Apro la porta e lei mi si presenta davanti con un vestito nero e una scollatura dove mi cade subito l’occhio.
“Dove cazzo guardi, maiale! Ora fammi entrare, e guai a te se apri bocca senza permesso!”
Mi sposto per farla entrare, lei procede in soggiorno e si siede sul divano, tenendo la borsa a fianco a sè.
“Ora vieni qui e inginocchiati a terra, servo!”
Ubbidisco e mi metto davanti a lei che si posiziona con le gambe leggermente divaricate e mi guarda combattuto mentre cerco di evitare di guardarle in mezzo, non senza scivolare con qualche rapida occhiata. Non porta gli slip ed è tutta rasata. Comincia a venirmi duro, cerco di dissimulare, ma inutilmente.
“Guarda che porco, adesso ti sistemo io, togliti subito i vestiti!”
Rapido, senza alzarmi, mi tolgo scarpe, calzini, pantaloni e camicia, rimanendo in mutande davanti a lei.
“Tutto.”
Un po’ reticente, tolgo anche i boxer, e rimango nudo e con un’erezione davanti a lei che si compiace della mia sottomissione.
“Bene, ora è il momento di insegnarti il tuo ruolo e il tuo posto. Mettiti questo, si addice di più alla sgualdrina che sei!”
Tira fuori dalla borsa un vestito fucsia e me lo lancia in faccia. Lo prendo e lo indosso, sentendomi un po’ umiliato.
“Guarda la mia troietta, adesso sì che ci capiamo. Ti piace il vestitino troietta?”
“Sì padrona”
“Bene, ora appoggiati lì e non fiatare.”
Mi prende per il collo da dietro e mi fa stendere il busto sulla chaise longue, con le ginocchia a terra, e il sedere esposto. Sento che armeggia con la borsa, tirando fuori delle cose, poi ascolto l’inconfondibile rumore di guanti in gomma mentre li indossa, seguiti da un barattolo che si apre.
“Adesso ti preparo io per il tuo ruolo da troietta”
Sento immediatamente la sua mano guantata che spalma del gel attorno al mio buco, per poi infilarci dentro una, due, e poi tre dita, armeggiando e a tratti ridendo e prendendomi in giro.
“Guarda la troietta come si apre, adesso ti sistemo”
E infila il quarto dito, iniziando a entrare e uscire con le nocche lentamente ma inesorabilmente, per qualche minuto, continuando a darmi della troietta sfigata. Ad un certo punto inizia a ruotare la mano con le dita dentro di me, e trattengo a stento un gemito.
“Sei proprio una puttana, guarda che robe, sei aperta come una galleria! E scommetto che ti piace. Allora, che mi dici? Rispondi!”
“Sì padrona, mi piace”
E comincia a ruotare e a spingere avanti e indietro con le quattro dita e le nocche, sempre più velocemente, fino a quando non mi scappa un gemito.
“Chi ti ha autorizzato ad emettere suoni? Brutta sfigata, fai silenzio! Adesso ti punisco io!”
Si alza, mi schiaccia la testa sul cuscino intimandomi:
“Adesso stai a faccia in giù, guai a te se guardi”
E se ne va in camera mia dove le avevo detto che tengo i giocattoli. Torna e si rimette dietro di me, e immediatamente sento entrare di colpo il plug nero, cavo all’interno e piuttosto grosso. Non oso emettere un suono, anche se a fatica, e la sento che mi ride dietro:
“Ahahah, che razza di sfigata troietta che sei! Adesso vedi come ti sistemo!”
Prende la mia camicia e me la annoda sulla testa, bendandomi e coprendo tutta la faccia tranne la bocca. Poi cammina e la sento cercare tra i cassetti della cucina. Cos’avrà in mente? Torna e mi intima:
“Ora alzati e fai silenzio, guai se sento una parola!”
Mi alzo in piedi, con il membro duro e il buco aperto, e sento il rumore inconfondibile del cellophane che si srotola. Inizia ad arrotolarlo attorno ai polpacci, stringendo il necessario per impedire i movimenti, e salendo piano piano, giro dopo giro. Arrivata al pene, si ferma e dice:
“Ma che fai? Ti si sta rammollendo? Cos’è, stai diventando una femminuccia sul serio? Brutta troia sfigata!”
A quel punto sento la sua mano che lo prende e inizia a masturbarlo, poi sento la sua lingua, le labbra, l’interno della bocca… Che estasi! Ma appena mi torna eretto, smette subito, mi tira uno schiaffo sulle natiche ancora nude e mi intima
“Adesso stai fermo, troietta di merda!”
Riprende con il cellophane, gira attorno al pene, coprendo le palle e lasciando fuori solo l’asta dura, stringendo bene perché non si muova niente, e continua sul busto chiudendomi anche le braccia, lasciando scoperte spalle e testa. Ora mi trovo davanti a lei, in piedi, bendato e senza potermi muovere, con il buco aperto dal plug costretto in posizione dalla stretta fasciatura, e il pene esposto per i suoi capricci.
“Ora mi diverto un po’, stenditi lì, troietta! Ah ah ah! Sembri un verme mummificato! Il mio verme troietta! Ah ah ah!”
E piano, mi accompagna facendomi stendere a pancia in giù sulla chaise longue.
Sento che armeggia ancora per circa un minuto, per poi sedersi a cavalcioni sulle mie cosce. Con le mani, strappa il cellophane attorno al buco e senza dire una parola estrae lentamente il plug. Poi riprende a giocare con la mano guantata, infilando gradualmente le quattro dita e stantuffando fino all’attaccatura del pollice.
“Guarda la troietta come se la gode in silenzio!”
Ad un certo punto estrae un po’ la mano, e sento che infila il pollice. Piano, inizia ad entrare con le quattro nocche, e infine, dopo poco tempo che entra ed esce, riesce a far passare la nocca del pollice, entrando praticamente con tutta la mano nel mio buco.
“Ah ah ah! Ti sto aprendo il culo come si fa con un cazzo di tacchino ripieno, ma che razza di vacca sei?”
La sento poi chiudere il pugno dentro di me, iniziando a ruotare la mano e infine a stantuffare, aumentando poco a poco la velocità. Dopo parecchi minuti che si diverte ad aprirmi, il mio buco è praticamente slabrato, la sento entrare e uscire col pugno dal polso alle nocche mentre al contempo ruota la mano. Ad un certo punto, senza dire niente, estrae in modo lento ma deciso il pugno chiuso, quasi strappandomi un gemito che non oso pensare a cos’avrebbe portato.
“Aaah, guarda che bel culo aperto che ha adesso il mio verme troietta! È il momento di scoparti come si deve!”
Sento appoggiare all’apertura uno dei miei dildo, dal peso si direbbe quello grosso arancione. Poco alla volta lo sento entrare, centimetro dopo centimetro, fino a quando non sento le sue anche premere contro le mie natiche.
“bene, adesso ti fotto come la troietta che sei!”
E inizia a fottermi con quel dildo enorme indossato come strap-on, dapprima lentamente, poi con spinte sempre più decise, sento il suo peso sulle mie natiche ad ogni spinta, sento che appoggia le sue mani sulla mia schiena e continua dando colpi decisi, profondi e veloci.
“senti come entra comodo, ti ho aperto per bene eh? Troietta, adesso continuo a scoparti finché non mi stanco!”
E continua a schernirmi e a ridere mentre mi scopa da dietro, e io non posso vedere niente né muovermi in alcun modo, sono sotto il suo completo controllo e mi sta usando come una bambola da scopare. Va avanti così per un parecchi minuti, forse una mezz’ora, a quel punto sento il buco slabrato aprirsi e dilatarsi ad ogni suo colpo senza la minima resistenza.
Poi si ferma, lentamente estrae il dildo e si alza, poi sento rientrare il plug che mi aveva tolto prima.
“Non pensare che ti lasci il buco vuoto, meriti di rimanere aperta come la troia che sei!”
Infine riprende la pellicola e la arrotola molto stretta ricoprendo nuovamente tutto e impedendo al plug di uscire anche se lo avessi spinto io.
Poi mi gira a pancia in sù, sento cadere lo strapon a terra, seguito dalla sua mano che prende il mio pene.
“Sei proprio diventato una troietta, ti si è rammollito di nuovo. Sei fortunato che mi sei piaciuto oggi, perciò meriti di offrirmi il tuo cazzo da troietta sfigata per il mio piacere. vedi di non venire in trenta secondi altrimenti te lo stacco a morsi.”
A quel punto lo sento mentre lo prende in bocca e inizia a stimolare succhiando e giocando con la lingua, inutile dire che dopo poco tempo mi ritrovo con un’erezione pulsante. Cavoli, quanto vorrei vederla all’opera, ma non oso aprire bocca, perché ormai sono in suo potere, mi sta usando come il suo giocattolo personale.
La sento che si mette a cavalcioni sopra di me, tenendolo in mano e piano piano guidandolo dentro di sè, mio dio che sensazione estatica!
Appoggia le mani sul torace incellofanato, e inizia a dondolarsi secondo il suo ritmo e le sue esigenze, io non posso nemmeno muovere un muscolo in quelle condizioni, le sto praticamente facendo da bambola per il sesso personale. Continua così per un buon quarto d’ora, ansimando sempre di più finché non sento l’inconfondibile calore dei suoi liquidi di orgasmo che si infiltrano sotto il cellophane. Rallenta un po’, si ferma e rimane seduta per qualche secondo, prima di alzarsi.
“Bene, sei stata brava, non sei nemmeno venuta. Così mi piace, troietta. Adesso te lo tieni così, e se vuoi venire ti arrangi da sola quando me ne vado. Ora alzati che ti libero”
Se ne va in bagno, ci resta qualche minuto e poi torna, si riveste con calma e mi fa alzare, srotola tutto il cellophane, e gentilmente mi asciuga con dello scottex.
“Questo per ringraziarti perché sei stata brava”
Senza togliere il plug mi infila i boxer, i pantaloni e la camicia, io collaboro in silenzio.
“Accompagnami alla porta, puoi salutarmi quando me ne vado”
Andiamo verso la porta, le apro, si avvicina e mi regala un bacio a stampo sulle labbra:
“Ciao stella, grazie di essere stata la mia troietta per oggi. Mi raccomando sfogati adesso. Alla prossima”
“Ciao padrona, alla prossima”
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