti? Voltato, la vidi con una vestaglia in velo e pizzo nero che lasciava intravedere il suo sinuoso corpo, un reggiseno che quasi esplodeva per quello che conteneva, infatti, si vedevano le areole fuoriuscire, e un tanga che conteneva quel gran bel culo. Nonostante quell’imbarazzo e stupore mi venne un’erezione talmente forte che mi sentivo il pisello scoppiare dai pantaloni. Mi afferrò e mi spinse sul divano e non appena mi slacciò i pantaloni, se lo mise in bocca a succhiare. Fino a quell’ora ero stato con altre ragazze, tutte più o meno della mia stessa età, ma mai con una più grande di me e devo dire il vero non mi avevano mai fatto una pompa con tanto voglia ed esperienza. Ero lì che a momenti solo per il suo sboccheggiare me ne venivo ma lei attenta si soffermava a leccarmi ovunque. Una goduria immensa mentre le sbottonavo il reggiseno per far uscire e accarezzare quelle tettone. Con grande facilità mi calzò il preservativo e salendomi sopra senza calarsi il tanga solo spostandolo lo fece scomparire fra le sue gambe dure e lisce come la seta. Ero in estasi mentre ero sbattuto, cosa che ero sempre io a sbattere, come non mai da questa donna splendida. Una cosa che mi prese fu il vedere quella sua fica depilata ai lati con un cortissimo ciuffettino sul monte. Dopo quell’esperienza ci rivedemmo altre volte fino a quando non diventò gelosa e ossessiva, cercandomi quasi perseguitandomi sempre più anche di notte. Nonostante ciò è stata la trombata più bella della mia vita che ancora oggi ricordo come se fosse ieri e che mi ha fatto venire voglia per le donne più grandi di me.
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13 anni fa
admin, 75
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Una amica ai tempi della scuola - prima parte
Questo mi è successo giovedì ...chiedo scusa per l'italiano forse non molto corretto ma lo scrivo tutto in un fiato per come l'ho vissuto... Ero in ferie per 3 giorni e mi era saltata una giornata di relax e massaggi che avrei dovuto praticare a una lei di coppia......pazienza mi ero detto ho già avuto altre esperienze con le lei di coppia andate bene....andrò a fare un giro e vedremo di fare gli acquisti per la settimana successiva... Ero in un centro commerciale con il mio carrello e ..vicino a me a guardare verso gli scaffali chi mi trovo...Anna...dopo 15 anni...Oramai una donna.. molto carina e magra,vestita elegante ci incontravamo saltuariamente ai tempi della scuola in giro e diciamo che una sera c'eravamo anche "imboscati" entrambi un pò "brilli" uscendo da una discoteca.. diciamo che avevamo festeggiato ma dopo quella sera più nulla... a me era rimasta anche un pò la voglia di replicare quella serata ma non c'era mai stato più nulla... Allora come va ? e lei bene e tu .. io bene e .. non sei cambiata...e lei anche tu.. ma vedo che ti sei sposata...e lei.. eh si e ho anche un figlio..ah e va già a scuola..? si.. dico io sai ho bellissimi ricordi dei tempi passati.. e lei...anche io.. parlando parlando...ma ..scusa ma cosa fai dopo la spesa ? Lei: Vado a prendere mio figlio dai nonni !!! Allora visto che è primo pomeriggio prendi un caffè con me ... mi farebbe molto piacere..e lei ...mah....va bene ok... Finita la spesa andiamo in un bar e prendiamo un caffè e iniziamo a parlare del più e del meno...fino a quando le poso la mano sulla sua e l'altra sul ginocchio coscia dicendole... lo sai che mi piaci ancora .... e lei .. mah va lascia perdere sono sposata... e io ma anche io ho una compagna ma cosa vuol dire... Lascia stare dai....Le dico senti...mi farebbe piacere rivederti un giorno che sei libera e vorrei con te andare a fare un giro ? e lei...mah non so...va beh senti ti lascio il mio numero di cellulare e tu dammi il tuo e poi vediamo anche solo andare a fare una passeggiata nei prati o nei boschi ..che ne dici.. va beh vediamo ora devo andare a casa...parliamo ancora un po e poi se ne va... Penso peccato perchè in macchina avevo sia olio per massaggi che gel e avrei gradito molto rincontrarla per poi massaggiarla in tutte le sue parti e mi era già venuto in mente come arrivare a chiederle .. di farsi fare un massaggio mah non mi ha dato il tempo di replicare..... Il giorno dopo mi alzo e da non credere trovo una chiamata non risposta sul cellulare.. era lei.. cavoli avevo messo silenzioso per dormire un pò di più al mattino!!! chiamo subito con il cuore in gola e le dico..ciao sono io ..come stai e lei ..bene.. sai oggi mio figlio va a calcio e ho tutto il pomeriggio libero se voglio..mando mio suocero a prenderlo... Avevo già il ca...o duro e la mia saliva era azzerata.. rispondo quasi balbettando e incredulo...ma allora andiamo a fare un giro per le vigne...che ne dici ? e lei ..tentenna per un pò dicendomi...non so ..forse vediamo e poi alla fine mi dice...va bene alle 14.15 e io si si..nessun problema. Ci incontriamo in un parcheggio e sale sulla mia macchina..jeans a vita bassa stretti stretti..scarpe da ginnastica con tacco, camicetta bianca e golfino stretto ad avvolgerla..mentre sale ...entra e vedo il perizoma di pizzo uscire dal jeans e faccio fatica a non farle vedere che sono eccitato..e forse lei capisce ma fa finta di niente....Partiamo e andiamo verso un vigneto... iniziamo a passeggiare e poi dopo circa mezz'ora lei scivola salendo e le porgo la mano e poi la stringo a me e come in un impulso la bacio...Lei finito il bacio mi da un bel ceffone e io nuovamente la stringo e la bacio nuovamente... Questa volta lei ci mette anche la lingua e la passione...Inizio a palparla intorno alla schiena..sempre baciandola...sul culo e sulle cosce...e lei mi dice..dai basta ma cosa stiamo facendo...dai...Io me ne frego e continuo a baciarla e scendo verso il collo e verso il seno e lei non dai no.. ma è un no che sembra più un si...che un no non so come spiegarlo ma è così... a un certo punto la camicetta alla fine è aperta il regisseno è fuori dalla sede dei seni e entrambi sono a disposizione di mani e bocca.. e lei non sembra per nulla dispiaciuta.. le lecco e succhio i capezzoli e lei si lascia andare all'indietro..poi inizio a scendere lentamente...arrivo sotto l'ombelico con mano e bocca fino a raggiungere il jeans e a questo punto lei con la mano mi ferma...Io capisco il momento e torno lentamente su leccandola e accarezzandola...sempre dall'altro in basso e viceversa aumentando il raggio della mano verso la valle del piacere !!! Cavoli proprio ora che ero arrivato a toglierle i jeans... ed ero pronto a massaggiare e leccarle la passera !!!! Inoltre avevo il membro parecchio gonfio.....continuo anche dietro le orecchie e metto le mani prima sul bottone per aprirlo e dopo entro con le mani dentro il jeans sul culo...e lei si divincola...non capisco se per piacere e se non gradisce..più... rallento e poi continuo a leccare e succhiare i capezzoli la bacio e lecco in bocca e inizio con un mano a mettere alcune dita nella sua bocca...insieme alla mia lingua...mentre l'altra mano palpa avidamente entrambe le natiche e le fessure coperte da quel perizoma....Fine prima parte
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13 anni fa
marcoprivate336018, 40
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Una sera al privè
Scoperto che mi piaceva essere penetrato,e che non mi bastava ricevere soltanto due piccole dita,ma non avendo ancora il coraggio di accettare la mia bisessualità,comprai qualche vibratore per "allenarmi"...navigai su internet x carpire qualche idea eccitante e scoprii anche il piacere del clistere...cominciai così ad unire entrambe le pratiche... Un pomeriggio comprai il saccheto x il clistere e comincia a riempirmi l'intestino con due litri di acqua calda,fino a sentirlo gonfiare a dismisura... Quando sentii l'acqua premere x uscire avvicinai il dildo e spinsi piano piano finchè non lo sentii cedere e scomparve dentro di me...x tutti i suoi 20 centimetri...senza sforzo...favorendo l'evacuazione del liquido...mmmmmmmm mi piacque un sacco e ripetei la pratica...e ancora oggi lo faccio...ma non mi basta un oggetto inanimato,x cui cerco sempre amicizie maschili attive,singole amanti strap-on e coppie con entrambi attivi...sia lui che lei... Una sera in un privè conobbi una coppia,ci appartammo sul lettone e comicia a scopare con lei,al culmine dell'eccitazione le sussurrai :" Ti piacerebbe che tuo marito mi inculasse?" E lei senza chiedermi nulla disse semplicemente al marito : "inculalo!!!" e lui mi venne dietro e mi inculò senza farselo ripetere...cazzo che goduria... Capii subito che sarebbe stata da quel momento la mia PADRONA !!! Lui mi chiese se volevo diventare l'amico di famiglia e io accettai... Ben presto fare semplicemente sesso non ci appagava più,così un pomeriggio lei cominciò a sculacciarmi e più lo faceva più mi eccitavo e più mi veniva duro...ben presto cominciò a legarmi,a frustarmi,e a sodomizzarmi prima con le dita..poi con i vibratori...spingendosi sempre oltre...fino ad arrivare ad infilarmi un cazzone nero di 7 cm di diametro e 25 di lunghezza,mi infilava la mano e mi succhiava e quando ero super duro si scopava e si inculava col mio cazzo senza mai slegarmi...e incitando il marito ad incularmi sempre più forte e senza ritegno... Un piacere super sottile e prolungato al massimo... mmmmmmmmmmm....come mi manca !!!
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13 anni fa
admin, 75
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Mio compare un cazzo enorme
Estate 2011, mio compare Massimo, viene in Sicilia, per le vacanze con una nuova compagna, in agosto l’aereoporto a Catania è veramente affollato. Li vedo arrivare, sono sereni, specialmente mio compare, che dopo la separazione, aveva trascorso un brutto periodo. In macchina parliamo, ha una bella compagna, delle tette enormi e una voce, veramente accattivante. Anche la voce di Massimo, insieme al suo sguardo, sono diversi, arriviamo a casa, ci abito solo io, mentre mio figlio, viene a trovarmi, in we alternati. Li sistemo, per piacere di ospitalità nella mia camera mentre io dormirò, in quella di mio figlio. Durante la cena, i discorsi cadono sul sesso, e i due piccioncini, si scambiamo ripetutamente, sguardi “assassini”, e il tema, ripercorre una tematica, che io apprezzo, ma facendo il “quasi” serio, sorrido e sorvolo. Ma non sono certo uno stupido, i “ragazzi” hanno voglia di trasgressione e un giochetto a tre non mi dispiace certo…Mentre la signora, rimane un po’ in disparte, Massimo sottovoce, mi racconta di questa sua nuova fiamma, “una donna favolosa”, “tu invece come sei messo a donne?”, “mah io…” e cercando di completare la risposta, m’interrompe dicendo”non dirmi che ti piacciono gli uomini…” io non rispondo, anzi arrossisco, perché il calore mi sale dalle viscere, ripensando all’esperienza con Alessandro, poco tempo prima. Io però voglio fingere, voglio che mi sappia inesperto. Lui continua”dai non ci credo, ti piacciono gli uomini”, “ma sai, non ho mai provato, anche se qualche fantasia, mi è venuta in mente”. Massimo, mi confida, che a Flavia, piacerebbe vederlo, inculare un uomo e se io fossi d’accordo…”Massimo!!! Che dici? Io non sono mai stato con gli uomini…” Lui mi tranquillizza “Dai sono tuo compare, rimane una cosa, tra noi, facciamo così, adesso sul divano io e Flavia iniziamo a riscaldarci e tu fai finta di arrivare all’improvviso, poi faccio tutto io…”Sorride, dandomi una bella manata sul sedere. Entra in casa, e prende Flavia, che sorride, poi silenzio…stanno pomiciando di brutto, vedo Massimo stringere le grandi tette e la sua mano, carezzare il cazzo, ancora nascosto sotto pantaloni. Io li guardo e sono già eccitato, Flavia ha le tette scoperte e le labbra di Massimo stanno succhiando i suoi capezzoli turgidi. Flavia è n vulcano, in un attimo le sfila i pantaloni, tirando fuori il cazzo di Massimo…è enorme, non male per avere 60 anni..ma se pensa di incularmi con quel coso enorme si sbaglia di grosso…Però è bellissimo, una cappella, turgida lucida e un asta così dura…lo vorrei avere in bocca io…lui alza lo sguardo, il bastardo lo sa che sono dietro la persiana…mi fa un cenno…io entro. Flavia si scompone, cerca di aggiustarsi, Massimo non si muove di un millimetro, cerca di rassicurare la sua compagna…”non ti preoccupare…Claudio è una persona aperta di idee” “ma certo “ rispondo io, faccio per andarmene e Massimo mi ferma, “ma dove vai” siediti ci prendiamo da bere…Così riempio i bicchieri di una vodka ghiacciata e mi siedo di fianco a lui. Flavia lo invita a coprirsi, ma lui non si scompone “ e perché? Con questo caldo…a te dispiace Claudio?” Io rispondo di no, ma gli occhi vanno sempre li, sulla sua asta…”non dirmi che il mio pisello ti incuriosisce???” Fa finta di meravigliarsi…il finto tonto…però la domanda desta l’attenzione di Flavia, che si alza dritta sulle spalle, scrutando i miei occhi…lo prende in mano e mi invita “dai toccalo, non è così male”, mi faccio pregare un po’, intanto Flavia mena il cazzo di Massimo che torna a indurirsi, mi prende la mano e la mette sul cazzo, “dai facciamo insieme una sega al mio Massimo” le nostre mani vanno su e giù lentamente “ti insegno io, tranquillo” mi dice Flavia, non sapendo che avrei una voglia matto di ingoiare quel cazzo duro. Flavia lo prende in bocca, ci sa fare, gli occhi di lui si chiudono, smette e mi invita il cazzo, “assaggialo” non è un invito gentile questa volta, la troia è infoiata, vuole che lo prendo in bocca, la sua mano mi preme la testa, inizio piano con la lingua, come fossi un esperto, mi fa ridere il commento di Massimo, che mi dice “bravo, dai che impari presto” ripenso al cazzo di Alessandro, la metà rispetto a questo, mi piace mi riempie la bocca, me lo gusto piano “ma vedi Claudio, una vera troia, lasciamene un po’” scherza Flavia, facciamo un pompino stereo, le nostre lingue sul cazzo, si sfiorano, pomiciamo, sull’asta di Massimo, le tocco le tette. Lei questa volta mi spoglia, il mio cazzò è una misura normale, ma la lingua di Flavia è possente, un calore che ti invade, il mio cazzo diventa duro…mi gira…la troia vuole vedere Massimo sopra di me, mi palpa il culo, la sua lingua mi entra dietro, è bravo mi sta facendo impazzire, il mio cazzo in bocca di Flavia e il mio culo, accarezzato dalla lingua di Massimo, sto per svenire dal piacere…a un certo punto sento la cappella, di Massimo sfiorare le mie natiche…”prendilo adesso”, sospira Flavia… “prendilo subito” io non vorrei, ma…quasi quasi…la cappella spinge, fa male…io mi lamento…”aspetta” dice Flavia, si alza insaliva bene la cappella di Massimo, prende dalla borsa una crema e un vibratore, unge il cazzo di Massimo, accende il vibratore, più piccolo e comincia a penetrarmi, piano piano sempre più in fondo, sono un fuoco, mi piace. Mi sta toccando le palle, flavia mi sta inculando mi piace,”ecco prova adesso” Massimo comincia a entrare, questa volta è più deciso, la cappella si fa strada, il mio culo, la cerca, le va incontro, mi fa un po male, ma sto godendo come un matto…Flavia si allontana, guarda la scena, mentre si tocca, si sta masturbando…si avvicina, mi entra la lingua in bocca…”leccami” mi sussurra…Massimo è entrato, il suo ritmo diventa più rapido, sento le sue palle, non ci credo che quel coso mi è entrato tutto. Il sapore della fica di Flavia è forte, sta godendo come una pazza, inarca la schiena, mi schiaccia la faccia contro la sua fica, mi stanno prendendo in due, magnifico, sembra di volare…Massimo sta per godere, lo fa sul mio culo, anche Flavia la mia lingua la sta facendo andare in visibilio…Massimo viene davanti, si pulisce il cazzo con la mia lingua, continuo a sditalinare Flavia, il cazzo di Massimo diventa duro, nella mia bocca…”dai dobbiamo prepararlo per Flavia…””lo voglio adesso” urla Flavia, lui la prende di forza, e il mio cazzo , affonda nella bocca di Flavia, io non resisto più, sborroooo, la gola di lei ingoia tutto, mentre urla sotto i colpi del cazzo enorme…gode come una pazza e dopo un attimo Massimo arriva di nuovo…crolliamo a terra…E’ stata una vacanza, straordinaria, mi sono divertito alla grande…Massimo salutandomi, mi ha detto “sei una gran troia, io ritorno ti voglio da solo” la mia risposta un sorriso accennato e un pensiero, che non dispiacerebbe anche a me…
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13 anni fa
admin, 75
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incontro con paola e marco
Conoscemmo Paola e Marco in un privè dove solitamente giocavamo soft con le coppie del posto, appartati con loro Paola cominciò a spogliare Laura mentre io toccavo Paola e Marco si slaccia i pantaloni e abbassa slip e, tira fuori ...un cazzo ...grossissimo.. degno di un attore da film porno, a quella vista gli occhi di mia moglie brillavano, cominciò a toccarlo con desiderio poi a leccarlo fino a sbocchinarlo nel frattempo Marco le aveva infilato un dito in passera e la sditalinava mentre io, leccavo Paola, decidemmo sia io che mia moglie, che finalmente era arrivata l' ora di andare fino in fondo a questa esperienza e, finalmente dopo tanti giochi soft di scopare e, quello che più desideravo di più segretamente era proprio quello di guardarla mentre si faceva scopare e, fino a quel momento a lei non avevo mai parlato apertamente di questo, cioè non le avevo di certo detto che volevo guardarla mentre mi metteva le corna!! ma sono sicuro che lei, avesse capito proprio bene...cosa volessi da lei durante quegli incontri soft con le coppie..e, spesso quando tornavamo a casa mi stuzzicava con qualche battutina...e, giocavamo un pò sulla cosa
Così Marco dapprima appoggiò la sua cappella gonfia, turgida sulla fichetta della mia tenera mogliettina la aprìì con due dita e, cominciò a strofinarlgliela sul grilletto e, ora spingendola ora infilandola.. quella cappella che alla vista sembrava sempre più gonfia muovendola sulla sua fica bagnata il gioco continuava... con le dite ora allargava ora le granti labbra continuando a strofinarle la cappella di quel randello nudo, si mise il preservativo, lei era distesa sul letto lui le allargò le coscie, io potevo guardarmi lo spettacolo, mia moglie appena il cazzo le stava entrando dentro, chiese a Marco: per favore fai piano non vorrei sentire male con quel coso così grosso...e allora Marco nè infilò un pezzo, stavo guardando mentre quel bastone le entrava dentro quando mia moglie, ad un tratto: aspetta un momento..fai pianino...così... e Marco molto lentamente continuò a penetrarla, la vista di quel cazzo così gonfio, lungo, grosso che si muoveva dentro la fichettina stretta di mia moglie mi eccitava da impazzire, fica che fino a quel momento lì, era riservata solo a me, sentivo il cuore che mi batteva dal desiderio in quel momento mi sentivo appagato, mia moglie mi stava facendo il più segreto dei regali, il desiderio inconfessabile che avevo, il più intimo.
Nel frattempo che assistevo a quel fantastico spettacolo Paola cominciò a farmi un bocchino mentre Marco la stava ora scopando donandole un lento sù e giù e, mia moglie cominciava ad ansimare, sentivo il suo respiro farsi sempre più affannoso, come la stava facendo godere!!!idal piacere che le procurava sussurrava ha...ha.. così...sì...sì...finchè ad un tratto...Marco fece uscire il cazzo dalla sua fica e lo rinfilò con un gran colpo secco, tutto dentro, allora mia moglie non riuscì a trattenere uno strillo... Hooo mhhhh!!!e Marco continuava incalzante a darle colpi secchi e, dalla fica vedevo uscire secrezioni vaginali, mentre quel cazzo le entrava ed usciva come uno stantuffo, mia moglie ebbe un primo orgasmo gemendo mhmhmh!!! e, Marco ancora non veniva e continuava a scoparla con gran impeto dandole ora colpi secchi. intanto Paola continuava a succhiarmi io non riuscivo a staccare lo sguardo da quella meravigliosa scopata e, me la stavo godendo, mentre Paola, giocava col mio cazzo e Marco giù un colpo deciso e, giù ancora un altro,se la stava sbattendo proprio alla grande e, nel vero senzo della parola!!la fica di mia moglie era tutta bagnata continuavano a fuoriuscire secrezioni sotto i colpi sempre più incalzanti di Marco e lei, ansimandosussurrava ora, ancora...non ti fermare...poi finalmente... ebbe un secondo orgasmo, da come godeva sembrava in preda a convulsioni ..infine Marco si tolse il preservativo e fece una schizzata di sperma caldo sulla pancia e sulle poppe di mia moglie, io sborrai in bocca a Paola, quella fù la più bella esperienza che ho fatto con mia moglie, peccato che le esperienze in cui ci si diverte e si gode veramente in questo tipo di giochi accadano raramente, cioè spesso è le persone che troviamo che possano farci o meno divertire speriamo che in questo sito...
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13 anni fa
maliziabagnata,
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Ultima visita: 13 anni fa
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La noia
Materializzare i propri sogni erotici non sempre è facile. Colpa della solita routine e del solito stress, capaci di uccidere la passione più forte. Ma basta usare un po’ di immaginazione per trasformare la situazione. Ecco qualche trucco La colpa è quasi sempre dello stress e della routine. Qualche volta però ci si mette anche la pigrizia: quando il rapporto va avanti da tempo, la tentazione più grande è quella di sedersi sugli allori. Sbagliatissimo! Se volete che la vostra storia abbia lunga vita anche sotto le lenzuola (una relazione in bianco non la si augura a nessuno), dovrete sfornzavi di metterci un po' di buona volontà. E di fantasia. Lascia che i tuoi sogni più inconfessabili escano dalla tua testa e si materializzino a letto. Non dovete provare imbarazzo. L'imbarazzo riduce l'inclinazione al piacere: non vale la pena essere timide, è solo gran una fregatura. Non usare le tue tecniche di seduzione solamente in camera: la tensione sessuale si crea molto prima di varcare la soglia. Si può iniziare al ristorante, se state cenando fuori, al telefono, se siete al lavoro. Ogni posto è buono. Lo stress che ci si porta a casa dall’ufficio è il killer numero uno della passione . Entrate nel mood rilassandoti: fatti un bel bagno o una doccia, idrata la pelle con un olio per massaggi o una crema ricca e profumata. Prepara il terreno. Se non vivete insieme e lei sta venendo da te, abbi la decenza di far sparire le tazze e i piatti sporchi e svuotare il posacenere per lo meno. Qualche candela profumata, della buona musica, un’illuminazione soft e il gioco è fatto. Facile, no. Osa con la lingerie, niente mutande bianche di cotone per intenderci, o canotte con la spalla larga. A meno che lei non sia una bacchettona che fa sesso solo al buio e nella posizione del missionario. Nell’osare riconosci i tuoi limiti. Non prenderti troppo sul serio, non essere seriosa. Il sesso è divertente innanzitutto. Se il vostro atteggiamento sarà spensierato e disinvolto, ai suoi occhi sarete l'amante perfetto. Comunica. Se non ci arriva da sola devi dirle cosa vuoi. Sperare che lei sviluppi la capacità di leggerti nel pensiero è un’inutile perdita di tempo. Perciò sussurraglielo nell’orecchio. Recita. La parte sceglila tu, l’importante è che sia ad alto tasso erotico. I preliminari sono un ingrediente essenziale. Piume per solleticare, sciarpe di seta per legare, biancheria da mangiare, i classici fragole e champagne o panna e fragole, o fragole e cioccolato. Abbiamo citato sciarpe di seta e manette. Legarla al letto può rivelarsi un giochino molto molto divertente. Ma occhio a non stringere troppo. Non c’è nulla di meno romantico che dove chiamare i vigili del fuoco per liberarla.
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13 anni fa
c13p8,
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Ultima visita: 11 anni fa
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A serizio
Desideroso della mia prima esperienza da sub, era molto tempo che leggevo tra gli annunci S/M. Torture, dolore, sesso avevano inibito il mio desiderio di contattare un master finché un giorno trovai un annuncio diverso: “Coppia dom cerca sub servizievole e ubbidiente. Lasciare telefono”. Rimasi colpito dalla semplicità della richiesta e scrissi il mio primo messaggio di posta elettronica. Venerdì, quattro giorni dopo, non avevo nessun nuovo messaggio nella mia mailbox, ma finalmente squilla il telefono. “Pronto sei Genny?” mi chiede una gentile voce femminile, “Sì…sono io”, “Hai risposto al mio annuncio. Sei libero domani pomeriggio?”, pensai velocemente ai miei impegni e risposi “Sì, certamente”. E seguirono le istruzioni sul luogo dell’incontro. 1. Incontro Sabato pomeriggio mi reco all’indirizzo. Un palazzone signorile. Suono al campanello “Sono Genny”, “Sali all’ultimo piano”. Mi riceve una coppia di bell'aspetto di mezz’età con lei molto piacente ed intrigante e lui robusto, alto dieci centimetri più di me. "Io sono Antonella e lui è Marco. Pensavamo ad una donna invece di un uomo perché abbiamo bisogno di una cameriera capace di fare i classici lavori femminili, però siamo molto, molto esigenti e non ci possiamo accontentare della solita professionista". “Io non ho mai avuto esperienze come sub ma posso esaudire i vostri desideri, so cavarmela nei lavori domestici anche se non mi intendo di cucina”. Lui controbatte “cucina a parte non negherai che per certi lavori le donne abbiano più capacità…”, “Io vivo da solo e sono abituato a pulire, stirare e cucire, basta mettermi alla prova!”. L’entusiasmo del momento non mi nasconde una certa perplessità. Non vorranno solo avere un uomo di fatica senza spese? Lui appare divertito dalla situazione mentre lei è più interessata a definire l’accordo: “Forse hai dei dubbi?”, “Non proprio, ma non capisco…” lei interrompe “non capisci cosa c’entra il sadomaso con le nostre esigenze?”. Annuisco. “Vedi Genny, noi amiamo essere circondati da persone rispettose delle buone regole e consapevoli di un ruolo di inferiorità nei nostri confronti. In particolare non amo essere contraddetta e desidero una persona assolutamente servizievole, ubbidiente e remissiva. La persona che cerchiamo non dovrà mai dubitare di un nostro ordine”. “Capisco”. “E capirai che queste non sono doti che possiamo trovare in una persona che accetta questo incarico per guadagno. Ti è chiaro?”, “Sì”. "Bene. Dovrai sempre rivolgerti a noi dandoci del lei e non usare mai i nostri nomi. Solo Padrona e Padrone. E soprattutto non vogliamo ripensamenti quindi per il periodo di prova che va da ora fino alle 12 di domani ci garantiremo affinché tu non cambi idea troppo facilmente". Non pensavo di poter trovare di meglio e dico "Sono pronto ad accettare subito, ditemi cosa devo fare". "Prima di tutto in casa nostra la servitù indossa una divisa. Il tuo abbigliamento da lavoro, tempo libero e riposo dovrà essere scelto da noi"; "Anche nel tempo libero?"; "Certamente, non ti voglio vedere con quegli stracci addosso, io stessa stabilirò il tuo abbigliamento giusto per ogni occasione" rispondo cercando di nascondere una evidente offesa al mio modo di vestire "Non ho particolari necessità nel vestirmi e posso adattarmi a qualunque cosa voi desideriate". Un attimo di silenzio, i due si guardano negli occhi poi lei aggiunge: "Mio marito ti accompagnerà nella tua camera, dove potrai spogliarti e indossare gli abiti da lavoro. Poi ti farò conoscere i tuoi doveri. Annuisco e il marito si alza dal divano e mi fa cenno di seguirlo. Procedo per un corridoio su cui si affacciano alcune porte e ne apre una. E' una piccola cameretta arredata con evidente gusto femminile, oserei dire quasi infantile. Entro dentro e lui rimane fermo a guardarmi. Un attimo di imbarazzo perché non so cosa fare. Esordisce "Sarà il caso di spogliarti come ti ha chiesto la padrona. Non ti imbarazza che ci sia io?"; "No assolutamente" e comincio a spogliarmi. "Togliti tutto, la signora non gradisce vedere a giro altri vestiti oltre a quelli che ti forniremo noi. Aspetto che tu me li consegni". Rimango perplesso ma decido di ubbidire e rimango con mutande e T-shirt. "Anche la biancheria intima per favore!", "Perché?", "Non ti prendiamo perché tu faccia domande. A noi serve una persona ubbidiente, se la cosa non fa per te, allora lasciamo perdere". E' una richiesta alquanto strana ma se vogliono fornirmi loro tutto il vestiario forse sarà il caso di accettare. Mi tolgo l'intimo depositandolo sugli altri vestiti e rimango nudo. "La divisa è nell'armadio, quando torno con mia moglie gradiremo vederti già pronto" e si allontana con i miei vestiti in mano. Chiude la porta e rimango solo. Mi avvicino all'armadio. E' abbastanza pieno di vestiti ma non riesco a trovare nulla di adatto. Guardando meglio non riesco a trovare un paio di pantaloni, solo gonne e vestiti femminili. Apro un primo cassetto e trovo la biancheria intima. Solo calze, mutandine, reggiseni e altro. Un altro cassetto e trovo sottovesti, camice da notte e vestaglie. Solo ora mi accorgo di essere nudo. Apro subito la porta senza sporgermi troppo e scorgo Marco nelle vicinanze. "Per favore Marco puoi venire un momento?". Si avvicina e "Ancora nudo? Poi ricordati che non voglio che tu mi dia del tu. Sono solo il tuo Padrone, chiaro?", "MI scusi padrone, non volevo disturbarla ma ho un problema", "Quale?", "Non trovo i vestiti", "Come sarebbe, c’è un armadio pieno?", "nell'armadio non c'è nulla di adatto e non mi sembra ci siano altri posti dove guardare". Entra dentro "fammi vedere". Apre l'armadio e guarda tra i vestiti. "Devo darti ragione non c'è la tua divisa, dovremo cercarla". Aggiunge "Mettiti qualcosa di questi e poi indosserai la tua divisa dopo che avrai visitato la casa", "Ma come? sono solo vestiti da donna. Non potrei rimettermi i miei?", "Ti ho già detto che non voglio discussioni, desidero non essere contraddetto e mi auguro che tu non insista, altrimenti perdo la pazienza e volano le mani. I tuoi vestiti non sono utilizzabili durante il periodo di prova" e nel frattempo prende una gonna scozzese e una camicetta bianca. Sorridendo molto ironicamente "Non ti vergognerai? anche gli scozzesi portano il kilt". Prendo la gonna in mano e rimango perplesso mentre lui aggiunge "Vuoi restare nudo sotto la gonnella? Vuoi raffreddarti?" Apre il cassetto dell'intimo e prende un paio di calze bianche e un body bianco in pizzo. "Questi dovrebbero starti bene". Sono imbarazzato ma evito di fare altre domande. Il body mi sta preciso ed ha le coppe rinforzate, mentre le calze mi arrivano al ginocchio. Marco continua a guardarmi quasi per farmi sentire ancora più imbarazzato e con il dito mi indica di proseguire rapidamente con gli altri vestiti. Prendo la camicetta. Ha i bottoni in posizione inusuale e il colletto ampio e ricamato con fiorellini e pizzi. Sotto le coppe rinforzate del body creano una sporgenza come fossero dei piccoli seni. Apro la gonna e dopo averla messa intorno alla vita l'abbottono. Marco mi indica vicino all'armadio un paio di ciabattine bianche. Le calzo poi si avvicina per sistemare la gonna all'altezza giusta e ridendo mi da una pacca sul sedere e aggiunge "A posto, sembri una scolaretta, ti mancano solo le treccine! Ora usciamo fuori che ti faccio vedere la casa poi torniamo dalla Padrona". Usciamo dalla stanza e torniamo nel corridoio. Mi guardo intorno, sono visibilmente imbarazzato in quelle vesti e non vorrei farmi vedere così dalla signora. "Avanti esci fuori e seguimi!". Mi mostra la stanza degli ospiti, un bagno e la camera da letto padronale. L'arredamento è classico, forse l'illuminazione un po' bassa, d'atmosfera, ma non rimango colpito da niente in particolare. Sono troppo preso dal mio nuovo abbigliamento e quella strana sensazione di sentirmi il body tirare lungo il corpo e la gonna finire tra le gambe. Torniamo in sala dove Antonella aspettava sul divano. "Finalmente siete tornati... perché quel vestito invece della divisa?". Vergognosamente vorrei giustificarmi ma Marco mi precede "Non era nell'armadio". "No? Forse è rimasta qui in sala. La cercheremo dopo, ora vieni a vedere la cucina. Seguimi!". Si alza e le vado dietro goffamente. Entriamo in cucina e aggiunge "Questa sarà la tua principale stanza di lavoro. Hai detto che non sai cucinare? Non importa, lasciamo perdere. In genere cucino io, ma tu dovrai aiutarmi e dovrai servire a tavola." annuisco "Poi dovrai svolgere qui i tuoi lavoretti, come stirare, rammendare e pulire le stoviglie. A mano perché altrimenti non si giustificherebbe la tua presenza a tempo pieno. Non amo i rumori in casa e non troverai elettrodomestici ad aiutarti. Solo strumenti di lavoro tradizionali. Non voglio vederti a giro per la casa senza un compito quindi quando hai terminato con le pulizie, finirai di fare i tuoi doveri in cucina altrimenti te ne tornerai in camera tua in attesa di un nostro ordine". Un momento di silenzio "Hai compreso tutto? Non ho piacere di ripetermi e non accetto ribellioni. In questa casa ricorriamo a punizioni severe per chi non segue le regole, quindi vedi di adeguarti velocemente". Rispondo "Sì, padrona, credo di aver capito...", "No 'credo', devi aver capito e basta. Ora torniamo in sala e vediamo se riusciamo a trovare questa divisa". La seguo con un leggero tremolio di imbarazzo. Mentre usciamo dalla cucina la padrona si rivolge a suo marito "Hai trovato la divisa?", "Sì, era stata riposta nel cassetto. Mi sembra ci sia tutto". Lei si rivolge a me "Allora spogliati, non vorrai tenerti questi vestiti? Possono andare bene per il tempo libero ma non per i lavori di casa", "Ma padrona, qui di fronte a lei..." Si avvicina e mi da uno schiaffo sul viso. "Questo è il primo avvertimento, ora ubbidisci! Ogni ordine deve essere eseguito senza discussione". Subito mi sbottono la camicetta e la gonna. "Anche le calze, mentre il body... per il momento puoi tenerlo se proprio ti vergogni". Quando sono spogliato, si avvicina Marco e deposita sullo schienale del divano la divisa. La guardo e scopro che sono di nuovo indumenti femminili. Un vestito nero di tessuto morbido e lucido a maniche corte e gonfie, bordato di pizzi bianchi alle estremità, un completo di servizio bianco, grembiulino, crestina e guanti di raso, un paio di calze a rete bianche e altro abbigliamento intimo. Io pensavo in una divisa maschile, vorrei reagire, ma osservo di sfuggita i loro volti decisi e impazienti e decido di assecondarli. “Siediti e parti con le calze”. Mi siedo e comincio la vestizione. La padrona mi suggerisce "più in alto fino alla coscia". Poi mi rialzo per indossare il vestito. E' elasticizzato, mi fa sentire tanto una bambolina. Prendo il grembiule. Ha due lunghi nastri. Lo metto intorno alla vita e tento di legarlo con un po' di impaccio. Marco mi viene dietro "Espira l'aria!" e stringendo molto stretti i nastri me li annoda con un grosso fiocco sul sedere. Non perde occasione per palparmi nuovamente il fondoschiena con la scusa di sistemare il fiocco. Nel frattempo Antonella prende la crestina e la pone sulla mia testa. "Non hai molti capelli. La crestina la devi portare obbligatoriamente ma non ha senso senza i capelli lunghi. Aspetta, intanto mettiti i guanti”. Si allontana verso le stanze mentre prendo i guanti. Sono lunghi ed arrivano fino al gomito. Nel frattempo Marco mi gira in torno per osservarmi più da vicino. “Non negherai che ti abbiamo avvertito che si trattava di lavoretti femminili” e contemporaneamente mi tocca nuovamente il sedere. Per fortuna Antonella torna immediatamente. Ha una parrucca in mano, si mette di fronte a me, mi toglie la crestina e “Chinati un poco in avanti, ecco così..” e mi calza la parrucca sulla testa. I capelli ora mi arrivano alle spalle, sono neri, a caschetto. La sistema per bene e rimette la crestina al suo posto. Si allontanano per guardare il risultato mentre io mi sento calare le calze e con una veloce mossa cerco di tirarle su. Antonella mi nota "Vedi che ti cascano le calze. Prendi queste" e mi passa un paio di reggicalze. "Cosa ci devo fare?" rispondo ingenuamente "Per il momento mettile sopra il body. Alla prossima occasione sarà meglio usare un paio di mutandine, sono più adatte con le reggicalze. Oppure una guêpiere se la preferisci". Aggiunge sorridendo "saresti decisamente più carina e seducente...". Faccio finta di non aver capito e mi siedo nuovamente. Con qualche difficoltà, tenendo il vestito sollevato, mi allaccio il reggicalze e attacco le bretelline alle calze. Provo una strana sensazione di eccitazione a vestire questi panni e il mio sesso lo dimostra con una erezione che riesco a malapena a nascondere grazie al body. Mi rialzo in piedi e tiro giù il vestito. Antonella: "Benissimo, ci siamo. Ora devo uscire. Rimarrai con il padrone che ti indicherà gli strumenti di lavoro. Comincerai a pulire la cucina e i bagni, poi le altre stanze. Mi raccomando esigo una pulizia accurata. Non ti sporcare assolutamente i vestiti, se ti serve in cucina c'è un grembiule integrale per i lavori più impegnativi. Preferisco che usi quello piuttosto che vedere anche una piccola macchia sul vestito o sul grembiulino". Poi e rivolgendosi a suo marito lo saluta baciandolo e si avvia alla porta di casa per uscire. 2. Franco Contemporaneamente Marco mi accompagna nuovamente in cucina. Mi mostra lo sportello in cui sono custodite le spazzole, gli stracci, le scope e i detersivi. Appeso allo sportello vedo il grembiule integrale. Lo prendo per provarmelo addosso ma è ridicolo, pieno di arricciature e nastrini. Anche se sono già vestito da cameriera faccio una smorfia di disappunto e Marco ghignando: "Se non ti piace non hai nessun obbligo. Hai sentito cosa ha detto la padrona: non vuole che ti sporchi assolutamente e ti posso assicurare che su questo è inflessibile. Se pensi di poter farne a meno è una tua scelta". Sto per metterlo via poi ci ripenso e decido di indossarlo. Faccio passare sopra la testa le spalline che reggono la pettorina. Le arricciature sono così evidenti che mi solleticano quando le tocco. Marco è di nuovo dietro di me per allacciarmi anche questo nuovo fardello. Mi sorride decisamente e istintivamente faccio altrettanto per assecondarlo. Questa volta è ancora più evidente e mi mette la mano sotto la gonnella per accarezzarmi i glutei. "Ma padrone!...", mi infila le dita sotto il body e risponde seccato "Silenzio, non fare la troietta! Ti stavo solo sistemando i vestiti". Toglie le dita seccato e ordina "Fila a pulire i cessi e fai un buon lavoro, devono essere splendenti prima del ritorno della padrona". Prendo gli stracci e il secchio, lo riempio d'acqua e con i detersivi vado nel bagno degli ospiti. Marco mi segue. Mi accorgo che manca qualcosa e sto per tornare indietro quando vengo fermato "Cosa c'è?", "Ho dimenticato lo spazzolone", "Non serve, puoi fare benissimo in ginocchio, con le mani a terra, così avrai risultati migliori", "Ma così è più faticoso!". Mi prende per una mano e torcendomi il braccio mi fa inarcare in avanti. Poi con l'altra solleva i vestito e mi sculaccia con una mezza dozzina di manate sul culo. Con uno strattone mi fa tornare di fronte a lui e mi afferra il mento con la mano: "Posso andare anche oltre, non hai che da insistere e potrai provare!... Ora in ginocchio e strofina!". E' un tipo molto forzuto e mi spaventa l'idea di contraddirlo nuovamente, prendo una spugna dal secchio e seguendo il dito del Padrone mi dirigo verso il vaso per pulirlo. Mi metto in ginocchio per strofinare in tutti i punti, anche i più nascosti. Sciacquo la spugna per eliminare il sapone residuo si incomincia ad intravedere lo splendore. Nel frattempo il padrone segue il lavoro alle mie spalle e solo quando ho finito di pulire il vaso mi accorgo che si è sbottonato e sta per urinare. Sono ancora in ginocchio accanto al vaso quando il getto fuoriesce e disastrosamente finisce non solo dentro il vaso, ma anche sul bordo e sulla seggetta e gli schizzi mi arrivano addosso, sul viso. Vorrei arrabbiarmi, sto per farlo quando lui "Prendi quella salvietta", riferendosi ad una appesa accanto al bidet. "Cerca di pulirmi per bene, non voglio richiudere la patta con il cazzo ancora umido". Timidamente lo tampono e lo asciugo evitando di toccargli direttamente il pene. "Scommetto che stai pensando come sarebbe bello poterlo succhiare nella tua bocca". Si stacca e continua "Non ora c'è il cesso ancora sporco, puliscilo e fai di corsa". Contemporaneamente mi prende la salvietta dalle mani e dopo averla passata sul bordo del vaso e mi mostra che è sporca. "Ti ho schizzato prima mentre pisciavo?" non aspetta la risposta e con un gesto deciso mi strofina sul viso la salvietta sporca della sua pipì. La getta per terra e se ne esce fischiettando. Sono ancora in ginocchio, vorrei mandare a quel paese tutta la storia, ma poi ragionando mi accorgo che non posso uscire vestito in quel modo. E i miei vestiti? Che fine hanno fatto. Ora capisco il significato della frase "ci garantiremo affinché tu non cambi idea troppo facilmente". Mi sento come imprigionato e realizzo che per il momento è meglio soprassedere ad ipotesi di fuga e invece assecondare la volontà dei padroni. Forse se mi mostrassi più accondiscendente potrei usufruire di un trattamento migliore. Riprendo il mio lavoro e ripulisco il nuovo sporco e proseguo con gli altri servizi. Dopo un quarto d'ora esco dal bagno. Marco è in sala a leggere il giornale, e io mi reco nel bagno padronale. E' arredato con più gusto, ma è più disordinato, segno evidente di un maggior utilizzo. E' abbastanza sporco, sicuramente è un po' di tempo che non viene pulito. In un angolo vedo qualcosa per terra. Un preservativo usato ancora pieno di sperma. Lo prendo schifato con la punta delle dita e lo butto nel sacchetto dell'immondizia. Procedo nelle pulizie come di consueto. Con Marco alle spalle accusavo una sensazione di soggezione che mi impediva di lavorare tranquillamente. Metto in ordine e concludo le pulizie dei bagni. Vado in cucina per prendere spolverino, panni e scopa per la pulizia delle camere. Marco mi intercetta dicendo "Hai fatto tutto per bene?", "Sì Padrone, ho pulito e riordinato i due bagni come mi aveva chiesto", "Andiamo a vedere se dici la verità". Si alza in piedi quando suonano alla porta. "Vai ad aprire alla padrona". Apro la porta d'ingresso ma invece della padrona mi trovo davanti un uomo. Costui si mostra meravigliato vedendomi, poi sorridendo mi chiede "Posso entrare?", e imbarazzatissimo cerco di balbettare qualche parola "Ma lei chi è... chi devo dire...", "Non ti preoccupare... buongiorno Marco!" e lui risponde "Ciao Franco, non ti aspettavo per quest'ora". Lo accoglie in sala poi rivolgendosi a me "Dopo andrò a vedere il tuo lavoro ora fila a fare ordine in cucina" e mi tira un'altra forte pacca sul sedere. Sono di nuovo colpito da uno stato di prostrazione, ora sono stato visto in queste condizioni anche da un estraneo. E meno male che è un estraneo e non un mio conoscente! Con rabbia mi tolgo il grembiule integrale e lo lascio sul tavolo. Dalla sala li sento ridere di gusto mentre riordino la cucina. A un tratto Marco mi chiama "Vieni qua da noi" e arrivo in sala a testa bassa. "Franco è un caro amico. Ogni sua richiesta è come un mio ordine", "Sì padrone...", "Ora accompagni Franco nel bagno degli ospiti. Vorrei che tu ti mostrassi ubbidiente, non voglio sentire rimostranze da parte sua. Chiaro?. Vai!". Lo precedo fino alla porta del bagno, ma li mi fa segno di andare avanti. Entro in bagno e lui dietro di me. Chiude la porta. Poi si rivolge a me "Devo urinare", "e io cosa dovrei fare?", "Vai al vaso sollevi la seggetta e ti metti in ginocchio accanto a guardare se ho qualche necessità. Difficile?" vado ed eseguo l'ordine. Ha un sorriso ancora più perverso e soddisfatto di Marco. Mi metto in ginocchio a lato del vaso e lui si avvicina. "Aprimi la patta, ci sono i bottoni e mi fa fatica aprirli". Mi avvicino ed esaudisco le sue richieste poi si scosta per tirare fuori il pene e urina nel vaso. Non cerca di provocarmi cercando di sporcare il vaso, ma non posso fare a meno di avvertire gli schizzi di urina che da quella breve distanza mi raggiungono ancora sul viso. Al termine mi chiede "Vieni a pulirmi" mi volto per cercare un’altra salvietta ma lui mi riprende subito "No, non cercare nulla, avvicinati". Si gira verso di me e con il suo pene eretto verso il mio viso mi chiede "Usa la lingua, lo preferisco". Allora sbotto "E no, posso sopportare gli schizzi, ma questo è troppo schifoso!". Mi sto per alzare in piedi e mi vedo arrivare sul viso due forti schiaffi e un perentorio "Torna in ginocchio! Ti ho chiesto di pulirmi e come ha detto il tuo Padrone devi ubbidirmi". Gli schiaffi mi fanno male e sono frastornato. Mi arrendo alla richiesta avvicinando la mia bocca e timidamente elargisco le mie prime leccatine con la lingua sul suo glande bagnato d'urina. Lui ha già cambiato atteggiamento è visibilmente più soddisfatto anche se mostra un viso serio. "Usa anche le labbra, ecco così, prendilo in bocca e continua ad usare la lingua". Il suo pene è tra le mie labbra e lui ha le sue mani sulla mia testa per tenerla in posizione. Improvvisamente mi sento schizzare sul palato e realizzo che non ha aveva finito la pipì. "Vedi che era rimasto qualcosa?, Da brava succhia tutto". Mi fa schifo quel sapore ma mi impedisce i movimenti e praticamente ingoio quel liquido nauseabondo dopo che ha invaso tutta la mia bocca. Stacca le mani dalla mia testa e si allontana rimettendosi il pene dentro la patta, poi verso di me "Abbottonami i pantaloni!" e con il viso arrabbiato ubbidisco a quest'ultimo ordine. Poi mi rialzo in silenzio e lo seguo mentre esce dal bagno. Tornati in sala Marco gli chiede "Sei rimasto soddisfatto?", "Per niente questa puttanella si è ribellata e sono stato obbligato a schiaffeggiarla", "Come! e tu cos'hai da dire?". "Mi ha fatto bere la sua pipì e...", "E ha fatto bene! Devi sempre ubbidire, come riuscirò a fartelo capire? In ginocchio qui, sul divano, subito!". Con circospezione vado sul divano e ci salgo sopra nel modo che mi è stato ordinato mentre Marco apre un cassetto e continua "Chinati giù e appoggiati con le mani sullo schienale". Torna verso di me e solleva la gonna "Ma padrone cosa fa...", "Zitta e immobile" e immediatamente scopro che in mano ha un frustino e mi colpisce sulle natiche con un primo colpo doloroso. Continua a colpire e insiste "Conta dieci colpi", "Uno...due...", ogni colpo è sempre più doloroso "...nove...dieci". "Ne vuoi ancora?", "No padrone, la prego, basta così..." e torna frustarmi "Non si dice mai NO al padrone. Devi sempre dire 'Sì padrone, se lo desidera'. E alla fine devi sempre ringraziare. E' chiaro? Conta!" conto di nuovo fino a dieci e ho gli occhi gonfi, sto quasi per piangere per l'umiliazione subita. “Nulla da dire?”, con una voce tremante “Grazie Padrone”. “Scendi dal divano, subito! E mettiti in ginocchio!”. Mi muovo con dolore, mi ha colpito anche sulle gambe. Scivolo dal divano fino a terra e mi metto nella posizione ordinata. “Chiedi scusa al signor Franco”. Mi sento quasi in colpa sussurro “Signor Franco le chiedo scusa per quanto è accaduto prima”. “Non basta. Per quale motivo lo hai fatto arrabbiare?”, “Perché non volevo…”, “non volevi cosa?”, “…non volevo leccargli il pene”. “Bene, se desideri il perdono e non ricevere altre punizioni dolorose, esegui ora il compito che ti aveva richiesto!”. Franco ascolta in disparte con il viso serio “Non pensare che venga io a metterti in bocca il mio cazzo ”. “Hai sentito? Striscia ai suoi piedi e non procurargli altri fastidi”. Mi avvicino sempre in ginocchio ai piedi di Franco. Lo osservo dal basso, ma lui evita di incrociare il mio sguardo. Alzo le mani verso la patta, la sbottono e apro anche la cinghia dei pantaloni. Dall’apertura dei boxer infilo le mie dita e cercando di essere delicato gli tiro fuori il pene. E’ abbastanza molle. Cerco nuovamente di incrociare inutilmente il suo sguardo poi avvicino la bocca. Tiro fuori la lingua per leccarlo come mi aveva chiesto. “Se vuoi farti perdonare lecca bene lo scroto e prendilo in bocca”. Ubbidisco. Mentre lecco il suo scroto mi ritrovo la bocca piena dei suoi peli e accenno un gesto per toglierli dalla bocca. “Non provarci, ogni pelo del mio cazzo vale più di te, sarà meglio per te ingoiarli piuttosto che sputarli”. Torno a leccare e baciare fino all’asta. Il pene è sempre più eretto. Con la coda dell’occhio vedo Marco a lato con il frustino tra le mani, pronto ad elargire nuove punizioni. Franco mi chiede “Ora come una brava puttanella, lo prendi in bocca e lecchi amorevolmente il mio glande”. Allargo le labbra e ritrovo nuovamente il suo pene in bocca. Chiudo gli occhi mentre appoggia le sue mani sulla mia testa, per guidare i movimenti. Mi allontana per farsi baciare dalla base del pene per tutta la lunghezza dell’asta. Me lo infila nuovamente in bocca e mi ordina di pompare sempre più intensamente “Così brava, ora mi piaci…”. L’odore dei suoi umori è stranamente inebriante e succhio avidamente senza pensieri per la testa. Rimango sorpreso dal primo schizzo di sperma. E’ caldo e decisamente più piacevole della precedente esperienza con la pipì. Seguono altri schizzi, ma Franco mi allontana dalla presa, vuole vedere gli ultimi schizzi sul mio viso. Mi ritrovo con le guance e il mento sporchi di liquido seminale. Istintivamente mi riavvicino al suo pene e finisco di bere le ultime gocce del suo succo e ripulirlo con la lingua. “Ora basta così”, Franco si allontana rimettendosi a posto da solo. Rimango in ginocchio guardando nel vuoto. Avevo fatto il mio primo pompino. Nel frattempo sento sbattere la porta. Antonella ci accoglie dicendo “Cosa sta succedendo?”. Marco risponde “Genny ha disubbidito ed ha offeso Franco”, “E che punizione gli hai dato?”, “Venti frustate, poi ha chiesto perdono a Franco”, si avvicina a me e “Mhhh posso immaginarmi che genere di perdono. Genny, alzati in piedi!”. Avverto ancora il dolore delle frustate e mi alzo lentamente. “Ecco, come pensavo! Nessuno ti impedisce di fare la troietta, ma non sopporto che ti sporchi gli abiti da lavoro. Non solo hai il viso pieno di sperma. Guardati sul petto”. Abbassando gli occhi vedo che qualche goccia di sperma ha raggiunto il vestito nero e ha lasciato un inconfondibile macchia traslucida. Antonella, di fronte a me è imbestialita e mi elargisce un forte schiaffo poi un altro. “Come una bimbetta che si sporca i vestitini ecco come sei. Ti ci vorrebbe… aspetta se lo trovo…” si avvicina al cassetto di un mobile, lo apre e ne porta via una busta trasparente. Lo apre di fronte a me. “Ecco cosa ti occorre”. Mi mostra una bavetta da bambina, rosa con i merletti bianchi. Io rimango ammutolito ad ascoltare “Ti avevo proposto il grembiule integrale ma vedo che il mio consiglio non ti è servito! Rimettiti subito in ginocchio”. Appena giù mi posiziona la bavetta sul petto e facendomi chinare la testa in avanti, la lega molto stretta intorno al collo. “Alzati, scattare”. Quando sono in piedi mi piglia per un braccio e mi gira verso gli altri due: “Quando vorrete usare la troietta per i vostri comodi, siete pregati di usare sempre la bavetta”. Rivolgendosi a me ”E tu non ti mettere subito a ciucciare cazzi senza averla indossata. La prossima mancanza saranno dolori. Chiaro?” Annuisco “Ora per punizione la terrai fino all’ora di servire la cena e ti chiameremo solo ‘mocciosetta’. Vai in cucina e non ti muovere fino a nuovo ordine!”. Passo in mezzo a Marco e Franco e ridicolizzandomi dicono “Allora sei una mocciosetta ciucciacazzi?” e Marco afferrando la bavetta me la passa sul viso per rimuovere le ultime tracce di sperma, poi mi elargisce la solita, pesante pacca sul culo. 3. La serata Completo le pulizie nella restante parte del pomeriggio. Per mia fortuna i Padroni e Franco sono impegnati in conversazione e hanno deciso di soprassedere a nuove umiliazioni. E’ quasi l’ora di cena e Antonella mi viene a trovare in cucina. Molto gentilmente mi istruisce sui suoi metodi per preparare la cena e mi avverte: “Franco rimarrà a cena da noi e si fermerà a dormire. Dopo cena desidero che tu vada a preparare la camera degli ospiti. Cerca di essere gentile perché oggi lo hai fatto arrabbiare veramente tanto e non vorrei capitasse di nuovo questa notte”, “Perché dovrei farlo arrabbiare questa notte?”, “Ah, dimenticavo. Il letto nella tua camera si è rotto recentemente e stanotte dovrai condividere la camera con il nostro ospite. Lui è già d’accordo”. “Ma io pensavo che potevo…”, “Non pensare niente, non è un tuo compito. Ti ho già detto che la tua camera è inutilizzabile quindi non discutere”, “Come desidera Padrona”. “Bene ora vai ad avvertire i signori che la cena è pronta”. Un attimo di ripensamento poi chiedo “Mi scusi Padrona ma aveva detto che per cena potevo togliermi questa” riferendomi alla bavetta. “Sì hai ragione, è l’ora di toglierla, ma… aspetta un momento. Prima vai ad avvertire i signori e chiedigli se hanno bisogni da fare”, “Come i bisogni?”, “Sì, allora non capisci? Vai in sala e fai quello che ti ho detto, muoviti, non voglio ripeterlo”. Velocemente entro in sala e timidamente mi metto davanti ai due per farmi notare. “La signora ha detto che la cena è pronta”. Mi guardano e Marco “Va bene. C’è altro?”. “Sì, mi ha detto di chiedervi se avete bisogni da fare”. Marco si alza in piedi e mi mette una mano sulla spalla “Certo mocciosetta, ho un bisogno grosso, grosso… mettiti giù”. Scendo in ginocchio ai suoi piedi mentre si sbottona i pantaloni e con modi rozzi mostra alla mia vista il suo pene. Volto il viso di lato, spero ancora sia uno scherzo. “Su la faccia, non devi guardare per terra, guarda bene il mio cazzo. Tira fuori bene la lingua e spalanca la bocca”. Faccio quel che mi chiede e appoggia il pene sulla mia lingua. Passano alcuni interminabili secondi di silenzio poi me lo infila in gola con un perentorio ordine “Chiudi le labbra e succhia tutto”. Sento il suo fluido entrare prepotentemente nella mia bocca. Subito si riempie e sono costretto a deglutire velocemente. Il liquido caldo scende nel mio corpo, il suo sapore è terribile e amplificato dalla sua temperatura. Ma ancora più schifoso il momento in cui finisce: succhio dal glande gli ultimi residui di pipì e appena posso nuovamente respirare mi accorgo del sapore nauseabondo che ho in bocca. Non posso fare a meno di emettere due colpi di tosse. Marco se ne va soddisfatto, mentre Franco è già pronto ad aspettare con il pene in mano: “Non vorrai mettere il mio uccello tra le tue labbra sporche, mocciosetta? Pulisciti, sto aspettando”. Avvicino la mano alla mia bocca con un lembo di tessuto fra le dita e lo passo intorno alle labbra ancora umide. “Così va bene”, si avvicina e me lo spinge subito in bocca. Le sue mani mi stringono ai lati della testa “Da brava porca troia, bevi tutto” e subito lo sento pisciare. Il sapore è diverso, fino a quel momento pensavo che le urine fossero tutte uguali. Questa considerazione non allontana l’umiliazione di sentirmi trasformato in un pisciatoio. A quali altre bassezze sarei stato costretto? Franco si allontana velocemente seguendo Marco a tavola. Antonella mi chiama dalla cucina e corro verso di lei. “I signori sono già seduti? hanno già fatto i loro bisogni?”, “Sì”, “bene, brava mocciosetta, ora ti posso togliere la bavetta, girati”, e mi scioglie il nodo di quel ridicolo e imbarazzante indumento. “Devi portartela dietro per ogni evenienza. Legala al nastro del grembiulino, così. Ora vado a sedermi accanto al padrone e solo dopo tu ci raggiungi con il vassoio degli antipasti. Poi ti dirò cosa fare”. La cena procede molto amabilmente e lentamente. Riesco ad eseguire gli ordini dei Padroni senza farmi rimproverare. Mi sento già meglio, più il tempo passa senza richieste assurde e punizioni esemplari, più sento che riuscirò ad arrivare alla fine della serata senza un crollo psicologico. Certo, quando mi avvicino al tavolo subisco palpatine al sedere anche molto fastidiose, ma ormai mi sembra quasi una normalità e ho imparato, come da comando, a sorridere spontaneamente invece di digrignare i denti. Dai discorsi riesco a capire che non vogliono andare a dormire troppo tardi, anche se Franco ha detto di voler visionare un film che gli ha prestato un amico. Infatti al termine della cena tutti e tre si alzano dal tavolo e raggiungono il divano. Con le luci abbassate li vedo interessati davanti al televisore mentre io ho l’ordine di mettere in ordine e ripulire. Posso mettere sotto i denti qualcosa di… commestibile, nella tranquillità della cucina. Ho addirittura la libertà di recarmi in bagno. Tutte quelle bevute precedenti hanno accelerato i miei bisogni fisiologici e finalmente posso liberarmi. Mi guardo allo specchio e vedo una figura mostruosa, né uomo né donna, ridicola e, ora lo capisco, da disprezzare. Quando sono entrato in questa casa non avevo idea di cosa fosse un’esperienza sadomaso. Certo anche questa non ne rappresenta l’universo, ma ora posso toccare con mano la sensazione di essere un sub comandato dai Padroni. “Genny, dove sei? Vieni qua da noi” sento la Padrona chiamarmi. Mi ricompongo in fretta ed esco dal bagno. “Antonella si alza dal divano e prendendomi per mano mi porta via con se. Ci avviamo verso la mia cameretta. Forse ha intenzione di farmi dormire da solo? Accende la luce e china a guardare nei cassetti. “Vediamo un po’ questo, no, questo mhhh, nemmeno…”, “Posso aiutarla, Padrona”. “Vorrei trovarti qualcosa da indossare per stanotte ma non vedo nulla di buono”, “Se lo desidera mi basta anche una maglietta”, “No, assolutamente, nulla di così trasandato. Genny, hai un aspetto troppo maschile, quella peluria sul petto, il viso… non ti posso mettere una camicia da notte come queste, bianche, trasparenti…”. Tra me pensavo: “meno male!”. “Vieni seguimi in camera mia”. E prendendomi nuovamente per la mano mi trascina nella sua camera. Entrati dentro chiude la porta e “Dai spogliati”, “come, tutto?”, “Sì, tutto”. Anche lei comincia a spogliarsi, mentre apre l’anta dell’armadio. Si siede sul bordo del letto accanto a me per togliersi le calze, poi si rialza per sfilarsi il vestito e l’intimo rimanendo nuda. Sono eccitato, devo ancora togliermi il body e lei si avvicina per aiutarmi. Sono nudo. Mi ferma quando pensa che ho intenzione di togliermi la parrucca e sussurrando “Resta così”, mi regala un bacio sulle labbra. Il mio pene è fieramente eccitato e la vedo sorridere per questa mia reazione. Dopo una così dura giornata mi sembra di sognare e quando sto per abbracciarla per stringerla a me si divincola gentilmente per tornare verso l’armadio. Una breve ricerca e “Ti piace questo?” Mi mostra un baby-doll trasparente adagiandolo sul suo petto. “Sì, carino, molto seducente”. Toglie la gruccia e lo indossa. Si avvicina e mi regala un altro bacio sulle labbra. Di nuovo si allontana divertita con un saltino verso l’armadio e io sono sempre più eccitato. Fruga di nuovo dentro e “E questo come ti sembra?” Prende un altro baby-doll, questa volta nero con un grande fiocco rosa davanti. Con un sorriso giocoso me lo mostra nuovamente facendolo aderire al suo petto. “Molto bello anche questo, non saprei…”. Per la terza volta un altro bacino, ma questa mi sussurra “Allora indossalo tu”., “…io?”, “Sì, tu. Voglio vedere come ti sta!”. Lo prendo con un po’ di imbarazzo e dopo averlo girato tra le mie mani me lo infilo dalla testa. Mi lascia con i glutei coperti a metà ed ho la sensazione di sentirmi ridicolo. L’eccitazione si è sopita, ma si riprende immediatamente quando Antonella si avvicina con la lingua tra le labbra e mi regala questa volta un bacio appassionato. Finalmente posso stringerla tra le mie braccia. Aveva solo intenzione di giocare prima di concedersi. Si avvicina al letto e si sdraia. La seguo baciandola a partire dai suoi piedi, le caviglie, le ginocchia ed arrivando a vedere le grandi labbra. La mia lingua si insinua nelle sue intimità e la sento ansimare d’eccitazione. Le concedo una delle mie migliori performance linguiste e sento che mi ripaga con uno splendido orgasmo. Vorrei osare oltre e mi rendo disponibile per altri servizi, ma non tardo a capire che Antonella dopo il momento di godimento torna ad essere la Padrona. “Va bene Genny, basta così. Porta via i tuoi vestiti da lavoro ed esci di camera”, “devo lasciare questo?”, indicando il baby-doll nero. “No, no. E’ l’ora di andare a dormire, lo puoi tenere e lo riporterai domattina. Ora fila a preparare il letto della camera degli ospiti. Domattina voglio vederti qui da me alle 9 in punto così come sei adesso. Buonanotte”. Mi volta le spalle e io rimango come un fesso. Raccolgo i vestiti ed esco di camera. La sala è vuota, non c’è traccia degli altri due. Mi guardo attorno, non vorrei farmi notare con questo nuovo tipo di abbigliamento. Non ho nemmeno idea di dove siano finiti Marco e Franco. Mi avvicino alla porta della mia cameretta. Vorrei togliermi il baby-doll, ma con cosa lo sostituirlo, un’altra camicia da notte? Improvvisamente sento un rumore provenire dal bagno ed entro velocemente nella stanza degli ospiti, che è aperta ma con la luce spenta. Accosto la porta e accendo la luce. Non c’è nessuno, meglio così. Mi guardo intorno, poi mi dirigo verso il letto per prepararlo. Scorgo i vestiti di Franco, lasciati disordinatamente e il frustino che usava Marco su di me. Mi guardo meglio intorno, ho la sensazione di dover subire una sorpresa, ma di nuovo vedo che non c’è nessuno. Ripongo i vestiti di Franco su una sedia e apro le coperte. Prendo il frustino in mano. Vorrei nasconderlo per non far venire qualche tentazione ma proprio in quel momento Franco irrompe spalancando la porta. Ha fatto la doccia ed indossa un accappatoio di spugna. Mi vede e “Il frustino lo puoi lasciare sul letto. Vieni qui da me”. Obbedisco e gli vado incontro. “Sei carina con questo vestitino, e questo cos’è” toccandomi il grosso fiocco rosa sul petto. Arrossisco dalla vergogna e lui continua “Certo, significa che sei una bambina. Una bambina cattiva però. Oggi mi hai fatto arrabbiare molto” e allunga le sue mani cercando di stringermi a lui. Arriva a toccarmi il sedere e avvicina le sue labbra alle mie con l’evidente intenzione di baciarmi profondamente. Subisco passivamente la sua iniziativa, poi mi lascia e ordina “Toglimi l’accappatoio, con molta delicatezza”. Sfilo le maniche ma devo avvicinarmi per toglierlo definitivamente. “Lascialo cadere per terra. Baciami dal collo fino ai piedi” E’ un ordine delicato ma perentorio e lo eseguo. Quando sono a terra “Lecca bene tra le dita dei piedi… ecco così, va bene”. “Rialzati. Devo punirti”, “Perché signor Franco? Cosa ho fatto?”, “Ora non hai fatto nulla di male, ma ti devo punire per oggi pomeriggio”, “Ma il Padrone ha già provveduto… le ho chiesto scusa… pensavo di essermi fatto perdonare”, “Hai pensato male. Voglio essere io ad impartire la punizione, quella del tuo padrone non conta, quindi mettiti in ginocchio sul letto, come hai fatto oggi sul divano, con il culetto ben sporgente”. Mi rialzo mestamente e vado verso il letto. Salgo sopra e mi sistemo in ginocchio, appoggiandomi sui palmi delle mani. “Il culetto più sporgente per favore e viso in avanti senza voltarti” E mi sporgo più indietro. Franco apre un cassetto, anche se la frusta è accanto a me. Lo sento armeggiare senza poter capire cosa ha intenzione di fare. Poi sento che afferra la frusta e chiudo gli occhi. Con le mani mi carezza amabilmente il sedere. Improvvisamente non sento più la sua mano e subito come una scossa una prima dolorosissima frustata. Un attimo di indugio poi una rapida sequenza di una decina. Si ferma e mi tocca con le mani sul sedere, nuovamente, per accertarsi che la pelle sia diventata sensibile al contatto. Per un istante mi infila un dito dentro al culo ed ho un piccolo sobbalzo. Si allontana e riprende a frustarmi. E’ un supplizio, si riavvicina e mi carezza le natiche affinché io possa provare ancora più dolore. Lascia la mano e sento nuovamente un tentativo di intrusione anale, ma questa volta le sue mani sono sui miei fianchi. Spinge forte e realizzo che sta introducendo il suo pene duro dentro il mio ano. Mi spinge con violenza, sento un forte dolore, ma diventa ancora più intenso quando la penetrazione è completa e il suo bacino va a sbattere contro le mie natiche infiammate. Io non riesco a sostenere quella posizione e adagio la mia testa di lato sul letto. “Ti prego fai più piano” e continua. “La prego… signor Franco mi fa molto male, ahi”, Bene è quello che voglio, mi piace così” e aumenta l’intensità dei colpi con grande piacere. Il mio ano veniva sverginato in quel frangente e io, impotente, subivo passivamente la volontà del mio aguzzino. Non so quanto tempo fosse passato, forse cinque o dieci minuti o anche più ma finalmente lo sentii rallentare ed ansimare per l’orgasmo. Con le mani mi stringe le chiappe per farmi sentire l’uscita del suo pene. “Fatti in là, voglio sdraiarmi” e si sistema a pancia in su sullo stesso lato del letto. “Toglimi il preservativo”. Mi avvicino e mi riprende “Con delicatezza e fai in modo che rimanga vuoto”. Stupito per la richiesta “Come vuoto?”, “Vuoto, come ti ho detto. Mentre lo sfili lascia ricadere lo sperma sul mio cazzo. Richiesta insolita, ma ormai ne ho fatto l’abitudine. “Buttalo per terra, lo raccoglierai domattina. Bene, ora vieni qua in mezzo alle mie gambe. Voglio addormentarmi piacevolmente”, “Come desidera signor Franco. Cosa devo fare?”, “Con la lingua e le labbra, mi ripulisci il cazzo ciucciando tutto lo sperma e mi riempi di baci e leccatine fino a quando mi addormenterò. Poi potrai dormire anche tu”. Credevo fosse finita invece mi tocca un altro supplizio. SI volta e spegne la luce e io mi chino su di lui per accontentarlo. 4. Domenica Le prime luci dell’alba riescono ad attraversare le persiane della finestra. Socchiudo gli occhi e mi rendo conto che non stavo sognando. Il fondoschiena mi fa male, dappertutto. Per limitare il dolore sono a pancia in giù, ma mi basta sentir scorrere il lenzuolo per capire che le mie chiappe sono arrossate dalle frustate. Ho anche un altro tipo di dolore, più interno. Credo di capire a cosa è dovuto. Giro la testa verso Franco e scopro che anche lui è sveglio. “Allora, ci siamo svegliati, finalmente!”, “… Buongiorno, che ore sono?”, “Abbastanza tardi per dormire ma abbastanza presto per altre cose”. “Cosa?”. Mi afferra la mano e mi fa toccare il suo pene eretto e durissimo. “Cosa? Per incularti, mia cara”. Non aspetta la risposta, si solleva e mi viene sopra, sulla schiena. Senza dire o chiedere, cerca il mio ano facendomi emettere qualche gridolino di dolore e mi penetra nuovamente. In quella posizione non ho nemmeno la possibilità di attutire la penetrazione con i miei movimenti e non posso trattenermi dall’ansimare per il dolore. Mi sbatte con forza e grande vigore, mi ha già fatto capire che gode nel farmi sentire male. Il letto si agita sotto i colpi pesanti di Franco e io vorrei piangere dal dolore. Improvvisamente interrompe la sua azione e si alza sulle sue ginocchia. “Per ora basta così era solo un assaggio. Via dal letto e mettiti in ginocchio desidero un bel servizietto e usa le precauzioni che ti ha consigliato la padrona per non sporcarti”. Capisco il messaggio e mi alzo dal letto. Sulla sedia dove sono i miei vestiti recupero la bavetta rosa, poi ritorno verso Franco che nel frattempo si è alzato in piedi. Me la metto intorno al collo e tento di legarla con qualche difficoltà. “Mettiti in ginocchio, te la sistemo io”. Quando sono giù reclino la testa in avanti. Franco afferra i lembi e me la stringe molto stretta, in modo da risultare volutamente fastidiosa. Quando rialzo la testa non aspetto altri ordini e inizio a baciare e leccare il suo pene, fino a prenderlo in bocca. “Brava Genny, così ti stai comportando proprio bene, continua così, sei una brava mocciosetta”. Immagino che desideri sborrarmi in bocca. Non sono proprio felice dell’idea ma lo preferisco rispetto alla dolorosa sodomizzazione. Invece mi accorgo che la sua eccitazione va decadendo. Poi lo sento dire “Eccomi, bevi troia” e un violento schizzo di urina mi colpisce il palato. Ingoio velocemente per non fare fuoriuscire una goccia, non vorrei incappare in qualche punizione. “Sì, brava, mi sei piaciuta. Una bella e piacevole pisciata in bocca è modo migliore per iniziare la giornata!” commenta molto ironicamente. Finisco di succhiare poi mi allontana. Vede i suoi vestiti sulla sedia, si riveste senza fiatare ulteriormente e poi esce dalla camera. Guardo l’orologio e mi accorgo che è tardissimo, sono già le 9. Mi sciolgo la bavetta, raccolgo velocemente la mia divisa e corro nella camera dei Padroni. La porta è aperta e la stanza è illuminata “Permesso, posso entrare?” Vedo Marco vestito con una vestaglia da camera che mi risponde “Avanti, entra pure”, “Buongiorno. La Padrona mi ha detto di essere qui per le 9”, “Sì lo so, ora è in bagno”. Marco si avvicina e mi guarda “E questo? Come siamo sensuali. Scommetto che stanotte tu e Franco avete fatto i maiali”, E mi mette una mano sul sedere allungando un dito verso l’ano. Faccio un sobbalzo, sono sensibilissimo in quelle zone ed emetto anche una breve esclamazione di dolore. “Bene vedo che hai culetto infuocato. Hai scopato come una puttana, vero?” Rimango in silenzio a testa bassa mentre Antonella fa la sua comparsa uscendo dal bagno padronale. “Buongiorno Genny”, “Buongiorno Padrona”. Marco si allontana ed entra in bagno a sua volta. “Vediamo il programma di stamani. Devi vestirti con la divisa per servirci la colazione, poi indosserai un vestitino da tempo libero perché per il momento non hai altri compiti. Mettiti subito le calze”. Mi siedo su una sedia per indossare le calze a rete. Antonella guarda nell’armadio e ne esce fuori con un nuovo indumento bianco. “Metti questa”. Rimango interdetto di fronte al nuovo indumento. “Ti aiuto io a legarla dietro”. Mi posa la guêpiere sul petto poi si mette dietro di me per legarla. “Intanto allacciati le calze” e rivolge la sua attenzione al contenuto di un cassetto. “Io attacco le bretelline alle calze e quando rialzo il viso lei mi dice “Indossa queste, vediamo come ti stanno”. Un paio di mutandine in tulle, veramente minime, a perizoma. Quando le calzo sento il filo che mi solletica dietro in modo molto fastidioso. Faccio notare il mio problema e mi risponde “Non ti preoccupare, ci farai l’abitudine come fanno tutte le donne. Ora prosegui con il resto. Dovresti essere capace di fare da sola”. Provo un certo fastidio a sentirmi trattato come fossi realmente una donna. Già devo sopportare il travestimento, poi sono oggetto sessuale di due uomini. E’ un’ulteriore umiliazione, ma la subisco in silenzio. Mi rivesto come ordinato, senza dover chiedere l’aiuto della Padrona. “Vai in cucina e preparaci la colazione. Latte caldo, caffè e biscotti per tutti. Presto, deve essere già pronto tutto prima del nostro arrivo”. Esco velocemente dalla camera e mi reco in cucina. In dieci minuti preparo tutto, appena in tempo per l’arrivo di Franco. “Ecco la servetta, ha già preparato tutto?” E si avvicina palpandomi nuovamente il culo, sapendo che mi procura fastidio e dolore. A ruota compaiono i Padroni e si sistemano intorno al tavolo in cucina. Li servo mentre fanno colazione e dai discorsi capisco che la Padrona vuole uscire in mattinata per visitare un mercatino rionale. Capisco anche che Franco non si tratterrà per il pranzo. Meno male un uomo di meno. Ma capisco anche che lei uscirà da sola e mi lascerà con loro due per un po’ di tempo durante la mattina. Si alzano dal tavolo e rimetto in ordine. Poi mi sento chiamare dalla Padrona e la raggiungo in camera. Si sta vestendo per uscire e mi dice “Allora, Genny. Io esco e ti lascio con i signori. Vedi di comportarti a modo. Non hai altri compiti e puoi toglierti la divisa”, “Grazie Padrona” e sto per dirigermi verso l’uscita quando mi interrompe “Aspetta”. Si mette gli orecchini poi mi prende per mano e mi porta nella mia cameretta. Quando siamo dentro “Togliti la divisa” e apre l’armadio. Io mi svesto degli accessori e del vestito. “Vediamo un po’… ecco quello che fa per te”. Ne tira fuori una camicetta a fiorellini semitrasparente a maniche lunghe e una ampia e fluida gonnellina fucsia. I risvolti del colletto, dei polsini e il fondo della gonna sono guarniti da arricciature molto evidenti. Indosso i vestiti e mi guardo allo specchio. Sembro una ragazzina frivola, di sopra, con un abbigliamento sexy, sotto. La gonna arriva alla coscia e la bordatura semitrasparente non riesce a nascondere il pizzo delle calze a rete. Mi sento tanto “puttana” e facilmente violabile. “A posto. Ora posso andare. Puoi leggere o guardare la televisione, ma ricorda di ubbidire sempre al Padrone. Ci vediamo per l’ora di pranzo. Ciao” ed esce dalla porta senza aspettare una mia risposta. A distanza sento sbattere la porta. Non ho avuto ordini particolari e cerco di starmene per conto mio. Ne approfitto per curiosare nella stanza. Apro il famoso armadio per vedere se trovo qualcosa di interessante. Niente, solo vestiti, tutti rigorosamente femminili. Anche molto giovanili, alcuni infantili e comunque molto frivoli. Anche la biancheria ha lo stesso aspetto. Penso che la Padrona abbia più il piacere di trovare una persona da assimilare ad una nipotina, da usare come una bambola da vestire, piuttosto che una domestica. Sicuramente quando la sera prima ha goduto con me, lo ha fatto pensando ad un piacere lesbico, come fossi stato una donna e non un uomo. E il Padrone? Lui si diverte e sfrutta la situazione. Forse lui è il vero master della situazione. Franco? Chi lo sa. Forse ama gli uomini passivi, che però abbiano un tocco di femminilità. Chiudo l’armadio continuando a pensare. “Genny, dove sei?” mi volto. E’ finita la tranquillità, il Padrone mi sta cercando. Apro la porta “Sono nella cameretta. Cosa desidera Padrone?”, “Vieni qua da noi”. La voce è rassicurante, ma non mi convince. Arrivo in sala. “Cosa stavi facendo?”, “Mi stavo riposando nella mia cameretta”, “Riposando? Non ti è bastata la notte per farlo?” sorride facendo un gesto di intesa a Franco. “Che ti ha detto la Padrona?”, “Che ho tempo libero per leggere o guardare la TV”. “E stavi leggendo?”, “No Padrone”, “allora vieni a guardare la TV insieme a noi”. Non sono molto convinto dell’offerta ma “Va bene. Cosa guardiamo?”, “Una cassetta che ha portato Franco. L’abbiamo già vista ieri sera, hai visto di cosa tratta?”, “No, ero in cucina a pulire e riordinare”. “Allora sei dei nostri. Vai nella dispensa a prendere un pacco di salatini e portaci da bere, ti aspettiamo. Per me un whisky e per Franco un analcolico”. Anche se non sono in servizio capisco che è il caso di ubbidire. Prendo un vassoio, le bottiglie e i bicchieri. Anche i salatini. Torno in sala e mi aspettano già seduti ai due lati del divano. Deposito il vassoio sul tavolo vicino e riempio i bicchieri secondo le loro indicazioni. Consegno nelle loro mani i bicchieri e Marco mi fa segno di sedermi proprio in mezzo a loro. Non ho molte alternative perché non ci sono altri posti. E’ la prima volta che mi siedo da quando mi sono levato dal letto. Il contatto del mio sedere con il divano, mi fa fare un piccolo sobbalzo perché sento ancora dolore. Vedo che Franco e Marco si guardano sorridendo per questa mia reazione. Marco fa partire il videoregistratore con il telecomando. Solo ora, in questa nuova posizione mi accorgo di quanto sia cortissima la mia gonna e la sistemo al meglio per coprire le cosce e non far vedere le bretelline della guêpiere. Parte il filmato e loro due non sembrano interessati a me. E’ una ripresa amatoriale di un loro conoscente. Non tardo a capire che il contenuto di tale film è decisamente hard e vedo Marco e Franco con i pantaloni aperti che si masturbano. Anche io mi eccito nella visione e sento che lo stretto perizoma non è più in grado di contenermi. Nella scena due donne fanno l’amore tra di loro in una camera da letto. Poi arrivano tre uomini e mentre una viene messa in un angolo e frustrata, l’altra è oggetto di sesso degli altri due. Cazzi in bocca, poi nel culo, poi di nuovo in bocca e… la mano di Marco che mi carezza sulla coscia. Gioca con le bretelline del reggicalze tirandole e facendole schioccare sulla mia pelle. Franco non è da meno e solleva la gonna fino a raggiungere le mutandine. Mette le sue dita sotto e arriva a toccarmi il pene indurito. Lo tira fuori e lo carezza, mi fa piacere subire queste attenzioni. Marco mi sorride e si avvicina. Mi bacia sul collo e sulle labbra ripetutamente, fino a baciarmi in bocca lasciandomi senza fiato. Franco è passato a masturbarmi con più decisione. Marco mi carezza intorno ai fianchi e sulle gambe e ogni tanto mi bacia di nuovo in bocca e io lo lascio fare. Mi sussurra “Voglio scoparti”. Contrariato mi riprendo dallo stordimento e tento di divincolarmi, il mio sedere fa ancora male. “La prego Padrone non ora…” e nell’agitazione casca un bicchiere e si rompe bagnando per terra. “Garda cosa hai fatto. Sei contenta ora?”, “Mi dispiace, non volevo…”. “Niente scuse hai sbagliato e devo punirti”, “Ma come…”. “Avanti, tirati giù le mutandine e sdraiati sopra le mie ginocchia”, “La prego signore, la frusta mi ha fatto molto male”, “E chi ti ha detto che ti frusto” mi sventola due forti ceffoni sul viso “Ubbidisci”. Abbasso le mutandine e mi metto nella posizione indicata. Franco è di fronte a me e mi fa appoggiare la testa in mezzo alle sue gambe, con i miei occhi proprio di fronte al suo sesso. Marco solleva la gonnellina e mi sculaccia di santa ragione, facendomi guaire per ogni colpo. Franco mi accarezza sulla testa e avvicina il suo pene al mio viso. Ormai il mio culo è indolenzito e Marco mi ordina di rialzarmi. “Non ho ancora finito. Rimettiti in ginocchio sul divano, con la testa in mezzo alle gambe di Franco”. Altri due schiaffi perentori, mi metto nella posizione indicata e Franco è pronto ad accogliermi nuovamente tra le sue gambe. Marco si sfila la cinghia dei pantaloni e appena sono in posizione mi solleva la gonnellina e mi frusta. Ormai non riesco a trattenere le lacrime, sono veramente sfinito. Terminata la sua azione e durante la pausa Franco dirige la mia bocca sul suo pene. Marco mi mette le mani sui fianchi, ha il pene eretto di dimensioni notevoli e mi infila due dita nel culo per allargarlo. Mentre sto già pompando il cazzo che ho in bocca, Marco mi infila il suo e mi sodomizza. Mi sbatte con molta forza, prima lentamente per penetrarmi completamente poi sempre più velocemente. Mi sbatte come una puttana, forse peggio. Franco già eccitato da tempo mi viene subito in bocca e rimango a sorseggiare per lungo tempo il suo succo mentre Marco continua instancabile a sfondarmi il culo. Finalmente mi sfila il suo pene, penso che abbia finito invece lo infila nuovamente nel modo più indelicato per martoriarmi. Ma dura poco. Lo sento ansimare per l’orgasmo, mi sta sborrando nel culo. Rallenta, mi assesta gli ultimi colpi poi se ne va. “Sei una troia, ecco cosa sei. Rialzati!”. Lentamente e dolorante, mi rimetto in sesto e ubbidisco all’ordine. Quando gli sono di fronte mi da uno schiaffo sul viso. “Sei una troia, te lo devi scrivere in testa” e mi tira un altro schiaffo ”Troia, puttana e non ti muovere” e via altri schiaffi. “Mettiti nell’angolo laggiù, con il viso rivolto verso la parete” Mi dirigo verso l’angolo indicato “E tieni la gonna sollevata con le mani, vogliamo ammirare il tuo culo infiammato. Non ti devi muovere fino a nuovo ordine e non fiatare”. Mi sollevo la gonna e sento che finiscono di visionare il film. E’ difficile stare immobili in quella posizione. Sento dolori dappertutto e come non bastasse sento lo sperma che fuoriesce dallo sfintere allargato. Mi brucia e solletica e non posso fare a meno di contorcermi mentre raggiunge l’interno della coscia. Cerco di stringere le chiappe, non vorrei subire altre punizioni per i miei movimenti. Il film finisce e Marco mi viene alle spalle “Allora ti sei pentita dei tuoi errori, puttana?”, “Sì padrone, le chiedo ancora perdono”. “Bene, ora vai nella tua cameretta, ti togli la camicetta e la gonna”, “Certo Padrone, sarà fatto”. “Indossi il tuo grembiulino, la crestina e i guanti e torni a pulire il tuo danno”, “Senza vestito?”, “Certamente, solo con la guêpiere”. “Va bene, Padrone, sarà fatto. Grazie Padrone”, “Brava e visto che ci sei mettiti la bavetta, è divertente vederti come una mocciosetta”, “Sì Padrone, subito” e scappo in camera prima di subire altre richieste. Ho paura delle sue reazioni e voglio evitare di contraddirlo. Torno da loro “Fatti vedere, sì così mi stai bene. Vai a prendere la scopa e gli stracci per pulire” Vado in cucina a prendere il necessario poi torno e mettendomi in ginocchio ripulisco i cocci. Mi osservano lavorare con sguardi divertiti e soddisfatti. Alla fine delle pulizie vi sedete sul divano sempre nudi dalla cintura in giù. “Ora la mocciosetta ci fai un bel servizietto completo. Ci devi baciare e leccare su tutto il corpo, a partire dai piedi e risalire, con particolare cura sulle zone che già conosci” Sto già per cominciare quando Franco mi interrompe “Aspetta non aver fretta. Marco dove lo tieni il dildo?”, “Sì certo anche quello. Mocciosetta apri il cassetto del mobile, prendi il fallo di gomma e i nastri”. Apro il cassetto e scopro una miniera di oggetti sadomaso. Ci sono diversi falli e prendo il più piccolo insieme ad alcuni nastri di stoffa bianchi. “No, non quello, uno più grosso”. Ne mostro un altro e mi fa cenno che va bene. Torno da loro e Franco “Ora ti metti in ginocchio e ti masturbi. Devi sborrare sul fallo senza farne cadere una goccia”. Mi metto in ginocchio. Sono stranamente eccitato dalla situazione e non ho difficoltà ad eseguire questo compito. Al momento dell’eiaculazione socchiudo la cappella per sopprimere lo schizzo, poi la riapro per cospargere il liquido seminale sul fallo. “Brava, ora lo avvicini alle tue labbra e lo ripulisci perfettamente”. Lecco il fallo e ingoio tutto il mio sperma. Nel frattempo Marco mi fa rialzare e mi lega un nastro stretto intorno alla vita. Poi si fa consegnare il fallo che ho appena ripulito e mi fa mettere nuovamente alla pecorina per terra. Mi contorco perché vengo nuovamente penetrato, questa volta dal fallo ma è una sensazione diversa, più fredda. Il fallo ha un anello alla base e Marco ci fa passare un altro pezzo di nastro che lega con due fiocchi a quello stretto alla vita, sul davanti e sul dietro. Stringe il tutto per fare in modo che il fallo rimanga in posizione. Gira l’anello zigrinato e mette in moto il vibratore. Mi sento agitare dentro, ho una sensazione che non so descrivere. Si rimette seduto e mi ordina di cominciare il mio lavoro. Ad ogni mossa o spostamento sento il fallo che rigidamente mi sconvolge interiormente. Lecco i piedi, le gambe e il pene. Passo da Marco a Franco e viceversa, loro stessi mi indicano quando è il momento di servirli. Franco si fa sbottonare la camicia e si fa baciare sul petto, poi pretende che mi avvicini al suo viso per farsi baciare in bocca. Marco da dietro mi agita il fallo per renderlo ancora più efficace e doloroso. “Lo dicevo che sei una troia, così mi piaci, ubbidiente e remissiva, ma soprattutto silenziosa”. Franco ha il cazzo nuovamente eretto, è eccitatissimo “Ti voglio scopare, in questa posizione” sono in ginocchio sul divano sopra e rivolto verso di lui. Marco scioglie il fiocco che lega il nastro ed estrae il fallo dopo averlo spento. Mi poso sul pene di Franco e lui non muove un dito, vedo che vuol lasciare a me l’iniziativa. Questa volta mi penetro da solo. Istintivamente non andrei oltre, ma Marco incalza “Tutto lì, dai muoviti su e giù, più velocemente, muoviti!” Mio malgrado mi devo far male da solo. Franco mi indica di avvicinarmi a lui senza fermarmi. Non è facile, riesco a malapena ad avvicinarmi e mi bacia a lungo mentre continuo a muovermi su di lui. Ora sono anche stanco oltre che dolorante. Franco decide che è il momento di soprassedere. Sto per rialzarmi quando Marco si siede nuovamente accanto e dice “Non hai mica finito, a me non lo fai questo servizio?"” Mi viene spontaneo sorridergli e prima di venirgli sopra, mi fa un gesto con la mano ad indicare che prima gradisce una pompatina. Esaudisco il suo desiderio curvandomi su di lui. Vuole solo rinforzare la sua erezione e usufruire di una lubrificazione naturale. Mi fa segno che basta e ripeto la scena avuta prima con Franco. Mi sono abituato all’idea di farmi scopare. I dolori sono diffusi e non riesco a far più caso ad una nuova penetrazione. Quando è contento anche lui mi fa segno che posso alzarmi. “Devo rimettermi il fallo?”, “No può bastare così. Puliscilo bene con la tua lingua e rimettilo dove l’hai trovato insieme ai nastri”. La padrona rientra in quel momento. “Salve a tutti”, poi rivolgendosi a me “Vedo che ti hanno fatto lavorare. Sei carina con la guêpiere e il grembiulino”, poi a suo marito “Com’è andata”. “Bene è stata abbastanza ubbidiente, qualche altro rimprovero, ma ora ha capito quali sono i suoi doveri”. “Brava Genny”. E’ quasi mezzogiorno e sta per scadere il tuo periodo di prova”. Mi scioglie la bavetta che avevo ancora ridicolmente stretta al collo. “Vai a spogliarti completamente nella tua cameretta e vatti a fare una doccia. Ti faremo trovare i tuoi vestiti sul letto quando uscirai dal bagno”. Finalmente, mi sento liberato da questa frase. Corro in camera ed eseguo il compito più facile che mi sia stato mai ordinato. Una doccia rilassante, per tutte le violenze subite, mi sciacquo la bocca con l’acqua calda come fosse una specie di disinfettante. Torno in camera e come promesso ritrovo i miei vestiti. Mi sembrano strani e ruvidi, dopo aver indossato per molte ore solo indumenti morbidi, gonnelline, camicette, baby-doll e intimo femminile. In un certo senso provavo piacere. Esco dalla stanza e torno in sala. Marco e Franco si sono rivestiti. Mi attendono sorridenti. Marco esordisce “Bravo, hai fatto il tuo dovere. Valuteremo insieme quando replicare un nuovo incontro” e mi stringe la mano. Sono piacevolmente sorpreso della trasformazione e dal sentirmi si rivolgere come una persona di sesso maschile. Mi rendo conto che anch’io devo uscire dal circolo vizioso di idee che mi ero costruito e in cui cominciavo a conformarmi. Rispondo “Sì, è stato un incontro interessante, penso che si potrà ripetere”. Antonella “Bene, così siamo tutti contenti. Ora ti salutiamo perché abbiamo altri impegni. Siamo invitati a pranzo, capirai…”, “Certo, nessun problema era come concordato”. Mi sorride e con la bavetta in mano Antonella mi dice “Prendi questa, servirà a ricordarti il nostro incontro e soprattutto che sei nostro sub”. Vorrei istintivamente dire grazie ma non lo faccio perché non riesco a capire quanto questo dono sia per ricordo o per un’ulteriore e beffarda umiliazione. Le faccio un sorriso e “Mi potete contattare nel solito modo".
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13 anni fa
admin, 75
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Gino e i fratellini- la vendetta
CIAO Gino dissi appena salito nel suo appartamento poi al ricordo del suo cazzo non resistetti mi inginocchiai ,la mia fame di cazzo e' sempre immensa, e tirai fuori la lingua che cominciai a muovere su' e giu'.L'invito per GINO fu' irresistibile si aprì la lampo dei pantaloni liberando l'uccello che si era già' gonfiato ed aveva raggiunto la già nota misura e mi si avvicina -Io apro bene la bocca e lo ingoio fino allo scroto. La mia esperienza in fatto di pompe e' grande e dopo pochi minuti Gino mi viene in gola ed io assettato ingoio con ingordigia poi mi mette supino e mi infila la sua pertica nel culo e mi stantuffa per una buona mezzora venendomi dentro due volte senza tirare il cazzo fuori . Dopo un po’ Gino va in bagno a rinfrescarsi io nonostante gli assalti di GINO ho ancora voglia . mi metto sul divano ed inizio a menarmelo ficcandomi nel contempo tre dita nel culo . Quando Gino esce da bagno vede quello che sto facendo sorride e mi dice “ti conosco e sapevo che ad una troia come te il mio cazzo non ti sarebbe bastato pertanto ti ho fatto una sorpresa ho chiamato due amici, due fratelli che in fatto di culi sanno il fatto loro. Ed avvicinatosi mi offre ancora l’uccello da succhiare che io accetto ed ingoio di nuovo.Sto assaporando l’uccello di Gino quando suonano all’appartamento Gino va ad aprire ed entrano i fratelli. Sembrano gemelli, sono alti e dalle spalle ampie, grosse mani e teste rasate a zero, la barba e' tagliata ma scura e fitta e ombreggia le mascelle squadrate, uno dei due ha folti baffi che gli scendono a lato della bocca come i miei. La camicia e matida di sudore, l'odore e' forte e maschio. Li i due si spogliono e poi mi si avvicinano e si siedono accanto a destra e a sinistra. Hanno corpi mastodontici, tatuati ovunque dai polpacci alla schiena e il pelo che li ricopre disegna strane figure tra quei tatuaggi scuri.Ma la cosa che impressiona di piu' dei due, se i gran fisici non bastassero a mettere paura, sono i bigoloni che pendono curvi sulle palle che, come se fossero di ferro, tirano giu' lo scroto rendendolo un grosso fagotto peloso. I due cazzoni sono ancora a riposo, con le cappelle grosse come mele avvolte dalla pelle e il prepuzio carnoso, umido e roseo, e' abbondante; l'asta e' un bastone nodoso ricco di vene gonfie.La voce di uno dei due e' profonda e baritonale: -Allora bel ciucciacazzi, cosa stavi facendo a GINO prima?- E appoggia una mano sulla mia coscia, io da troia infoiata non perdo tempo: “-Gli stavo succhiando il cazzo ma se volete continuo con i vostri”,mi chino a bocca spalancata sull'uccello alla mia sinistra ma non faccio in tempo sono loro che come lupi affamati mi sono gia' addosso, le loro manone ruvide mi stanno accarezzando ovunque e come per assaggiare la preda mi leccano il collo o i i capezzoli turgidi, li mordicchiano, io ho gli occhi chiusi e gradisco come non mai quelle due lingue che passano tra le mie chiappe sul buchetto caldo ed ancora infiammato dal cazzo di GINO rinfrescandolo.Mi mettono in piedi ho i due fratelli in ginocchio uno davanti e uno dietro, mi leccano le palle e addirittura l'uccello ,i due stanno assaporando il mio uccello, adesso percorrono la lunghezza della canna con le loro labbra ai due lati, e si alternano a succhiarlo infilandoselo in gola. Le loro teste rasate si muovono veloci e spesso le loro bocche si incontrano su quella verga baciandosi e limonandosi ma poi veloci come bestie fameliche non perdono tempo, si vede che lavorano sempre in coppia, uno preme subito la mia testa sul cazzo che si sta gonfiando a vista d'occhio, l'altro mi prende con le mani forti per i fianchi e mi mette subito alla pecorina sul lettino, poi si tuffa con la testa tra le mie chiappe. Sento la testa che si agita forsennatamente sul mio buco dilatato mentre succhia rumorosamente, la linguona fa davvero un bel lavoro al mio buco infatti io stesso porto le mani sulle chiappe per aprirle bene e sentire cosi' meglio la lingua ruvida che mi penetra , ma non mollo con la bocca l'asta che sto succhiando, tengo la bocca ben aperta per inghiottirla tutta .Veloce il fratello leccatore si mette diritto, adesso ha voglia di fotterla mia caverna ricca della sua saliva, si prende alla base la verga dura e infilza con un solo colpo di reni il mio culo e poco prima di arrivare fino in fondo toglie la mano e il rumore della sua pancia che sbatte contro le chiappe sudate del mio culo rimbomba nella stanza.La monta comincia subito forsennata, il culo peloso de fratello eccatore si muove a ritmo, con una gamba piegata sul letto e l'altra tesa a terra per puntarsi e dare piu' forza, l ‘altro fratello invece si e' messo in ginocchio e con le due mani a coppa sulla mia nuca e preme la testa contro l'inguine ficcandomi l’uccello fino in gola profonda, la scopata continua furiosa, le scosse impresse al mio corpo devasterebbero un uomo normale, in piu' mi sta dando forti pacche sul culo che gia' diventa completamente rosso.Ma mi accorgo che i due fratelli stanno comunicando a gesti, e' come un segnale tra di loro. Quello davanti che mi sta sempre in bocca, mostra il pugno chiuso al fratello dietro che mi sta scopando e questo fa un cenno d'assenso mostrando anche lui il pugno.Cazzo vuoi vedere che vogliono... infilarmi... il braccio nel culo.Infatti ora uno dei fratelli mi tiene fermo con la forza mentre l'altro dietro sta tentando di infilare quattro dita nel mio culo aperto mi oppongo con disperazione .“Non così mi rovinate” . Per fortuna Gino che finora ha guardato va in bagno si procura dela vasellina e del LUAN poi lancia uno sguardo eloquente al fratello intento a frugare nel mio culo allungandogli il tutto.Il fratello preso la vaselina ed il LUAN mi ritorna dietro mi unge abbondantemente dentro e fuori lo sfintere e poi mi dice “-Avanti rilassati troia che e' il tuo momento.”-e posiziona il pugno tutto unto contro il mio buco , -“NO fermi mi rovinate cosi', non ce la faccio a prenderlo” grido io-“-Silenzio vacca, siamo bravi noi altri a riempire i culi, vedrai che poi non potrai piu' farne a meno”.Il viso del fistatore e' serio e impegnato, mascella serrata mi prende con la mano libera il fianco e lo spinge con forza verso il pugno che scivola dentro per meta',i muscoli delle braccia tatuate sono tesi e sudati, il bicipite si gonfia per lo sforzo, in fondo solo un uomo come lui puo' manipolare cosi' il mio corpo che ha tra le mani che si agita a piu' non posso.”-NOOOOOO cazzo fermiiiii!!!-“Ma il buco ha superato le nocche del pugno che inesorabile scivola dentro.“-Ancora un piccolo sforzo e ci siamo, ma se non vuoi sentir dolore rilassati e' meglio per te troia!”- Realizzato che e' meglio fare quel che mi si dice mi calmo, ed ecco che in un attimo l'intero pugno e' risucchiato nel mio culo caldo, entra fino al polso e subito lo sfintere gli si chiude intorno.“-Ecco fatto!Adesso sentilo bene tutto e quando sei pronto rimettiti a succhiare il cazzo di mio fratello così saprò che posso iniziare a stantuffarti dentro” mi dice tenendo fermo il braccio.Dopo un po’ i mi comincia a piacere essere competamente pieno il dolore è sparito e mi era tornata la libido alle stelle, ripresi a a spompinare, e' il segnale che aspettavail fratello che mi ha infilato il braccio nel culo ,comincia a muovere il pugno nel culo, lo muove roteandolo a destra e a sinistra e poi lo sfila piano ma prima di farlo uscire tutto riaffonda deciso arrivando quasi all'avambraccio, “ Dio mi piace un sacco, infatti succhio con foga i cazzo che ho in bocca e non mi lamento piu' e quando il fratello che mi sta riempiendo la bocca di minchia mi chiede:”-Vuoi anche il mio adesso di braccio nel culo?Guarda che mani grosse che ho-“ Io faccio si con la testa senza mollargli il cazzo.Ormai e' fatta, ho provato di tutto sono una vera troia una troia col culo rotto.I fratelli si scambiano di posto e nel frattempo GINO manda un’esclamazione vedendo quanto si e' allargato il mio culo.Uno dei due fratelli mi disseta sborrandomi in gola ed io bevo assetato, l'altro ha praticamente ancora mezzo avambraccio infilato nel mio culo.Dopo essersi riposati un po’ uno dei due fratelli si siede sul letto e mi infia ‘uccello nel culo a spegnimoccolo sonoseduto so pra di lui, ben infilzato dal suoi cazzo, e debbo tenermi stretto al suo collo sobbalzando su e giu' dai colpi che ricevo da sotto, ma ecco che si avvicina da dietro anche l'altro e punta anche lui la sua cappella bagnata al mio buco gia' pieno del cazzo del fratello.Sforza la cappella contro e con uno sforzo immane mi entra anche lui non senza difficolta”-Dio come sei ancora stretto! Qui bisogna scoparti un bel po' prima di allargarti a dovere” e tutti e due continuano per un bel po’ ad incularmi assieme nonostante io sia ormai uscito di testa e nonostante il dolore li sprono”continuate …ancora ancora “.-Gino per farmi tacere mi rinfila i suo cazzo in bocca e mi dice”Succhia Troia credevi non mi fossi accorto dei giochi che continuavi a fare quando nmi allontanavo con OMAR e SAID durante la crocera?”Io succhio il suo cazzo con avidita. Gino ed i due fratelli dopo una ventina di minuti Sborrano insieme ed un lago di sperma mi riempi L’intestino e la gola tanto che dovetti correre in bagno era come avessi subito un clistere di due litri e lo sfintere dilaniato e dilatato non la teneva dentro.. Quando uscii da bagno i frateli se ne erano andati e Gino mi portò soccorso con un unguento speciale tentando di rimediare allo sconquasso de mio povero culo “ “Sei una gran vacca ma sei sempre a mia troia mi ricordo che mi hai aiutato facendoti inculare quando nessuno mi voleva appena vedevano le dimensioni del mio cazzo”.” Stanotte rimani da me così puoi riposare” Io lo guardai in un certo modo mi ricordavo quando mi inculava ogni ora, Lui capì “ non ti preoccupare non ti tocco allora erano mesi che ero in astinenza e poi con la caverna che ti hanno fatto i fratellini ; fino a che la crema non a fatto il suo effetto restringente non mi sentiresti e non ti sentirei nemmeno.
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13 anni fa
admin, 75
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Nello spogliatoio della palestra... parte2
L'incontro in palestra mi lascio tutto scombussolato, ero in preda a mille emozioni contrastanti... Continuavo a sentire il suo odore e il suo sapore, sentivo ancora lo sperma colare dal mio culetto mentre tornavo a casa... e ne volevo ancora... Fu una settimana strana, sospesa, sentivo solo la sua presenza che mi dominava, mi scrutava e non faceva nulla... Come se se ne fosse dimenticato... Passò un altra settimana senza che facesse o richiedesse nulla... Sembrava nemmeno mi degnasse di uno sguardo e nessuno mi prendeva più in giro... Sapevo che aveva mantenuto la parola e che prima o poi sarebbe venuto a cercarmi... E io volevo che mi usasse di nuovo, non facevo altro che toccarmi pensando a lui, volevo di nuovo quel cazzone... Alla quinta settimana non c'è la facevo più, presi coraggio, ma non troppo e misi nella sua cartella un biglietto dove dicevo che se mi voleva quel pomeriggio sarei stato in collina in un boschetto vicino alla posta di suo nonno... Tornai a casa di corsa mi cambiai come se dovessi andare in palestra e non mi misi le mutande e mi precipitai nel boschetto... Non vidi nessuno... Ma due mani mi afferrarono da dietro dopo qualche minuto dal mio arrivo e mi coprirono la bocca e gli occhi... "Eri vogliosa vero puttanella? Non ne potevi più di restare senza il mio cazzone vero? Volevi bere ancora il mio sperma dillo..." Mugugnai di piacere e di profonda paura... Ero eccitatissimo, sentivo il suo cazzone premere sul mio culetto... Tolse la mano dagli occhi e me la infilo violenta dietro,nei pantaloni, pensando di trovare la resistenza dei boxer... Invece mi si infilarono subito due dita nell'ano... "Sei una puttanella senza mutandine.. e molto vogliosa di essere aperta..." Mugugnai e spinsi sempre più verso di lui il mio culetto che si dilatava e chiudeva... Allora mi tolse la mano e mi spinse a terra... Mi blocco pancia a terra con il ginocchio, mi prese le braccia e me le lego con qualcosa... Cercai di protestare ma mi mise qualcosa in bocca che mi ammutolì e lo lego dietro la nuca... Respiravo ma nemmeno un suono usciva dalla mia bocca... Mi tirò su con forza il bacino mettendomi in una strana posizione simile alla pecorina ma poggiavo la faccia e le spalle sul sottobosco, nelle foglie... Avevo il cuore a mille, e urlavo silenzioso di essere sbattuto e scopato subito... Ma lui ritardava... Prima con un dito.... Poi appena scorreva bene, con il secondo... Appena ero rilassato mise il terzo... Io impazzivo dal piacere, stavo godendo, mi schizzavo in faccia la mia stessa sborra... Vedevo da sotto, in una contorsione dolorosa cosa faceva... Infilo il quarto dito e poi la mano... Spingeva e mi sentivo spaccare in due sia dal dolore che dal piacere estremo... La tirò fuori di colpo... Mi sentivo il culo una voragine e mi penetro di colpo... Mi pompo tutto fino in fondo... Si fermava prima di venire e mi stringeva le palle per non farmi godere... Continuò così non so per quanto tempo... Impazzivo... Pensavo continuasse così per sempre... Tolse la presa dalle mie palle di botto e affondo tutto il suo cazzone nel mio culo venendo... Continuava a venire e a pulsare riempiendomi... Venni anch'io, come un getto tipo... Mi stavo svuotando sulla mia stessa faccia... Mi tolse il bavaglio e il mio stesso sperma mi colo in bocca... Mi tirò per i capelli e mi fece pulire il suo cazzone... Succhiavo tutto come una cannuccia e ingoiavo più che potevo... Mi venne con ultimo schizzo in gola direttamente... " Brava la mia puttanella... Sei proprio una perversa... Sei il mio schiavo ora e non puoi esistere senza nutrirti del mio sperma... Io te lo dono e io solo posso decidere cosa farti..." Annuiii... le parole non servivano, ero suo... "Qui mi piace... Sarà il nostro luogo di perversione privato... Il capanno del nonno non lo usa nessuno da anni..." "Il capanno farà da cornice e sfondo ad altre mie perversioni e desideri..." Se ne andò senza voltarsi con questa frase.... Spero che mi dica di incontrarci al più presto!! continua..........
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13 anni fa
admin, 75
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estate da cuck
Con il termine inglese cuckold si usa indicare l'uomo che consapevolmente e volontariamente induce la propria partner a vivere esperienze sessuali con altri uomini (a loro volta denominati bull, tori, con allusione alla funzione di monta di tali animali). (da Wikipedia).
Ecco cosa siamo noi: una coppia cuckold. All'inizio è nato tutto come un gioco, poi, vista la mia natura, è diventata una passione per entrambi a cui non sappiamo più resistere.
All'inizio c'era un po' di titubanza, di ingenuità, di paura...in realtà il fatto era che non avevo un amante che sapesse soddisfarmi abbastanza come mio marito. La svolta è arrivata quando questa estate mi sono dovuta trasferire a lavorare in un campeggio a diversi chilometri da casa e, per motivi logistici, ho alloggiato lì, nei bungalow, insieme ai miei colleghi, mentre mio marito, dovendo lavorare, non poteva permettersi di allontanarsi da casa.
Arrivo la prima sera, i miei colleghi erano già lì che lavoravano da qualche settimana asssieme e così conosco le new entries. Il mio sguardo cade subito su un ragazzo, occhio e croce mio coetaneo (solo con il passare dei giorni scopro che ha 7 anni meno di me), moro, occhi neri, bello e abbronzato, sorriso smagliante...insomma...di una bellezza tale per cui quando mi stringe la mano dicendomi semplicemente “Piacere, Francesco” subito capisco che questa estate non sarebbe stata di solo lavoro....e lo capisco dal fatto che un brivido mi corre lungo la schiena, divento rossa in volto come una teenager e mi sento le labbra bagnate, ma non quelle sul volto.
La prima notte chiamo mio marito e con una telefonata veloce gli faccio capire che la voglia di tornare dai miei nuovi colleghi è più forte che stare al telefono con lui.
Dal giorno dopo iniziano le giornate al lavoro, mare, piscina, ecc ecc....ottime occasioni per lui per sfoggiare il suo addominale scolpito, le sue spalle possenti, e anche il suo pacco ben rigonfio; ottime per me per mostrare il mio culo alto, il mio seno tondo e sodo e anche la mia porcaggine.
Durante il lavoro fioccano le frecciatine, le occhiate, le battute, le occasioni per sfiorarci a vicenda diventano sempre più numerose man mano che passa il tempo, ma ognuno rimane al suo posto, ben cosciente di quella che è la vera natura l'uno dell'altra. Intanto mio marito lo sento sempre meno spesso al telefono, ogni occasione per stare con Francesco è buona e quel poco che racconto al mio uomo di lui diventa un'occasione di eccitazione per entrambi!
Una sera decidiamo di incontrarci tutti quanti sulla spiaggia al lume della luna, c'è chi porta da bere, chi porta la chitarra, chi semplicemente un mini abito che lascia intravedere le cosce e la schiena come me. Ci sediamo, iniziamo a chiacchierare, ridere, scherzare, bere...e nel momento in cui l'alcol fa il suo effetto mi ritrovo distesa sulla sabbia tra le braccia di Francesco, in un tono amichevole agli occhi dei miei colleghi che non alzano ciglio, ma tra me e lui la situazione era ben diversa. Già, perchè la penombra della luna mascherava la sua mano che pian pianino dalla schiena scendeva accarezzarmi il culo e le cosce. I miei capezzoli diventano turgidi e ancora una volta sento la scossa che mi paralizza. Sono senza mutandine, ho voluto farlo apposta a dimenticarle per vedere dove saremmo arrivati quella sera. Lui se ne accorge e spinge un dito in profondità, il mio piacere glielo bagna tutto e dopo che si è goduto questo momento ritira la mano e con un gesto innocente, come per sfiorarsi il naso, si annusa il dito che rilasciava nell'aria un profumo di figa. Mio marito mi chiama, è arrabbiato perchè quella sera non gli ho scritto nemmeno un sms per rassicurarlo che la serata stesse andando bene e fosse tutto apposto. Questa volta non gli basta sapere che ero con Francesco per mettersi tranquillo e, preso dalla rabbia, mi proibisce di continuare a vederlo x quella sera. Per fortuna la lontananza in certi momenti è utile, soprattutto quando la mia voglia di avere fra le gambe un uomo più giovane e porco è più forte di ogni altro sentimento.
Ritorno al mio gruppo e vedo che alcuni iniziano ad essere stanchi e a proporre di tornare alle nostre stanze. Io colgo l'occasione per lanciare uno sguardo di malizia a Francesco e confermare che anch'io sarei andata nella mia stanza....ma non a dormire. La ragazza con cui divido la camera quella sera aveva un appuntamento galante e quindi, bella che eccitata, si allontana dal gruppo non lasciando traccia di se. Intanto, ritirata nei miei alloggi, inizio a sciogliermi i capelli che mi cadono fluenti sulle spalle, mi sfilo in vestitino che lascio cadere a terra, apro l'armadio ed estraggo il mio intimo per la notte: un babydoll in pizzo nero che mio marito mi ha regalato per San Valentino nella speranza lo usassi con qualche bel bull. Sinceramente anch'io questa sera spero di usarlo con un bel bull. Faccio in tempo a mandare un sms al mio cornuto per rassicurarlo che stavo andando a letto quando sento bussare alla porta. E' Francesco che mi chiede se ho una sigaretta. Lo faccio accomodare e gli offro una sigaretta, lui sembra altamente compiaciuto dal vedermi in quella mise notturna e il pacco che gli gonfia i pantaloni lo conferma. Mi siedo sul letto della mia compagna di stanza, lui si distende comodo sul mio, lì accanto, e con un sorriso provocatorio si accende la sigaretta. Vederlo espellere il fumo mi eccita da morire e così mi metto anch'io distesa comoda sul letto facendo sollevare leggermente la gonna in tulle e lasciando scoprire le cosce. Inizia lui il discorso e va subito su argomenti intriganti. Mi racconta le sue avventure più erotiche, mi racconta di aver fatto il bull in passato, di aver partecipato a gang bang, ecc ecc. Io sto al gioco e non racconto del rapporto che ho con mio marito ma semplicemente gli lancio una frecciatina: “Franci...voi uomini siete tanto bravi a parlare, ma quando è il momento di mettervi al gioco vi tirate sempre indietro!”. Lui ride e, rimanendo al gioco, mi chiede di metterlo alla prova. Così mi alzo, vado verso il suo letto, lui si mette seduto e sorride, mi piazzo davanti a lui e mi chino a novanta appoggiandomi sulle sue spalle e mettendogli il seno in faccia. Passano 10 secondi che dentro di me sembrano 10 minuti, tempo per poter annusare il profumo emanato dai nostri ormoni, bagnarci tutti e capire che ci vogliamo intensamente. Lui mi prende in vita con tutta la forza che ha, mi solleva e mi mette sul suo letto accanto a lui, iniziamo a baciarci con una passione che non provavo più da mesi, lui mi lecca il collo, scende a leccarmi il decoltè, sembra un toro infuriato perchè non sa dove prendermi, baciarmi e leccarmi, si toglie rapidamente la maglia e, abbracciandomi, sento subito che il suo calore mi avvolge e il suo profumo mi spiazza. Sono frastornata, mi sento una ragazzina alle prese con la sua prima storia da porca, anche se in realtà ne ho vissute già diverse in passato. Lui non ha tempo di levarmi il miniperizoma in pizzo che avevo vestito per la notte e così, una volta distesa con violenza, lo sposta di lato, e inizia a leccarmela. Saranno trascorsi pochi minuti quando da lontano sento la voce della mia coinquilina che rientra. Francesco si alza di fretta ed esce dalla finestra. Finisce così il nostro primo incontro: una grande passione lasciata a mezz'aria. Il giorno dopo a lavoro torniamo ad essere i professionisti di sempre ma nei momenti in cui siamo soli ci scappa un bacio fugace e una palpatina veloce, con il rischio di essere colti in flagrante. La sera colgo l'occasione del fatto che il suo coinquilino è al bar con amici per passare a salutarlo in camera. Vado da lui vestita con una gonnellina e un top molto casti che nascondono la mia vera natura, lui mi accoglie sul letto disteso con la sigaretta in bocca, mi fa accomodare vicino a lui e iniziamo a chiacchierare. Intanto mentre parliamo la sua mano sfiora le mie cosce e il suo sguardo la segue. Io non resisto, ancora con gli ormoni a mille dalla sera prima mi distendo accanto a lui lasciandomi cadere fra le sue braccia che mi avvolgono, inizio a baciarlo, a leccargli il collo, le orecchie, gli tolgo la maglia e vado a sfiorare con la punta della lingua il suo punto debole: i capezzoli. Subito l'animale che nasconde nelle mutande si risveglia e così, continuando a leccarlo inizio a sbottonargli i jeans. Dai pettorali passo a leccare gli addominali, il bordo dei pantaloni, gli levo il jeans e inizio a leccargli anche l'inguine. La mia voglia di lui è troppo forte e così, con la stessa furia con cui lui mi ha violentata la sera prima, gli levo anche l'intimo. La sorpresa non è una sorpresa perchè già l'intuito mi aveva fatto capire che il suo “amico” fosse delle dimensioni che ho sempre apprezzato: lungo e largo. Inizio a succhiarglielo così bene che lui non ha più nemmeno il fiato per fumarsi la sigaretta: rimane lì, inebetito preso dal piacere che una dolce troietta più grande di lui gli stesse facendo il pompino più bello della sua vita (come mi ha confessato dopo). Un po' gli lecco le palle, un po gliele gratto, un po gli stimolo la cappella, l'asta, me lo godo tutto talmente di gusto che non sento nemmeno il cellulare che suona: è mio marito! Intanto la porta si apre ed entra il coinquilino di Francesco che prima rimane spiazzato, poi si compiace e con un sorriso entra in camera come se fosse entrato in un bordello. Io me ne frego della sua presenza e anche Francesco. Lo guardiamo sedersi sul letto, gli sorridiamo, lui sorride a noi e continua a godersi la visuale tirandosi fuori il cazzo dai pantaloni e iniziando a smanettarselo venendo in un batter d'occhio. Francesco invece resiste. Oltre ad essere ben dotato è anche molto resistente e trova anche il tempo di risollevarsi, spogliarmi davanti al suo coinquilino, iniziare a leccarmela e toccarmi dovunque. Ci troviamo nudi sul letto, presi da una voglia immensa l'uno dell'altra che non c'è nulla al mondo che in quel momento possa distrarmi e allontanarmi dal mio nuovo giovane amante. Con l'uccello inizia a sfiorarmi la figa, strusciandosi la cappella sulle mie labbra. Sono estremamente bagnata e, così facendo, si bagna ancora di più. Al che mi prende e mi mette a pecorina e in un batter d'occhio mi ritrovo a novanta con lui dietro. Provo a dirgli che non voglio essere scopata senza preservativo, ma il piacere mi toglie il fiato e così, quando sento il suo cazzo duro, caldo e bagnato che mi entra dentro, anziché arrabbiarmi spero che non si fermi più! Mentre mi scopa mi sculaccia, mi prende il collo, mi lecca la schiena e io non riesco e non voglio reagire. Desidero solo che il tempo si fermi e che mi riempia così ancora a lungo. Il rumore dei suoi colpi sul mio culo riempiono la stanza e le mie urla di piacere sono smorzate dalla sua mano che mi tiene la bocca tappata per non attirare l'attenzione dei vicini di stanza. I suoi sussurri e le sue parole “Godi, troia” mi eccitano da morire e inizio a scoparmi da sola sul suo grosso cazzo finchè anche lui non riesce più, tira fuori il suo arnese dalla mia figa giusto in tempo perchè mi viene dovunque e un fiume di sperma mi cola giù dal culo e dalla schiena. Rimango tramortita sul letto e lui lo stesso, si accascia accanto a me e così ci addormentiamo insieme abbracciati l'uno all'altra fra tante coccole e baci, come è giusto gli amanti facciano.
La mattina mi sveglio ancora nel suo letto, gli do il bacio del buongiorno e subito mi alzo. Devo uscire dalla sua stanza prima che mi veda qualcuno. Andando al lavoro chiamo mio marito dal momento che la sera prima mi sono completamente dimenticata di richiamare presa com'ero da Francesco. Lo sento un po' affranto ma, come gli racconto la scena nei minimi dettagli, lui subito si riprende e si eccita scusandosi del fatto di avermi disturbato. Io gli prometto che lo avrei avvisato quando sarei stata con il mio nuovo amante e, allo stesso tempo, gli chiedo di non cercarmi quando sono con lui onde creare situazioni di imbarazzo. Lui acconsente e non vede l'ora di arrivare al lavoro per farsi una sega pensando a quanto è troia sua moglie al lavoro. Quel giorno mio marito ha lavorato tutto il giorno con il pisello duro e decide di venirmi a trovare nel weekend e di conoscere questo ragazzo che mi ha risvegliata dal punto di vista sessuale.
In attesa del weekend le serate mie e di Francesco diventano sempre più passionali, erotiche e trasgressive.
Il weekend mio marito arriva, sono contenta di rivederlo e non vedo l'ora di fargli conoscere Francesco. Come si presentano mio marito si sente subito in competizione di fronte un così bel ragazzo e, sapendo quanto sono stata troia con lui, mi porta in camera e inizia a scoparmi quasi per punirmi. Io però non lo sento così bene e non godo come ho goduto in questi giorni passati e questo lo spinge a scoparmi con ancora più violenza, ma è così eccitato che quasi subito fa uscire il suo cazzo e me lo mette in bocca sborandomi dovunque: bocca, faccia, collo. Sono una colata di sperma, rido e lui con me. Mi ripulisco e lo bacio. Lo amo da morire.
Sabato sera decidiamo di andare a ballare la salsa perchè in campeggio fanno serata salsera e, accompagnata dai miei uomini, entro in pista e inizio a dare il meglio di me. La gente mi guarda e sento gli occhi vogliosi degli uomini e invidiosi delle donne addosso. Da brava salsera sono vestita con delle coulotte nere, reggiseno e solo un abitino di tulle. Vedendomi mentre mi muovo, i miei uomini si divertono a confabulare qualcosa fra di loro mentre io do il meglio di me ballando.
Terminata la musica mi riavvicino ai miei uomini tutta sudata e loro mi guardano molto apprezzanti. Francesco mi dice di aver bisogno di andare a prendersi una giacca in camera e io, con la scusa di dover andare a bere qualcosa, lo accompagno lasciando mio marito solo con gli altri colleghi. Incamminandoci verso le stanze sento la sua voglia di me e, scherzando (ma neanche troppo), gli propongo di passare per la mia stanza. Lui coglie la palla al balzo e quando si tratta di entrare nelle nostre stanze lui entra con me, faccio in tempo a chiudere la porta che mi ritrovo spalle al muro, lui che mi bacia e io che ricambio e mi faccio baciare. Mi chino, gli sbottono velocemente i jeans e, calati i boxer, inizio a succhiarlo. Ci rendiamo conto che non abbiamo troppo tempo e che probabilmente qualcuno che conoscevamo stava per arrivare così, questa volta in poco tempo, mi viene in bocca e io, da brava troia, ingoio tutto senza neanche sporcare in giro. Lui contento si alza i pantaloni, mi bacia la guancia ed esce. Giusto in tempo perchè mio marito entra. Si era immaginato che sarei andata a fare la zoccola con Francesco e allora era venuto ad avvisarmi che la mia compagna di stanza stava per venire in alloggio. Io lo faccio entrare e mi chiede col sorriso “Cosa stavi facendo, mia troietta?”. Io avevo appena ingoiato un sacco di sperma e, baciandolo, faccio in modo da far risalire un po di sperma di Francesco dalla gola e passarglielo in bocca. Lui capisce cosa avevo appena fatto e spalanca gli occhi lasciandolo senza fiato per l'atto appena compiuto. Non avevo mai fatto una cosa del genere e gli rispondo semplicemente “Gliel'ho succhiato e mi è venuto in bocca se non l'hai capito”. Mio marito si è sentito un sacco cornuto e ancora oggi, al pensiero della sensazione che ha provato, gli viene il cazzo duro.Ho trascorso così due mesi in campeggio, questa estate, dove ho vissuto ogni giorno i miei orgasmi migliori. Mio marito, che prima che partissi era triste e affranto, ha vissuto con me dei rischi e delle emozioni che ogni vero cuck dovrebbe provare. Francesco viene dal Sud Italia, siamo rimasti grandi amici e gli voglio un sacco di bene, così come lui lo vuole a me. Me ne sono quasi innamorata e dagli occhi con cui mi guarda posso dire altrettanto da parte sua. E' stato senz'altro il miglior amante che ho avuto (fino ad ora) in vita mia. Ora che sono tornata a casa ed il mio lavoro estivo è terminato, ci stiamo organizzando assieme con Francesco perchè venga a trascorrere qualche giorno al Nord ospite a casa nostra. Io non vedo l'ora, Francesco non vede l'ora e anche mio marito. Consapevole del fatto che sarà lui per qualche giorno a doversi trasferire nella camera degli ospiti mentre il mio amante farà l'amore con me nel nostro letto nuziale. Sono gli estremi a cui un cuck deve sottostare. Ora capite il motivo per cui una vera troietta e un cuck si amano da morire e non possono vivere l'uno senza l'altra, presi dalle emozioni che solo loro riescono a provocarsi a vicenda.
Amore ti amo. Ma godo di più facendo sesso con altri.
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13 anni fa
lovelikati,
29/27
Ultima visita: 11 mesi fa
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Donne... 1
Mia moglie, da quando ci siamo trasferiti nella nuova casa, si sente un po' solo e quindi organizza con le vicine una specie di happy hour, ma fino a ieri non sapevo di cosa si trattasse veramente. Io sono sempre fuori per lavoro e lei rimane spesso da sola, così organizzano ( una volta per una) degli aperitivi a casa. Essendo tutte senza figli, le troie, facevano cose mai avrei immaginato facesse la mia dolce, troia mogliettina... Un giorno tornai a casa sulle cinque del pomeriggio e le trovai tutte completamente nude, mi sentivo quasi fuori luogo, pensavo che volessero fare un tuffo in piscina e non avevano il costume, invece.... quelle gran puttane stavano scopando tra di loro a casa mia. Quando sono arrivata una delle mie vicine di casa mi accolse (nuda) dicendomi: "Bisognerebbe che tu scopassi di più con la tua bella mogliettina, perchè se no si da ad altro... guarda vieni con me!" Inutile dire che quando mi ritrovai davanti davanti a quella scena tutto feci tranne che preoccuparmi... La puttana non aveva solo bisogno di cazzo, ma anche di figa.La trovai che si faceva leccare come una vera e propria puttana farebbe da una delle nostre vicine di casa e l'unica cosa che riuscì a dirmi fu. "Amore, sai che Carla è una vera troia? Mi lecca fino a farmi perdere la testa e io sono una gran puttana...! Ero eccitatissimo, insomma a quanti capita di vedere una scena scena così? Le troie vedendo che ero eccitato, e non poco, hanno iniziato a toccarmi i cazzo, a ciucciarmelo... Sapevo di essere solo un oggetto per loro, ma non mi importava volevo scoparmele tutte e vedere cosa sapevano fare... Leggi il seguito...
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13 anni fa
darkangel80,
33/33
Ultima visita: 11 anni fa
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Mia moglie è una rotta in culo
Era una mattina d'estate e, come al solito, mi alzai per andare a lavorare. Prima di uscire dissi a mia moglie che nella tarda mattinata sarebbe venuto l'idraulico per riparare la piccola perdita del lavello della cucina. Non sono neanche molto sicuro che mi avesse sentito e le lasciai un biglietto sul tavolo della cucina. Invece la troia mi aveva sentito bene, tanto che quando sono arrivati i due idraulici lei si fece ritrovare nel suo accappatoio preferito (che aveva le dimensioni di un fazzoletto, a stento le copriva il culo da porca che ha). Arrivati i due idraulici, mi disse, di avergli aperto la porta così come era uscita dalla doccia e di aver chiesto loro se gradivano un caffè. Inutile dire che i due hanno accettato e mentre lei infilava le cialde nella macchinetta disgraziatamente il laccetto del suo accappatoio si era slegato. Mi raccontò che i due nonostante l'imbarazzo non le tolsero gli occhi di dosso e lei per non imbarazzarli (dice lei...) fece finta che non fosse successo nulla e i riallacciò l'accapattoio . Quando diede il caffè ai due notò che avevano il cazzo indurito all'inverosimile per l'eccitazione e come una tria chiese loro se gli fosse piaciuto quello che avevano visto. Mi raccontò che non si aspettava la reazione che ebbe uno dei due, ma che quando il primo le disse. "inginocchiati bella troia e succhiami il cazzo, così vedi se sono imbarazzato o no!" lei non riuscì a resistere e così chiese anche all'altro di poterlo prendere in bocca, ammettendo che le piacciono almeno due cazzi. I due, secondo me, non riuscivano a credere che tutto ciò fosse vero ma il più intraprendente dei due non ci mise tanto a metterla sul divano per leccarle la figa depilatissima, toccarle i seni... mentre lei si spompinava l'altro prendendolo tutto in bocca. Quando arrivai io la trovai mentre faceva una doppia penetrazione, si faceva spaccare il culo e la figa dai due e quando mi vide sulla porta l'unica cosa che mi disse fu: "Amore unisciti a noi, oggi mi sento proprio una troia, voglio tanti cazzi" ed io l'accontentai...
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6
13 anni fa
darkangel80,
33/33
Ultima visita: 11 anni fa
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Nello spogliatoio della palestra...
A scuola ero sempre al centro dell'attenzione dei bulletti... Mi picchiavano e mi sfottevano data la mia sensibilità e il mio essere timido e impaurito... Alle medie, l'ultimo anno c'era questo ragazzo, bocciato due volte, che mi aveva preso di mira, ben preso dai semplici sfotto e scherzi passo al pestaggio fino ad arrivare alla dominazione psicologica... Un giorno vado in palestra per un corso di basket e me lo ritrovo al corso, mi aveva sentito ed era venuto anche lui a provare... Ero disperato, volevo essere lasciato in pace!!! E fu così, inaspettatamente non mi disse nulla e non mi prese in giro... Fu anche simpatico e mi aiuto quando inciampai... Pensai che non era così cattivo in fondo in fondo... Alla fine della lezione, nello spogliatoio tutti erano imbarazzati e si cambiarono velocemente e uscirono tutti tranne io e lui... Io mi avviai verso il bagno e lui mi segui senza che me ne accorgessi... Mi chiuse in bagno insieme a lui e mi fisso... Ero impaurito e mi si avvicino e mi disse:"facciamo un patto... Io non ti sfotto e non ti prendo più in giro, anzi ti difendo dagli altri bulletti se però tu fai una cosa per me..." Io ero sbalordito, e gli chiesi" Cosa??" Mi guardo e si slaccio i pantaloni... "Mi tocchi il pisello..." Io non avevo voglia... Ma se diceva davvero sarei stato al sicuro e in pace... "ma no dai..." dissi... Lui" Guarda che lo devi solo toccare, voglio capire se mi posso fidare se farai davvero quello che voglio...." "Non capisco" risposo" Perchè?" " perchè d'ora in poi finché resta attivo il patto io sarò il tuo protettore e tu il mio protetto... Nessuno ti può toccare e dire nulla..." "Dici davvero???" gli chiese di nuovo ,sempre più incredulo e propenso ad ascoltarlo... "Oggi non hai visto... Sarò così d'ora in avanti..." Allora presi coraggio e glielo toccai da sopra il boxer... Era duro e siccome era più grande di me, era già sviluppato.... Pian piano mi si avvicino e mi spinse la mano dicendomi di tirarlo fuori dai boxer.... Ero ipnotizzato e lo feci... Lo tirai fuori e lo massaggiai... "MMmmm... così, hai capito allora... Sarai la mia puttanella privata... Continua e nn farmi pentire di averti dato questa opportunità...""" Ero nelle sue mani... Mi inginocchiao di fronte e incominciai a masturbarlo come facevo da solo in camera... Gli massaggiavo le palle ed ad un certo punto mi afferro la testa e me lo sbatte in faccia... "Leccamelo ora puttanella, altrimenti ti sfotto a vita..." Ero eccitato e lo feci subito, lo scopri e leccai la cappella come nei film porno... Mi eccitava il sapore forte, lo ingoiai come il calippo... Succhiao e arrivaoi fino allla base, sentivo come se dovessi vomitare ma ignorai e lui mi scopo in bocca, si muoveva su e giu e in pochi secondi mi venne in gola... Ingoiai e deglutii senza pensare e il sapore di sperma mi eccito ancora di più... "Ora è il momento di sugellare il patto.... Metti a pecora e tirati giù le mutande.." Non capivo e facevo tutto in automatico... Nel momento di lucidità senti la sua cappella umida sul mio culetto e gli dissi di fare piano... Mi prese con forza invece, il dolore era enorme, pensavo di morire e cercai di togliermelo da dentro, ma lui mi tenne con forza e si fermo tutto dentro... "Fa male!!!"" gli urlo.... Lui mi dice di rilassarmi e aprire per bene... Mi rilasso piano piano e incomincio a provare solo fastidio e anche piacere, involontariamente mi allargo e stringo e lui ricomincia prima piano e poi con foga, oramai sento poco dolore e tanto piacere... "Continua così puttanella... ora ti riempio!!!" I colpi si fanno più frenetici e poi una serie di fiotti caldi mi riempiono la pancia... Godo e vengo anche io senza toccarmi, resta dentro di me e miprende per i capelli... " Se parli di questo te ne penti, d'ora in poi sarai sempre mia disposizione ok?!"... "Si o... oo..K" blalbetto... "bene risponde... Non preoccuparti, io terro fede alla mia parola fino a quando farai ciò che voglio, intesi?!" "Ok... Sono la tua puttanella d'ora in poi...""" Così mi infilai in un turbine di perversioni... Continua
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13 anni fa
admin, 75
Ultima visita: 1 giorno fa