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il pronto soccorso.......
Davanti a me, sulla scrivania, ho una copia di Novella 2000. Alla mia destra c'è un blocco di carta per fotocopiatrice, due o tre matite, una gomma ed una calcolatrice. Mezzanotte è passata da poco. E' una notte afosa; mi restano ancora sei ore di lavoro prima di porre termine al turno di notte. Il telefono si mette a squillare. Richiudo le pagine della rivista che sto leggendo e sollevo la cornetta del telefono. - Pronto Urologia - dico, con voce assonnata. - Sono il dottor Gobetti del Pronto Soccorso - sostiene l'uomo che sta all'altro capo del telefono - Abbiamo un'urgenza per il vostro reparto. Avete disponibilità di letti? - Sì, due - mi faccio garante. - Bene! Fra pochi minuti i portantini saranno lì con un paziente. La comunicazione s'interrompe. Il medico ha riposto la cornetta senza concedere alcun'altra informazione. . Il reparto in cui presto servizio è di tipo specialistico. Qui confluiscono le urgenze che hanno come pertinenza l'apparato genito-urinario. Sempre più spesso, specie di notte, accogliamo soggetti affetti da perversioni. In un recente passato ho assistito al ricovero di pazienti con patologie davvero particolari come nel caso di un uomo che alla ricerca di un piacere solitario, si era infilato nell'uretra un metro di sottile filo elettrico. Per sua fortuna il chirurgo, superando non poche difficoltà , era stato in grado d'estrarlo in endoscopia dalla vescica dove si era raggomitolato su se stesso. Non più tardi di venti giorni fa si è presentato al Pronto Soccorso un paziente con il pene completamente scorticato. L'uomo ha dichiarato di essersi procurato quel tipo di lesione girando nudo per casa. A suo dire una porta dell'abitazione, sospinta dal vento, gli aveva schiacciato il pene contro lo stipite. Dopo gli accertamenti del caso è stato appurato che le cause del danno erano da attribuirsi a morsi di animale, probabilmente di un cane: il suo. Alla luce di questi precedenti ogni volta che sta per giungere un'urgenza, sono preda di una certa apprensione, specie di notte quando in reparto sono l'unica infermiera in servizio. . Mi dirigo nella camera del medico accolta da una caterva di male parole e gli comunico che sta per giungere un nuovo ricovero. Faccio ritorno in reparto e mi ritrovo dinanzi la porta dell'ascensore nell'attimo in cui due portantini spingono una barella fuori del vano mobile. Impazienti di sbrigare il loro servizio nel minore tempo possibile chiedono dove possono deporre lo sgradito ospite. Il viso dell'uomo è segnato dalla sofferenza e dal dolore. Faccio cenno ai due di seguirmi e li conduco nell'ambulatorio delle emergenze. Poco dopo sopraggiunge il medico di guardia. Legge il foglio d'accompagnamento rilasciato dai medici del Pronto Soccorso, poi si rivolge a me. - E' un caso di priapismo. Rimasti soli col nuovo ospite iniziamo a spogliarlo degli indumenti. Ogni suo movimento è accompagnato da gemiti di sofferenza. Impieghiamo un po' di tempo prima di riuscire a calargli le mutande. Quello che appare ai nostri occhi non è un gran bello spettacolo. Il pene, di dimensioni superiori ai 20 cm, si erge dritto come se fosse un'asta. Il colorito è bluastro, probabilmente per il persistere di sangue venoso all'interno dei corpi cavernosi. Il tessuto ematico non riesce a defluire correttamente nel circolo venoso causando la tumefazione dell'organo sessuale. - Mi spieghi, con calma, cosa le è successo - chiede il medico. Intimorito ed imbarazzato dall'inusuale situazione l'uomo inizia a raccontare. - Dottore anche lei è un uomo. Può bene immaginare come vanno certe cose. Stavo facendo l'amore ed avevo il pene duro come poche altre volte, ma non riuscivo ad eiaculare. M'impegnavo, ma non venivo. Ho continuato mezz'ora a cavalcare la mia donna, poi ho percepito un certo dolore. Ho estratto il pene dalla vagina e solo allora ho notato il colore bluastro dell'epidermide. Ho lasciato trascorrere un po' di tempo nella speranza che il pene si sgonfiasse, ma non c'è stato niente da fare. Più trascorreva il tempo, più il pene diventava scuro ed aumentava il dolore, così ho deciso di recarmi al Pronto Soccorso. - Ha fatto uso di sostanze eccitanti? - Bhè... un'ora prima del rapporto ho ingerito alcune compresse di Viagra. - Quante? Spero che sia a conoscenza che esistono confezioni con dosaggi differenziati da 25-50-100 mg. Una dose massiccia potrebbe provocare gravi disturbi. - Credo di averne ingerito cinque compresse da 100 mg. Ci tenevo a fare bella figura, non capita tutti i giorni di trovarsi fra le braccia una donna come quella che avevo nel mio letto. Ascolto la conversazione con una certa indifferenza, ma dopo quest'ultime rivelazioni inizio a seguire i loro discorsi con più attenzione. L'uomo è un tipo sulla quarantina d'anni, con i capelli leggermente brizzolati specie sulle tempie. Gli abiti accartocciati ai piedi del letto sono eleganti e raffinati. Il viso, spigoloso e asciutto, si coniuga alla perfezione con il corpo muscoloso e all'apparenza agile. Distratta dai miei pensieri sono riportata alla realtà dalle parole del medico. - Si rende conto che ha ingerito una dose massiccia e pericolosa? I danni avrebbero potuto essere ben più gravi, ma chi glielo ha fatto fare? Il paziente resta muto, una lacrima gli riga la guancia. Gira il capo sul cuscino per nasconderla, ma è troppo tardi. - Lo mettiamo a letto - ordina il medico rivolgendosi a me - possibilmente in una camera singola. Somministragli 10 gocce di Contramal ogni 12 ore, inoltre fagli un impacco di pomata di Voltaren attorno al pene. Fai attenzione a non depositare la pomata sul glande. La mucosa è sottile e delicata, il farmaco potrebbe provocare delle irritazioni. Ah... metti anche una borsa di ghiaccio sulla parte dolente. Domani il primario dirà cosa è meglio fare. . Provvedo a fare indossare al paziente un camicie di carta e lo trasbordo sulla barella, dopodiché lo conduco in camera. Per evitare che il pene venga a contatto con le lenzuola, inserisco un archetto metallico a livello del bacino, in modo da lasciarlo libero nei movimenti. Avvolgo attorno al pene alcune garze impregnate di Voltaren e vi deposito sopra la borsa di ghiaccio. Prima d'uscire dalla stanza mi viene spontaneo porgergli un bacio sulla guancia, per il quale mi ringrazia. . Torno in clinica dopo che ho goduto del turno di riposo settimanale. - Tutto bene? - Chiedo a Sandra, la mia collega di lavoro, quando prendo servizio - A proposito, come sta il paziente col priapismo? E' andato a casa? - Purtroppo no! Non sta bene. Ha un dolore atroce, lo potrai costatare di persona quando andrai a medicarlo. Ci scambiamo le consegne e dopo che se n'è andata eseguo un giro del reparto per verificare se i pazienti hanno problemi. - Come sta signor Cervetti - dico, appena varco la porta della stanza del malcapitato. Il viso del paziente non è dei più allegri. Se al momento del ricovero mi aveva dato l'impressione di essere solo preoccupato ora appare addirittura terrorizzato. Inizia subito a piangere. Le lacrime gli scendono copiose sul volto e disegnano rivoli gemmati sulle guance. La scena mi commuove. Mi siedo al bordo del letto e gli accarezzo le guance asportandone le lacrime. - Sono contento che lei sia tornata. Sto male, molto male. - Non stia a fare il tragico. Le cambio la medicazione e vedrà che starà meglio. Scopro le lenzuola e tolgo l'archetto metallico che serve a tenere sollevato il lenzuolo. Delicatamente asporto le garze. Il pene appare di un colorito più violaceo rispetto a quando l'avevo visto l'ultima volta. Con difficoltà cambio la medicazione provocandogli un certo dolore. - Signor Cervetti, non deve preoccuparsi. Domani mattina, come ho avuto modo di leggere in consegna, la sottoporranno ad un piccolo intervento chirurgico. Lo farà in anestesia locale, dopodiché tutto tornerà normale. - Dice così per incoraggiarmi, lo so che non sarò più come prima. - Bhè! Di certo non potrà sostenere la stessa attività che l'abuso di Viagra le consentiva, ma ritornerà ad essere una persona normale, glielo assicuro. Ho già assistito pazienti con patologie analoghe alla sua. - Lei è molto dolce, ma come posso crederle. - Deve avere fiducia, vedrà che tutto si risolverà per il meglio. La saluto, auguri per domani. Ciao! Ciao! Lo lascio imprimendogli un bacio sulla fronte, poi esco dalla camera. Sono trascorsi dieci giorni dall'intervento chirurgico con cui è stata disostruita la causa meccanica che provocava l'ostruzione dei corpi cavernosi. Il rapporto che intrattengo col signor Cernetti si è fatto confidenziale, così quando ho un attimo di tempo mi reco nella sua stanza per tenergli compagnia. Prendendo servizio per l'ennesimo turno di notte apprendo dal libro delle consegne che le sue dimissioni sono prossime. - Allora ci siamo. Domani è il gran giorno. Finalmente te ne torni a casa, sarai felice no? Roberto, questo è il suo nome, sta supino sul letto e mi guarda con occhi lucidi. Da giorni non sono più abituata a vederlo così triste. Improvvisamente inizia a piangere come un bambino. - Sono un fallito, non riuscirò mai più ad avere rapporti con una donna. Presa da sentimenti materni mi siedo al lato del letto ed inizio ad accarezzargli il dorso della mano che tiene distesa sopra il copriletto bianco. Appoggio la guancia sulla mano e inizio a sfiorarla con le labbra inondandola di baci. Afferro l'elastico del pigiama e lo abbasso facendo scivolare i pantaloni ai suoi piedi. Ha le gambe pelose, proprio come piacciono a me. Mi getto a capofitto fra le cosce e inizio a leccarle, stuzzicandolo di tanto in tanto con dei morsi alla radice dei peli. Il gonfiore sotto gli slip non mi trova impreparata. Mi alzo in piedi e con disinvoltura abbasso il tessuto delle mutande verso il fondo del letto. L'uccello che soltanto pochi giorni prima mi aveva impressionato per la deformità ora si erge pieno di grazia. Mi fermo ed osservo le forme di colorito bruno ed immacolato che lo caratterizzano dopo che l'intervento lo ha rimesso a nuovo. La mia bocca, golosa ed avida, piena di saliva, anela ad assaporare quel rotolo di carne. Inizio con lo strofinare le dita sullo scroto e ne soppeso la consistenza. D'impulso provo a leccargli le palle, poi senza fretta risalgo alla radice dell'uccello, fino alla cappella. Ad ogni leccata sento il corpo di Roberto vibrare di piacere e questo accresce il desiderio di mordergli la cappella. Stringo il cazzo fra le dita e inizio a farle scorrere, lentamente sulla superficie del cazzo. Inumidisco la cappella con la saliva per rendere più facile lo slittare della mano. Quando la punta della lingua sfiora la cappella, l'uomo emette gemiti di piacere. - Si... Si... Mi piace... mi fai godere, mi fai godere. Lecco l'uccello e massaggio le palle come una forsennata. Estasiata ho persino l'impressione di perdere i sensi e smarrire il lume della ragione, preda di un delirio d'irresistibile piacere. Le pulsazioni dell'uccello paiono accelerarsi a contatto con le mie dita. Lo infilo nella mia bocca avida e lo succhio. Un movimento sussultorio del suo bacino accompagna la penetrazione nella gola. Le mie mani e le labbra entrano in simbiosi con il movimento delle sue anche. Il cazzo entra ed esce dalle mia bocca in maniera rapida. Con la lingua sfioro l'orifizio uretrale solleticandolo di nuovi piaceri. Tengo fermo il cazzo con la mano e inizio a leccargli il frenulo. Sento l'uccello contrarsi in spasmi d'inaudito piacere. Lo ingoio fino a spingerlo contro le adenoidi nel fondo della gola. Con le labbra posso sfiorarne la radice, tanto l'ho ingurgitato. E' gradevole assaporare il profumo che emana un cazzo quando è sfregato, ha una fragranza tutta particolare che emana solo negli attimi che precedono l'eiaculazione. Lo sento contrarsi e subito dopo sborrarmi in bocca. L'uomo irrigidisce il corpo trascinandomi con lui in un vortice di piacere. Ho un orgasmo e mentre gusto il seme ne ho un altro ed un altro ancora. Dopo avermi sborrato in bocca non lo estrae fuori subito facendo in modo che possa godere fino alle ultime pulsazioni. Non lascio disperdere alcuna goccia del prezioso nettare. Lecco con cura quel poco che n'è fuoriuscito dalle labbra. Infine l'uccello perde di consistenza. Roberto è perfettamente guarito ed è tornato normale. Mi rialzo dal letto ed apro i bottoni del camice. Prendo da una tasca una forbice e abbasso un po' le mutandine. Taglio un ciuffo di peli attorno alla fica e glieli porgo. Lo saluto, sicura che non lo rivedrò mai più. . Noi infermiere viviamo costantemente circondate dalla sofferenza e dal dolore, ma non riusciamo mai a farci l'abitudine. Ecco perché abbiamo tanto bisogno d'amore.
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17 anni fa
cpbilla,
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Ultima visita: 1 anno fa
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Il marito medico...e la moglie infermiera
Stavo passeggiando con la mia bicicletta nuova regalatami qualche giorno prima per il mio diciannovesimo compleanno, per le strade del mio paese. Il sole primaverile accarezzava la mia pelle dandomi una piacevole sensazione. Mentre ero immersa nei miei pensieri uno stridio improvviso di gomme ed un botto. Mi ritrovo per terra senza capire cosa stava succedendo.
La mia bici nuova è per terra vicino a me con la ruota davanti completamente storta. Sento dolore ad una gamba ed un braccio. Dalla grossa automobile ferma nel mezzo dell’incrocio esce un signore di 45 che mi aiuta ad alzarmi.
“Ti sei fatta male? Come stai? Dobbiamo chiamare l’ambulanza?â€
Lo guardo in viso comincio a rendermi conto di quanto successo. Stavo attraversando un incrocio dove avrei dovuto dare la precedenza e l’auto mi era piombata addosso. Per fortuna andava abbastanza piano ed il signore alla guida è riuscito ad evitare il peggio. Ha colpito la ruota davanti della bici ed io cadendo mi sono graffiata gomito e ginocchio.
“Sto bene, la ringrazio. Non mi sono fatta nulla!â€
Il signore nota i graffi e la bici rotta. Mi dice che lui è un medico e sua moglie un’infermiera. Abitano a poche decine di metri dal luogo dell’incidente e mi invita a casa loro per farmi medicare. Mi lascio convincere dai modi cortesi. Carica la bici rotta nel bagagliaio e mi fa salire in macchina.
“Mi chiamo Luca e tu?â€
“Io Manuela†rispondo abbozzando un sorriso. E’ gentile, cortese ed anche un bell’uomo. Sicuramente più di un metro e ottanta, capelli corti e un’abbronzatura invidiabile per il periodo.
Dopo pochi istanti entriamo in un garage sotterraneo. Luca parcheggia l’auto nel suo box e mi fa strada per andare in casa. Entriamo nell’ascensore e pigia il tasto 8, ultimo piano.
Suona alla porta ed una signora sui 40, bionda, molto bella, con un grembiule bianco da infermiera ci apre la porta.
“Ciao Cristina†esordisce Luca “ho avuto un piccolo incidente con Manuela e ora ha bisogno di essere medicataâ€.
Allungo la mano in segno di saluto. Cristina prende la mia mano e con uno splendido sorriso mi fa accomodare in casa.
“Vieni cara†mi dice indicandomi una porta “Aspettami nello studio che prendo il necessario per disinfettarti ed arrivo subitoâ€.
Lo studio è composto da un lettino, una scrivania, un mobile, una poltrona. Appeso alle parete un certificato di laurea di Luca e diversi attestati di Cristina. Cristina entra con in mano dei flaconi e del cotone. Dietro di lei Luca che si siede alla scrivania e comincia ad armeggiare con il computer. Cristina mi guarda il braccio escoriato. Inumidisce il cotone con uno dei flaconi ed inizia a passarlo sul gomito.
“Brucerà un pochino ma vedrai che guarisci in frettaâ€. Finito l gomito guarda il ginocchio. I pantaloni sono lacerati.
“Credo dovrai toglierti i pantaloni per poterti disinfettare il ginocchioâ€. Mi slaccio i jeans e mentre sto per toglierli guardo prima Cristina e poi Luca. Cristina capisce il mio imbarazzo e mi dice:
“Luca è un ginecologo e non credo che si scandalizzi a vederti in mutandine. Ma se vuoi lo faccio uscireâ€. Luca si gira verso di noi abbozzando un sorriso. Mi sento una ragazzina scema e vergognosa.
“Non c’è bisogno che esca dottore†rispondo e abbasso i pantaloni. Resto con il mio perizoma bianco, le calzine si spugna e la mia magliettina di cotone corta. Mi sdraio sul lettino e Cristina inizia a curarmi il ginocchio. Luca non sta più scrivendo al computer ma è rimasto girato a guardare l’intervento della moglie. Cristina è molto delicata e brava. Massaggia la parte ferita con i sui medicinali. Finito di medicarmi si accorge che ho una piccola escoriazione anche all’altezza dell’anca. Prende dell’altro cotone e mi deterge quel piccolo graffio con la mano mentre mi poggia l’altra sulla coscia quasi all’altezza dell’inguine. Non posso fare a meno di notare il suo tocco. La mano non è semplicemente poggiata ma mi massaggia impercettibilmente la coscia. E’ molto piacevole sentire quel tocco ed io mi rilasso. Chiudo gli occhi e con un riflesso incondizionato apro leggerissimamente le gambe. Cristina prende quei segnali come un invito. La sua mano si sposta fino a toccare le mie mutandine proprio dove le gambe si uniscono. Il suo tocco è lieve e dolce ed io non la fermo. Le sue dita scavalcano il tessuto delle mutandine e trovano prendo l’apertura della mia figa già umida. Cristina mi penetra mentre io apro di più le gambe. La mia mano cerca e trova le gambe di Cristina. Risalgo per il retro delle sue cosce, lunghe, lisce fino a dove il sedere inizia. Lo accarezzo senza trovare tracce di tessuto. Cristina sotto il camice è nuda. Da dietro infilo la mia mano tra le sue cosce che ha leggermente divaricato trovando una figa liscia e piena di umori. Le restituisco la penetrazione. Cristina si piega su di me e sento la sua lingua tra le mie cosce alla ricerca del clitoride. Ora ho le cosce completamente spalancate e Cristina mi sta scopando con la lingua mentre le sue dita si fanno largo nel mio culetto. Apro leggermente gli occhi e vedo Luca in piedi dietro la moglie con il suo enorme cazzo in mano che si sta segando. La mano che un attimo prima era nella figa di Cristina ora si allunga verso il cazzo di Luca. Lui si avvicina e se lo lascia prendere. Lo tiro verso di me portandolo verso le mie labbra. Luca si avvicina al lettino ed io finalmente lo prendo in bocca. Inizio a fargli un pompino mentre Cristina sempre intenta a leccarmi la figa si è liberata del camice. Luca La sta masturbando. Il suo cazzo mi riempie la bocca. Lecco la cappella, lo succhio, gli mordicchio le palle. Tra le mie labbra il suo cazzo è duro come il marmo e non vedo l’ora di sentirlo tra le mie cosce.
Cristina smette di leccarmi ed io mi alzo da lettino. Sfilo le mutandine e la maglietta restando solo con le calzine. Mi siedo sul bordo del lettino aprendo le cosce. Con una mano mi accarezzo la figa allargando le labbra con le dita e allungo la mano verso Luca che no si fa pregare e si avvicina. Cristina prende in mano il cazzo del marito, si inginocchia e lo prende quel qualche secondo in bocca. Poi rialza e lo avvicina alla mia figa ormai pronta a riceverlo. Luca inizia a scoparmi mentre Cristina mi bacia in bocca. Il ritmo di Luca aumenta, Cristina mi bacia i seni mordicchiandomi i capezzoli ritti. Improvvisamente Luca estrae il cazzo dalla mia figa e lo punta sul mio buchino. Si ferma un istante a guardarmi. Sorrido, chiudo gli occhi e spingo la mia testa all’indietro in segno di totale abbandono. Luca spinge piano il suo cazzo nel mio culetto. Un breve istante di dolore. Cristina non smette di giocare con la mia lingua e mentre il marito mi scopa il culo lei mi masturb a la figa. Sono in estasi. Cristina sa bene come masturbarmi ed in breve mi porta all’orgasmo. Il ritmo non cala e poco dopo un altro orgasmo mi attraversa… poi un altro. Chiedo di fermarsi ma Cristina e Luca mi scopano senza tregua. E? stupendo come mi fanno venire in continuazione. Luca estrae il cazzo dal mio culo e Cristina si inginocchia per prenderlo in bocca. Capisco che Luca sta per venire e mi affianco a Cristina.
Ci contendiamo quel cazzo che sta per venire come due bambini con la caramella. Luca viene in bocca a Cristina che riceve il primo fiotto di sborra. Prendo di forza il cazzo di Luca e lo infilo in bocca ricevendo i successivi. Luca svuota le palle nelle nostre bocche ingorde del suo seme. Io e Cristina ci baciamo scambiandoci la sborra residua.
Luca si allontana dalla stanza. Cristina mi fa sdraiare ancora sul lettino. Prende dell’altro cotone e lo imbeve di un nuovo liquido. Lo passa sulle mie ferite. Mi da un bacio sulle labbra e mi dice posso rivestirmi uscendo dallo studio. Dopo qualche minuto rientrano entrambi, vestiti e professionali come all’inizio. Luca mi da una busta dicendomi di comprarmi una bicicletta nuova ed un nuovo paio di jeans.
Mi congedo da loro, lascio la loro casa. Il taxi che Luca ha chiamato per fare ritorno a casa mi aspetta già in strada. Salgo, do il mio indirizzo e parte. Apro la busta e trovo un biglietto da 500 euro ed un ringraziamento da parte di Luca e Cristina per il bel pomeriggio passato.
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17 anni fa
cpbilla,
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Ultima visita: 1 anno fa
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Elena la cameriera....
Erano le due e quarantacinque di un venerdì sera qualunque, Elena era seduta ad un tavolo della birreria semivuota assieme a due colleghe di lavoro, Rosy e Nunzia. Svariava su una moltitudine di argomenti sorseggiando l'ennesima media chiara, quando i cinque fecero irruzione nel locale, armi in pugno, volti scoperti. Due di loro dovevano avere pressappoco la sua età , ventitré anni, gli altri erano sulla trentina, un italiano e un nordafricano, quello che sembrava il capo doveva avere una cinquantina d'anni, un fisico tarchiato, un tesone rotondo che pareva un mappamondo e due mascelle fuori misura. Praticamente un cinghiale. Il giovane più alto portava uno zozzissimo dread ed indossava una mimetica lisa oltre ogni limite, di quelle che si trovano a pochi euro al mercatino dell'usato ed imbracciava un piccolo mitragliatore dal manico corto, di quelli che usano i paracadutisti, che teneva con una sola mano. L'altro aveva un ingombrante revolver di grosso calibro, forse una quarantacinque, sproporzionata rispetto al fisico minuto. I due più anziani avevano rispettivamente un mitragliatore di fabbricazione russa uno, un'automatica l'altro. Il boss aveva anche lui un'automatica. Avevano gli occhi sbarrati e le pupille dilatate, tipiche di chi ha assunto sostanze chimiche di elevata potenza. Con pochi energici ordini ammassarono i pochi avventori presenti nel locale, una birreria sperduta tra le campagne, in un angolo della grande sala e li fecero sedere in terra. Si fecero consegnare l'incasso dal proprietario ribadendo la loro determinazione a suon di insulti e percosse. A questo punto avrebbero dovuto scomparire con il bottino e dileguarsi nella notte, ma non fu così… Elena era seduta in terra, stretta vicino alle sue amiche e tremava. Le labbra saltellavano come quelle di chi è rimasto troppo tempo al gelo d'inverno senza un abbigliamento adeguato, stringeva i pugni e pregava, chissà cosa e chissà chi. In quel momento Dio non c'era… ce n'erano cinque ed avevano il potere assoluto. Ciro, il giovane con il dread che impugnava il mitragliatore, posò lo sguardo su di lei mentre era intento a pompare nel culo la giovane ragazza che serviva ai tavoli, puntando la pericolosa arma che teneva in mano nel vuoto. Per un attimo Elena incrociò lo sguardo del giovane, vitreo ed assente, lo sguardo di un invasato, mentre cercava disperatamente di non ascoltare le urla di dolore della giovane barista. L'avevano fatta salire su un tavolo e l'avevano costretta a spogliarsi nuda, prima di metterla a novanta per soddisfare le voglie di Ciro. Elena chiudeva gli occhi e stringeva i pugni, pietrificata, mentre la giovane sventurata urlava e piangeva, rimbalzando contro il pesante tavolo. "Ehi, Ziro… abbiamo una provezzorezza…" abbaiava uno dei più anziani, riferendosi ai piccoli occhiali rettangolari che Elena era solita indossare. L'uomo era un mezzo deficiente, uno sbandato senza speranza, con un difetto di pronuncia che lo r endeva ancora più bizzarro. Elena era una bella ragazza… alta, mora, dai lunghi capelli ondulati, le labbra carnose e due occhi marroni pieni di vitalità . "Fatti...fare..un...pompino..." bofonchiò Ciro sempre intento a far danzare il suo bastone nella cavità ormai sempre più aperta. "Hiii... ghe buona idea..." rise il demente, mentre il suo sguardo idiota si accendeva in una luce di desiderio. "Vammi un bombino…!" intimò alla terrorizzata Elena puntandole addosso l'automatica. "Vammi un bombino o zbaro alla dua amiga…" ribadì puntando l'arma verso Rosy che si stringeva a Nunzia con il terrore dipinto sul volto. Elena respirò profondamente, quindi si alzò ed andò ad inginocchiarsi di fronte al deficiente, il cui sguardo si illuminò di follia nel vedere le grosse tette che si tuffavano nell'ampia scollatura della giovane. Ouzo, l'altro giovane aprì la bocca in un ghigno sinistro, accendendosi una sigaretta, mentre Mohamed era intento a tirarsi una pista sul tavolo. Il boss lo estraeva dalla patta mentre Ciro era intento a pisciare sul muro della cucina. La giovane cameriera, esausta ed in lacrime, ora accoglieva nel proprio sfintere anche il cazzone del boss, mentre Buba (il deficiente) tirava fuori l'unica cosa che aveva che fosse degna di nota e l'avvicinò alla bocca di Elena. "Cristo Santo..." mormorò Ouzo osservando sbalordito Elena che stringeva le labbra e pompava il grosso cilindro quasi fino alle palle. Il culo della giovane cameriera era ormai diventato la galleria del Monte Bianco mentre il boss, che era piuttosto piccolo di statura, saltellava sulle punte dei piedi facendosi rimbalzare sulle grosse natiche color latte. "Falle il pieno, Buba…!" gracchiò Ciro ritornando dal "cesso", mentre Mohamed che forse aveva osato un tiro leggermente eccessivo, cadeva pesantemente sulle ginocchia. "Zborrroooo…!" urlò Buba con le mani infilate nel reggipetto di Elena, premendo i palmi sui grossi capezzoli. Al quinto schizzo in bocca Elena si ritrasse e rigettò un'abbondante quantità di sperma sul pavimento, suscitando l'ilarità dei cinque sbandati. Le risa e i commenti dei compagni innervosirono Buba, che rifilò un pesante calcione sul naso di Elena, facendolo sanguinare. Si tamponò il naso con un fazzoletto che Rosy le porse con affetto e si sedette, continuando nel frattempo a vomitare sborra. La pluriinculata cameriera intanto cadeva in terra con un tonfo sordo, zampillando sangue e sperma dalla Fossa delle Marianne. Ora era Rosy a trovarsi nei casini… sdraiata a gambe aperte, completamente nuda, veniva invasa dai ventotto centimetri di uno scatenato Mohamed. Rosy aveva una particolarità : quando scopava rideva, rideva come una cretina. E l'effetto delle sue risate fu una vera e propria epidemia. E tra l'ilarità generale, il giovane Ouzo si avvicinò a Nunzia e le ordinò di fargli una sega usando solamente i piedi. Mentre Rosy rideva a crepapelle, la povera Nunzia si industriava nello sfregare l'esile oggetto tra i pie di, procurandosi un principio di crampi a causa dell'incessante movimento. Il giovane cominciava a diventare nervoso a causa della scarsa abilità della ragazza, così la sdraiò bruscamente per terra, le aprì la camicia, le abbassò il reggipetto e finì il lavoro tra le tette, schizzandole fino all'altezza del collo. Ma la tragedia era nell'aria… in un moto di follia rivoluzionaria, Pepe, il grosso barman nonché proprietario della bicocca, si alzò in piedi urlando "Adesso basta !" e lanciandosi dritto in direzione di Ciro, il quale d'istinto si scansò e fece partire una raffica, che centrò il povero Buba in pieno volto. E mentre Pepe ruzzolava clamorosamente abbracciando il vuoto, Rosy rideva a squarciagola in un orgasmo sfrenato, mentre sangue e pezzi di cervello le imbrattavano il volto ed il petto prosperoso. "Bastardo !" urlò rabbiosamente Mohamed indirizzando una scarica di mitragliatore in direzione di Pepe, che si era nel frattempo nascosto goffamente sotto un tavolo che gli nascondeva a malapena la testa. La raffica fu letale: diciotto colpi, dei quali ben dieci centrarono il bersaglio. Il boss cadde crivellato di colpi in un tonfo sordo. "Ti ammazzoooo…". Ora era la volta di Ouzo, che preso da una furia cieca vuotò il caricatore in direzione del tavolo. Quando Ciro vide Ouzo sparare, conoscendolo e sapendo che era mezzo cecato, cercò di rifugiarsi sotto un tavolo, ma fu inutile. Una pallottola centrò in pieno una padella appesa al muro e rimbalzò centrandolo in un occhio. Per un moto istintivo, del tutto casuale, dalla mitraglietta di Ciro partì una raffica che centrò in pieno Mohamed, aprendogli letteralmente la faccia in due. E mentre Mohamed cadeva pesantemente in terra privo di vita, lo scaltro Pepe si impossessava della pistola del boss, vuotandone l'intero caricatore sul torace di Ouzo, il quale indietreggiò per l'impatto dei colpi e cadde rovinosamente sulla stupefatta Elena, che ebbe un moto di stizza pechè nello scontro con il giovane ormai cadavere si spezzò un'unghia. Solo Ciro-con-un-occhio-solo rimase in vita, ma per poco. Quando Pepe lo servì in tavola erano le cinque meno un quarto e le ragazze si contendevano la parte più prelibata.
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17 anni fa
cpbilla,
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Il caldo la birra il bar la famiglia...e la fortuna
Era un pomeriggio afoso d'estate e stavo cercando di fare arrivare le 19,00 per andare a casa da moglie e bimbi. Mi fermo in un bar ed ordino una birra: la barista non era bella anzi era parecchio morbidosa ma con quella scollatura che faceva vedere quell'enorme seno procace e quelle trasparenze da cui intravvedevo quelle natiche cosi spropositate scatenarono subito in me fantasie. Fantasie che molto probabilente ella capì visto che con la scusa del caldo (mi ero seduto all'esterno) mi invito' all'interno ove il locale era climatizzato. Mi faccio un giro all'interno: dove sono site le slotmachine vi è una luce soffusa e due avventori inseriscono monetine senza molta convinzione e piu' che una stanza si tratta di un corridoio stretto dove a fatica si passa. La barista porta la consumazione ad un cliente e sfiora con prepotenza la mia patta con il suo enorme e sodo sedere... La guardo e lei mi guarda molto sorniona. Un cliente si alza e se ne va , lei ripassa prende il bicchiere vuoto e come prima piu' di prima si struscia pesantemente su di me. Sento che lui comincia a lanciare segnali ma...che posso fare se non pensare che a casa bimbo permettendo forse nel ligio silenzio della proba moglie riusciro' a scaricare...Anche l'ultimo giocatore se ne va e dopo qualche minuto di nuovo lei: io la guardo lei mi guarda mi passa davanti anzi no mi viene incontro si gira si china leggermente e pianta il suo soave duro enorme culetto sul mio cazzo ormai stretto tra i pantaloni cominciando in maniera violenta a divincolarsi tutta...Il piacere la situazione il luogo hanno su di me un effetto delirante: mentre lei si struscia con le mani comincio a sfiorarle la pancia e l'ombelico mente dolcemente lecco il suo collo e le sue orecchie. Mi prende la mano e se la infila nella sua fica morbidissima e completamente epilata ma soprattutto bagnatissima accompagnando sempre piu forte la sua con la mia...le mani sono piene e rovistano vorticosamente quella dolce e calda fessura..Comincia ad ansimare ed io con lei; comincio non senza fatica a cercare di abbassare le culotte di lei il suo culo nudo è sul mio membro duro scapellato e bagnato che sfregola a piu' non posso su una pelle morbida e fresca come l'acqua di un torrente. Sento che sto per venire e che ormai anche lei è al culmine Lei freme urla e si dimena stringendomi e tirandomi le palle con un abile contorsione della sua mano ed io mordendogli il lobo dell'orecchio esplodo in un caldo getto che inonda le sue chiappe e la sua schiena smanettando in quella fica calda e sbrodolona giunta al culmine del piacere.....Gli spalmo tutta la mia sborra sul culetto che bacio e lecco avidamente e poi sempre da dietro la stringo forte girandogli la testa e baciandola con ingordigia facendogli assaggiare il sapore del mio nettare. Lei rimane cosi abbracciata a me come una bimba per qualche minuto. Poi improvvisamente mi dice di lasciarla capisco che gli scappa la pipì... mi accovaccio su di lei e leccandogliela la bevo tutta fino all'ultima goccia: anche se calda non vi è birra ghiacciata che tenga. Arrivano le 19,00 saluto la barista e mi incammino verso casa: il bimbo ha la febbre la moglie il ciclo e di scopate manco l'odore...
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15 anni fa
Pier,
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Ultima visita: 7 anni fa
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ComplicitÃ
Era da molto tempo che Marta, una nostra amica, non veniva a trovarci e quando suo marito mi aveva avvisato che ci avrebbe chiamato per venire da noi due giorni l'eccitazione e il pensiero di passate una serata di sesso con lei e mia moglie Victoria si è espanso nella testa e nel corpo.
Già in passato avevamo tutti e tre in sieme passato una serata di intrigante sesso essendo sia Marta che Vittoria fortemente bisex.
Domenica in tarda mattinata puntuale come suo solito Marta si è presentata da noi e dopo tutta una giornata di chiacchiere, che avevano evidenziato il desiderio di Marta di trovare singoli per fare nuove esperienze sessuali era finalmente giunta la sera.
Erano le 22,00 e Victoria guardando Marta le disse che era meglio dedicarsi un pò al piacere e insieme eclissarono ritornando alcuni minuti più tardi.
Marta indossava un reggisenso color pelle,abbinato al tanga e un velo nero trasparente che ricopriva parzialmente le forme splendide dei suoi fianchi. La luminosità del sorriso e del viso offuscavano l'insieme ma lo spettacolo era stimolante.
Victoria aveva una sottoveste nera cortissima che segnava il perizona e metteva in risalto le sue forme.
Insieme accompagnati da alcuni brani abbiamo creato intimità e iniziato ad accarezzarci l'un l'altro senza esclusione alcuna.
Dopo pochi minuti toccando le intimità di entrambi potevo assaporare che l'eccitazione già ben salita e non mi ha stupito quando baciandosi l'un l'altra Victoria ha invitato Marta a gestire con le proprie mani il vibratore spesso presente nei suoi giochi.
Victoria rivolgendosi di spalle a Marta, alla pecorina, veniva penetrata dalle sapienti mani di Marta mentre io con le dita sollecitavo Marta che gemeva dal piacere.
I giochi sono proseguiti fino vero le 24,00 quando Victoria disse che sarebbe andata a dormire ma che noi potevamo proseguire da soli.
Che emozione poter stare con Marta e sapere che Victoria era in camera !
Carezze, colci sfioramenti e penetrazioni ripetute ci hanno visto attivi fino alle 2,00 con un gran piacere di entrambi fino al decidere di andare a dormire.
Entrato silenziosamente nel letto Victoria con voce bassa e complice mi ha sussurrato " Vi ho sentito gemere e godere e solo per la stanchezza non mi sono riunita a voi,....... ma la prossima volta incominciamo a divertirci alle 19,00 !"
Grazie Victoria
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15 anni fa
Victoria e Marco,
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Ultima visita: 1 mese fa
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Ricordi di un travestito in erba
RICORDI DI UN TRAVESTITO IN ERBA
Introduzione
Per quanto mi ricordi credo di essere stato un “travestito†da sempre, perlomeno da quando avevo più o meno 13/14 anni e frequentavo la terza media. Ricordo perfettamente che mi piaceva guardare le gambe delle ragazze e delle donne e che ero attratto soprattutto dalle calze di nylon e dai collant velatissimi di mia sorella di 23 anni. Spessissimo li rubavo dal cesto della biancheria, appena smessi ed impregnati di sudore (allora mia sorella portava quasi sempre gli stivali) quindi davvero puzzolenti. Mi eccitavo al tatto di quell’indumento di nylon, della sua trasparenza e leggerezza, ed in preda all’erezione la sera mi portavo furtivamente i collant a letto dove per tutta la notte li annusavo. L’odore che emanavano mi faceva letteralmente impazzire. Mi masturbavo infilando le mani nelle gambe del collant. Con una mi segavo l’uccello e con l’altra annusavo la punta odorossissima di sudore facendo crescere la durezza del mio cazzo e la mia eccitazione fino ad avere delle sborrate copiose che puntualmente inondavano mutandine, pigiama, collant e, quasi sempre, lenzuola. Coltivando quello che consideravo “il mio piccolo segreto perverso†sentivo il bisogno di spingermi sempre più oltre alla ricerca del piacere che il nylon mi donava. Quando, ad esempio, con i miei genitori si andava a casa di loro amici, non perdevo occasione di chiudermi nel bagno alla ricerca di collant, calze (le mie preferite erano le calze da reggicalze, velatissime e di colori tenui –beige, grigio chiaro, bianche o nere – ma negli anni ’70 erano un po’ in disuso) e anche gambaletti usati e puzzolenti, facendone ambitissimi trofei che collezionavo gelosamente.
1. Francesca la morbosa
Mi ricordo in particolare un giorno a casa di amici di mio padre, la cui figlia Francesca – una ragazzina un po’ cicciottella più grande di me di 1 anno – era particolarmente attratta da me in maniera un po’ morbosetta per l’età . Ogni volta che ero a casa sua mi portava nella sua stanzetta e in un modo o nell’altro trovava il modo di giocare alla “lottaâ€. Così ci toglievamo le scarpe rimanendo con le calze e ci buttavamo sul suo letto rotolandoci e “lottando†fino allo sfinimento . Chissà come però, stranamente ci ritrovavamo sempre con le rispettive teste tra le gambe dell’altro come in un 69!!! Francesca indossava sempre dei gambaletti velatissimi bianchi di filanca umidicci di sudore, leggermente tinti di blu (per l’eccessiva sudorazione) sulla punta e sul tallone che, ricordo,… puzzavano in maniera incredibile ma mi arrapavano da matti. Nello strusciare le sue gambe attorno alla testa riusciva sempre a mettermi i piedi in faccia e nella concitazione della lotta io me li mettevo in bocca e, facendo finta di morderli, li leccavo annusandone l’intensissimo odore acre. Durante questi corpo-a-corpo l’ uccello in erezione si strusciava sulla sua pancia e sulle sue tettine abbondanti e la morbosetta godeva, e si vedeva, al contatto di quel gonfiore dimenandosi a sua volta. Ad un certo punto, al culmine di una dolorossissima erezione, non ne potetti più e sborrai copiosamente nelle mutandine. Mi rialzai un po’ ansimante ed anche vergognoso del gonfiore evidente e chiesi di andare in bagno dove sfogai l’eccitazione strofinandomi il cazzo fradicio su un altro paio di suoi puzzolentissimi gambaletti celesti che riempìì di sperma. Quando rientrai nella cameretta rosso in volto per l’eccitazione non ancora sopita, Francesca si difese alla mia intenzione di proseguire nella “colluttazione†piegando le gambe ed allungando entrambi i piedi sul mio uccello ancora gonfio. Con una faccia strana di sfida mista a soddisfazione incominciò a muovere le dita come a palpare la consistenza del mio cazzo che si induriva sempre più. Lei continuava a massaggiarmelo sempre più velocemente quando, presissima da quella eccitante situazione, mi disse di fargli vedere cosa avessi. Io, imbarazzatissimo ma eccitatissimo aprì la patta dei pantaloni e scoprì le mutandine che sembravano scoppiare. Francesca vi poggiò sopra il piede e tirandole giù mi scoprì il cazzo duro e lucido. Il contatto di quel piede ricoperto di nylon sul mio uccello mi mandò in estasi. Cinse il diametro con l’alluce ed il secondo dito e cominciò a segarmelo lentamente tenendolo stretto con la pianta dell’altro piede. Il nylon umido di sudore e di preeiaculazione scivolava sempre più fino ed il ritmo della sega cresceva con l’avvicinarsi del mio orgasmo. Ora Francesca, paonazza in faccia e con la punta della lingua che faceva capolino all’angolo della sua sua bocca chiusa, sembrava non aspettare altro che il momento in cui sentì distinti due/tre forti contrazioni sotto i testicoli ed esplosi con 4 fiotti di sborra densa e calda che le bagnarono entrambi i piedi ed i gambaletti. Con un’aria di complicità a turno andammo a lavarci stando attenti a non destare sospetti (eravamo pur sempre due adolescenti di sesso opposto…) per l’insolito andirivieni dal bagno. Quello con Francesca fu in assoluto il mio battesimo di feticista delle calze ed anche il mio primo orgasmo completo.
2. L’autoerotismo
Da quel giorno nulla fu come prima. Desideravo sempre più il contatto del nylon sul mio cazzo ed incominciai ad indossare i collant di mia sorella senza mutandine, a pelle, inizialmente sotto il pigiama e le mie calze di filo di scozia blu, per andare a letto la sera. Successivamente cominciai ad indossare i collant ogni giorno per andare a scuola. Degli splendidi collant ARWA velatissimi color paglierino che sotto i jeans ed i calzettoni mi provocavano un’erezione perenne: 4 ore di lezione, 4 ore di eccitazione. Ogni giorno non vedevo l’ora di correre a casa, chiudermi nella mia stanzetta per studiare ed invece spogliarmi di tutto ciò che era maschile, avvicinarmi i piedi alla bocca leccandoli annusandone l’aroma di nylon sudato e masturbarmi il cazzo sopra il corpino velato fino a farlo sborrare.
Il travestimento faceva ormai parte di me e la parte più troia e femminile della mia personalità stava prendendo il predominio su quella maschile. Non desideravo altro che indossare calze e collant di nylon per procurarmi godimento, in qualsiasi modo e con qualsiasi mezzo. Incominciai così a cercare di praticare forme di autoerotismo molto estreme. Appena solo nella mia stanza mi sdraiavo, con solo i collant addosso, poggiando il culetto sul cuscino a contrasto con la testiera del letto e piegavo le gambe al massimo sul mio torace portandole indietro ai lati della testa. Dapprima con una certa difficoltà , poi - grazie alla flessibilità della mia spina dorsale di adolescente – sempre più agevolmente. Sudato ma arrapatissimo, con la cappella umida a qualche centimetro dalla mia bocca aperta, mi spingevo ancora di più verso la spalliera accarezzandomi le cosce ed abbracciandomi dietro le chiappe. Ora leccavo agevolmente la cappella ricoperta dal nylon e, a poco a poco che la posizione diventava più rilassata, il mio cazzo durissimo entrò tutto nella mia bocca. Le mie labbra lo stringevano mentre scivolava dentro e fuori e la mia lingua lo lavorava leccandolo a destra e sinistra irrorandolo con abbondante saliva che mi fuoriusciva ai lati delle labbra rigandomi le guance. Quest’ultime si gonfiavano e sgonfiavano nell’atto di pompare e risucchiare quell’asta turgida ed io, mentre gustavo il “sapore di maschio†che avevo nella bocca, sentivo che stavo avvicinandomi all’orgasmo. Accelerai il ritmo cominciando ad accarezzarmi i testicoli ed il penetrandomi il culo prima con in dito, poi con due e poi con tre dita. Spompinavo come un forsennato in preda ad una sorta di “trance†erotica quando all’improvviso sentì le contrazioni fortissime e eiaculai con 4/5 violentissimi fiotti di sborra che gonfiarono il nylon e mi riempirono letteralmente la bocca. Era densa, calda e con un gusto amarognolo che mi fece impazzire. Mi sentivo una troia in calore e in quel momento avrei voluto un altro cazzone che mi allargasse il culo. Tenni serrate le labbra continuando a succhiare il cazzo nella mia bocca fino all’ultima goccia di sperma. Spremetti con la lingua il nylon attorno alla cappella strizzandolo bene e lasciai finalmente libero il mio uccello stando attento a tenere tutta la sborra in bocca. Ora lo assaggiavo gustandone la consistenza deglutendone poco per volta per godermi a lungo quella sensazione unica. Lentamente mi ridistesi sul letto completamente “svuotato†da quella esperienza e guardavo il mio uccello ancora eretto con quella specie di profilattico di nylon completamente fradicio di sperma e saliva. Mi sentivo ormai una pompinara e cominciavo a desiderare un uomo e soprattutto il suo cazzone con cui farmi scopare: Giancarlo.
3. Giancarlo
Giancarlo era un mio compagno di classe in terza media. Eravamo seduti insieme nel penultimo banco vicino al muro. Rassomigliava a Pippi Calzelunghe in versione maschile e siccome era molto educato ed aveva degli atteggiamenti un pò effeminati veniva preso in giro e guardato in maniera un pò strana da tutta la classe. Del resto anche lui ci metteva molto del suo, ridendo e sedendosi spesso sulle nostre gambe provocando delle imbarazzanti erezioni che lui non poteva non “sentireâ€. Vestiva sempre con dei pantaloni attillati, un maglioncino e delle scarpine tipo “college†con dei calzini in filo di scozia bianchi o blu. In primo liceo, conoscendoci dalle medie, era ormai diventato quasi un gioco: quando indossava i pantaloni della tuta in tessuto elasticizzato, lo chiamavamo e gli chiedevamo di spiegarci un brano su un libro. Giancarlo si sedeva in grembo col libro davanti a se e cominciava a leggere e, nel girarsi per chiedere se lo stavi seguendo, muoveva in continuazione il suo sedere proprio sul tuo uccello che alla fine diventava duro come il marmo. Lui incurante arrossiva in volto e continuava a dimenarsi felice di rendersi utile e soprattutto di sentirsi tra le chiappe il cazzo duro di turno.
Quella mattina ero deciso a “combinare qualcosa†con Giancarlo, avevo messo un collant velatissimo celeste polvere (un trofeo di una visita in casa di amici dei miei) senza mutandine ed ero eccitatissimo. In classe più volte, passandogli vicino o muovendomi sul banco accanto a lui, durante la lezione avevo strusciato il mio cazzo sul suo braccio e la sua coscia. Giancarlo non protestava anzi spesso avvertivo che, al contatto, la sua coscia premeva sul gonfiore della mia eccitazione. Non ne potevo più e allungai la mia mano sul suo uccello tastandolo. Lui arrossì e mi chiese con voce bassa tremante cosa facessi. Gli chiesi se non gli piacesse e lui per tutta risposta aprì le gambe autorizzandomi al “massaggio†e mi mise la sua mano sul cazzo. Sentivo il suo gonfiore e una sensazione di calore s’impadroniva di me spingendomi ad essere più esplicita e troia. Da come lui mi palpava sentivo che le voci sulla sua omosessualità diventavano certezze e che in quel momento mi avrebbe volentieri tirato giù i pantaloni per imboccarselo tutto tra le labbra. Palpava e silenziosamente ansimava. Mi sbottonai la patta con nonchalance e la sua mano sgattaiolò dentro. All’improvviso mi guardò fisso negli occhi con un’aria eccitata e mi chiese come mai indossassi i collant da donna e gli rivelai che mi eccitava travestirmi e che li portavo già da un paio d’anni. Il suo massaggio diventò allora una vera e propria sega, e per la crescente eccitazione, rossi in volto ed accaldati, rischiammo di essere scoperti dal professore a causa dei nostri continui movimenti.
Anch’io gli tastavo il cazzo ed avrei voluto tirarlo fuori e succhiarlo per tutta la sua discreta lunghezza quando la campanella suonò la fine delle lezioni. Rimanemmo a guardarci delusi perché stavamo per godere entrambi. Giancarlo eccitato, con un’espressione ammicante che mi faceva intendere “tuttoâ€, mi invitò a studiare a casa sua nel pomeriggio ed io accettai con piacere. Tornando a casa pregustavo le porcate che avremmo combinato di lì a poco pensando per la prima volta a Giancarlo come ad una possibile altra “troietta perversaâ€.
4. Eccitante scoperta
Arrivato a casa sua venne ad aprirmi Marida, la sorella di 16 anni che mi fece accomodare nella stanzetta di Giancarlo. Lui entrò dopo pochi minuti indossando una tuta in felpa grigia con le pantofole e dei calzini leggeri blu ai piedi. Fu felicissimo di vedermi e mi abbracciò inaspettatamente. Il nostro abbraccio fu molto prolungato tanto che cominciammo a strusciarci i nostri uccelli che iniziavano ad indurirsi. Entrambi ci tastavamo e palpavamo il culo e in quel momento sotto le dita avvertì la sensazione che Giancarlo indossasse un reggicalze. Emozionantissimo lo baciai in bocca e le lingue cominciarono a mulinare vorticosamente. Lui gemeva e mi spingeva il bacino contro le sue gambe leggermente divaricate, Improvvisamente gli abbassai i pantaloni della tuta e mi apparve arrapantissimo con un reggicalze in pizzo bianco che gli incorniciava un bell’uccello duro e glabro e delle calze bianche che gli velavano le gambe affusolate e senza un pelo. Gli dissi che era bellissimo e lui, molto eccitato mi rivelò che le aveva rubate dall’intimo della madre ed indossate proprio per piacermi. Cominciammo a spogliarci di tutto e rimanemmo solo in collant velati, che indossavo dalla mattina, ed in reggicalze e calze. Ci sdraiammo sul letto ed iniziammo a toccarci i cazzi a vicenda. Giancarlo si chinò e lo leccò per tutta la lunghezza continuando a segarlo delicatamente con le mani poi lo prese tutto in bocca e cominciò a succhiarlo e a pomparlo mentre io, mettendomi a 69 cominciai a ciucciare il suo. Mentre ci spompinavamo a vicenda contorcendoci e mugolando, infilavo il mio dito medio nel suo culetto stranamente caldo ed accogliente fino a farlo entrare tutto. Giancarlo muoveva le dita dei piedi inguainati in quelle splendide calze in preda all’eccitazione provocata dal mio cazzo che lo pompava in bocca ed il mio dito che gli stantuffava il culetto. Io approfittai della situazione per buttarmi a capofitto sui suoi piedi leccandone la punta di nylon rinforzata ed annusandone l’aroma mentre continuavo a masturbargli l’uccello. All’improvviso Giancarlo si alzò e, sdraiandosi supino con le gambe aperte e piegate sulla pancia, mi supplicò di infilargli il cazzo nel suo culetto già abbastanza lubrificato dalla mia saliva. Non aspettavo altro e prendendolo per le cosce avvicinai le sue chiappe e glielo infilai dentro. Dapprima era un pò stretto ma dopo un pò che lo inculavo sempre più forte il buchetto cedeva sempre più ed avvolgeva in una caldissima guaina il mio cazzo, ad ogni colpo più duro. Giancarlo gemeva ripetendo che era la mia puttanella in calore, si allargava le chiappe con le mani e si segava il suo cazzo duro supplicandomi di incularlo più forte e di spingere il mio uccello più in fondo. Io gli accarezzavo le gambe coperte di nylon e gli leccavo i piedi odorosi mentre gli sfondavo il culo. Che porca!!! Cambiammo posizione e sdraiandomi sotto di lui, si mise a cavalcioni infilandosi fino in fondo l’uccello nel culo ormai largo, dicendomi che si sentiva trapanato da quel palo di carne e che lo stavo facendo impazzire. Mi cavalcava e si menava l’uccello che gli ballonzolava davanti alla pancia. Io ero al settimo cielo e gli accarezzavo le gambe ed i piedi guidandolo per i fianchi il ritmo di quel saliscendi sul cazzo duro. Sentivo l’orgasmo avvicinarsi sempre più ed all’improvviso irrigidì le mie chiappe spingendoglielo tutto dentro ed esplosi in una sborrata che riempì le sue viscere di caldo sperma. Giancarlo godette serrando e dimenando le sue chiappe sul mio uccello con movimenti rotatori. Dopo un po’ si alzò e si sdraiò sul letto esausto e soddisfatto ed io, che ero ancora arrapatissimo, decisi di palpargli il cazzo con i miei piedi. Il contatto del nylon su quell’asta durissima e calda fù per me una sensazione nuova ed eccitantissima tanto che, stringendo i diti ad avvolgerlo in tutto il suo diametro, cominciai a fargli una lenta sega. Giancarlo chiuse gli occhi, prese le mie caviglie e guidò il movimento accelerandolo e rallentandolo. Sentivo sotto i polpastrelli, attraverso il nylon del mio collant umido, il suo uccello indurirsi e fremere quindi misi la punta del piede a coprirgli la cappella e con l’alluce ed il 2° dito dell’altro piede continuavo a segarlo. Giancarlo mi disse di non fermarmi perchè stava venendo ed io, paonazzo per l’eccitazione, accelerai il ritmo fino a che venne con 4 potenti fiotti di sborra calda che mi inzupparono letteralmente i piedi ed i collant fin quasi ai polpacci. Subito mi portai i piedi in faccia e me li leccai succhiando ed ingoiando tutta lo sperma. Giancarlo mi guardò intensamente ed eccitato mi disse che ero una maialona e che avrebbe voluto mettermelo in bocca. Non esitai neppure un istante e accolsi il suo uccello umido di sperma e semi-moscio nella mia bocca. Cominciai a lavorarlo con la mia lingua roteandola sulla cappella cingendolo con le mie labbra e cominciando a pomparlo con le mani in fondo alla mia bocca. Man mano che scorreva nella mia bocca lo insalivavo e sentivo sapore intensissimo e amarognolo dello sperma. Giancarlo si girò di fianco e messosi a 69 si impadronì del mio uccello ormai eccitato masturbandolo e leccandolo per tutta la lunghezza. Ci sentivamo due troie depravate e godevamo a spompinarci il cazzo a vicenda vogliose di riempirci la bocca di sborra densa e cremosa. Ci contorcevamo e ci spingevamo il cazzo in bocca ansimando e ripetendoci che saremmo stati per sempre amanti e non ci saremmo mai lasciati. Eravamo ormai attratti l’un l’altro dalla nostra condizione di sorelline travestite e questo ci eccitava maggiormente al punto che, quasi insieme, scoppiammo in una sborrata sconvolgente che ci gonfiò le guance di sperma denso, che a malapena riuscimmo a trattenere in bocca. Esausti ci accasciammo sul letto, uno accanto all’altro, e ci baciammo in bocca mischiando con le lingue la sborra di entrambi in un unico saporitissimo succo che bevemmo fino all’ultima goccia. …Ebbene, quello fu il pomeriggio più appagante ed eccitante di entrambe le nostre giovani carriere di troiette travestite.
5. Piacere perverso
Mentre tornavo a casa dopo quella esperienza mi sentivo ancora sconvolto e mi scoprivo con piacere a deglutire passandomi la lingua sul palato alla ricerca del sapore dello sperma di Giancarlo. Sentivo l’eccitazione salire ed una strana nuova sensazione interessare il mio culetto. Provavo un’insolito piacere ad estroflettere e a contrarre ritmicamente il mio buchetto umido. In quei momenti avrei voluto stuzzicarlo, violentarlo infilandoci qualcosa. Mentre pensavo a quanto perverso fossi diventato, arrivai a casa e corsi nella mia cameretta.
Mi sentivo accaldato e cercavo convulsamente di spogliarmi. Rimasi completamente nudo e al profumo che emanavano i miei piedi sudati, il mio cazzo durissimo mi deformava oscenamente il collant velatissimo celeste che indossavo ormai da due giorni. Mia sorella era uscita con mia madre e così, approfittando del momento favorevole, corsi in bagno alla ricerca di un suo paio di calze odorose su cui masturbarmi e sborrare. Ma i miei occhi si posarono su un qualcosa che mi riempì di libidine: il grosso manico arrotondato di uno sturalavandino nuovo ancora nella busta del supermercato faceva mostra di sé nell’armadietto vicino alla vasca. Nella mia mente già sentivo quel manico che mi allargava il buchetto facendomi godere come un, anzi una maialina. Presi la scatoletta blu della crema Nivea e lo sturalavandino e corsi in stanza chiudendo a chiave eccitatissimo. Mi spalmai tre dita di crema attorno e dentro il buchetto e nell’umettarmi due dita scivolarono dentro dandomi un brivido di piacere. Mi toccai il cazzo sentendo la punta umida che mi bagnava il collant di liquido prespermatico ed il mio buchetto, al penetrare delle tre dita aveva le contrazioni dilatandosi sempre più. Così inumidì la ventosa, piantandola fortemente sulla spalliera del letto, mi sdraiai col sedere sul cuscino e allargando le gambe me le portai piegandole verso il petto. Mi allargai le chiappe e avvicinandomi al grosso manico me lo infilai notando che scivolava dentro allargandomi il buchetto e facendomi impazzire di eccitazione. Ora spingevo ed il manico mi entrava tutto dentro riempiendomi le viscere. Cominciai a stantuffarmelo nel culo che cedeva sempre di più e più cedeva più mi entrava in culo per tutta la sua notevole lunghezza. Contemporaneamente mi masturbavo il cazzo e godevo come una troietta pensando che quel “cazzone†che mi spaccava il culo fosse di Giancarlo e in silenzio gemevo:“…mhhh dai porco, inculami fino in fondo, ahh dammelo tutto nel culo il tuo cazzone, amoreâ€â€¦ Stavo impazzendo e volevo cambiare posizione. Mi sfilai il manico dal culo e con eccitazione mi accorsi, dalle tracce di Nivea, che mi era entrato nel culo per almeno 20cm.
Eccitatissimo mi girai e mi misi in ginocchio puntando con il culetto il manico che mi scivolò dentro fino in fondo facendomi gemere ancora. Me lo sbattevo fino in fondo nel culo molleggiandomi sul letto. L’eccitazione saliva sempre più all’acuirsi della sensazione di riempimento totale e di dilatazione crescente. Più mi infilavo quel manico durissimo e ormai caldo e più ne volevo… Guardavo lo specchio dell’armadio di fronte e mi vidi rispecchiato alla pecorina con solo quegli impalpabili collant che mi velavano le gambe, la schiena completamente inarcata, che spingevo all’indietro il mio sedere da cui si vedeva quel palo rigido lubrificato e lucido di umori intestinali che entrava e usciva. La mia testa roteava in sincronia col movimento delle mie anche, mi leccavo le labbra e con la mano mi segavo il mio uccello che ormai era vicino a sborrare. In preda a delle vere convulsioni che mi avvampavano decisi che dovevo violarmi il culo con qualcosa che me lo allargasse di più.
Mi sfilai il manico e non prima di essermi accertato di essere ancoratolo in casa, andai in cucina e trovai nella dispensa un cetriolo che poteva essere lungo 18-19cm ma era molto grosso in larghezza. Alla vista di quel “cosone†mi avvampai ancora di più e continuando a masturbandoni il cazzo corsi eccitato in camera mia. Richiusi a chiave, presi quel cetriolone e me lo infilai in bocca mimando il più porco e sensuale pompino che avessi mai fatto pensando di avere in bocca il cazzo di un uomo tipo camionista. Ero ormai al parossismo, mi rimisi alla pecorina e mi reinfilai il manico dello sturalavandino nel culo interamente, per tutta la sua lunghezza e guardandomi allo specchio ricominciai a penetrarmi e a ciucciare quell’ortaggio che per quanto era largo non mi entrava in bocca. Era completamente lucido di saliva e continuavo a far roteare la lingua ed a leccarne la punta arrotondata. Mi sentivo ormai pronto e la voglia di sentire il mio buchetto dilatato mi fece cambiare ancora posizione. Misi il cetriolo sul tappeto di fronte allo specchio mantenendolo in piedi con la mano e mi accucciai con le gambe larghe e aperte. La punta arrotondata cominciò ad entrare facendomi male così mi fermai, ma dopo pochissimo sentì il mio buchetto aprirsi e piano piano quell’arnese scivolò scomparendo nel buco riempiendomi letteralmente il canale. Lo sentivo durissimo e sentivo lo sfintere che cedeva. A quel punto mi lasciai andare sulle gambe e mi sedetti facendolo entrare tutto. L’immagine riflessa nello specchio era incredibile: un ragazzino di 13 anni nudo seduto a gambe aperte con un collant celeste velatissimo a mazza coscia con il buco del culo dilatato in maniera oscena da cui fuoriusciva solo la punta lucida di un gross cetriolo… Cominciai ad andare su e giù facendolo uscire per metà e risbattendomelo nel culo per intero gridando: “siii, Giancarlo spaccami il culo… sono la tua puttanella…†Più mi guardavo più mi impalavo e più mi sbattevo l’uccello che ormai durissimo puntava minaccioso verso la mia bocca. Sentii in quel momento delle fortissime contrazioni che serrarono il buchetto attorno al diametro del cetriolo bloccandone lo scorrimento e subito dopo tre spasmi e tre schizzi violentissimi di sborra densa e bollente che mi colpirono sulle labbra, sulle guance e in bocca.
Ero sconvolto, mi leccai la sborra dalle labbra e dalle guance e la raccolsi sulla lingua assaporandone il sapore a metà tra l’asprigno ed il salato. Ingoiai tutto lentamente mentre i muscoli anali si rilassavano ed il cetriolo lucido scivolava fuori dal mio culetto.
Fu allora che mi spaventai guardandomi il buco oscenamente allargato, ma ebbi fortissimo l’impulso di infilarmi tre dita e rigirarmele dentro sentendo che l’interno del mio culo era bollente. Mentre pian piano mi rilassavo, mi massaggiavo lentamente l’uccello moscio scappellandolo e spremendo la cappella arrossata portandomi le dita alle labbra per succhiare le ultime gocce di sperma. Quella serata mi sconvolse tanto da prendere coscienza che ero definitivamente diventato un perverso travestito tredicenne a cui piaceva fare la parte della troietta. Mi rivestii ed uscii dalla mia camera, andai subito in bagno a lavare ed asciugare lo sturalavandino. Lo rimisi a posto e corsi in cucina a buttare il cetriolo nella pattumiera e… mi accorsi che mia madre era rientrata. Mi disse che mi aveva sentito alzare la voce ed io, dopo aver lavato e sbucciato il cetriolo, addentandolo gli risposi che stavo scherzando al telefono con Giancarlo. …Hmm Giancarlo, se solo fosse stato con me stasera, pensai…
6. Desiderio continuo
La mattina seguente ero stranamente eccitato ed impaziente di rivedere Giancarlo a scuola per raccontargli l’esperienza della sera precedente. Decisi di indossare un collant velatissimo grigio polvere senza mutandine sotto i pantaloni della tuta di ginnastica perché mi sentivo porca e avevo voglia di succhiargli il cazzo come avevo fatto col cetriolo.
Da 1 mese eravamo seduti accanto e, durante le lezioni, le nostre mani scivolavano sotto il banco a palparci gli uccelli fino a farli diventare duri come il marmo e farli sborrare nelle mutandine. Ma quel giorno era diverso, mi era tanto rimasta impressa la situazione morbosa della sera precedente che lo desideravo oltre ogni cosa. Appena vidi Giancarlo mi avvicinai all’orecchio e gli dissi gli avrei rivelato una storia incredibile ma lui mi furtivamente mi leccò l’orecchio dicendo che quello che era successo a casa sua lo aveva cambiato completamente. Mi rivelò che portava le stesse calze e lo stesso reggicalze che indossava quel pomeriggio… e che mi desiderava. La leccata del lobo e soprattutto la sua morbosa confessione mi fece diventar duro il cazzo che, trattenuto dalla sola debole resistenza del collant, mi gonfiò il pantalone della tuta in modo evidente. Fortunatamente ero vicino al mio banco e mi sedetti subito per non far notare quella mostruosa erezione. Anche Giancarlo, accortosi del gonfiore, si sedette accanto e nel farlo poggiò la sua mano sul mio uccello e lo strizzò gemendo silenziosamente. Durante la lezione me lo massaggiò diverse volte tanto che poco prima della ricreazione gli fermai la mano perché stavo per sborrare. Ma la voglia di lui mi aveva preso totalmente e pensavo intanto come fare a chiudermi in bagno con lui per fare le porcate che mi frullavano in testa. La fortuna volle che il professore di Educazione Fisica ci disse di andare nello sgabuzzino degli attrezzi dietro la palestra scoperta a prendere la palla da basket e il materassino per l’ora seguente. Ci guardammo con complicità ed approfittammo della pausa della ricreazione per andarci. Appena dentro chiudemmo il chiavistello e ci baciammo infilandoci le lingue in bocca. Lui mi tirò giù i pantaloni e mi buttò sul materassino del salto in alto. Si tolse i pantaloni, gli slippini e le Superga rimanendo in calze e reggicalze e si distese a 69. L’odore delle calze sudate mi fece indurire ulteriormente il cazzo già duro e lui se lo infilò in bocca e cominciò a succhiarlo avidamente e a slinguarlo sulla cappella. Io che non aspettavo altro, feci lo stesso ed incominciai ad insalivarlo e a masturbarlo per farlo diventare più duro. Sentivo il calore della sua bocca e la rugosità della sua lingua da pompinara che stuzzicava il filetto e a mia volta mi eccitavo come una troia nel ciucciare quel cazzo duro che profumava di maschio. Sentivo il mio cazzo scoppiare e Giancarlo, accortosi di questo, si girò e mi pregò di infilarglielo nel culo. Gli insalivai il buchetto già umido ed estroflesso dall’eccitazione e poggiai la cappella bagnata della sua saliva che entrò facilmente con mio grande stupore. Giancarlo ancheggiava e mugolava di incularlo più forte, così aumentai il ritmo pompandolo fino in fondo e facendolo sbavare di piacere. Lui si masturbava il cazzo con movimenti convulsi ed io che stavo per sborrare, irrigidii il mio uccello piantato in fondo al suo culetto ormai largo e scoppiai in una copiosa sborrata bollente che gli riempii l’intestino. Giancarlo serrò le chiappe per sentirselo ancora più duro e poi con un movimento repentino si girò e mi disse di prendergli in cazzo in bocca. Era durissimo e caldo e cominciai a succhiarlo e a slinguargli la cappella tenendolo serrato tra le mie labbra e segandolo con la mano lungo tutta la lunghezza. Sentii distinte tre contrazioni e poi tre fiotti di sperma denso e amarognolo si riversarono sulla lingua e mi riempirono la bocca. Inghiottii tutto assaporando sino all’ultima goccia di quel liquido viscoso dal sapore che mi faceva impazzire. Pulii la sua cappella e mi leccai le labbra delle ultime tracce di sborra di Giancarlo. Erano passati circa 10 minuti praticamente una sveltina che ci svuotò letteralmente i testicoli, ci rivestimmo in tutta fretta, infilammo saltellando le scarpette di ginnastica e un po’ accaldati, riaprimmo la porta e portammo il pallone e il materassino in palestra. Appena usciti dalla palestra, mentre correvamo per ritornare in classe ed unirci con i compagni ci imbattemmo in Michele il bidello che ci bloccò. Era un uomo di circa 35/40 anni, un tipo un pò burbero dal fisico asciutto, che non perdeva occasione per rimproverarci sempre di qualcosa. Quella mattina ci trattenne con forza per il braccio e ci chiese, con tono molto allusivo, cosa fossimo andati a fare nella stanza degli attrezzi. Io e Giancarlo diventammo all’improvviso paonazzi e ci guardammo preoccupatissimi. Forse quel porco ci aveva sorpresi a spompinarci a vicenda. Entrambi incominciammo a balbettare qualcosa circa la nostra presenza nello sgabuzzino e all’improvviso mi infilò la mano nel pantalone della tuta e afferrò il mio cazzo ancora umido di sperma attraverso il collant. Mi tirò a se e, dopo aver detto all’altro bidello che avrebbe fatto una commissione, ci portò di forza nella stanza degli attrezzi. Mentre ci spingeva posò l’altra mano sul culetto di Giancarlo e palpandolo si accorse del reggicalze.
Ora ci teneva in pugno e noi dovevamo stare per forsa al suo gioco. Appena dentro lo sgabuzzino chiuse a chiave e ci disse che gli piacevano i ragazzini effeminati come noi due e che se fossimo state troie come 10 minuti prima, avrebbe mantenuto il segreto. Eravamo tutti due terrorizzati e acconsentimmo. Giovanni si sbottonò i pantaloni e li abbassò alle caviglie rimanendo con gli slip, poi prendendomi da dietro mi abbassò i pantaloni della tuta e mi fece sedere sul suo cazzo semiduro palpando il mio. Il contatto del mio sedere con quel membro pulsante e caldo mi fece uno strano effetto e mi ritrovai a strusciare le mie chiappe inguainate nel collant sul suo cazzo duro. Poi disse a Giancarlo di togliersi i pantaloni e di leccarmi l’uccello ormai durissimo dai palpeggiamenti di Giovanni. Giancarlo si precipitò a leccarmi la cappella attraverso il collant e iniziò un magnifico pompino. Il mio cazzo scompariva tra le sue labbra che succhiavano il collant gonfio completamente bagnato di saliva. Io ero in preda alla massima eccitazione e lo incitavo a leccarlo e ad ingoiarlo tutto e allo stesso momento mi rivolgevo a Giovanni pregandolo di incularmi. Giovanni allora scostò il bordo del collant e mi posò la punta della sua cappella tra le mie chiappette. Sentii un calore che mi invadeva e con le gambe completamente aperte mi abbassai pian piano sul quel palo caldo e duro che si insinuava nel mio buchetto allargandolo sempre più. Sentivo un forte dolore ma l’eccitazione di sentirmi come una troia i calore che si fa inculare era più forte e mi fece cominciare a roteare il bacino e a saltellare sul cazzo che entrava centimetro dopo centimetro nel mio culo ormai cedevole. Giancarlo mi aveva abbassato il corpetto del collant e mi slinguava il cazzo riempiendosi completamente la bocca e masturbandosi come un forsennato. Giovanni mi prese dal bacino e mi guidava su e giù sul suo uccello ed io che gemevo per il piacere prendevo la testa di Giancarlo e gli spingevo il cazzo fin quasi a soffocarlo. Poi Giancarlo si alzò e alzando una gamba si sedette sul mio cazzo cominciando a penetrarsi. Il suo culo era più largo del mio ed entrò quasi subito. Era una situazione morbosa e terribilmente eccitante che ci sconvolgeva i sensi e ci faceva dimenare i nostri culetti, arrapantissima: Giovanni stava inculando una giovane travestita in collant velati che inculava una puttanella in calze e reggicalze che si masturbava il suo giovane cazzo. In quel momento realizzavo che un vero uccello mi stava scopando, grosso, duro e caldo scivolava nel mio buchetto ormai oscenamente largo e bagnato di umori anali, pompando fino a farmelo sentire in fondo all’intestino. Pensavo a quanto era triste soddisfarsi con lo sturalavandini o col cetriolo. Mi faceva impazzire il sentirmi troia; mi sentivo in calore e volevo farmi inculare sempre più forte e, sempre più forte inculare Giancarlo che mugolava allargandosi le chiappe con le mani e saltellava sul mio cazzo. Attraverso le pareti interne del canale sentivo il cazzo di Giovanni sempre più duro e lo pregai di farmelo succhiare. Mi alzai leggermente per permettergli di sfilarlo dal mio culo e mi sedetti con Giancarlo che ancora andava su e giù sodomizzandosi come un forsennato. Giovanni si avvicinò lateralmente infilandomi il cazzo tutto in bocca ed io, con una mano, lo masturbavo lentamente slinguandolo sulla cappella e lo spompinavo per tutta la lunghezza. Ora lo guardavo da vicino ed era un gran bel cazzo lungo una ventina di centimetri e largo abbastanza per farmi sbavare abbondante saliva dalle labbra. Le mie guance erano deformate dal suo uccello e la mia lingua lavorando sul suo filetto lo stava portando a sborrare. Anche Giancarlo incominciò a leccargli l’uccello con rapidi colpi di lingua finchè Giovanni, gemendo che stava venendo, premette la cappella sulle nostre labbra socchiuse a mò di bacio ed esplose in una sborrata copiosissima che in tre fiotti violenti ci inondò la bocca e la faccia di sperma caldo e denso ma di un buonissimo sapore. Mentre si masturbava facendo uscire ancora sborra io e Giancarlo ci slinguavamo, ingoiavamo e a turno gli succhiavamo la cappella fino a pulirla completamente dalle ultime gocce di sperma. Ero esausto ma felice e stavo per esplodere a mia volta nel culo di Giancarlo che, prontamente si alzò e si infilò il mio uccello tutto in bocca fino a toccare con il naso la mia pancia. Mi spompinò un paio di volte e allargando la bocca si fece spruzzare sul palato e sulla lingua un sacco di sborra che in parte gli fuoriuscì dalla bocca colandogli sul mento. Ingoiò tutto e con un voluttuoso colpo di lingua si leccò il mento dal rivolo gelatinoso che lo imbrattava. Giovanni si avvicinò alle nostre bocche e ci baciò con la lingua raccogliendo stille di sborra dai nostri palati per assaporarne il buonissimo sapore dolce e asprigno insieme. Infine ci rivestimmo risistemandoci le calze ed infilandoci i pantaloncini della tuta ed uscimmo furtivamente. Solo allora ci accorgemmo che erano passati 25 minuti!!! Chissà cosa diranno quando torneremo in palestra, mi chiedevo tra me e me, mentre sforzandomi di camminare come un ragazzo normale invece che come una vascca travestita che si è appena fatta rompere il culo, percorrevo il corridoio per la palestra. Appena entrati in palestra ci accorgemmo che la nostra assenza era passata inosservata. Giancarlo, sorridendo, commentò che ci era andata bene visto che ci eravamo già sputtanati la reputazione con Giovanni.
I boy scout
Quella primavera decidemmo insieme di iscriverci ai boy scout per fare una nuova esperienza di contatto con la natura e con altri ragazzi come noi. Lo facevamo per sentirci più grandi e anche perché era qualcosa che ci avrebbe impegnato il periodo estivo. Poi sognavamo il fatidico campeggio nella tenda. Ed il fatidico momento arrivò. Dovevamo stare al campeggio estivo una decina di giorni ed incontrare un gruppo di boy scout di un altro paese. L’idea di dormire insieme sotto la tenda ci faceva impazzire dalla voglia. Avremmo potuto travestirci, scoparci, masturbarci, succhiarci e sborrarci in bocca tutte le volte che volevamo per 10 notti consecutive. E poi, viziosette come eravamo diventate, avremmo potuto trovare dei ragazzi come noi con cui dare sfogo alla nostra troiaggine. Mi ricordo che la divisa prevedeva l’uso dei pantaloncini corti perciò decidemmo di portarci in campeggio una serie di mutandine velatissime e di gambaletti di nylon che avremmo indossato sotto i pantaloncini ed i calzettoni da scout. La sera della partenza, appena arrivati al pullman, ci squadrammo vogliosi e Giancarlo scostando il lembo del calzettone mi rivelò il suo gambaletto velatissimo bianco. Appena lo vidi mi venne l’uccello duro che premeva dentro il perizoma celeste che indossavo e lui, accortosi del gonfiore, mi disse di avere pazienza fino a quando ci saremmo seduti nel pullmann per viaggiare tutta la notte. Dopo i primi chilometri di canti, urla, scherzi e… grandi palpate di uccello, finalmente calò il silenzio. Tutti si slacciarono gli scarponcini e si accucciarono sul comodo sedile per dormire coprendosi con i propri giubbotti. Giancarlo si sfilò scarponcini ed i calzettoni rimanendo con le calze di nylon leggero e poggiò accucciandosi i suoi piedi proprio sul mio cazzo. L’intenso odore di piedi sudati di tutti gli occupanti del pullman mi stava facendo impazzire così mi sbottonai il pantalone e liberai il mio uccello fasciato dal velo del perizoma. Assicurandomi che tutti stessero dormendo presi i piedi di Giancarlo e me li portai alla bocca ed al naso. Sentii l’aroma del nylon impregnato e cominciai a leccare le punte leggermente rinforzate dei gambaletti. Leccavo convulsamente ed annusavo e mi segavo l’uccello, sempre più duro. Giancarlo mi liberò il cazzo che svettava e lo strinse tra le piante dei suoi piedi iniziando un lento movimento su e giu. Sentivo l’umido delle sue calze sudate che faceva scivolare il nylon per tutta la lunghezza dell’uccello. Poi si prese i piedi con entrambe le mani e stringendo le punte aumentò il ritmo della masturbazione. Io ero letteralmente disperato perché avrei voluto urlare dal piacere che quella puttanella di Giancarlo mi stava procurando, mi contraevo e mi contorcevo sul sedile facendo attenzione a non svegliare nessuno. Ogni tanto Giancarlo si abbassava sui suoi piedi e si infilava il mio cazzo in bocca ciucciandolo e slinguando la cappella. Poi si tirava su e ricominciava a segarmi con i piedi. Ormai i suoi gambaletti erano bagnati di umori prespermatici e questo lubrificava maggiormente il nylon facendolo scorrere più facilmente. Non potetti far altro che infilare la mano tra le sue gambe ed impossessarmi del suo cazzo già duro e cominciare a masturbarlo furiosamente. Giancarlo godeva e si leccava le labbra semisocchiuse ed accelerava ancor di più il movimento dei suoi piedi sul mio uccello. Stavo per esplodere e mentre me ne rendevo conto Giancarlo mi sborrò in mano una marea di seme bollente. Strinsi istintivamente il suo cazzo, gli diedi tre colpi per tutta la sua lunghezza e poi raccolsi tutta la sborra densa nel palmo della mia mano e me la portai alla bocca leccandola ed ingoiandola fino all’ultima goccia. Ora sentivo che stavo esplodendo e Giancarlo, che se ne era accorto dalle contrazioni, strinse le piante e piegò le dita dei piedi a coprire interamente la cappella da cui fuoriescirono tre fiotti violentissimi di sborra che gli riempirono letteralmente le calze e la punta dei piedi di una massa calda e gelatinosa. Lui continuò a muoverli facendo uscire ancora sperma e, solo quando notò che avevo eiaculato tutto ciò che avevo nei miei testicoli, mollò lentamente il mio cazzo abbassandosi e infilandosi letteralmente le punte sborrate delle calze in bocca. Leccò completamente tutto lo sperma sia dal primo che dal secondo piede e poi me li porse per permettermi di leccarli a mia volta. Avevano un’intensissimo ed eccitantissimo odore di nylon sudato misto a saliva e a sperma amarognolo. Sfiniti alla fine ci baciammo con la lingua che ancora sapeva si sborra e dopo esserci ricomposti e rivestiti ci addormentammo.
Dopo quella furtiva esperienza, non riuscivo ad adormentarmi. Ero ancora eccitato e al pensiero di essere circondato da piedi odorosi e sudati stava tornando fuori la mia indole feticista. Mi alzai e mi diressi silenziosamente ai sedili in fondo al pullman dove dormiva sdraiato un ragazzo di 15 anni senza scarpe. I sedili erano comodi e spaziosi così mi sdraiai con il naso vicino ai suoi piedi. Era troppo invitante. I suoi calzettoni erano terribilmente sudati ed odorosi e mi riportarono alla mente la puzza che impregnava le calze di Francesca, la mia amichetta d’infanzia. Mentre col naso mi avvicinavo alla pianta cominciai a palparmi il cazzo sopra i pantaloncini. Quell’odore intenso mi faceva impazzire e stringendomi l’uccello velato dal perizoma, mi masturbai furiosamente leccando delicatamente la parte inferiore della punta di quei calzettoni e annusandone la puzza penetrante. Ogni tanto, forse per dei movimenti involontari o forse per il solletico che la mia lingua poteva procurargli, il ragazzo muoveva leggermente le dita e questo mi eccitava da matti perché pensavo che si fosse accorto di ciò che gli stavo facendo e gli piacesse. Alla fine venni con un’altra copiosissima sborrata nelle mutandine e nel palmo della mano, che leccai avidamente. Finalmente ero rilassato e dopo essere ritornato a sedere accanto a Giancarlo, mi addormentai.
...continua...
39456
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17 anni fa
Moni,
42
Ultima visita: 16 anni fa
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poesia
Una perla
Tanti hanno cercato in chat Laura la bionda misteriosa
Ma una musica ignota non si puo possederla
Tra sguardi e frasi eccitate ho scelto te’
La perla che brucia.
Stiv
32434
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17 anni fa
laura770,
43/41
Ultima visita: 15 anni fa
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poesia per me tu balli
Per me tu balli
Vestita di poco e di cuoio
Per me tu balli e schiocchi la frusta
Mentre accarezzi sicura il tuo arnese
Sei “ fatta “ per me, balli per me.
Nella musica impazzita ti agiti, bella e padrona
E mi trascini nel mare dei tuoi sogni.
I tuoi seni velati mi sfiorano
Per te io mostro il mio corpo
E piego la schiena
Ti volto le spalle
E tu balli per me
Assaporo passione e piacere
E tu balli per me.
Stiv
32746
0
17 anni fa
laura770,
43/41
Ultima visita: 15 anni fa
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poesia per voi
Per te’
Vorrei stringermi a te
Per vederti morire tra le mie gambe, tra le mie labbra
Potrei lasciarti delle parole,un gemito,il numero di telefono.
Ma di te non deve rimanere niente, se non il rimpianto di non avermi
laura
32543
0
17 anni fa
laura770,
43/41
Ultima visita: 15 anni fa
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T.V.B.
Ho lasciato parole nel vento, trasportate lontano dalla brezza, non hai risposto, non un sorriso, non una carezza, non uno sguardo, ti sei voltata e te ne sei andata lontano nascosta tra la nebbia.
Sono rimasto lì, seduto ad aspettare con lo sguardo perso nel vuoto, nemmeno so dire quanto, credevo non ci fossi più, credevo di averti persa per sempre. Il vento ha diradato la nebbia, piano piano, lentamente, quasi come se sentisse che avevo bisogno di luce.
Volgo lo sguardo e ti vedo, a pochi passi da me, mi osservi e non muovi nulla, nemmeno le ciglia, quasi incantata, non so cosa fissi con lo sguardo, forse aspetti che la nebbia si diradi. Il mio sguardo si posa su di te, indaga, sta cercando un segno, un accenno, un qualcosa che mi spinga ad aprir la bocca per parlare. Il tempo pare si sia fermato, non si odono rumori, ed il vento si ferma; un timido raggio di sole si posa sul tuo viso e lo illumina. Brilla il tuo viso, imperlato da due rivoli che scendono lenti sulle guance arrossate. Nemmeno il più grande e famoso dei pittori potrebbe vedere ciò che vedo io, due file di diamanti splendenti fanno da cornice al tuo volto. Non posso muovermi, romperei la magia, l’incanto, mi sento un verme per averti ferito, per non aver capito quanto conti per me. Ti muovi, prima indecisa e titubante, ma poi acceleri, ti avvicini e mi butti le braccia al collo prima che possa muovere una ciglia. Sento la tua bocca posarsi sulla mia, calda,morbida, dolcissima, mi sfiori le labbra come solo tu sai fare, vuoi la mia bocca, la mia lingua, e con un dito mi sfiori il viso seguendone i contorni. Incapace di reagire a tanta dolcezza socchiudo gli occhi, tutto imbrunisce, ho solo due perle davanti, i tuoi occhi luccicano come non mai, gli sguardi si incontrano e le nostre lacrime si uniscono scendendo sul tuo seno goccia dopo goccia e facendoti fremere. Sussurri qualcosa che non sento, ma so cosa stai dicendo, anche se fossi sordo sentirei, sono i tuoi occhi a parlare, è i tuo corpo che grida, forte, fortissimo, impossibile non sentire quello che dice. Tu sei capace di sciogliere ogni cosa, non ho difese contro di te, mi sciolgo come la neve ed il ghiaccio al sole di aprile, le mie tempie pulsano, il cuore accelera i suoi battiti ed il respiro si fa affannoso. Le mie braccia e le mie mani cominciano a muoversi, ti avvolgono, e tu ti accoccoli come una bimba in braccio a suo padre. Ora sono e mie mani a sfiorarti il viso, è la mia bocca cercare la tua, e sento i tuoi capezzoli pungermi lo stomaco, ti bacio dolcemente e tu reclini il capo all’indietro, la mia bocca scende sfiora il collo, e la mia lingua umida si posa su di esso sfiorandolo, hai un fremito,due, tre, pure tu ora hai il respiro affannoso, sento il tuo seno spingere contro di me e avverto il battito del tuo cuore. Prendimi mi sussurri, ti voglio, ora, adesso, subito.
Sento le tue mani scivolare sotto la mia camicia, le tue unghie affondare nella mia pelle mentre la mia lingua raggiunge la scollatura del tuo vestito. Un brivido di piacere mi attraversa mentre le faccio scorrere la lampo del vestito nero verso il basso, inarchi la schiena per poter spingere il seno verso la mia bocca. Il vestito scivola in basso, un suo lieve movimento lo fa cadere a terra ed esso appare in tutto il suo splendore davanti ai miei occhi, l’accarezzo con lo sguardo e ti sento tremare. Sento le mani sbottonarmi la camicia e poi sfiorarmi il petto, mi riempi di baci leggeri tutto il torace e non ho la forza di sfilarmi la camicia, ormai aperta, dalle braccia.
Non so quanto tempo ci siamo accarezzati, avverto le tue mani che scendono a cercare la cintura, e sento che scivoli tra le mie braccia per metterti in ginocchio davanti a me. No. Ti fermo, non è ancora il momento, devi aspettare, devi bramare proprio come il fumatore che rimasto senza sigaretta non vede l’ora di trovarne una in piena notte e con tutti i tabaccai chiusi.
Sono io a condurre il gioco, lì, in piedi nel parco, la gente che passa e ti vede seminuda, io con la camicia a penzoloni, ma non esiste nessuno all’infuori di noi in quel momento.
Lentamente ti spingo contro una pianta, un ramo basso e solido sembra fatto apposta per noi, ti faccio appoggiare, quasi seduta, ed inizio ad esplorare il tuo corpo coprendolo di baci e carezze ed inumidendolo tutto con la lingua. Il tuo minuscolo perizoma in pizzo lascia intravedere il paradiso, accenni a levarlo ma anche stavolta ti fermo. Non riesci a stare ferma, la voglia di toccarti aumenta ed i miei baci ti fanno sussultare. La tua mano si posa tra le tue gambe e sopra il perizoma inizi a toccarti con lenti movimenti circolari. Con il mio fazzoletto, sempre baciandoti ti bendo gli occhi, e tu gemi, ora non vedi nulla, senti me vicino, senti il mio respiro su di te, e le mie dita sfiorano la tua pelle ora qui ora lì, ad ogni tocco un gemito, il piacere ti assale, mi desideri e mi dici ora, non resisto, ti voglio….. Non ti ascolto, una coppia ci sta guardando, si è seduta accanto all’albero a fianco, in una posizione dove ci può osservare, ma tu non lo sai, non puoi vedere. Incontro o sguardo di lei, poi quello di lui, si baciano, sono eccitati da ciò che vedono e si vede.
Un mio sguardo più intenso sulla lei la spinge ad alzarsi, prende il suo uomo per mano e si avvicinano in silenzio mentre ancora ti sto accarezzando.
Sei vicinissima all’orgasmo, il tuo tocco sapiente ti procura piacere, ma ti fermo la mano ti sfioro il viso, e mentre ti bacio senti una mano fredda e tremolante accarezzarti la schiena. Sussulti, ma quella mano si fa più audace, ti sfiora e prende il posto della tua al centro del piacere. Un seno piccolo e sodo si appoggia a te, ti spinge contro la schiena, e tu appoggi una mano all’albero aggrappandoti al ramo con l’altra. Io mi inginocchio, ti sfioro con la lingua e ti abbasso i perizoma.
Quella mano sconosciuta e la mia lingua ora danzano sul tuo sesso, assieme, lentamente facendoti urlare di piacere. Senti altre mani ora sul tuo corpo, oltre alle mie, mani da uomo, ruvide e callose, ti stringono il seno e ti piace. Senti una lingua sulla schiena, una sul seno ed una sul clitoride gonfio.
Non resisti, urli, ed esplodi in un orgasmo incredibile, piegando le ginocchia ed accasciandoti esausta. È lunga la notte ancora, casa mia è proprio a due passi, ti prendo in braccio esausta, ancora nuda e bendata e mi incammino seguito dalla coppia che ha raccolto i tuoi vestiti da terra. La gente ci guarda passare, ma non li vedo, il gioco continuerà , ma dentro quattro mura, nel nostro letto…..
36271
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17 anni fa
funghetto,
42
Ultima visita: 1 mese fa
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Remo
Racconto scritto dalla donna che ho conosciuto in chat ed incontrato successivamente:
"Remo è un uomo alto, 50 anni, biondo occhi azzurri, il classico uomo che si definirebbe "distinto", Amelia sorride quando pensa a questi aggettivi per l'uomo che ultimamente frequenta. Intuisce una certa timidezza dietro al suo portamento eretto e questo le piace perché le comunica tenerezza. Però il modo "signorile" di Remo è una cosa che notano tutti…come quella sera al ristorante, la prima volta che si erano incontrati, al loro tavolo era venuto subito il proprietario del ristorante, benché nel ristorante ci fossero altri avventori e Remo non fosse mai stato in quel ristorante. Ufficialmente era un incontro di lavoro ma ben presto avevano finito per parlare di loro, raccontandosi. Amelia adorava la conversazione e trovare uomini brillanti capaci di ascoltare e di tenere una conversazione mai banale non era cosa di tutti i giorni, spesso le capitava di sostenere da sola la serata leggendo sulla fronte del suo accompagnatore a chiare lettere tipo insegna al neon: non mi importa di che parli purchè dopo tu me la dia. Remo le piaceva anche per quello. Nessun messaggio sublimale che diceva "ti voglio scopare!". Quella prima sera non accadde niente, se non un casto bacio sulla guancia alla fine della serata. Remo aveva espresso l'intenzione di fare una passeggiata prima di andare a dormire ed Amelia si era offerta di accompagnarlo e il rifiuto di lui l'aveva un pochino confusa. Qualche settimana dopo, con alle spalle conversazioni telefoniche, mail e frasi in chat piuttosto erotiche, Amelia si trovava in piedi, nel corridoio di un albergo, di fronte alla porta di una stanza dentro la quale sapeva c'era Remo che la stava aspettando. Era lì già da un paio di minuti, si stava chiedendo perché era così emozionata, con il fiato corto e con il cuore che le rombava nel petto. Avevano creato volutamente intorno a questo incontro delle aspettative particolari che rendevano tutto molto intrigante, ma Amelia non era una ragazzina…,eppure era emozionata e questa sensazione le piaceva moltissimo. Il sesso senza emozioni non le diceva molto.
Finalmente si decise a bussare, all'interno sentì un lieve rumore e poi la porta si aprì. Amelia sorrise un po' imbarazzata, Remo era in camicia e pantaloni "d'ufficio", le stava sorridendo, fece qualche passo indietro per farla entrare e il suo sguardo l'avvolse dalla testa ai piedi, la squadrò dall'alto in basso, aveva una gonna al ginocchio e un cardigan, sandali con la zeppa e lacci alla schiava, poi le prese la borsa, l'appoggio sul letto e si baciarono a lungo le lingue ad esplorare le bocche, le mani che correvano sul corpo dell'altro…. Si sentiva come un'adolescente al primo incontro, emozionata, impacciata. Si staccarono e si sorrisero, lui le versò del vino in un bicchiere e ruppero il ghiaccio iniziando a parlare di lavoro. Si sedettero fuori in terrazzo, Amelia era imbarazzata perché Remo manteneva una certa distanza e lei aveva bisogno del contatto fisico era una necessità per lei. Dopo un po' Remo propose di iniziare a giocare, tra le cose che le aveva anticipato lui c'era proprio questo gioco con i dadi, tipo gioco dell'oca, con delle tavole che ad ogni casella avevano ovviamente una "penitenza" a sfondo erotico. Gioco che lei aveva trovato subito intrigante proprio perché sessualmente loro due non si conoscevano ancora. La prima tavola li fece rimanere entrambi nudi, i vestiti se li erano tolti uno alla volta come diceva il gioco. Amelia rise molto quando tra le penitenze c'era quella di nascondersi addosso il dado e il partner lo doveva cercare. Lei palpò Remo dappertutto (era rimasto solo con i boxer) prima di capire che se lo era nascosto dietro l'orecchio!! La seconda tavola li vedeva impegnati con penitenze che prevedevano di masturbarsi l'uno davanti all'altra, di mangiare dal sesso del proprio partner (Remo mise una mozzarellina freddissima tra le labbra della figa di Amelia, all'altezza del clitoride e la mangiò un pezzettino per volta eccitandola moltissimo) La terza tavola era fatta di penitenze sessuali, posizioni in cui fare sesso…..ma Remo decise di non continuare il gioco, fece distendere Amelia al centro del letto e la bendò. Poi le legò braccia e gambe al letto. Amelia si sentiva indifesa…braccia e gambe aperte…aperta allo sguardo di Remo senza sapere che cosa stava preparando quell'uomo che si era rivelato avere una grande fantasia ed un erotismo che le piaceva moltissimo. Non era la prima volta che si ritrovava legata ma la posizione era nuova per lei perché non solo era legata ma anche immobilizzata sul letto. Remo le chiese se era preoccupata, lei rispose di no, ma più sentiva Remo muoversi nella stanza e più l'eccitazione le saliva dentro…sentì che qualcosa la colpiva piano sui seni, poi sulle gambe, sulla pancia e ancora sui seni…..Remo la stava frustando con un gatto a nove code, ma piano, senza farle del male, eppure lei sussultava ad ogni tocco…..sentì qualcosa di freddo che le veniva "sbattuto" sulla pancia e sotto i seni…."che cos'è secondo te?" Le chiese lui. "Prosciutto" rispose Amelia. Lo sentì salire sul letto in ginocchio ed avvicinarsi a lei….la stava usando come piatto per il suo cibo….poi le versò del vino nell'ombelico e succhiò…….Amelia era fuori di se dall'eccitazione, era in croce su quel letto mentre lui la stava leccando, succhiando….era una cosa meravigliosa. Ad un certo punto lui prese le palline cinesi, due abbastanza grandi e del gel…. Amelia sentì il calore del gel sul clitoride e poi le palline che venivano strofinate lì e lungo tutto il suo sesso e poi Remo ne infilò una nella sua figa. Amelia sospirò forte, era molto eccitata e non vedeva l'ora di sentirsi riempita finalmente da qualcosa, da qualsiasi cosa. Remo infilò anche la seconda ed Amelia fece un piccolo grido. Poi lui comincio a masturbarla, si muoveva sempre più veloce sul suo clitoride, lei muoveva il bacino e sentiva le palline sbattere dentro di lei, quel peso piacevole al basso ventre che le davano le palline più lo stimolo di Remo….. Amelia venne gridando per quello che le stava facendo Remo ma anche per tutta l'eccitazione che aveva accumulato fino a quel momento e mentre veniva Remo si lanciò sui suoi capezzoli tormentandoli e pizzicandoglieli…….. Remo le tolse la benda e salì sopra di lei appoggiando il suo cazzo tra le tette di Amelia, la stava scopando così, scivolando avanti e indietro tra le sue tette, lei alzò la testa e cominciò a leccarlo… "ti slego"le disse Remo "perché voglio che tu mi tocchi". Remo aveva il membro bagnato ed era molto eccitato, Amelia lo leccò un po' così poi lui si distese sul letto e lei si mise tra le sue gambe leccandogli prima la zona sotto le palle, poi succhiandole avidamente ed infine concentrandosi sull'asta e sulla cappella mentre con un dito accarezzava l'ano dell'uomo…..ad un certo punto Remo le disse di girarsi e di alzare appena un po' il bacino. In quella posizione era esposta ancora di più allo sguardo di lui…le piaceva molto quella posizione, ma i giochi non erano ancora finiti. Remo prese un grosso vibratore, lo unse con il gel e giocò un po' con la figa e il buchetto di Amelia. Amelia era di nuovo sulla strada per un altro orgasmo….Remo la scopò così mettendole il cazzo dentro fino in fondo….sbattendo contro il suo culo….poi uscì, Amelia si sedette sul letto con Remo davanti a lei in piedi e lo riprese in bocca. Ora toccava a lui venire, lei raccolse il suo seno sotto il cazzo e lo prese in bocca mentre Remo si masturbava tra le sue labbra….lei sentì che era vicinissimo all'orgasmo e aprì la bocca per accoglierlo tutto dentro, la mano di lui sulla sua testa……… Remo venne dentro la sua bocca con un lungo gemito lei lo tenne dentro fino a che non smise di venire poi lasciò cadere un po' di sperma sul seno e mentre se lo spalmava sui capezzoli continuò a leccare il suo membro.
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16 anni fa
Remo128,
73
Ultima visita: 1 settimana fa
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inizio e fine di un bel rapporto erotico
Vorrei raccontarvi del mio rapporto con armando, di come è iniziato e di come poi è finito (per un breve tempo) di come si è modificato fino a giungere ad oggi.posso? spesso lo facevo anche con altri uomini in sua presenza, poi però la cosa è degenerata.una sera delle peggiori che poi ha portato ad una svolta drastica del rapporto con lui; dal suo ufficio mi avvisa il mattino che la sera stessa avevamo 3 ospiti a cena.mi disse di preparare la "paella valenciana di pesce" e di indossare un vestititno che mi aveva appena regalato da sexy-colf (...io pensai...bello...me ne faccio 3 stassera...bene!).giunte le 20 al suonar del campanello, alla porta con lui si presentarono 3 signori sui 50 ai 60 anni circa, distinti educatissimi e davvero con modi garbati.premetto che il vestitino era cortissimo e aperto dietro per far vedere i glutei. feci accomodare gli ospiti in terrazzo il quale già li fui coperta di elogi all'abbigliamento e alla mia "rara" bellezza (tutti uguali voi maschi...). armando mi raggiunse in cucina e stappò un "Ferrari Perlè ghiacciato" io preparai i bicchieri e uscii a servire l'aperitivo agli ospiti facendo con loro un brindisi seduta sulle ginocchia del mio lui e corto com'era il vestitino...sentivo i loro sguardi tra le mie cosce.servii la cena; a tavola il tema ero io...dove mi ha conosciuta, cosa mi piace fare in casa ma anche a letto con lui, quanti orgasmi raggiungo in un'amplesso. poi i loro rapporti con le mogli, quanto tempo è che non lo facevano ecc ecc! quando io poi terminai di mangiare, mi alzai per sgomberare il mio piatto e armando mi disse di lasciare stare e piuttosto di andare sotto il tavolo (so che piace a lui questo avevo ben capito....) lo aveva fuori dai pantaloni mezzo duro e sentii armando a dire: "...ora è sotto il tavolo che me lo ha preso in bocca...poi sentirete che favola...ne ho avute di donne ma come lo succhia lei...".iniziai da lui ma durò qualche minuto poi fui indirizzata a offrire le mie passioni gli amici che nel frattempo si erano denudati. armando si era alzato e aveva sparecchiato le stoviglie liberando il tavolo e dopo che a turno mi hanno "conosciuta" di bocca, fui chiamata fuori spogliata nuda e messa in mezzo al tavolo....avevo una lingua nel culo, uno che mi mordicchiava i capezzoli e un cazzo in bocca.armando stava seduto segandosi e diceva: "vi piace? vale la pena o no? e il bello deve ancora venire hahahha...!!!".ero al settimo cielo...quando il suono del campanello ruppe l'atmosfera che mi imbarazzò quasi a scappare a vestirmi ma armando mi disse distare li e continuare che era tutto ok.un po a disagio continuai il mio fare tenendo però l'orecchio alla porta e sentii altre voci. accompagnati dal mio lui mi vedo 4 ragazzi sui 25-30 anni, ero imbarazzatissima ma anche impaurita chiedendomi cha cazzo aveva in mente armando.ero nuda, su un tavolo a farmi leccare il culo e con un cazzo in bocca...merda!!!dapprima mi arrabbiai con armando e lui se ne accorse "cazz che fai?? che sorprese sono ma sei fuori???i ragazzi rimasero educatamente sulla porta della sala e armando si avvicinò mi baciò in bocca e mi disse di non preoccuparmi che li conosceva bene, che sono ragazzi ok.erano muscolosi, davvero grossi e palestrati (seppi poi che erano dei boy-security insomma buttafuori), quindi armando mi prese per mano e con il clito penzolante, mi porto nuda da loro dicendo: "ragazzi vi presento Sandra la mia fidanzata...". erano 3 russi e un polacco non ricordo i nomi.subito fui presa in braccio da uno di loro e adagiata sul tavolo a continuare quello che stavo facendo al loro arrivo...solo con 7 persone ora!io adoro il "cointreau" con ghiaccio, mi fa sciogliere la mente, mi scalda sessualmente mi fa perdere ogni inibizione.quindi...il Ferrari, il vino bianco al pasto, un Cointreau terminata la cena ero sbronza.armando temeva che mandassi tutti in bianco dopo che aveva organizzato questa succulenta orgia e mi preparò un doppio Cointreau che mi fece bere tutto d'un fiato....ricordo che mi staccavo da un cazzo, bevevo e poi ancora cazzo in bocca, mi girava tutto ero lessa. uno dei ragazzi mi fece sniffare una fiala...uuu cribbio era una figata...mi sentivo una tigre.ricordo bene l'energia e l'essenza d'inibizione con quella sniffata, non avevo mai provato nulla del genere...era "popper".sarei stata in grado di scoparmi tutto Affi, ricordo lo scambio di cazzi in bocca, ne usciva uno e si generava una discussione in russo per chi toccava ma non rimanevo a bocca vuota per piu di 30 secondi tanto era la mia eccitazione che sborrai a clito (pisellino) moscio imbrattando il tavolo e qui! la prima violenza...armando mi fa leccare il mio sperma come fossi una cagna, pulito tutto con la lingua avanti con le pompe.ricordo che prima di ogni succhiata c'era la sniffatina, mi creava una dipendenza dal maschio...ero sottomessa e impotente nel reagire, loro a turno affondavano tutto il cazzo nella mia gola e subito uno dei ragazzi sborrò sul mio seno e venni pulita con della carta.in seguito mi sentii sollevare ancora di peso ritrovandomi alla pecorella sul divano leccando un buco del culo credo di uno dei signori...era dolcissimo e non mi dispiaceva poi un ragazzo pelosissimo...mi fece leccare i coglioni e poi il suo buco del culo, che schifo ODIO i peli era un bosco. cercai di divincolarmi ma mi obbligò a entrare con la lingua nel suo culo.in quel momento ero quasi tornata in me a chiedermi che cazzo stetti facendo e cercavo attorno a me il mio uomo.appena si accorsero del mio "quasi ritorno" alla realtà, subito quella cazzo di fiala maledetta del popper che dava a loro modo di usarmi a piacimento e ancora ero fatta. sentii il fresco del lubrificante entrare nel culo e una voce dire: "ora la scopiamo tutti sta frocetta".poi non so chi mi infilò 4 dita dietro, poi 5, sentivo che mi stavano allargando ma ero davvero impotente di reagire.poi sentii il primo cazzo entrare in contemporanea ad uno in bocca, ero pompata sopra e sotto mmmhh bellissimo!!!! sentivo le sue mani forti dietro tirare verso il suo cazzo mi dava colpi fortissimi. poi sento sfilarsi e entrarne un'altro e poi un'altro ancora.di lato al cazzone duro che mi stavo sbocchinando ho riconosciuto uno dei signori che mi accarezzava dolcemente la schiena e la testa masturbandosi con il suo uccello mezzo in tiro quando ad un tratto disse: "sto per sborrare", in quel momento io ero fuori di me, stava arrivando il mio secondo orgasmo...iniziai a urlare ad un volume altissimo dal godimento emanando delle frasi veramente sconce e esplosi in un urlo finale mentre ero iculata tanto che il signore vedendo la mia bocca aperta e io in extasi dell'orgasmo ne approfittò appoggiandomi il suo uccello sulle labbra e mi disse " ecco frocetta mia eccola..." e mi sborrò in bocca (la sputai...ovviamente).non so se mi hanno fatta tutti ma non c'era il MIO UOMO cazzo!!! ero sola!!! e non potevo oppormi a nulla!!!poi ancora con le dita nel culo oramai aperto...4..5.. non so..dietro mi sentivo aperta rovistata nello sfintere e i movimenti forzati del mio su e giù con la testa su un un cazzo durissimo che mi pompava fino alla gola senza potermi sottrarre. mi veniva da vomitare, dissi: "...ho sete..." vidi arrivarmi un Cointreau rassicurandomi che armando era li...e invece...non so a quanti io fossi arrivata ma non era la mano di armando che me lo porgeva; lo bevo tutto d'un fiato e ancora con forza vengo spinta a ingoiare un cazzo non quello stesso di prima ma un po moscio. la solita violenza accompagnata dai titoli piu squallidi; ricordo bene la delusione da uno dei 3 signori dapprima educatissimi dirmi: "dai vacca apri bene la bocca...", io non l'aprii troppo avevo paura di vomitare, subito una sniffata e un ceffone da uno dei ragazzi che incazzandosi mi obbligò a spalancarla tutta con forza...il signore infilò cazzo moscio e uno a uno si fece spazio con le dita e infilò anche i coglioni....sentii quell'uccello moscio crescere nella mia gola...soffocavo.volevo togliermi da quella situazione cercai ancora armando ma quello stronzo non c'era più...e i iniziai a piangere, per un momento l'atmosfera si tranquillizzò poi delle carezze e baci sulla bocca da ognuno mi hanno calmata, mi dissero anche che mi volevano bene e che mi stavano dando l'amore.una volta calmata mi trovai con la lingua in bocca di uno dei signori e qualcuno mi stava leccando tutta dal culo al clito.mi stavo eccitando ma volevo armando o si smetteva tutto...mi fecero annusare ancora il popper...sentii un calore dappertutto e iniziai io a sbocchinare a turno tutti poi ancora a pecorella e...dopo qualche minuto di infilate varie di oggetti e dita nel culo un dolore da togliermi il fiato...tirai un urlo lancinante che subito fu soffocato da l'ennesima sniffata del popper e una lingua in bocca...la mano mi entrò fino al poso e subito sentii degli applausi. la sentivo muoversi dentro, una sensazione unica...sentivo accarezzarmi dentro mi piaceva e questo lo avevano capito tutti, ero brilla e fatta ma cmq cosciente che ero la zoccola di casa.ansimavo come non mai era un paradiso terreno; non avevo mai provato tanta trasgressione.la mano dietro accompagnata da quel "profumo magico" mi regalò 2 orgasmi multipli arrivando a quota 5. oramai non usciva piu nulla i miei piccoli testicoli erano vuoti.in seguito non ricordo molto so che ne ho avuti ancora 2 scopando alla smorzacandela e in altre posizioni, ricordo anche che qualcuno mi filmava e fotografava con il cellulare chiedendomi di allargare le gambe mettendomi in svariate posizioni per potermi filmare bene. ricordo però le foto mentre due dei 4 ragazzi mi sborravano in bocca.armando non lo vedevo più non so se se ne era andato lasciandomi in loro balia. uno dei 3 signori maturi mi vedeva che ero infoiata capendo che stavo per avere l'orgasmo, prese il mio clito moscio e iniziò a succhiarmi...e raggiunsi l'8 e ultimo orgasmo.infine vedo riapparire il mio uomo, dapprima mi montò l'incazzatura che poi si affievolì pensando a quanto ho goduto per merito suo.si avvicinò e mi chiese di farlo godere, una sniffatina e leccai dapprima il suo depilatissimo buco del culo, poi i grossi coglioni e infine mi attaccai a a fargli un super-bocchino, lui mi insultava davanti a tutti e mi filmavano mentre lo sbocchinavo, ricordo un dei signori: "vogliamo vedere l'ingoio..." e io giù a pompare e pompare fino a che...arnmando: "siii dai che godo siii dai amore succhia succhia forte eccola sborrooo..." mi ha infilato tutto il cazzo in gola e ho ingoiato.tutto questo dalle 23 alle 6 del mattino senza tregua.per finire armando mi ha dato un'altra sniffatina e ammanettata e messa al guinzaglio (amo questi giochi lo ammetto) mi ha portata in giardino seguita dai maschi, ricordo le sue parole: "venite qui a vedere la mia ragazza..." mi ha ordinato di inginocchiarmi e..."Sandra amore, fai vedere ai tuoi maschi come sei porca...apri la bocca..." e mentre mi filmavano con il telefonino lui mi ha riempito la bocca di pipì.. facendomene in parte ingoiare, mi facevo schifo. ricordo ancora questa umiliazione, quando lui ebbe finito disse: "...dai ragazzi...è tutta vostra..." e tutti e 7 assieme mi hanno coperta di pipì.ho avuto 8 orgasmi ripeto 8!!! soddisfatta per la dose di cazzo però mi sentivo una puttana; lui organizzava, io preparavo la cena, la servivo e poi soddisfavo tutti i presenti.non mi è piaciuto questo tipo di gioco, come si stava viavia radicando, io ero la puttana da monta..credo che mi avrà concessa ad almeno 30 maschi.ma non era questo che io volevo quando l'ho conosciuto in discoteca al Desigual, io volevo un uomo, maturo e pieno di esperienza, un uomo che mi sappia capire e parlare, che sappia consolarmi quando sono giù, quando vedo che la mia vita è "diversa", quando ho le crisi d'identità...chi sono...vabbè dopo quella ennesima orgia ho lasciato armando e mi sono negata a lui per circa 2 mesi, poi...gli ho dato una possibilità di cambiare e...eccomi qui...da troppi cazzi a nulla......scusa mi son dilungata e queste cose...uff le avevo dentro...ora lui è diverso mi rispetta come la sua fidanzata ma...ho una voglia pazza di orgasmi e allora...faccio le scappatelle. con affetto Sandra
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11 anni fa
sandra960,
64
Ultima visita: 2 mesi fa
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La donna delle pulizie
Avevo cominciato da qualche tempo a masturbarmi regolarmente nel cesso dell’ufficio.
Non saprei dire neanche come e perché fosse cominciata quell’abitudine, ma oramai era una delle tante mie attività…”d’ufficio” che praticavo ogni giorno feriale, poco prima di uscire, quando rimanevo da solo con la scusa di dover sbrigare qualche pratica ‘rognosa’.
Mi eccitava l’idea di prolungare il mio orario di lavoro e quindi di fare straordinario solo per masturbarmi!
L’idea di essere pagato per procurarmi piacere era una sottile perversione che spingeva con più foga i miei spermatozoi fuori dal mio uccello dritto, sulle piastrelle di quel cesso asettico.
Entravo di soppiatto con il viso paonazzo e il cazzo già sgocciolante, chiudevo con cura la porta dietro di me, abbassavo la tapparella e i pantaloni, tiravo la mia verga fuori dagli slip e cominciavo a menarmelo, dapprima lentamente e poi via via più in fretta, fino a svuotarmi e a tornare come se niente fosse alla mia scrivania.
Certo, prima mi riempivo gli occhi di immagini…come dire…stimolanti e talvolta stampavo perfino quelle più eccitanti (per lo più donne che orinavano in luoghi pubblici o uomini che si facevano penetrare e deflorare il buco del culo) in modo da portarle nel cesso, masturbarmi convulsamente, sborrare e andar via dopo essermi ripulito e aver aperto la finestra del cesso affinché l’odore di maschio appena svuotatosi andasse via in fretta.
Il tutto per magari solo 10 euro di straordinario, ma non importava la cifra: era l’atto che mi saziava, l’atto in sé!
Questa storia andava avanti già da diversi mesi ed era diventata oramai un’abitudine come prendere il caffè o fare due chiacchiere coi colleghi, quando avvenne ciò che a volte avevo temuto ma che ero convinto non potesse mai accadere.
Erano già quasi le 19, per cui ero strasicuro che non fosse rimasto nessuno su tutto il piano; per la prima volta fui un po’ superficiale, dimenticando di chiudere a chiave la porta, forse per la fretta di svuotare le mie gonadi, dato che avevo trovato delle foto fantastiche di una splendida ragazza che pisciava letteralmente in mezzo alla strada, incurante delle auto che sfrecciavano a non più di un metro da dove lei si era accovacciata per dar sollievo alle sue reni, mettendo generosamente in mostra una splendida fighetta bianca e liscia.
Cominciai col solito rito quotidiano, già eccitatissimo prima ancora di toccarmi; tirai fuori l’asta e avevo appena dato le prime due scrollate col polso destro quando tutto a un tratto…SBAM! Si spalancò la porta e mi ritrovai davanti una figura femminile che ad alta voce mi apostrofò con un:”Ecco chi è il porcellino che mi fa faticare tanto per pulire questo maledetto cesso! Ah, ma questa storia deve finire, eh?”.
Per un attimo mi convinsi che stavo per morire: il cuore cominciò a battere all’impazzata e sentivo le gambe cedere sotto il peso della vergogna di essere stato scoperto col cazzo duro in mano (proprio in direzione della porta aperta, poi! Che coglione che ero stato!) da un’estranea, ma qualcosa….qualcosa pian piano mi tranquillizzò: riconobbi il donnone delle pulizie con la scopa in mano (cazzo! Avevo dimenticato che era mercoledì, giorno di pulizia del mio piano!!), ma era l’espressione del suo viso, per niente adirato e anzi con uno strano sorrisetto agli angoli della bocca, che mi trasmise calma e tranquillità.
Non era quel che si suol definire una bella donna, essendo bassa e tarchiata, sulla cinquantina circa, poco curata nella sua femminilità; ma non vi nascondo che era da anni che le spiavo il seno quando casualmente la incrociavo nei corridoi degli altri piani, un enorme balcone che sarà stato almeno dell’ottava misura e che un guizzo di desiderio di tanto in tanto mi faceva sentire brividi al basso ventre.
“E adesso che facciamo? Come farà a guardare in faccia i suoi colleghi quando si saprà questa storia, eh?”, mi incalzava lei, con quello strano sorrisetto e una luce particolare negli occhi.
Io, rosso di vergogna in faccia quasi più della mia cappella che oramai cominciava a ritirarsi sotto il suo cappuccio di pelle raggrinzita, balbettai qualcosa tipo:”Ma no, la prego…ma cosa dice….ma io non facevo nulla che..”, cercando vanamente di nascondere ciò che era fin troppo chiaro; non mi sorpresi più di tanto, però, quando me la vidi venire incontro fissandomi l’uccello e la osservai tendere piano la mano destra verso la mia asta e dire, schioccando la lingua e con una vocina molto diversa da prima:”Ma fai vedere…ma guarda…questo poverino si è spaventato e si vuole ritirare…ma no, ma no…ci penso io, dai!”.
La paura mi passò completamente quando vidi il mio uccello sparire completamente nelle sue fauci e sentii che pompava come un’assatanata per ridare vigore a quella giovane verga!
Anzi, in pochi secondi il cazzo mi ricominciò a pulsare come appena un minuto prima e cominciai ritmicamente a fotterle quella bocca esperta e a desiderare di riempirla del mio seme bianco.
Inutile dire che impiegai poco meno di un minuto per raggiungere l’orgasmo, mentre le ripetevo ossessivamente:”Troia, troia! Tu sei una troooooia!!” durante gli schizzi che le riempirono la bocca di un sapore acre di maschio selvatico.
Avrei voluto rivestirmi e andar via subito, ma la cagna non sembrava affatto disposta a mollare il suo giovane osso proprio ora che l’aveva trovato!
Si era appostata per due settimane per “beccare” il suo porco, quando aveva capito che qualcuno amava farsi seghe in quel cesso (nonostante tutta la cura che riponevo nel cancellare ogni traccia, temo di aver lasciato qualche schizzo galeotto come testimonianza del mio ‘vizietto’…) e non vedeva l’ora di scoprire chi fosse e di usarlo per i suoi scopi, dato che erano diversi mesi che non si faceva dare una bella ripassata da qualche verga dura ed era ingoiata come una lupa in calore.
Chiuse a chiave la porta, si spoglio con una rapidità insospettata in una femmina di quella mole e avvicinando un capezzolo alle mie labbra mi invitò con un:”Succhia, porco! Credi non mi sia mai accorta di come mi guardi le tette, eh?” a gioire di quel suo enorme e splendido seno!
Non credevo ai miei occhi né alla mia lingua: finalmente potevo succhiare quelle splendide montagne di carne fino a quel momento solo immaginate!
Le mie mani cominciarono freneticamente a strapazzare le sue tettone calde e morbide e dai capezzoli rosa e larghi; sentii che cominciava a gemere, la cagna, finalmente sciogliendosi davanti a me e al mio uccello di nuovo ritto e pronto!
Senza indugiare, le infilai tre dita nella figa liquefatta: un lago di desiderio bagnò le mie dita; continuai a muoverle dentro e fuori, dentro e fuori fino a sentirla gemere senza alcun ritegno!
Quasi le strappai a morsi il capezzolo che avevo in bocca, ma oramai non ero più in grado di controllarmi: la feci girare di spalle, le dissi di poggiare le mani sul lavabo e le infilai il mio attrezzo nel culo senza trovare alcun ostacolo; stantuffai velocemente per un paio di minuti e cominciai anch’io a non trattenere più i miei mugugni di piacere.
Le schiaffeggiavo violentemente le natiche ogni volta che spingevo l’uccello più a fondo nel suo retto, luogo sicuramente esplorato centinaia di volte da altri uomini prima di me, a giudicare dalla facilità dell’inserimento.
Le porsi il manico della scopa con cui era entrata nel cesso e vidi come lo fece sparire tra le gambe, nella figa fradicia di umori, raddoppiando i gemiti di piacere.
Sborrai in quel retto ampio e accogliente ripetendole che era una cagna e che l’avrei riempita di crema, la mia crema; sentii che veniva con un lamento prolungato anche lei; tirai fuori l’uccello, lo porsi alle sue labbra avide per farmelo ripulire con cura, e andai via dicendole ancora una volta:”Ma quanto sei troia! Mi fai schifo, cagna!!”, sputando per terra prima di uscire dal cesso.
Erano quasi le 20, quella sera lo straordinario mi aveva fruttato oltre 20 euro!
Da quel giorno, per ‘comprare’ il suo silenzio, ogni mercoledì rientro a casa un po’ più tardi del solito, con 20 euro in più sul conto e tanta tanta tanta sborra in meno nelle palle!
Per domande e altro
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16 anni fa
Alberto,
19
Ultima visita: 15 anni fa
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L'allieva e il professore
Marco era un bell’uomo 40 anni ben portati fisico atletico mantenuto da un costante allenamento diviso tra palestra e jogging. Come attività principale aveva uno studio ormai avviato di consulenza fiscale, ma aveva pure mantenuto il suo iniziale lavoro, l’insegnamento
Quell’anno era stato trasferito ad un altro istituto e tra le classi in cui insegnava ragioneria, c’era pure una quinta composta per lo più da ragazze dove fra tutte spiccava la bellezza di Giulia una bellissima ragazza figlia di uno dei più importanti industriali della città un uomo noto anche per la ferrea disciplina che aveva imposto alla propria figlia.
Quella mattina Marco, che non doveva recarsi a scuola, ne approfittò per andare a fare un po’ di jogging in un parco vicino. Era poco più di dieci minuti che correva quando passando accanto ad una siepe, sentì degli strani rumori provenire da dietro la siepe stessa. Colto dalla curiosità si avvicinò per vedere cosa fosse a provocare quei rumori e quando vide di che cosa si trattava rimase letteralmente sbalordito. La bellissima Giulia era intenta a fare un pompino ad un uomo di una certa età . Si ritrasse immediatamente nella paura che Giulia lo scoprisse, come se fosse lui ad essere stato colto in fallo.
Ritornò a casa sbalordito, da lei proprio non se lo sarebbe mai aspettato, poi si pose tra se e se una domanda: ma come avrebbe fatto il giorno successivo a giustificare la sua assenza da scuola? Sarebbe stato il primo a scoprirlo dato che sarebbe stato lui l’insegnante della prima ora e se non fosse mancata anche il giorno successivo…..
Nella sua mente intanto si faceva strada un’idea su come poter sfruttare quella situazione, soprattutto se Giulia avesse commesso qualche errore.
La mattina dopo Marco si recò a scuola con una strana eccitazione che aumentò quando vide Giulia presente. Dopo il consueto appello, chiese le giustificazioni dell’assenze del giorno precedente. Gli furono portati i libretti delle giustificazioni e subito si accorse che quella che sarebbe dovuta essere la firma del padre di Giulia, era visibilmente falsa.
“Questi per il momento li tengo io†e con lo sguardo cercò gli occhi di Giulia che diventò rossa all’istante.
Finita la lezione restituì ai vari alunni i libretti delle giustificazioni, a tutti tranne che a Giulia, alla quale disse:
“Lei signorina mi può seguire?â€
Una volta rimasti da soli nel corridoio…
“Lei sa benissimo che la firma di suo padre è falsaâ€
“Ma… io…â€
“Senta per il momento questo lo tengo io vedrò se farlo vedere al presideâ€
“No la scongiuro, se lo viene a sapere mio padre mi uccide…..â€
“Non sia esagerata…â€
“Forse lei non conosce… la prego mi aiuti…so di aver sbagliato… ma le giuro che è la prima volta…â€
“Senta voglio pensarci su… facciamo così lei stasera venga alle 18.30 nel mio studio in Via……….. e le comunicherò la mia decisione†Ormai nella mente di Marco si era già delineata una precisa strategia.
“Va bene, ma la prego….pensi a quello che le ho dettoâ€
Marco durante tutto il giorno attese con ansia il momento dell’appuntamento. Fece in modo di sbrigare le pratiche più urgenti, ma soprattutto di liberare tutto il personale dell’ufficio.Alle 18.30 in puntò sentì suonare il campanello, andò ad aprire e davanti a sé si ritrovò Giulia più bella che mai, forse era quell’espressione impaurita che la rendeva più desiderabile. Aveva una gonna di jeans appena sopra il ginocchio, e una mogliettina bianca aderente che metteva in risalto i suoi splendidi seni.
“Venga entri pure…andiamo nel mio ufficio….â€
La fece accomodare sulla poltrona di fronte alla sua scrivania, mentre lui si pose in piedi appoggiato con il sedere alla scrivania stessa in modo da dominare psicologicamente Giulia ancora di più.
Allora mi racconti tutto….â€
“Che…che …cosa vuol sapere….â€
“Innanzitutto perché ha falsificato la firma di suo padre..â€
“Beh ecco…il giorno prima non ero andata a scuola senza che lui lo sapesse..â€
“Questo lo avevo intuito pure io….., ma perché non si è recata a scuola….â€
Mentre pronunciava queste parole, Marco non potè fare a meno di notare che forse anche per l’agitazione che la ragazza aveva addosso, il respiro le si era fatto più veloce e il seno si muoveva ritmicamente in su e in giù e Marco era letteralmente ipnotizzato da quel movimento.
“Ehm… sono andata a studiare da una mia amica …â€
Improvvisamente il tono di Marco passò dal “Lei†al “Tuâ€, forse anche per dar maggior peso alle sue affermazioni.
“Ascoltami… non sono qui per farmi sentire raccontare delle bugie voglio la verità …â€
“Ecco… c’era l’interrogazione di matematica, non ero preparata e quindi sono andata a fare una girata nel parcoâ€
“Solo una girata….. o anche dell’altro….â€
Giulia diventò rossa nel viso senza riuscire a pronunciare una sola parola.
“Ti ho visto mentre facevi un pompino a quel signore…..â€
“Mi ha costretta…io non volevo….â€
“Però lo hai fatto e oltretutto hai falsificato anche la firma di tuo padre…. come la mettiamo…?â€
Silenzio
“Diciamo che sei sarai carina con me…potrei cercare di dimenticare tuttoâ€
“Cosa intende per carina……..?â€
“Dai che lo hai capito benissimo….†disse Marco avvicinandosi a lei … le prese il mento tra le mani..
“hai un bel visino, una bella bocca….†facendo scorrere il dito indice sulle labbra di lei e inserendolo leggermente dentro tanto da andare a toccare quasi impercettibilmente la lingua.Poi scendendo con la mano andò a sfiorargli il seno….
â€Hai anche due belle tette….â€Il respiro di Giulia nel frattempo era diventato più affannoso.“Guarda come ti si inturgidiscono i capezzoli se le struscio…..chissà come sono duri…..fammeli sentire…â€La mano si infilò dentro la maglietta e scomparve all’interno del reggiseno fino ad andare a palpare per bene quelle stupende tette e a strizzare i capezzoli tra pollice indice.
“Hai così mi fa male…..â€
“Scusa ma sono così belle….. te le hai mai strusciate nessuno così….?â€
“No…il pompino dell’altro giorno è stato l’unica cosa di sesso mai fatta…..†disse ansimando ancora Giulia.
“Allora hai da imparare ancora molto…… e ti è piaciuto fare quel pompino?…â€
“Beh …un po’ si e un po’ no…â€
Mentre era ancora seduta le tolse la maglietta e poi la fece alzare….
“Vieni qui…voglio assaporare queste stupende labbra…â€
Subito la bocca di Marco si incollò a quella di Giulia, la sua lingua cercò avidamente l’altra….si intrecciarono, si succhiarono a vicenda….
Marco attirò ancora di più a se la ragazza, tanto da far sentire per bene la sua erezione nel mezzo alle gambe di lei e mentre continuava a baciarla con la mano le alzò la gonnella e prese a strusciarle per bene quello stupendo sedere infilandole la mano nel solco e cercando di attirarla ancora più a se.
“Spogliati ti voglio nuda…â€
“No non voglio…mi vergogno…..â€
“Ascoltami non sei nella situazione di poter dettare delle condizioni…devi solo fare quello che ti dico…. ricordati cosa rischi…â€
In silenzio la ragazza iniziò a spogliarsi…. Si tolse le scarpe….la gonnella…. Era rimasta con le sole mutandine e il reggiseno….
“Fermati… voglio prima ammirarti così….. girati su te stessa……â€
Si girò lentamente in modo che lo sguardo voglioso di Marco potesse posarsi su ogni centimetro quadrato del suo corpo….
“Perfetto…sei stupenda…adesso vieni qui….â€
Una volta avvicinatesi lui le tolse il reggiseno….
“Che tette stupende….†e prese a leccarle e succhiarle….poi morse leggermente il capezzolo di lei che emise un leggero gridolino di dolore….
“Adesso via le mutande……†gliele strappò letteralmente di dosso….
Con un movimento quasi meccanico si portò le mani davanti al pube..
“Che fai vuoi nascondere questa meraviglia della natura….â€
Le prese le mani e le tolse da davanti alla sua fighetta…. Stesse qualche attimo a contemplarla e poi prese a strusciarle la mano sopra…..
Lei si inarcò quasi incosciamente voleva che quella mano la penetrasse….
“Ti sei mai masturbata…?â€
“Si’ qualche volta……â€
â€E ti piace….?
“Si……â€
“E allora fammi sentire quanto sei accogliente…..†un primo dito si inserì dentro la fighetta..
“Ahhhh…….â€
“Senti come sei bagnata…. ti piace….eh….. “
“Si…. si….â€
Nel mentre che la masturbava prese nuovamente a baciarla……..
“Voglio vederti il sedere…..appoggiati alla scrivania……â€
Si piegò a novanta gradi appoggiando il busto sopra la scrivania….Era stupenda aveva un culo magnifico...
Marco prese a strusciarlo poi lentamente il dito prese ad andare in su e in giù nel solco cercando ogni tanto di far pressione sul buchetto…..
“Ahi …ma che fa…li no….â€
“Non ti sei mai masturbata nel sedere….â€
“No….â€
“Hai un sedere stupendo…e un buchetto invitante… lasciami fare….â€
Avvicinò il viso a quel meraviglioso culetto e inziò a leccargli la rosellina, cercando di inumidirla il meglio possibile, ogni tanto con la lingua penetrava per quanto possibile all’interno e dagli ansimi della ragazza capiva che la cosa non le dispiaceva.
“Ti piace eh….. “
“Ahhh… si…mmmm….. che bello….â€
Alternava la leccata del buchetto posteriore a quello della fighetta…che nel frattempo era diventata un lago…. Poi all’improvviso con un fremito che le scosse tutto il corpo Giulia raggiunse l’orgasmo…
“ahhh…..si……daii…ancora….â€
Marco continuò per qualche altro minuto finchè…
“Adesso tocca a te farmi godere….†La prese per un braccio e la fece inginocchiare davanti a se….
“Voglio un pompino fatto come si deve…voglio sentire quelle stupende labbra…e la tua linguaâ€
Giulia tirò fuori il cazzo, lo infilò dentro la sua bocca e prese a leccarlo in tutta la sua lunghezza.
“Brava così fammi sentire per bene la lingua….â€
La testa della ragazza andava in su e in giù l’eccitazione di Marco era quasi al culmine, prese ad imporre lui il ritmo… la stava scopando letteralmente in bocca.
Giulia si accorse che era vicino all’orgasmo e cercò di smettere come aveva fatto con l’altro, ma Marco accortosi di quanto voleva fare la ragazza, le bloccò la testa con la mano…
“Ricordati bella che devi ingoiare tutto fino all’ultima goccia…. “
Era ormai prossimo, lei si apprestò a fare quello che le era stato imposto, e infatti all’improvviso il ritmo accellerò finchè una grossa bolla di sperma le riempì la bocca cercò di soffocare un conato di vomito e riuscì ad ingoiare parte di quello che aveva in bocca, mentre il resto le colò fuori dalle labbra. Con un gesto quasi paterno, Marco con il suo dito prese lo sperma che le colava fuori dalle labbra e fece in modo che Giulia ingoiasse anche quello.
“Adesso puliscimi per bene anche il cazzo….†Lo avvicinò nuovamente alle labbra della ragazza che prese a leccarlo in tutta la sua lunghezza.
“Brava… con un po’ di allenamento diventerai una bravissima pompinara…. e io sono l’insegnante giusto…. “
fece una breve pausa …
“Ti è piaciuto quello che abbiamo fatto oggi…?â€
“Si “ disse timidamente lei.
“Bene prometti di diventare anche una bella troietta….LA MIA TROIETTA PERSONALEâ€
disse mentre con le mani le strizzava nuovamente le tette.
La sera, mentre era a letto, Giulia ripensò a quello che aveva fatto durante il pomeriggio, non ci credeva ancora, invece era proprio successo e al solo pensiero sentiva nuovamente un certo calore provenire dalla sua fighetta, prese a toccarsi leggermente sopra le mutandine, poi iniziò un vero e proprio sfregamento, finchè non prese a massaggiarsi il clitoride e a far penetrare il suo medio all’interno della fighetta. Avrebbe voluto avere accanto a se Marco….chissà forse gli avrebbe anche permesso di fare l’amore con lei…. poi ripensò a quello che le aveva detto, se si fosse mai masturbata nel culetto, volle provare, ma sentiva dolore, certo la lingua di Marco era stata un’altra cosa, così riprese a masturbarsi nella fighetta finchè non raggiunse l’orgasmo.
Il giorno dopo Marco non aveva lezione con la classe di Giulia, ma lei lo cercò durante l’intervallo.
“Buongiorno professore…â€
“Buongiorno Giulia cosa desidera?†Era tornato a darle del lei, voleva forse mantenere le distanze…La cosa le fece perdere un po’ intraprendenza?
“Beh niente…. era per un esercizio volevo chiederle un chiarimento...â€
“Va bene venga con me nella sala professori….â€
Quando furono da soli….
“Dimmi la verità cosa volevi di preciso….â€
“Beh niente….io ripensavo all’altro giorno…..â€
“E ti è piaciuto e vorresti rifarlo….â€
“Beh…. Si…â€
“Senti oggi ho degli impegni… poi domani non ti scordare che avete il compito con me e quindi devi studiare….ne riparliamo domani……â€
“O.k. va bene….â€
“Ah una cosa…. domani durante il compito ti metterò al primo banco…. Vieni con una gonna corta e senza mutandine…â€
“Mah….â€
“Niente mah….capito!!!â€
Il giorno dopo Giulia fece come le era stato chiesto, anzi preparò una sorpresa. Così prima del compito di ragioneria si recò nel bagno a togliersi le mutandine…e anche se con la gonna…si sentiva nuda.Una volta iniziato il compito, non appena si accorse che il prof. la guardava, allargò le coscie e a Marco apparve una visione bellissima resa ancora più eccitante dalla sorpresa che Giulia le aveva fatto, si era completamente depilata e la sua fighetta rosa appariva ancora più splendida.
Marco subì una repentina erezione, avrebbe voluto andargli vicino, strappargli i vestiti e scoparla sul banco.
Le due ore del compito sembravano non finire mai, oltretutto Giulia faceva di tutto per eccitarlo, apriva e chiudeva le gambe, si passava la lingua sulle labbra guardando negli occhi Marco al quale sembrava che il cazzo gli scoppiasse nei pantaloni.Finalmente arrivò il suono della campanella ad interrompere quel supplizio e a segnare l’inizio della ricreazione, tutti consegnarono il compito e Marco fece segno a Giulia di seguirlo. Si recarono in una stanza che Marco sapeva deserta e di cui aveva le chiavi. Non appena dentro la prese e le infilò la lingua in bocca….
“Sei una troietta impertinente….e adesso avrai la giusta punizione…..â€
La trascinò vicino a una sedia, si mise a sedere la fece sdraiare sopra di lui, poi le alzò la gonnella mettendo in risalto il suo bel culetto e iniziò a sculacciarla….
“Ahi… ma che sta facendo….mi fa male….â€
“Te l’ho detto è la tua giusta punizione….per poco non mi facevi esplodere il cazzo nei pantaloni….â€
Giulia la sentiva benissimo la sua eccitazione, la sua fighetta era posizionata propria sopra l’erezione.
“Ahi adesso basta…ti prego….â€
“o.k. …allora tiralo fuori e succhiamelo per bene….â€
Non chiedeva di meglio….aveva voglia di assaporare nuovamente il cazzo in bocca. Prese a leccarlo e a succhiarlo con una foga incredibile….
“Si succhiamelo tutto….. brava…fammi sentire la lingua…â€
Stava cercando di dare il meglio di se stessa…
Quando sentì che stava per raggiungere l’orgasmo estrasse il cazzo dalla bocca di lei.
“Adesso apri la bocca e tira fuori la lingua….†Continuò a masturbarsi da solo voleva sborrare sopra la lingua di lei e verderla mentre ingoiava il tutto….
“Ecco…. preparati a gustare tutto….â€
Giulia era pronta, non appena i primi fiotti di sperma le pervenirono sulla lingua, aprì ancora di più la bocca in modo da non perdere neppure una goccia di quel nettare….
“Brava..vedo che hai imparato…. assaporalo per bene…..â€
Ingoiò tutto e poi da provetta pompinara si passò la lingua intorno alle labbra per dimostrare quanto aveva gradito.
Una volta ricomposti uscirono dall’aula.
“Ti aspetto stasera alla solita ora nel mio ufficio…e …preparati perché stasera ti farò godere..come non puoi minimamente immaginare…â€
Entrambi erano impazienti che arrivasse l’ora dell’appuntamento.
Finalmente le fatidiche 18.30 arrivarono e il campanello dell’ufficio di Marco suonò.
Era ancora sulla soglia quando l’attrasse a se baciandola, le lingue si intrecciarono le mani di Marco andarono subito a palparle i seni e successivamente il suo bellissimi culetto.Lei si limitò a strusciare la sua fighetta sulla patta di lui.
“Stamani per poco non mi facevi impazzire….. sei una vera troietta…fammi sentire quanto sei bagnata….â€
Le infilò una mano su per le coscie, le scosto le mutandine e poi prese a frugarla nella fighetta…â€
“Ahhh. sii… toccami…. Sii..dai…â€
“Vieni andiamo di là ….â€
Si spostarono nella sala d’attesa dove c’era un bellissimo divano in pelle, Marco si sedette e poi fece cenno di andargli in collo. Lei sentì immediatamente l’erezione di lui premere contro il suo culetto e immediatamente dopo sentì le sue mani che la frugavano fra le coscie… si lasciò andare all’indietro,..
“Si toccami tutta… voglio sentire le tue mani su tutto il corpo…â€
E infatti le mani di Marco la stavano frugando dappertutto, ormai era quasi completamente spogliata, le erano rimaste le sole mutandine, che vennero subito tolte. Adesso era completamente nuda, lui osservò per qualche attimo quella meraviglia della natura prima di tuffarsi tra le sue coscie ed iniziare a succhiarle la fighetta. Lei intanto con le due mani gli spingeva la testa verso il suo pube, sembrava quasi che volesse farlo entrare dentro di lei, sentiva la sua lingua percorrerle tutta la fessura, sentiva che gli succhiava il clitoride, sentiva un tremolio nelle gambe, preludio ad un orgasmo a cui non poteva più resistere….e venne…, ebbe un orgasmo che la squassò tutta.
“Oh siii che bello… da succhiami ancora…….â€
“E no bella…. adesso tocca a me….. voglio godere anch’ioâ€
Giulia a stento, dato che le tremavano ancora le gambe, si alzò pronta soddisfare le sue voglie e quindi si era preparata a fargli come aveva fatto nelle volte precedenti un pompino.
“No…voglio godere in un altro modo…ho voglia di scoparti…†Le disse brutalmente Marco.
“Ma…ma non l’ho mai fatto…..â€
“Per tutto c’è sempre una prima volta…. e ti assicuro che ce ne saranno altre di prime volte….â€
Non prestò molta attenzione a quelle parole, presa com’era dal pensiero che di lì a poco avrebbe perso la sua verginità .
“Vieni qui e allarga per bene queste belle gambeâ€
La fece sdraiare supina sul divano, le divaricò le coscie e iniziò a frugarla tra le gambe con le dita.
“Senti, sei già bagnata, dimmi quanto lo desideri il mio cazzo..†Il suo linguaggio si stava facendo volgare, lo eccitava ancora di più.
“Si lo voglio… però promettimi di non farmi male…â€
Marco prese il suo cazzo che aveva già raggiunto un’erezione notevole e prese a strusciarlo sulla fighetta di Giulia.â€
“Lo senti com’è grosso… “ appoggiò la cappella all’entrata…
“Ecco adesso stà per entrare… stò per sverginarti piccola…â€
Dette un’altra spinta e il cazzo superata la prima resistenza dell’imene, sprofondò all’interno della fighetta.
“Ahhh…. piano….ahhh…si… dai…..continua….â€
Giulia inarcò la schiena, lo voleva sentire tutto dentro…. quanto più era possibile, il leggero dolore iniziale si era trasformato in godimento, voleva sentire quel bellissimo cazzo tutto dentro… con le sue gambe abbrancò letteralmente la schiena di Marco, voleva che lo spingesse dentro quanto più possibile.
“Si dai…. scopami… lo voglio tutto….dai….ancoraâ€
“Lo sapevo che eri era troietta…lo vuoi e allora ecco….â€
Cominciò a scoparla con una foga tremenda, faceva uscire completamente il cazzo fuori dalla fighetta per poi sbatterlo nuovamente dentro con violenza….ancora qualche spinta e poi Giulia venne scossa da dei fremiti improvvisi, stava godendo….
“Ahhh. …si …godo….dai continua…â€
Marco continuo a scoparla per qualche altro istante poi raggiunse anche lui l’orgasmo, tirò fuori il cazzo e sborrò sul viso di Giulia.
Quando ebbe terminato l’osservò, era stupenda, esausta sul divano con il viso tutto impiastricciato dallo sperma lui lo raccolse con un dito e lo porse alle sue labbra che immediatamente succhiarono avide quel nettare.
“Sei stupenda….†Le mise una mano sulla pancia e iniziò a fargli un leggero massaggio, poi scese e prese nuovamente a massaggiarle il pube.
“Mmmm…ahh….†Giulia inarcò la schiena, le piaceva quel contatto.
“Cazzo che troietta che sei…. dì la verità ne hai ancora voglia…..â€
“Sii….â€
Le prese in mano il clitoride e lo strizzò tra le dita.
“ahhh…lo voglio ancora….â€
“Cosa vuoi…me lo devi chiedere…..â€
“Voglio ancora il tuo cazzo…..â€
Marco si prese in mano il cazzo e lo avvicino alle labbra di Giulia che immediatamente lo fece sparire in bocca. Dopo un po’ che lo succhiava, lui prese nuovamente a strusciargli la fighetta finchè con la mano non scese più giù, fino a strusciargli la rosellina del suo culetto.
Per un attimo smise di suchhiare..
“Ahh… ma che vuoi fare…..li mi fai male…â€
“Però quando te lo leccavo ti piaceva…â€
“Si ..ma con il dito mi fai male…â€
“Si ma a mi eccita di più…guarda me lo hai fatto diventare nuovamente di marmo…girati…â€
La girò mettendola prona sul divano….e le infilò due cuscini sotto la pancia
“No…ma che vuoi fare…â€
“Non lo hai ancora capito…. Te lo voglio mettere in quel bel culetto…â€
“No… li no ti prego…mi farai malissimo…no….â€
“Lo sai cosa ti succede se non ubbidisci…. devi soddisfare tutte le mie voglie….â€
“No…tutto.. ma quello no ho paura….â€
Si divincolava cercando di sfuggire alla presa di Marco, finchè lui non le mollò due sonori sculaccioni….
“Ti conviene fare quello che voglio….capito!!â€
“Ahi così mi fai male……basta…â€
Le si posizionò dietro
“E allora allarga bene questo culetto se non vuoi altri sculaccioni….tanto nel culo oggi ce lo prendi comunque….â€
Marco le allargò per bene le natiche e ci si tuffò con il viso prendendo a lecarre e insalivare per bene quel buchetto grinzoso. Al contatto della lingua con il suo buchetto, un brivido percorse la schiena di Giulia che emise un sospiro di godimento.
La lingua penetrava sempre più in profondità .
“ahhh… si…così mi piace….dai…â€
Continuò ancora per un po’ le insalivò per bene il culetto poi si alzò prese il suo cazzo in mano ed iniziò a strusciarlo nel mezzo alle natiche…
“Lo senti come è duro…. è pronto per entrare in quel tuo bel culetto…â€
“No…mi farai male….â€
“E’ dalla prima volta che ti ho visto che ho voglia di sfondartelo….ecco… ci siamo….â€
Puntò la cappella sul tenero buchetto e iniziò a fare una leggera pressione….
“Ah… per pietà …no lo fare…†due lacrime le stavano scendendo dagli occhi rigandole le guance, poi sentì che la corolla veniva spinta verso l’interno…. Stava per essere inculata.
“Eccolo lo senti…. Stà per entrare….cazzo quanto sei stretta….â€
“Ahhh…che male….fai piano…. aspetta un po’â€
“Al tre te lo infilo tutto dentro…. respira forte….â€
“Uno…. due… e …. tre con un colpo secco fu completamente nel suo culetto….â€
“Ahiii…..noo……â€
“Ecco…il peggio è passato….. lo senti….ce l’hai tutto dentro questo splendido culetto….come sei stretta e come è bello…â€
“Ahh… aspetta…. Fai piano…â€
Le senzazioni di dolore lasciavamo il posto a quelle del piacere.
Lentamente, afferrando saldamente Giulia per i fianchi, Marco iniziò a muoversi in su e in giù, il suo cazzo era completamente fasciato dai muscoli del sedere, era una senzazione stupenda.
Mentre la inculava prese a strusciarle il clitoride, Giulia era come impazzita, stava godendo come una matta, gemeva, urlava, voleva essere sbattuta con violenza. Raggiunse l’orgasmo con un urlo strozzato. Ormai era prossimo anche Marco, dette ancora qualche spinta, poi fuoriuscì dal culo di Giulia, la fece girare e continuando a menarsi l’uccello con la mano le arrivò sul viso e sulle tette e infine le infilò il cazzo in bocca in modo che lei lo ripulisse per bene.
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16 anni fa
Alberto,
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Voleva di più...
Voleva di più.
Non gli bastava che lei fosse pronta a tradire per la prima volta suo marito.
Era mesi che giocava con lei come il gatto con il topo.
Aveva deciso che l’avrebbe portata alla perdizione e adesso sentiva che lei era pronta a seguirlo nel suo gioco perverso.
Quella donna che aveva conosciuto tramite amici e che da subito le era parsa indisponente nella sua religiosa serietà.
Tutta casa e chiesa, niente lasciato al caso, così fredda e insulsa, perlomeno per lui che si era sempre ritenuto “un uomo di mondo”
Eppure quella donna lo attraeva in un modo sconvolgente, il fatto che fosse così casta per quei tempi, la sua bigotteria così evidenziata.
Sulla quarantina, di media statura, niente figli, un corpo ancora sodo, una castità nel vestire che era paritario ai suoi istinti.
Una corazza esterna che avevo deciso di abbattere a costo di passare dei mesi.
E mesi ci vollero affinché lei si lasciasse andare e accettasse che era una donna, una donna che non sapeva cosa volesse dire essere donna.
Finalmente si era aperta, si era lasciata andare e aveva trovato il coraggio di parlare con lui di quello che a lui piaceva parlare.
Piano, con calma, le aveva fatto dire tutti i suoi modi di fare all’amore, di come lo viveva, e di come percepiva il godimento e ancora una volta aveva capito di avere ragione, quella donna non sapeva niente dell’amore o per essere più precisi, non sapeva niente del sesso.
La sua unica esperienza era stato suo marito, il quale si era sempre limitato a rapporti corretti , senza mai superare quello che sarebbe andato contro una normale esigenza sessuale con lo scopo di fare figli.
Solo una volta aveva provato a fare sesso orale e ne era rimasta schifata, la sodomia, aveva sempre pensato fosse un castigo del demonio.
E io divenni il suo demonio.
In quei mesi avevo tramato la mia tela, non vi era cattiveria, era un gioco delle parti, dove io amante libertino, volevo portarla ai miei piaceri.
Tutte le sere finivamo con lo scontrarci sul sesso e io ogni sera diventavo più intraprendente, lei ascoltava e ribatteva e io la provocavo, la portavo a leggere racconti erotici dove la fellazio e la sodomia risultavano piacevoli se fatti con il partner giusti.
Sentivo che cominciava a cedere, le sue risposte diventavano domande sempre più curiose, non respingeva più l’idea di queste varianti, le viveva solo con la paura dell’ignoranza e il terrore del dolore nel caso della sodomia.
Non si era mai posta il problema di toccarsi per godere da sola e mai si era eccitata fuori dal contesto del matrimonio…sino a quel momento.
Sentivo che negli ultimi giorni qualcosa era cambiato, la sentivo più partecipe, la sua voce diventava roca al telefono, decisi che era il momento di chiedere di più.
- Stasera mi piacerebbe in web-
- Che ce di strano, non è la prima volta –
- lo so, ma stasera vorrei che tu fossi senza reggiseno e con qualcosa che mi lascia intravedere le forme dei tuoi seni –
- sei pazzo?
- No, se non ti va lascia stare, ma non mi chiedere di venire per un po’ -
- No, dai, che centra, lo sai che mi piace stare con te, ma una cosa è parlare e una cosa e passare a cose che io non ho mai fatto-
- Io adesso ho bisogno di più che parole, se non te la senti… meglio smettere qui.
Sento un silenzio al cellulare che dura qualche secondo, ma che per lei deve essere una eternità.
- Facciamo così, tu vieni stasera, io ci penso.
Io approfitto del suo cedimento e dico;
- é mettiti una gonna, sai quanto mi piace-
Senza aspettare una sua risposta, chiudo .
non voglio darle il tempo di riflettere, mi rendo conto che la mia richiesta mi ha eccitato e già penso a cosa vorrò da quella donna se questa sera sarà vestita come le ho chiesto.
Alle dieci di sera accendo internet e mi collego con lei, comincio a chiacchierare come sempre di tutto e poi come sempre la porto sul sesso, scaldo l’ambiente e quando sento che la sua voce scende, diventando roca, le chiedo di accendere la web, che voglio vederla.
Vedo la scritta che posso vedere le immagini e subito accetto.
La conosco, conosco tutto del suo corpo nascosto, guardo subito la camicetta che ha messo e vedo con piacere che sotto non porta niente, vedo i suoi capezzoli eccitati da quella nuova sensazione, spingere forte contro la stoffa, mostrandomi quello che volevo vedere.
Guardo il suo viso, vedo che è tesa e aspetta di vedere cosa le dirò:
- Alzati, fatti vedere –
La guardo mentre spostando la sedia si alza e mi fa vedere la sua gonna nera stropicciata che le copre le gambe sino alle ginocchia .
Sono soddisfatto e eccitato: sta bene vestita così e quella camicetta le toglie un poco di quella aria da santa che si è creata.
- stai bene e mi sto eccitando -
Vado diretto con le frasi, non voglio che si rifugi di nuovo nella sua bigotteria.
La vedo arrossire, sa che le vedo i capezzoli per la prima volta e questa frase che ha sentito, è una cosa nuova per il suo modo di vivere il sesso.
- Mi piacerebbe essere lì e accarezzarti i seni, poi sbottonare la camicia e toccarti la pelle e assaporare i tuoi capezzoli con la mia bocca –
Vedo un tremito sul suo corpo, riconosco l’eccitamento e allora visto che lei non parla, continuo;
-Slacciati la camicetta -
Sembra in trance, rimane ferma e io incalzo ancora più deciso;
- Slacciati la camicetta, fammi vedere quanto sei sexy –
Questa volta lei porta le mani sui bottoni e piano li slaccia e poi per la prima volta in vita sua, mostra il suo seno a un uomo che non sia suo marito;
-Prendili tra le mani e accarezzali come ti ho detto mille volte farei io, chiudi gli occhi e pensa alle mie mani-
La vedo che combatte contro la sua moralità, ma ormai gli argini sono rotti, le mani vanno sui seni e cominciano a sfiorare i capezzoli duri come bottoni e piano si accarezza come tante volte le ho detto che avrei fatto io e in quel momento capisco che quella donna sarà mia nei modi più indecenti e che mi seguirà nel fuoco dell’inferno… del mio inferno.
L’incontro
È diverse notti che le chiedo di accontentarmi nei miei piacere virtuali, l’ ho fatta vestire ancora più sensuale, con lingerie sempre più erotiche e le ho chiesto di toccarsi per me, non più solo il seno.
le sue mani sono andate sotto le gonne e per la prima volta in vita sua, lei ha goduto pensando a un altro che non sia suo marito.
- Trova una scusa per domani, adesso voglio sentire il tuo corpo dal vero, farti provare quello che tante volte ti ho descritto, farti conoscere tutto di me-
- Non posso, anzi, potrei, ma ho paura di cosa vuoi da me-
- Sai cosa voglio e sai che vorrò sempre di più…tutto o niente: non sei obbligata ma questo sono io, o mi prendi per quello che sono oppure sei libera di non cercarmi più.
- Ti prego… non dire così, lo sai quanto sei importante adesso per me.
- Bene, ti aspetto domani mattina fuori dalla stazione, vestiti sensuale con qualcosa di nero e metti quelle autoreggenti che mi hai fatto vedere l’altra sera.
Aspetto una sua risposta che non arriva.
-Ciao , a domani – le dico
- Ciao –
E capisco che domani sarà alla stazione.
La vedo scendere dal treno, ancora una volta ha fatto quello che le ho detto, la sua gonna nera è per me un oggetto di desiderio che subito si propaga sotto i miei calzoni; sapere che presto farà con me cose che in vita sua non ha mai fatto, mi fa esplodere di eccitazione, sento il mio membro soffrire chiuso dai miei slip, un saluto con la mano e la vedo incamminarsi verso il suo amante-torturatore.
I miei pensieri sono sotto i suoi vestiti mentre fremente aspetto di toccarla per la prima volta.
- Ciao Patrizia, dal vero sei ancora più bella –
- Anche tu sei meglio dal vero –
Lo dice con un filo di voce e come un agnello che va incontro al suo destino, lascia che io la baci.
Sento per la prima volta quel suo sapore dolce su due labbra di seta.
Stessa sensazione di quando tocchi una pesca.
Le accarezzo i capelli e nello stesso tempo le afferro il corpo e stringendolo a me, le faccio sentire quanto la desidero.
Ancora una volta arrossisce mentre le apro la porta e la faccio entrare nella mia mercedes.
Guardo le sue gambe che cercano la posizione migliore e vedo quelle calze vellutate accarezzarle la pelle e penso alle mie mani quando finalmente potranno prendere il posto delle calze e farle venire i brividi al pensiero di quanto seguirà.
I miei pensieri volano veloci come la mia macchina, la mia mano destra si appoggia maliziosamente sulla sua gamba, proprio dove finisce la sua gonna e quel primo tocco della sua pelle, mi da una brivido caldo che velocemente si sparge per tutto il corpo: lo stesso calore che sento sulla sua pelle, lei cerca di rimanere tranquilla.
Comincio a giocare con la sua gonna e piano guadagno qualche centimetro arrivando sopra le ginocchia, lei istintivamente, appoggia la sua mano sulla mia e fa pressione come per farmi capire che devo fermare quel tocco crescente.
La guardo deciso e le faccio capire senza parlare che deve lasciarmi libero di fare quello che il mio istinto mi chiede, lei capisce e piano alza la mano dandomi strada sul suo corpo e chiude gli occhi.
Salgo ancora e trovo la fine delle sue calze autoreggenti e lì la mia pressione si fa sentire; palpo il suo interno coscia e per la prima volta sento il suo sospiro dal vero, il suo primo sospiro che la porta a allargare leggermente le cosce lasciandomi più spazio per muovermi.
Guardo il suo viso teso che piano si sta rilassando, gli occhi chiusi le permettono di seguire le mie mani senza vergognarsi mentre il suo corpo mi lancia segnali inequivocabili.
I suoi capezzoli, come in web, hanno reagito e ancora una volta spingono soffrendo contro la camicetta che le ho fatto mettere, l’aureola e sproporzionata a confronto al seno e questo mi fa venire voglia di prenderlo in mano e palparlo, lascio che sia la mia mano sotto la sua gonna a prepararla mentre siamo quasi alla mia villa.
Il contatto con il suo piccolo perizoma, fa si che lei si sposti per facilitarmi il tocco e io percepisco i suoi umori che ne hanno abbondantemente bagnato la stoffa.
Le mie dita cercano furtivamente il caldo della sua intimità e si appropriano di quel frutto proibito a tutti sino a quel momento.
Lubrifico bene il dito con il suo desiderio poi esco da lei e metto a posto la sua gonna proprio mentre mi fermo e salgo sulla sua bocca , appoggio il suo umore sulle sue labbra e ne forzo delicatamente l’entrata, lei apre gli occhi , capisce e prende il dito in bocca;
- Succhialo… comincia a abituarti con questo-
lei avvolge il dito e guardandomi negli occhi, comincia a succhiarmi il dito e comincia a simulare un pompino: il suo viso arrossato, contrasta con quello che sta facendo e questo è un ulteriore colpo al mio basso ventre.
Fermo la macchina, vado a aprirle la portiera e prendendola per mano, la porto nel mio mondo proibito.
La prima volta
La faccio sedere sul mio divano nero e mi metto davanti a lei. le mie mani accarezzano il suo viso e piano scendono sul collo per fermarsi sui suoi seni, sento il suo cuore battere forte e questo muove i seni in modo esagerato.
Le slaccio la camicia e li lascio liberi di danzare, mi metto in ginocchio davanti a lei e prendo in bocca quei capezzoli, con la lingua ci gioco e veloce passo da uno all’altro mentre le mie mani accarezzano i fianchi e il resto.
Il suo sospiro è come il suo battito, intenso e veloce, ancora non ha avuto il coraggio di farmi una carezza, continuo a preparare il suo corpo e con le mani scendo di nuovo sotto la sua gonna, arrivo allo slip e senza toglierglielo, lo sposto di lato, poi le dico;
-faremo all’amore solo quando ti sentirò implorarmi di prenderti-
Non aspetto risposta, con la testa vado sotto la sua gonna e con la lingua mi impossesso dei suoi umori ormai esageratamente sulle sue cosce, metto le mani sotto il suo sedere e palpandolo, comincio a cercare il suo piacere.
La mia lingua esperta, trova subito i suoi punti più delicati e presto la sento gemere forte, cerca di resistere, ma inevitabilmente le sue mani prendono la mia testa e le sue parole cominciano a essere confuse: io aumento la mia penetrazione orale e vado sul suo clitoride a scaricare la mia voglia e comincio a martellarlo;-
-Ohhh…Dio mio, ti prego non fermarti…ti prego…
E poco dopo Patrizia ha il suo primo orgasmo con la lingua.
Io continuo, per molti minuti resto dentro di lei e sento i suoi umori scendere sempre più copiosi.
I suoi movimenti diventano scatti, a ogni mia entrata lei ha un sussulto.
-Ti voglio… ti prego… voglio sentirti dentro …
A quella richiesta, io le prendo una mano e l’appoggio ai miei calzoni, senza smettere, mi metto di fianco a lei in modo contrario e le faccio capire cosa deve fare.
- Lo sai che non lo ho mai fatto –
Non gli rispondo, aumento solo il ritmo dentro di lei e dopo pochi secondi, sento i miei calzoni slacciarsi e scendere insieme a gli slip.
Sento per la prima volta le sue mani sul mio membro teso, le sento andare su e giù ma non sento il calore della sua bocca, allora le prendo forte i glutei e stringendoli, le succhio forte il clitoride.
Lei emette un gemito forte, capisce il motivo di quel gesto e aprendo la bocca si posa sulla mia cappella cominciando a giocarci con timore, superato l’impatto iniziale, sento che piano lo fa entrare in profondità e finalmente si appropria del mio sesso.
La sua poca esperienza viene supportata dalla sua voglia di soddisfarmi e così con calma io la aiuto a
Migliorare il suo ritmo e quando sento che cresce di nuovo il suo piacere , esco un attimo e le dico;
- Quando sei pronta battimi sul fianco, veniamo insieme e vedrai che sarà bello –
Scendo di nuovo in mezzo alle sue gambe e ricomincio a leccare tutto di lei, come lei adesso sta facendo con me.
Passa un minuto e dietro a un gemito più forte degli altri, sento il suo tocco nervoso sul mio corpo e allora stringo le mie gambe attorno alla sua testa per evitare che nel momento dell’orgasmo lei scappi via sentendo il mio seme e aumentando il ritmo, corro verso il paradiso.
Momenti indescrivibili seguono movimenti disordinati e poi sento il mio seme lasciarmi e riempire quella bocca calda e con mia soddisfazione, sento che Patrizia non scappa, anzi, cerca di fare quello che le ho sempre raccontato.
Esco da lei per vedere il suo primo pompino con ingoio e vedo che lei mi guarda passionale mentre cerca di trattenere il mio sperma dentro di lei, le prendo la testa e spingo il mio piacere al limite della sopportazione e poi sfinito cado al suo fianco.
Ci vogliono 30 secondi perché i cuori tornino normali, lei cerca parole che la rassicurino, mi dice;
- Era così che volevi lo facessi…ti è piaciuto?Sono stata brava?
Non le rispondo, con gli occhi mi faccio capire, poi ci ripenso e dico;
-Vieni qui,baciami, senti il tuo sapore, mischialo con il mio –
Esegue felice quell’atto di dolcezza dopo quella esperienza .
I baci si susseguono, io non ho bisogno di altro tempo per rinvigorire il mio piacere, ho troppe voglie da soddisfare e quella donna mi eccita molto,
- Girati –
- - Ti prego, non chiedermi questo –
- Se ce qualcosa oltre al sesso, non mi chiedere questo –
- Non so cosa sia con te… scopriamolo insieme,-
- Girati –
Si alza dal divano e senza parlare si mette in ginocchio sul tappeto con le mani che si appoggiano sopra, divarica le gambe e abbassando la testa tra le due braccia, chiude gli occhi.
Ha un sedere stupendo, le natiche sono due mezze lune e il mio desiderio di maschio cresce a quella immolazione corporea.
Sapere che sarò il primo mi stimola oltre ogni logica, prendo un olio di vaselina che ho preparato dal giorno prima e dolcemente comincio a lubrificarle lo sfintere.
Sento la sua rigidità e il suo tentativo di espellere il mio dito che la prepara;
- Rilassati, respira forte e segui i miei movimenti, appoggio le mie mani sui suoi fianchi e cerco di calmare il suo tremore quando appoggiando il mio glande, le faccio percepire il momento.
- fermati, ti prego fermati –
Queste parole strozzate in gola, seguono la mia prima spinta: l’olio fa il suo dovere, la cappella sparisce nel suo stretto buco e solo le mie mani forti, la tengono nella posizione iniziale; il suo tentativo di sfuggire, finisce contro il divano, le sue braccia molli cercano spazio;
- Metti quelle braccia contro il divano e spingi il sedere verso di me -
La mia voce non accetta replica, vedo che si rimette in posizione e piano alza il sedere e con un movimento leggero cerca di accontentarmi.
So che sta soffrendo, ma adesso penso solo al mio piacere, le mie mani vanno sui suoi seni e il mio corpo si appoggia alla mia schiena e in quel momento Patrizia perde la sua ultima verginità.
Lascio scivolare il mio membro sino in fondo, solo il contatto del mio scroto contro la sua pelle, mi calma e a quel punto comincio il mio avanti e indietro dentro di lei incurante dei suoi lamenti.
Passa qualche minuto prima che Patrizia si calmi e accetto il mio membro completamente dentro di lei, nel frattempo io sono sceso con le dita sul suo pube e la accarezzo, lei adesso geme diversamente, il dolore si è mischiato al piacere e per la prima volta mi dice;
- Si, non ti fermare, fai quello che vuoi, ma non ti fermare –
E io affondo il mio pene in quella carne morbida con ancora più passione .
Passano cinque minuti in cui lei passa dal piacere al dolore e viceversa; poi a un certo punto dice,
- Ti prego vieni, non ne posso più, ti prego…
I suoi seni arrossati sotto le mie strette, subiscono gli attacchi come i suoi glutei e tutto è stupendamente sexy, talmente sensuale che mi lascio andare e lascio liberi i miei ultimi succhi che presto scendono a scaldare l’intestino di Patrizia.
Urlo il mio piacere con un ultimo colpo di reni che la fa urlare un ultima volta e poi mi lascio cadere sulla sua schiena facendola cadere a sua volta sul tappeto.
L’animale che è in me, sta lasciando il posto all’uomo, le accarezzo la schiena e le dico parole dolci, so che dopo quel sacrificio, Patrizia sarà per sempre mia.
- Che ne dici di mangiare qualcosa adesso?
- Non abbiamo ancora fatto all’amore normalmente e ho un sacco di idee indecenti su di te –
Vedo un brivido percorrerle la pelle e la sua risposta è quasi un sussurro;
- Dio mio, ma cosa pretendi ancora da me…
- Tutto e di più… molto di più…
- Con quelle parole vado a preparare qualcosa da mangiare....
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21715
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16 anni fa
Alberto,
19
Ultima visita: 15 anni fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
96493
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16 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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La mia segretaria
La sua minigonna metteva in mostra le sue fantastiche gambe. era in quel momento
l'unica persona della mia eta' in ufficio, ed io la invitai per una bistecca. la
mia felicita' fu al massimo quando lei immediatamente accetto' il mio invito.
dopo la cenetta gina mi invito' a casa sua. ci trattenemmo a lungo ed avemmo
l'occasione di conoscerci meglio. mi fece capire chiaramente che desiderava
qualcosa da parte mia. la sua aggressivita' e la fiducia in se' stessa erano
notevoli. il suo aspetto rese la nostra serata indimenticabile. ad un certo
momento ci baciammo, gina prese l'iniziativa con un lungo e profondo bacio,
usava la lingua in un modo eccitante. si sfilo' la maglietta aderente ed io
iniziai ad accarezzare intensamente il suo busto, lei mi spinse indietro. ero
sdraiato e lei si adagio' completamente sopra di me, le baciai il seno mentre
sentivo le sue gambe muscolose e forti avvinghiarsi alle mie. stringevo a me il
suo corpo atletico, le mie mani accarezzavano i suoi muscoli provando sensazioni
piacevolissime; non potei fare a meno di domandarle cosa facesse per mantenere
il suo corpo in quelle meravigliosi condizioni."nella mia vita ho giocato al
calcio, a pallacanestro ed ho praticato ginnastica", mi rispose, "pero' non mi
sono mai fatto culturismo, ma le mie gambe sono forti ed attraenti. ma anche il
mio busto non e' male, cosa ne dici?"le feci dei complimenti circa il suo busto,
per tutta risposta gina mi porto' nella sua stanza da letto.mi coricai sulla
schiena e gina mi chiese se mi sarebbe piaciuto se lei avesse cominciato ad
allenarsi per avere un corpo con piu' muscoli. risposi che la cosa mi avrebbe
entusiasmato. aggiunsi che se avesse provato piacere ad allenarsi con i pesi le
avrei regalato un abbonamento in una fantastica palestra.il programma di
allenamento che io immaginavo per lei era dedicato soprattutto al busto, le
braccia e le spalle: le sue gambe erano gia' sviluppate in modo fantastico.gina
inizio' ad allenarsi ed il suo corpo reagiva rapidamente al programma intenso di
allenamento: aveva una struttura fantastica per sviluppare muscoli forti e con
dimensioni notevoli. pian piano prese sempre piu' entusiasmo, confrontava il suo
corpo con il mio, voleva metter su massa di muscoli per potermi sfidare su un
ring. un giorno la sfidai a picchiarmi sul petto. lei accetto', e dopo un paio
di colpi io mi sfilai la canottiera, la sfidai:"piu' forte, picchia piu' forte
che puoi, fammi venire i muscoli blu, se ci riesci!"riuscivo a sopportare i
colpi con facilita', ma notai che gina era velocissima e sarebbe diventata un
ottimo avversario per me, quando fosse piu' forte.iniziammo a tirare di boxe
regolarmente e con immenso piacere. gina era velocissima ed anche tecnicamente
molto brava, ma io ero molto piu' forte di lei. questo contribui' molto alla sua
formazione, imparo' ad essere sempre piu' aggressiva ed aveva un solo obiettivo
in mente:"un giorno ti battero', sono sicura!"passarono 5 mesi. gina aveva un
fantastico corpo muscoloso, molto piu' massiccio di quando aveva iniziato ad
allenarsi. la boxe fu messa in secondo piano. le gambe di gina erano molto
dotate e facilmente lei le allenava per migliorarle, i suoi sforzi erano
concentrati ad aumentare la massa muscolosa del suo busto e braccia. dopo un
altro mese i manubri erano diventati troppo leggeri. inizio' ad allenarsi con
alcune culturiste professioniste, mentre io mi allenavo presso la mia solita
palestra.il nuovo programma di allenamento inizio' a fare miracoli: la sua
muscolatura si sviluppo' in modo esplosivo. ero entusiasta del fatto che ora io
e la mia amica potevamo lottare senza grossi problemi della differenza fra i
nostri fisici: ci attaccavamo spesso a vicenda, ci allenavamo ad eseguire delle
lunghe sfide applicandoci vicendevolmente ai nostri corpi le tipiche forbici di
lotta con le gambe. lo facevamo in tutte le possibili posizioni anche quando
scopavamo.dopo alcuni mesi le nostre forze furono ormai alla pari. gina poteva
ormai dominarmi con facilita' era dotata di muscoli veramente grandi e forti, ed
era comunque molto sensuale. il suo corpo simmetrico le permise di iniziare ad
allenare intensamente anche le gambe. ben presto non potei piu' contrastare la
forza delle sue gambe, mentre il suo torace diventava sempre piu' forte e si
sviluppava. anche la forza della sua schiena, delle braccia e dei suoi pettorali
non fu piu' controllabile da parte mia.la mia amica era ora piu' forte e piu'
grossa di me, e piu' potente.lei mi piaceva sempre di piu' ma mi preoccupava
molto la sua superiorita' dal punto di vista fisico.dopo che lei per l'ennesima
volta mi supero' in una prova di forza durante una delle nostre quotidiane
sfide, decisi che avrei dovuto farla finita.lei avrebbe dovuto sostituirmi con
un uomo piu' forte e grosso di me, che le potesse dare tutto cio' che lei
desiderava.gina era ormai troppo aggressiva, troppo forte, anche se io sono
dell'opinione che una donna non e' mai sufficientemente forte e muscolosa.nel
frattempo mi trovai una nuova amica, e subito notai che aveva un potenziale
fantastico. la conobbi in un locale, la invitai a ballare: aveva due gambe
lunghe e muscolose sotto la minigonna cortissima. le sue braccia avevano degli
ottimi tricipiti, non ben bilanciati dai bicipiti che mi sarebbe piaciuto
vederle addosso. indossava solo la minigonna ed un top che le lasciava soperto
l'addome muscoloso e scolpito, era alta come me, ballava stringendosi a me,
sentivo il suo corpo forte e muscoloso, pieno di energia che io avrei potuto
fare esplodere. decisi che la avrei allenata nella mia palestra, aveva il
potenziale.le chiesi cosa faceva per mantenersi in forma, rispose con la sua
calda e sensuale voce:"molti sport, ma ora sto cercando una palestra per
allenarmi al culturismo, tu potresti darmi un aiuto, hai un fisico fantastico,
senti che braccia e che pettorali hai, voglio potere allenarmi ed un giorno
battermi a lotta con te......... e batterti!!!"
40121
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17 anni fa
ClaudioMara,
29/35
Ultima visita: 2 anni fa
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Nettare sulle mie labbra.
La mia storia di cornuto è piuttosto banale ed accade in vacanza sul mare, in un villaggio turistico di Vulcano nelle isole Eolie. Molti dei frequentatori, come me e mia moglie, tornano lì ogni anno, il mare è bello, la vita è tranquilla e non costa molto . Quella serata verso le 20:00 mia moglie Sissi mi dice : troppo caldo, amore mio, sono tutta sudata io scendo in spiaggia per fare un bagno, tu che fai? Scendi con me? In quell'istante stavo giocando a carte sul cellulare, gli dico appena finisco la partita scendo. Fu così che mia moglie Sissi va proprio dritta dritta in spiaggia. Dopo venti minuti circa vado in spiaggia anche io, ma Sissi non c’è. Dove è finita? La cerco con lo sguardo, poi mi avvicino ad un gruppo di scogli. Sento dei rumori. Con il passo del giaguaro, mi avvicino ancora e vedo Sissi, china, nella classica posizione di chi sta facendo un succosissimo pompino,guardo in viso lui e per poco non viene un infarto .... Oddio é Pino il suo ex amante di tanti anni fá . Rimango stordito, ma la scena è fantastica. Lei è una vera artista del pompino e, dai mugolii del suo amante, capisco che anche lui è d’accordo con la mia sensazione. Chi l’avrebbe mai detto, la cara mogliettina che si è ritrovata con il suo ex a Vulcano. Guardo l'orologio che fa le 21:15, Sissi é Illuminata dalla luna, ed io posso vederla in tutto il suo splendore e non riesco a staccarmi dalla scena. Nemmeno quando lei, veloce come la luce, se lo sfila dalla bocca e ci si siede sopra risucchiandolo tutto dentro la sua figa. Quel magnifico culo che si stringeva mentre cavalcava con passione il cazzo di Pino, con una furia ammirevole. Metto le mani nei pantaloni e trovo il mio più duro dell'acciaio. Stavo per andare da loro come una furia per mettere a nudo la tresca e fare una strage, ma decido di farmi na sega prima di intervenire. Sono ancora più stupito. E incuriosito. Da un po’ di tempo, noi solo posizione del missionario, niente orale. Voglio veder dove vogliono arrivare. Poi lui, la fa alzare, la prende tra le sue braccia e la deposita sul telo sopra la spiaggia. Lei si lascia depositare e poi gli dice: “Dai Pino non ho troppo tempo,mio marito mi starà cercando,entra dentro di me, presto….. prendimi…prendimi…..”. Lui non si fa pregare. Le alza le gambe, la piega come un panino, si appoggia su di lei e le infila l’uccello nella figa.Ho l’uccello di nuovo un fuici di pressione, mentre osservo mia moglie che mi sta incoronando nuovamente cornuto. Distratto per un attimo e…….. penso che sia inutile, ormai, interrompere proprio ora la scopata. È uno spettacolo straordinario. E poi, come sa bene ogni cornuto per avver vissuto questa stessa situazione, è eccitante da morire vedere in diretta la moglie che fotte con l'amante!Ansimano entrambi, e mia moglie ha ancora fiato per magnificare le doti del suo amante. “Hai il bel cazzo cazzo durissimo. Prendimi, dai Pinuccioooo prendimi … sfondami …… dammelo tutto ….. riempimi di sborra calda e profumata!!!”. Pino ansima come una locomotiva e spinge come un toro ma non cede, resiste. Meno male, almeno lo spettacolo continua. Mi accarezzo il mio uccello. Era il mio orgoglio, ma ora …… .è lì, barzotto, un po’ intimidito. Sissi denuncia almeno tre orgasmi con gridolini inequivocabili e poi anche con affermazioni chiare di godimento. Sono sopraffatto dallo stupore. E, forse, per continuare a stupirmi, al terzo orgasmo, Sissi si sfila il cazzo dalla figa e si mette a quattro zampe e gli ordina: “Sfondami il culo Pinuccio! Te lo meriti! È da tanto che Pino aspettava di sverginare profondamente nel culo Sissi!!!!”.Infatti tanti anni fá quando mi confessò la sua relazione con Pino, mi disse che lui ci aveva provato, ma lei non aveva ceduto alla tentazione di farselo prendere.Basta, questo non doveva farlo. A me non ha permesso nemmeno di mettere un dito … nel suo culo!!! Ora vado e faccio un macello! Ma lo spettacolo è troppo eccitante per metter fine. Pino si avvicina da dietro, ha il cazzo in fiamme peggio di me, gli allarga le chiappette che io amo tanto, appoggia l’uccello sul punto giusto e, con un colpo di reni, entra.Sisdi lancia un urlo di dolore, poi un'altro e un'altro ancora, una volta tutto dentro urla di continuare così, di sfondarle il culo, di sfondare tutto. E lui non si fa pregare. Su e giù, su e giù. Lei gode come una indemoniata, anzi, come una vera zoccola. Lui sembra uno stantuffo rotto ed io sono eccitatissimo ed ho dimenticato di irrompere sulla scena. E poi perché rovinare a me lo spettacolo e a loro la festa? Tanto ormai sono cornuto.Ho aspettato che Pino le sborrasse nel culo e uscisse il suo cazzo e sono andato in un bar a bere un whisky. Dopo oltre mezz'ora sono rientrato nel nostro villino. Sissi, senza forze, faceva finta di dormire. Mi spoglio nudo e mi stendo al suo fianco. Sissi era ancora senza mutande. Le passo la mano tra le cosce. In altri tempi avrebbe reagito immediatamente aprendo le gambe. Continua a fingere di dormire. E’ stanca, non ha voglia di scopare anche con me. È ancora calda dell’amplesso. Sulla sua pelle sento l’odore di Pino è capisco che non'e arrivata in tempo a farsi la doccia perché sono rientrato io. Ha preferito far finta di dormire. Ora, nel culo, ha lo sperma di Pino. Come un cornuto penso cose strane, mi piacerebbe leccarle il suo nobile buchino e sentire il sapore della sborra, ma non mi lascia avvicinare. Tiene le gambe strette, non vuole farsi scoprire che mi ha tradito. Poi mi prende la testa tra le braccia.Un suo capezzolo mi finisce vicino alla bocca. Mi dice: “sono stanca morta, amore, …… sta buono …….. ti prego, dormi”. Ma io insisto. Voglio scoparla anch'io. Allora lei mi prende il cazzo in un mano e dolcemente, mi masturba lentamente. Non mi lascia avvicinare alla sua figa nemmeno con la mano. Mi piace da morire. Le succhio il capezzolo. Voglio scoparla ed allora prendi coraggio e le dico: ti ho visto scopare con Pino. Si blocca per qualche interminabile secondo. Poi riprende e sussurra: “ma cosa dici, amore mio?”“Ti ho vista, un attimo fa, eravate nessi appartati di nascosto dopo la fine della spiaggia di vulcanello, avete scopato di brutto”Senza smettere di masturbarmi lentissima “Mi hai vista? Allora avrai visto che non ero affatto contenta. E’ un animale Pino, un vero bruto. Ho dovuto cedere mi avrebbe picchiato”“Non mi sembravi così dispiaciuta. Sei venuta tre volte…..”“Ma no, amore, ho finto tre volte, per farlo finire in fretta”“Te lo sei fatto mettere nel culo…..”“È vero, non volevo, …… era come un animale ….. praticamente mi ha violentato….. ho resistito a un dolore tremendo” e intanto continuava a masturbarmi“A me è piaciuto molto vederti scopare con Pino” dissi e sparsi il mio sperma sulle sue gambe.“Ti è piaciuto? Davvero? A me no! Mi ha fatto tanto male. È stato doloroso fisicamente e moralmente. Ha fatto a pezzi la mia dignità. Mi sono sentita una puttana! Ma, per farti contento, amor mio, lo scoperò ancora”“Si – le dissi – fallo ancora per amor mio”“Va bene, come vuoi tu. Sappi, però, che se scopo con lui voglio che tu sia sempre presente, ovvio che sarò sempre presente, ma adesso prima di farmi un pompino farmi leccare la tua figa piena del vostro nettare ancora tiepido...... Sissi si mise nella posizione del 69 e dopo pochi minuti gli sborrai in bocca come un cornuto, mentre con la lingua mi leccavo le labbra gustandomi l’ultima goccia del loro nettare.
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1 anno fa
sissi,
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Ultima visita: 1 mese fa
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Presa di culo
Mi sdraiai accanto al mio amante e appoggiai amorevolmente la testa sul suo petto....... iniziavo ad avere sensi di colpa per quel gran cornuto di mio marito.Feci un respiro profondo: ora ero una vera puttanella.Mi alzai e mi staccai dal suo cazzo, misi la mano proprio sotto l’ano per raccogliere tutto il suo sperma. Strinsi fortemente l'ano e la sborra cominciò a fuoriuscire. Mi sentivo così bene quando la sua sborra usciva dal mio ano spalancato, ce n'era così tanta che facevo fatica a raccoglierla tutta."Prendi il mio cazzo, lurida troietta!...Siii...! Così! Dai, prendi tutto il mio sperma, puttanella", disse mentre si assicurava di spingere tutto il suo cazzo in profondità in modo che tutto il suo sperma riempisse il mio sfintere.Lui mi afferrò il culo e ha continuato a stantuffarmi più forte di quanto mi avesse mai scopato prima, mi spruzzò tanta sborra calda dentro il mio culo ormai spalancato."Oh, mio Dio!!! Sto sborrando col tuo cazzo in culo! " Urlando, il succo della mia figa sprizzò generosamente sul ventre e sul petto di mio padre, e mi assicurai di continuare a muovere il mio sedere sul suo membro in modo da far fuoriuscire ogni goccia di umore dalla mia figa.Cominciai a sentire un orgasmo che scorreva in ogni centimetro del mio corpo, un orgasmo più incredibile, chi l'avrebbe detto che essere inculata sarebbe stato molto meglio che farsi scopare nella figa.Mi sono aggrappata al suo petto muscoloso, ho sbattuto il mio deretano su il suo cazzo ripetutamente più e più volte. Ero completamente eccitata, con un desiderio irrefrenabile di raggiungere l'apice del piacere, e volevo assicurarmi che ciò avvenisse senza toccare minimamente la mia intimità.Muovevo lentamente il mio culo roteandolo fino alla base del suo cazzo e sentivo le sue palle toccarmi il culo. Ben presto rimbalzai con forza e velocità su e giù sul suo cazzo, cominciai a sentire un’ondata di calore che mi attraversava il corpo, avevo una gran voglia di orgasmo.Pino si sdraiò sul letto, mi misi sopra e mi accovacciai sul suo cazzo in teso come una corda di violino. Questa volta il suo cazzo sembrava molto più grande nel mio culo, ma sarei stata in grado di controllare la forza con cui venivo scopata."Certo che sì, dai vieni, sdraiati!", risposi."Tesoro, comincio ad essere stanco, perché non mi cavalchi il cazzo?". Disse lui. "Sì! Sculaccia le mie chiappe da troia, e non toglierlo mai dal mio culo fino a quando non lo riempi con la sborra!". Dissi tutta eccitata.Quel bastardo di Pino iniziò a sculacciarmi su entrambe le chiappe, il calore dei colpi lasciava una sensazione ardente sulla mia pelle, mentre il suono ritmico si fonde con l'atmosfera carica di tensione. Ogni colpo accendeva una scintilla di piacere mista a una lieve pizzicata, creando un balletto di sensazioni sensuale e avvolgente."Immagino che tu sia solo una troia che lo prende solo nel culo, posso capirlo perché adoro scoparti nel culo!". Disse.Lo infilò di nuovo senza prestare attenzione al mio disagio e mi afferrò entrambe le chiappe con le sue mani forti."Rimettilo nel culo, Pinuccio mi piace di più quando mi scopi in culo!". Dissi mentre lui sfilava il suo cazzo dalla figa e lo sbatteva di nuovo nel mio sfintere del culo aperto e caldo. "Cazzo!!! Tiralo fuori! Fa male!!!" Dissi mentre lui mi scopava la figa velocemente e con forte vigore.. Mentre lui mi stantuffava la figa, cominciai a pensare che forse mi piaceva solo più l'anale, non ne avevo mai sentito parlare prima e forse ero la prima donna sulla terra a cui piace solo essere scopata nel culo."Girati e metti il culo in aria". Disse il mio amante. Mi girai e mi misi a faccia in giù sul letto, alzando il culo in aria come voleva lui. Pino mi ha infilato il cazzo nella figa e io non ero pronta.Non avevo mai succhiato il cazzo di mio.marito come adesso, quindi questa era un'altra nuova esperienza. Ho una bocca piccola, quindi prendere in bocca un cazzo così grosso è stato molto difficile, ho provato e riprovato, ma sono riuscita a prenderne solo circa la metà. Succhiai metà del suo cazzo per qualche minuto.Si alzò da me e indicò il suo cazzo, io lo presi come un segno che voleva che lo succhiassi e così feci. Mi misi in ginocchio e cominciai a pulire la sua verga ancora pulsante con dei fazzolettini umidi che avevo nel comodino.Lui cominciò a emettere dei grugniti mentre esplorava la mia figa con passione, e io rispondevo con rumori di piacere, gemendo apertamente. Il mio amante interruppe i baci e rimase disteso sopra di me, entrambi cercando di recuperare il fiato dopo l'intensa fase di coinvolgimento. La stanza era pervasa da un'atmosfera carica di desiderio e complicità.Non ho mai pensato di essere in grado di prendere un cazzo così grosso, ma ci sono riuscita ed ero così orgogliosa di me stessa.Pino si distese completamente sopra di me, seppellendo il suo viso nel mio collo e iniziando a baciarmi appassionatamente. Mentre lui mi spingeva sul letto con forza, io massaggiavo la sua schiena robusta e muscolosa, sentendo la potenza del suo movimento. Il ritmo era così vigoroso che sembrava potesse rompere il letto da un momento all'altro. Il letto iniziò a scricchiolare rumorosamente, aggiungendo un sottofondo sonoro sensuale alla nostra ardente interazione, testimoniando la passione e l'energia travolgente di quel momento condiviso.Lui interpretò il mio entusiasmo come un'istruzione immediata e afferrò la mia vita con le sue mani possenti. Proseguì quindi a martellarmi con una passione travolgente, portandoci entrambi in uno stato di oblio, dove il mondo esterno svanì e restammo avvolti solo dal fuoco del desiderio condiviso. Eravamo come immersi in un viaggio sensoriale in cui il mondo esterno svaniva, lasciando spazio solo alla fervente connessione tra noi due."Sì, ti piace, eh!? Allora se ti piace così tanto, continua a scopare il mio culo da puttana, cazzo!". Esclamai con euforia, trasmettendo la mia forta eccitazione. "Cazzo, sì! Fallo! Continua così! Mi farai sborrare nel tuo culo in men che non si dica!". Disse, mentre iniziavo a diventare la troia che avevo sempre voluto essere.Mentre mi pizzicavo i capezzoli, cominciai a roteare il culo sul suo cazzo.Questa è stata la sensazione più bella che abbia mai provato in vita mia e ora il fatto che sia stato Pino a darmi questa sensazione straordinaria ha reso il tutto ancora più bello.Afferrai i miei capezzoli e iniziai a strizzarli, lo feci mentre lui tolse il pollice dalla mia figa e cominciò a infilare il suo cazzo con forza e velocità nel mio buco del culo dolorante.Le mie mani si aggrapparono alle lenzuola con forza, mentre sollevavo lo sguardo verso il suo corpo scolpito. Gocce di sudore scivolavano lungo i contorni dei suoi muscoli, mescolandosi al mio giovane corpo. Il sudore bagnava i miei seni e lo stomaco, creando una sensazione di calore e intensità che avvolgeva entrambi, come una danza sensuale tra i nostri corpi."Ti prego, scopami il culo! Sono la tua puttanella da usare e scopare quando vuoi! Come na puttana che ho sempre desiderato essere!...Scopami forte e veloce, adesso!". Dissi mentre cominciavo a sentirmi posseduta dalla lussuria. Il suo pollice ha fatto sì che la sua scopata anale fosse così piacevole che ho cominciato a incoraggiarlo.Lui guardò la mia figa e vi appoggiò sopra il suo pollice carnoso e cominciò a sfregare il pollice avanti e indietro sul mio clitoride, provocando ondate di piacere in tutto il mio corpo. La mia testa si muoveva da una parte all'altra e tutto il mio corpo tremava, mentre Pino mi portava a nuovi piaceri che non sapevo esistessero.Pochi secondi dopo lui cominciò a stantuffare dentro di me. Il mio corpo si agitava e si contorceva intorno al suo cazzo e poi arrivai al punto di urlare a squarciagola per il dolore lancinante che mi pervasse la schiena. Ogni spinta sembrava un'esplosione di intensità, come se il mio sfintere rischiasse di spaccarsi, ma ho resistito, permettendogli di penetrarmi con una passione ancora più accesa. La sensazione di rischio e la dolcezza travolgente di quella penetrazione si fusero in un momento in cui il piacere superò ogni limite, creando un'esperienza indimenticabile di connessione ardente."Sii! Voglio che mi scopi il culo! Non mi importa se fa ancora male, basta che usi il mio culo per il tuo piacere!". Gli dissi. Istintivamente lui si fermo per un istante e disse:"Cosa c'è? Non sei in grado di prendere il mio cazzo? Non vuoi essere la mia troia che posso scopare quando voglio?". Disse lui mentre il suo cazzo giaceva conficcato fino alle palle dentro il mio buco del culo, lo sentivo ancora pulsare dentro il mio sfintere."Smettila, Pinuccio smettila !!...Mi brucia!...Fa così male, cazzo! Non ce la faccio! È così fottutamente grande il tuo cazzo!", gridai dal dolore."Ohhh!" Gridai quando Pino finalmente riuscì a infilare tutto il suo cazzo nel mio sfintere. Cominciò a farmi molto male mentre lui iniziò a scoparmi il culo più forte che poteva. Il mio ano era molto più stretto di quanto pensassi?Fino a quel momento, lui aveva sempre incontrato una leggera resistenza nel far penetrare completamente la sua verga, ma io desideravo sentirla tutta, completamente ficcata nel mio sfintere. Determinata a realizzare il mio desiderio, afferrai con fermezza la parte bassa della sua schiena e lo attrassi vigorosamente verso di me. La mossa ebbe successo e molto più della sua verga iniziò a penetrare all'interno, creando un'esperienza intensamente coinvolgente e appagante.La sua verga era troppo grande per me! Il mio buchetto veniva allargato mentre il suo cazzo scivolava lentamente sempre più in profondità. Sentivo la mia carne lacerata, metre la sua enorma cappella strusciava dentro le pareti del mio sfintere. Lo sentivo, la sua cappella era calda e il suo cazzo pulsava di desiderio. Non potevo credere a quello che lui mi stava facendo. Ero molta eccitata con la figa fradicia, un flusso costante di caldo succo di figa colava giù sul mio ano facilitando così la penetrazione.Mentre lui si sforzava di dilatare il mio stretto buco per poter infilare il suo cazzo più a fondo, abbassò il capo e posò le sue labbra sulle mie iniziando un bacio appassionato come mai prima d'ora. Questa volta, invece di percepire solo una piccola parte della sua lingua, come ogni qualvolta mi leccava la figs, sentii ogni centimetro della sua lingua spingersi con ardore nella mia bocca. Pino si rivelò un maestro nell'arte del bacio!Avvolsi le braccia intorno a lui, sfiorando la sua schiena nuda e percependo la robustezza dei suoi muscoli, mi piaceva l'idea di essere il suo giocattolo, una sorta di oggetto del suo desiderio.Mi sono chiesta se tutti le mogli facciano pensieri così sconci e danno con gioia il culo al l'amante. Ero certa di trovarmi in un sogno. Sembrava incredibilmente bello per essere reale, eppure lo era. Non potevo credere che provavo disgusto solo quando mio marito provava a incularmi,pensandolo era strano e inquietante. Ora, invece, desideravo ardentemente che Pino mi devastasse.Mentre lui assestava i suoi colpi potenti sul mio deretano, provavo una sensazione travolgente nell'avere il corpo di Pino sopra di me, una stimolazione che alimentava l'eccitazione nel momento.Sentivo il suo ansimare, la sua eccitazione palpabile come quella di un felino che si avvicina con furtività alla preda, ogni respiro carico di anticipazione e desiderio. con le gambe ancora sollevate, senza dire una sola parola, appoggiò il suo cazzone sul mio buchetto e cominciò a infilarlo delicatamente.Mentre la mia voglia di essere sfondata cresceva, lui si tolse rapidamente la camicia e cominciò a camminare verso di me, sali sul letto e si mise sopra di me. Volevo così tanto che lui si avvicinasse a letto, mi girasse, mi infilasse il cazzo nella figa e mi scopasse come una puttanella.L'atmosfera era tesa, permeata da un'aria sensuale che si insinuava nell'ambiente. Ero così eccitata che sentivo il desiderio irresistibile di essere scopata da Pino.
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1 anno fa
sissi,
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Ultima visita: 1 mese fa
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Sogni di cambiare...
Da un poco di tempo le cose
con mio marito non andavano bene, sessualmente parlando. Il suo lavoro e il mio
ci prendevano ormai tutta la giornata, provocandoci livelli di stress
insostenibili, a scapito della nostra voglia di scopare. Eppure la voglia non
ci era mai mancata… Stavo facendo queste
riflessioni un pomeriggio d'estate, sul terrazzo di casa mia. Grazie al fatto
di essere all'ultimo piano di un palazzo molto alto posso girare svestita, e
infatti quel giorno prendevo il sole sulla mia sdraio, vestita solo dei miei
inseparabili sandali infradito, che d'estate porto sempre, pure quando scopo.
Possibile, pensavo, che non riesca più a provocare nel mio uomo quella
irresistibile voglia di sbattermi sul letto e scoparmi fino a farmi urlare?
Possibile che non avesse più voglia di provare le delizie dei miei due caldi
buchi, sempre pronti ad accogliere il suo cazzone turgido, che quando si faceva
strada nel mio culo sembrava un palo nelle mie viscere ribollenti di piacere?
Mentre facevo questi pensieri, complice il caldo che mi aveva mandato gli
ormoni in ebollizione, iniziai a carezzarmi il clitoride dapprima con una, poi
con due dita, finchè non iniziai a bagnarmi. Ma non mi bastava ancora, e
l'occhio mi corse alla borsa vicino alla sdraio: si intravedeva il vibratore
che mi portavo sempre dietro. Allungai la mano nella borsa e, preso il
vibratore, mi sistemai sulla sdraio, tirando su le gambe e mettendo i piedi sui
braccioli; in tal modo ero con le cosce spalancate e con la mano sinistra
infilai il vibratore nella fica mentre con la destra mi sgrillettavo il
clitoride. Mi sentivo oscena in quella posizione, ma nonostante ciò mi
eccitasse al massimo, e nonostante mi stessi fottendo furiosamente con
l'arnese, non riuscii a raggiungere l'orgasmo. Era l'ennesimo tentativo
frustrato di godere, e non ne potevo più. Forse lo stress era un alibi che ci
eravamo creati, pensai allora, e la mia resistenza a venire mi aveva fatto
desiderare meno il cazzo del mio uomo, o forse, chissà , non gli interessavo più
come prima… Basta, pensai, qui bisogna fare qualcosa. Ho troppo bisogno di
essere scopata a dovere, di sentirmi l'oggetto di piacere del mio uomo, e lui
ha troppo bisogno di avermi lì, pronta a soddisfare tutte le sue voglie… Presi
il telefono e chiamai lo studio della mia ginecologa, sperando di trovarla
libera da visite. Era da qualche mese che non andavo al suo studio, così spesi
un po' di tempo a spiegarle la situazione. Per fortuna è anche un'amica e sa
ascoltare, per cui, dopo una mezz'ora circa di chiacchierata, nel corso della
quale le espressi tutti i miei dubbi e le mie perplessità , mi disse:
"Forse una persona che ti può aiutare c'è, anche se non la conosco
direttamente." "Ma va'?" "Certo: è una mia collega che ha appreso
alcune tecniche, per così dire, alternative, di supporto e stimolo all'attivitÃ
sessuale, ma non ti so dire nel dettaglio di cosa si tratti. Comunque varrebbe
la pena di farle visita, non fosse altro che per provare a vedere se può essere
utile. Ho avuto il suo biglietto da visita nel corso di un congresso".
Così mi feci dare il numero di telefono della sua collega, promettendo alla mia
amica che le avrei sicuramente fatto sapere com'era andata, e mi apprestai
speranzosa a telefonare per avere un appuntamento. Chissà quante donne avranno
bisogno di lei, pensai, mentalmente rassegnandomi ad una lunga lista d'attesa.
Invece la segretaria mi diede appuntamento per il lunedì pomeriggio successivo.
Considerato che eravamo ormai a venerdì, non avrei potuto desiderare di meglio.
Lunedì pomeriggio mi preparai per recarmi allo studio della ginecologa
consigliatami dalla mia amica. Dopo la doccia, mi infilai un paio di mutandine
senza elastico, di quelle che si allacciano e sciolgono ai fianchi (le
preferisco per praticità specie per queste visite, e poi si è così goffi quando
ci si sfila gli slip); mi misi un vestito bianco di lino, che si sfila subito
per la visita, e un paio di infradito dorati, nuovi di zecca. Un'ora dopo
suonavo al citofono dello studio; la segretaria mi aprì il portone; quando
entrai nell'anticamera dello studio, la premurosa segretaria, una bella ragazza
bruna di origine asiatica, mi fece accomodare in una sala bianca, con divani
bianchi, aria condizionata, qualche pianta e musica di sottofondo. La ragazza
si dispiacque che io dovessi aspettare un poco, ma del resto ero in anticipo…
Mi stupì il fatto che in sala d'attesa ci fossi solo io. La dottoressa, mi
disse la segretaria, aveva aperto da pochi mesi, e tra l'altro eravamo in
estate, con molta gente in vacanza; senza contare, aggiunse maliziosamente, che
molte donne hanno qualche difficoltà ad ammettere di aver bisogno di aiuti, per
così dire, specialistici. Lì per lì mi diede l'impressione di essere stata
beneficiata anch'ella dell'aiuto della sua principale, ma non indagai.
Aspettavo solo il mio turno. Il mio turno non tardò ad arrivare: meno di
mezz'ora dopo fui chiamata. La dottoressa si presentò: potevo chiamarla Elisa,
per nome, e mi disse di darci del tu. Si capiva che aveva intenzione di non
mettere a disagio le sue pazienti. La prima mezz'ora la passammo a parlare di
me: nel corso della chiacchierata Elisa compilò la cartella personale, con
tutta la mia anamnesi, eventuali ricoveri, interventi chirurgici (figurarsi: il
massimo di frequentazione con l'ospedale fu una medicazione al pronto soccorso
cittadino per una caduta da bicicletta a dodici anni!) e altre notizie di rito.
Poi passò a chiedermi della qualità e della varietà dei rapporti sessuali con
il mio compagno, e lì le parlai di tutto, compreso della circostanza di qualche
giorno prima che mi aveva portato a telefonare alla sua collega, che a sua
volta mi aveva indirizzato a lei. "Evidentemente non si tratta solo di un
calo del desiderio. Rischia di innescarsi una spirale perversa che potrebbe
portare, da una parte, te a richieste sempre più estreme per raggiungere
l'orgasmo, e dall'altra il tuo compagno sempre più lontano perché non riesce a
soddisfarti, o perché ti vede indesiderabile". "E quale soluzione
proponi?" "Fare tu il primo passo e renderti di nuovo desiderabile.
Certo, per far ciò devi mettere qualcosa di nuovo nel rapporto, e io sono qui
per insegnartelo. Devi far uscire fuori la parte più nascosta e inconfessabile
di te, e io mi limiterò ad aiutarti a farla uscire. Non posso darti io quello
che non hai" "Sì, ma come faccio?" "Ora vedrai. Preparati
per la visita" La prima sorpresa la ebbi quando vidi il lettino: non era
in posizione angusta e defilata dietro al paravento, ma al centro dell'altra
stanza che costituiva lo studio; non era il solito freddo lettino, ma aveva un
morbido schienale imbottito ed era coperto di tessuto di cotone bianco
intercambiabile. Anche i divaricatori per le gambe erano imbottiti, per non
lasciare segni. La seconda sorpresa fu che la sala dove stava il lettino era
completamente a specchi, per cui, essendo il lettino girevole, in qualunque
posizione fosse, ci si poteva specchiare. Quando mi fui sfilata il vestito e
sciolta dai fianchi le mutandine, rimasi in piedi a guardare la stanza. Elisa mi
raggiunse e mi disse di stendermi sul lettino. Mi accingevo quindi a sdraiarmi
sul lettino, quando Elisa mi osservò. "Puoi togliere i sandali, se
vuoi", disse "No, preferisco tenerli" risposi. "Anche il
mio compagno mi preferisce così quando mi fa sua…". Elisa, incuriosita,
chiese: "Avete un rituale, per caso?" "Non proprio, però ho una
collezione di infradito che, a seconda di quali mi metto, costituiscono una
sorta di segnale in codice". "Questa è nuova. E quale sarebbe?"
"Beh, ad esempio, io quando torno a casa dal lavoro, se non aspetto visite
giro spesso per casa completamente nuda, anche d'inverno, perché mi piace, e
perché così sono immediatamente disponibile per il mio uomo quando torna dal
lavoro. Così, se per esempio, giro per casa con i sandali di cuoio da schiava,
a cui in genere accoppio una sorta di perizoma da alzare per scoprire quello
che ho sotto, il mio uomo sa che voglio essere posseduta in maniera autoritaria
e mi rende sua schiava; similmente, se giro con degli infradito rossi, voglio
essere sottoposta a pratiche di sesso insolito: così, ad esempio, quando lui
sta guardando la televisione, io mi metto carponi su un tavolino di fronte a
lui, offrendogli i miei due buchi: a sua scelta può decidere di stimolarmi il
clitoride, e qualche volta mi infila nell'ano un vibratore, oppure posso
rimanere tutta la serata così. L'unica cosa è che non devo mai voltarmi, ma
solo attendere il modo c "Sì, scusa
l'interruzione, ma ti sei spiegata perfettamente. Insomma, il tuo godimento sta
nell'essere il suo oggetto di piacere?" "E lui il mio, perché mi
gratifica di un magnifico fallo che, non faccio per vantarmi, ma mi dà ore di
godimento continuo…" "Ho capito. Ora fatti visitare" Mi sedetti
sul lettino e appoggiai le gambe sui divaricatori. Elisa li allontanò tra di
loro e io potei guardarmi allo specchio. Ero completamente spalancata, pronta a
farmi visitare. Curiosamente quella vulnerabilità non mi dispiaceva. Elisa, con
mosse abili, dopo essersi infilata i guanti, mi lubrificò la vulva e mi inserì lo
speculum per esaminarmi. La visita durò un quarto d'ora buono, e con due dita
mi esaminò pure il retto per verificare la presenza di lesioni.
Complessivamente stavo bene, e lei mi disse: "Per la seconda parte della
visita devo prepararti un po' per renderti appetibile". "Va
bene", dissi io, "ma come?" "Ora vedrai". E così
facendo chiamò la sua efficiente segretaria, la quale si presentò vestita con
un corpetto di plastica trasparente senza nulla sotto, e un paio di scarpe,
sempre trasparenti, con il tacco alto. Ora si spiega la sua allusione di prima,
pensai… La collaboratrice estrasse da sotto il bordo del lettino una specie di
catino che si posizionò sotto le mie parti intime. Poi, preso un pennello,
iniziò a insaponarmi i peli del pube. Elisa nel frattempo preparava un clistere
"Per pulirmi bene tutta", disse. Il clistere mi fu inserito nello
sfintere prima che l'assistente si desse da fare con il rasoio. Mentre la mia
fica veniva rasata sentivo il liquido riscaldarmi le mie viscere. Era una situazione
piacevole e rilassante: sentivo tutto il contenuto del mio intestino scendere
verso l'uscita liberatrice del mio buco del culo, che aspettava solo di essere
liberato dalla canna del clistere. E così fu. Quando fui completamente rasata,
l'assistente allungò da sotto il letto un rubinetto flessibile da cui uscì
acqua tiepida. Mi estrasse la cannula dall'ano e mi sciacquò la fica mentre
liberavo il mio intestino. Fui accuratamente sciacquata e asciugata. Elisa mi
disse: "Guardati, ora". Mi guardai allo specchio: ero completamente
aperta e al centro delle cosce, dove prima spiccava un bel boschetto di peli
castani, c'era il rosa della mia carne e il rosso della mia fica. Cominciavo a
sentirmi eccitata. "Bella", dissi. "Se fossi uomo mi scoperei fino
a vuotarmi i coglioni…" "Per quello c'è tempo. Adesso che sei pronta
possiamo iniziare". La segretaria mi venne al fianco e iniziò a
massaggiarmi le tette e i capezzoli con ritmo lento e circolare, mentre la sua
bocca si avvicinava alla mia. Quando fummo vicine, tirai fuori la lingua e
iniziammo un lungo slinguamento reciproco. Contemporaneamente, Elisa tirò fuori
un barattolo di vaselina e iniziò a lubrificarmi il buco del mio culo. Iniziavo
a provare una sensazione di passività molto eccitante, ed ero mentalmente predisposta
a sottopormi a tutte le fasi del trattamento, anche se ancora non avevo idea di
come si sarebbe svolto. Una volta lubrificato, Elisa prese un cilindro dal
cassetto delle apparecchiature. Era un cilindro arrotondato in punta per
facilitarne l'inserimento, e all'interno aveva una vite che ne permetteva, a
differenza dello speculum, l'allargamento in tutte le direzioni. Me lo fece
scivolare nello sfintere, mentre dalla fica iniziava a colare l'umore, e iniziò
a girare la vite per allargarlo. "Fermati", le dissi, "comincia
a farmi male". "Va bene", rispose. "Ora è lì, me lo
chiederai tu di allargarlo". Poi disse: "Adesso ci mettiamo in
libertà ", e nel far ciò si sfilò il camice sotto al quale era
completamente nuda. "Kim, per favore…" disse alla segretaria (così
seppi anche come si chiamava), e anche lei fu svestita. Eravamo tutte e tre
nude, e Elisa e Kim erano disposte ai miei lati. Mentre Elisa iniziava un
ditalino sulla mia fica, Kim riprese quindi lo slinguamento, che mi aveva
inturgidito i capezzoli e gonfiato il clitoride. Kim doveva aver intuito i miei
pensieri, perché scivolò verso la mia fica. Mentre Elisa continuava a
sgrillettarmi il clitoride, Kim iniziò a mettere due dita nella fica e a fare
dolcemente dentro e fuori. Poi le dita divennero tre, e quando Kim arrivò a
tutta la mano, Elisa reclinò lo schienale del lettino e si mise in ginocchio
con le gambe aperte sulla mia faccia, mi prese per le caviglie e mi sollevò le
gambe, sempre tenendole aperte, sì da permettere a Kim di fottermi comodamente
con la mano. Iniziava a montarmi lentamente l'orgasmo, lo capivo dalle
contrazioni che dal basso ventre si dipartivano in tutto il corpo. Avevo voglia
di provare qualcosa di più, perché sentivo sciogliere i miei freni inibitori.
Esser Sdraiata sul lettino,
completamente aperta, fottuta in fica con la mano che ormai era arrivata al
polso e sottoposta a quell'agonia anale, mentre la fica di Elisa sbrodolava
sulla mia faccia il suo umore, tanto era eccitata anch'ella nel guardare quella
scena di piacere puro, godevo nell'essere completamente dominata e usata per i
giochi di quelle due porche. Scommetto che lo studio era una scusa per
sottomettere ignare pazienti nei loro giochi. Bene, per quanto mi riguarda, lo
spadroneggiamento su di me poteva continuare, perché più venivo sottomessa e
più godevo. Ormai il dolore al culo era passato, quindi era giunto il momento
di farsi aprire ancora, e lo chiesi. A Kim non parve vero di potermi
accontentare, e allargò di un paio di centimetri buoni, poi disse, guardando il
regolo dell'arnese: "Wow, quasi undici centimetri!" "Un altro
centimetro ed è il nostro record", disse Elisa "E tu arriva a
tredici", dissi io. "Non sono mica una sciacquetta frigida come le
altre tue pazienti. Io sono una VERA troia e voglio essere trattata come si
deve". Dovetti aver colpito nell'orgoglio Kim, perché allargò al massimo
l'arnese e disse: "Mi dispiace, corsa finita…". "Per ora va
bene", risposi, "poi vediamo". Ormai ero al culmine
dell'orgasmo, e il culo doveva essere mostruosamente dilatato. Mi tenevo a
fatica dall'urlare, quando, forse capendo quel che pensavo, Elisa mi disse:
"Se vuoi urlare, fallo. L'ambiente è insonorizzato, ma io risparmierei il
fiato per dopo…" "Per dopo?" pensai… Mentre pensavo a cosa
volesse dire, Elisa scese dal lettino e andò ad aprire una delle porte
mascherate da uno specchio. Fece un cenno a qualcuno fuori dalla porta ed
entrarono, così, nella stanza, due uomini (uomini? Superuomini. Per la voglia
di cazzo che nel frattempo mi era venuta forse potevano bastare…), uno bianco e
l'altro nero. "Sono gigolò professionisti e lavorano sempre in coppia. Non
parlano la nostra lingua, ma si fanno capire, quando vogliono…" disse Kim.
"Li hai provati", affermai io, sicura di non sbagliare. Lei fece un
altro di quei sorrisi maliziosi, mentre sfilava la sua mano dalla mia fica
slabbrata. "Adesso girati", mi disse Elisa, "così giochiamo
meglio". Obbedii. Offrii a tutti lo spettacolo del mio culo aperto dal
divaricatore, e, mentre i due stalloni mi sfoderavano le mazze davanti, sì che
io democraticamente potessi leccarmele un tanto per uno alternativamente, vidi
nello specchio Elisa che richiudeva il divaricatore e me lo sfilava. Per
quant'era dilatato potevo sentire l'aria sulle mucose del mio retto, ma Elisa,
guardando il lavoro che era stato fatto al mio culo, disse a Kim: "Quante
volte ti ho detto che devi imparare a fare i lavori come si deve?";
"Ma signora, le ho quasi sfondato il culo per come l'ho aperta".
"E invece no. Vuole essere trattata da troia? E allora g Elisa disse: "Ti senti un oggetto di
piacere, ora?"; "Sento che potrei fare le cose più porche senza
sentirmi in colpa, anzi andandone fiera". "E ora?" disse
allargandomi il culo ulteriormente. "AAAh!" urlai. "Male?".
"Nooo. Godo come una baldracca. Mi avete trasformato in oggetto di
lussuria" ormai gridavo e non mi tenevo più. "Che cazzo fate voi due,
stronzi? Voglio sentire la sborra nel culo". Elisa fece cenno ai due che,
ormai, stavano sul punto di venire. Indirizzarono i loro cazzi verso i miei due
buchi. "Fatemi quello che volete ma fatelo. Ho bisogno di essere
sottomessa alle vostre più sporche voglie". E così fecero: sentii la loro
sborra centrarmi nel culo e nella fica, e scendermi giù per le gambe. Quindi
Elisa lasciò andare il culo che si richiuse con un colpo secco, e sfilò il
divaricatore dalla fica. "Sei stata bravissima, adesso ti cedo a loro
perché mi hanno detto che sei meglio della loro bambola gonfiabile", mi
disse E i due non tardarono a rendermi la
loro schiava di sesso: mi fecero tirare su, e con un gesto brusco il nero mi
piegò in avanti. Prima che avessi il tempo di pensare qualsiasi cosa, avevo un
cazzo in bocca e uno in fregna, che sguazzava felice negli umori di cui era
impregnata. Tenendomi per i fianchi, il nero mi sbatteva ritmicamente. Si
capiva che, se io godessi o meno, gliene fregava nulla. Aveva trovato un buco
da riempire di sborra, e tanto gli bastava. Però volevo sentire anche come mi
sbatteva il bianco, per cui feci cenno ai due di scambiarsi di posto. Bocca o
fica a loro non interessava, per loro ero solo un oggetto con tre buchi, e
quindi fu il turno del bianco di scardinarmi le labbra della fica, mentre
assaggiavo la mazza nera umida del mio brodo vaginale. Il gioco parve
divertirli. Mi sbatterono a turno, dandosi il cambio, finchè non ritennero
opportuno il momento di riempirmi contemporaneamente. Allora mi venne un idea,
e feci cenno ai due maschi di seguirmi nello studio attiguo, perché avevo
bisogno del telefono. Era un momento troppo bello per godermelo da sola…. Presi
il telefono, e mentre dalla saletta del piacere venivano i gemiti delle due
troione che stavano fottendosi con la mano a vicenda, composi il numero di
cellulare del mio uomo. A quell'ora stava tornando sicuramente a casa, ed era
bloccato nel traffico di ritorno. Infatti mi rispose dall'autovettura.
"Pronto?" "Amore, sono io…" "Che voce strana che hai,
ti senti poco bene?" "No, sto benissimo. Sto provando il piacere di
essere schiavizzata da due cazzi magnifici, sottomessa ai loro voleri"
"Cazz.. Ma cosa dici? Se sei diventata un ghiacciolo…" disse "Lo
vedrai. Intanto sono stata fottuta con la mano dalla dottoressa, mi hanno
allargato il culo e la fica con un divaricatore e con le mani e nemmeno tu mi
hai fatto sentire così troia". "Ma non dici sul serio…"
"Pensala come ti pare, ora mi sto apprestando a prendere due nerchie
contemporaneamente, in culo e in fica.". "Ma cosa…". Feci cenno
di essere pronta, e il nero mi prese, da dietro, sollevandomi per le gambe
appena in prossimità delle ginocchia, sì da aprirmi. "Adesso sono
sollevata da terra con le gambe aperte. Un negro sta per sbattermi e un bianco
mi sta mangiando con gli occhi perché sa che tra poco sarò sua. Non capiscono
quello che dico, ma non me ne frega. Parlano i loro cazzi. Sono tutta nuda e
porto gli infradito nuovi che abbiamo comprato sabato. Volevo usarli per te, ma
ora sono tutti per loro…". "Troia!" mi disse. "Sì, troia e
oggi pure rotta in culo. Adesso mi sta facendo scendere sul suo cazzo dritto e
la mia fica depilata che semra quella di una bambina è spalancata di fronte al
bian.. AAAH! L'ha messo tutto dentro. Sono piena di cazzo. Sono felice, mi
hanno preso in mezzo e mi stantuffano nei buchi a ritmo alternato…"
"Puttana", mi disse, "te la farò pagare". "Fammela
pagare come sai… mi lascio un po' di voglia, così potrò godere di quando
stasera sarò completamente sottomessa ai tuoi voleri". "Puoi
giurarci, zoccolona baldracca". Quelle parolacce che capivo solo io, e non
i "Non importa. Stasera avrai il
resto". E attaccò. Era un peccato veder gocciolare quei due bei cazzi, per
cui mi chinai e li ripulii per bene con la lingua. A un certo punto gli urli
che venivano dall'altra stanza, dopo un picco, sicuramente coincidente con
l'orgasmo che si erano reciprocamente date la dottoressa e l'assistente, cessarono.
Sentii Elisa che mi chiamava: "Com'è andata?". "Benissimo,
direi. Non mi sono sentita così usata da tempo.". "Ora ti senti
pronta?". "Beh", dissi io, che ormai ci avevo preso gusto,
"non vorrai mica farmi andare via senza un bel finale tutti insieme…"
"Certo che no, se ti fa piacere". Allora feci cenno a Kim di
lasciarmi il lettino, e, alzato lo schienale, rimisi le gambe sui bracci
divaricatori. "Adesso sono schiava dei vostri più perversi pensieri, tanto
io sto qui a subire". Non se lo fecero dire due volte: mentre Elisa mi
rimise le mani nel culo per riaprirmelo, e Kim tornò alla carica col
divaricatore nella fica, i due stalloni si masturbarono addosso a me (ma quanta
sborra nelle palle avevano questi due?) e mi annaffiarono un paio di volte ciascuna.
Elisa, nel frattempo, aveva preso un divaricatore permanente, di quelli che si
usano in sala parto, e lo aveva usato per tenermi aperto il culo. Ormai il loro
dominio era totale, e urlai: "Sono la vostra schiava! Spadroneggiate su di
me, usatemi come il vostro cesso!!!"
E infatti, iniziarono i due maschi, ai miei due lati, terminata la
sborra, a pisciarmi addosso. Il piacere che mi dava era indescrivibile, stavo
scendendo negli abissi della zoccolaggine ed ero disposta a vantarmene, anche.
Mi girarono intorno, sempre pisciandomi addosso, e non mancando di irrorare
abbondantemente i miei due buchi, aperti come due cloache. Nel frattempo. Kim e
Elisa erano salite a cavalcioni sopra di me, e mentre la prima mi pisciava in
faccia, la seconda, calibrando il getto, stava facendo cadere il proprio
liquido dorato sopra la fica. Quello che cadeva, senza l'effetto frenante dei
peli, scivolava nel culo. I due maschi finirono l'opera pisciandomi sulle
gambe, sui piedi e sui miei infradito. Alla fine ero completamente fradicia.
Kim e Elisa, quando ebbero svuotato le loro vesciche, scesero dal lettino e si
disposero ai due spigoli della spalliera. I due maschi mi presero le gambe e le
sollevarono, sì da scoprire meglio la vista del mio culo. "Guardati ora, che
ne pensi?" disse Elisa. Una felicità estrema mi pervadeva: di fronte a me
vedevo quattro cacciatori intorno alla loro preda, una preda ridotta in
schiavitù, presa nella posa più umiliante per una donna, con le gambe
completamente aperte ad offrire il proprio culo e la propria fica, slargati,
deformati e violati oscenamente per il loro piacere, e la preda ero io, lì,
sporca di sborra e di piscio, che avevo fatto da paziente, da bambola e alla
fine da cesso, con il dorato dei miei infradito che risplendeva nella luce
tardo-pomeridiana. "Credo di essere
diventata una schiava perfetta", dissi. "Non ci sei diventata, c'eri
già ", mi disse, mentre i due maschi si congedavano e Kim mi sfilava i
divaricatori. "Te l'ho detto, io ho solo fatto uscire la tua parte nascosta,
se non fossi stata predisposta non avresti combinato tutto quello che hai
fatto. A proposito, è tutto registrato da una videocamera nascosta. Ora vatti a
fare una doccia, che dopo ci vediamo nello studio di là . Kim si rivestì da
segretaria e andò a ricevere altri pazienti, mentre Elisa, reinfilatosi il
camice, andò al suo tavolo. Dopo essermi fatta la doccia, vidi che Kim aveva
lasciato sul lettino il divaricatore anale a vite. Chiuso era più piccolo di un
vibratore, e me lo feci scivolare nella borsetta. Poi andai da Elisa, che mi
consegnò la videocassetta e mi tese la mano. Adesso la foga era sbollita, ed
eravamo più calme. La salutai e lei mi disse: "Dopo quello che c'è stato
un bacio me lo puoi dare, no?" "Beh"… Neanche il tempo di
parlare e le nostre lingue si toccarono per mezzo minuto buono, dopodiché disse
al mio orecchio: "Guarda che il divaricatore non era lì per caso. E' un
gentile omaggio della ditta, e nessuna resiste alla tentazione di farlo sparire
in borsetta. Pagamento e fattura da Kim, prego" "Che bastarda",
pensai, uscendo "però credo di amarla" conclusi. Mi preparavo a una notte di fuoco, però mi
ricordai della promessa fatta venerdì. Allora telefonai alla mia amica ginecologa
e, mentre rispondeva, lo sguardo mi andò al divaricatore in borsetta. Lasciando
perdere quel che volevo raccontarle, le dissi "Stasera sei libera?".
"Sì, chiudo prima, perché?" "Allora sei a cena a casa nostra. Ti
devo raccontare della dottoressa che mi hai consigliato." "Ma se è
per questo possiamo vederci al mio stu…" "Niente ma, è deciso.
Stasera sei mia ospite". Sospirò. "E va bene, a stasera. Alle otto
come al solito?" "Vada per le otto. Ti aspetto". E ti aspetto
sì, pensai. Cento metri più a destra
c'era un negozio di calzature. Chiesi alla commessa un paio di infradito… Stefy
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15 anni fa
Simona,
42
Ultima visita: 9 mesi fa
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BDSM - la mia prima volta - parte seconda
A quel punto con modi bruschi mi fece alzare e mi tolse le manette dai polsi. Stavo nudo con gli occhi bassi a guardarla mentre mi girava attorno e mi colpiva con la sua frusta insultandomi.
A un certo punto venne verso di me e mi spinse fino a un cavalletto di legno posizionato verso un angolo della stanza.
Mi fece piegare in modo da avere le gambe e le braccia da una parte e dall’altra del cavalletto. Con calma ma con decisione legò le mie caviglie ai piedi del cavalletto e poi legò i polsi dall’altro lato.
Ero praticamente piegato a novanta gradi con mani e piedi immobilizzati.
Sentii lorna trafficare alle mie spalle per alcuni istanti poi apparve nel mio raggio di visuale. Indossava alla cinta uno strap-on nero di dimensioni assai più grandi del mio pene. Era maestosa, eccitante e spaventosamente determinata nello stesso tempo. Presto capii quale sarebbe stata la mia punizione. “Verme per punizione sfonderò quel tuo bel culetto! Scommetto che nessuno mai te lo ha infilato nel culo fino ad ora!â€.Io me ne stavo zitto e eccitato con il cazzo che premeva nella cintura di castità da una parte e dall’altra avevo paura delle conseguenze di questa situazione. Avevo sempre pensato che solo i “froci†se lo facevano mettere nel culo. La sola idea, solitamente, mi provocava disgusto; ma in quella situazione mi sentivo tremendamente eccitato. Lorna mi diede una frustata fortissima sul culo “Animale che non sei nemmeno capace di leccare ... sto dicendo a te ... lo hai mai preso nel culo?†“Noâ€, dissi io ... e giù altre tre frustate fortissime sul mio culo. “No, Padrona devi rispondere lurido schiavo!†disse lei. “No, Padrona “ ripetei io come un bravo scolaretto. “Bene! Allora il compito di sverginartelo e sfondartelo tocca a me†ridacchiò Lorna. Tornò alle mie spalle e sentii che mi stava lubrificando il buco del culo a tratti infilandomi una delle sue dita per alcuni centimetri. Proseguì per diversi istanti con movimenti molto calmi. Mi sentivo imbarazzatissimo, sentivo la faccia come pervasa da un fuoco ma nello stesso tempo ero talmente eccitato da sentire il mio pene esplodere. Finito di lubrificare il mio culetto vergine Lorna tornò davanti a me stando per alcuni secondi immobile. Vedevo il pene del suo strap-on davanti ai miei occhi: era di cuoio nero, lucente e , sinceramente, di dimensioni notevoli. Lorna faceva ondeggiare il suo pene davanti alla mia faccia, poi iniziò a strofinarmelo sulle guance, sulle labbra ... finchè me lo infilò in bocca e inizò a farlo andare avanti e indietro nella bocca. “Lurida puttana di uno schiavo! Avanti fai un pompino alla tua Padrona†Urlò mentre con una mano teneva la mia testa alzata e ferma e spingeva sempre più giù nella mia gola il suo pene. A un certo punto, sempre tenendomi la testa immobile, mi infilò quasi tutto lo strap-on in gola e lo mantenne fermo. Mi mancava il respiro, avevo quasi il vomito, non ce la facevo più; cercavo di divincolarmi ma lei spingeva sempre più forte la testa verso il suo pene. “Puttana ti piace farti fare i pompini eh? Adesso tocca a te ... vedi quanto é piacevole? Sei la mia puttana. Di te posso fare qualsiasi cosaâ€. Finalmente liberò la mia bocca e potei respirare affannosamente. Mentre ancora cercavo di riprendermi mi ordinò: “Adesso leccalo, voglio che tu mi faccia un pompino a regola d’arte!†Sempre più imbarazzato ma, oramai, soggiogato inizia ad avvolgere cone le mie labbra quel mastodontico pene e a fare del mio meglio nell’arte del pompino. Dopo alcuni, interminabili, minuti Lorna mi gelò il sangue: “Adesso é l’ora della tua punizione verme!†Estrasse il pene dalla mia bocca e si portò alle mie spalle. Con le dita si divertì a solleticare il mio ano e a penetrarlo alcune volte e poi, tutto ad un tratto sentii una scossa partire dalla schiena verso il mio ano e un dolore fortissimo; Lorna era entrata prepotentemente nel mio culo, fino ad allora, vergine. Iniziò a stantuffare sempre più velocemente e sempre più a fondo. Mi sentivo un fuoco, sentivo un dolore lancinante provenire dal mio ano ma ero immobile, legato, impotente di fare qualsiasi cosa. Cercai di divincolarmi ma senza riuscire; emisi alcune urla di dolore, vero dolore ma Lorna mi zittì subito aumentando il ritmo della cavalcata ...Piano piano il dolore cessava e lasciava il posto all’eccitazione; iniziavo a provare piacere in quella situazione. Imbarazzo, eccitazione, piacere ... “Puttana te la stai godendo! Lo sapevo voi schiavi siete tutti uguali; siete tutte puttane vogliose di farsi scopare dalla Padona. Dimmelo che ti piace puttana!†e riprese a frustarmi sulla schiena e sul culo. “Puttana! Puttana!!†A un certo punto, venni: sentii uno scroscio di sperma uscire dal mio pene imprigionato nella cintura di castità . Lo sentivo uscire ma non provavo quel piacere tipico “del venire†a cui fino allora ero abituato. Il piacere si era trasferito al mio ano; lo sperma semplicemente colava fuori dal mio pene. Lorna si accorse di quella situazione e con una mano tastò la cintura di castità umida. “Sei una grandissima puttana†disse ridendo “ ... lo sapevo che ti sarebbe piaciuto. Altro che punizione. Troia. D’ora in poi sarai la mia troia!†Estrasse il suo pene dal mio ano e venne davanti a me facendomelo annusare. “Senti come puzza? La prossima volta che ci vediamo voglio che il tuo culo sia pulito e profumato cone un fiore altrimenti dovrai ripulire il mio strap-on con la tua lingua. RICORDATELO BENE SCHIAVO†Lorna iniziò a slegarmi; finalmente potei alzarmi eretto. Mi sentivo dolorante da tutte le parti (culo in particolare) ma piacevolmente soddisfatto. A quel punto prese la chiave dal suo collo e aprì il luccetto che chiudeva la cintura di castità . Finalmente il mio pene era libero! “Marco adesso puoi rivestirti e se ti é piaciuto possiamo rivederci martedì sera†mi disse “Adesso ai capito cosa mi piace e quale sono i ruoli. Se sei disposto possiamo continuare a vederci. Adesso dipende da te. Io sarò la tua Padrona e tu lo schiavo. Tu apparterrai a me e verrai addestrato per eseguire tutti i miei ordini e capricci. Sei disposto?†Inutile dire che la mia risposta fu “Sì†ma questa é un’altra storia ... CONTINUA By Marco_capp
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15 anni fa
AdamDTS,
32
Ultima visita: 18 ore fa
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Alessia
Ho la visione di te.
Che mi lascia camminare dritto sull’acqua. E volgere basse le mie ali nere. Per inoltrarmi nel fondale.
Ho l’odore di te.
Che mi tormenta, che mi cammina dentro peggio che un’edera in rivolta. Il nostro è un gioco di rivoluzioni e stiamo fermi solo per gli altri che non ci comprendono, intanto noi nutriamo affondi e ricognizioni, intanto noi così tangibili, con la certezza di nessuna contrizione.
Ho questa carezza di te.
Che è anima cruda per ogni mia venatura e mi vomita in faccia indomabili ebbrezze.
Il nostro è un non-gioco di vibrazioni e siamo insipidi solo per chi non si coagula a sfacciate gradazioni.
Alessia si lascia camminare.
E la mia mano è così accurata che pare guarirla graffiandola.
Alessia mi costringe ad infrangere ritmi regolari, normo-deglutizioni. Innescato. Voluto. Noi.
Io e Alessia. che strana alchimia.
Ti guardo e ti rendo complice.
Mi guardi e mi porgi sconfinamenti.
Come chiudersi a chiave in un angolo rosso e iniziare a leccare sangue lacrime e voglie, come dimenticare il nome di una bambola parcheggiata al fianco di una normalità perché così lei ha voluto.
Come tutto ciò che ora voglio, nell’istante che tu condividi, strapparti di dosso pudori e brandelli d’inferno, farne porte che s’aprono.
Ti monto sopra senza darti tempo. Ti sorprendo in un alcolico ‘alza il volume angelo’.
Masturbami la bocca, ora non chiedo altro.
Balliamo dall’alto di una panchina.
Io eretto, tu armonica nei tuoi sbandamenti, con dita a pressione sui miei jeans, che scivolano in base ai camminamenti che pretendi, che offrono ancora per poco odore di stoffa misto a carne; spingi la testa contro la mia pancia, facendo della tua lingua una dolcezza feroce.
Stai attenta a non lasciarmi invisibili ferite. Vuoi che la tua bocca sia tanto gonfia e viola quanto dolorante. Madida quanto la mia, sotto la pressione delle mascelle che si serrano per la tensione.
C’è solo luce opaca intorno e silenzi taglienti in lotta con atti carnali urlanti. Lo sento il tuo timido tremare. Eppure talmente sfacciato da sembrare orfano. Non posso scivolare e svanire con te epidemica, così calda. Ed ora la mia violenza romantica mi vuole fragile, scosceso. E scosciato. Mentre m’inarco di più la tua gonna s’alza e scandisce giochi di pelle, stammi addosso, più vicino, ancora più vicino.
Io e Alessia. che densa patologia.
Io e Alessia nuotiamo tra musica ipnotica e scarpe viola. Ti succhio e la tua pelle è tesa e la mia pelle è tesa. Un’auto si ferma vicino noi. Vetro che s’abbassa filtrando nostra impalpabile indifferenza. Una donna ci chiede di unirsi, io e Alessia facciamo cenno di no, curandoci debolmente della sua smorfia non compiacente. Riappropriandoci subitanei della nostra amalgama. Ora la sua gola che abbraccia il mio cazzo è come un’arma, basterebbe premere il grilletto e sarei carne rossa tra le sue mani, incosciente trapezista dalle ali spiegate. Interseco dita tra le ciocche dei suoi capelli, li stringo come fili densi in amore, non me ne distacco.
Il legno della panchina pare scheggiarsi ad ogni movimento, ora che la sollevo e la bacio, ora che i nostri petti coincidono, che le sue braccia si adagiano sulle mie spalle. Fatti vibrare.
Io ora rannicchiato nell’angolo più acuto di me, a guardarla sorridermi.
Mentre ancora chi passa vorrebbe stare nelle nostre scarpe violate e lasciare medesime impronte. Solchi in labirintici sapori. Alessia facciamo l’amore, facciamolo qui, facciamolo ora.
Lascia scorrere una mano sotto la mia maglietta. L’alza. La sfila.
Io e Alessia sembriamo demoni in collisione, chiudiamo gli occhi…possedere il buio di un attimo e deciderne il ritmo. Dalla tasca del pantalone sceso sporge una penna, l’afferra, mi incide, l’inchiostro trafigge la mia anima calibrando spasmodici mancamenti e pensieri come fiati persi solo per impazienza, fuoriescono.
E vorrei le sue gambe rimanessero aperte per permettermi migliori accessi –confidenza, così la mia bocca tra capezzoli erti aprire la sua, per ore di conversazione a cielo pieno.
Ora non ci risparmiamo. Ci diamo in pasto come orgiastici folli umanoidi, ballando nei nostri pallori alcolici riflessi, esasperando turbamenti come aghi trasparenti che bucano fiumi neri. Ho voglia di sentirmi impotente d’uscire, preda alata irretita nell’intrico della tua tela, tu ragno ed io falena, noi consapevoli ingordi del nostro gioco di non-innocenza.
Balliamo per ore su questa panchina, sei bollente quando ti entro dentro, il culo aderisce perfettamente al mio cazzo, mentre lascio scivolare le mie emozioni come vele gonfie di vento e senti più volte il mio sguardo fitto caderti addosso tra umori e brividi.
Alessia dice “Continua. Non ti fermareâ€.
Le nostre lingue come estensioni di carne trafitte da lame d’amore. O come meduse. Dalle quali farsi bruciare. Ti lecco dappertutto, senza dimenticare millimetri di pelle, nel percorso i miei denti disegnano perversioni, ho così voglia di fotterti e carezzarti, ho così voglia di berti, di sentirti lucida e ubriaca, come se ogni sfiorarci fosse trappola per caderci a fondo. Lo schienale della panchina sembra fatto apposta per appoggiare braccia in tensione, Alessia si piega e mi dona ancora il culo. Sentirlo così aderente di schianto mi fa impazzire, mentre non c’è più vergogna se non nell’impazienza di volerne ancora. E ancora.
Incita le mie spinte come cavalcate sfrontate, incita a non fermarsi, istiga a metterci più forza, con foga mi afferra i fianchi da dietro, le prendo i polsi, li unisco in un’unica catena. Il buio ormai accompagna i movimenti, giostrandosi egregiamente tra riflessi scomposti di luna e di alberi, io e Alessia ancora giochiamo a metterci in gioco, più vividi e sfacciati che mai. Senza lesioni premeditate se non il nostro volerci.
Che importa quanto tempo è passato, chi ha guardato, chi ha goduto di noi, che importa se stiamo urlando in silenzio i nostri tachicardici svenimenti, se esageriamo di parole e gesti e suoni e sguardi. Che importa se mastichiamo con rabbia o dolcezza, se ci infiliamo foglie tridenti e perversioni tra le labbra, e mentre, ci strusciamo delirando come animali in anomalo accoppiamento. Lasciamoci infierire. Leggiamoci lentamente e perdiamo ancora il ritmo dell’inchiostro, mentre sento il tuo bacino modulare complici sinuosità .
Sembra piovere spilli leggeri, mentre Alessia mi fa' assaporare l’odore dell’erba bagnata di noi e mi sussurra ‘ti voglio’ e mi spinge la bocca nel verde scuro imperlato, prima di darmi un bacio.
Poi preme sul mio braccio, capovolgendolo. Mi monta sopra.
E si fa' puledra, succhiando dal ventre, vene gonfie. Godendo d’ogni mio respiro debole, d’ogni mio gemito in abbandono.
I suoi capezzoli intanto bucano l’aria. E le mie mani li afferrano, ne fanno motivo d’approvvigionamento.
Alessia si solleva un poco, mi vuole di fianco, anche lei sollevata, senza che smetta di cavalcare, le piace sfidarmi in posizioni complesse, tali da desiderare pause, perverse da non concederne.
Si sfila di scatto e si volta, ora la sua schiena batte sul mio petto, lo vuole aderente e preciso, sentirmi invaderle la pancia. Così che una sua mano possa far coincidere ballate tra gli orifizi e le spinte, dandomi modo di desiderare più accessi, alternando.
Alessia voglio sentirti godere mentre stringo muscoli precisi, avvolgendoti, mentre ti sono tanto dentro quanto mutui lo sono i nostri cervelli, e la carne pare corrodersi da quanto brucia. Noi liberi nel nostro famelico abbandono, noi così liquidi e densi al contempo, rappresi in lisergici abbracci.
Così rimaniamo fino a che piccole luci invadenti porgono il guanciale alla notte rapita.
Così persi. Nel piacere reciproco di chiudere occhi.
E dare ancora sfogo ad onde iniettate di giochi d’acqua spumosi.
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14 anni fa
belzebù,
53
Ultima visita: 1 mese fa
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Mia Moglie....Insospettabile....
Salve a tutti....quello che sto per narrare è un episodio di vita privata....che a me personalmente ha lasciato di stucco.....Tutto parte in una giornata di freddo inverno....Gennaio...pioviggina fuori e un freddo secco spacca in due....io vivo in montagna...ecco anche il motivo...delle temperature artiche!!!Mia moglie...è una bella ragazza...di 32 anni, molto in carne...con un gran paio di tette e un sedere....bello formoso....e molto carina e dolce....e a letto devo dire...che malgrado la sua mole....sa il fatto suo....Da tantissimo tempo si parla di un rapporto a tre di giochi vari...o con una donna o con un uomo...e lei in fase intima...magari lo desidera ma poi nn ne vuole sapere....si andava avanti cosi' per ore...mentre le scopavo tutta....ma subito dopo...nulla.Da un po' di tempo...da circa un mese...mia moglie non aveva piu' la stessa voglia di fare l'amore la sera si addormentava sempre e di giorno si faceva gli affari suoi....io non capivo cosa potesse essere...litigavamo spesso ma non capivo mai. In effetti visto che la mia lei non e una modella pensavo che era un momento cosi'...Io ho il vizio della caccia...mi piace tanto in mezzo alle foreste specialmente da solo, una mattina esco alle 4 per andare a caccia, da premettere che mia moglie...non mi ha dato mai modo di essere geloso sempre una bravissima moglie, cmq esco e mi avvio per circa 20 kilometri con la makkina insieme ad un mio amico d'ifanzia, arrivati sul posto...pero' la strada era franata provocando un incidente e siccome onestamente la giornata era iniziata maluccio io con il mio amico decidemmo di andare a trovare una vecchia amica per divertirci unpo' ( io non sono e non saro' mai un santo). Arrivati dalla nostra amicalei non c'era...mannaggia..e ora? da Premettere che si erano fatte le 7 quasi.niente facciamo cosi' torniamocene a casa dalle moglie e ci divertiamo li, visto che era domenica e non si lavorava tutto il giorno...Ok lascio il mio amico a casa e mi avvio verso la mia...Arrivato a casa mia nel cortile vedo un furgoncino del latte fermo davanti casa, mi sembra strano perke latte non ne mangiamo nessuno dei 2, poso la makkina in garage e salgo le scale interneper andare a casa, con le mie voglie addosso.Sento parlare dalla mansarda...ma non capisco cosa dicono....mi rendo conto che all'ultimo piano di casa mia le persone erano 3 o 4 compresa mia moglie, ma non capivo ancora...allora senza chiamare ad alta voce salgo le scale e piu' salivo e piu' sentivo che le parole erano volgari con alcuni gemiti....mamma mia dico che sta succedendo?Nella mansarda purtroppo le scale sono ripide e io di sotto ho capito cosa succedeva, era frenato...volevo andare su a spakkare la faccia a quei 2 che stavano con mia moglie, ma sentendo i gemiti di lei mi venne il cazzo durissimo....e non sali'....Allora mi arrampicai dall'altra parte della casa...e camminando sul tetto arrivai...alla finestrella della mansarda...mi misi in un angolo e vidi cose che no potevo mai pensare di vedere...Mia moglie seduta sul divano...ancora in pigiama...e 2 ragazzi ai lati...che le facevano ingoiare 2 grossi cazzi...e lei...che io avevo sempre pensato una donna modello e che difficilmente attrae un uomo visto che e grossa...era li aggrappata a 2 cazzi alla volta...a questo punto visto la mia posizione completamente nascosta...pensai una cosa...e velocemente scesi presi la videocamera...e risali...per riprendere tutto..ma ero eccitato come un animale...Al mio ritorno lei era senza pantaloni di pigiama..ed era con le gambe aperte con uno di quei due che se la leccava tutta mentre l'altro era in piedi con il cazzo davanti la sua bocca che gli scopava la gola...Sistemai la camera nel migliore dei modi e mi misi ad osservare toccandomi....e nello stesso tempo arrabbiandomi come un matto...I ragazzi erano diversi tra di loro...uno era alto e capelli lunghi sulle spalle..l'altre era bassino con la barba...e tutti e due erano ancora vestiti con il cazzo solo fuori.Cambiano posto a leccare mia moglie quindi si spogliano tutti....uno di loro aveva un cazzo enorme...saranno stati almeno 23 cm e una cappella cosi' grossa che mia moglie riusciva a malapena ad ingoiare, l'atro aveva una cazzo lungo si ma normale...Riuscivo a vedere mia moglie ingoiarsi quella cappella...e leccarsela tutta....e l'altro che la leccava e le infilava 2 dita in culo....e lei si dimenava tutta...io avevo il cazzo bagnato e in pietra....ma rimasi li...Ad un certo punto mia moglie si spoglia tutta....e subito i 2 le leccano le tette...lei prende il cazzo piu grosso...con le mani e lo tocca con la voglia di sentirlo in pancia...ma e l'altro ragazzo a mettersi seduto e invita la mia lei a sedersi sopra di lui...ed infatti 2 secondi dopo mia moglie...cavalcava come una troia....e con le due mani avvolge il cazzo enorme e lo succhia tutto...il ragazzo seduto sotto mentre la penera la masturba e lei...dopo pochissimo...gli dice che viene tutta e sta impazzzendo solo asentire 2 cazzi...a questo punto il ragazzo superdotato...la gira e la mette alla pecorina...gli va dietro e la lecca tutta mentre lei riprende in bocca l'altro cazzo...quando all'improvviso...ecco che l'enorme cazzo le punta la figa...il ragazzo e bravo perke non la penetra glielo fa desiderare..e lei che gli dice dai entralo dammelo...e all'improvviso dal forte strofinamento della cappellona al clitoride lei viene ancora....e in quel momento il ragazzo comincia piano piano a penetrarla...e lei stavolta salta e urla...dicendogli di fare piano che si sente aperta tutta.....ma dopo un po...il cazzone e in pancia e la pompa....e lei con il culo va all'indietro per prenderlo meglio dentro....sempre a continuare a succhiare l'altro....dopo una bella sbattuta...il cazzone esce dal culo...e ritorna nella sua bocca....e lei aprendo le gambe lascia spazio all'altro cazzo che la divarica tutta e la penetra ancora...e lei viene ancora...mettendosi un cuscino in bocca perche le gira la testa e ubriaca di cazzo..e io sto strappando i pantaloni...ho voglia di masturbarmi....e sborrare in 2 secondi...ma ecco che mia molgie fa mettere uno dei ragazzi a terra disteso e gli dice piano piano di infilarle il cazzo in culo...cazzo.,..voleva fare la doppia....allora quello normale piano piano le entra nel culo...e dire che il culo a me lo dava rarmente....quello grosso....prima un paio di volte si succhiava la cappella...e poi piano piano...lei mettendosi sdraiata sull'altro ragazzo apriva le gambe al cazzone...che appena le tocco' la figa....la feve venire ancora....era solo il pensiere che la faceva sborrare...fatto sta che i due la penetrano tutta...in coppia...e lei con il braccio sulla bocca gode da paura....dura per un bel po'....due pistoni la stavano straziando e lei veniva a ripetizione...aveva la fighetta tutta rossa...e lei era drogata di cazzi...uno dei due , quello normale, poi stava per sborrare allora lei....si mette a terra prende il cazzo lo porta sulla faccia...e comincia a leccarlo...solo con la lingua...fino a farlo esplodere...il ragazzo si mete le mani in faccia perke vorrebbe menarlo e sborrare ma lei vuole cosi'...a colpi di lingua....fino a che poggiandoci ulteriormente la lingua sopra il ragazzo sborra a fiumi....lavandole gli okki...la bocca e la lingua e colando sulle tette....il ragazzo e ammattito......sembrava la fine ache per l'altro quello con il gran cazzo...che si masturbava davanti a lei e stava skizzando quando mia moglie gli dice qualkosa...che nn capisco....lei si mette con le gambe allargate....e il cazzone la penetra...ancora....il ragazzo le dice che sta per arrivare..allora lei...gli esce quel kazzo che era lucido e bagnato...dalla figa..e se lo porta al culo..non ci potevo credere...quel kazzo grosso con la sola cappela lavrebbe sfondata...lo sfrega sul culo..e allora ilragazzo...piano piano vuole entrare ma lei grida forte...mi fai male...piano....il ragazzo ci mette la saliva...ma quel kazzo era enorme...e lei voleva provarlo...riappoggia la cappella sul culo...e piano piano con il cuscino in bocca soffrendo riesce a infilare la cappella...mia moglia muove la testa a destra e sinistra...la vedo che impazzisce...non si vuole fermare..ma il ragazzo tra poco la lavera' tutta...e con un altro colpetto di bacino...entra ancora cazzo....e rivine e ancora...il ragazzo nn ce la fa piu'..e le grida sto venendo sto venendo e lei gli risponde...si dai riempimi il culo tutto...dai...quello allora sborra....dentro il culo...e lei lo sente tutto e viene ancora anche lei...il ragazzo pompa ancora...ma lei non si e accrota...che quel kazzone e quasi tutto dentro al culo...il ragazzo continua finoa che non esce il cazzo provato e mezzo morto....e mia mglia con il culo ancora dolorante...sta ferma a terra....e si mette le mani in faccia tanto a goduto....e il bello e che dal culo non esce nemmeno una goccia tanto loa sborra earrivata forte...i ragazzi allora aiutano mia moglie ad alzarsi...lei si siede sul divano...i due la abbracciano e la chiamano per nome...quindi la conoscono gia...si rivestono...e vanno via...lei rimane un po' sopra poi va a fare la doccia...e a letto io rimango sopra il tetto poi faccio finta di tornare....la chiamo..e lei mi risponde si sono a letto nn sto troppo bene...certo dico io riempita in quel modo...salgo su...e lei e stravolta a letto..io faccio finta di nulla e le dico amore mio ho voglia di te....e lei mi risponde..caro nn sto tanto bene se per te va bene...te lo succhio un po' e ti bevo tutto, perke nn sto bene...mi fa male la schiena....sapete cosa ho fatto...?Mi sono sbottonato...le ho dato il mio cazzo in bocca...e dopo 3 ingoiate....lo fatta bere..e lei mi dice ma caro eri eccitatissimo come mai?a cosa pensavi?...Ma questo non lo sapra' mai......
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16 anni fa
trinita72,
37/31
Ultima visita: 3 settimane fa
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Dal ginecologo
Dal Ginecologo
Abbiamo 43 e 44 anni. Ambedue carini. Lei è una bella donna, ben messa sotto ogni punto di vista.
Mia moglie doveva effettuare una visita di controllo dal ginecologo, e prese appuntamento con un medico consigliatole da una vicina.
Mi chiese di accompagnarla
Era l’ultimo appuntamento della giornata in studio, e la paziente precedente, uscendo, disse a mia moglie che il medico l’attendeva in studio.
Io stavo leggendo, su una rivista in studio, un articolo su un giornale che mi interessava, e dissi a mia moglie di andare, che nel caso l’avrei raggiunta.
Finito l’articolo, rimasi sulla poltrona sentendo mia moglie che parlava rispondendo alle solite domande che un ginecologo pone prima di una visita.
Sentivo bene perché la porta era un po’ aperta. Il medico, credendo che mia moglie fosse venuta sola, una volta uscito nel corridoio per andare in un’altra stanza a fare non so che, l’aveva lasciata un po’ aperta, tanto era l’ultima paziente.
Dopo poco, sentii il medico dire a mia moglie di prepararsi per la visita.
Ci furono un paio di minuti di silenzio e allora mi alzai per raggiungere mia moglie in studio, ma una volta vicino la porta mi fermai perché sentii il medico dire: “Complimenti signora, come si mantiene bene, non dimostra affatto la sua età â€
Incuriosito, mi misi a guardare attraverso l’apertura della porta.
Mia moglie si stava spogliando, era in reggiseno e mutandine, e il medico dalla scrivania la stava osservando con una espressione piuttosto eloquente.
Mia moglie rimase un attimo così in piedi, e il medico, andandole incontro le disse “Si tolga il reggisenoâ€.
Lei si tolse il reggiseno mentre il medico le arrivò dietro dicendole: “Cominciamo con il controllo del senoâ€.
Iniziò a toccarle i seni da sotto, con molta delicatezza. Troppa, pensai.
I capezzoli di mia moglie si indurirono immediatamente.
Rimasi un po’ turbato da questo, non avevo mai assistito ad una visita del genere, e mi incuriosii.
Il medico continuò a palparle il seno per un bel po’, mentre mia moglie sembrava stesse un pochino in disagio, così in piedi, quasi completamente nuda, con il medico alle spalle.
La cosa andò avanti qualche minuto, ed io continuavo a guardare e ad aumentare la mia curiosità .
Dopo poco il medico chiese a mia moglie che poteva andare in bagno a fare la pipi se necessario, per procedere alla visita ginecologica.
Il bagno era in uno stanzino nello studio, e mia moglie entrò chiudendo la porta.
Vidi il medico avvicinarsi e chinarsi per sbirciare dal buco della serratura.
Cazzo, dissi tra me e me. Ma che sta facendo!.
Nello stesso tempo però non riuscii a muovermi per entrare e dire qualche parola al medico. Le pulsazioni mi stavano aumentando, e sentivo una strana sensazione, mai provata.
Mia moglie poco dopo uscì e il medico le chiese di togliersi le mutandine e di accomodarsi sul lettino.
Mia moglie si mise accanto al lettino e si sfilò le mutandine rivolta con le spalle al medico.
La scena mi colpì. Mia moglie mostrava un culo bellissimo che il medico guardava
senza essere visto da lei.
Ora era completamente nuda.
Iniziò a salire sul lettino e il medico con la scusa di aiutarla, le poggiava i palmi delle mani sulle natiche.
Una volta salita, le chiese di divaricare le gambe e poggiarle sui ferri del lettino.
Per aiutarla a venire avanti sul bordo, l’aiutò ancora una volta con le mani sul culo.
Tutto questo cominciava a farmi sentire una sensazione fastidiosa di gelosia, ma nello stesso tempo di piacere per quello che vedevo.
Prima di iniziare la visita, il medico disse “vedo che la sua vagina è bagnata, forse ci sono dei residui di urina, prendo un fazzolettino e l’asciugoâ€.
Mia moglie disse “mi scusi, mi sono pulita ma può darsi che non l’abbia fatto bene, ora provvedoâ€.
E il medico “ma no, si figuri, non si preoccupi e non si sposti dalla posizione, ci penso io†e prendendo un fazzolettino, cominciò a detergere la parte con molta delicatezza e attenzione, con il viso a pochi centimetri dalla fica di mia moglie.
Rimasi immobile con la sensazione già descritta, che aumentava.
Mia moglie sembrava anche qui a disagio, e tendeva a chiudere le gambe, come per un senso di vergogna.
Ma il medico continuava tranquillo a “detergere†la parte, con movimenti molto delicati, dicendo a mia moglie di divaricare le gambe.
Finito di pulire mia moglie, disse a quest’ultima “ora devo iniziare a visitarla, la prego di rilassarsi e di tenere le gambe ben aperte, non si vergogni, sono un medico.
Si mise seduto su uno sgabello con il viso di fronte la fica di mia moglie e iniziò infilandole profondamente il dito medio della mano destra nella stessa, e mia moglie, contraendosi un po’, disse al medico “scusi, ma non usa i guanti?â€
E già , pensai, forse questo tipo di visita si doveva fare così.
Ma il medico, tranquillo, le rispose “non si preoccupi, mi sono lavato bene le mani, e preferisco fare le visite senza guanti perché mi permette di sentire meglio la parte e valutare meglio la situazione â€.
Sentii il sangue ribollirmi dentro per il fastidio causato dalla gelosia di vedere un uomo, tra l’altro abbastanza carino, snello, distinto, infilare un dito nella fica di mia moglie. Anche se era un medico, trovavo la cosa fastidiosa per me.
Ma non riuscivo a pensare più di tanto, la scena mi dava fastidio ma nello stesso tempo, cosa che cresceva sempre di più, una sensazione di piacere e di erotismo che prevaricava tutto.
Mi accorsi che il mio pene era in erezione, ed in modo particolarmente forte.
Mia moglie non disse altro e il medico continuò nella visita, sfilando e rinfilando il dito come fosse un cazzo, toccando e ritoccando in modo delicato anche la parte esterna delle labbra.
Vidi mia moglie avere qualche piccolo sussulto, ma conoscendola, vidi il suo viso tranquillo ma un po’ diverso.
Il medico continuò a “starci abbastanzaâ€, su quella fica e disse “vedo che la sua lubrificazione funziona bene†.
“E ci credo†pensai tra me e me “se continui a scoparla con il dito!â€
Poi prese una lampadina tascabile e si mise a vedere bene con la luce, la fica di mia moglie, allargandogliela con un attrezzo metallico che doveva essere un divaricatore.
Poi continuò con il dito a “sfrugugliare†la fica di mia moglie, il cui viso si faceva sempre più disteso.
Con la scusa di controllare la posizione dell’utero, fece scendere mia moglie dal lettino, la fece mettere dritta in piedi con le gambe larghe e continuò a visitarle la vagina “da sotto†e da dietro , sempre con il dito medio, così con il palmo della mano le poteva tastare il culo.
Le mie sensazioni continuavano ad aumentare e iniziavo a provare un gusto che mi portò a toccarmi.
Oltretutto vedevo mia moglie tranquillamente muoversi ormai a suo agio
Con la scusa di dover controllare non so che, la fece mettere piegata con i gomiti sul lettino e continuò a visitarle la vagina.
Mia moglie messa così “a pecorina†era stupenda e quest’uomo che le stava dietro con il dito dentro a mo’ di cazzo era per me molto eccitante.
Per lo stesso motivo, le disse che gli dispiaceva doverlo fare, ma era necessaria una visita “rettaleâ€.
Pensai “ma tu guarda questo porco che faccia tosta che haâ€. Ma nello stesso tempo mi accorsi che il mio cazzo era ancora più duro e aveva iniziato a emettere del liquido. Mi sentivo bagnato e molto eccitato.
Lei tranquilla accettò dicendo “se è necessario, faccia pureâ€.
Capii che mia moglie non solo si era eccitata perché era molto bagnata, ma il gioco le cominciava a piacere e stava dando corda al medico.
Ma non sapeva che io stavo guardando e sentendo tutto. Pensava che ero rimasto a leggere la rivista.
Questo mi eccitò ancora di più, e sentii il bisogno di tirarmelo fuori.
Il ginecologo prese della crema, ma non si mise i guanti, il porco (conosco come si fa una visita rettale.
Sempre con il dito medio mise della crema sul buchetto del culo di mia moglie, le disse di non contrarsi e appoggiò la punta del dito sul buco del culo.
Infilò quel medio con forza e velocità come fosse un cazzo che dovesse sverginare una adolescente.
Mia moglie ebbe un sussulto ed emise un piccolo gridolino di dolore.
Il medico disse “mi perdoni se le fa un po’ male, ma non ho sceltaâ€.
Invece non era vero, perché “il porco†poteva anche essere più delicato, infilare il dito lentamente e non come se dovesse violentarla.
Ma mia moglie praticamente lo incoraggiò perché disse “ non si preoccupi, faccia pure, se è necessarioâ€.
Iniziai a pensare che forse anche lei era una porca, per come non reagiva e stava tranquilla in tutta la situazione.
Anche questa scena, ormai il tutto era in un crescendo micidiale, mi fece eccitare ancora di più, e iniziai a masturbarmi con lentezza perché già ero lì lì per venire solo con questa visone. Probabilmente ero un gran voyeur e non lo sapevo.
Il medico continuò la visita sfilando e infilando il dito, come prima nella fica, come se la stesse inculando.
E quella porca di mia moglie, perché a questo punto tale è, in quanto non si poteva più pensare che il tutto fosse una normale visita, stava tranquillamente a pecorina e a gambe larghe senza dire nulla e senza nessun ritegno. Anzi!!!!.
“L’inculata†andò avanti per un bel po’, con mia moglie sempre lì tranquilla, ed io che stavo per scoppiare.
Poi il medico sfilò il dito, se lo pulì con un fazzolettino e disse a mia moglie di stendersi sul lettino.
La rimise in posizione ginecologica e continuò con una seconda visita.
Il porco non aveva ancora finito di divertirsi, e neanche quella porca troia di mia moglie che si distese tranquilla, questa vola a gambe bene aperte senza farselo raccomandare, pronta per essere ripenetrata dal “dito-cazzoâ€.
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Con la scusa di dover risentire, dopo la visita rettale, come aveva reagito la parte visitata, ricominciò “praticamente a masturbare†quella troia di mia moglie, che non reagì in modo negativo, anzi provava piacere a farsi toccare.
Il porco, furbo, capì la situazione, si avvicinò con la bocca e cominciò a leccare la fica di mia moglie.
Lei, che a questo punto non si può che definire puttana, non disse nulla, anzi, come se se lo aspettasse, si rilassò tranquilla e cominciò a far sentire il suo piacere.
Il tutto si svolse in silenzio, mentre io sempre più stupefatto ed eccitato, cominciai a menarmelo sul serio.
Il bello è che anche il dottore, seduto sul solito sgabello, se lo tirò fuori e cominciò a masturbarsi anche lui, senza che mia moglie potesse vedere quello che stava accadendo.
Mia moglie di solito è “duretta†a venire, ma in questa occasione non ci mise poi molto e dopo poche e sapienti leccate, se ne venne, gemendo quasi in silenzio, forse per paura che io potessi sentirla, ma me ne accorsi dai suoi movimenti.
Non ce la facevo più, mi schizzai dentro un fazzolettino, che poi misi in tasca
Il porco non se ne venne, ma finita la sua opera se lo rimise dentro senza che lei si accorgesse di nulla.
La fece scendere dal lettino, la fece rivestire, le prescrisse alcuni esami e qualche medicinale e le fissò un nuovo appuntamento dicendo “è necessario che la riveda dopo un breve periodo di curaâ€.
Lei fissò l’appuntamento, salutò ed uscì.
Nel frattempo mi ero riseduto nella poltrona, e quando lei arrivò in sala d’attesa disse “ti aspettavo, com’e che non sei entrato? Lo sapevo che ti saresti fermato a leggere, e non ti saresti preoccupato di farmi compagnia. Pazienza, ho fatto da sola.â€
Mentre stavamo per uscire, venne il medico in sala d’attesa, vedendomi rimase un attimo interdetto e lei disse “le presento mio marito, mi aveva accompagnato, poi ha trovato la sua rivista preferita e sapevo che non sarebbe entrato, dimenticandosi della moglie, su questo è un po’ distrattoâ€.
E lui “Ah, meglio così, spesso le pazienti preferiscono venire da sole per essere visitate perché la presenza del marito le mette in imbarazzo, mentre così la visita si svolge in modo del tutto professionale e liberoâ€
Hai capito il porcone professionale?
Prima si era quasi spaventato nel vedermi, non si aspettava della mia presenza e forse aveva pensato che potessi aver sentito o visto qualcosa, senza sapere che avevo assistito a tutta la scena.
E aggiunse “ va bene, allora vi saluto e a lei l’aspetto per il prossimo appuntamentoâ€.
Brutto porco, aspetta lei, non noi per il prossimo appuntamento, come se le volesse far capire “venga da sola, mi raccomandoâ€.
Mi diede la mano, ancora sporca degli umori di mia moglie, ed uscimmo.
Mentre stavo nel portone pensai “sono sicuro che quel porco si sta facendo una sega di quelle meravigliose. Beato luiâ€
In auto le chiesi “come è andata? tutto bene? ci sono problemi.â€
E lei disse: “no, in linea di massima tutto a posto, salvo un ulteriore controllo che dovrò fare dopo una leggera cura e un esame, ma niente di cheâ€
E aggiunse: “la prossima volta potrò venire anche da sola, non è necessario che mi accompagni, tanto è solo un controlloâ€
Avete compreso? La porca si era divertita, e voleva fare un altro giro, anche più completo, e da sola, perché magari ci voleva mettere del suo stando più libera senza la mia presenza.
La sera a casa, prima di andare a dormire lei si spogliò completamente e poi si mise la camicia da notte.
E in quel momento si mise avanti ai miei occhi “il quadro†visto poche ore prima.
Mi sono di nuovo eccitato e mi sono avvicinato a lei.
Lei però mi disse “scusa, ma stasera è meglio di no, dopo la visita mi sento un po’ dolente, sai fa un po’ male, sono arrossata e vorrei evitareâ€.
“E ti credo,†pensai “dopo tutte quelle “ravanate†che quel porco ti ha dato.†Ma li non mi sembrava dolente, la troia.
Ora mi trovo nella situazione che non so che fare, ed ogni volta che ci penso mi sale il sangue al cervello per la gelosia, ma nello stesso tempo mi eccito per quanto è stata porca e puttana lei, e porco lui, e mi masturbo come un ragazzino rivivendo tutta la scena. E questo accade quasi ogni giorno.
Mi piacerebbe scoparci su con lei, ma ho paura che se le dico tutto, lei non va al secondo appuntamento, mentre ho una gran voglia che accada di nuovo tutto, anche meglio, solo che vorrei esserci.
Vorrei sapere da voi (soprattutto dalle donne) se avete avuto esperienze simili, che pensate di questo suo comportamento, tutte le vostre impressioni e pensieri in merito, che cosa avreste fatto voi, se la cosa vi ecciterebbe nello stesso modo e cosa mi consigliereste. Insomma qualsiasi vostra mail è bene accetta.
Scrivetemi a [email protected]
Grazie.
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16 anni fa
picotico,
40/39
Ultima visita: 14 anni fa
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Le fantasie inaspettate
Se si avverassero tutte le fantasie che abbiamo sicuramente ce ne verrebbero altre. Fortunatamente le mie cerco di avverarle nel limite del possibile, ma una in particolare mi gira continuamente in testa. Sono nel mio ufficio da solo, come sempre, e tra mille cose aspetto sempre con ansia la visita di di una donna. Potrebbe essere la mia commercialista, l'amministratrice del condominio, oppure una rappresentante di materiali innvativi. Ma una mattina, proprio quando pensavo a tutto tranne che ad una donna, il campanello suona e scendo ad aprire. "Salve, mi scusi se la disturbo. Mi si è fermata la macchine esattamente davanti al suo portone, volevo avvisarla prima che si arrabbiasse accorgendosene da solo.... e magari pensando di dare dell'idiota a qualcuno. Mi si è spenta mentre facevo la retro e non riparte più."
Non era una donna bellissima, però aveva bei modi con una bella voce ed un viso espressivo. Le chiesi se potevo dare un'occhiata veloce, mentre le offrivo un caffè. Si fece pregare per un paio di volte ma alla fine accettò. Spinsi la macchina dentro la mia officina, aprì il cofano e mentre scendevo mi arrivò un'alone di profumo molto delicato e buono. Lei era davanti alla macchinetta del caffè ad aspettare che scendesse, io sotto il cofano, con la coda dell'occhio la guardavo. Scarpe nere col tacco non altissimo legate alla caviglia con qualche piccolissimo svaroski sul cinturino. Gonna grigio topo appena sopra il ginocchio con collant nere in contrasto. Aveva una camicia bianca semplicissima, quasi da uomo, con i primi bottoni slacciati, lasciando intravedere un solco stretto e profondo. Lo squillo del mio cellulare in tasca mi tradì, facendola girare di scatto verso di me e beccandomi in pieno mentre i miei occhi erano rivolti a lei. Se ne accorse, era evidente. Risposi al telefono per un minuto e riattaccai. Col caffè in mano si avvicino a me lentamente, quasi a volere far sentire ogni colpo di tacco ben scandito sul pavimento. " buono il vostro caffè. Invece a questa signorina cosa le è preso?. Il tono di voce era demoralizzato e ancora di più quando diede uno sguardo all'orologio. Gli chiesi cortesemente di provare a rimettere in moto. Lei aprì la portiera, mentre io dietro guardavo due glutei perfetti e sodi tenuti a bada dalla gonna. Non ho idea di cosa avesse quella macchina, ma per botta di culo, ripartì. Un sorriso rassicurante le spuntò dal viso e inaspettatamente mi fece un occhiolino in segno di approvazione. Subito dopo mi fece notare una lancetta del cruscotto, chiedendomi se fosse normale che stesse in quella posizione e usandola come scusa per farmi avvicinare alla portiera. Seduta sul sedile con una gamba a bordo e l'altra sul pavimento, mi indicava la lancetta. I miei occhi però caddero a peso morto sul pizzo appena appena visibile dell'autoreggente della gamba sinistra. Si voltò per guardarmi e mi ribeccò in piena osservazione delle sue cosce. "Ops, questa gonna non è corta ma si alza in un attimo" disse mentre la tirava giu con le mani. " Non si preoccupi signora, sono cose belle da vedere." Lei propose un sorriso imbarazzato ma compiacente, ci presentammo e mentre diceva Ilaria, il mio cervello iniziò a lanciare picchi di eccitazione. Le rialzai un pelo la gonna, molto delicatamente con due dita. MIguardava fisso negli occhi sorridento appena, ma evidentemente consenziente. Lei l'alzo ancora di più, quasi a metà coscia : " Meglio così?" mi chiese col viso verso le sue gambe e girando solo gli occhi verso di me. " Adesso è meraviglioso, posso?" Mi avvicinai con la testa alle sue gambe, e cominciai con dei bacini delicati a stuzzicarla. Le tirai su tutta la gonna e una pelle bianca e morbida tirò fuori la mia lingua che puntò dritta sulle mutandine nere in pizzo. Era umida, il suo umore traspirava dal tessuto, mentre sentivo il mio pene teso e pressato contro i jeans. Con la mano lei spostò il bordo delle mutande, mostrandomi in pieno la sua bella e carnosa patatina. Depilata all'inguine con la riga centrale dritta di qualche centimetro. Con la lingua a paletta, partì da sotto risalendo piano e raccogliendo il clitoride che si appese come se mi stesse aspettando. Decisi di andare a chiudere le porte. Al mio ritorno aveva ribaltato tutto il sedile e si stava masturbando con ardore, intanto io le accarezzavo i seni soffermandomi su due capezzoli duri e lunghi. Con l'altra mano si avvicinò alla cintura che venne slacciata in un lampo. Si alzò dallo schienale abbassato e me lo tirò fuori. Lo accarezzava piano col palmo e con le dita, e subito dopo la sua lingua era sui testicoli come se volesse salutarli. Leccava la lunghezza del mio menbro e tutta la circonferenza della cappella, ma poi se lo infilò in bocca piano piano fino in fondo. Qualche gemito suo iniziava a sentirsi, e guardandole la mano che stuzzicava la passerina, mi accorsi che era già tutta lavata. Le tesi una mano per farla scendere, e la portai davanti ala macchina accomodandola alla pecorina, facendole appoggiare le mani sul cofano. Io dietro, le accarezzai quei glutei da favola caldi e sodi disegnati dalla riga del perizoma. Mi appoggiai a lei mentre con le mani le slacciavo i bottoni della camicia e le tiravo fuori le tette dal reggiseno nero. Mi abbassai boxer e pantaloni e mi riappoggiai a lei per accarezzarle i capezzoli e farle sentire il calore del mio pelo, ma lei non esitò a prenderlo e a infilarlo dentro di se. Ero eccitatissimo, lei ansimava ad ogni mio piccolo colpo e avvertiva la durezza del mio pisellone. Se vi piace ditemelo, continuerò a scrivere. Ciao a tutti. Raul
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17 anni fa
diego,
35/28
Ultima visita: 15 anni fa
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Incontri al femminile
Da tempo desideravo incontrare una donna da sola e non come spesso è accaduto con i rispettivi mariti e provare cosa poteva accadere in me.
Quando Marco mi diede un cellulare di una donna che aveva risposo ad un last messo per me sono rimasta incredula ma con grande emozione composi il numero.
Al telefono rispose una donna Anna; sentii che era molto decisa ma dolce nel suo parlare e senza indugiare definimmo di incontrarci e vedere cosa succedeva.
Durante una cenetta al ristorante, dove molti uomini ci osservavano, anche perché entrambi indossavamo delle minigonne da sballo, chiacchierammo come solo le donne sanno fare ma entrambe avevamo un forte desiderio di andare ad approfondire fisicamente la nostra conoscenza.
Anna aveva qualche anno più di me, magra con un seno sorretto da un reggiseno che lo metteva in risalto e che mi toglieva il fiato.
Entrate in camera Anna lanciò via la sua borsetta e con veemenza mi strinse a lei, inizio a baciarmi appassionatamente e senza indugio alcuno mi mise la sua che mano sotto la gonnellina.
Tutto mi sarei aspettata fuorché questo e quando con la sua mano accolse totalmente la mia vagina incominciarono per me momenti indimenticabili.
Mi teneva con decisione e mi faceva passare la sua mano sotto le mutandine infilandomi subito un dito dentro e la mia vagina ormai bagnatissima e continuando a baciarmi con passione mi spinse sul letto.
Forse erano passati 2 minuti e mi trovavo già in balia di Anna con le sole calze autoreggenti addosso, a gambe aperte e Lei che mi leccava le piccole e grandi labbra con sapienza e continuità .
Le sue prime parole in stanza non potrò mai dimenticarle, mi disse “ da tempo sognano di scoparmi una bella troiaâ€.
Io mi sentivo invasa da eccitazione e il primo orgasmo era alle porte e mentre l’eccitazione arrivava al massimo lei mi incitava “ godi, voglio sentirti e vederti godere così per poi scoparti con un bel cazzo fintoâ€.
Lasciai andare alcuni gemiti di piacere che Anna soffocò baciandomi appassionatamente e mettendomi la sua lingua che sapeva ancora dei miei umori in bocca.
Sentivo il suo desiderio ed anche il mio era crescente , c’era in me un grande desiderio di farmi possedere totalmente e in un orecchio le dissi “scopami , dai prendimi, usa il tuo cazzoâ€.
Mentre mi mettevo in ginocchio per averla dietro e farmi penetrare Anna indossò il suo strap on e solo allora notai quanto era grande.
Aveva veramente una dimensione che ritenevo proibitiva ma Anna giuntami dietro, mi diede prima due schiaffi sulle natiche e appoggiò solamente il pene alla mia fessurina umida e vogliosa.
Restò in attesa che si aprisse leggermente e sussurrò “lo so che mi vuoi, vieni a prendermi, sono tutta tuaâ€.
Mentre lei avanzava lentamente dentro di me io indietreggiavo sul suo cazzo e mi sentivo aprire e occupare totalmente, una sensazione intensa che si propagò nel corpo e non ebbe fine fino a quando il suo cazzo toccò la parete di fondo della mia vagina.
Iniziò a muoversi lentamente e poi con un ritmo più veloce e da li a poco iniziai nuovamente ad avere uno e poi in successione alcuni orgasmi.
Anna continuava a muoversi e mi diceva†sei proprio una gran maiala e ti piace farti scopare da me, dal mio cazzo, dimmelo , dimmelo…â€.
C’era in lei un aspetto fortemente maschile ma insieme una dolcezza nel tono usato che mi alzava ancora di più il livello di eccitazione.
La serata proseguì .per alcune ore dove anch’io ebbi il piacere di contattare il mio lato maschile e provare sensazioni nuove.
Ci promettemmo di rivederci e spero che ciò accada prestissimo.
Il mio cammino nel fare incontri al femminile è iniziato bene e sono certa che proseguirà ancor meglio.
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15 anni fa
Victoria e Marco,
54/55
Ultima visita: 1 mese fa
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dal massaggiatore
Un pomeriggio mi sono recata in un centro per massaggi ,ero molto legata alla schiena e alle gambe e volevo rilassarmi un poco. Quel pomeriggio mi decisi ed andai ,entrai in questo studio molto carino e caldo ,mi sentii subito a mio agio , mi presentai a questo tipo carino alto e con le mani caldissime , le sentii dalla stretta di mano. Mi denudai completamente restando solo colperizoma rosso ,e mi stesi sul lettino e cominciai il massaggio che avevo da prima richiesto solamente dietro su tutto il corpo. Le sue mani cominciarono a massaggiare delicatamente sulle gambe le cosce e via salendo per la schiena, ad un certo punto mi rilassai tanto e mi abbandonai. Al suo passare con le mani sulle gambe sentii che piano piano entrava sempre piu internamente alle cosce e li cominciai a muovermi come se stessi andando in calore, sentivo piacere ero eccitata. Sino a quando col braccio mi massaggiò e passò sul mio culetto ,da li piu volte sino a mettermi le dita dentro e a farmi godere ,continuo per alcuni minuti ed io mi dimenavo alzando il culetto per poter sentire di piu ,ad un certo punto scesi dal lettino e cominciai a succhiarlo per bene ,aveva un cazzo duro e robusto, poi mi feci prendere da dietro ed io chinata al lettino. Ho goduto molto e non potendo godere liberamente si faceva il possibile in silenzio ma i movimenti parlavano chiaro. Mi sbatteva come non mai sino a vederlo venire sopra il mio culo sodo ed accogliente . Spero di ritrovarlo ancora...
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16 anni fa
fabio latrav,
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Ultima visita: 16 anni fa
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In vacanza con mia cognata
Durante le vacanze di Natale siamo stati in vacanza in olanda ad Amsterdam insieme con mia cognata. Una sera abbiamo chiesto se potevamo lasciarle nostra figlia cosicche' noi potavamo andare a cena in due e lei ha accettato dicendo "ed io con chi vado a cena?" Allora ne ho parlato con mia moglie dicendole che poverina, non ha mai l'ooportunita' di andare a cena ed ho chiesto a mia moglie se la sera successiva potevo portarla a cena fuori. Mia moglie acconsenti' cosicche' la sera successiva pianificammo ed andammo a cena insieme. Una volta fuori dall'hotel le chiesi dove voleva essere portarta e se avrebbe apprezzato un posto trasgressivo di Amsterdam. A lei subito piacque l'idea ed io che mi ero informato di gia' in Internet scelsi il posto, uno club prive con ristorante. Lei era vera sexy pur avendo 50 anni e molto attraente. Prenotai subito un tavolo in questo locale e ci andammo. Una volta arrivati ci sedemmo al tavolo a noi assegnato ed iniziamo a cenare, lei guardava intorno molto incuriosita dal posto. Finita la cena li chiesi se voleva fare un giro ed iniziammo a guardare in tutte le stanze quando in una stanze c'erano due uomini con una donna e lei li guardava e si bagnava le labbra con la lingua. Mentre guardava le accarezzavo il sedere e piano piano feci scorrere la mia mano sotto la gonna trovando la sua fighetta molto bagnata e li chiesi se aveva mai avuto un'esperienza del genere e lei mi risposte che on l'aveva mai avuta ma che aveva sempre sognato di provare con due uomini. Alche' li chiesi se avrebbe accettato di essere scopata da me e da un altro uomo. Lei era un po' titubante ma mi confido che spesso aveva sognato di avere sesso con me. Allora gli disse perche' non realiziamo questo sogno. Lei acceto ed inizio a guardarsi intorno alla ricerca di un uomo carino e vide un ragazzo sulla 30 che se ne stava seduto su un divano. Ci avvicinammo ed iniziammo a parlare con lui. Lei era seduta in mezzo a noi e dopo una ventina di minuti lei inizio ad accarezzargli la gamba quindi chiedemmo al ragazzo di muoverci in una stanza. Entrati nella stanza entrambi iniziammo a toccarla e a spogliarla. Lei si peigo a prese il mio arnese in bocca mentre il ragazzo li leccava la figa e lei godeva come una matta. Poi cambio prendendo l'arnese del ragazzo nella sua bocca. Quando avvicinai la mia bocca alla sua passera era un lago ed aveva un sapore molto gustoso. Lui gli mise il cazzo nella figa e lcome una matta. La presi io da dietro e feci entrare il mio arnese nel suo culetto stretto e lei dava dei gemiti molto forti. Il mio arnese stva per esplodere, quindi gli chiesi di sedersi sopra di lui e facemmo una doppia penetrazione e lei gemeva sempre di piu'. Io non ce la facevo piu' tirai fuori il mio arnese ed iniziai a schizzarli sul suo culo. Il ragazzo continuo per qualche altri minuto, lo tiro fuori e lei lo prese in bocca ed in un istante la sua bocca era peina di lui ed ingoio tutto. Il ragazzo soddisfatto si rivesti' ci ringrazio e ritorno sul suo davanetto. Noi ci rivestimmo ed andammo via e lei mi ringrazio tantissime volte per la stupenda serata che le avevo fatto trascorrere. Il giorno dopo mia moglie chiese dove eravamo stati, e lei inizio a raccontare la nostra serata e la sera andammo a dormire tutti e tre insieme.
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15 anni fa
Henri Jester,
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Ultima visita: 11 anni fa
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IL TRIO
Ero su una chat per passare il tempo, sono entrato in scambio di coppie e mi ha attirato un nick "i birichini". Ho chiamato in pvt convinto di essere buttato fuori. "Disturbo?"... sorprendentemente mi rispondono "Dimmi pure, chi sei?". Sarà il solito maschio che si passa per coppia. Vado avanti, non avevo molto da fare. "Di dove?...Età ?...." solito approccio iniziale ma molto corretto senza forzature. "Sono un singolo che vuole fare esperienza con una coppia". "Siamo una coppia che incontra coppie ma a volte anche singoli, ma siamo molto esigenti. Ci vorrà tempo per capire se sei adatto a noi". Ci scambiamo le mail e ci inviamo qualche foto. (consiglio: se la cosa è seria, niente foto ginecologiche..). Le chiaccherate via mail sono lunghe, eleganti e sempre in tema. Dopo un mese di mail ci scambiamo i cellulari. Al telefono sembriamo due persone normali che parlano di cose normali. Decidiamo di incontrarci, in occasione di un suo viaggio a Milano. Lo invito a pranzo fuori. Ci troviamo simpatici, lavoriamo in settori simili. Ho sempre dubbi. "Io sono etero". "Anche io". Ma sarà il lui di una coppia? Mi fa parlare al telefono con lei. "E' donna ed ha una voce molto sensuale". Decidiamo il programma per un week end insieme. Lei, che non ha visto le mie foto, non dovrà vedermi, sarà bendata. Passa un altro mese e programmiamo l'incontro in un appartamento di un agriturismo in toscana. Loro arrivano prima di me e si preparano. Lo chiamo quando sono a 100 metri dall'agriturismo. La porta è aperta, "dove siete?" "sali le scale". Nella sala lei è in piedi, al centro della stanza, bendata (con una mascherina d'aereo superlusso che avevo dato a lui) e tremante. Ha un vestito corto rosso, scarpe nere con i tacchi. " Ciao Birichina, eccomi". Ha la pelle d'oca. Cominciamo a scherzare toccandola, "di chi è questa mano?". Poi mi accuccio dietro di lei mentre lui rimane di fronte toccandole il seno. Comincio ad accarezzarle le caviglie (è estate non porta calze). Risalgo piano piano. Ginocchia, coscie, alzo la gonna arrivo alle natiche. Sono sode e scoperte, ha un perizoma nero. La gonna è in vita, lui la prende e sfila il vestito dalla testa. Ora è in reggiseno e perizoma neri. Infilo le mani dentro il perizoma e vado a scoprire la forma del suo sesso. E' totalmente depilata. Abbasso il perizoma mentre lui toglie il reggiseno. Le allargo le gambe e comincio a leccarla dove è più sensibile. Lui fa lo stesso sui capezzoli. E' bagnata. Noi siamo vestiti, io in giacca e cravatta. Sempre bendata la portiamo sul letto. Ci spogliamo e mettiamo sul letto, nudi con lei sempre bendata. Appena sdaraiati lei me lo ha preso in bocca senza aspettare che mettessi il preservativo. "Aspetta, è meglio proteggersi". Messo il preservativo, mi sono sdraiato mostrando il mio sesso eccitato e lei, a quattro zampe, a tastoni, lo ha messo nuovamente tra le sue labbra aiutandosi con le mani. Lui, vedendola nella posizione adatta, si è avvicinato al suo posteriore ed ha cominciato a toccarla con la mano tra le coscie. Era molto eccitante vederla bendata con il mio cazzo che entrava ed usciva dalla sua bocca. Lui, quando era ben bagnata, ha iniziato a penetrarla da dietro; ogni sua spinta si propagava, attraverso il corpo di lei, fino al mio cazzo. Preso il ritmo, i nostri respiri si sono fatti più affannosi. "Ora invertiamo i ruoli" disse lui. La portiamo sul bordo del letto dove, sempre a pecoroni, ci permette di stare in piedi e, a me, di prenderla da dietro e, a lui di infilarle il cazzo in bocca. Ora dobbiamo tenere un ritmo regolare per non soffocarla. Dalla bocca escono dei mugulii di piacere attutiti dalla presenza del cazzo di lui. Non vogliamo venire adesso. La stendiamo sul letto a pancia in su. Lui si mette a cavalcioni sulla sua testa strusciandole il suo grosso cazzo sul viso e mettendolo nuovamente in bocca. Io le piego le gambe sullo stomaco per aprirle le coscie e la penetro nella figa bagnata.
Siamo sudati e bagnati, vicino all'orgasmo. Lei è sempre bendata. Quando i nostri respiri ci dicono che stiamo per venire, le tolgo la mascherina e ci guardiamo negli occhi, per la prima volta. Ci fissiamo continuando a scopare. Non chiudiamo mai gli occhi, è eccitante scoprire il nostro sguardo mentre i nostri sessi sono in azione. Andiamo verso l'orgasmo attraverso due percorsi che portano entrambi al cervello: dal sesso e dagli occhi. Senza mai smettere di guardarci abbiamo uno dei più intensi orgasmi che abbiamo mai avuto. Lui, che si era messo a guardare la scena masturbandosi, eccitatissimo le viene sul seno.
Bagnati, esausti appiccichiamo i nostri corpi per sentire le ultime vibrazioni: lei coperta dai nostri corpi. "Ciao, piacere di conoscerti, hai dei begli occhi". "Anche tu hai uno sguardo attraente". Scopro che ha un bel seno e comincio ad accarezzarlo con dolcezza. Lei ci accarezza i cazzi che ancora mantengono l'erezione.
Decidiamo di festeggiare l'incontro andando a cena sul mare. Doccia, vestiti e via a cena.
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16 anni fa
Remo128,
73
Ultima visita: 1 settimana fa
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Dalla chat alla realtÃ
Sono le 17 e 30 di domenica. Debbo chiamarli, essere sicuro che stanno arrivando. "pronto, dove siete?" - "siamo a 40 km da Milano" - "ok, vi aspetto al Motel". Come è iniziata la storia? In chat stò cercando un pò di trasgressione. Donne (finte?), coppie (anch'esse finte?), maschi di coppia (forse veri?) e maschi (tanti e veri!). Punto tutto sui maschi di coppia: lì ho maggiori probabilità di trovare la trasgressione. Dopo un'ora di ricerche, capito su un lui che cerca per la sua lei un incontro. Chiamiamoli Mauro e Margherita. Gli chiedo se ha delle foto. Me ne invia una. E' una foto a corpo intero in perizoma e di spalle. Bene, non è la solita foto porno ginecologica, è una coppia vera. Inoltre lei è carina. Seconda foto: lei a quattro zampe vista di lato, un bel corpo ma senza volgarità . Di bene in meglio. Decidiamo di incontrarci domenica. Ci sentiamo per telefono sabato pomeriggio e riesco a parlare con lei (è necessario per non avere sorprese). Torniamo a domenica......
Arrivo prima di loro e mi faccio dare due stanze (è la regola nei motel..). Sono stanze molto "sensuali", stile casa d'appuntamenti. Arrivano...sbircio dalla mia finestra... lei scende dall'auto, ha una pelliccia nera e dei capelli nerissimi. Lui viene verso la mia stanza, lei entra nella loro. Abbiamo deciso di conoscerci prima tra uomini.... Gli dò la benda ed il collare che Margherita dovrà indossare. Lui la raggiunge ed io aspetto che mi chiamino. Vado, busso ed entro. Lei è lì, bendata, ancora con la pelliccia che copre tutto. Mi avvicino e apro la pelliccia. Sotto appare un vestito corto aderentissimo rosso, che lascia una spalla scoperta e stivali bianchi al ginocchio. Comincio a toccarla mentre Mauro stappa lo Champagne. Sotto ha solo un perizoma che appare sotto il vestito di maglina. Comincio a spogliarla. Ha un corpo bellissimo, con abbronzatura integrale. E' un piacere toccarla. Lei comincia a sbottonarmi la camicia mentre lui fa delle foto (è l'unica attività di Mauro prevista per la serata). Mi lecca i capezzoli, mi abbassa i pantaloni, mi tira l'uccello fuori dai boxer e comincia a masturbarmi. Ci sa veramente fare. Mauro l'aiuta a sfilarsi il perizoma per non farle interrompere la masturbazione. Siamo nudi e le nostre mani lavorano sul corpo dell'altro. La porto sul letto e comincio a leccarla tutta. La sua lingua mi chiede di baciarla sulla bocca, nella bocca, sulla faccia. Mi chiede di dirle delle porcate, di trattarla da troia. E da troia si comporta: mi prende il cazzo in bocca e lo succhia con avidità , mi inghiotte le palle mentre me lo stringe tra le mani. Lui continua a fotografare. Ora siamo uno sopra l'altro per un 69. Sul soffitto lo specchio riflette i nostri corpi avvinghiati. "Spogliati" dice lei al marito, che ubbidisce. Le monto sul viso ed affondo il cazzo nella sua bocca, mentre Mauro lecca la figa. Si agita, sta godendo. Approfittiamo del suo stato per legarla al letto a gambe larghe. La scopo a fondo in quella posizione. Ora passiamo alle dolcezze: panna montata sul suo corpo, da leccare e mangiare. Un dessert prelibato. Per finire, tutti nella Iacuzzi per togliere lo zucchero. Siamo pronti per festeggiare la serata davanti ad un bel piatto di pesce ed un buon Verdicchio.
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16 anni fa
Remo128,
73
Ultima visita: 1 settimana fa
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prima volta trav x maschietto...
....finalmente per la prima volta mi travesto ed attendo un ragazzo che ho conosciuto da sei mesi ma mai visto di persona.
Indosso una tuta e sotto un reggicalze, perizoma ed autoreggenti e per l'occasione mi sono depilato il sederino.
Arriva e sono emozionatissimo e lo faccio accomodare in camera e con titubanza gli chiedo se gli fa piacere che mi spogni e lui acconsente. Con suo enorme piacere si lustra gli occhi alla vista e un pò x vergogna mi giro e gli do la schiena per togliermi i pantaloni così facendo, lascio vedere perfettamente il mio culetto femminilissimo e depilato ed a lui diventa subito duro tanto che mi fa girare ed abbassare e mi infila con forza il cazzo in bocca.
E' la mia prima volta finalmente e che gustoooo...poi dopo che lo succhio e lecco un pò e diventa duro, mi fa alzare e girare a pecorina e mi toglie le mutandine piano piano e inizia con le dita ad allargar il mio buchetto...e dopo un pò appoggia la cappella che piano piano si fa strada....mammamia che piacere sentirsi donna per la prima volta. All'inizio fa male ma per poco. Appena lo sento mio, inizio a muovermi avanti indietro e lui non fa in tempo a godersi il mio sederino che talmente eccitato mi gira mi fa abbassare, me lo mette in bocca e viene dentro di me copiosamente...che goduria ragazzi....mi piace il cazzo
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16 anni fa
bellatrave,
32
Ultima visita: 16 anni fa
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Un'occasione
Si certo,inizia prprio cos'ì,un'occasione,anche xchè non era previsto questo incontro.Lui mi ha ospitato in casa sua nel suo letto,dopo avermi preparato in bagno sono uscita.......guepierr,tacchi,perizoma e calze,lui"che bella troia,girati e fammi vedere bene",mi sono girata e anche "abbassata a 90°" per mostrarmi meglio.Ha iniziato a palpeggiarmi e poi mi ha messo un bel collare, mi ha spinto in ginocchio,sapevo già cosa dovevo fare.Il suo cazzo era già abbastanza duro per l'eccitazione,una bella cappella,ho iniziato a succhiarla bene,ma lui ha voluto spingermelo bene in bocca per soffocarmi.Mentre ero in quella posizione ha iniziato a sditalinarmi,prima con un dito poi con due e poi ha preso un bel vibro per iniziare ad aprirmi.Finalmente il suo cazzo era ben diritto(ci è voluto pochissimo),le sue mani schiaffeggiavano il mio culo,ha finalmente tolto il vibro e mi ha fatto assaggiare il suo cazzo fino in fondo in un sol colpo!Ha iniziato a stantuffarmi per 40 minuti senza fermarsi e senza venire,poi ha voluto che mi sedessi sopra,e così feci,ma non contento ha preferito rimettermi a pecorina e incularmi per altri 30 minuti ciorca continuando a dire"hai prprio un bel culo troia,quiesta è la posizione che meriti stare a 4 zampe",finalmente riuscì a venire pompandomi a una velocità incredibile.Una bella esperienza,adesso mi manca solo provarla con due cazzi!
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13 anni fa
travp21,
32
Ultima visita: 11 mesi fa
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Vacanza in Puglia
L’anno scorso abbiamo deciso di fare una bella settimana in Puglia… è sempre stata la nostra regione preferita, il mare, i paesaggi e l’accoglienza da parte degli abitanti… abbiamo trovato un B&B ricavato da un casale molto affascinante. Il casale era libero sui 4 lati e aveva 6 stanze/appartamenti ognuna con ingresso indipendente, di giorno era molto caratteristico e di notte diventava ancora più bello grazie all’illuminazione a muro che risaltava la struttura ma lasciava tutto nella penombra… Il primo giorno ci siamo ambientati e abbiamo fatto qualche giro turistico, la seconda sera di ritorno dal mare ci siamo fatti qualche foto trasgressiva tra il parcheggio e il casale, di fondo si sentiva parlare e ridacchiare… ci accorgemmo appena prima di rientrare in stanza che sotto al porticato c’erano 3 ragazzi ben piazzati che avevano assistito… a ben poco tranne qualche istante quando scattava il flash, ma comunque abbastanza per lanciare dei sorrisi maliziosi. Quei ragazzi abbiamo scoperto dal titolare del B&B essere dei muratori che avevano in appalto un lavoro nei dintorni e che sarebbero stati li altri 2 giorni. La terza sera di ritorno dal fantastico mare di Monopoli, dopo aver cenato e bevuto del buon vino locale, tornammo al casale e mentre tornavamo in stanza cinsi la vita della mia ragazza stringendo con la mano il vestito, così facendo si sollevò e lasciò il suo bel sedere tondo leggermente esposto, si vedevano bene le sue natiche visto che indossava un perizzoma… e siamo passati sotto al portico dove erano ancora seduti i 3 ragazzi… Laura era visibilmente eccitata soprattutto quando sentì dei complimenti mentre sfilavamo davanti ai 3… Entrammo e ci chiudemmo in stanza, aveva delle porte vetrate con delle ante interne per chiudere e mantenere un po’ di privacy… abbiamo chiuso tutte le ante tranne quella della porta che lasciammo leggermente aperta. I 3 ragazzi li lasciammo sotto al portico a circa una decina di metri dalla nostra stanza, ma sentivo le voci avvicinarsi, quindi spensi tutte le luci tranne quella del bagno, in modo da avere una luce soffusa nella stanza e allo stesso tempo vedere quello che succedeva fuori dalla porta… Eravamo eccitati e volevamo eccitare anche quei ragazzi… iniziammo a baciarci, a palparci… poi io sfilai quel vestitino verde ce indossava lasciandola completamente nuda, solo con un perizzoma bianco visto che non portava il reggiseno, subito dopo fece lo stesso con me lasciandomi completamente nudo con il pene bello duro… con la coda dell’occhio vedevamo i tipi che rimanevano a distanza appoggiati al muretto… piano piano si avvicinavano al vetro… lei si stava bagnando, lo sentivo da sopra la mutandina, mi strinse i capelli mi mordicchiò il collo e mi disse “prendimi la testa, e mettimelo in bocca!”… io obbedii, infilai le mani tra i suoi capelli, le presi la testa la feci sedere sul letto e mentre glielo piantavo in bocca esclamai “adesso succhia!”… lei iniziò un gran pompino, sentivo la saliva colare e la bocca scivolare dolcemente… guardando la finestra vedevo i ragazzi che si toccavano sopra i pantaloni e intanto dicevo a Laura quello che stavano facendo… a lei piaceva sentirsi ammirata ed eccitare, continuò il pompino alternando leccate e succhiate. Dopo qualche minuto l’ho staccata… altrimenti il gioco finiva subito allora lei mi disse “adesso leccamela!”, la prendo per il sedere, la sollevo e la butto sul letto… gli apro le gambe e inizio a dare dei colpetti di lingua sul clitoride. Io in quel modo vedevo la sua pancia, le sue tette e la porta da dove si notavano i fortunati con il cazzo in mano che se lo menavano come dei pazzi… lei aveva la testa fuori dal letto e pendente verso il basso, poteva vedere benissimo quello che stavano facendo, ansimava e muoveva ritmicamente il bacino facendomi affondare il mento in quel buco bagnato e voglioso mentre continuavo a colpire quel punto diventato ormai duro, alternando con delle piccole succhiatine… qualche minuto così e vidi che alla porta ne erano rimasti solo 2, il primo non aveva resistito, lo vedevo pulirsi ma ad un tratto notai che stava armeggiando con il cellulare e quando si avvicinò alla porta io saltai giù dal letto chiudendo le ante… si sentivano gli insulti dei suoi colleghi, ma a noi non piace farci fotografare, il nostro è un gioco e ci piace mantenere n minimo di privacy. Il mattino dopo mentre andavamo alla macchina sentimmo aprire una porta, ci girammo e si presentò uno dei 3 facendoci un sacco di complimenti e scusandosi per aver estratto il cellulare… “grazie, scuse accettate” gli rispose Laura…andammo al mare in previsione di incontrarci con una coppia che ci aveva contattato…
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8 anni fa
cppiemonte,
37/27
Ultima visita: 4 mesi fa
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la zia trovata...
anni fa all'epoca dei miei 24 anni frequentavo un sito di incontri (meetic),il lavoro mi portava via molto tempo e non frequentavo molto amici o locali ma a casa avevo la possibilità di vedere numerose persone e loro potevano vedere me.
Da qualche tempo avevo conosciuto D. carina, piccola con 2 bellissimi occhi e capelli corti 56enne da poco separata che come me si era affacciata sul sito alla ricerca di nuove conoscenze, era scattato un feeling tra noi nonostante la differenza di età e conoscendoci ci eravamo piaciuti al punto di fare coppia e conoscerci meglio.
Parlando ci eravamo scambiati le nostre esperienze,conoscevamo i rispettivi gradi di parentela e mi ero incuriosito quando mi disse di avere un nipote della mia età , pensai tra me e me se mai mi avesse scambiato per il nipote e la voglia perversa che avevo di provare l'effetto di scoparmi una zia mi eccitava spesso ma mi ero guardato dal domandare una cosa del genere a D. non sapendo come avrebbe reagito visto l'argomento delicato....
Un giorno ci trovammo a passare fuori il fine settimana in una pensione, io e lei tranquilli senza pensieri di dover tornare a casa (io vivevo con i miei e lei aveva parenti dirimpettai e non ci fidavamo a stare a casa sua).
Un pomeriggio dopo aver fatto l'amore io rimasi a letto mentre lei andò in bagno, nonostante ciò ero rimasto molto eccitato e la voglia della zia non accennava a placarsi anzi....
mi alzai e apri la porta del bagno, D. era sul bidet e il mio cazzo svettava davanti ai suoi occhi, mi guardava con un misto di stupore e meraviglia, glielo imboccai e lei non si fece pregare , mentre stava succhiando la guardai e dissi: " ti piace il cazzo del tuo nipote?" non sapevo come avrebbe reagito ma la voglia stava premendo all'inverosimile, lei accellerò ingollando tutto il mio arnese e contemporaneamente iniziò a stropicciarsi la passera producendo uno sciaquettio che mi fece gorgogliare le palle, le sue labbra si serrano sulle pareti del mio cazzo "mhhhh...." mugugna lei e vedo che si inserisce due diti nella passera e capisco che sta godendo, si leva il cazzo di bocca e me lo afferra mentre si mette contro la parete del bagno e me lo mena guardandomi con occhi che nn avevo mai visto"sei un porcello lo sai sì..." prende la passera e se la apre " vieni la zia ti aspetta...se hai coraggio!" sono fuori dall'eccitazione, la infilo con un colpo secco fino in fondo e comincio a pomparla forsennatamente"zia mi fai andare fuori, ho il cazzo duro da farmi male" "lo sento, spingi la zia" sibila lei e fa seguire un rantolo di godimento,la sento allargarsi e le mie palle stanno sciaquettando bagnate contro di lei"stringi il mio cazzo zia stringiloohh" e lei mi afferra per il culo e mi stringe a lei "oddioohhh fai godere la zia daiii", il primo schizzo parte dentro di lei seguiti da altri copiosi 3 o 4 poi me lo tira fuori e lo stringe leggermente strusciandosi contemporaneamente la passera con una mano, mi gira la testa e lei strabuzza gli occhi, ci guardiamo e sembriamo sconvolti.
"cosa mi hai fatto fare...ma non ho goduto così tanto" mi dice lei poco dopo quando siamo sfiniti sul letto "se avessi pensato troppo di farlo non ci sarei mai riuscito ma sono contento di averlo fatto"risposi io, "forse perchè è stato così veloce e violento, ci saranno altre occasioni" ?
Mi rispose con un sorriso malizioso...
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16 anni fa
daniele,
32
Ultima visita: 14 anni fa
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La videoteca part. I
E' un assolato pomeriggio della prima settimana di agosto, il caldo insopportabile, come solo in questa città Lombarda sa fare, mi avvolge completamente. Nel mio appartamento poi l'aria era ferma, irrespirabile. Non ne posso più, mi alzo dal letto e decido di vagabondare per la città in cerca di un centro commerciale. Eccolo, parcheggio l'auto e mi ci tuffo letteralmente dentro. Prima sosta al bar dove ordino una tazza di caffè. Mentre lo sorseggio vedo arrivare con la coda dell'occhio una splendida ragazza sui 25 - 28 anni. Dire splendida è sminuire la sua bellezza che non era solo estetica. Tutto in lei trasmetteva fascino, sensualità e quel quid di lussuria ahimè oramai non così comune nelle donne. Indossa un abito di cotone, fresco e leggero con una serie di bottoni che si chiudevano centralmente sul davanti comprimendo un decolletè degno di una cortigiana del Re Sole. No! Non posso reprimermi, non posso non tentare almeno di sentire la sua voce, di ascoltare il suo nome. Decido di attenderla fuori al bar. Lei beve il suo caffè e fa per dirigersi verso l'uscita. Io le vado incontro e sorridendole le recito una poesia di Baudelaire. Lei mi sorride e mi dice: "ciao, sono Francesca". Non posso crederci, maschilisticamente subito penso:"ci sta!". Mentre parliamo del più e del meno lei mi guarda con quegli occhi color blu cobalto e mi dice:"sai sono fidanzata e sono contenta perchè il mio ragazzo asseconda tutte le mie perversioni". Perversioni? Wow ma forse sto sognando. Forse sono ancora lì, nel mio appartamento, sul letto madido di sudore ad immaginare tutto. La sua voce mi riporta invece nella dolce realtà e mi dice: "adesso devo andare...sai devo aprire il negozio". Ed io oramai preso dall'estasi le dico che l'accompagno...Il tragitto è breve, un paio di minuti a piedi durante i quali lei mi racconta quali sono le sue perversioni. Lei ama frequentare i club privè dove incontra altre sue amiche e tutte insieme si recano nella sala rossa dove un enorme letto le attende per il loro piacere mentre il suo ragazzo le osserva con goduria. Siamo arrivati al suo negozio, è una ideoteca. Mentre lei infila le chiavi nella toppa io da dietro le guardavo i fianchi stretti da cui partivano due glutei che belli così te li puoi solo immaginare, con il vestito che, complice il caldo, si era andato ad infilare maliziosamente lì in mezzo. Non resisto, non vedo l'ora di entrare nel negozio e...(fine prima parte)
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16 anni fa
claudio,
32
Ultima visita: 14 anni fa
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Prima volta in tre....
CAPITOLO 1..L'ATTESA..Doveva succedere una settimana fa....poi tutto andò in fumo per via di altri impegni......è Lunedì mattina ed avverto il ragazzo che doveva farci compagnia che non si fa più niente..tristezza...però gli comunico che molto probabilmente ci incontreremo il lunedì dopo.
CAPITOLO 2..LO STUPORE..Io e mia moglie ne parliamo e dispiace aver dovuto rimandare..volevamo entrambi provare questa esperienza..mentre parlavamo mi arriva un messaggio..era Lui..il testo diceva"Non resisto fino a Lunedì prossimo non si può fare prima?"
..la risposta.."cercheremo di fare il possibile"..
Arriva Mercoledì..e scambiandoci email come al solito dai nostri rispettivi posti di lavoro..mi si disegna in volto lo stupore..la mail diceva"perchè non facciamo stasera?" l'erezione è stata instantanea e risposi sento lui se può..bene eravamo quasi al traguardo..lui poteva!!
da quel momento in poi è stato di marmo fino a quando sono andato a prenderlo vicino casa nostra.
CAPITOLO 3..L'INCONTRO..Entriamo in casa mia moglie era fasciata da un vestitino molto leggero e corto con sotto solo mutandine di fronte bottiglia di prosecco e tre bicchieri..era tornato il marmo...si presentano (io ovviamente mi ero già presentato)..ci sediamo e parliamo del più e del meno..era tutto il giorno che pensavamo come iniziare il contatto...mia moglie è alla mia sinistra e lui alla mia destra..mentre stavamo finendo il calice..vedo mia moglie che con discrezione apre leggermente le gambe per volantariamente farmi vedere il frutto della passione..quasi per dirmi..ORA..
CAPITOLO 4..IL SOGGIORNO..Ok Mia moglie da il via con la frase...andiamo a sederci di la?..non aspettavamo altro..ci sediamo sul divano lei in mezzo a noi..inizia a toccarci in mezzo alle gambe e sente che sono durissimi...inizio a baciarla mentre il mio "amico" le sfiora leggermente la gamba nuda sento nel bacio il sussulto..di essere toccata da una mano estranea. intanto che la sento sempre più calda apro con dolcezza le gambe e piano sposto le mutandine fino a toccarla...l'avevo vista molto bagnata..ma così mai era fradicia..un lago..Lui mi ha seguito a ruota ed insieme la penetravamo con le dita..intanto che massaggiavamo il suo corpo e la baciavamo..VENNE!!
CAPITOLO 5..IL SOGNO REALIZZATO..Mi inginocchio con lei seduta sul divano e subito bacio delicatamente il clitoride e lecco tutto quel nettare afrodisiaco..ed intanto lei?..prende in bocca il cazzo di Lui ed incomincia uno splendido lavoro .passo la lingua la introduco stà impazzendo di piacere ecco sii viene mentre la stò leccando..ci spostiamo ora tocca a me ricevere un delizioso pompino intanto che anche Lui si disseta del nettare prelibato..sento che gode, gode così tanto che vengo magnifico..lei continua a leccarlo e succhiarlo mentre Lui veste il "signore" e la penetra mentre lei continua ad usufruire della mia asta con la sua splendida bocca fantastico..ci diamo il cambio ed entro dentro di lei..fino a farla venire..veniamo insieme...poi lei si sdraia apre le gambe e la bacio ancora..intanto Lui si mette sopra di lei praticamente mentre io leccavo Lui la stava scopando in bocca...fino a quando il di Lui seme ricopri la gola ed i seni di mia moglie..e proprio in quell'istante venne ed io assaporai di nuovo tutto.
CAPITOLO 6..CONSIDERAZIONI PERSONALI..E' stato proprio come l'avevamo immaginato abbiamo goduto tutti e tre ed abbiamo trovato proprio una brava persona veramente sana discreta e pulita..l'unica cosa(che spero di provare la pross volta)che non abbiamo provato doppia penetrazione...Ciao e grazie per la pazienza.
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16 anni fa
coppiasex,
33/36
Ultima visita: 16 anni fa
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Una sera a tre
Lui era il mio migliore amico; chiamiamolo Pino. Ci conoscevamo da anni e da un po’ di tempo aveva iniziato a fantasticare con me sulla possibilità di incontrarci a 4, ossia con le rispettive mogli, per iniziare a fare sesso tutti insieme e poi per scambiarci le mogli.Io mi sarei scopato volentieri sua moglie Teresa, ma ero sicuro che questa proposta per me era improponibile in quanto mia moglie non era assolutamente dell’idea e mai lo sarebbe stata, con chiunque, non solo con lui.Pino insisteva e tute le volte che ci si vedeva faceva allusioni sempre più esplicite, anche in presenza delle lei. Teresa, altra mentalità, sembrava interessata e lo faceva capire con sorrisi ed occhiate decisamente “parlanti”.E fu così che un giorno, quando Pino mi aveva per l’ennesima volta lanciato la proposta, gli risposi molto pacatamente: Pino, come hai capito la cosa non si può fare; mia moglie non è il tipo da prestarsi a questi giochi. Mi sembra invece che Teresa sembrerebbe interessata; se voi siete d’accordo potremmo giocare a tre mettendola in mezzo tra noi due.Pino mi rispose che ci avrebbe pensato e che forse si poteva fare.Per qualche settimana non ritornò più sull’argomento, ma poi un week end in cui avevamo deciso di andare al mare e all’ultimo momento mia moglie per un contrattempo decise di restare a casa, ci trovammo tutti e tre nella situazione ideale per poter concretizzare la fantasia.Avevo deciso di lasciare a lui il compito di condurre il gioco e dopo cena ci trovammo tutti e tre sulla mia barca a parlare del più e del meno; nulla accadeva e dopo aver giocato a carte ed aver bevuto un paio di whisky decidemmo di andare a dormire.La mia barca aveva un grande lettone a prua e lui mi disse; perché non dormiamo tutti e tre insieme sulla tua barca? Aggiungendo subito dopo: però Teresa dorme dalla mia parte, sto io in mezzo.Teresa con un sorrisetto sornione ribadì: perché non tiriamo a sorte? Chi prende la carta più bassa sta in mezzo. E così fu. E la sorte decise che Teresa, avendo pescato un due, sarebbe stata la predestinata a dormire in mezzo; Pino reagì limitandosi a dire: dormire non significa fare altre cose…. Appena spenta la luce Teresa, che evidentemente si aspettava qualcosa di più che dormire, iniziò con grande cautela a sfiorare con la sua mano sinistra la mia coscia, aumentando l’intensità dello sfregamento, ma sempre lentamente, con pause sequenziate. Dopo qualche minuto, ritenendo che Pino si fosse addormentato, presi molto lentamente la sua mano con la mia e la portai sul mio pacco, per farle sentire il mio fratellino che nel frattempo aveva iniziato a risvegliarsi. Contemporaneamente mi girai verso Teresa, per permetterle di infilare la su mano sotto i pantaloni della mia tuta, cosa che fece senza esitare, fino a raggiungere il mio cazzo ormai in piena erezione e ad accarezzarne lentamente con i polpastrelli il glande.Fu a questo punto che Pino, finto dormiente, fece un balzo sul letto, mise la sua mano su quella di -Teresa che mi stava massaggiando, ed urlò “...ti ho beccato troia !!...”Restammo allibiti entrambi; io trovai la forza di dire “...volevamo vedere se stavi dormendo…” Pino a questo punto disse “va bene, volete scopare? allora facciamo così, Teresa, prima mi fai un bel pompino, poi ti scopo e lui te lo mette nel culo…” Teresa non se lo fece dire due volte, però afferrò anche il mio cazzo cercando di metterlo in bocca; questo fece molto arrabbiare Pino che intervenne dicendo “no il suo non lo devi prendere in bocca, solo nel culo”.Pretese poi che io indossassi il cappuccetto per incularla; a quel punto rinunciai al tutto leggendo negli occhi di Teresa un po' di delusione.Finito questo intermezzo i due si ritirarono nella barca di Pino per la notte.La mattina seguente, di buon’ora, sentii salire qualcuno sulla mia barca; era Teresa che esordì dicendo “…sono rimasta molto male per ieri sera…ho preso la scusa di vedere se hai del latte a bordo per venire a trovarti…” Le risposi, se vuoi ho un latte da mungere, bello caldo...” E lei, sai che ora non è possibile, fammelo solo prendere in bocca per un minuto, poi troveremo modo di rifarci a Milano… Lo afferrò, lo osservò per un attimo e disse. Hai proprio un bel cazzo, lo voglio prendere dappertutto. Il resto alla prossima puntata
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1 anno fa
Ne_mo,
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Ultima visita: 2 mesi fa
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La prima volta
Tutto ha avuto inizio in un bellissimo Privè di Milano, non dimenticherò mai quella prima volta. Ma partiamo dall’inizio. Tra me e Marco il sesso c’era ma era un po’ scontato, lo facevamo quasi sempre al buio forse per vergogna o forse per pudore, eravamo entrambi molto giovani.Ad un certo punto del nostro rapporto, non ricordo la data esatta, ma eravamo a inizio anni ’90 il sesso tra noi è cambiato era un po’ meno timido e un po’ più spinto, ho percepito che a Marco sarebbe piaciuto fare qualcosa di diverso ed è stato il momento in cui gli ho dichiarato la mia bisessualità, peraltro mai praticata se non in adolescenza ma in maniera molto soft. Lui rispose “ Camilla se questo è davvero un tuo desiderio dobbiamo cercare di esaudirlo”, si ma come? Non è una cosa che dici ad un’amica o alla vicina di casa.All’epoca non c’era Internet, quindi niente siti di incontri, scambi, chat, ecc. c’erano però le riviste e giornali dove potevi mettere annunci per incontri, ma rispetto ad oggi era tutto molto più lento. Ricordo la corrispondenza attraverso le Caselle postali, scrivevo poi andavo a ritirare la posta con la speranza di trovare qualcosa di valido. All’epoca mi scrivevo con un camionista toscano al quale mandavo le mie foto, naturalmente senza volto, ma le inviavo a pezzi tipo puzzle, era divertente anche se non ci siamo mai visti. Oggi non mando più foto a pezzi, il gioco è cambiato e quando trovo un Bull che mi piace ci scriviamo e se tutto è ok ci vediamo e facciamo sesso senza problemi e se c’è felling ci rivediamo più volte.Decidemmo quindi di prendere Videotel, i più giovani molto probabilmente non sanno che cosa sia, ma è stato il primo vero esempio di scambio messaggi di testo in rete. Per accedere al Videotel si utilizzava un terminale a noleggio dalla SIP (oggi Telecom). Appena si accedeva appariva la schermata iniziale con la lista degli utenti online e i relativi biglietti da visita contenenti una piccola presentazione. Quando si riceveva un messaggio si vedeva in alto il biglietto da visita del mittente, un po’ di testo e poi lo spazio per scrivere la risposta. In questo modo era possibile conoscere coppie o singoli, ma c’erano un paio di “problemini”, il primo era che la persona con cui chattavi vedeva in chiaro il tuo numero di telefono e quindi ricevevo un sacco di telefonate, e non sempre piacevoli; la seconda era che oltre al canone pagavi le telefonate ed era carissimo quindi questo gioco, peraltro molto divertente, finì presto.Ma una coppia conosciuta in chat ci parlò dei Privè, luoghi per noi assolutamente sconosciuti ma che ci incuriosivano e forse lì avrei avuto la possibilità di fare sesso con una donna e naturalmente con altri uomini.Una sera, armati di coraggio, partimmo per Milano. Il locale era bellissimo, musica di sottofondo, tappezzeria nera, luci soffuse e un profumo molto avvolgente. Ai clienti veniva offerto un buffet ricco di cibo salato e dolce molto buono, per non parlare delle ostriche accompagnate da champagne. Stupendo. Il locale aveva un corridoio lungo il quale si aprivano dei camerini con divanetti e tv naturalmente con film porno, poi c’era una stanza con al centro un lettone enorme dove sopra potevano esserci 3 o 4 coppie e un numero imprecisato di singoli, mani, cazzi e fiche ovunque e poi ancora una stanza con letti più piccoli ma sempre molto comodi e affollati e tutto intorno divanetti.La mia prima sera non la dimenticherò mai. Quella sera eravamo molto eccitati ma anche un po’ intimiditi, non sapevamo bene come fare, come funzionava il gioco e ad un certo punto camminando lungo il corridoio mi sono trovata mani che mi toccavano dappertutto, un po’ ero agitata ma dall’altra parte mi stavo eccitando anche se non mollavo di un millimetro Marco e ho capito che se dicevo no, solitamente, ma non sempre, si ritiravano in buon ordine. Ci siamo seduti in un camerino e abbiamo iniziato a baciarci e toccarci, ho iniziato a succhiare il cazzo a mio marito e lui mi ha fatto inginocchiare sul divanetto e ha iniziato a leccarmi da dietro, in pochi secondi il camerino si è riempito di uomini e coppie, una di queste si è seduta vicino a noi e lei ha iniziato a toccarmi prima il seno e poi è scesa piano piano verso la fica, wow! La sua delicatezza era fantastica, poi lui ha iniziato a toccarmi e lei ha iniziato a giocare con Marco. Lui aveva un cazzo niente male, dopo avermi leccato, succhiato la fica fino a consumarla e farmi godere in maniera favolosa me lo ha messo in bocca e ho contraccambiato con molto piacere e naturalmente abbiamo scopato godendo ancora e mentre scopavo con lui leccavo la fica alla sua compagna, fantastico. Era la prima volta che facevo sesso con un altro uomo, dopo aver conosciuto Marco ed era la prima volta che “assaggiavo” una fica… buona!! Di lei ricordo un seno strepitoso e una fica profumata da mangiare, di lui ricordo oltre al fisico niente male anche come era vestito, giacca e cravatta, camicia bianca e scarpe in pelle bianche e nere. Come prima esperienza era andata molto bene.Uscendo dal camerino lei mi disse “hai una bella fica, ma non ti ho mai visto qui” “noi è la prima volta che veniamo” “andiamo a ballare”.Mentre i nostri compagni erano a sorseggiarne champagne io e lei ballammo avendo intorno un nutrito gruppo di maschietti arappati, anche perché lei aveva un fisico stupendo e io ero una “novellina”, come dire fica fresca. Ad un certo punto ci appartiamo io e lei nella stanza con il lettone e iniziamo a giocare tra noi, si avvicinano alcuni singoli ed io ero un poco intimidita, cercavo con lo sguardo Marco, non sapevo bene cosa fare. Si avvicinano i nostri compagni, a quel punto coinvolgiamo un paio di singoli e una coppia. Eravamo un bel gruppo, avevo mani che mi palpavano ovunque, cazzi e fiche a mia disposizione… molto divertente!Fantastico per essere la prima sera era andata alla grande, quella è stata la prima di una lunga serie di serate al Privè.Per arrivare a questo locale ogni sabato sera facevamo circa 150 km, arrivavamo verso le 23 e spesso uscivamo con i titolari che chiudevano il locale, cioè alle 5 del mattino arrivando a casa verso le 7 dormivamo fino al pomeriggio e spesso dopo una doccia facevamo sesso pensando a come era andata la serata, anzi direi nottata. Il periodo dei Privè è durato qualche anno ed è stato strepitoso.
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3 anni fa
Camilla Marco,
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Ultima visita: 2 anni fa
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conflitti sociali..
Erano nel negozietto di lui.
Per la precisione tra le cassette di verdura invenduta.
Odore di selvatico intorno.
Lei era paonazza, gli occhi che strabuzzavano.
Inginocchiata e vestita, emetteva dei suoni che non sembravano umani, qualcosa di simile a degli urli strozzati.
Lui, nudo e in piedi, la teneva premuta contro il cazzo con tutte e due le mani.
« Ferma così!, » le aveva ordinato, all’avvisaglia dell’orgasmo.
« Ferma! Succhia ma non muoverti!, » le aveva ribadito.
Glielo aveva spinto a lungo fino in fondo alla bocca, fin dove riusciva ad arrivare ed ora, ch’era il momento clou, le chiedeva l’ultimo sforzo e l’estremo sacrificio, costringendola ad accogliere tutta l’asta senza più quell’andirivieni che le concedeva un pur minimo sfiato.
Lei aveva le labbra schiacciate contro la parte alta dello scroto, e soffocava... soffocava...
Mentre l’inguine le pizzicava, mentre una parte del suo corpo che sembrava indipendente dalla sua volontà le si illanguiva, mentre con piccoli e dolorosi spasmi di risucchio eseguiva gli ordini di lui, le venne da pensare a che razza di morte sarebbe stata quella e a come avrebbe preso la notizia suo marito ... non fosse stato per l'ostacolo in bocca l'idea le avrebbe strappato una sana risata !
E poi lo sentì, eccolo! Ecco il fiotto liberatore di sperma! La carne che le riempiva la bocca si elettrizzò e poi il liquido la colpì in gola, bruciante e vischioso... se lo sentì colare giù, giù... e subito dopo avvertì degli schizzi all’interno delle guance, sul palato e poi quando finalmente lui le lasciò libera la nuca e lei si liberò ce ne fu anche per le labbra, il mento, il naso e gli occhiali.
Decisamente Walter ne aveva tenuto in serbo un bel po’ per lei: già era uno abbondante di suo, ma per l’occasione s’era autoforzato a tre giorni di lontananza assoluta dal sesso!
Proprio per quello del resto: per rendere memorabile, a lui e a Cinzia, quel pompino.
Cinzia si tolse gli occhiali e appena fu in grado di ridere rise della propria miopia.
« Ma dovevi per forza appannarmi le lenti? » chiese a Walter che le passava un rotolo di ScotteX.
« Mi eccitava il pensiero di sborrarti sugli occhiali! Solo in bocca è troppo... troppo... insomma voialtri borghesi ci siete abituati!»
« Sei un bastardo !... ma adesso voglio la mia parte.. »
Per tutta risposta Walter, col cazzo ancora gocciolante, le indicò la porta.
« Vattene! Tra mezz’ora devo aprire il negozio! »
« Ma io... io voglio... »
« Non sei tu che decidi, lo sai! Via, dai! Fila via! »
Lei finì di pulirsi e poi buttò platealmente addosso a lui i resti dello Scottex.
Lui non si mosse di un millimetro ma disse solo:
« Signora, la prego, esca dalla porta sul retro perchè non ce la fa a tirar su la saracinesca da sola ».
Lei, uscendo dalla porta sul retro, gli mostrò il dito medio.
Sembrava una storia chiusa ma Walter sorrise.
Sapeva bene che sarebbe tornata.
Walter il fruttivendolo sapeva bene che lei, la signora di città , la ricca moglie del ricco imprenditore, voleva proprio quel trattamento.
L’aveva ben capito la prima volta.
Già , quel loro tempestoso e casuale primo incontro dal quale ne seguì un'infinità d'altri senza che lui li contasse; perchè come tutte le persone grezze, Walter non consentiva alle questioni cerebrali di occupare posto nella sua testa. Cinzia per lui era acqua fresca; quando la trovi e hai sete la bevi, senza porti la questione da dove venga e dove vada dopo....
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14 anni fa
belzebù,
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Ultima visita: 1 mese fa
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Serata speciale...
….Eccoci, dopo tutti preparativi siamo finalmente arrivati all’ora "x", le coppie iniziano ad arrivare… una sfilata di buon gusto e piacevoli presenze… Ci conosciamo, parliamo e … sguardi e feeling iniziano ad instaurarsi… finalmente si aprono i balli… l’aria si riscalda... i corpi sensuali delle donne iniziano a muoversi in modo sempre + coinvolgente e caldo fino a fare partecipe del gioco ogni individuo trascinato dalle erotiche carezze… baci e lingue si incrociano fino a far sparire ogni pudore e con lui ogni più essenziale indumento….Il desiderio sale e guidati della lussuria, che si fa strada dentro di noi, ci stendiamo per avvicinarci sempre più… sento le mani del mio lui sul mio corpo accarezzarmi ogni centimetro, chiudo gli occhi per cercare di gustare ed assaporare ogni sensazione, le voci e i sospiri fanno accelerare battiti… sento la mia pelle delicatamente sfiorata da altre mani che mi accarezzano il seno facendo inturgidire i capezzoli, poi si muovono lentamente verso il basso... lui mi distende e bacia… avverto labbra sconosciute su tutto i corpo, una lingua si sofferma agingillarsi con il pearcing all’ombelico e poi scende sempre più giù fino a raggiungere il punto più caldo e bagnato del mio corpo, vagando ed esplorando, alla ricerca del punto preciso dove sollecitare e eccitare... circondata da ansimi bramosi, apro gli occhi e trovo davanti a me due bellissime sorprese... dure e possenti che chiedevano il caldo della mia bocca... inizio a leccarli, prima uno e poi l’altro, lentamente proprio come piace a lui, li prendo in bocca e mi muovo piano su e giù scendendo fino alle palle leccandole e massaggiandole... lo guardo negli occhi avidi di sesso, vedo la sua eccitazione e sento il suo godimento salire sempre più, mi giro verso l’altro e continuo a succhiare sempre più velocemente, vedo i suoi occhi accesi e il respiro farsi sempre più inteso così affondo fino in gola e mi ritrovo completamente schizzata in viso e sul seno... lei si avvicina a baciarmi da vera troia, e si struscia su di me... io torno a concentrarmi su di me affidandomi al mio lui che inizia a toccarmi e esplorarmi con le sue mani esperte, proprio lì nel punto che lui conosce bene, mi accarezzo il clitoride, in modo sempre più incalzante proprio come fa lui dentro di me, sento il calore salire, un fuoco sempre più rovente esplodere in viso, il piacere raggiunge il punto massimo accompagnato da spasmi in tutto il corpo, e come piace a me, a quel punto inizia a scoparmi con foga e dedizione fino a farmi urlare dal piacere e affondare le unghie nel suo corpo... ed, assecondando ogni mio desiderio, anche lui raggiunge l’orgasmo, lasciandomi esausta e sfinita distesa sul letto ancora in preda agli spasmi...Rilassata ed inerme mi sento accarezzare ed una mano si avvicina alla mia per prendermi e portarmi in un luogo appartato...guardo il mio lui che mi fa un cenno di assenso, quindi lo seguo e iniziamo a baciarci e strusciarci...vedo il mio lui che ci osserva da lontano, con un esaltato sorriso.Lui inizia a leccarmi e esplorarmi e io contemporaneamente glielo prendo in bocca e lo sento crescere sempre più, mi muovo lentamente e gli lecco le palle, le massaggio... sento il suo piacere e desiderio, gli metto un preservativo con la bocca e iniziamo a scopare... gli vado sopra e guardandolo fisso inizio a muovermi velocemente come piace a me, e piace anche a lui... lo sento riempirmi completamente, mi sento calda e sudata... mi gira e mi prende da dietro, in ginocchio davanti a lui, e stringendomi i fianchi affonda ogni colpo, intanto mi masturbo... lentamente mi distendo con le gambe, e proseguiamo con lui disteso su di me che contraggo e rilasso i muscoli perinei stringendo sempre più il passaggio, i nostri corpi sono umidi e scivolosi, ci giriamo con me sotto e le mie gambe sulle sue spalle, si sente tutto e lui riesce a penetrarmi fino in fondo sempre con ritmo più incalzante fin che esausti ci lasciamo andare in un rumoroso orgasmo... Stanchi ed appagati ci sdraiamo uno al fianco all’altro e intravedo anche il mio lui soddisfatto allontanarsi... Pensare che i singoli non mi piacciono...
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15 anni fa
Angeli.Abbracciati,
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Ultima visita: 6 anni fa