cp-zaqq
, 45/44 y.o.
Couple
Rome, Italy
Last visit: 5 years ago
- 5 years ago Ieri sera ho fatto un sogno Finalmente riuscimmo ad organizzarci. Noi ed una coppia amica approfittando del pacchetto-viaggio regalatoci, decidemmo una data e un luogo. Fine marzo in un agriturismo nella provincia di Arezzo. Ci incontrammo direttamente lì. Il posto non era precisamente un albergo, sembrava una villa di nobili del ‘700 e le stanze erano di quelle con il soffitto di quattro metri e gli affreschi sui muri. Ci accompagnò nella stanza il proprietario, spiegandoci che la villa quel week-end era piena di ospiti. Per questo motivo, visto che conoscevamo l’altra coppia ci aveva messo in una camera-appartamento con salone comune con divano cucinotto e due camere da letto separate con bagni separati. Ci piaceva fare questa esperienza anche perché ci conosciamo da una vita e più volte siamo anche andati in vacanza insieme. Passammo il pomeriggio in salone e tra una sigaretta e l’altra facevamo quattro chiacchiere mentre le nostre signore sistemavano le valigie nelle rispettive camere. Alle sette ci aspettava una degustazione di vini e di oli come antipasto per una cena nei dintorni. Noi uomini abbandonammo le donne a cambiarsi per la sera e le precedemmo nella sala delle degustazioni. Una piccola saletta con una decina di tavolini tipo ristorante. Mentre il proprietario iniziava i racconti sul suo miglior vino, dava inizio alla degustazione versandoci il primo bicchiere di “Chianti” accompagnato da una fetta di pane toscano con dell’olio versato sopra. Personalmente iniziavo già a dare i numeri per il vino essendo a stomaco vuoto dalla mattina e stanco del viaggio. La sala iniziava a riempirsi di tutti gli ospiti della villa. Principalmente coppiette che avevano lo stesso pacchetto viaggio. Erano tutte coppie che non si conoscevano e noi eravamo l’unico tavolo da quattro. Notai dallo specchio l’arrivo delle nostre signore. Con la coda dell’occhio sbirciai i loro abiti ed seguii o loro passi verso il tavolo. Mia moglie era vestita con un vestito nero con una scollatura evidente coperta solo da uno spolverino lungo che ancora teneva abbottonato. Trasparente al punto giusto per evidenziare la sua quarta di seno. Calze nere, sicuramente autoreggenti, e scarpe nere di velluto tacco 13 e buchino sulle punte. La nostra amica, un vestito colorato, ma decisamente più corta la gonna. Stretto in vita e con una scollatura che ne mostrava le forme del seno tipo push-up. Calze color carne e scarpe col tacco rosse con il fondo dorato. Iniziammo a degustare il vino e arrivato al terzo bicchiere sempre a stomaco vuoto decidemmo di andare a cena. Il ristorante era li vicino e decidemmo di andare a piedi. Un posto di classe con camerieri vestiti di nero servivano ai tavolini con in guanti bianchi. Eravamo dispersi nelle campagne aretine e ci meravigliavamo di quanta gente frequentasse quel ristorante. Ci accorgemmo dopo un servizio impeccabile che era veramente un posto che meritava un piccolo viaggio. Dopo cena facemmo una passeggiata sulla via del ritorno alla villa anche per smaltire le due bottiglie di chianti e una di spumante che avevamo piacevolmente sorseggiato al ristorante. Sicuramente noi uomini avevamo superato le nostre signore nel bere ma, a giudicare dai discorsi e dalle risate che facevano le nostre donne, anche loro avevano dato il contributo nel finire tutto il vino che avevamo ordinato. Al rientro ci aspettava il nostro salone comune, unico punto della villa dove potevamo sederci e fare quattro chiacchiere. Valutammo infatti che la villa non aveva una hall o un salone o un bar dove poter fermarci per stare in compagnia. Arrivati nella camera, decidemmo entrambi di aprire le bottiglie del vino che avevamo acquistato nella degustazione del pomeriggio. Mentre cercavo i bicchieri mia moglie disse di volersi mettere più comoda approfittando del salone che era solo per noi. Tornò dopo un paio di minuti con una camicia da notte di cotone con tutte scimmiette disegnate sopra e chiusa da una serie di bottoni sul davanti. Indossava ancora le scarpe e le calze che con la sottoveste rilevavano chiaramente che erano autoreggenti. Io, tra il brillo e l’ubriaco non capivo se così sarebbe stata più comoda e glielo chiesi. Rispose ad alta voce che era il reggiseno che le dava fastidio e lo aveva prontamente tolto, porgendo alla vista degli amici il suo prorompente seno che sembrava far esplodere i bottoni. Noi maschi ci sedemmo a tavola e le nostre signore si sedettero sul divano, tutti con nostro bicchiere alla mano. Non ricordo di cosa si parlasse, sentivo un caldo pazzesco e continuavo a guardare mia moglie che mai avevo visto così provocante. Continuava a ridere, scherzare e a dare banco su tutti gli argomenti senza rendersi conto che nel frattempo si era accovacciata con le scarpe sul divano mostrando tutta la parte della coscia e del sedere da dove finisce l’autoreggente in su. Gli occhi del mio amico, seduto al tavolino con me, erano fissi su di lei. Mentre la prima bottiglia di vino era già finita ed io ero intento ad aprire la seconda sentivo i discorsi che facevano le due. Parlavano di vacanze, di mare e più si andava avanti nell’argomento e più mia moglie si agitava sul divano mostrandosi ad ogni suo gesto. Mentre versavo il vino mi accorsi che lei stava a cosce divaricate con le scarpe sempre sul divano mentre spiegava all’amica come si era depilata la figa come lei fa per tutta l’estate. Pensavo avesse il perizoma ma evidentemente le dava fastidio anche quello e lo aveva tolto. Rimase così per un paio di minuti e mi accorsi che oramai per le non c’erano più freni. Ero tra l’emozionato e l’ingelosito da questo suo comportamento, non sapevo se eccitarmi o incazzarmi. Aveva esagerato nel bere o stava esaudendo questo mio o suo desiderio? Dal parlare di mare a parlare di sesso fu un passaggio immediato. Ormai ero eccitatissimo e mi era venuto duro come un sasso. Non mi accorgevo neanche che i nostri amici erano rimasti li a guardare, lui con gli occhi fissi sulla mia donna e lei, che ormai aveva tolto le scarpe e si era semidistese sul divano, col bicchiere in mano che sorseggiava. La mia signora continuava a dare spettacolo spiegando le sue posizioni preferite e le sue fantasie e proprio mentre spiegava con un gesto inequivocabile che lei adorava essere presa da dietro a pecora, tirò su la camicia da notte presentando il suo meraviglioso culetto proprio davanti agli occhi del mio amico che continuava a sbarrare gli occhi. In mezzo alle sue cosce racchiudeva una perla completamente depilata e chiaramente fradicia di eccitazione. Mi sono alzato di scatto e mentre mi dirigevo verso di lei sbottonai i pantaloni, arrivai a sfiorarle la schiena con il mio cazzo e la penetrai. Si rese conto immediatamente che oramai la stavo scopando davanti ai nostri amici. Si spostò in avanti per tirarlo fuori dalla sua figa. Io abbassai lo sguardo verso il mio cazzo che era uscito dal suo buco pulsante e completamente bagnato. Subito lo riprese avidamente dentro e disse che era proprio cosi che lei adorava essere scopata. La presi sui fianchi e iniziai a trombarla senza dire neanche una parola. Anche lei ansimava e basta. Prima di venire si girò e si mise a pancia in su sempre sul divano. Mi inginocchiai e la penetrai di nuovo mentre le sbottonavo i bottoni della camicia. Lasciai che il suo seno dondolasse ad ogni mio colpo lento e profondo fino a farla venire mentre le sorreggevo le caviglie con le mani. Mentre godeva stringeva forte il suo seno che ormai non poteva più nascondere ai nostri amici. Anche io ero pronto a goderle dentro ma mi assicurai di bagnarle anche tutto l’esterno della fica depilata mentre emettevo il mio seme e lei si allargava le labbra. Dopo quei secondi con il fiatone e, l’eccitazione che non ti fanno neanche muovere e dove non sai neanche chi sei e cosa stai facendo, mi ripresi e rinfoderai il pisello nei pantaloni. Lei si alzò coprendosi con una mano i seni e con l’altra la figa e ridendo corse nel nostro bagno. Dal bagno sentivamo che continuava a canticchiare. Tornò dopo cinque minuti questa volta col pigiama e le ciabatte, prese il suo bicchiere che era rimasto per terra e disse “dicevamo?”. La serata continuò come niente fosse, parlammo di tutt’altro, andammo a letto verso le tre. La scopai di nuovo, la inculai, fino alle cinque. Sentivamo i gemiti dei nostri amici che stavano facendo lo stesso. La mattina dopo colazione e di nuovo partenza di li a poco. Eravamo contenti di quella esperienza, ci accordammo per le future vacanze al mare…..magari in Sardegna, si pensava. Eravamo sereni, consapevoli di aver fatto un passo voluto da tutti ma sempre soffocato da mille pregiudizi. Passai dal proprietario a comprare una trentina di quelle bottiglie, quel “Chianti” che aveva fatto il primo passo. Non vi dico se da lì abbiamo continuato…. Sappiate solo che l’ultima delle trenta bottiglie l’abbiamo portata con noi in sardegna quell’estate!! 3604 2 13 years ago
- 5 years ago Senza inizio e senza fine! Non ho fatto altro che pensarti ieri… e stanotte…Ho voglia di scriverti, ma come succede spesso, non so dadove iniziare. Che scemo! So già che quando queste ditainizieranno a scaldarsi nessuno potrà fermarle. Iniziando un racconto senza fine e senza inizio.Senza far riposare il cervello, e nel posacenere la PallMall che si consuma da sola. Io leggo il “Codice da Vinci”di Dan Brown; il mio amico, un libro di BrunoVespa. Tu fumi una sigaretta nel corridoio del treno.Entri, e ti metti vicino al finestrino, di fronte a noi.Il tuo seno prorompente esce vistosamente dalla scollaturadella tua camicia sbottonata al punto giusto.I tuoi occhi fissano i miei, ancora occupati nella lettura.Mi accorgo di essere guardato ma un pò per educazione, un pòper timidezza, non alzo lo sguardo.Mi rendo conto al termine della pagina, che forse sarebbemeglio rileggerla. Ti accorgi di questo, e un calore tiattraversa la schiena, non vuoi che iocontinui a leggere, vuoi essere tu la mia lettura. Il mioracconto…Accavalli le gambe con molta lentezza, mostrandomi per unsecondo lo spacco della gonna.Noto che le tue calze sono autoreggenti.I miei occhi vedono tutto, ma solo per un attimo, ormai lalettura è finita. Il libro in mano serve solo come movente,per riuscire a guardarti senza farmiaccorgere.Ma tu lo sai che ti stavo guardando, e questo ti eccita.Ti fa provare delle sensazioni particolari, ogni tanto devichiudere gli occhi per frenare i tuoi impulsi, e la tuapelle si riempie di brividi.Conosci il tuo corpo e sai come usarlo per attirarel’attenzione della tua preda. Stai solo pensando alla mossada fare, devi stupire, ed hai tutto il tempo chevuoi.Immagini di toccarti, lì davanti a me.Allargando le gambe e mostrando il tuo pube, godendo lì,senza limiti. Mentre davanti a te, qualcuno si masturba,facendo cadere a terra il succo delproprio orgasmo. Ma non puoi, non adesso.La tua gamba accavallata che dondola mentre guardi fuori dalfinestrino.Cosa fare, come fare a rompere il ghiaccio, a superare illimite.Sei eccitata, guardi il mio sesso sotto i jeans e ti accorgiche anche io lo sono.Le tue fantasie a quella vista viaggiano senza limiti.Riesco a leggere il tuo pensiero, quello che con i tuoiocchi mi vuoi dire.- Scopami il cervello, è l’unica cosa che non ho maiconcesso a nessuno. -Il treno corre e non dovrebbe fare piùfermate.Immagini di slacciare i miei jeans, e scoprire con sorpresache il frutto del tuo desiderio, è proprio come lo staviimmaginando: duro e rigido. Lo prendi in bocca e inizi asucchiarlo come se la tua fame fosse infinita.Io faccio finta di leggere…Ti accorgi che la tua perla cerca il suo pasto.Le contrazioni si fanno sempre più forti, mentre sei inginocchio davanti a me, lo vuoi dentro.Ti accorgi troppo tardi che stai godendo da sola senzatoccarti.E mentre godi, e stringi le labbra per gli spasmi del tuoorgasmo, ti accorgi di avere la bocca piena del mio seme.Io faccio finta di leggere…Ma non puoi, non adesso.Il mio amico esce a fumare nel corridoio.Rimane lì, fuori dallo scompartimento, con il suo libro inmano.Il rumore degli scambi del treno fa da ninna nanna allamaggior parte delle persone sul treno.A me no… non riesco a dormire sul treno, troppa luce,forse.Tu guardi ancora fuori dal finestrino e sei più nervosa.Le tue labbra si fanno irrequiete, le gambe non si dannopace, continui a muoverle senza un ritmo preciso.Quando cambi la posizione delle gambe ti soffermilasciandole aperte, le dondoli cercando di far entrare ariaper raffreddare il tuo fiore.Io sono sempre a pagina 122… e non riesco a muovermi dalì.Il mio racconto ormai è diventato un altro, e non ricordopiù neanche cosa sto facendo su quel treno e dove stiaandando.Mi accorgo dopo un po’ che non indossi nessun indumentointimo.Approfittando di un raggio di sole che penetra tra le tuegambe mi rendo contoche la tua orchidea è liscia, lucida e bagnata.Io faccio finta di leggere…Siamo quasi arrivati e sei sempre più nervosa.Il mio amico è ancora fuori che fuma.Tu non sai come interrompere il momento di stallo che si ècreato.Le tue viscere ribollono e sei egoista di godere.Immagini di metterti in piedi davanti a me, tiri su la gonnaper scoprire tutto il tuo essere donna.Accartocci la gonna, intorno alla vita facendo attenzione afissarla bene, affinché non venga giù al primo sussulto.Mi viene istintivo allargare le mie gambe.Ti giri, hai fretta, lo vuoi dentro.Vuoi sentire il calore del mio sesso, sentirlo premere sullepareti del tuo intimo. Far abituare le mie dimensioni alletue per poi giocare senza limiti.Io faccio finta di leggere…Ti giri mostrandomi il tuo sedere, non mi dai il tempo digustarlo, perchè le tue mani lo deformano, lo allargano, perprepararsi e sedersi sopra il tronodella tua perversione. Infatti scivoli giù, e con moltacautela, piano piano, lo infili tutto, nondici niente, chiudi solo gli occhi.Guidi con la mano il mio sesso dentro la tua perla, rimaniun po’ lì seduta, non ti aspettavi che arrivasse fino infondo, e stai aspettando che le tue contrazioni si plachino.Ti appoggi con una mano sulla poltrona di fronte e provi atirarlo fuori tutto, per poi rimetterlo dentro senzatoccarlo.Vuoi essere sicura che gli umori abbiano lubrificato tuttal’asta.Adesso puoi continuare, dando uno sguardo al bastone chepulsati accorgi che è completamente intriso di liquido.Il tuo orgasmo è un’esplosione di piacere che ti prende.All’improvviso ti accorgi che fuori dallo scompartimento ilmio amico ha messo da parte il libroper gustarsi con la mano tutta la scena.Ogni tanto controlla che nessuno arrivi.Con una mano appoggiata al vetro dello scompartimento el’altra infilata nei pantaloni, inizia a masturbarsi.Tu ti accorgi della chiazza che si è formata nei suoipantaloni. Dei suoi occhi rivolti all’indietro edell’equilibrio che perde per un attimo. Ecco che un altroorgasmo ti raggiunge, devi abbandonare le mie palle chestringi avidamente, per poggiare anche l’altra mano sullapoltrona per sorreggerti a quell’ulteriore orgasmo.Le gambe non ti reggono, le ginocchia si appoggiano tremantisul pavimento. Ti ritrovi in ginocchio, per terra carponi,in uno scompartimento del treno. Quando gli spasmi si fannovia via più leggeri, ti accorgi di essere ancorapiena.Io faccio finta di leggere…Sei piena anche dietro, non ti sei accorta, ma stai godendodi nuovo. E senza resistere nascondi il tuo volto premendolosulla poltrona. Urli, godi… ma il suono della tua voce èsoffocato dal cuscino del sedile.Sento che sto per venire anche io, mentre stringo fra lemani il mio libro. Senti il calore dei miei spruzzi sul tuosedere, lo vuoi ancora… ancora perun attimo, per spremergli le ultime gocce di succo.E’ un orgasmo unico e inarrestabile che ci fonde insieme.Ma non puoi… non adesso. Il mio amico rientra nelloscompartimento, accenna un sorriso. Lo guardo e dico: – Misa che siamo arrivati. – Prima di uscire dalloscompartimento, mi soffermo un attimo. – E’ stato un piacereaverla conosciuta, Marta, ci sentiamo – dico. – Ok -sento rispondere. Il treno riparte. Tutto un sogno?Sicuramente, però ti senti strana, gli addominali ti fannomale, allarghi le gambe e tocchi la tua perla, controlli ledita e ti accorgi che sono fradice. Hai dormito un po’.Questo rumore di scambi ti ha fatto da ninna nanna ed haisognato.- Magari farli più spesso questi sogni – ti dici.Guardi fuori dal finestrino, sorridi strofinandoti le ditaancora bagnate. E pensi… – Come faceva a sapere il mionome! 3660 1 13 years ago