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Il nostro primo scambio (II)

(Scrive Vanna)

Non era la prima volta che mi stringevo a un uomo che non era Carlo, eppure farlo in quel modo davanti a lui mi eccitò moltissimo. Tenere l’uccello ben duro di Luigi tra le mani, goderne il tatto e farmi penetrare dalle sue dita nella figa bagnata mentre lui era lì a un passo da me a fare la stessa cosa con un’altra, mi fece sentire porca come non mai. Avevo fretta di tenere tra le mie labbra quella bella cappella turgida sulla quale passavo e ripassavo la mia mano. Quando vidi che Giada si era già inginocchiata per succhiare l’uccello di mio marito allora non resistetti e cercai anch’io con la mia bocca l’uccello di Luigi. Luigi però spinse il suo bacino contro il mio sollevandomi la gonna dallo spacco così che la carne nuda del suo pene incontrò la stoffa delle mie mutandine. Istintivamente alzai una gamba aprendo così la strada all’irruenza del suo sesso. Bastò spostare appena la stoffa leggera dei miei slip per sentirlo già fremere voglioso contro la mia leggera peluria, impaziente di entrare. Agevolai la sua voglia perché fremevo dal desiderio di sentire quella verga dura come l’acciaio infilarsi tra le labbra infradiciate della mia figa. Mi dava colpi leggeri mentre continuavamo a girare stretti nel ballo e ogni colpo mi strappava un sospiro che arrivava bene a Carlo. Sentivo il suo sguardo su di me e vedevo come al piacere che gli stava dando la bocca di Giada si sommasse quello ancora più pungente di vedere come sua moglie si faceva scopare, come non aveva e esitato un attimo nel prendere l’uccello di un altro nella figa. “Andiamo di là in camera, lasciamoli soli, poi ci racconteranno” mi sussurrò piano con l’alito caldo nell’orecchio Luigi. Giada annuì con un cenno di intesa a Luigi quando vide che noi due prendevamo la via della camera da letto. Avevano pensato a uno scambio separato. “Non ho resistito, ho voluto sentire come si sta dentro alla tua figa e si sta divinamente, ma adesso fammi godere con la bocca, troia!” Mi disse con una durezza che mi eccitò ancora di più. Così mentre di là sentivo Giada gemere come una gran troia ai colpi che gli infliggeva mio marito, io mi misi finalmente a spompinare Luigi. Poi mi prese ancora alla pecorina, si fece cavalcare, mi rimise sotto. Alternava colpi irruenti con altri più lenti mentre le sue mani non si stancavano di cercare il mio corpo. Mi regalò un orgasmo portentoso mentre schiacciandomi col suo corpo e menando colpi furiosi nella figa mi infilò una due dita nell’ano, da prima indagatrici e poi spietate. Dal soggiorno provenivano rumori che dicevano che anche Giada e Carlo si stavano divertendo come noi, si sentivano forte i gemiti di lei, l’effetto dell’irruenza di Carlo che ben conoscevo. A lCarlo piaceva il culo. Che la stesse inculando? Non ebbi il tempo di far capire a Luigi quanto desiderassi il suo uccello anche nell’altro canale che lui mi chiese di farlo venire con la bocca. Lo succhiai in fretta, con ardore, spingendomelo fino giù in gola. Sentii lo spruzzo di sperma invadermi la bocca proprio mentre immaginavo  di avere anche Carlo dietro di me  che mi inculava. Lo sperma caldo e gelatinoso che scendeva dentro di me contemporaneamente a questa fantasia mi provocò il secondo portentoso orgasmo.

(Fine seconda parte)

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