{"linkButtonClass":"stories-filter__top-new-button button button_default","href":"\/aggiungi-racconti","title":"Aggiungi racconto","displayFirstSpan":true,"firstSpanClass":"stories__top-new-button-icon","firstSpanContent":"\n<svg class=\"svg-icon icon-add-button-icon\">\n <use xlink:href=\"\/build\/sprite-b7d274ecdc5bb7bee640a34835e80959.svg#add-button-icon\"><\/use>\n<\/svg>","displaySecondSpan":true,"secondSpanClass":"stories__top-new-button-text","secondSpanContent":"Aggiungi racconto","checkDeactivatedProfile":true}
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Sesso Anale
Il sesso anale (in alcuni casi chiamato anche sodomia, in riferimento al racconto biblico della distruzione di Sodoma) è una pratica del comportamento sessuale umano. Consiste nell'inserzione nell'ano e nel retto, del pene, delle dita, della lingua, di giocattoli sessuali o di altri oggetti, allo scopo di ricavarne piacere.Il sesso anale può risultare piacevole sia per chi penetra sia per chi viene penetrato. L'ano contiene infatti molte terminazioni nervose dello stesso tipo di quelle del pene e del clitoride. Nei maschi la presenza della prostata, solitamente la zona erogena maschile di maggiore sensibilità, se stimolata in modo adeguato, è una significativa fonte di piacere durante la penetrazione. In modo analogo, nelle femmine, la stimolazione di una parte dell'utero, solitamente poco coinvolto nel coito vaginale, può offrire un livello di piacere altrettanto intenso. Spesso la donna associa alla penetrazione anale la masturbazione clitorideae/o vaginale, la quale, oltre a moltiplicare il piacere, contribuisce arilassare la muscolatura anale, agevolando la penetrazione.Considerando che la zona anale contiene terminazioni nervose inquantità molto maggiori della vagina, adottando le dovute accortezze daparte del partner, la penetrazione può addirittura risultare piùpiacevole. Alcuni maschi la preferiscono rispetto alla vaginale; laforte stretta sul pene del muscolo dello sfintere,può offrire una sensazione di maggior piacere, e nel caso il passivo(quello penetrato) raggiunga prima l'orgasmo, le conseguenticontrazioni ritmiche dello sfintere sul pene del partner attivo, nestimolano a sua volta l'orgasmo.D'altra parte, specialmente per il soggetto passivo dellapenetrazione e in particolare le prime volte in cui lo si pratica, ilsesso anale può anche risultare molto doloroso e addirittura provocarelesioni all'ano.Tra gli eterosessuali il sesso anale viene statisticamente praticato con più frequenza nelle coppie stabili. Fra le lesbiche sembra che lo stesso venga praticato pocoGeneralmente il soddisfacimento che deriva da questo tipo dirapporto non è solo conseguenza di sensazioni fisiche ma anche delpiacere psicologico di infrangere un tabù, spesso riconducibile all'educazione cattolica e/o monoteista, la quale, in genere considera tale pratica sessuale una perversione collegata con entità maligne, pertanto vietata. Il sesso anale è ancora un tabù in alcune culture ed è illegale sotto alcune giurisdizioni.Secondo voci non confermate sembra che il sesso anale sia in crescita come numero di praticanti che dichiarano di farlo.// if (window.showTocToggle) { var tocShowText = "mostra"; var tocHideText = "nascondi"; showTocToggle(); } //]]> Rischi e precauzioniIl rapporto anale praticato senza precauzioni, ovvero senza profilattico, espone ad un alto rischio di contrarre malattie sessualmente trasmissibili (come l'AIDS o la sifilide). Alcuni patologi hanno inoltre ritenuto opportuno definire una sintomatologia nota come "gay bowel syndrome" o sindrome viscerale, collegata con questa pratica sessuale, che ingloba varie patologie come condilomatosi genitale, emorroidi, proctite infettiva batterico-micotica, fistole anali, ascessi rettali, ragadi anali croniche, amebiasi, gonorrea, sifilide, ulcere anali e linfogranuloma venereo di Nicholas - Favre e congestione prostatica. L'ano non è in grado di lubrificarsi autonomamente come avvienenella vagina, pertanto generalmente durante l'atto, viene prestatamolta attenzione alla lubrificazione della zona interessata; nel casoil partner sia femmina e abbia una fuoriuscita di liquido vaginale inquantità adeguata, dato le sue caratteristiche, può essere usato alloscopo, portandolo con le dita sull'ano, in circostanze particolariviene usato anche lo sperma,altrettanto efficace. Negli altri casi occorre ricorrere ad unalubrificazione esterna. Generalmente chi pratica sesso anale, ricorre agel a base d'acqua (lo stesso usato per visite ginecologiche o per lubrificazione vaginale) reperibili in farmacia, nei sexy-shop.È meno frequente e spesso riconducibile ai neofiti, l'uso di pomate a base di vaselina, olii cosmetici o alimentari, burroalimentare; sebbene questi prodotti appaiano sul momento efficaci,rispetto al gel oltre a non offrire lo stesso confort, sonosconsigliabili perché potrebbero essere fonte di irritazioni, reazioniallergiche, o accelerare il deterioramento del profilattico.Occorre altresì dire, nel caso dei neofiti, che questa praticaandrebbe iniziata per gradi; non sono rari i casi in cui la donna,nonostante sia disposta a sottoporsi al rapporto, dopo i primitentativi non riusciti, si convinca di non essere in grado, perconformazione fisica o per soglia di resistenza al dolore, di sostenerela penetrazione del partner. La dilatazione anale richiede unapreparazione graduale progressiva, protratta anche per giorni osettimane. Il partner, con l'ausilio di un buon lubrificante, deveiniziare con l'uso delle dita, a massaggiare delicatamente l'anointernamente con moto rotatorio e lento, prima un dito, poi due e cosìvia, in questo modo, dilatandolo in modo lento e progressivo, sipredispone il muscolo anale a rilassarsi completamente in previsionedella penetrazione, un valido ed ulteriore ausilio tecnico puè esserecostituito dai butt-plug.Nel caso (sconsigliato) non si faccia uso del profilattico e si voglia evitare il rischio di una gravidanza, occorre fare molta attenzione che lo sperma, durante la sua normale fuoriuscita dall'ano, non venga a contatto con la vagina.Un comportamento rude e brusco o l'uso di oggetti non adatti aquesto uso, potrebbero causare lacerazioni alla muscolatura e/o alla mucosarettale con conseguenti lesioni sfinterali che devono esseretempestivamente valutati da un medico. Escludendo questi comportamentinon sembrano esistere casi documentati di perdita della continenza fecale procurati da sessualità anale. Uno studio dell''American Journal of Gastenerologynon ha individuato differenze significative nel livello di incontinenza(in un campione di 58 persone) fra individui omosessuali analmentericettivi ed eterosessuali senza esperienze di sesso anale Varianti Al sesso anale sono associate numerose varianti tra le quali:l'uso di clisteri sia a fini igienici sia come gioco di ruolo nell'ambito sottomissione/umiliazione;l'uso di "butt-plug" (letteralmente: tappi anali) di variegrandezze e forme, si indossano sotto la biancheria intima per archi ditempo più o meno lunghi, anche durante il disbrigo dei lavori domesticio sul posto di lavoro; sono anche utilizzati per il "training anale"cioè l'allargamento progressivo dell'ano per rendere più agevole lapenetrazione con il pene;il cosiddetto "fisting"cioè l'introduzione dell'intera mano nell'ano del ricevente. Talepratica può risultare molto pericolosa, tenuto conto dellaconformazione dell'anatomia umana in prossimità dell'intestino.
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Identità di Genere
Identità di genere
Il concetto di identità di genere, in alcune correnti della sociologia sviluppatesi negli Stati Uniti d'America a partire dagli anni settanta del Novecento, viene utilizzato per descrivere il genere
in cui una persona si identifica (cioè, se si percepisce uomo, donna, o
in qualcosa di diverso da queste due polarità). Secondo i ricercatori,
l'identità di genere può avere origini biologiche, tra cui lo sviluppo
e i fattori ormonali durante la gestazione, e venire in seguito
infuenzata dall'ambiente sociale e culturale in cui nasce il bambino o
la bambina, per poi consolidarsi dopo i due anni di età[1].
Non c'è comunque un'età precisa e risulta molto variabile anche l'età
in cui potrebbero sorgere eventuali problemi legati all'identità di
genere
"Identità di genere" in relazione a "ruolo" e "sesso"
Nella maggioranza della popolazione, l'identità, il ruolo di genere e il sesso biologico corrispondono (persone "cisgender"). Ad esempio, una donna cisgender:
ho gli attributi femminili (sesso)mi sento donna (identità)gli altri mi percepiscono donna (ruolo)
Idem nel caso di un uomo cisgender, dove però ovviamente sesso, identità e ruolo di genere saranno al maschile.
L'identità di genere è il modo in cui un individuo percepisce il proprio genere: questa consapevolezza interiore porta ad dire "io sono uomo" o "io sono donna".
Prima del XX secolo, il sesso di una persona era determinato
esclusivamente dall'apparenza dei genitali. In seguito, con la scoperta
del DNA e dei cromosomi,
ci si basò su questi per meglio determinare il sesso: era femmina chi
aveva genitali considerati femminili e due cromosomi XX, mentre era
uomo chi possedeva genitali considerati maschili insieme ad un
cromosoma X e uno Y. Tuttavia alcuni individui hanno combinazioni di
cromosomi, ormoni e genitali che non seguono le definizioni
tradizionali di "uomo" e "donna", mentre tra un individuo e l'altro i
genitali possono variare nelle forme o in alcuni casi presentarsi più
di un tipo di genitali o genitali difficili da classificare. Anche gli
attributi corporei correlati al sesso di una persona (forma del corpo,
peli del viso, timbro della voce ecc.) non sempre corrispondono con
quelli attribuiti al loro sesso basato sui genitali.
Ricerche recenti suggeriscono che circa il 2% delle nascite presenta
caratteristice più o meno divergenti da quelle assolutamente maschili o
femminili, ma la percentuale di casi che ricevono una chiurgia
"correttiva" è stimata intorno a 0.1-0.2%.
Nel caso delle persone transgender le espressioni relative al genere
differiscono dai canoni tradizionali, in relazione al sesso cromosomico
o basato sui genitali.
Il caso che permette di comprendere più facilmente come sia
necessario distinguere fra sesso e identità di genere è quello in cui
vengano rimossi i genitali esterni: quando questo avviene, o per un
incidente o intenzionalmente, la libido
e la capacità di esprimersi nell'attività sessuale cambiano, ma
l'identità di genere può restare invariata. Uno di questi casi è quello
di David Reimer, riportato nel libro As Nature Made Him
di John Colapinto: nel libro viene mostrata la persistenza di
un'identità di genere maschile e la tenace aderenza al ruolo di genere
maschile, in una persona che ha perso il pene subito poco dopo la nascita, per via di una circoncisione
sbagliata, nonostante, per "rimediare" al danno, il soggetto fosse
stato riassegnato costruendo chirurgicamente i genitali femminili.
Anche in casi di persone intersessuate "corrette" alla nascita si
riscontrano situazioni simili.
In vari casi, l'identità di genere di una persona può contrastare
fortemente con la sua apparenza esteriore maschile o femminile:
l'identità di genere va quindi oltre il sesso dell'individuo dedotto
dall'esaminazione dei genitali esterni e (in età adulta) dai caratteri
sessuali secondari.
Il termine tuttavia può essere usato anche per riferirsi al genere
che comunemente viene attribuito all'individuo, in base alle
caratteristiche tipiche del suo ruolo di genere
(vestiti, stile dei capelli, modo di parlare e di esprimersi,
atteggiamenti ecc.). Il ruolo di genere riguarda dunque un insieme di
elementi che suggeriscono esteriormente, quindi agli altri, la
categorizzazione sessuale di un individuo. Gli aspetti che vengono
associati ad un genere piuttosto che l'altro variano sensibilmente a
seconda della società, del periodo storico e del contesto culturale in
cui vive una determinata persona: in alcune società, la
categorizzazione è particolarmente rigida e polarizzata (una certa cosa
"è da femmina", un'altra cosa "è da maschio" e così via, definiti
secondo gli stereotipi di maschio e femmina), mentre la determinazione del sesso
è basata esclusivamente sugli organi genitali e attributi secondari
esteriori, per cui il ruolo di genere riguarda anche quel tipo di
attività e modi di esprimersi che vengono ritenuti opportuni e
appropriati a seconda degli organi genitali esterni degli individui (di
conseguenza, se queste attività e modi di esprimersi non sono ritenuti
corrispondenti ai genitali dell'individuo, vengono ritenuti inopportuni
e inappropriati e possono verificarsi diversi tipi di reazioni).
Anche la lingua e la tradizione in molte società prevedono una
categorizzazione degli individui o come maschi o come femmine, ma non è
così ovunque. Alcuni esempi:
Nella cultura del subcontinente indiano, le persone chiamate hijra
in genere non vengono considerate né uomini, né donne e hanno un ruolo
di genere differente. Nella maggior parte dei casi si tratta di
individui biologicamente maschi o intersessuali, ma sono presenti anche
individui biologicamente femmina.Società nella storia in cui gli eunuchi avevano dei ruoli prestabiliti.Fra i nativi americani, esistono categorie di genere multiple e alcune persone vengono chiamate "due spiriti".In alcune società polinesiane, le persone chiamate fa'afafine vengono considerate un "terzo sesso"
accanto al genere maschile e quello femminile. Sono biologicante
maschi, ma si vestono e si comportano in un modo considerato
tipicamente femminile. Secondo Tamasailau Sua'ali', almeno a Samoa, sono spesso fisiologicamente
incapaci di riprodursi; inoltre queste persone non vengono discriminate
e neanche trattate con condiscendenza, infatti vengono ritenute
appartenenti ad un genere sessuale naturale.
Problemi di discordanza col sesso biologico
Esistono persone nelle quali l'identità di genere e sesso biologico non corrispondono (le persone transgender, transessuali e diversi individui intersessuali): questa discordanza provoca una serie di conflitti interiori e di sofferenze e prende il nome di "disforia di genere" o viene diagnostica come disturbo dell'identità di genere (DIG). Oltre a queste difficoltà individuali, le persone disforiche subiscono ulteriori complicazioni e sofferenze (tra cui mobbing, discriminazione, violenza)
in quelle società o ambienti sociali in cui non vengono ammessi o
accettati degli atteggiamenti di espressione sociale (ruolo di genere)
differenti dal sesso biologico dell'individuo (transfobia).Cause di discordanza
Uno dei motivi di questa discordanza nelle persone intersessuali è
che alcuni individui hanno un sesso cromosomico che non si riscontra
nei loro organi genitali, per cause ormonali o anomalie cromosomiche, come la sindrome di Turner o la sindrome di Klinefelter: queste persone possono apparire esteriormente di un sesso (anche diverso da quello cromosomico), ma identificarsi nell'altro.Le cause nel transgenderismo o transessualismo sono meno chiare: sono state oggetto di diverse speculazioni e teorie, ma allo stato attuale delle ricerche, finora nessuna è stata ampiamente dimostrata.
Soluzioni
Dal 1953(n Italia dal 1982) è diventata possibile la riassegnazione chirurgica del sesso (RCS), con la prima vaginoplastica, mentre per i FtM è disponibile la falloplastica. Una persona che soffra di disforia di genere
può dunque cercare queste forme di intervernto medico per far
coincidere il proprio sesso con la propria identità di genere.
L'adeguamento del sesso non si limita, almeno in Italia alla sola operazione chirurgica, ma consiste invece in un lungo percorso di transizione,
alla fine del quale, per la legge italiana, l'individuo viene
riconosciuto appartenente a tutti gli effetti nel genere in cui si
identifica.
Alcune persone con disforia di genere mantengono i genitali nella
forma in cui son nati, ma vivono comunque un ruolo di genere coerente
con la propria identità di genere. Altre persone rifiutano le
tradizionali identità di genere maschile o femminile.
Formazione e sviluppo nell'individuo
La formazione dell'identità di genere è un complicato processo che
inizia col concepimento e coi diversi fattori biologici durante la
gestazione. Si sviluppa quindi durante le esperienze dei primi anni di
vita sotto l'infuenza dei fattori socio-culturali in cui nasce
l'individuo.
Alcune ricerche indicano che l'identità di genere si consolida nella
primissima infanzia e in seguito resta stabile. Queste ricerche si
svolgono generalmente chiedendo a persone transessuali quando si erano
rese conto, per la prima volta, che il ruolo di genere impostogli dalla
società non combaciava con la loro identità di genere Questi studi stimano che l'identità di genere si formi all'età di circa 2-3 anni.
Alcuni tuttavia contestano queste ricerche statistiche, sostenendo
che soffrono di un difetto di campionamento, infatti potrebbero essere
fuorvianti, se non viene interrogato anche un gruppo di controllo per
verificare a che età le persone non-transessuali diventano consapevoli
delle loro identità e ruoli di genere.
Una seconda critica, che viene mossa sulla validità di queste
ricerche, viene dal fatto che la terapia di sostituzione ormonale e la
riassegnazione chirurgica del sesso sono generalmente controllate dagli
psichiatri: una delle cose che viene chiesta, per distinguere fra i
"veri" individui transessuali e gli altri, è infatti proprio a quale
età si sono identificati per la prima volta nell'"altro" sesso. Le
persone transessuali potrebbero perciò sentire di dover dare la
risposta "corretta", per avere più speranze di ottenere gli ormoni. Patrick Califia, autore di Sex Changes and Public Sex,
ha indicato che questo gruppo di persone ha una chiara consapevolezza
di quali risposte dare alle domande del sondaggio, in modo da essere
considerate idonee alla terapia ormonale sostitutiva e/o alla rieassegnazione chirurgica:
« Nessuno
dei ricercatori sembra rendersi conto che loro stessi sono responsabili
di creare una situazione, in cui la gente transessuale deve descrivere
un insieme fisso di sintomi e recitare una storia, che viene
chiaramente elaborata secondo modi prestabiliti, in modo da poter
ottenere dal dottore il permesso per quello che invece dovrebbe essere
un loro inalienabile diritto »
Questo tipo di critiche riguardano principalmente il metodo di indagine
e le "terapie" psicologiche forzate (in contrapposizione ad una
consulenza psicologica come accompagnamento al percorso di
transizione), ma è ritenuta comunque una garanzia una diagnosi che
confermi la capacità di intendere e volere dell'individuo, per
escludere l'eventuale presenza di patologie psichiatriche fuorvianti
(ed esempio schizofrenia), e della reale consapevolezza della persona.
Origine del concetto
Durante gli anni 1950 e '60, gli psicologi iniziarono a studiare lo sviluppo del genere nei bambini, in parte nel tentativo di determinare le origini dell'omosessualità (che all'epoca era ancora vista come un disturbo mentale). Nel 1958, all'UCLA Medical Center, venne avviato il Gender Identity Research Project (Progetto di ricerca sull'identità di genere) per lo studio sugli intersessuali e transessuali. Lo psicoanalista Robert Stoller riportò molti dei risultati della ricerca nel suo libro Sesso e genere (1968) . A lui è attribuita anche l'introduzione del termine identità di genere, durante il congresso internazionale della psicoanalisi del 1963. Anche lo psico-endocrinologo John Money ebbe un ruolo importante nello sviluppo delle prime teorie sull'identità di genere. Fondò nel 1965 all'interno della Johns Hopkins University
la "Clinica per l'Identità di Genere" per pazienti con sintomi
transessuali. Il suo lavoro alla clinica sviluppò e rese popolare la teoria interazionista,
la quale implica che, dopo una certa età, l'identità di genere è
relativamente fluida e soggetta a costanti aggiustamenti. Il suo libro,
Uomo, donna, ragazzo, ragazza (1972)divenne un testo universitario, sebbene in seguito la sua teoria si sia rivelata scientificamente errata. Il caso più famoso studiato da Money fu quello di David Reimer.
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Kama Sutra
Kama Sutra
Il Kama Sutra è un antico testo indiano sul comportamento sessuale umano, ampiamente considerato come l'opera più importante nella letteratura sanscrita sull'amore. Il libro è stato scritto da Vatsyayana ed il suo titolo completo è vÄtsyÄyana kÄma sÅ«tra ("Aforismi sull'amore, di Vatsyayana"). Si crede che l'autore sia vissuto in un'epoca fra il I ed il VI secolo, probabilmente durante il periodo Gupta.
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Composizione
Il Kama Sutra contiene 35 capitoli, organizzati in sette parti,
ognuna delle quali scritta da un esperto nel rispettivo campo. Le parti
sono:
Introduzione (4 capitoli) - sull'amore in generale, il suo posto nella vita di un uomo ed una classificazione delle donne.Sull'unione sessuale (10 capitoli) - una discussione approfondita sul bacio, vari tipi di preliminari, orgasmo, una lista di posizioni sessuali, sesso orale, parafilia, e ménage à trois.Sull'acquisizione di una moglie (5 capitoli) - corteggiamento e matrimonio.Su una moglie (2 capitoli) - il comportamento corretto di una moglie.Sulle mogli degli altri (6 capitoli) - principalmente seduzione.Sulle cortigiane (6 capitoli).Sui mezzi per attrarre gli altri a qualcuno (2 capitoli).
Il Kama Sutra contiene un totale di 64 posizioni sessuali anche
rappresentate. Vatsyayana credeva che ci fossero otto modi di fare
l'amore, moltiplicati per otto posizioni per ognuno. Nel libro queste
sono note come le 64 Arti. Il capitolo che elenca le posizioni è il più famoso e per questo è spesso scambiato per l'intera opera.
Comunque, solo circa il 20 per cento del libro è dedicato alle
posizioni sessuali. Il resto è una guida su come essere un buon
cittadino e parla delle relazioni fra uomini e donne. Il Kama Sutra
descrive il fare l'amore come un'unione divina. Vatsyayana
credeva che il sesso in sé non fosse sbagliato, a meno che non lo si
facesse frivolmente. Il Kama Sutra ha aiutato le persone a godere
dell'arte del sesso in maniera più profonda e può essere considerato
una guida tecnica al godimento sessuale, oltre a provvedere ad una descrizione dei costumi e delle pratiche sessuali dell'India di quei tempi.
Il Kama (in sanscrito piacere o benessere) non è infatti percepito come un peccato, ma è uno dei quattro scopi della vita (purushartha).
La traduzione inglese più conosciuta del libro è quella del 1883 di Sir Richard Burton.
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16 anni fa
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Sessuologia
Sessuologia
La sessuologia è la disciplina che studia gli aspetti psicologici, medici e socioculturali della sessualità.
Nell'ambito della sessuologia si è soliti distinguere:
una branca biologico-medica, che studia i fenomeni della sessualità rispetto alla sua genetica e al ruolo dei sistemi endocrino e nervoso centrale nelle sue manifestazioni normali e patologiche;
una branca psicologica, che analizza la dinamica dei processi relazionali, con particolare riferimento alle teorie psicoanalitiche sulla sessualità infantile e sull'itinerario di maturazione della sessualità nelle fasi orale, anale e genitale;
una branca antropologico-sociale, che studia il valore culturale e semiologico della differenza sessuale nell'organizzazione sociale.
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Transessuale
Con la parola transessuale si indica generalmente una personache persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quelloanagrafico e fisiologico.// if (window.showTocToggle) { var tocShowText = "mostra"; var tocHideText = "nascondi"; showTocToggle(); }Storia del concetto Secondo il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders (Manuale di Classificazione dei Disturbi Mentali, IV edizione, redatto dall'Associazione Americana degli Psichiatri) e l'International Classification of Diseases (a cura dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, X edizione[1]), la persona transessuale, soffre di "disturbo dell'identità di genere" o "disforia di genere" (DIG). Questo senso di distonia e disforianei confronti del proprio sesso di nascita può svilupparsi già neiprimi anni di vita, durante l'adolescenza o, più raramente, in etàadulta.Il termine "transessuale" viene coniato nel 1949 dal dottor David Cauldwell (1897-1959), ma diventa di uso comune dopo la pubblicazione del libro The transsexual phenomenon (Il fenomeno transessuale) del dott. Harry Benjamin, edito nel 1966, che diventa ben presto testo di studio universitario, in quanto è il primo libro che indaga sulla transessualità con un approccio anche nosografico, affermando che si tratta dell'unica patologia classificata come psichiatrica a nonessere curata psichiatricamente. Lo psichiatra infatti non "guarisce"la persona transessuale facendola nuovamente sentire a proprio agio conil suo sesso di origine, bensì avviando la persona a cui èdiagnosticato il "Disturbo dell'Identità di Genere" alle terapieendocrinologiche e/o chirurgiche per iniziare il percorso di transizione.Tale discrepanza è da inquadrarsi nel fatto che per molti decennifra la fine dell'800 e i primi venti anni del '900 la personatransessuale veniva effettivamente sottoposta a tentativi di"guarigione", ovvero di scomparsa del "disturbo", sia attraverso lapsicoterapia, sia attraverso la somministrazione di ormoni del propriosesso genetico.Tali tentativi furono fallimentari e determinarono un numeroelevatissimo di suicidi fra le persone transessuali che subivano talitrattamenti. Soltanto intorno al 1960 si iniziò a pensare che l'unica"guarigione" della persona transessuale si potesse ottenere adeguandoil corpo alla psiche e non viceversa.Il movimento transessuale mondiale rifiuta l'inquadramentopsichiatrico della propria condizione pur essendo consapevole del fattoche la propria condizione richiede l'intervento della medicina pertrasformare la "disforia" in "euforia" o comunque in una stabilizzazione accettabile della qualità di vita. La questione delle causeL'ezio(pato?)genesi del transessualismo è ufficialmente ignota el'inquadramento psichiatrico sembra più uno stratagemma per far sì chele persone transessuali possano accedere alle mutue, ai SistemiSanitari Nazionali dei loro paesi, in attesa che ne venga chiarita lavera eziogenesi.A questo proposito è molto significativa la risposta che la dottoressa Peggy Cohen-Kettenis (docente di psicologia presso la Vrije Universiteit di Amsterdame responsabile del Gruppo sui Disturbi dell'Identità di Genere delDipartimento di Psicologia del Centro Medico della stessa Università,annoverata fra i maggiori esperti internazionali di transessualismo) hadato nel corso di una conferenza tenutasi a Bari il 31 maggio 2003 conferenza.In tale occasione la Cohen-Kettenis, alla domanda posta dal pubblico«Se il "vero" transessuale è colui al quale viene consentito ilcambiamento di sesso, non ha psicopatologia associata, ha un buon esitopost-trattamento, ecc., perché allora i disturbi dell'identità digenere rientrano nel DSM-IV, ossia vengono classificati come disturbimentali?», così rispondeva: «Questo è un buon punto. Credo che leragioni principali stiano fuori dal DSM. Ad esempio, una ragionepratica, anche se non la più importante, è che senza un disturboclassificato nel DSM, in molti paesi le compagnie di assicurazione noncoprirebbero le spese del trattamento. So che è un problema di cui sista discutendo nella preparazione del DSM-V.»Recenti studi, inoltre, sembrano dimostrare sia una predisposizione genetica al transessualismo sia la presenza nelle persone transessuali di un dimorfismo sessuale del cervello opposto al sesso biologico in cui sono nate . Condizione umana e socialeContrariamente a quanto spesso si pensa, la realtà transessualeinveste entrambe le direzioni di transizione: esistono quinditransessuali maschi transizionanti femmina e transessuali femminetransizionanti maschio. Internazionalmente si usa l'acronimo "FtM" per indicare i trans da femmina a maschio e "MtF" ad indicare le trans da maschio a femmina.Sebbene la percentuale di transessuali MtF sia storicamente più elevata rispetto agli FtM, pur rimanendo anche attualmente inferiore allo 0,001%,è altrettanto vero che negli ultimi anni questa percentuale sta andandonella direzione della parificazione. L'apparente "inesistenza" deitrans "FtM" è dovuta sostanzialmente alla maggiore "indistinguibilità"che essi raggiungono con gli uomini genetici.Le persone transessuali, in occidente, pur essendo considerate"malate", subiscono sovente forti discriminazioni in ambito lavorativoe sociale, anche per l'inadeguatezza delle attuali leggi nazionali sulcosiddetto "cambiamento di sesso", ma soprattutto per uno stigma sociale che prende il nome di "transfobia".La transfobia, apparentemente può sembrare una traduzione equivalente dell'omofobia.In realtà i due fenomeni hanno origini diverse, espressioni diverseanche se condividono il destino della discriminazione. Un tentativo didistinguere i fenomeni "transfobia" e "omofobia" è stato fatto da Mirella Izzo, presidente di Crisalide AzioneTrans onlus nell'articolo "Transfobia e Omofobia: differenze e similitudini.Lo stigma sociale della persona transessuale è in genere molto piùelevato rispetto a quello riservato alle persone omosessuali. Inoltre èaltrettanto più elevato per le trans da maschio a femmina rispetto aitransessuali da femmina a maschio. Le motivazioni che possono esseretrovate per questo dato di fatto sono molteplici e controverse:l'omosessualitàè visibile solo all'interno delle tendenze sessuali ed affettive di unapersona mentre la transessualità comporta una netta trasformazione delproprio corpo e pertanto provoca la necessità di una totale inversionedi valutazione della persona;la transessualità da maschio a femmina è più stigmatizzata diquella da femmina a maschio perché viviamo in una societàprevalentemente maschilista nella quale rinunciare alla "virilità"costituisce una ferita più percepibile della rinuncia alla femminilità.In ogni caso lo stigma sociale verso le transessuali MtFè tale da rendere difficile l'inserimento lavorativo delle stesse. Se aquesto si aggiunge che spesso le famiglie ripudiano il figliotransessuale e i costi della transizione, diventa evidente una spintadella stessa società affinché la transessuale si dedichi alla prostituzione per sopravvivere.La prostituzione transessuale è un fenomeno recente che peraltro mette in discussione anche la classificazione degli orientamenti sessuali.A peggiorare la condizione delle persone transessuali è una sorta dicircolo vizioso nel quale la società, attraverso lo stigma, spinge latransessuale alla prostituzione, la quale poi viene dalla stessasocietà identificata come il lavoro unico e possibile delletransessuali, con ciò rendendo l'immagine della persona transessualeequivalente alla prostituzione, all'oggetto sessuale, allatrasgressione.Questo circolo vizioso alla fine determina il peggioramentodell'immagine globale che si ha della transessualità e quindi dellatransessuale in cerca di lavoro. Il percorso di transizione Normalmente, allo stato attuale, una persona che si ritiene transessuale deve in primisrivolgersi ad uno psichiatra che diagnostichi il "disturbodell'identità di genere". Solo dopo questa certificazione puòrivolgersi all'endocrinologo per la terapia ormonale sostitutiva (estrogeni ed antiandrogeni per le trans MtF, testosterone per i trans FtM). Deve inoltre essere assente nel codice genetico ogni riferimento all'intersessualità o pseudoermafroditismo.Senza questa diagnosi l'endocrinologo non potrebbe agire in quanto, inquesto particolare caso, il suo compito è quello di ammalare organisani.Successivamente, o in accompagnamento alla terapia ormonale, lapersona transessuale MtF può sottoporsi a trattamentiestetici-chirurgici (rimozione barba, mastoplastica additiva,rimodellamento di naso e viso, ecc.). Di norma questi interventivengono considerati "chirurgia estetica" e sono a carico della personatransessuale. Per i transessuali FtM di norma non vi è bisogno dichirurgia estetica.Effettuato il trattamento ormonale, secondo la legge 164/82 lapersona transessuale può richiedere al Tribunale autorizzazione agliinterventi chirurgici di conversione sessuale (penectomia, orchiectomiae vaginoplastica per le trans; mastectomia, isterectomia, falloplastica o clitoridoplastica per i trans). Ottenuta sentenza positiva, la persona transessuale ha diritto all'intervento sui genitali a carico del SSN.Effettuato l'intervento, la persona transessuale deve nuovamenterivolgersi al Tribunale per chiedere il cambiamento di statoanagrafico. Ottenuta la sentenza positiva, tutti i documenti d'identitàvengono modificati per sesso e per nome, con l'eccezione del casellariogiudiziario e l'estratto integrale di nascita, documenti che possonoessere richiesti esclusivamente dallo Stato o da Enti pubblici.Alla fine di questo percorso, per la legge italiana un transessualeda donna a uomo diventa uomo a tutti gli effetti, compreso il diritto asposarsi e ad adottare. Lo stesso vale per la transessuale da uomo adonna. Si rende quindi assai difficile o addirittura impossibilerisalire al sesso originario di una persona.
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Omosessualità
Omosessualità
La parola omosessualità definisce l'attrazione sessuale e/o affettiva di alcuni individui verso altri del loro stesso sesso; si differenzia dalla eterosessualità, che vede l'attrazione verso persone dell'altro sesso, e dalla bisessualità, che indica l'attrazione per individui di ambedue i sessi. Tali definizioni riguardano la sfera dell'orientamento sessuale umano, distinto dall'identità di genere fra le cui manifestazioni è compresa la transessualità.
Etimologia
Il termine omosessualità è la traduzione italiana della parola tedesca Homosexualität (creata fondendo il termine greco "omoios", che vuol dire "simile", e il termine latino "sexus", che vuol dire "sesso"), dalla quale poi sono derivate le traduzioni in tutte le altre lingue. Fu coniato nel 1869 dal letterato ungherese di lingua tedesca Károly Mária Kertbeny (1824-1882) (nato Karl-Maria Benkert) che lo usò in un pamphlet
anonimo contro l'introduzione da parte del Ministero della Giustizia
prussiano di una legge per la punizione di atti sessuali fra due
persone di sesso maschile. Sempre Benkert coniò i termini di
"Normalsexualität" (normosessualità) e "Doppelsexualität"
(bisessualità). Solo negli Anni '20 si farà strada il termine di "eterosessuale".
Benkert non era un medico né uno scienziato, bensì un letterato e
soprattutto quel che oggi definiremmo un "militante" omosessuale. La
sua creazione di questo termine fu dunque non un tentativo di
medicalizzare il comportamento omosessuale (come spesso, e a torto, si
legge), ma più semplicemente il tentativo di creare un termine
moralmente neutro che sostituisse quelli in uso all'epoca, soprattutto "pederastia", "sodomia", "omogenia" ed "androtropia". Del resto, negli stessi anni anche Karl Heinrich Ulrichs (1825-1895), un altro militante, aveva coniato allo stesso scopo il termine uranismo, che inizialmente ebbe maggior successo. Nel 1880 il termine "omosessualità" fu ripreso in un'opera scientifica di Gustav Jäger, Die Entdeckung der Seele, dal quale penetrò nella letteratura scientifica, che lo impose al grande pubblico, soprattutto attraverso la celeberrima Psychopathia sexualis di Richard von Krafft-Ebing, nella quale apparve a partire dall'edizione del 1887.
In Italia il termine apparve a stampa nel 1894; mentre l'aggettivo omosessuale era già apparso due anni prima, pur se destinato ad entrare nell'accezione comune solo a partire dagli Anni '30.
Nel corso degli anni il termine "omosessualità" ha assunto connotati
sempre più neutri, anche se il concetto in sé continua ad essere
considerato un tabù nella maggioranza delle culture. Negli anni Cinquanta e Sessanta una parte del movimento di liberazione omosessuale ha cercato di allontanare l'attenzione dal concetto di "sessualità", contenuto in questa parola, sostituendola con omofilia (dal greco omoios e filìa "affetto fraterno"). "Omofilìa" è però caduto in disuso, ed è oggi usato solo all'interno della comunità omosessuale, o da persone anziane, o per riferirsi specificamente a quel periodo storico ("il movimento omofilo
degli anni Cinquanta"). Con lo stesso intento di ricondurre
l'attenzione all'ambito dei sentimenti più che a quello della
sessualità negli ultimi anni è stato introdotta anche l'espressione
"omoaffettività".
In particolare la parola omosessualità ha sostituito, secondo le
intenzioni del suo creatore, termini usati nel passato come l'antico "sodomia", il cinquecentesco "vitio nefando", "inversione sessuale" (coniato nel 1870 da Arrigo Tamassìa)
e altri che avevano connotazioni moralmente negative o indicavano
deviazioni patologiche della sfera sessuale. Ha inoltre dato al
linguaggio corrente un'alternativa ai termini dialettali, che hanno
sempre in sé un significato denigratorio o spregiativo.
Nel caso di omosessualità fra donne, si parla di lesbismo (il termine deriva dall'isola di Lesbo, che fu patria della poetessa Saffo), termine preferito dal movimento lesbico-femminista; totalmente in disuso ed anzi offensivo il termine antico tribadismo (dal greco "tribàzo", "mi sfrego").
La nascita del movimento di liberazione omosessuale ha imposto in tutto il mondo il termine nato dal gergo omosessuale statunitense gay,
inizialmente usato soprattutto per gli uomini omosessuali, ma da
qualche anno usato frequentemente anche per parlare di donne lesbiche.
Un'ala del movimento di liberazione omosessuale (o "movimento LGBT") si autodefinisce inoltre provocatoriamente queer.
Definizione dell'omosessualità
Definire chi sia la persona omosessuale non è cosa agevole. L'omofobia,
del resto, contribuisce a generare talvolta e in alcune culture una
situazione sociale pesante in cui le stesse persone omosessuali
rifiutano per prime, almeno in pubblico, la definizione di
"omosessuale".
Oltre a ciò, il confine fra eterosessualità
ed omosessualità non è affatto netto: vaste aree del comportamento
umano sfuggono a una definizione netta, ad esempio nel caso delle
persone bisessuali.
Oltre che da parte di persone che provano attrazione sessuale e/o
sentimentale sia per persone dell'altro che del proprio sesso (bisessualità in senso stretto), si possono verificare comportamenti omo- o bisessuali in molti altri casi, tra i quali:
comportamenti omosessuali indotti dall'assenza di altre possibilità di sfogo sessuale ("omosessualità situazionale",
per esempio quella che si verifica nelle comunità di persone di un solo
sesso, come le carceri, le caserme o i seminari. Essa è detta anche
"omosessualità di compensazione" o, nei testi più antichi,
pseudo-omosessualità, questa ultima definizione è ormai in disuso);comportamenti omosessuali infantili e adolescenziali (o "giochi"
sessuali), presenti soprattutto nelle società in cui i rapporti
sessuali con persone del sesso opposto sono strettamente riservati agli
adulti, tramite matrimonio o ricorso alla prostituzione ("omosessualità adolescenziale" o "transitoria");comportamenti (anche) omosessuali da parte di persone affette da
alcune patologie mentali, tali da rendere indifferenziato l'oggetto
delle loro pulsioni erotiche;comportamenti omosessuali motivati da ragioni estranee alla tendenza sessuale personale, come per esempio nel caso della prostituzione maschile,
nella quale il bisogno economico può indurre a rapporti sessuali con
persone del proprio sesso anche persone che non sono omosessuali esse
stesse.
Normalmente, quando si parla di "omosessuali", non si
intendono le persone coinvolte nelle situazioni sopra elencate, bensì
le persone che provano attrazione in modo preponderante o esclusivo per
persone del loro sesso anche quando siano al di fuori da tali
situazioni. Tali persone ricercano rapporti affettivi e sessuali con
persone del loro sesso in base a una pulsione interna personale, e non
in base a una scelta indotta dall'ambiente o dalle circostanze.
Quante sono le persone omosessuali?
Le valutazioni sulla consistenza numerica delle persone
prevalentemente o esclusivamente omosessuali sono, fra tutte quelle
legate all'omosessualità, le più soggette a contestazioni e polemiche,
poiché di forte impatto socio-politico.
La statistica è difficile perché la condizione omosessuale è vissuta
prevalentemente nella clandestinità, al punto che vi sono persone che,
pur avendo esclusivamente rapporti omosessuali, rifiutano egualmente di
considerarsi tali, per un fenomeno di dissonanza cognitiva.
Ne consegue che due ricerche, condotte sullo stesso campione,
otterranno cifre molto diverse a seconda del fatto di aver contato le
persone che si comportano da omosessuali oppure le persone che si definiscono
tali. Nel secondo caso le cifre possono essere molto più basse che nel
primo, e possono addirittura corrispondere allo zero, per esempio
interrogando popolazioni fra le quali il comportamento omosessuale sia
considerato gravemente infamante, o sia addirittura punito per legge.
In genere, le stime dei gruppi ostili al movimento gay tendono a
minimizzare la consistenza della minoranza omosessuale, e tendono
quindi a contare solo le persone che si definiscono espressamente tali.
In questo modo si può arrivare a stime anche inferiori all'1%.
Viceversa, le stime di persone legate al mondo omosessuale possono
ampliare la consistenza numerica della realtà omosessuale
comprendendovi per così dire "d'ufficio" anche le persone bisessuali
il cui comportamento sia prevalentemente omosessuale. In questo modo si
può arrivare anche a stime vicine al 10%. È opinione di molti che sia
corretto slegarsi da considerazioni morali socio-politiche, per
addivenire a qualsivoglia conclusione oggettiva su qualunque fenomeno
connesso con le scienze umane e sociali.
Le prime stime (sec. XIX)
Le prime stime, opera di militanti omosessuali come Karl Heinrich Ulrichs, nel XIX secolo, valutavano la consistenza degli "uranisti" nell'ordine di una persona ogni diecimila, cifra che fu allora giudicata esagerata.
All'inizio del secolo XX il sessuologo e militante omosessuale Magnus Hirschfeld
scoprì, in un questionario fatto circolare fra studenti di sesso
maschile, una percentuale di omosessuali di circa una persona ogni
cento. Anche questo dato fu considerato eccessivo ed Hirschfeld fu
accusato dai suoi avversari di manipolazione deliberata dei dati per
"gonfiarli".
Il "Rapporto Kinsey" e la stima del 5%
Quella di Hirschfeld rimase comunque l'unica stima scientifica disponibile fino al 1947, quando uscì il primo dei due volumi del celebre Rapporto Kinsey, dedicato al comportamento sessuale maschile.
Le statistiche fornite da questo Rapporto ebbero un effetto dirompente, suscitando un'infinità di polemiche. Alfred Kinsey
era un biologo e non uno psichiatra, ed ebbe l'idea di applicare anche
alla specie umana il metodo usato nelle ricerche scientifiche,
catalogando i soggetti in base non a ciò che dichiaravano di essere, ma
in base a quello che dichiaravano di avere fatto. Grazie a tale studio
scoprì che la maggior parte dei soggetti studiati aveva avuto
contatti sessuali protratti fino all'orgasmo con una persona dello
stesso sesso almeno una volta nella vita.
Inoltre, il 5% (una su venti) fra le persone studiate aveva avuto esclusivamente
rapporti omosessuali nel corso della sua vita dopo l'adolescenza, e un
ulteriore 5%, pur avendo avuto rapporti con entrambi i sessi, ne aveva
avuti in prevalenza col proprio sesso.
I dati relativi alle donne, editi nel secondo volume, nel 1953,
fornivano percentuali inferiori, ma confermavano che gli atti sessuali
fra donne erano enormemente più comuni di quanto si fosse ritenuto fin
lì.
Questi dati furono contestati con estrema violenza soprattutto da
coloro che, giudicando l'omosessualità un comportamento estraneo alla
natura umana, ritenevano poco credibile che la maggior parte degli
esseri umani l'avesse sperimentata almeno una volta nella vita. Per
screditare l'attendibilità dei suoi studi, Kinsey fu attaccato a
livello personale come pornografo, omosessuale e pedofilo.
Kinsey cercò di ribattere alle critiche con un ulteriore volume
della sua ricerca, che avrebbe dovuto essere il terzo, dedicato
esclusivamente al comportamento omosessuale, ma la Fondazione Rockefeller,
che lo aveva sin lì finanziato, poco soddisfatta delle polemiche
innescate dalla ricerca e soggetta a forti pressioni da più parti, gli
negò ulteriori fondi. La ricerca di Kinsey subì pertanto un drastico
ridimensionamento e da allora le ricerche sulla percentuale di
omosessuali sono compiute con estrema cautela, su campioni limitati,
spesso traendo conclusioni in base al modo in cui gli intervistati si
definiscono anziché in base al loro comportamento effettivo.
Per questo motivo la stima dell"'uno su venti" (cioè del 5%)
continua ad essere considerata come la più attendibile da un punto di
vista scientifico, al punto da essere adottata ufficialmente dall'OMS per valutare l'incidenza dell'omosessualità esclusiva all'interno della popolazione umana.
Bibliografia
Cesar Tripp, La questione omosessuale, Rizzoli, Milano 1977.
(Tripp, già collaboratore di Kinsey, racconta in dettaglio le reazioni
causate dalla scoperta di una consistenza "eccessiva" di persone
omosessuali, fino al taglio dei fondi).
Cause dell'omosessualità
La domanda sulla causa dell'omosessualità ha suscitato, e non solo in tempi recenti, innumerevoli ipotesi e spiegazioni.
Le ipotesi proposte si dividono grosso modo in tre categorie:
Spiegazione innatistica ("omosessuali si nasce"). L'omosessualità è in qualche modo innata:
vuoi per ragioni naturali, simili a quelle che portano naturalmente
una certa percentuale della specie umana ad essere mancina anziché
destrimane (cause cromosomiche; conformazione particolare del sistema
nervoso o di una parte del cervello, specie l'ipotalamo). L'OMS definisce l'omosessualità "una variante naturale del comportamento umano", ma non ha preso posizione rispetto alla possibile causa di tale variabilità;vuoi per conseguenza di un vero e proprio difetto fisico (squilibri ormonali - anche durante la gravidanza),vuoi per altri motivi ancora (ad esempio alcuni autori greci parlano dell'influsso astrologico
quale causa della determinazione della preferenza per le persone dello
stesso sesso, ma questa chiaramente non è una spiegazione scientifica).
Spiegazione psicologica ("omosessuali si diventa").
L'omosessualità è l'effetto di un differente sviluppo della psiche, in
genere maturato da bambini o da adolescenti (così la pensavano in
passato molte - se non la maggior parte - delle branche della
psicoanalisi, della psichiatria e della psicologia). Oggi questa
spiegazione ha perso consensi rispetto al passato, specie rispetto al
secondo dopoguerra, quando era quella prevalente nel mondo scientifico.Spiegazione volontaristica ("non esistono persone omosessuali, ma solo atti omosessuali'").
L'omosessualità non ha "cause". Si tratta di un comportamento appreso
ed acquisito, frutto della volontà del singolo individuo. Va da sé che
questa teoria non spiega alcunché, anche perché ci sono persone che
sono omosessuali fin dalla più tenera età (naturalmente non si tratta
di persone che manifestano un'anomala e precoce sessualità omodiretta,
ma persone che manifestano fin dai primi anni di vita un'affettività
omodiretta). Del resto l'omosessualità si manifesta chiaramente anche
in altre specie animali, a volte in forme anche piuttosto vistose. Fra
coloro che sostengono la tesi volontaristica, le valutazioni divergono
ulteriormente:
per una parte dei sostenitori di questa spiegazione, quello
omosessuale è un comportamento moralmente deviato, causato
sostanzialmente dal vizioper un'altra parte, invece (il pensiero postmoderno e la teoria queer)
è l'effetto della "educastrazione", che ha indotto dall'esterno le
persone a rinunciare, in un senso o nell'altro, alla naturale bisessualità che caratterizzerebbe per natura l'essere umano.
È importante notare che nessuna delle teorie eziologiche
(cioè, relative alle cause) sopra elencate è fino ad oggi riuscita a
raggiungere un grado di affidabilità scientifica tale da potere
escludere tutte le altre, e quindi tale da potere mettere d'accordo
almeno la maggior parte degli studiosi, anche se la teoria innatista
sta guadagnando sempre più ampi consensi, anche in rapporto
all'osservazione dell'omosessualità animale.
Per questo motivo, da un punto di vista scientifico la questione
delle cause dell'omosessualità è da considerare ancora una questione
aperta, sulla quale nessuna risposta può per ora pretendere di essere
definitiva. Si tenga infine presente che, essendo stata l'omosessualità
cancellata dall'elenco delle malattie dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità),
non ha nemmeno senso approfondire ricerche in tal senso, se non per
pura curiosità speculativa. Si ritiene, in generale, che una
qualsivoglia ricerca meriti approfondimenti e/o supporto dell'ente
pubblico quando finalizzata a scopi meritevoli di tutela, quali la cura
di malattie o situazioni psicologiche ego-distoniche. Quantunque, una
tale ingenua affermazione possa lasciar interdetti molti scienziati e
far credere a chi non è addetto ai lavori che le ricerche portate
avanti dalle varie scienze, naturali e non, che non abbiano uno scopo
terapeutico non abbiano senso e valore, bisogna ricordare che la
maggior parte delle scienze hanno uno status epistemologico a carattere
gnoseologico e fra queste anche ed in particolare la psicologia, la
psicologia sociale e la sociologia. Pertanto, il senso a continuare
queste ricerche non soltanto esiste, ma è ben vivo ed evidente.
Omosessualità nella storia
Stato legale dell'omosessualità nel mondo.
Nella storia umana, l'omosessualità ha ricevuto valutazioni molto
diverse, che vanno da una totale accettazione e integrazione fra i
comportamenti socialmente accettati o addirittura alla loro esaltazione
(nelle culture dalla Polinesia), fino alla condanna a morte.
La storia dell'omosessualità è quindi anche una storia degli
atteggiamenti sociali possibili verso un comportamento percepito come
"deviante", ed ha interesse anche da un punto di vista sociologico,
antropologico, politico e in qualche misura filosofico. Per questo
motivo esiste una branca della storiografia che si occupa espressamente
di storia LGBT.
L'atteggiamento sociale verso i comportamenti omosessuali ha
conosciuto momenti di relativa tolleranza, durante i quali la società
ammetteva un certo grado di discussione ed esibizione pubblica del
tema, anche attraverso l'arte e le produzioni culturali (come è
avvenuto per esempio nell'Atene classica, nella Toscana del Rinascimento, o a Berlino e a Parigi nell'anteguerra) alternandoli però a momenti di repressione durissima, come nell'Italia del Trecento, o nell'Europa della Riforma e Controriforma o ancora nel periodo a cavallo della Seconda guerra mondiale, durante il quale persero la vita nelle persecuzioni antiomosessuali diverse decine di migliaia di persone.
Dalla seconda guerra mondiale in poi l'atteggiamento sociale nei
confronti delle persone omosessuali è andato migliorando, anche a
seguito delle battaglie condotte a questo scopo dal movimento di liberazione omosessuale.
Omofobia
Il termine omofobia
indicare la scarsa tolleranza e la repulsione nei confronti delle
persone omosessuali, o le azioni che da esso derivino o che ad esso
siano riconducibili. L'omofobia può arrivare alla violenza fisica e
all'omicidio, motivati dalla pura e semplice omosessualità della
vittima. Da un punto di vista etimologico apparirebbe piu corretto
sostituire il termine con "omosessuofobia" o anche "omoerotofobia.
Omosessualità e religioni
Il tema dell'omosessualità sollecita da millenni l'interesse delle religioni.
La posizione tradizionale di buona parte delle religioni abramitiche (ebraismo, cristianesimo, islamismo) è in generale di ferma condanna degli atti omosessuali, ritenuti contrari al disegno divino e/o alla moralità.
Tuttavia, il dibattito in corso su questo tema ha prodotto e sta
producendo posizioni maggiormente sfumate, sia pure sempre nel quadro
della condanna tradizionale.Cristianesimo
La Chiesa cattolica
è contraria ai rapporti omosessuali, non alle persone in quanto tali
sebbene molti esponenti cattolici sostengano che l'omosessualità sia un
comportamento volontario e quindi controllabile (o curabile). Pretende
la castità.
La Chiesa ortodossa è contraria ai rapporti omosessuali, non alle persone in quanto tali. Da questi, pretende la castità.
Le Chiese Protestanti mostrano diversi atteggiamenti: alcune mostrano maggiore tolleranza, ammettono il matrimonio omosessuale e l'ordinazione di omosessuali nel clero senza l'obbligo di celibato, altre, invece, sono contrarie a qualunque tipo di relazione omosessuale.
I Testimoni di Geova sono contrari ai rapporti omosessuali.
Islamismo
Per lungo tempo è stata punita con la pena di morte. Oggi rimane comunque condannata.
Ebraismo
L'ebraismo ortopratico, o "ortodosso", maggioritario in Israele, condanna l'omosessualità.
Tuttavia negli Usa, dove risiede la maggiore comunità ebraica della Diaspora, la corrente maggioritaria dell'ebraismo, quella riformata, ammette unioni gay e ordina rabbini omosessuali; al suo interno vi sono anche alcune sinagoghe gay.
Buddhismo
Il precetto buddhista circa la sessualità recita "Astenersi da una
cattiva condotta sessuale". Nelle diverse società ed epoche questo
precetto è stato variamente interpretato, ma ha sempre mantenuto il
significato di "non usare il sesso per nuocere agli altri". Questo
esclude alcuni comportamenti violenti (stupro) o che non rispettano i
sentimenti e la dignità propria e altrui (adulterio).
Per un monaco, questo significa semplicemente non avere rapporti sessuali con nessuno: uomini, donne o animali.
Nei paesi in cui si è diffuso il Buddhismo (Sud Est Asiatico, Cina, Corea, Giappone)
non risultano leggi e condanne legali per le pratiche omosessuali,
finché queste non furono introdotte dagli occidentali (in special modo
inglesi).
C'è da registrare che i punti di vista sull'omosessualità sono
diversi e differenziati e vanno da una esplicita condanna (non senza
fraintendimenti sui significati delle parole, come l'episodio relativo
alla condanna dell'omosessualità da parte del Dalai Lama) e la piena
accettazione.
L'attuale Dalai Lama Tenzin Gyatso, leader del buddhismo tibetano, ha condannato gli atti omosessuali con un «No assoluto. Senza sfumature» .
L'orientamento predominante è però quella di una serena accettazione. Per approfondire in inglese , e in lingua italiana
Induismo
Non ci sono condanne esplicite, tuttavia è socialmente vista come negativa. Il fenomeno dei castrati, gli hijra, un tempo diffuso, è oggi più raro
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Androgino
Androgino
L'androgino (dal greco andròs = uomo e gyné = donna) è colui che partecipa della natura di entrambi i sessi.
//
Definizione
"Androgino" è termine piuttosto letterario che scientifico, e viene talvolta considerato e usato come sinonimo di ermafrodito. Questa equivalenza tuttavia non è tecnicamente esatta, poiché ermafrodito è il termine tecnico che, in zoologia e in botanica, indica la presenza contemporanea in un individuo di apparati e caratteri sessuali
maschili e femminili che produce comportamenti differenti a seconda
delle specie in cui si manifesta, e la modalità riproduttiva tipica
delle specie interessate. L'organizzazione riproduttiva delle lumache e delle ostriche, ad esempio, si definisce ermafroditismo (e non "androginia").
Il termine androgino, invece, non allude in alcun modo alle modalità
di riproduzione, e neppure all'orientamento sessuale (non è, cioè,
sinonimo di bisessuale), ma fa piuttosto riferimento a sembianze e comportamenti che provocano, nell'osservatore, quella che Elémire Zolla chiama "l'umana nostalgia dell'interezza".
Cultura
L'androgino nelle religioni
I popoli dell'antichità facevano una netta differenza tra ciò che Mircea Eliade
chiama l'"ermafrodito concreto" e l'"androgino rituale". Un neonato che
presentasse segni di ermafroditismo era considerato dalla famiglia un
segno della collera degli dei, ed immediatamente eliminato, come
accadeva per tutti i neonati gravemente imperfetti.
La sua unica speranza di scampo, soggettivamente, era di essere accolto
nell'ordine del sacro, come vivente rappresentazione della coincidenza
degli opposti e figura che riuniva in sé la potenza magica e religiosa
di entrambi i sessi, di cui acquisiva i poteri attraverso pratiche
rituali. La principale di queste pratiche era il travestimento (il che
rende evidente che non era necessario un ermafrodito concreto, per
agire il rito).
Ancora oggi, in India, gli ermafroditi sono dei fuori casta, e tuttavia hanno una propria collocazione sociale precisissima: la benedizione degli eunuchi
è molto richiesta, ben pagata, e considerata quasi indispensabile ed
eccezionalmente efficace in ogni cerimonia: può cacciare gli spiriti
malvagi, rendere fertile una donna, dare un buon augurio ai novelli
sposi, assicurare alla coppia un figlio maschio.
Del resto nella metafisica induista la polarità maschile rappresentata da Åšiva, e quella femminile rappresentata da Shakti hanno bisogno, per fondersi, di Ardhanarishvara, l'androgino.
In altre culture, l'androginia è connessa allo sciamanesimo e a riti iniziatici.
L'androgino di Platone
Rappresentazione medioevale dell'androgino (XII sec.)
Leonardo da Vinci, il Battista
Dante Gabriel Rossetti, Dantis Amor
La figura dell'androgino entra nella cultura europea con la descrizione che ne fa Platone nel Simposio: è Aristofane,
nel dialogo, che narra di questo terzo genere, non figlio del Sole come
gli uomini, non figlio della Terra come le donne, ma figlio della Luna,
che della natura di entrambi partecipa. Il mito racconta che la
completezza autosufficiente rese gli umani androgini così arroganti da
immaginare di dare la scalata all'Olimpo, e Zeus
(non volendo distruggerli per non privare l'Olimpo dei loro sacrifici),
separò ciascuno di loro in due metà, riducendoli a solo maschio e solo
femmina.
La nostalgia di quella interezza, mai placata, è la radice e in qualche modo la costrizione all'amore (alla brama e all'inseguimento dell'interezza, ebbene, tocca il nome di amore).
L'androgino come archetipo
In occidente il racconto platonico, la sua persistenza e il suo riuso in culture successive come l'alchimia, segnalano nell'androgino l'archetipo della coincidentia oppositorum. Coincidenza e superamento.
La potenza dell'archetipo fa sì che esso continui a percorrere
sotterraneamente tutti i sistemi mitologici che si avvicendano: le
divinità cambiano nome, ma segni ed emblemi trascorrono da una
all'altra, collegandole:
Dioniso,
che per essere uno degli dei più antichi del Pantheon greco è tra
quelli più ricchi, dal punto di vista archetipico, è spesso
rappresentato in forma androgina, ed ha tra i suoi emblemi la pigna,
frutto ermafrodita della specie forse più nota e diffusa nel
Mediterraneo. La pigna (come del resto il tralcio di vite) è anche tra
gli emblemi del Cristo.androgino è anche Tiresia, il veggente cieco dell'Odissea, divenuto tale, dice il mito, per aver assistito al congiungimento di due serpenti sacri (e sappiamo da Delfi come il serpente sia uno dei più antichi simboli delle divinità ctonie, e come, nella forma di Ouroboros - circolare come quella dell'androgino, appunto - rappresenti il globo universale, il tutto, la completezza).
L'androgino moderno
Non va mai dimenticato che l'immaginario legato all'androginia mira
alla completezza e all'integrazione, non solo sul piano religioso o
mistico, ma anche su quello psicologico e dell'immagine. Il risultato è
talvolta ambiguo, ma il bisogno è reale, e perdura nel tempo e nelle
culture.
Nutriti di neoplatonismo e di studi alchemici, gli uomini dell'Umanesimo e del Rinascimento fecero gran conto della figura dell'Androgino.
L'androgino riemerse poi nello spiritualismo mistico che fece da contraltare all'illuminismo a partire dal Settecento, esplodendo poi nel romanticismo, direttamente riferito alla filosofia alchemica. Basti pensare al mondo visionario di William Blake, o a Séraphita, di Honoré de Balzac.
La modernità, non disponendo più di mitografi, scrive saggi o
trattati, ma anche romanzi, sull'androgino. Fra questi ultimi si vedano:
Orlando, di Virginia Woolf;Petrolio, di Pier Paolo Pasolini (incompiuto)Creatura di sabbia, di Tahar Ben Jelloun
L'immagine moderna dell'androgino s'impernia soprattutto su figure femminili: dai preraffaelliti a Klimt, da Greta Garbo a Sarah Bernhardt, alla mitica Twiggy che fra il 1967 e il 1969 condannò le donne all'estetica del pelle-e-ossa.
Nell'immagine maschile, appena superata l'adolescenza, l'estetica
dell'androgino mette in risalto soprattutto l'effetto travestimento -
si pensi a Michael Jackson - e il risultato non sembra più alludere alla completezza, ma piuttosto al doppio mancante.
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Pillola del giorno dopo
Pillola del giorno dopo
La pillola del giorno dopo è un farmaco utilizzato come metodo di intercezione post-coitale (ossia contraccezione di emergenza) durante le 72 ore successive a un rapporto sessuale. Il principio attivo è il progestinico levonorgestrel,
una sostanza presente anche in molte pillole contraccettive, impiegata
però in un dosaggio 20-30 volte maggiore (750 microgrammi).
Non va confusa con la pillola abortiva Mifepristone, nota come RU-486, dalla quale invece si differenzia sia per i tempi di assunzione, sia per i meccanismi di azione.
//
Funzionamento
La pillola del giorno dopo è un metodo di contraccezione
d'emergenza che ha lo scopo di prevenire la gravidanza, in caso di
rapporto sessuale non protetto o in caso di mancato funzionamento di un
metodo anticoncezionale,
bloccando l'ovulazione. In seguito alla sentenza del T.A.R. del Lazio
n. 8465/2001 la ditta produttrice della pillola del giorno dopo è stata
obbligata a scrivere nel foglio illustrativo che il farmaco impedisce
l'impianto dell'ovulo eventualmente fecondato, ma nel 2005 il
Dipartimento di Salute Riproduttiva dell'Organizzazione Mondiale della
Sanità ha chiarito che “la contraccezione di emergenza con
levonorgestrel ha dimostrato di prevenire l'ovulazione e di non avere
alcun rilevabile effetto sull'endometrio (la mucosa uterina) o sui
livelli di progesterone, quando somministrata dopo l'ovulazioneâ€,
escludendo quindi un effetto intercettivo su un eventuale ovulo
fecondato.
Tipi di pillola del giorno dopo
Esistono due forme principali di contraccezione ormonale d'emergenza:
La versione originale, denominata anche metodo Yuzpe, sempre meno in uso, implicava alte dosi di estrogeni
e di progestinico in due dosi a 12 ore di intervallo. Questo metodo è
considerato meno efficace e in genere meno tollerato del farmaco
contenente solamente il progestativo.Il metodo più recente prevede una dose di 1,5 milligrammi di un
progestinico, il levonorgestrel. Il nome commerciale con cui viene
distribuito in Italia è NorLevo®. Questo metodo è conosciuto per essere più efficace, più sicuro e meglio tollerato del metodo Yupze, è disponibile negli Stati Uniti e in Canada con il nome di plan B, in Gran Bretagna e in altri paesi con il nome di Levonelle.
Efficacia
L'efficacia della pillola del giorno dopo dipende dalla tempestività
con cui viene assunta dopo il rapporto sessuale a rischio. È dimostrato
da uno studio dell'OMS
che l'assunzione del farmaco entro le prime 24 ore dal rapporto a
rischio ha un'efficacia del 95%, che scende al 9% entro le prime 72 ore.
Se invece la pillola viene assunta dopo che l'impianto dell'embrione
in utero è già avvenuto, essa non disturba la prosecuzione della
gravidanza.
Avvertenze
Laddove la pillola del giorno dopo venga assunta tardivamente, cioè
a impianto dell'embrione umano nell'utero già avvenuto, essa non
influisce in alcun modo sulla successiva gravidanza; per il suo
meccanismo di funzionamento, tuttavia, la sua assunzione è
controindicata nelle donne che hanno già fattori di rischio elevati per
gravidanze di tipo extrauterino.
Il
levonorgestrel viene smaltito dall'organismo prevalentemente per via
epatica, un uso ripetuto o frequente potrebbe quindi rivelarsi dannoso
per il sistema epatico. Pertanto la pillola del giorno dopo deve essere
utilizzata solo in casi di particolare necessità e non può sostituire
la contraccezione tradizionale.
In alcuni casi è causa di modesti effetti collaterali come nausea, vomito, perdite ematiche, astenia, cefalea, ecc., questi effetti non si presentano comunque nel caso non ci sia un processo di fecondazione o di impianto in atto.
Situazione legale a livello internazionale
Unione Europea
Dal 2002 una Risoluzione del Parlamento europeo sulla salute e i
diritti sessuali e riproduttivi raccomanda ai governi degli Stati
membri e dei paesi candidati di agevolare l'accesso alla contraccezione
d'emergenza a prezzi accessibili
Stati Uniti
Dal 2006, per decisione della Food and Drug Administration, la
pillola del giorno dopo è liberamente venduta tra i medicinali da banco
e quindi non solo nelle farmacie ma anche nei supermercati. Tutte le
donne che abbiano compiuto i 18 anni possono acquistarla senza
prescrizione medica. Permane per le minorenni l'obbligo di
presentazione della ricetta.
Italia
La pillola del giorno dopo può essere venduta solo dietro
prescrizione medica con ricetta non ripetibile. Per poter assumere il
farmaco è quindi necessario rivolgersi a un medico generico o a un
ginecologo. In Italia il diritto all'obiezione di coscienza è concesso
per legge solo nell' interruzione volontaria di gravidanza.
Francia
È disponibile nelle farmacie senza la necessità di prescrizione
medica. È inoltre disponibile gratuitamente nelle scuole anche per
ragazze minorenni, senza l'obbligo di dichiarare la propria identità.
Spagna
Analogamente a quanto disposto in Italia, la pillola del giorno dopo
è disponibile previa prescrizione medica. Tuttavia, poiché la legge
spagnola permette ai Comuni libertà di scelta rispetto a tali ambiti
regolamentari, in alcuni centri, tra i quali Madrid, la distribuzione della pillola del giorno dopo è libera e gratuita.
Svizzera
Dal 2002 è disponibile nelle farmacie senza la necessità di prescrizione medica.
Regno Unito
È disponibile senza la prescrizione medica in tutto il territorio britannico, alcune città come Manchester hanno iniziato in via sperimentale la distribuzione gratuita.
La pillola del giorno dopo è inoltre disponibile senza prescrizione medica nei seguenti paesi: Sudafrica, Albania, Algeria, Belgio, Canada (Québec), Cile, Danimarca, Finlandia, Grecia, Israele, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Portogallo e Svezia.
La polemica italiana sulla illegittimità dell'obiezione di coscienza
La contraccezione post-coitale che utilizza gli estro-progestinici o
soltanto il progestinico (levonorgestrel) ha l'effetto di ritardare
l'ovulazione o di impedirla.
Secondo la Food and Drugs Administration infatti le pillole per la
contraccezione d'emergenza non sono efficaci se la donna è gravida,
poiché appunto queste agiscono solo ritardando od inibendo l'ovulazione, alterando il trasporto degli spermatozoi e degli ovociti nelle tube, in modo da inibire la fertilizzazione, oppure alterando l'endometrio e inibendo in tal modo l'impianto.
La Chiesa cattolica
ha mosso numerose obiezioni all'utilizzo di questo farmaco sostenendo
come, in base a determinate considerazioni intorno al funzionamento del
farmaco, esso abbia una funzione abortiva, se non di fatto almeno nelle
intenzioni.
Benché non si abbiano evidenze che vi sia un'efficacia dopo
l'ovulazione, alcuni studiosi sostengono infatti che il suo effetto sia
invece principalmente di tipo antinidatorio, avvicinando in questo modo
l'azione del farmaco alla pratica abortiva.
Inversamente numerosi autori affermano che la "pillola del giorno dopo"
previene la gravidanza ed aiuta a prevenire la necessità dell'aborto, e
che di per sè non può essere considerata una forma di aborto.
In Italia questo dibattito ha avuto una particolare fortuna,
considerando la contraccezione d'emergenza un forma di aborto infatti,
gli ambienti cattolici vorrebbero, se non vietarla, farla rientrare
nell'ambito della Legge n.194 del 22 maggio 1978,
ovvero sottoporre le donne che vorrebbero assumerla a tutti i controlli
previsti in quel caso, e comunque rendendolo inutilizzabile visto che
la legge prevede in questo caso un tempo di attesa di 7 giorni prima
dell'intervento. Non tutto il mondo cattolico però è contrario
all'utilizzo della pillola del giorno dopo, ci sono infatti medici
obiettori che non considerano il farmaco come abortivo e lo prescrivono
tranquillamente.
In Italia si è quindi sviluppato un dibattito intorno all'esistenza
o meno del diritto da parte degli operatori sanitari cattolici di
ricorrere all'obiezione di coscienza,
cioè di rifiutarsi di prescrivere la pillola alle donne che la
richiedono. A questo proposito nel 2004, su sollecitazione dell'Ordine
dei Medici e degli Odontoiatri di Venezia il Comitato nazionale per la bioetica si dichiarò a favore della possibilità da parte dei medici di effettuare obiezione di coscienza,
se questa non pregidica per questioni di urgenza la salute della
paziente. Va detto però che la posizione del Comitato nazionale per la
bioetica non ha alcun valore vincolante ed è stata spesso contestata.
Nella passata legislatura, nel programma di governo dell'Unione
era presente l'intenzione di togliere l'obbligo della ricetta per la
contraccezione d'emergenza in modo da allinearsi alla maggioranza dei
paesi europei. Tuttavia il punto è rimasto oggetto di discussione: se
da un lato da parte degli ambienti cattolici si rivendica il diritto
all'obiezione di coscienza, dall'altro c'è chi ritiene, ad esempio i radicali
e in generale la sinistra laica, che la struttura o il medico che neghi
il diritto all'accesso a questo farmaco, specialmente se non c'è la
possibilità per la paziente di rivolgersi altrove, commetta reato di
omissione di soccorso e abuso d'ufficio.
A seguito di alcuni procedimenti giudiziari e di alcune inchieste giornalistiche, tra cui un servizio delle Iene
in cui si mostrava la difficoltà nel reperire il farmaco, nei primi
mesi del 2008 si è nuovamente sviluppata la polemica intorno
all'illegittimità dell'obiezione di coscienza nel caso della pillola
del giorno dopo. A tal proposito il Ministro della Salute Livia Turco
ha dichirato che «La pillola del giorno dopo e la contraccezione
d'emergenza vanno garantite in consultori, pronto soccorso e presidi di
guardia medica» invitando «a segnalare tutti i casi nei quali nelle
strutture del servizio sanitario nazionale si incontrino difficoltà per
ottenere la prescrizione della “pillola del giorno dopoâ€Â»
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Dildo
Dildo
Un dildo in silicone
Un dildo è un giocattolo sessuale spesso a forma di pene utilizzato in genere per la masturbazione.
Non tutti gli oggetti fallici
sono necessariamente dei dildo. Alcuni oggetti fallici sono stati
venerati e altri usati come oggetti artistici durante la storia, mentre
i dildo sono tali solo nel caso che abbiano la funzione sopra
descritta. I dildo sono usati da individui di ogni sesso e di
orientamento sessuale, da soli o con il partner.
//
Storia
I dildo accompagnano l'umanità da millenni, come confermato dal ritrovamento di alcune pietre di forma fallica a Gorge d'Enfer, in Francia, probabilmente veri e propri dildo paleolitici, sebbene alcuni
studiosi ritengano questi manufatti semplici rinforzi per le lance. Un
fallo verde, con ogni probabilità utilizzato come dildo e risalente,
secondo gli esperti, a 4000 anni fa, è attualmente esposto al Museo dell'Antica Cultura Sessuale nei pressi di Shanghai. I dildo erano utilizzati anche nell'antica Grecia, intagliati nel cuoio dai calzolai, e chiamati olisboi (al singolare olisbos). Secondo alcuni interpreti, di dildo si parlerebbe figurativamente anche nella Bibbia: Con
i tuoi splendidi gioielli d'oro e d'argento, che io ti avevo dati,
facesti immagini umane e te ne servisti per peccare. (Ezechiele 16:17)
Etimologia
La parola "dildo" è probabilmente una storpiatura dell'italiano "diletto" . La parola potrebbe anche derivare dall'inglese "Dil Doul", un'espressione - che significa pene eretto - utilizzata in una vecchia canzone intitolata "The maids Complaint for want of a Dil Doul" (La protesta delle nubili che vogliono un Dil Doul).
Cos'è un dildo
Non tutti concordano sull'esatta definizione di dildo. Generalmente
si ritiene che un oggetto simile ad un fallo per forma, misura e
aspetto complessivo che non vibra sia un dildo. Per alcuni, vanno considerati dildo pure i manufatti con le caratteristiche suddette in grado di vibrare. Altri invece parlano in quel caso di estensioni.
Alcuni chiamano dildo anche oggetti che non assomigliano a un pene ma
sono appositamente progettati per la penetrazione vaginale, e anche su
questo punto c'è dissenso. Una corrente di pensiero include fra i dildo
i manufatti per la penetrazione anale, un'altra no.
Materiali
I primi dildo erano fatti di pietra, legno, cuoio, cera o
porcellana. Tra questi sono rimasti molto popolari i dildo di cuoio
riempiti di cotone o stracci. I dildo di gomma, irrigiditi solitamente
da un'anima di metallo, furono commercializzati per la prima volta
negli anni '40.
Tali oggetti erano alquanto pericolosi: la presenza della barra di
metallo e la facile deteriorabilità della gomma esponevano l'utente al
rischio di seri incidenti.
In seguito, si sono diffusi i dildo in PVC. Molti dei dildo venduti oggi, soprattutto quelli più economici, sono prodotti con questo materiale.
Sono stati realizzati dildo di metallo cromato ed hanno riscosso un certo seguito, specialmente nei circoli BDSM. Non sono particolarmente comodi perché non sono flessibili.
Gli anni '90 hanno visto il boom dei dildo di silicone,
un trend che è continuato parallelamente al ribasso dei prezzi. Sono
facili da pulire e non emanano il caratteristico odore di plastica del
PVC. Costosi al loro ingresso sul mercato, ormai hanno prezzi
ragionevoli, e ciò ne fa un'ottima scelta per utenti alle prime armi.
Il silicone assorbe bene il calore corporeo ed è un eccellente
conduttore di vibrazioni. Il silicone inoltre è un materiale di alta
qualità (specialmente rispetto all'economica gelatina di cui sono fatti
alcuni dildo), sterilizzabile con acqua bollente o candeggina.
Più recentemente sono stati commercializzati dildo di vetro borosilicato (Pyrex).
Sono costosi e rigidi, ma riscuotono successo, anche perché possono
essere portati alla temperatura corporea con semplice acqua calda e
sono sterilizzabili mediante bollitura.
Un altro nuovo materiale è il Cyberskin, simile - alla vista e al tatto - alla pelle umana. Il Cyberskin garantisce un particolare realismo,
però è un materiale poroso che non può essere sterilizzato, diventa
appiccicoso dopo il lavaggio (inconveniente al quale si può rimediare
con farina di grano) ed è molto più delicato e deteriorabile del
silicone.
Problemi sono stati riscontrati con i dildo di PVC e gelatina perché contengono ftalato,
un ammorbidente aggiunto a certi materiali plastici, utilizzato anche
per custodie di CD, contenitori alimentari ed altri giocattoli morbidi.
Lo ftalato può entrare in circolo attraverso le membrane mucose della
bocca, della vagina e dell'ano, e alcuni studi lo collegano ad malattie
come cancro e difetti prenatali. I prodotti in PVC e gelatina, inoltre,
non possono essere sterilizzati.
Forma
Molti dildo assomigliano al membro maschile, dettaglio più dettaglio meno. Molte femministe
reputano discutibile l'uso del pene per varie ragioni; perciò sono
stati prodotti dildo di svariate forme alternative. Ce ne sono di
artistici, modellati sulle figure di dee, o di più semplici e più
funzionali alla stimolazione genitale. In Giappone molti dildo rappresentano animali o personaggi dei cartoni animati - come Hello Kitty - di modo che possano essere venduti come semplici giocattoli, eludendo le rigide leggi contro l'oscenità.
Usi
La penetrazione vaginale è l'uso più ovvio. I dildo hanno
anche un uso feticistico, e alcune coppie lo usano in altre maniere,
per esempio passandoli sulla pelle durante i c.d. preliminari. Se le dimensioni lo permettono, possono essere usati come mordacchia, per penetrazioni orali (una sorta di fellatio artificiale), o per penetrazioni anali. Alcuni utilizzano dildo speciali, fatti apposta per stimolare il punto G.
Sicurezza e salute
Alcuni dildo particolarmente grossi sono da esposizione, e non sono utilizzabili per penetrazioni.
La condivisione di un dildo tra varie persone può trasmettere
malattie tra coloro che ne fanno uso, soprattutto se l'oggetto è
realizzato in materiali porosi o micro-porosi.
Anche se ne esistono di non porosi e facili da sterilizzare, come
quelli in Pyrex e silicone (questi ultimi, in particolare, possono
essere bolliti o lavati con candeggina diluita: 10 parti d'acqua, 1 di
candeggina) non vuol dire l'utilizzo non protetto di un medesimo dildo
da parte di più soggetti garantisca l'assoluta sicurezza di non
contrarre malattie. L'uso del profilattico consente di ridurre ulteriormente i rischi.
I dildo di silicone e i lubrificanti a base di silicone non
sono compatibili. Tali lubrificanti tendono a liquefare la superficie
del dildo di silicone, rendendola pericolosamente appiccicosa. I
profilattici pre-lubrificati potrebbero contenere sostanze a base di
silicone, quindi prima di coprire un dildo con un profilattico
pre-lubrificato è meglio accertarsi della composizione di tale
lubrificante.
I dildo senza una base allargata o altri meccanismi di controllo per inserimenti profondi non dovrebbero essere utilizzati analmente. Si rischia un risucchio - dovuto a contrazioni antiperistaltiche, le stesse che consentono l'assunzione delle supposte - che rende impossibile l'estrazione senza ricorso ad assistenza medica.
Variazioni
Un dildo doppio di latex
Esempi di Butt-plugs
Ci sono dildo a due punti di diverse forme e taglie. Un dildo che
viene inserito e mantenuto per un certo tempo all'interno dell'ano
viene generalmente denominato butt-plug.
Dildo usati per ripetute penetrazioni anali, così come quelli a spinta,
sono chiamati semplicemente "dildo". Ma ci sono anche dildo doppi, di
differenti dimensioni e orientati verso lo stesso lato, per una
simultanea penetrazione anale e vaginale.
Alcuni dildo sono completi di un'imbracatura che consente di indossarli. Sono chiamati anche strap-on dildo.
Gli strap-on dildo possono avere una doppia estremità. Possono essere
usati dalle donne che vogliano provare la penetrazione vaginale
penetrando al tempo stesso il proprio partner, e quindi si prestano
all'uso sia in rapporti omosessuali, sia rapporti eterosessuali a ruoli invertiti. In quest'ultimo caso il rapporto si chiama pegging.
Ci sono poi dildo progettati per essere fissati alla faccia, dildo gonfiabili o dotati di ventosa alla base.
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Eiaculazione femminile ( squirting )
Eiaculazione femminile
(detto anche Squirting)
Il termine eiaculazione femminile si riferisce alla espulsione di un fluido dall'uretra durante la stimolazione sessuale o in prossimità dell'orgasmo, espulsione che in qualche modo richiama l'eiaculazione maschile.
L'origine e la natura esatta di questo fluido sono sconosciute,
sebbene alcuni ricercatori abbiano ipotizzato che abbia origine dalle ghiandole di Skene
(o ghiandole parauretrali). La possibilità o no che ogni donna sia in
grado di eiaculare in questo modo è ugualmente oggetto di controversie.
L'esistenza stessa del fenomeno è stata oggetto di controversie,
anche perché è difficile distinguere questo fenomeno dall'incontinenza
urinaria che può accompagnare, in certe donne, il momento dell'orgasmo.
In ogni caso, studi medici successivi al 2000 e in condizioni controllate hanno dimostrato un effetto bona fide non collegato all'urina .
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La natura dell'eiaculazione femminile
L'eiaculazione femminile non è un concetto moderno. Il filosofo greco Aristotele ne annotava già l'esistenza Galeno, nel II secolo, descrisse la prostata femminile; nel 1559, l'anatomista italiano Realdo Colombo riferì dell'eiaculazione femminile mentre spiegava le funzioni del clitoride, e nel XVII secolo, l'anatomista tedesco Regnier de Graaf
scrisse, in un libro sull'anatomia femminile, di fluidi «che correvano
fuori» e «che zampillavano» durante l'eccitamento sessuale.
Fino agli anni ottanta
l'eiaculazione femminile era largamente ignorata dalla comunità medica.
In quegli anni il tema ritornò a galla con il bestseller The G Spot: And Other Discoveries About Human Sexuality (Il punto G e altre scoperte sulla sessualità umana) scritto da Alice Khan Ladas, Beverly Whipple e John Perry. Il libro non solo riconosceva l'esistenza del punto G, ma portava all'interno della comunità medica l'eiaculazione femminile come principale fonte della salute sessuale delle donne.
Sebbene in molti nella comunità medica e scientifica abbiano ora
riconosciuto l'esistenza del fenomeno, permane un largo vuoto quando si
cerca di spiegare su basi scientifiche il processo di eiaculazione o la
fonte del fluido stesso.
Sono stati condotti studi da medici quali Beverly Whipple, John Perry, Gary Schuback, Milan Zaviacic e Cabello Santamaria,
ma i risultati sono stati limitati. Se comunque le informazioni in
possesso non spiegano chiaramente la provenienza del fluido, le analisi
chimiche effettuate sul fluido da numerosi team di ricerca hanno
rivelato che non è urina (i livelli di creatinina e urea sono troppo bassi).
Ricerche
Sono stati compiuti diversi studi sui fluidi espulsi durante
l'eiaculazione femminile per determinarne la composizione chimica.
Attraverso le analisi chimiche è stato rilevato che il fluido espulso contiene:
glucosio (uno zucchero naturale) e fruttosio (un altro zucchero naturale, rinvenuto anche nel fluido seminale prostatico)antigene prostatico specifico (PSA): un'enzima prodotto dalla prostata e presente nello sperma
che il PSA mantiene fluido dopo l'eiaculazione. È stato ipotizzato che
nella donna l'antigene venga generato dalle ghiandole periuretrali.un livello molto basso di creatinina e urea:
i due principali marcatori chimici dell'urina, rinvenuti ad alte
concentrazioni nelle analisi dell'urina precedenti e successive
all'eiaculazione.
Nel 1988, Milan ZaviaÄiÄ, che dirige l'istituto di patologia dell'Università Comenius di Bratislava,
pubblicò uno studio su cinque pazienti ricoverate, per problemi di
fertilità, presso il reparto di ginecologia e ostetricia. La totalità
dei campioni di una delle pazienti e un campione su quattro di una
seconda donna del gruppo furono prelevati direttamente in laboratorio,
i restanti a domicilio. In quattro casi su cinque, i campioni furono
analizzati entro tre ore dal prelievo, mentre in quello restante furono
analizzati tre mesi dopo. I risultati mostrarono, in tutti e cinque i
casi, una concentrazione di fruttosio maggiore nel campione
dell'eiaculato rispetto a quello delle urine.
Nel 1997, Cabello Santamaria analizzò le urine alla ricerca del PSA tramite MEIA (Microparticle Enzyme Immunoassaye, metodica immunoenzimatica a microparticelle)
scoprì che il 75% del campione mostrava una concentrazione di PSA nelle
urine post orgasmiche che non era presente nel campione pre orgasmico.
Il fluido raccolto al momento dell'orgasmo (distinto dal campione delle
urine) mostrò la presenza del PSA nel 100% dei campioni.
Nel 2002, Emanuele Jannini dell' Università dell'Aquila
offrì una spiegazione per questo fenomeno, così come per le frequenti
smentite della sua esistenza: le aperture delle ghiandole periuretrali
sono di norma della dimensione dei pinoli, e variano nella dimensione
da donna a donna, fino a quasi scomparire in alcune donne.
Se le ghiandole periuretrali sono la causa dell'eiaculazione femminile,
questo può spiegare l'assenza di questo fenomeno in molte donne.
L'eiaculazione retrograda, dove il fluido viaggia fino all'uretere verso la vescica, potrebbe anche contare nell'assenza altrimenti osservata.
La ghiandole periuretrali e l'eiaculazione femminile
Le donne non hanno un esatto equivalente delle ghiandole maschili della prostata
(una parte essenziale del sistema riproduttivo maschile), ma possiedono
comunque organi secretori omologhi in quanto sviluppatisi dallo stesso
tessuto embrionale (similmente alla relazione tra testicoli e ovaie), e che sono chiamati ghiandole periuretrali.
La dimensione e la struttura delle ghiandole periuretrali varia
relativamente in modo considerevole, sembra, da donna a donna. Il
fluido che produce è simile a quello prodotto dalla prostata maschile
e, così come negli uomini, passa nell'uretra, e in qualche caso
potrebbe passare nella vagina.
Le ghiandole si riempiono con il fluido durante il rapporto sessuale e
possono essere sentite attraverso il muro vaginale. Il rigonfiamento
del tessuto circostante l'uretra, può essere una combinazione di
ghiandole che si riempiono col fluido e del tessuto erettile delle
donne che si solleva, il corpo spugnoso, che da dietro, negli uomini,
consente l'erezione. Il sollevamento della parte non visibile del
clitoride sarà inoltre evidente.
È questo, sembra, il ritmico contrarsi dei muscoli pelvici durante
l'orgasmo che espelle il fluido accumulato come ultima componente
dell'eiaculazione femminile. Il quantitativo di fluido rilasciato può
essere considerevole, attraverso il ripetersi di riempimento e
svuotamento delle ghiandole durante l'orgasmo.
Nella società
Diagnosi differenziale
La disinformazione riguardante l'eiaculazione femminile può portare
a diagnosticare in modo errato il quadro clinico di fondo oppure a
diagnosticare patologie inesistenti.
Gli studi attuali hanno oramai verificato che il fluido eiaculato è espulso attraverso l'uretra
anche se permane la credenza errata che il fluido lasci il corpo
attraverso la vagina. L'espulsione di un copioso quantitativo di fluido
dalla vagina è chiamato, al contrario, scarico vaginale abbondante e può avere differenti cause:
scarico fisiologico - un abbondante quantitativo di scarico senza alcun disordine medico di fondo;
infezioni o malattie trasmesse sessualmente - presente con i tipici sintomi, tra cui prurito, cattivo odore e/o arrossamento;
un'infezione trasmessa sessualmente come la Trichomonas Vaginalis che spesso si presenta senza la sintomatologia tipica.
Per tali motivi è importante che ogni donna che accusi quantitativi non normali di scarico vaginale si sottoponga a test.
D'altra parte una donna che non sia stata informata correttamente
sull'eiaculazione femminile potrebbe pensare di soffrire di
incontinenza urinaria da stress e cercare un intervento medico. La cura
per l'incontinenza urinaria da stress richiede spesso l'uso di
medicinali o un intervento chirurgico, entrambi non necessari e
pericolosi se la fonte del fluido è diversa. Prima di richiedere un
intervento medico queste donne dovrebbero provare a verificare se il
fluido è espulso dall'uretra e se si tratta di urina.
Pornografia
In alcuni film pornografici, le donne sono mostrate eiaculare un fluido chiaro o lattiginoso.
Nell'industria pornografica statunitense, Cytherea è generalmente riconosciuta come la "regina dello squirt", a causa delle sue eiaculazioni particolarmente intense e voluminose.
Il genere è diffuso anche nella pornografia giapponese dove prende il nome di shiofuki.
Censura nei film inglesi
Nel Regno Unito, la British Board of Film Classification,
l'ente britannico che si occupa della classificazione dei film, nega
l'esistenza del fenomeno dell'eiaculazione femminile definendola come
l'urinazione durante l'atto sessuale, ed escludendone in tal modo la
rappresentazione a causa della normativa inglese sulla censura che
viene imposta su ogni materiale che ricade all'interno della sezione 2
degli Obscene Publications Acts (Disposizione sulle pubblicazioni oscene) che proibiscono la rappresentazione di pratiche di urofilia.
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Posizioni sessuali
Posizioni sessuali
Per posizioni sessuali si intendono i diversi modi con cui è possibile praticare un rapporto sessuale.
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Posizione del missionario
Posizione del missionario vista di profilo
Posizione del missionario, visuale superiore
La posizione del missionario è probabilmente la più diffusa
posizione sessuale. Si è favoleggiato che questa posizione abbia preso
tale nome essendo l'unica approvata dai missionari
cristiani. Tuttavia tale interpretazione appare essere un mito.
Probabilmente il termine nacque fra il 1945 e il 1965, da una serie di
fraintendimenti di documenti storici. In questa posizione sessuale la donna è distesa sulla schiena, a gambe allungate e aperte. L'uomo
a gambe unite, si sistema fra le gambe della donna e si distende su di
lei, usando come punti d'appoggio le ginocchia ed i gomiti. Tenendosi
abbastanza alto sulla donna in modo che la regione del pene prema sul Monte di Venere, fa scivolare, eventualmente aiutato dalla partner, il pene nella fessura vulvare e nella vagina.
Inconvenienti
Per tutta la durata del coito,
la donna subisce sul proprio corpo il peso dell'uomo, che ne limita la
libertà di movimento e la respirazione. Se incinta, potrebbe rifiutare
questa posizione a causa del disagio prodotto dal peso dell'uomo sul
basso ventre, soprattutto se insorge il dolore, provocato dalle spinte
violente del glande sul collo dell'utero.
Vantaggi
Essendo la penetrazione abbastanza profonda, l'uomo dovrà moderare
le spinte, ma potrà penetrare la donna in profondità, fino a toccarne
il collo dell'utero.
Esistono numerose varianti della posizione del missionario; in
particolare esse richiedono che la donna tenga le gambe in posizioni
diverse (es. incrociate, alzate sulle spalle dell'uomo o incrociate
dietro il suo collo. La maggior parte di queste varianti sono molto
favorevoli alla penetrazione anale: infatti, specialmente durante le
prime esperienze di penetrazione anale della donna, essa risulta essere
meno dolorosa se praticata in questa posizione.
Posizione a gambe intrecciate
La donna si sdraia sulla schiena, a gambe allungate e aperte.
L'uomo, a gambe larghe, si distende sulla donna, la quale allungherà
una gamba fra quelle del partner. Se l'uomo trova difficoltà a
penetrarla in questa posizione, può sistemarsi a gambe unite, fra
quelle aperte della donna, la quale, a penetrazione avvenuta, passerà una delle sue gambe fra quelle del partner.
Inconvenienti
Il pene penetrando meno profondamente nella vagina
e leggermente di traverso, sotto l'effetto di movimenti troppo veloci,
avrà la tendenza a fuoriuscire dalla vagina; per questo motivo, l'uomo
deve limitare l'ampiezza dei movimenti coitali del bacino. Questa
posizione sarebbe secondo alcuni da sconsigliare durante gli ultimi
mesi di gravidanza
Vantaggi
È una variante della posizione del missionario, la sensazione di
piacere può essere piuttosto pronunciata, sia nell'uomo che nella
donna; essendo l'angolo di penetrazione del pene nella vagina
leggermente modificato, lo sfregamento del pene avviene sul lato destro
o sinistro della parete vaginale. La regione pelvica dell'uomo può
contribuire alla sensazione di piacere, esercitando una pressione sul clitoride. È una posizione più rilassata e fisicamente meno impegnativa.
Posizione ventrale
In questa posizione la donna
si distende sul ventre, a gambe allungate e aperte. L'uomo a gambe
unite si distende sulla schiena della donna, sostenendosi parzialmente
sulle ginocchia e sulle braccia per non gravare tutto il peso sul corpo
di lei.
Inconvenienti
La donna può sentirsi schiacciata dal peso dell'uomo, specie all'altezza del bacino, pertanto è una posizione da sconsigliare durante la gravidanza.
Se le spinte sono forti e ampie, il pene può scivolare fuori dalla
vagina. La donna, priva di libertà di movimento svolge solo un ruolo
passivo.
Vantaggi
L'uomo, sostenendosi solo su un braccio, con le dita della mano libera può stimolare il clitoride della patner.
Posizione semplice con donna sopra
"Posizione con la donna sopra: variante classica"
"Posizione con la donna sopra: variante in cui la donna si sdraia completamente sul petto dell'uomo"
In questa posizione chiamata anche "dello smorzacandela", l'uomo si
sdraia sulla schiena con le gambe semi aperte; la donna si posizionerà
a cavalcioni sul bacino, con le gambe aperte e le ginocchia piegate
all'indietro, rimanendo seduta col busto eretto oppure sdraiandosi sul
petto dell'uomo. Se il pene è già in erezione, potrà facilmente farlo
entrare nella vagina semplicemente adagiandosi su di esso; nel caso in
cui invece non lo fosse, avendo una certa libertà di movimento del
bacino potrà portare facilmente all'erezione il partner.
Vantaggi
Per alcune donne raggiungere l'orgasmo in questo modo, essendo tra
l'altro la penetrazione piuttosto profonda, risulta molto piacevole. La
posizione è gradita da molte donne anche perché dà loro l'impressione
di "guidare" maggiormente il rapporto. In realtà, il ritmo della
penetrazione è controllato anche in questa posizione dall'uomo. La
donna ha, invece, una certa libertà di influenzare la profondità della
penetrazione (stando più o meno sollevata sulle ginocchia), a meno che
ella non sia sdraiata in avanti sul petto dell'uomo: in questo caso il
partner la abbraccia e la trattiene a livello dal busto e della vita,
limitandone così l'autonomia di movimento e mantenendo il completo
controllo del rapporto.
Se la donna si posiziona seduta con il busto eretto sarà molto
facile per l'uomo, se lo gradisce, toccarle, massaggiarle e/o
afferrarle i seni e i capezzoli; sarà invece più difficile per i
partner darsi dei baci, cosa che invece è molto naturale se la donna si
piega sul busto dell'uomo.
Inoltre, se la donna è piegata in avanti, risulta molto facile e
agevole per l'uomo afferrare e stringere fra le mani le natiche della
partner, che risultano sollevate e piuttosto esposte; egli,
massaggiandole, le può anche eventualmente "separare" e penetrare
delicatamente con uno o più dita nell'ano, aumentando l'eccitazione
della donna tramite la stimolazione di quella zona; a tale scopo, oltre
alle dita, è possibile l'uso di oggetti diversi (es. vibratori o falli
artificiali). Anche coloro ai quali piace sculacciare la compagna
durante il rapporto sessuale troveranno questa posizione
particolarmente indicata per questa pratica, essendo il sedere quasi
totalmente esposto e l'angolazione delle braccia dell'uomo
particolarmente favorevole a batterlo.
Svantaggi
L'uomo potrebbe "sentire" eccessivo, il peso della donna sul proprio
bacino, soprattutto se di corporatura "abbondante". Se l'uomo ha un
pene lungo, eventuali brusche spinte in alto del bacino, potrebbero
portare il glande a comprimere il collo dell'utero procurando dolore
alla donna.
La posizione è usata frequentemente anche per il sesso anale.
Tuttavia, non è considerata la migliore a tale scopo: infatti, come si
è detto la profondità della penetrazione è controllata dalla donna, e
questo può essere un vantaggio se ella riesce, per tutta la durata del
rapporto, a rimanere "sollevata", di fatto mantenendo i muscoli delle
gambe contratti e sopportando uno sforzo notevole; se invece, per
esempio a causa di stanchezza o crampi, gli stessi muscoli cedessero e
la donna si trovasse costretta a sedersi completamente sul pube
dell'uomo, la penetrazione totale del pene potrebbe far diventare il
rapporto estremamente doloroso per lei, potenzialmente anche generando
lesioni all'ano o al retto.
Posizione semplice da dietro o "alla pecorina"
"Posizione alla pecorina: variante classica"
"Posizione alla pecorina: variante in cui la donna si inclina in avanti, abbassando la testa ed esponendo il sedere"
In questa posizione la penetrazione avviene "da tergo", ovvero
posteriormente, imitando perciò la postura assunta da molte specie
animali durante l'accoppiamento.
La donna si inginocchia e assume una posizione "a 4 zampe",
appoggiando il proprio peso sulle braccia e sulle gambe e eventualmente
inclinandosi in avanti, abbassando la testa e le spalle ed esponendo così completamente le natiche,
l'ano e i genitali. L'uomo si posiziona posteriormente alla donna, in
piedi (se la donna è su un supporto rialzato, ad esempio un letto)
oppure anch'egli appoggiato sulle ginocchia. In questa posizione l'uomo
afferra i fianchi e il sedere della donna con le mani e la trattiene,
bloccandola fermamente mentre la penetra; è dunque l'uomo che determina
il ritmo, la profondità e l'intensità del rapporto; la penetrazione può
avvenire indifferentemente e/o alternativamente nella vagina o nell'ano.
In caso di rapporto sodomitico, l'uomo dovrà stare leggermente più
rialzato rispetto a quella vaginale, in quanto l'orifizio anale, in
questa posizione, risulta verticalmente più in alto; entrerà quindi con
il pene leggermente inclinato verso il basso; per questo motivo, nel
rapporto anale da dietro l'uomo risulterà quasi a cavalcioni della
donna e la posizione assunta assomiglierà ad una "cavalcata".
Una volta effettuata la penetrazione, in entrambi i tipi di
penetrazione, l'uomo può spingersi in avanti, appoggiandosi
completamente sulla schiena della compagna ed eventualmente
accarezzandole e tenendole stretto fra le mani il seno.
Nella variante detta "posizione della segretaria" la donna viene
fatta piegare in avanti facendole appoggiare il busto su un piano
orizzontale, ad es. un tavolo o una scrivania (da qui il nome), di cui
ella afferrerà il bordo opposto a quello dove è appoggiato il bacino.
Vantaggi
È una posizione considerata particolarmente "animalesca", proprio in
quanto imita il modo di accoppiarsi tipico di molti animali (in inglese
è chiamata "doggy style", cioè "alla maniera dei cani"); in molte
persone questo può stimolare maggiormente la fantasia sessuale,
associando a questa posizione un contenuto di maggiore potenza sessuale
e di più elevata disinibizione. Oltre che per i rapporti vaginali, la
posizione è piuttosto favorevole per il sesso anale
ed è forse la posizione più frequentemente utilizzata per questo tipo
di rapporto. In questa posizione l'uomo - o la stessa donna - può
associare, alla penetrazione, la stimolazione manuale del clitoride o del seno della donna, aumentandone il piacere sessuale.
E' possibile inoltre associare alla penetrazione la pratica dello spanking,
ovvero sculacciare più o meno intensamente la donna; ciò è tuttavia più
facile durante i preliminari oppure interrompendo brevemente il
rapporto, giacché lo stretto contatto del pube dell'uomo con le natiche
della donna, limita lo spazio disponibile per questo tipo di gesto.
Sembra sia la posizione preferita dalla maggior parte degli uomini (nell'indagine recentemente svolta da Rossi e Bardolini su un campione di uomini e donne italiane essa risulta essere la
maggiormente "richiesta" da circa il 75% degli uomini intervistati),
sia perché è associata all'idea di una più completa dominazione della
donna, sia perché evoca mentalmente la penetrazione anale (anche se non
fisicamente attuata) sia, infine, perché durante l'atto sessuale
consente una visuale privilegiata sui glutei, una delle zone erogene
per eccellenza del corpo femminile.
Nonostante la percezione comune di una posizione molto "spinta",
l'utilizzo di questa posizione in gravidanza è particolarmente
consigliato, anche nelle fasi avanzate della stessa, in quanto la
pancia non si trova tra l'uomo e la donna e il feto è così protetto da
pressioni eccessive.
Svantaggi
Se per gli uomini la posizione da dietro è generalmente molto
piacevole, altrettanto non si può dire delle donne: nell'ambito del
genere femminile essa incontra un minore consenso.
Ciò può essere dovuto al fatto che questa posizione induce la donna
a una condizione di maggiore passività durante l'atto sessuale, in cui
il ruolo attivo è svolto in maniera prevalente dall'uomo: è lui che in
genere decide il ritmo e la profondità della penetrazione, anche se la
donna può collaborare a regolare la frequenza e la potenza delle
spinte, muovendosi a sua volta. Questo aspetto fisico, insieme alla
somiglianza di questa posizione con la tipica modalità di accoppiamento
propria degli animali porta alcune donne a considerarla come
particolarmente umiliante dal punto di vista psicologico. Inoltre,
questa posizione può comportare per la donna un certo grado di
imbarazzo e, talvolta, di paura, dovuti alla necessità di esporre al
partner in modo completo le natiche, i genitali esterni e lo sfintere
anale. È considerata anche tra le posizioni meno "romantiche", dato che
non consente ai due partner di baciarsi e di guardarsi in viso durante
l'accoppiamento. A livello fisico, in alcuni casi, per la donna può
essere fastidiosa e anche dolorosa a causa della maggiore profondità di
penetrazione che essa consente, nonché scomoda laddove debba essere
mantenuta a lungo. Dall'indagine di cui sopra appare in effetti come
questa posizione sia considerata dalla maggioranza delle donne (circa
il 68%) tra le tre posizioni che gradiscono di meno; peraltro, oltre
tre quarti delle donne che non la gradiscono (circa il 54% delle donne
intervistate) dichiarano di praticare comunque abitualmente questa
posizione al solo fine di compiacere il partner, sia nell'ambito di
rapporti vaginali, sia durante unioni anali. Per quanto riguarda l'uso
di questa posizione per rapporti anali, essa può essere sconsigliata
nelle prime esperienze di sodomia
passiva (ovvero la prima volta che si riceve una penetrazione nell'ano)
in quanto può risultare più dolorosa rispetto ad altre posizioni
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Orgasmo
Orgasmo
L'orgasmo è una reazione del corpo durante l'atto sessuale (etero, omo o mediante masturbazione), conseguenza di una intensa eccitazione delle zone erogene e degli organi sessuali.
Generale
Nella specie umana,
sia uomini che donne possono avere l'orgasmo. Negli uomini si presenta
come un picco rapido di eccitazione seguito dalla eiaculazione, nelle
donne può consistere in un periodo più esteso di sensazioni di piacere
con alcuni picchi di estremo piacere, diverso dagli uomini, con un
decremento delle sensazioni più lento.
L'orgasmo è per lo più associato, in ambedue i sessi, ad altri tipi
di azioni involontarie, come emissioni vocali e spasmi muscolari in
zone diverse del corpo, associate ad una generica sensazione di
euforia. È di solito accompagnato da una sensazione di leggera
stanchezza e da un generalizzato bisogno di riposo. Questa sensazione
di rilassatezza e sonnolenza può essere attribuita al rilascio di endorfine oltre che al naturale bisogno di riposo dopo un'intensa attività fisica.
L'orgasmo negli individui di sesso maschile
Una donna porta all'orgasmo il suo compagno, nell'opera di Johann Nepomuk Geiger.
Nei soggetti di sesso maschile è quasi sempre legato al momento dell' eiaculazione, come avviene nella maggior parte delle specie dei mammiferi.
Durante l'orgasmo nell'individuo di sesso maschile si verificano in rapida successione contrazioni ritmiche della prostata, dell'uretra e dei muscoli situati alla base del pene; tali contrazioni servono ad espellere il seme durante quella che viene definita eiaculazione.
Il processo di eiaculazione ha una durata che varia dai 3 ai 10
secondi e provoca generalmente una sensazione di piacere intenso.
L'apice dell'orgasmo dura comunque in media 3 secondi.
All'eiaculazione segue un periodo refrattario
durante il quale l'uomo non ha la possibilità di avere un ulteriore
orgasmo, ma anzi prova disturbo se i genitali vengono stimolati. Tale
periodo può variare da poche decine di secondi a diverse ore, a seconda
dell'età e di altri fattori individuali. Solo in rarissimi casi si ha
notizia di individui nei quali il periodo di refrattarietà è totalmente
assente.
Alcuni scienziati hanno formulato una teoria secondo la quale questa
particolarità sarebbe causata da un qualche malfunzionamento della ghiandola pituitaria.
L'orgasmo negli individui di sesso femminile
"Orgasmo".
Foto artistica di una raccolta inerente i film pornografici - Monaco di Baviera (2004)
Nell'individuo di sesso femminile l'orgasmo è preceduto dalla lubrificazione delle pareti vaginali e da un ingrossamento del clitoride provocato dall'aumento del flusso sanguigno nei suoi tessuti spugnosi. Quando una donna si avvicina al culmine dell'orgasmo il clitoride si ritira all'interno del prepuzio e le labia minora (o piccole labbra) assumono un colore più scuro. All'approssimarsi dell'orgasmo l'utero subisce delle contrazioni muscolari.
A differenza dei maschi, in cui la percentuale è molto più esigua,
una buona parte degli individui di sesso femminile ha difficoltà a
raggiungere l'orgasmo: ciò è dovuto ad una forte componente
psicologica, la quale ne condiziona il successo.
Una donna sperimenta un orgasmo completo quando tanto l'utero che la
vagina, compresi i muscoli pelvici e quello anale, vengono sottoposti a
contrazioni ritmiche.
Terminato l'orgasmo, il clitoride riemerge dal prepuzio e ritorna
alle dimensioni normali in meno di dieci minuti. A differenza degli
uomini, le donne non sperimentano il periodo di refrattarietà, o ne
hanno comunque di molto brevi. Questa particolarità rende loro
possibile far seguire un secondo orgasmo al primo in tempi
relativamente ravvicinati. Alcune donne riescono ad avere anche un
terzo o quarto orgasmo quasi in successione, dando luogo così a quelli
che vengono definiti orgasmi multipli. Questo tipo di orgasmo si verifica, secondo alcune ricerche, per circa il 13% delle donne.
In ogni caso, il clitoride - nella gran parte dei casi - risulta
essere troppo sensibile dopo l'orgasmo per tollerare, senza alcuna
sensazione di irritabilità o addirittura di dolore, un'ulteriore
stimolazione in tempi ravvicinati.
Orgasmo forzato
Nell'ambito dei giochi di ruolo di tipo BDSM, ovvero di dominazione e sottomissione, è frequentemente utilizzata, assieme alla negazione dell'orgasmo,
la pratica dell'orgasmo forzato. Tale pratica consiste
nell'effettuazione, da parte del soggetto dominante, di una prolungata
e ripetuta stimolazione sessuale - legata per lo più alla masturbazione
- nei confronti del soggetto sottomesso, anche dopo che questi ha
raggiunto effettivamente l'orgasmo. L'orgasmo forzato consiste quindi
in una stimolazione sessuale effettuata dal soggetto dominante durante
il periodo di refrattarietà e di scarsa eccitabilità conseguente al
raggiungimento dell'orgasmo, con l'obiettivo di forzare nel tempo più
breve possibile una nuova fase di eccitazione e conseguire uno o più
orgasmi in rapida successione. La particolarità di questa pratica
consiste nel fatto che il soggetto sottomesso, pur essendo disponibile
sessualmente, può tuttavia avvertire quasi come dolorosa o come
fastidiosa la stimolazione sessuale effettuata nei suoi confronti dal
partner dominante, nel periodo refrattario, e tuttavia la subisce
ugualmente fino a essere condotto nuovamente all'eccitazione e
all'orgasmo in condizione di totale passività e subordinazione.
L'Orgasmo secondo Wilhelm Reich
Il dott.Wilhelm Reich, psicanalista tedesco, nel suo libro La funzione dell'orgasmo ha identificato nell'attività orgasmica un compito regolatore nella fisiologia
umana, ovvero esso avrebbe la funzione di scarica delle tensioni del
corpo e dell'energia in eccesso prodotta nell'organismo dagli
interscambi con l'ambiente.
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16 anni fa
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Feticismo
Feticismo
Per feticismo
si intende lo spostamento della meta sessuale dalla persona viva nella
sua interezza ad un suo sostituto, sia ciò che la sostituisce, una
parte del corpo stesso, o una qualità, un indumento o qualsiasi altro oggetto.
In buona sostanza, quindi, il feticista è colui che prova attrazione
sessuale per qualcosa che fuoriesce dai canoni della sessualità
tradizionale.
Il feticismo si differenzia dalla semplice preferenza dettata dai
gusti personali, che tutti hanno, dal fatto che la presenza del
feticcio diviene una condizione indispensabile per raggiungere
l'orgasmo. In mancanza del feticcio, infatti, il feticista non riesce
ad avere l'appagamento sessuale. Ed è proprio per questo motivo che il
feticismo in sessuologia
è ritenuto un disturbo, in quanto impedisce una libera vita sessuale
rendendo il soggetto dipendente dall'oggetto o da qualisiasi altra cosa
sia oggetto del suo feticismo.
Il feticismo può manifestarsi in una persona in varie forme: in alcuni casi possono divenire feticcio un qualsiasi tipo umano, ogni caratteristica fisica e psichica, ogni parte del corpo, ogni secrezione corporea (sangue, sperma, feci, urina, sudore,
ecc.), ogni indumento ed ogni oggetto. Anche i nei possono essere
oggetto di feticismo, e quindi il partner adorerà, toccherà, bacerà,
leccherà, annuserà i nei dell'altro, anche il solo vederli costituirà
per lui motivo di eccitazione, ed anche il sentririsi toccare i propri
lo ecciterà molto. Molti feticisti prediligono però solo nei in una
determinatà parte del corpo come bocca, pancia, pube, volto, schiena
ecc. Per altri feticisti, invece, vedere, sentire, annusare,
inghiottire o palpare determinate cose è importante almeno quanto il coito nella sessualità ordinaria.
Fra i più diffusi feticismi, vi sono il feticismo del piede maschile e il feticismo del piede femminile:
in questo caso il feticista è attratto dai piedi e prova piacere non
solo nel vederli, ma anche nel leccarli, baciarli, annusarli e
nell'esserne masturbato. Relativi perlopiù al feticismo del piede
maschile, specie nelle pratiche erotiche omosessuali, sono diffusi il trampling, consistente nel farsi calpestare dal partner, il tickling, ossia il farsi solleticare, lo sneaking, che comporta l' uso delle scarpe, il socking, con l'utilizzo dei calzini, e molte altre.
//
Origine del termine
L'etimo della parola viene dalla lingua portoghese; i mercanti di schiavi usavano questo termine per riferirsi agli indigeni africani che adoravano "feticci".
In psicoanalisi è un disturbo derivante dalla scissione dell'Io e
proiezione, talvolta derivante dal diniego-meccanismo di difesa che
consiste nel rifiuto di riconoscere qualcosa di traumatizzante avvenuto
nella realtà.
Il feticismo in letteratura
Restif de la Bretonne (Sacy 1734 - Parigi 1806)
si sofferma in diverse sue opere su temi feticisti e in particolare sul
feticismo dei piedi, che proprio in riferimento alla sua opera viene
talvolta chiamato "retifismo". In Le notti di Parigi (1788-1791),
per esempio, Bretonne narra dell'insana passione che porta alcuni
uomini a rubare le scarpe di signore sorpese a passeggiare lungo le
strade della capitale francese; in Le pied de Fanchette ou le soulier couleur de rose (1768, opera che non conosce ancora traduzione italiana) protagonista è una donna che si serve del fascino delle sue estremità per avvantaggiarsi socialmente.
Un altro autore che ha lasciato opere considerevoli su questi temi è lo scrittore Tanizaki Junichiro, maestro della letteratura giapponese del Novecento. Il giovanile, primissimo racconto Il Tatuaggio (1909
Shisei (Irezumi)) esprime chiaramente, in poche righe, la centralità
dei piedi nel simbolico erotico dello scrittore: piedi che hanno
un'anima e si impongono come strumento di sottomissione dell'uomo
nei confronti dell'onnipotente ricca carica sessuale ed esistenziale
femminile. Nel romanzo I piedi di Fumiko un giovane aspirante artista
scopre la smodata passione di un parente per i piedi di una ragazza che
egli mantiene nella propria casa. Perfino negli ultimi giorni della
propria vita non rinuncia ad assorbire il poco cibo che è in grado di
mangiare dalle estremità di Fumiko. La figura dell'anziano folle di
passione ritorna nel libro che è considerato tra i maggiori capolavori
di Tanizaki: Diario di un vecchio pazzo. Un uomo, al termine della
propria esistenza, tra ricordi e riflessioni, vive e racconta la
propria debolezza per i piedi della nuora. Tokusuke arriverà a fare
incidere l'impronta dei piedi della donna sulla sua tomba. Con la scusa
di riprodurre un Bussokuseki (impronte di Buddha), egli stesso farà una
litografia dei piedi della giovane Satsuko usando inchiostro rosso.
L'operazione con la verniciatura, la manipolazione, l'asciugatura dei
piedi, costituisce un'occasione per avvicinare l'oggetto desiderato.
"Poi, quando sarò morto, non potrà non pensare: Quello stupido vecchio
dorme sotto questi piedi bellissimi. Sto ancora calpestando le ossa di
quel povero vecchio sotto terra".
Spiegazione psicoanalitica
La psicoanalisi freudiana spiega il feticismo ricorrendo alla teoria dello sviluppo psicosessuale. Secondo Sigmund Freud il bambino nella fase edipica, per superare l'angoscia di castrazione
derivante dalla paura del padre e soprattutto dalla vista dei genitali
femminili privi del pene, si crea un feticcio, ovvero un oggetto volto
a sostituire il pene mancante nelle bambine. Se queste ultime sono
prive di fallo, infatti, significa che sono state punite (evirate) per
qualcosa che hanno commesso, quindi anche il bambino rischia
l'evirazione a causa dei suoi desideri incestuosi verso la madre. Il
piede, la scarpa e qualsiasi oggetto feticistico permettono così al
bambino, fungendo da "fallo femminile", di attenuare la sua angoscia
derivante dalla constatazione che le bambine non hanno il pene.
Da parte sua Donald Woods Winnicott considera il feticcio alla stregue di un oggetto transizionale, il quale però viene investito di libido.
Sempre secondo le teorie psicoanalitiche, il feticismo è un disturbo
derivante dalla scissione dell'Io e dalla proiezione, talvolta
derivante anche dal diniego (meccanismo di difesa che consiste nel
rifiuto di riconoscere qualcosa di traumatizzante avvenuto nella
realtà).
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BDSM
Un collare è un simbolo comune del BDSMIl termine BDSM è un acronimo:Bondage (B),Bondage & Disciplina (B&D),Dominazione e Sottomissione (D&S o DS)Sadismo & Masochismo (S&M o SM).che indicano un complesso di pratiche relazionali e/o erotiche e/opreferenze sessuali. Queste pratiche, che considerate al di fuori di uncontesto consensuale sono generalmente considerate spiacevoli eindesiderabili, sono nel BDSM fonte di soddisfazione reciproca, estrumento di costruzione di un rapporto interpersonale.// if (window.showTocToggle) { var tocShowText = "mostra"; var tocHideText = "nascondi"; showTocToggle(); } //]]> Generalità Il BDSM si caratterizza e si distingue dall'attuazione patologica e non consensuale del sadomasochismo per diverse ragioni:La consensualità: qui il "sottomesso" acconsente di esseretale, e i limiti e le regole del rapporto sono definite sulla base diun accordo paritario accettato da ambo le parti pienamente consapevoliin modo consensuale.L'uso della "safe word" (o "parola di sicurezza") che dà lapossibilità al partner passivo di interrompere il gioco in qualsiasimomento. In alcuni casi la safe word è sostituita da un gesto fisicopreventivamente concordato (es.: alzare o aprire la mano, lasciarcadere un oggetto etc.), soprattutto in quelle scene o giochi BDSM incui il sottoposto (slave)è fisicamente impedito nella parola. È necessaria una parola o segnaleben preciso e concordato in anticipo, perché esprimere semplice diniego(no, no!) può fare parte integrante del ruolo di vittima prescelto enon essere interpretato dal dominante come un rifiuto reale.La flessibilità nei ruoli: nel BDSM ognuno è libero discegliersi il ruolo che trova più congeniale e anche cambiare questonel corso del tempo o a seconda del partner, se lo sente necessario.Nessuno e' completamente dominante o sub. Di norma ciascun ruolo èespressione di una inclinazione personale destinata a essere duraturanel tempo, anche se può evolvere.La soddisfazione reciproca: lo scopo è un'interazionebidirezionale positiva per entrambi. Non necessariamente tuttaviaquesta soddisfazione deve essere intesa come pari opportunità diraggiungere il piacere sessuale: in alcune tipologie di rapporti BDSM(in particolare relazioni 24/7il piacere sessuale di un partner è limitato in funzione del piaceredell'altro; in questo caso la soddisfazione del partner sottomesso èsoprattutto morale e psicologica.Spesso, in ogni caso, il sesso nella sua forma tradizionale èpresente in misura minoritaria nel rapporto BDSM, o addirittura ne èdel tutto escluso.Le tre regole fondamentali e necessarie del BDSM e i principifondamentali per la sicurezza delle sue pratiche possono essereriassunti con un la formula inglese Safe, Sane, Consensual (SSC) che può essere tradotta in italiano con Sicuro - Sano - Consensuale. La creazione di questa formula è attribuita all'attivista David Stein che nel 1984 la usò per la prima volta in questa forma [1] lavorando per il GMSMA (Gay Male S/M Activists) con lo scopo:« di distinguere il tipo di S/Mconsensuale a cui ero interessato da quello abusivo, criminale,neurotico e autodistruttivo generalmente associato con il termine sadomasochismo »Il piacere tratto da un rapporto BDSM è legato allo scambio dipotere che intercorre fra sottomesso e dominante, dove l'umiliazionedel sottomesso esalta il dominante, gratificato dalla sensazione dipotere; il sottomesso invece viene gratificato dall'assenza di potere,cioè dalla sensazione di impotenza e dall'assenza di scelta,sottolineate e dimostrate dagli stimoli che il dominante, secondo suavolontà, infligge o elargisce. In ogni caso, in un rapporto BDSM cisono sempre dei momenti di grande tenerezza in cui non c'è né dolore nétensione emotiva ma solo grande rilassamento per entrambi i partner,piacere e coccole. Nei rapporti non continuativi è la"riappacificazione" alla fine di una scena di dominazione, mentre neirapporti 24/7 questi momenti possono essere più casuali e menocollegati alla specifica situazione.I normali rapporti di coppia sono chiamati, con un termine anglosassone, vanilla(vaniglia, appunto), a significare la minore intensità erotica rispettoai rapporti BDSM. In genere l'inizio di un rapporto BDSM (o ilpassaggio del rapporto da "normale" a BDSM) coincide con il consensodel partner sottomesso, che accetta di fidarsi ed essere dominato; avolte, nel seguito del rapporto, può essere il partner dominante arifiutare, specie se il sottomesso richiede pratiche "spinte", perché isuoi sentimenti glielo impediscono. Di norma se questa situazione siverifica e viene superata, con il dominante che accetta definitivamenteil suo ruolo, il rapporto può considerarsi consolidato. Simboli del BDSM Bandiera dei Leather PrideEsistono diversi simboli convenzionali utilizzati dalla comunitàBDSM per riconoscere i propri membri o per chiarire immediatamente ilruolo interpretato.I più comuni sono:Il collare per il "bottom"Il trischele del BDSM. Ideato nel 1994da un americano nel tentativo di dare a tutta la comunità un simbolounivoco (e non legato ad un particolare gruppo all'interno dellacomunità BDSM) sotto cui riconoscersi. Questo trischelion prendeispirazione da alcuni simboli celtici e dalla descrizione che vienefatta nel romanzo Histoire d'Odell'anello dato alla protagonista come simbolo della sua servitude.Dato che l'unica forma libera di questo trischelion è quella digitale,ha una certa diffusione internazionale all'interno delle comunitàvirtuali e come decorazione su anelli e simboli .L'anello d'O (con le due versioni, una tratta dalla descrizionesommaria presente nel romanzo "Histoire d'O" e l'altra, probabilmentepiù comune, tratta dalla versione cinematografica)La bandiera dei "Leather Pride"L'Head harness
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Transgender
Transgender
Transgender al Gay Pride di New York
Il termine transgender ha assunto nella lingua italiana diversi significati a seconda degli ambiti in cui è usato.
La sua origine è da identificarsi all'interno del movimento LGBT, nato negli Stati Uniti d'America intorno ai primi Anni '80,
per indicare un movimento politico che contesta la logica eterosessista
e genderista secondo la quale i sessi nell'uomo sono solo due, che
l'identità di genere di una persona debba necessariamente combaciare
con il sesso biologico e che il tutto debba restare immodificabile
dall'uomo.
Il termine "transgender", quindi, nasce come termine "ombrello"
dentro cui si possono identificare tutte le persone che non si sentono
racchiuse dentro lo "stereotipo di genere" normalmente identificato
come "maschile" e "femminile".
//
Il transgenderismo
Il transgenderismo sostiene che l'identità di genere di una persona
non è una realtà duale "maschio/femmina", ma un continuum di identità
ai cui estremi vi sono i concetti di "maschio" e "femmina".
In questo senso il transgenderismo
è da considerarsi come un movimento politico/culturale che propone una
visione dei sessi e dei generi fluida e che rivendica il diritto di
ogni persona di situarsi in qualsiasi posizione intermedia fra gli
estremi "maschio/femmina" stereotipati senza per questo dover subire stigma sociale o discriminazione.
Da questo punto di vista sotto il termine "ombrello" di "transgender" possono identificarsi:
la persona transessuale operata (perciò che è a tutti gli effetti cambiata di sesso).la persona transessuale non completamente operata (ovvero che lascia integri i genitali di origine).la persona crossdresser, termine che tende a sostituirsi sempre più alla dicitura "travestito"
perché associato alla perversione sessuale. In questo senso il
crossdresser è persona che si traveste, per lo più in privato ma anche
pubblicamente, senza implicazioni di eccitazione sessuale. Quasi sempre
è maschio ed eterosessuale.la persona (di qualsiasi orientamento sessuale), sia uomo, sia donna, che rifiuta lo stereotipo di genere
che la società, la cultura locale impone ai due sessi. In questo senso
e in questa accezione del termine, che però è la meno conosciuta in
Italia, alcuni ritengono che transgender e "queer" siano termini fra loro sovrapponibili.
Nel tempo e nella trasposizione del termine nella cultura italiana
la parola transgender ha assunto diversi ed altri significati che poco
hanno a che vedere con l'origine del termine inteso come "movimento
politico culturale". Questa seconda accezione è ormai diventata più
popolare di quella originale.
La traduzione italiana di transgender sarebbe transgenere,
ma questo termine non si è radicato nell'uso comune nella nostra lingua
e quindi un termine "importato" dall'inglese e lasciato in prevalenza
immutato.
Nell'uso psicologico, psichiatrico, endocrinologico e legale
Nella terminologia psicologica, psichiatrica, endocrinologica e
legale il termine "transgender" viene utilizzato in termini
semplificativi per indicare una persona transessuale non operata ai
genitali. Secondo questa accezione del termine quindi transgender
diventa un termine per indicare solamente una sottocategoria delle
persone transessuali, e per separare il/la transessuale operato/a (ai
genitali) da quello/a non operato/a.
Così come per il transessualismo
anche per il termine "transgender" vi è una totale e netta
differenziazione sulla declinazione al maschile o al femminile fra
mondo accademico e movimento transgender/transessuale.
Analogamente al transessualismo, i testi medici e legali declinano
(salvo rarissime eccezioni) il termine al maschile per le persone che
effettuano una transizione da maschio a femmina (androginoide) e al femminile per le persone che effettuano una transizione da femmina a maschio (ginoandroide).
In questo modo dando la prevalenza alla genetica rispetto all' identità di genere della persona.
Tale utilizzo della declinazione è fortemente contestato dal movimento transgender e transessuale (e dal movimento GLBT o LGBT più in generale) in quanto ritiene che sia da far prevalere l' identità di genere della persona sul mero dato biologico di nascita.
Semplificando: la persona nata maschio che assume l'identità femminile
e di conseguenza anche un nome femminile (poniamo ad esempio "Anna")
per la cultura scientifica è "il" transgender Anna, per il movimento è
invece "la" transgender Anna.
Utilizzo accademico
L'utilizzo accademico della coniugazione del termine peraltro spesso
fatto proprio dal giornalismo e dai media ha la controindicazione di
determinare veri e propri "salti mortali" nella lingua italiana.
Esemplificando: "IL" transgender Anna è andato o è andata a fare la
spesa"? Il nome Anna si coniuga in genere al femminile, ma per una
persona transessuale o transgender lo si coniuga al maschile con ciò determinando una sorta di discrimine fra la "Anna" donna genetica e la "Anna" transessuale o transgender.
Ed è proprio per questo fatto che la declinazione utilizzata dal mondo
accademico viene contestata dal movimento transgender e transessuale in
tutto il mondo ed anche in Italia.
Come sostituzione di transessuale
Una terza accezione del termine "transgender" è quella di andare a sostituire il termine "transessuale", sovrapponendosi ad esso.
La motivazione, anch'essa nata all'interno del movimento LGBT o GLBT
è da trovarsi nel fatto che il termine "transessuale" è di per sé
impreciso, se non errato dal punto di vista clinico. In realtà
qualsiasi persona operi una transizione sessuale, agisce sul "gender", sul genere sessuale e non sul sesso che, allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è e resta immutabile.
Quindi transgender può anche essere usato al posto di transessuale,
peraltro cancellando la dicotomia fra "operati" e non operati che poco
interessa il "gender" ma molto invece interessa il "sesso" di una persona.
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16 anni fa
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Ermafroditismo
Ermafroditismo
L'ermafroditismo o monoicismo è un fenomeno col quale un individuo di una determinata specie, animale o vegetale, possiede durante l'arco della sua vita entrambi gli organi sessuali e può quindi produrre, contemporaneamente o successivamente, sia i gameti maschili (spermi) sia quelli femminili (uova). In alcune specie animali, in particolare invertebrati, il fenomeno è comune o addirittura essenziale per la riproduzione.
//
Definizioni
L'ermafroditismo viene definito istantaneo o simultaneo quando gli individui presentano contemporaneamente gonadi maschili e femminili; se invece cambiano sesso nel corso della loro vita, si parla di ermafroditismo sequenziale, talvolta indicato come inversione sessuale. Quando un individuo è maschio nella prima parte della vita si parla di proterandria (ad es. l'orata), nel caso opposto si parla di proteroginia.
Il monoicismo si contrappone al dioicismo che caratterizza quelle specie dove i genitori sono di sesso separato, fenomeno comune nei Vertebrati.
Storicamente il termine ermafrodito è stato usato, in modo generico ed impreciso, per descrivere individui in particolare nella specie umana che presentano organi genitali (primari e/o secondari) ambigui. Il termine intersessuale, più ampio, è preferito da questi individui stessi e dalla classe medica.
Si può distinguere fra ermafroditismo sufficiente ed insufficiente.
Gli organismi ermafroditi sufficienti sono in grado di riprodursi in
autonomia, mentre gli insufficienti hanno comunque necessità di
interagire con un altro individuo della propria specie per completare
la riproduzione.
Etimologia
Ermafrodito (a destra) insieme con un Satiro
Etimologicamente, il termine ermafrodita deriva da Ermafrodito, il figlio di Ermes e Afrodite, personaggio della mitologia greca che, essendosi fuso con una ninfa,
risultava possedere tratti fisici di entrambi i sessi. Secondo la
terminologia moderna, Hermaphroditus può essere considerato un
ermafrodita contemporaneo (o simultaneo).
La figura mitologica di Tiresia, che compare nell'Odissea e nell'Edipo re, può essere invece considerata come un ermafrodita sequenziale (o successivo), essendosi trasformato in donna e ritornato uomo per volere degli dei.
L'ermafroditismo nell'essere umano
L'ermafroditismo vero, nell'essere umano, è descritto come una rara disgenesia gonadica.Più frequenti sono gli pseudoermafroditismi (maschile e femminile) nonché le alterazioni collegate al sistema endocrino, che possono essere virilizzanti (come nel caso della sindrome adreno genitale) o, al contrario, dar luogo ad una insensibilità agli ormoni maschili (come nella sindrome di Morris) e inibendo così lo sviluppo di caratteri sessuali maschili. L'Ermafroditismo vero e gli pseudoermafroditismi rientrano nelle anomalie della differenziazione sessuale.
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Contraccezione
Contraccezione
Per contraccezione si intende il complesso delle tecniche anticoncezionali, ossia dei mezzi dediti ad programmare o impedire il verificarsi di una gravidanza.
//
Metodi contraccettivi tradizionali
Astinenza o pratiche sessuali alternative alla penetrazione vaginaleCoito interrotto Metodi contraccettivi moderni
Metodi farmacologici
Cerotto contraccettivoContraccezione ormonale vaginale (anellino ormonale o anello vaginale)Pillola anticoncezionalePillola del giorno dopoPillola maschile (a volte denominata "pillolo")
Barriere (a volte in combinazione con spermicidi)
ProfilatticoProfilattico femminileDiaframmaCappuccio cervicaleSpugna contraccettiva
Metodi intrauterini
Spirale
Riconoscimento della fertilità
Ogino-KnausMetodo BillingsMetodo Sintotermico
Metodi chirurgici
Vasectomia per uominiChiusura delle tube per donne
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16 anni fa
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Vasectomia
Vasectomia
La vasectomia è la resezione, dopo legatura, dei dotti deferenti dell'uomo. I dotti deferenti sono dei tubicini dove si accumula lo sperma "testicolare" il quale è costituito di spermatozoi e di una piccola quantità di liquido molto ricco di proteine che assicura la sopravvivenza degli stessi. Al momento dell'eiaculazione
lo sperma "totale" verrà espulso sotto forma di sostanza liquida
bianco-gialla formata dalla mescolanza che si realizza con il liquido
prostatico e con quello proveniente dalle ghiandole accessorie. La
vasectomia è un intervento di piccola entità, sicuro e poco traumatico,
ma non consente ripensamenti. Gli interventi di rianastomosi,
ricongiungimento dei deferenti, sono possibili grazie alla
microchirurgia (tecnica attuata con microscopi operatori) ma solo nel
30% dei casi si è ottenuto un figlio. L'intervento di vasectomia non
inibisce a nessun livello le possibilità erettive del pene o il raggiungimento dell'orgasmo nell'uomo.
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16 anni fa
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Vibratore
Vibratore
Un vibratore è uno stimolatore erotico, solitamente dalla forma fallica. Le vibrazioni, prodotte facendo ruotare una massa eccentrica mediante un piccolo motore in corrente continua, vengono usate per provocare piacere sessuale.
//
Storia
Pubblicità di un "massaggiatore per il corpo" del 1910.
Il vibratore a energia elettrica fu inventato negli anni 1880 da medici che per secoli avevano apparentemente curato le donne dall'isteria facendo ciò che oggi conosciamo come masturbazione. Al tempo comunque, non solo i dottori erano convinti che la stimolazione vaginale non avesse nulla a che fare con il sesso,
ma erano convinti che fosse una pratica lunga e faticosa; il vibratore
rese il compito più semplice e veloce, diventando in breve alquanto
popolare tra i dottori. Cominciarono ad apparire versioni casalinghe
che divennero in breve altrettanto popolari, con pubblicità in numerose
riviste e cataloghi per donne. Questi sparirono negli anni 1920, quando l'apparizione dei vibratori nella pornografia
rese impossibile per la società evitare di riconoscere le connotazioni
sessuali dell'oggetto. Nella loro più comune forma di "massaggiatori
per il corpo", vennero venduti milioni di vibratori sia a uomini sia a
donne.
I vibratori spesso permettono alle donne di raggiungere l'orgasmo
più velocemente e facilmente, mentre non necessariamente sono in grado
di realizzare orgasmi più forti di quelli prodotti dalla semplice
stimolazione manuale. Sono a volte raccomandati da sessuologi
alle donne che hanno difficoltà a raggiungere l'orgasmo in altri modi.
Le coppie a volte li usano per aumentare il piacere di uno o di
entrambi i partner.
Un sondaggio della Durex del 2006 (peraltro preliminare alla vendita di un anello vibrante di nuova concezione) affermò che il 46% delle donne possiede un vibratore.
La vendita di vibratori e oggetti simili è vietata in alcuni stati nella parte meridionale degli Stati Uniti d'America. Nello stato del Texas la vendita di articoli per la stimolazione sessuale (come vibratori e dildo)
tecnicamente è illegale, ma molti negozi li vendono ugualmente a patto
che l'acquirente firmi una liberatoria dove afferma di usare l'oggetto
solo per scopi educativi. Acquistare un vibratore è illegale anche in Georgia, Alabama, Mississippi, Indiana, Virginia, Louisiana e Massachusetts
Tipologia
Un vibratore in lattice
Esiste un'enorme gamma di vibratori, che si divide in categorie minori:
resistenti all'acquavibratore clitorideoa forma di uovoa forma di dildoa forma di coniglioa forma di farfallaper la stimolazione del punto Gper stimolazione analeanello vibrantemissile tascabilevibratore nascosto
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Pillola anticoncezionale
Pillola anticoncezionale
La pillola anticoncezionale o pillola contraccettiva (comunemente indicata semplicemente come pillola) è un farmaco contraccettivo ormonale
considerato, attualmente, il più sicuro tra quelli reversibili. La
Pillola è stata dapprima approvata per uso contraccettivo negli Stati
Uniti nel 1960, e divenne molto popolare. Oggi è utilizzata da più di
100 milioni di donne nel mondo e da almeno 12 milioni di donne negli
Stati Uniti. L'utilizzo varia molto in base all'età, all'educazione,
allo stato civile e allo stato di appartenenza: un quarto delle donne
tra i 16 e i 49 anni in Gran Bretagna usa correntemente la Pillola,
mentre in Giappone solo l'1%. In Italia, poco meno del 20% delle donne
tra i 15 e i 44 anni utilizza la pillola, classificando il nostro paese
al 14°posto in Europa, davanti solo a Spagna, Slovacchia, Polonia e
Grecia.
//
Efficacia
La pillola contraccettiva agisce grazie alla combinazione di piccole quantità di un estrogeno (generalmente etinilestradiolo) e di un progestinico, l'assunzione quotidiana di questi due ormoni inibisce gli eventi ormonali che inducono l'ovulazione.
Oltre a sopprimere l'ovulazione, la pillola è causa di meccanismi
contraccettivi accessorî che ne aumentano la sicurezza: provoca infatti
l'ispessimento della mucosa cervicale rendendo così difficoltoso il
passaggio degli spermatozoi attraverso la cervice stessa e un assottigliamento dell'endometrio
rendendo difficoltoso l'impianto di un eventuale (ma rarissimo) ovulo
fecondato. L'inefficacia contraccettiva della pillola, misurata in base
all'indice di Pearl (numero di gravidanze per 100 donne/anno) è molto bassa, inferiore all'1%.
Impatto sociale e culturale
Introdotta nei primi anni sessanta,
la pillola anticoncezionale ebbe un grande impatto sociale. In primo
luogo, era molto più efficace di qualsiasi precedente metodo di
controllo delle nascite, dando alle donne il controllo sulla propria
fertilità. L'utilizzo non richiedeva particolari accorgimenti al
momento dell'attività sessuale che potessero interferirne con la
spontaneità o le sensazioni. Questa combinazione di fattori rese la
pillola immensamente popolare in pochi anni dalla sua introduzione.
Poiché la pillola era così efficace, e presto fu anche così diffusa,
in breve tempo si sollevò il dibattito attorno alla morale e alle
conseguenze per la salute del sesso pre-matrimoniale e della
promiscuità. Mai prima di allora l'attività sessuale e la riproduzione
furono così separate. Per una coppia che usava la pillola, fare sesso
divenne puramente una espressione di amore, o un modo per cercare il
piacere fisico, o entrambi; ma non significava più riprodursi. Mentre
questo era vero anche per i precedenti contraccettivi, la loro relativa
alta fallibilità e la loro scarsa diffusione mancarono di enfatizzare
questa distinzione così chiaramente come fece la pillola. La diffusione
di un contraccettivo orale portò molte figure religiose e istituzioni a
dibattere attorno al tema della sessualità e della relazione con la
procreazione. La Chiesa Cattolica Romana in particolare, dopo aver
studiato il fenomeno dei contraccettivi orali, rienfatizzò
l'insegnamento tradizionale Cattolico circa il controllo delle nascite
e nel 1968 Papa Paolo VI pubblicò l'Enciclica
"Humanae Vitae". L'Enciclica reiterò l'insegnamento tradizionale
Cattolico che la contraccezione artificiale distorce la natura e gli
obiettivi del sesso.
A metà degli anni settanta si diffuse l'ipotesi che l'uso della pillola portasse al cancro al seno.
Fino a quel momento, molte donne nei movimenti femministi avevano
affermato che la pillola era un "equalizzatore" che avrebbe dato la
stessa libertà sessuale di cui da sempre godevano gli uomini. Questi
nuovi sviluppi, comunque, portarono molte donne a denunciare la
contraccezione orale come un'invenzione dell'uomo destinata a
facilitare la libertà sessuale degli uomini con le donne al costo di
rischiare la loro salute. Allo stesso tempo, la società stava
cominciando a prendere coscienza dell'impatto della pillola sui
tradizionali ruoli di genere. Le donne ora non dovevano più scegliere
tra una famiglia e la carriera. Negli anni '80 e '90, nuovi studi e una
progressiva riduzione del contenuto ormonale delle pillole
contraccettive in commercio (ne esistono diverse tipologie, con
differenti indicazioni di utilizzo ed effetti collaterali variamente
significativi), hanno scongiurato queste gravi preoccupazioni per la
salute della donna. Oggi si ritiene l'utilizzo corretto della pillola
come il più efficace metodo contraccettivo esistente, il cui uso può
essere protratto anche molto a lungo senza serî rischî, se non per
alcune particolari categorie di donne (quali quelle affette da malattie
cardiovascolari). Tuttavia molte donne continuano a guardare con
preoccupazione all'assunzione di ormoni artificiali e preferiscono
perciò ricorrere ad altri metodi contraccettivi o di riconoscimento della fertilità, che tuttavia presentano un'efficacia contraccettiva molto inferiore.
Vantaggi
L'uso della pillola comporta i seguenti vantaggi:
efficacia contraccettiva elevatissimafacilità di utilizzoeconomicitànessuna interferenza con l'atto sessualeriduzione dei disturbi mestruali e dell'acneprotezione da patologie dell'apparato riproduttivo femminile, quali tumori e fibromi
Svantaggi
L'uso della pillola comporta i seguenti svantaggi:
richiede la prescrizione del medico, conseguente a determinati esami.deve essere assunta con regolarità e precisione, altrimenti la sua efficacia va persa.alcune donne non possono assumerla per problemi cardiovascolari o forti rischi di determinate malattiepuò dare alcuni effetti collaterali spiacevoli, soprattutto
all'inizio dell'assunzione: fra questi, nausea, tensione mammaria,
sensazione di gonfiore, lieve aumento di peso, leggere perdite di
sangue (al di fuori delle mestruazioni), depressione.interferisce con alcuni farmaci, come antibiotici e analgesici, che possono ridurne l'efficacia.non protegge dalle malattie sessualmente trasmissibili.
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16 anni fa
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Punto G
Punto G
Il punto G o punto Gräfenberg, dal nome del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg che per primo lo descrisse, sarebbe un punto particolarmente sensibile della vagina, sebbene la presenza in questa zona di una forte concentrazione di terminazioni nervose sia tuttora oggetto di studi e controversa.
//
Origini
Già nella cultura orientale era conosciuta una zona del corpo della donna che - oltre alla clitoride - era determinante per il suo piacere sessuale: negli antichi testi filosofico-religiosi quest'area era definita "punto del sole" o "punto del piacere".
In occidente, nella seconda metà del XVII secolo, un medico e speziale olandese, Reigner de Graaf (1641-1693),
in un suo trattato di medicina - poi andato perduto, ma ricordato negli
scritti di vari autori suoi contemporanei - riferì la presenza di
un'area, in prossimità della vagina, di particolare sensibilità erogena.
Nei tempi moderni Ernst Gräfenberg pubblicò per primo, nel 1950,
un dettagliato studio scientifico, nel quale sosteneva la presenza di
una zona, interna alla vagina, dalla quale aveva origine il piacere
sessuale femminile. La ricerca suscitò parecchi dubbi e molte
incredulità e, sebbene negli anni successivi altri studiosi ne abbiano
confermato l'esistenza, il Punto G è ancora oggi fonte di discussioni,
e molti ginecologi ne negano l'esistenza
Ubicazione
Gräfenberg ritenne di individuare il punto G nello spazio fra la parete anteriore della vagina e la parete posteriore della vescica, ad una profondità di sei-otto centimetri
rispetto all'ingresso del canale vaginale e nella stessa zona era già
nota la presenza di un tessuto che si riteneva fosse il residuo di una
primordiale ghiandola prostatica
femminile. Più precisamente, il punto G sarebbe posto sulla parete
anteriore della vagina, nel suo terzo inferiore, corrispondente anatomicamente a un manicotto di tessuto erettile (simile ai corpi cavernosi del pene, presente nel sesso femminile anche a livello della clitoride) che circonda l'uretra, quindi è la proiezione vaginale di una struttura posta in profondità (a circa 1 cm dalla mucosa).
Per individuare tale posizione si può utilizzare come punto di repere anatomico l'osso pubico:
il Punto G si troverebbe nella vagina all'incirca a questo livello, ma
la sua individuazione risulta piuttosto difficile, a causa delle sue
ridotte dimensioni e dello spessore della parete vaginale. La
stimolazione di questa zona ne causa l'inturgidimento col meccanismo di
cattura ematica, tipico dei corpi cavernosi, e, al momento dell'orgasmo, si può accompagnare l'emissione di un fiotto di liquido di natura trasudatizia.
Le migliori condizioni per l'esplorazione del Punto G si presentano
quindi solamente quando la donna è in stato di piena eccitazione
sessuale, allorché il Punto G si inturgidisce ed aumenta le proprie
dimensioni, tuttavia la complessità del meccanismo della libido
femminile non rende facilmente riproducibile questa condizione in
laboratorio. Di conseguenza, poche sono le ricerche in materia condotte
con rigorosa metodologia scientifica.
Altre ipotesi
Secondo la ricercatrice australiana Helen O'Connel, il punto G sarebbe in realtà la parte terminale della struttura interna del clitoride, il quale può raggiungere, all'interno del corpo femminile, una complessiva lunghezza di 10 centimetri.
Nel febbraio del 2008 il professor Emmanuele Jannini, Docente di Sessuologia Medica dell'Università degli studi dell'Aquila ha pubblicato, sulla rivista The Journal of Sexual Medicine, uno studio teso a dimostrare, anche per mezzo di ecografie vaginali, la presenza - solo in alcune donne - di un ispessimento della parete divisoria tra uretra e vagina che sarebbe da identificarsi con il punto G..
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16 anni fa
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Anello vibrante
Anello vibrante
Un anello vibrante è uno stimolatore erotico composto da una parte vibrante montata su un anello leggermente elastico, che va indossato dall'uomo alla base del pene durante la penetrazione sessuale per provocare una stimolazione diretta del clitoride della partner femminile, in modo da accrescerne l'eccitazione e facilitarne l'orgasmo. L'orientamento della parte vibrante varia a seconda delle posizioni sessuali adottate, in quanto esso deve trovarsi rivolto verso il clitoride.
Nel 2006 la casa produttrice di profilattici Durex
ha realizzato un anello vibrante usa e getta, pertanto di costo
particolarmente ridotto e destinato a un più ampio consumo. Il lancio
pubblicitario di questo prodotto ha suscitato notevole scalpore,
mediante spot commerciali i quali mostravano esplicitamente l'anello
vibrante come tipico oggetto di un romantico regalo di coppia (in
sostituzione del tipico anello di fidanzamento), durante una cena fra
due innamorati.
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16 anni fa
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Strap_on dildo
Strap-on dildo
Un dildo multifunzionale con imbracatura a doppio strappo e un uovo vibrante sul lato interno
Uno strap-on dildo (anche detto strap-on, o dildo indossabile) è un dildo disegnato per essere indossato (mediante un'imbracatura) da un partner che lo usi per penetrare l'altro partner vaginalmente, analmente o oralmente, sia in coppie eterosessuali che in quelle omosessuali.
Una donna può utilizzare uno strap-on per penetrare analmente un uomo (Pegging) o un'altra donna (in questo caso, anche vaginalmente).
Un uomo può utilizzare uno strap-on in casi di impotentia coeundi, per una doppia penetrazione
o per penetrare più partners. Sul mercato esiste una grande varietà di
imbracature e dildo, con differenti sistemi di fissaggio e
indossamento; strumenti assemblabili per stimolare l'indossatore e il
ricevente, con differenti funzioni, vantaggi e svantaggi per entrambi i
parnters.
Tipi di strap-on indossabili
Elemento fondamentale di uno strap-on è l'imbracatura, che connette
il dildo al corpo di chi l'indossa, solitamente in una posizione simile
a quella dei genitali maschili. Una buona imbracatura è salda e
confortevole, spesso realizzata in modo da stimolare l'indossatore.
Sono disponibili molti tipi diversi di imbracatura, ciascuno coi suoi
pregi e i suoi difetti, e non esiste una risposta giusta al
quesito su quale tipo sia il migliore. È questione di gusti. Molti
dildo non presentano nemmeno l'imbracatura e sono da questo punto di
vista autosufficienti.
Dildo con doppia imbracatura; una cinghia avvince la vita e l'altra passa sotto le gambe
Doppia cinghia- Nell'imbracatura a doppia cinghia una di
queste passa attorno alla vita dell'indossatore, come una cintura,
l'altra in mezzo alle gambe e si connette in basso con la precedente.
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16 anni fa
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Gang bang
Gang bang
Una Gang bang è una situazione in cui un soggetto, di sesso
maschile o femminile, svolge attività sessuali, di svariato tipo, con
una moltitudine di partners, non necessariamente del sesso opposto. Si
differenzia, in questo senso, dall'orgia ovvero dal sesso di gruppo,
di cui costituisce una particolare specialità, perché in questo caso la
relazione è uno-a-molti, ovvero il soggetto protagonista della gang
bang è al centro dell'attenzione di tutti gli altri partecipanti.
La tipologia di gang bang più consueta è quella che vede come
protagonista una donna, e come partecipanti un considerevole numero di
maschi, i quali si alternano nella penetrazione, ovvero si rendono protagonisti di penetrazioni multiple o di altre attività sessuali, come ad es. il sesso orale oppure il bukkake.
Vi sono altresì gang bang attuate fra sole donne, dedite al lesbismo, nella maggior parte dei casi tuttavia di tendenza bisessuale. Infine, più raramente, si svolgono gang bang che hanno come protagonista il soggetto maschile; in questo caso si parla di reverse gang bang, ovvero di gang bang inversa.
Si tratta di una pratica sessuale la cui origine si perde nella
notte dei tempi, chiaramente ascendendo, come riferimento suggestivo,
alle orge rituali tipiche di antichi culti (ad es. i cortei bacchici o
le feste in onore di Dioniso),
nonché a particolari figure femminili la cui caratteristica sarebbe
stata quella di dedicarsi al sesso in maniera particolarmente lasciva e
voluttuosa. Si ricordano ad esempio, nella Roma classica, le maratone
sessuali, vere o presunte, dell'imperatrice Messalina che avrebbe avuto
rapporti sessuali persino con 25 uomini in un solo giorno. Nel
Cinquecento era invalsa e richiestissima, tra le cortigiane, l'usanza
del cosiddetto Trentuno, denominazione probabilmente
riferentesi ai 31 giorni del mese concentrati in una sola giornata, che
consisteva nel farsi possedere da trentuno uomini consecutivamente,
come racconta Lorenzo Veniero nel poemetto La Zaffetta, celebrando le arti della cortigiana veneziana Angiola Zaffetta.
È un genere che conosce un'ampia illustrazione pornografica, in
particolare mediante video; un vero e proprio genere a sé stante si può
considerare quello che persegue la rappresentazione della più grande
gang bang, per durata e numero di partecipanti
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16 anni fa
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Penetrazioni multiple
Penetrazioni multiple
Penetrazione multipla
Le penetrazioni multiple sono penetrazioni sessuali
attuate generalmente fra due o più persone, oppure anche
individualmente, dato che possono essere effettuate non solo attraverso
l'uso del pene, ma anche tramite le dita, i dildos, vibratori, falli, gli Strap-on dildo indossati da donne e giocattoli sessuali.
Lo scopo del partner nel sottoporsi a penetrazioni simultanee,
consiste nel desiderio di riuscire ad ottenere il massimo del piacere,
derivante dal maggior numero di terminazioni nervose coinvolte,
residenti principalmente nelle mucose del corpo.
Tecniche
Penetrazione multipla di Paul Avril, dipinto erotico. Due uomini e una donna
Svariate sono le pratiche di penetrazione multiple; quelle più comuni sono le seguenti:
Doppia penetrazione (DP) – Penetrazione simultanea di due orifizi di una persona praticata da due altre persone. Ano e vagina, ano e bocca, o bocca e vagina. In caso di penetrazione simultanea di ano e vagina viene chiamata anche sandwich. Le sue varianti possono essere:
Doppia penetrazione anale – Penetrazione simultanea dell'ano mediante due peni o altri oggetti.Doppia penetrazione vaginale – Penetrazione simultanea della vagina mediante due peni o altri oggetti.Doppia penetrazione ano vaginale (DVDA) – Penetrazione
simultanea dell'ano e della vagina di una donna mediante 2 peni
ciascuno. È una pratica impossibile tra esseri umani, ma può comunque
essere effettuata con oggetti o dildo.
Barracuda – Penetrazione simultanea della vagina mediante 2 dita e dell'ano mediante un dito. Una variante è la Reverse Betty Crocker, che consiste nella penetrazione dell'ano con due dita e della vagina con un dito.Rotisserie – Penetrazione simultanea di una persona in bocca e in vagina o nell'ano.Tripla penetrazione – Due peni penetrano la vagina e un pene penetra l'ano, oppure due peni penetrano l'ano ed un pene penetra la vagina.Tupperware party – Penetrazione simultanea della vagina, dell'ano e della bocca di una donna.
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16 anni fa
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Footjob
Footjob
Il footjob (Job = lavoro, Foot = piede, e quindi letteralmente "lavoro di piede") è un tipo di masturbazione realizzata con i piedi.
Le tecniche sono varie; la più comune è quella degli archi delle piante del piede che chiudono il pene (facendo una specie di morsa) ed incominciano ad eseguire il movimento della masturbazione.
//
Tecniche
Oltre alla tecnica citata, ne esistono molte altre (difficili da
elencare dato che le posizioni sono moltissime). Un'altra tecnica molto
praticata è quella di usare i piedi come "mano" (che solitamente viene
usata per masturbarsi) chiudendo il pene tra l'alluce ed il secondo dito e cominciare il movimento. Il footjob
può essere eseguito anche (nonostante sia più scomodo per l'esecutore)
all'indietro, ovvero chinarsi dalla parte opposta del partner, e con i
piedi, cominciare a masturbare il pene del partner. In tal caso il
Footjob prende la denominazione di "Solejob" (Sole=pianta del piede).
Un altro metodo molto apprezzato è quello di poggiare i talloni alla
base del pene, in modo che esso rimanga eretto lungo la pianta e agire
con le dita e in particolare con i due alluci sul glande provocando
notevole eccitazione. È comunque consigliabile in ogni caso una
adeguata lubrificazione sia dei piedi che del pene per favorire la
pratica.
Preferenze tra donna e uomo
Non esiste una vera preferenza tra uomo e donna, anche se cambia il
tipo di eccitazione da sesso a sesso, la donna comunque, dovrebbe
provare piacere nel ricevere lo sperma del partner sul proprio piede.
Il footjob può comunque essere anche eseguito tra uomo e uomo.
Footjob Donna/Donna, Donna/Uomo
La donna che riceve il footjob, solitamente, viene masturbata con l'alluce del piede del partner. Questo può essere eseguito anche fra due donne.
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16 anni fa
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Titjob ( Spagnola )
Spagnola
La spagnola è una pratica sessuale.
In inglese il termine è mammary intercourse.
Definizione
Illustrazione della "spagnola"
In questo atto sessuale l'uomo colloca il proprio pene fra le mammelle della donna nel solco intermammario e successivamente l'uomo vi strofina il pene ripetitivamente fino all'eiaculazione.
Per facilitare il raggiungimento dell'orgasmo può essere usato un lubrificante.
La donna può stringere il pene fra i suoi seni oppure è l'uomo che lo stringe afferrando egli stesso le mammelle della donna.
Quando l'uomo raggiunge l'orgasmo, lo sperma
copre il solco intermammario e/o parte del seno; spesso raggiunge anche
il collo della donna e tale circostanza prende il nome di "collana di perle".
Note
In alcuni casi la spagnola può essere combinata con del sesso orale da parte della donna la quale, attraverso una fellatio, può stimolare l'eiaculazione maschile.
La spagnola può essere resa più facile se l'uomo ha un pene
di dimensioni non esigue oppure se la donna possiede un seno di
dimensioni importanti, nonché se quest'ultima riesce a muovere il collo
in modo tale da raggiungere il glande con la bocca.
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16 anni fa
admin,
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Anilingus
Anilingus
Anilingus è il nome generico di varie pratiche sessuali umane che comportano il contatto della bocca con l'ano o con le regioni perianali. L'anilingus è perciò una pratica di sesso orale, e non coinvolge i genitali.
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Il nome
Anilingus è una parola artificiale coniata fondendo le voci della lingua latina anus (ano) e lingere (leccare). È frequente la scrittura errata analingus per analogia con analis (anale). Nel linguaggio comune si sono affermati anche i nomi inglesi rimming e rimjob.
La pratica
L'anilingus può essere praticato da persone di entrambi i sessi e di tutte le inclinazioni sessuali. Negli esseri umani sono presenti in prossimità dell'ano terminazioni nervose simili a quelle rinvenibili negli organi genitali e nelle zone erogene.
La stimolazione di queste terminazioni attraverso l'azione meccanica
delle parti orali di un partner induce gratificazione a livello del sistema limbico. Al movimento delle labbra si unisce spesso quello della lingua, che a volte viene inserita fin dentro lo sfintere.
In molti casi l'anilingus fa parte dei preliminari alla penetrazione, in particolare al sesso anale vero e proprio. L'anilingus è associato talora alla coprofagia.
I rischi per la salute
Dal punto di vista sanitario, l'anilingus è ritenuto pericoloso per la presenza di batteri nell'ano e nel retto che possono trasmettere malattie infettive. Il rischio di contrarre il virus dell'HIV è considerato comunque basso.
Auto-anilingus
L'auto-anilingus è l'auto-stimolazione orale dell'ano. Si presume che possano eseguirlo pochissime persone, anche per la scomodità della posizione nell'effettuare l'atto.
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16 anni fa
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Bukkake
Bukkake
Il bukkake (dal giapponese ã¶ã£ã‹ã‘ bukkakeru: "bagnare, colare") è una pratica di sesso di gruppo in cui una serie di uomini eiaculano a turno o insieme su una donna o su un uomo, spesso inginocchiato/a (sovente la pratica viene associata all'umiliazione erotica). Il significato originario in Giappone si riferisce ad un modo di consumare gli spaghetti tipicamente giapponese (soba, ramen, udon).
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Etimologia
Bukkake è sostantivo del verbo giapponese bukkakeru che significa gettare un liquido addosso a qualcuno o qualcosa. Il verbo composto può essere diviso a sua volta nei verbi butsu e kakeru. Butsu significa letteralmente colpire, mentre Kakeru in questo contesto significa ricoprire, versare.
Critiche
Alcuni movimenti cristiani Americani hanno vivamente protestato per
la sua diffusione negli Stati Uniti,per la contravvenzione all'ordine
divino di "non disperdere il seme." Dopo diversi dibattiti,tali
associazioni hanno deciso di ritirare la protesta a condizione che il
seme disperso venga subito raccolto e donato ad associazioni benefiche
che si occupano delle coppie con problemi di sterilità
Nella cultura popolare
Il bukkake viene più volte lodato nel poema storico giapponese Totoro no katsumi:in
quest'opera sono molte le scene di celebrazione della vitalità,ed il
fiotto bianco che scende sulla pallida pelle delle fanciulle viene
poeticamente paragonato al cadere dei petali di ciliegio sulla nuda
terra.
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16 anni fa
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Barebacking
Barebacking
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il barebacking, che in inglese vuol dire letteralmente "cavalcare a
pelo", cioè senza la sella per proteggersi, indica la pratica di
rapporti sessuali senza protezioni, soprattutto quelli anali. Rappresenta anche un'ideologia, molto diffusa in Usa, Francia e Germania, che rivendica apertamente questa forma di pratica sessuale e condanna il sesso sicuro.
Le persone che si dedicano al barebacking sono chiamate barebacker.
Questa pratica è nata nella comunità gay americana e poco a poco si è diffusa anche in Europa, causando varie polemiche perché può rendere più facile la diffusione delle malattie trasmesse con il sesso e l'AIDS, una malattia mortale che non è ancora possibile guarire.
In Francia ci sono persone famose che affermano pubblicamente di praticare il barebacking, come lo scrittore Guillaume Dustan ed Erik Rémès, autore del libro Serial fucker, diario di un barebacker.
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Aspetti del fenomeno
Barebacking non è soltanto sesso senza protezioni, indica anche un atteggiamento volontario rivendicato da vari omosessuali. I sostenitori del barebacking fanno notare che gli eterosessuali sono dei barebacker per natura e che il papa Giovanni Paolo II è stato ritenuto il primo di loro perché era contrario all'uso dei preservativi.
Reazioni
La pratica del barebacking non è approvata dalle associazioni che sostengono la lotta all'AIDS e dalle organizzazioni a favore del sesso sicuro perché lo scambio di eiaculazioni maschili come quelle femminili, e la presenza di ferite piccole e molto difficili da vedere può provocare il contagio di varie malattie trasmesse con il sesso, ma soprattutto perché non esiste la certezza che la persona conosciuta da poco sia in perfetta salute.
La polemica
I barebacker sono convinti che indossare il preservativo può rovinare la qualità delle loro erezioni
e riduce notevolmente le sensazioni di piacere vissute durante
l'esperienza sessuale. Le persone contrarie al barebacking affermano
che tale pratica è solamente la dimostrazione di edonismo
sessuale. I barebacker, di fronte a questi atteggiamenti considerati
ostili, spesso rispondono che esiste ancora una valutazione negativa
della sessualità che assomiglia molto alle affermazioni della chiesa cattolica.
Alcuni sostenitori del barebacking affermano che l'atteggiamento ostile del movimento di liberazione omosessuale sia in realtà un modo per rendere più veloce alla comunità gay il riconoscimento legale dei matrimoni gay
e anche la possibilità di adottare i bambini. Il movimento afferma che
se gli atteggiamenti degli omosessuali non fossero più interpretati
come pericolosi, sarebbero finalmente riconosciuti tutti i diritti che
attualmente appartengono solo agli eteresessuali.
I detrattori del barebacking affermano che i rischi legati a questo
fenomeno aumentano a causa della pubblicità di alcuni siti web che
favoriscono l'incontro dei barebacker e di alcuni locali che permettono
con troppa facilità di praticare il sesso non protetto.
Statistiche
Alcuni mezzi d'informazione gay hanno pubblicato una statistica per
verificare la diffusione del barebacking attraverso le risposte di un
questionario e soprattutto per comprendere se i barebacker sono a
conoscenza di tutti i fattori di rischio.
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16 anni fa
admin,
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Collana di perle
Collana di perle
Esempio di "collana di perle"
Una collana di perle (dall'inglese pearl necklace) è il termine con cui ci si riferisce all'attività sessuale in cui un uomo eiacula sopra o vicino al collo di un'altra persona, molto spesso a seguito della pratica sessuale denominata spagnola (titjob).
Il risultato assomiglia vagamente ad una collana di perle per via delle gocce e filamenti di sperma di colore bianco-traslucido, depositati sulla pelle.
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16 anni fa
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Cybersesso
Cybersesso
Il cybersesso (inglese Cybersex o computer sex o net sex), definita anche sesso virtuale, è un tipo di attività sessuale a cui partecipano due o più persone collegate fra di loro tramite una rete informatica.
Caratteristiche
Il cybersex è una forma di comportamento i cui partecipanti
simulano, mediante strumenti informatici e telematici, di avere reali rapporti sessuali
descrivendo le loro azioni e rispondendo ai loro partner in forma
prevalentemente scritta, stimolando le proprie fantasie sessuali ed
esprimendo all'altro partner le proprie sensazioni.
Il cybersesso a volte include reale masturbazione, anche mediante l'uso di giocattoli sessuali (ad es. vibratori, dildo
etc.). La qualità in questi tipi di incontri dipende tipicamente
dall'abilità e dalla volontà dei partecipanti di evocare vivide
immagini nella mente del partner, per questo l'immaginazione riveste un
ruolo importante.
Il cybersesso può anche essere utilizzato all'interno di rapporti
intimi già esistenti, ad esempio tra persone sentimentalmente legate ma
geograficamente separate, rivestendo così tutte le caratteristiche di
una prosecuzione della sessualità di coppia.
In altri casi, le persone che praticano cybersex si giovano dell'anonimato
più o meno completo garantito dallo strumento informatico; in questo
senso, una persona può nascondere la propria identità, alterare
volutamente la propria descrizione fisica (ad es. celando
caratteristiche considerate poco appetibili o esagerandone altre più
sensuali), o addirittura mutare volutamente il proprio genere sessuale, fingendosi uomo o donna per sperimentare diversi ruoli sessuali.
Strumenti
Cybersesso
Il cybersex può effettuarsi mediante l'invio di messaggi, in forma differita (email) oppure in tempo reale (instant messaging)
con contenuti espliciti, che esprimono fantasie erotiche o descrivono
desideri e richieste sessuali rivolte all'altro interlocutore.
Ci si può inoltre avvalere delle chat line, ad es. sui canali IRC oppure su appositi siti di dating (ovvero di incontri per single), che consentono una interazione in tempo reale fra persone che hanno comuni interessi e/o simili fantasie erotiche.
In alcuni contesti il cybersesso è completato dall'uso di webcam per trasmettere in tempo reale l'immagine del partner o di parti di esso.
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16 anni fa
admin,
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Pissing
Pissing
Il pissing in termini sessuali è una forma di parafilia
(laddove praticata in modo molto intenso ed esclusivo, ovvero su
soggetti non consenzienti), ovvero di gioco erotico, caratterizzata
dall'eccitamento provocato dall'emissione o dalla ricezione su di sé
dell'urina (espulsa attraverso l'uretra), in particolare nell'ambito di attività sessuali; tale pratica è definita anche col termine "pioggia dorata".
Questa forma di attività sessuale può essere vissuta in modo
esclusivo, come unico o prevalente modo di raggiungere l'eccitazione (e
in questo senso si parla di parafilia in senso patologico), oppure, più
di frequente, può far parte di un insieme di atti sessuali nell'ambito
della sessualità tradizionale di coppia, o, più spesso, nell'ambito
delle pratiche proprie della comunità Bdsm.
In quest'ultimo caso, di norma, il pissing, soprattutto nella forma
più elementare, ovvero l'ingestione da parte del soggetto sottomesso
delle urine del soggetto dominante, costituisce una delle pratiche in
cui è maggiormente evidente l'umiliazione fisica e psicologica
(peraltro consensualmente determinatasi), di tipo sadico o masochista.
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16 anni fa
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Esibizionismo
Esibizionismo
L'esibizionismo in termini sessuali è una forma di parafilia caratterizzata dall'eccitamento provocato dal mostrare i propri genitali, i propri seni o qualsiasi parte del corpo in pubblico.
Esibizionismo è anche voler mostrare a tutti i costi le proprie
capacità, il proprio aspetto, o qualsiasi cosa possa risultare utile
allo scopo di essere stimato od osannato.
La pratica dell'esibizionismo sessuale ha conosciuto una notevole
diffusione in seguito allo sviluppo delle videocamere ad uso amatoriale
e della fotografia digitale. A questi supporti è stata poi combinata,
in particolare dagli anni '90 in avanti, la distribuzione telematica
delle immagini e dei filmati mediante la rete internet, con l'effetto
di consentire a un gran numero di persone di esibire i propri corpi e i
propri atti intimi di fronte a una platea virtualmente mondiale,
rendendo però irriconoscibile la propria identità.
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16 anni fa
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Scambio di Coppia o Scambismo
Scambio di Coppia o Scambismo
Il termine scambio di coppia o scambismo designa una classe piuttosto ampia di
comportamenti sessuali, che taluni dei cui adepti definiscono anche col
termine più generico trasgressione e con l'aggettivo trasgressivo.
Il denominatore comune di tale gamma di comportamenti può essere
considerato una attenuazione più o meno forte della monogamia della
coppia, i cui membri, o uno di essi, possono trarre eccitazione o
soddisfacimento da voyeurismo (guardare) esibizionismo (essere guardati) o vari atti sessuali condotti con una o più persone o coppie.
Tali pratiche investono quindi la vita di coppie e di individui, sia
maschi che femmine. Gli adepti normalmente combinano incontri
coppia-coppia, coppia-maschio o coppia-femmina al di fuori delle loro
proprie consuete relazioni amicali e sociali, ricorrendo a vari centri
di aggregazione mediatici o fisici. Gli atti consumati presentano una
rilevante aliquota di comportamenti bisessuali femminile espliciti. Il ruolo della bisessualità maschile resta più sfumato e comunque raramente agito.
Da un punto di vista analitico è facile rintracciare in tali
pratiche l'espressione delle istanze psichiche che dominavano il mondo
greco-romano, superate dalla cristianità e poi ritornate alla luce. Da
un punto di vista di coppia si può rilevare che il rapporto
costi-benefici di tali pratiche è assai vario.
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16 anni fa
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Spanking
Spanking
San Francisco, Folsom Street Fair 2004
Panca per spanking
Lo spanking (sculacciare) è una pratica sessuale che consiste nello sculacciare
il partner allo scopo di provocare l'eccitazione sessuale di entrambi o
di uno solo dei partner. Lo spanking è di norma considerato una delle
discipline tipicamente appartenenti al BDSM (sadomasochistiche
in particolare) ma non tutti i praticanti la interpretano in tal modo;
per alcuni infatti tale pratica può essere considerata gratificante
anche all'interno di una relazione sessuale tradizionale o addirittura
al di fuori di ogni contesto di coppia, come pratica del tutto a sé
stante.
È eseguito principalmente usando le mani nude, ma spesso ci si
avvale di strumenti quali: spazzole, remi, cinture, righelli e molti
altri oggetti (Paddle, Cane, Hairbrush, Ruler, Strap).
La posizione classica è quella Over the Knee, ovvero con il partner sculacciato (Spankee) posto sulle ginocchia del partner sculacciatore (Spanker).
Altre posizioni vedono colui, o colei, che riceve la sculacciata
appoggiato alla spalliera di una sedia o poltrona con il busto piegato
in avanti, oppure toccarsi le caviglie con le mani, o in tante altre
posizioni anche in relazione allo strumento utilizzato.
Quando gli uomini sculacciano le donne (M/F = Male on Female)
a volte chiedono che esse si travestano da studentesse, oppure che
giochino a fare la "sorella", "segretaria", "infermiera" interpretando
fino in fondo un ruolo che rende tutto più eccitante. In questi giochi F/M
la donna viene sculacciata per punizione, per qualcosa che ha commesso.
Lei inizialmente non accetta la punizione e tenta di ribellarsi ma alla
fine cede ed offre il fondoschiena all'uomo per ricevere la sculacciata.
In alcuni casi lo spanking può essere applicato come forma di
correzione fisica all'interno di una relazione di dominazione, in cui
il partner dominante, detto Master o Mistress, assume il compito di educatore o addestratore nei confronti del partner sottomesso, detto slave.
In questi casi non necessariamente la pratica dello spanking comporta
l'eccitazione sessuale di uno dei partner, ma può concretizzarsi in una
vera e propria forma di tortura
intenzionalmente diretta a provocare l'umiliazione psicologica (causata
ad es. dall'esposizione imbarazzante e coattiva delle proprie parti
intime al di fuori di un contesto sessuale) o il dolore fisico, anche
persistente, nel soggetto che vi viene sottoposto.
Curiosità
Tra i praticanti possiamo citare il poeta Algernon Swinburne e il filosofo Jean-Jacques Rousseau.
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16 anni fa
admin,
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24_7
24/7
La definizione 24/7 si applica, nella terminologia della comunità BDSM, per definire quelle tipologie di relazioni di sottomissione in cui il soggetto sottomesso, ovvero slave (schiavo/a), sperimenta la propria condizione di inferiorità nei confronti del soggetto dominante, ovvero Dom (padrone/a) in modo continuativo, ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette.
Si tratta di una tipologia di rapporto che può avere durata
limitata, temporanea (ad es. nell'arco di un weekend, o di un periodo
prefissato), o più spesso indefinita nel tempo; in questi casi esso
ricalca per certi versi il rapporto di coppia tradizionale,
accompagnandosi a una relazione sentimentale anche emotivamente
significativa fra i due partner.
Laddove il rapporto 24/7 abbia durata indefinita, esso comporta
infatti la convivenza costante fra i due partner, con una suddivisione
di ruoli che spesso, soprattutto nel caso di coppia formata da uomo
dominante e donna sottomessa, tende in modo peculiare a riprendere le
modalità di espressione culturalmente tradizionali della differenza di genere;
in questi casi infatti la donna esprime la sua sottomissione anche
mediante la dedizione alle mansioni considerate più tipicamente
femminili, come la cura della casa, vissuta però come espressione della
propria devozione nei confronti del soggetto dominante.
In ogni caso, una relazione 24/7 è nella maggior parte dei casi
basata soprattutto sulla condivisione di una concezione della
sessualità alternativa a quella tradizionale, in cui può trovare posto,
in molti casi, anche la condivisione sessuale del partner sottomesso
con altri soggetti (scambismo) e/o svariate pratiche sessuali peculiari, quali esibizionismo, spanking, pissing, ecc., anche, ma non necessariamente, basate sul sadismo o sul masochismo
di uno o entrambi i partner. Peculiare per quanto riguarda l'aspetto
della sessualità, in ogni caso, è l'autorità di uno dei due partner
sull'altro/a: solo al soggetto dominante, infatti, compete, di solito,
la decisione sulle attività sessuali, mentre al soggetto sottomesso è
concessa soltanto, per lo più, l'espressione di un generico e
preventivo consenso entro la definizione di determinati limiti
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16 anni fa
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Safe, Sane and Consensual
Safe, Sane and Consensual
SSC, acronimo di Safe, Sane and Consensual,
ovvero, in italiano, sicuro, sano e consensuale. Si tratta di una
terminologia a cui fa riferimento una larga parte della comunità BDSM
per identificare la cornice minima di sicurezza entro cui dovrebbero
svolgersi le attività loro proprie; in particolare essa identifica una
responsabilità ben precisa che il cosiddetto Dom assume nei confronti della persona a lui sottomessa (Sub).
In particolare:
Sano: questo termine sta a indicare la necessità di salvaguardare l'integrità fisica e psicologica di tutti i partecipanti.Sicuro: ovvero le attività devono svolgersi in sicurezza, essendo
state osservate tutte le cautele a scopo di prevenire ogni tipo di
danno non volontario.Consensuale: ovvero deve essere concordato preventivamente, fra i
partecipanti, lo scopo dell'attività o la forma della relazione e i
limiti entro cui queste devono svolgersi, e deve essere assicurato in
ogni momento il diritto, per i partecipanti, di ritirare il proprio
consenso anche senza fornire ulteriori spiegazioni.
Quest'ultimo è sicuramente il punto più delicato: in una scena
BDSM, infatti, la netta distinzione di ruoli fra persona attiva o
dominante e persona passiva o sottomessa, comporta, necessariamente,
una sorta di affidamento da parte di quest'ultima, che non può
comportare sempre una preventiva e dettagliata contrattazione di ogni
attività svolta. È per questo che alcune comunità BDSM hanno preferito
alla fraseologia SSC l'acronimo RACK
(Risk Aware Consensual Kink), ovvero un consenso informato e
consapevole dei rischi propri di chi svolge attività sessuali di tipo
alternativo.
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16 anni fa
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Sessualità lesbica
Sessualità lesbica
Con l'espressione sessualità lesbica si intende riferirsi sia alle pratiche sessuali lesbiche
sia, in senso più generale, al percorso consapevole di conoscenza
attraverso il quale la relazione di una donna con altre donne può
essere anche di tipo sessuale.
La sessualità femminile, di solito confinata alla funzione riproduttiva, secondo il pensiero femminista, ha risentito e risente di condizionamenti negativi subiti secolarmente.
Il movimento femminista
ha avviato un processo di ricerca sul corpo e di (ri)scoperta del corpo
femminile non ossessivamente incentrato al raggiungimento dell'orgasmo
attraverso il coito. Il femminismo tuttavia, liquidando sbrigativamente
alcune pratiche tipo la penetrazione e l'uso di oggetti sessuali come
maschili tout court, ha in certo modo ostacolato l'elaborazione di un
immaginario erotico lesbico più libero, imbrigliandolo all'interno
delle regole del politically correct.
Solo a partire dagli anni 1980,
anche attraverso la produzione letteraria e cinematografica, il
desiderio lesbico ha iniziato a sperimentare nuove forme di
espressione, partendo dalla consapevolezza dell'impossibiltà di
prescindere dalle forme di sessualità socialmente imposte; proprio da
qui parte il processo di riappropriazione e di risignificazione di
pratiche e modalità che in contesti diversi assumono valenze e
connotazioni inedite.
Fondamentali a questo proposito gli studi di Judith Butler, le cui ricerche costituiscono uno dei contributi più significativi della queer theory, che in Corpi che contano elabora il concetto di "fallo lesbico", scardinando le teorie lacaniane
secondo cui il desiderio maschile e femminile si identificano
rispettivamente nelle formule di "avere il fallo" o "essere il fallo".
Le sue pubblicazioni hanno indotto i membri dell'Associazione
Psicoanalitica Americana, e l'Associazione Psicologica Americana, a
rivedere alcune delle loro posizioni sull'omosessualità.
Lo studio della sessualità lesbica si occupa, tra l'altro, di questi specifici:
incontro di due (o più) corpi femminili che si attraggono fisicamentepratiche sessuali fra donnedesiderio sessuale femminile rivolto verso altre donnedecadimento del desiderio all'interno della coppia lesbica (morte del letto lesbico)
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16 anni fa
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Lesbismo
Lesbismo è il termine con cui si indica una attrazione di natura omosessuale tra donne.Il sostantivo lesbica indica una donna con orientamento sessuale e affettivo nei confronti di altre donne.Bacio lesbico tra Giustizia e PaceRapporto sessuale tra lesbiche, dipinto di Édouard-Henri Avril.Il termine è originariamente utilizzato in modo dispregiativo, ma lelesbiche se ne sono riappropriate in termini di rivendicazione e diorgoglio. Deriva dal nome dell'isola di Lesbo ove visse la poetessa Saffo nel VII secolo a.C., che nei suoi versi esaltò la bellezza della femminilità e dell'eros tra donne. Uraniste, tribadi, saffiche, urninghe... dal 1886, anno di pubblicazione della Psycopathia Sexualis di Richard von Krafft-Ebing, i nomi che definiscono le lesbiche si sono moltiplicati e, per certi versi, sprecati. Si deve a Charlotte Wolff, una psichiatra di origine tedesca, che nel 1971 pubblica Amore tra donne,il primo studio del lesbismo che utilizzi come oggetto della ricercadonne normali e non portatrici di patologie psichiatriche varie, losdoganamento del termine lesbismo per definire quelle donne chepreferiscono a livello emozionale, affettivo e sessuale le relazionicon altre donne.Alcuni definiscono il lesbismo come omosessualitàfemminile. Questa definizione incontra molte resistenze ad essereutilizzata da parte delle donne, che la trovano indicativa di una qualsudditanza dell'esperienza lesbica, che ha connotati e specificitàproprie, rispetto all'omosessualità maschile.// if (window.showTocToggle) { var tocShowText = "mostra"; var tocHideText = "nascondi"; showTocToggle(); } //]]> Cultura lesbica Il triangolo nero, un popolare simbolo lesbico, utilizzato nei campi di concentramento.La cultura lesbica comincia a svilupparsi nei primi decenni del 1900 soprattutto attraverso la produzione letteraria di alcune scrittrici e intellettuali lesbiche.A partire dagli anni '70 le lesbiche all'interno del movimento femminista hanno sviluppato momenti di aggregazione che successivamente hanno trovato forme di espressione politica autonoma. Terminologia Nelgergo parlato del nord italia, la parola lesbica per poter sembrare untermine meno forte, viene spesso sostituita a "ninna", nel maschile"ninno" per sostituire la parola Gay.
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16 anni fa
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