sax viola
, 29/35 y.o.
Couple
Pordenone, Italy
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- 1 year ago Lo spettacolo delle ventidue “Divaricai le mie cosce come i petali di un fiore, irresistibile richiamo per calabroni in amore” Avevo compiuto da poco diciotto anni, finalmente la maggiore età! nel paese dove vivevo pochi mi conoscevano, non avevo certo una vita sociale molto intensa, il lavoro mi occupava tutto il giorno e la sera non uscivo quasi mai, nonostante tutto avevo conosciuto una persona sul posto di lavoro, un tipo molto più grande di me, bravo ragazzo, pieno di premure e di attenzioni nei miei riguardi, aveva uno sguardo carico di magnetismo che mi fece innamorare appena lo conobbi. Quando mi aveva vista, dice oggi, rimase incantato dalla mia bellezza, da sempre amava il corpo femminile esile, con gambe lunghissime e fianchi stretti da circondare con le mani. Nelle sue fantasie immaginava spesso una ragazza bionda, dolce, sensibile, timida, insomma non la classica ragazza che, dopo due drink ti porti a letto... ops... oggi si dice in modo diverso... ma allora non avrei mai osato dire la parola “scopare”. Finalmente ero libera di uscire con chi volevo, non dovevo più chiedere permesso ai miei genitori che... certamente, avrebbero preferito indagare per avere più informazioni possibili sulla persona che mi avrebbe accompagnato. La differenza di età e di mentalità mi avrebbe creato qualche problema. “Stasera mi piacerebbe che tu indossassi qualcosa di molto sexy” disse il mio Massimo nel bar, durante la pausa pranzo “con i calzoni stai molto bene, mettono in evidenza quel meraviglioso sederino che hai ma... per stasera ho pensato di farti un regalo”. Tirò fuori dalla tasca interna della giacca una confezione piuttosto piccola e me la porse, facendola scivolare lentamente sul tavolo verso di me. Osservai il pacchetto con il fiocco rosso, rosso, come la carta che l' avvolgeva, lo sfiorai, era morbido, poi, alzando gli occhi verso di lui mormorai, “grazie, ma...cos'è, un paio di calze”? le dimensioni non mi davano certo l'impressione che potesse contenere molto di più. “Aprilo”, disse lui senza togliermi gli occhi di dosso... Quella sera venne a prendermi alle ventuno e trenta, suonò il clacson, io lo aspettavo al buio dietro la porta d'entrata, con la pelliccia bianca già addosso, “mamma, papà, io vado”, dissi a voce alta e prima che potessero raggiungere il corridoio per chiedermi dove, ero già salita in auto sottraendo ai loro occhi il mio abbigliamento fin troppo succinto. Lui mi voleva così, vestita solo del suo regalo oltre ad un paio di scarpe con il tacco alto e al manto bianco. Mi osservò in silenzio, sul suo volto un accenno al sorriso, compiacendosi del fatto che l'attillatissimo miniabito che mi aveva regalato fosse più corto del già ridotto manto di pelo. Mi sfiorò con una mano il ginocchio risalendo su su fino all'inguine ed andando a perlustrare il bordo delle calze nere autoreggenti quindi rilevò la mancanza di qualunque indumento intimo, che nel pacchetto chiaramente mancava. Gli afferrai la mano e lo fermai, non mi ero mai vestita così ed ero imbarazzata per la situazione, lo guardai con gli occhi bassi e dissi con un filo di voce... “spero che dove mi porti nessuno se ne accorga di come sono sotto”. “Non ti preoccupare” rispose, “la dove siamo diretti difficilmente riusciranno a vederti”. “Bene”, replicai, anche se non avevo la più pallida idea di cosa intendesse dire, mentre lui inserì la marcia e partimmo. Biancaneve e i sette nani, diceva la locandina fuori da quel cinema ma le immagini che vi erano raffigurate non mi ricordavano affatto la favola, bensì alcune riviste a luci rosse che al tempo della scuola, di tanto in tanto, guardavo di nascosto con alcune amiche. “Mi porti a vedere un film porno?! ma, lo sai che qualcuno potrebbe riconoscermi?! io tutta casa e chiesa... qui”?! “Amore”, disse lui, “tu hai subìto per moltissimi anni un'educazione restrittiva che ti ha condizionato la vita e stasera vorrei che tu provassi il brivido di qualcosa di diverso, se vuoi, naturalmente”. “Si... si”, sussurrai, “cioè, io non dovrei essere qui ma se proprio ci tieni, ci posso provare”. Pagammo il biglietto ed entrammo. Al bigliettaio non passò inosservato il mio abbigliamento e si sporse di molto con il busto attraverso il botteghino per cercare di capire se sotto avevo la gonna oppure no... me ne accorsi sbirciando con la coda dell'occhio, mentre mi accingevo ad oltrepassare le pesanti tende di velluto rosso che mi dividevano della sala. La cosa mi diede un leggero brivido, fasciata nei miei soliti vestiti nessuno mi aveva mai guardata così! Entrammo a stento, sulla porta, nel buio quasi assoluto, scorsi diversi uomini accalcati che ci fissavano con aria lussuriosa, quasi aspettassero qualcosa. Percepii una vampata di calore al volto che doveva apparire infuocato, nonostante la luce fioca, mi feci spazio a testa bassa e pensai “fortuna che non possono sapere come sono vestita” ... nel mentre afferrai quasi istintivamente i lembi della pelliccia e li avvicinai nel tentativo di coprirmi di più, alzai gli occhi e la, davanti a me, vidi un'immensa immagine di un amplesso, con il sesso maschile in primo piano che penetrava una splendida femmina... curiosamente vestita con le calze simili alle mie. L'impatto fu molto forte, mi ripresi ed abbracciai Max accelerando il passo per andarmi a sedere, nel desiderio di togliermi di mezzo dagli occhi di tutti nel più breve tempo possibile. Le sedie erano quasi tutte vuote ma lui stranamente sembrava preferire una fila, piuttosto avanti, io non compresi perché proprio quella ma lo seguì. Entrò e si sedette sulla terza poltrona, io mi accomodai accanto a lui, lasciando quindi un posto libero alla mia sinistra. Cominciai a guardare quelle immagini che si susseguivano in un crescendo di lussuria, vidi cose che non avrei mai immaginano e nello stesso tempo mi, preoccupai, “chissà cosa penseranno quelli che mi vedono qui dentro, unica donna in mezzo a tanti maschi”... La mia riflessione venne interrotta da un lieve fruscio, percepii qualcuno sedersi alla mia sinistra nel silenzio più assoluto, non avevo il coraggio di guardarlo ma ebbi l'impressione che fosse molto alto e vestito di nero, con un giubbotto piuttosto ingombrante che si tolse immediatamente, appoggiandolo sulle sue gambe e coprendo in parte anche le mie. Ero molto imbarazzata, mi sentivo osservata e giudicata da troppo vicino e nonostante il film, sentivo chiaramente il suo respiro leggermente accelerato. Le immagini che scorrevano sullo schermo erano molto esplicite, la mano di Max che tenevo stretta da un po, cominciava leggermente a sudare, mi sembrò strano, in fondo per lui non doveva essere la prima volta che vedeva certi spettacoli. Nel frattempo, Il tipo alla mia sinistra sembrava piuttosto irrequieto e cambiava spesso posizione, accavallando prima la gamba sinistra, poi la destra, spostando e rispostando l' indumento ma cercai di non farci caso fino a quando, inavvertitamente... sfiorò le mie ginocchia. Ebbi un leggero sussulto, quel movimento cosi repentino ed involontario, nonostante la brevità, mi fece percepire il calore della sua mano e per un attimo pensai che se per errore mi avesse toccata un po più in alto avrebbe potuto scoprire che stavo senza mutandine. La cosa mi mise inquietudine, mi spostai un po di più verso Max e, ricominciando a guardare il film pensai “accidenti ma questo non sta proprio fermo”! mentre spostava nuovamente il suo giubbotto che ormai invadeva in modo evidente il mio spazio, coprendomi quasi completamente gli arti inferiori. Mentre riflettevo, un po infastidita, lo vidi afferrare l'indumento da sotto per rimuoverlo con decisione, ne scaturì un rapido abbozzo di carezza fatto con il dorso della mano, quindi lo ripose coprendomi completamente la mini e tutto il resto. Non dissi nulla ma cominciai ad agitarmi, ormai avevo il sospetto che tutto questo non accadesse per caso ma non capivo quali fossero le reali intenzioni di quel personaggio. Sentivo il cuore pulsarmi in gola, nonostante tutto rimasi immobile sforzandomi di mantenere la calma e cercando di capire, se quello che percepivo ora sulle mie cosce era quell'orribile indumento o la sua mano. La risposta non tardò ad arrivare, quando ad un tratto, le sue dita cominciarono a scivolare lentamente sulle mie calze velate, producendo la tipica vibrazione che le sottili maglie di nylon trasmettevano alla mia pelle come fosse un segnale di allarme. Ebbi un sussulto! mi irrigidì tutta e strinsi istintivamente la mano di Max che mi chiese, “ ti piace il film amore”? gli risposi di si... ma la mia mente era già altrove. Nel frattempo il tipo cominciò a farsi più audace, ora la sua mano ben celata dagli occhi di Max cominciava ad accarezzarmi più insistentemente ed io mi sentivo in sua balia, non sapevo che fare! Come avrebbe reagito Il mio uomo se gli avessi fatto capire qualcosa? lo amavo troppo... avrebbe potuto, farmi una scenata, prendere a pugni quel tipo accecato dalla gelosia, oppure imputarmene la responsabilità e lasciarmi, visto che erano parecchi minuti che tutto questo andava avanti senza che io mi lamentassi... Rimasi inerte cercando di riordinare le idee, nel frattempo, l'uomo, constatando la mia indecisione avanzò con la sua mano cercando di infilarsi sotto le gonne, strinsi forte le mie esili cosce ma lui avanzò con decisione nell'anfratto formatosi tra esse con le sue lunghe dita, come un aratro avanza nella terra, trascinato dal motore di un insano desiderio. Sentivo il suo respiro diventare affannoso insieme al mio, mentre il bastardo riusci ad infilare anche l'altra mano sotto l'improvvisata coperta e con forza cercò di allargarmele. Mi sentii perduta, ormai, in balia del suo volere, con Max accanto che apparentemente non si era accorto di nulla ed io che cercavo di difendermi con tutte le mie forze, sperando che il film finisse nel più breve tempo possibile. Il repentino evolversi degli eventi mi stava stremando ,non sarei riuscita a trattenere il suo impeto ancora a lungo, poi finalmente ebbi un'idea, piantai con forza il tacco della scarpa sinistra nel suo piede, lui sussultò in un rantolo di dolore che subito soffocò... ma... approfittò immediatamente della mia azione disperata che implicava il divaricamento dei piedi, per affondare la sua mano proprio li... dove ormai mi sentivo grondare di umori... non capii più niente, il mio timore di essere smascherata da Max si mischiava ad un'enorme eccitazione provocandomi un esplosione di emozioni contraddittorie, tremavo come una foglia mentre sfregavo le cosce l'una contro l'altra nell'ultima spasmodica difesa... poi percepii le sue dita iniziare a penetrarmi... a quel punto ero irrimediabilmente vinta...rilasciai i muscoli aprendomi come un fiore apre i suoi petali, per invitarlo ad entrare in profondità, contando sull'indumento che nascondeva pietosamente tutto...il mio corpo ormai agiva in totale autonomia nella ricerca incondizionata del piacere, indipendente dal volere della mente. Con aria colpevole osservai Max per capire se potesse intuire qualcosa poi guardai furtivamente il tipo mentre estrasse due dita e se le portò alla bocca gustandole lentamente una ad una, orgoglioso di mostrare alla platea il premio per aver vinto le mie timide difese, le vidi uscire dalle sue labbra illuminate del riflesso dello schermo e già mi mancavano... quando provò a rimettermele addosso però riacquistai una briciola di lucidità, accavallai la gamba sinistra e mi piegai vistosamente verso Max abbracciandolo forte. Ancora non mi spiego se fu un ultimo tentativo di difesa o se inconsciamente era un' ulteriore invito ad essere violata, fatto sta che lo sconosciuto non si fece molti scrupoli, la mia posizione quasi fetale, grazie alla tela elasticizzata del vestito ormai raggomitolata sui fianchi, offriva al suo sguardo il mio sesso ormai gonfio e grondante di piacere che sporgeva dai glutei quasi a ricercare un contatto, l' accarezzò, delicatamente...non opposi più nessuna resistenza.... non desideravo altro, chiusi gli occhi ed attesi pochi attimi che mi sembrarono eterni, quindi entrò con forza con le sue enormi dita agitandole e roteandole dentro di me...sussultai in un gemito di piacere infinito stringendo Max in un abbraccio soffocante. “Amore, ti piace così tanto il film”? disse lui, ed io con un filo di voce ormai prossima all'orgasmo risposi disperatamente....”sii “conscia che questo mi avrebbe fatto scoprire ma ormai incapace di gestire le mie emozioni, “e vai matta anche del resto... vero”? replicò con un'aria maliziosa ...lo fissai in una smorfia di piacevole supplica quasi a chiedergli perdono, interrogandomi contemporaneamente sulla sua domanda... poi compresi immediatamente il suo diabolico piano e libera da ogni freno scoppiai nell'orgasmo più intenso che ebbi modo di avere in tutta la mia vita.... mi dimenai sulla poltrona, inarcando spasmodicamente la schiena... ed allargando il più possibile le cosce, mentre le mie grida si mischiavano a quelle del film Max mi baciò, trasformandole in un mugolio sordo che sfogai nella sua bocca, poi afferrai la sua mano e la portai al centro del mio piacere, non si fece pregare, cercando di infilare un paio di dita nello spazio ormai esiguo del mio sesso... Quello sconosciuto che non ebbi nemmeno il coraggio di guardare in faccia se non per un brevissimo istante, mi aveva fatto un regalo impagabile e sono certa che anche lui ormai non sentiva più il dolore che il mio tacco aveva provocato e se ancora lo percepiva, forse fu il dolore più gratificante che potesse attendersi, mentre io, timida ragazzina di periferia mi scoprivo vittima e complice della mente più perversa che avessi mai potuto incontrare. Quella notte compresi che c'erano migliaia di emozioni che mi attendevano, emozioni di cui non immaginavo nemmeno l'esistenza e cominciavo a tremare di piacere nell'attesa di nuove sorprese che certamente la mente di Max stava già pianificando... 7869 7 12 years ago