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melange erotique 37/30 anni
Coppia
Naples, Italia
Ultima visita: 4 anni fa
Varie

Una serata diversa

Era un sera d’inverno e come ci capita spesso uscimmo per mangiare una pizza.
Lei, la mia ragazza, il sabato sera dedica tantissimo tempo alla cura del suo corpo per essere il più sexy possibile.

Nulla è lasciato al caso, sceglie con cura l'intimo da indossare, quella sera scelse un perizoma nero di pizzo coordinato con un reggiseno a balconcino che a stento riusciva a contenere i suoi due grossi seni sodi.

L'inverno è stato mite quest'anno, infatti, invece delle solite calze collant, ha preferito indossare un paio di autoreggenti nere, quelle con la riga posteriore che a me fanno impazzire.
Proprio quel pomeriggio aveva acquistato un vestito a tubino nero, molto aderente, le stava a pennello, era sexy da morire.

Per completare il tutto indossava un paio di scarpe tacco 12, di quelle che non ti fanno passare inosservata.

Finalmente dopo ore ed ore di preparativi, riuscimmo ad andare in pizzeria, mentre parlavamo e ci stuzzicavamo sul dopo serata, un ragazzo si sedette vicino a noi.
Il ragazzo mi salutò e dopo un attimo di perplessità mi ricordai chi era, era un mio vecchio amico che non vedevo da qualche anno, gli chiesi come mai fosse solo e lui mi rispose che il suo amico gli aveva dato buca e siccome non voleva passare il sabato sera a casa, preferì andare a mangiare una pizza per poi girare per qualche locale, mi dispiaceva vederlo solo e lo invitai al nostro tavolo.

Durante la serata tenni d’occhio il mio amico, non faceva altro che guardare la mia compagna,l'avrei fatto anch'io se fossi stato al suo posto.
Lei era favolosa, i capelli mossi tra il biondo e il rosso, le sue labbra carnose e quel corpo da sballo, sono sicuro che avrebbe steso anche me.

A metà serata il amico andò in bagno e approfittai della sua assenza per chiedere una cosa alla mia ragazza:

“Amore penso che il mio amico ti stia mangiando con gli occhi.”
“Davvero? Non me ne ero accorta”

“Ti da fastidio?”

“Mha, un po’ si, però vuol dire che sono attraente e questo mi lusinga”
“Ok, allora faccio finta di niente”

La mia ragazza divertita dalla situazione volle giocare un po’ e infatti notando l’attuale indifferenza di lui, cercò di provocarlo in tutti i modi, mostrando audacemente le proprie gambe scoprendole sempre di più.

La situazione era veramente eccitante e mi divertì nel vedere il mio amico diventare rosso, notai un certo rigonfiamento nei suoi pantaloni, non c'erano dubbi, se la stava scopando con gli occhi.

Finito di cenare pensai che fosse il momento di andar via e anche di salutare il nostro amico che ci ringraziò 100 volte per non averlo lasciato solo.

Incominciò copiosamente a piovere lui ci fermò chiedendoci se, dato che il tempo era così brutto, se volessimo fermarci nel suo appartamento che distava pochi isolati da lì, in modo tale che, una volta finito di piovere, potevamo tranquillamente tornare a casa senza bagnarci, rispondemmo di si e ci avviammo verso casa sua.

La casa era davvero accogliente, moderna come piace a me, si prese i nostri soprabiti e ci chiese se volessimo un drink.

Chiacchierammo per almeno un'ora e poi guardammo un po' di tv, stavano trasmettendo il film Striptease, per intenderci quello con Demi Moore.

Alberto (il mio amico) disse:

"Wow, quanto è sexy lo striptease, tu sei fortunato ad avere una ragazza così sensuale, chissà quante volte ti fa uno show di questo tipo".

Lei non mi fece neanche rispondere che disse:

"Tu non ne hai neanche idea di quante volte lo faccio, lui è fortunato ad avere al suo fianco una donna così sexy e intelligente", non trovi?".

Forse l'alcol o non so, lei disse una frase che ricorderò per il resto della mia vita.
"Dato che a tutti e due piace da morire lo striptease, ora vi faccio vedere io un vero striptease"
Non credevo alle mie orecchie, pensai di essere in un sogno, Alberto aveva la mascella aperta.
Lei faceva sul serio, non scherzava, chiese ad Alberto di mettere una canzone d'atmosfera, una di quelle adatte per uno striptease.

Alberto non se lo fece chiedere due volte, si alzò di scatto e andò verso il suo stereo e scelse la canzone.

Ero eccitato da morire e allo stesso tempo geloso, non avevo mai provato una sensazione del genere.

Noi eravamo seduti sul divano e lei si era posizionata al centro della sala in attesa che la canzone iniziasse.

Lentamente cominciò a muoversi, era sexy da morire, si toccava delicatamente prima la caviglia, poi il ginocchio e infine le cosce, venne verso di me e mi baciò, sentivo la sua eccitazione pervadere il suo corpo.

Tornò al centro della stanza, ma adesso era voltata e ci mostrava il suo sedere, sembrava una professionista della striptease, si voltò verso di noi di scatto e si mise a chinino, in quel momento Alberto notò che portava le autoreggenti.

Alberto mi disse: "Mio dio quanto è sexy la tua ragazza, mi sto eccitando da morire".
Lei tornò verso di noi ma questa volta si avvicinò ad Alberto e gli chiese di abbassargli la cerniera lampo del vestito, faceva sul serio, lui non se lo fece chiedere due volte, delicatamente fece scendere la lampo, lei lo ringraziò con un bacio sulla guancia e danzando tornò al centro della sala.

Sensualmente fece cadere ai suoi piedi il vestitino, davanti a noi avevamo una visione celestiale.
Era vestita soltanto con il suo intimo nero di pizzo e indossava ancora le scarpe.
Ballava con una naturalezza incredibile, eppure era la prima volta che lo faceva davanti ad un altro uomo.

I suoi movimenti erano lenti e sensuali, i suoi capelli fluttuavano sulle sue spalle, il tutto mentre si leccava il dito indice, come ad indicare un desiderio impellente.

Ero convinto che il gioco fosse arrivato al termine, ma mi sbagliai clamorosamente, ci diede di nuovo le spalle e si slacciò i gancetti del reggiseno, quel momento nella mia testa durò un’infinità.
Si voltò verso di noi, le sue mani coprivano i suoi grandi seni, il suo sguardo era penetrante, ed io ero eccitato come mai nella mia vita, non vi dico Alberto, ormai era perso di lei.

Lei, la mia donna, la mia musa, mordendosi il labbro inferiore, lasciò scivolare le mani, che fino a quel momento coprivano i due seni e se le portò sui fianchi e disse: “Vi piaccio?, oppure no?”

Non riuscimmo neanche a rispondere, eravamo come bloccati da catene su quel divano, gli occhi del mio amico erano fissi nel guardare quei due grandi seni, sodi, le areole erano grandi e rosa, i capezzoli lasciavano intendere quanto lei fosse eccitata.

Per lei non era ancora abbastanza, quel gioco le piaceva troppo, la libidine era alle stelle, con un movimento deciso e veloce si abbassò il perizoma.

Ebbi un sussulto al cuore, non credevo ai miei occhi, lo aveva fatto per davvero, era nuda davanti al mio amico, ho ancora impresso nella mia mente quei secondi.

Era tutta nuda, “vestita” soltanto dalle sue calze autoreggenti nere e dalle scarpe nere dal tacco vertiginoso, il suo monte di venere era celato soltanto da un piccolo triangolo di pelo raso, nulla era lasciato al caso.

Prese dal tavolo un bicchiere di spumante e se lo portò alla bocca, bevve qualche sorso e il resto lo lasciò scivolare sul suo corpo, si avvicinò a noi,
pensai: “Ma cosa sta facendo?” si sedette in mezzo a noi e disse:

“Fatemi sentire donna”.

Io e Alberto ci guardammo e non credemmo alle nostre orecchie, lei, la mia ragazza che fino a quel giorno si vergognava di andare in topless in spiaggia, era pronta ad essere presa da due uomini contemporaneamente.

Non potevo ancora crederci, ma ero eccitato da morire.

Ci disse:”Che fate lì imbambolati, prendetemi, ora!”, Alberto non si fece pregare e fece la prima mossa, prese la mia ragazza e la baciò.

Sembrava che non baciasse una donna da anni e a lei non sembrava dispiacesse tale foga, io ero lì a guardare quei due amanti che si baciavano appassionatamente, le loro lingue si muovevano vorticosamente e potevo sentire il loro respiro aumentare.

Le mani di Alberto sembravano quelle di un bambino che scarta il regalo il giorno di Natale, non stavano ferme un secondo, accarezzava il seno prima delicatamente e poi con fermezza, sentivo la mia lei gemere di piacere, il dito dell’altra mano era ormai scomparso all’interno della fica.

Non avevo mai visto la mia ragazza così eccitata. Dal rumore che facevano le dita di Alberto, avevo capito che la fica era ormai un lago.

Io intanto mi ero spogliato e avevo incominciato a masturbarmi, non nascondo il mio lato voyeuristico e la mia donna lo sapeva, lei infatti mentre si faceva toccare da Alberto mi guardò con uno sguardo che lasciava intendere cosa sarebbe accaduto da lì a poco.

Lei prese in mano la situazione, in tutti i sensi, gli abbassò il pantalone e gli slip, davanti a lei c’era un grosso cazzo che pulsava di piacere, era grande, non lungo, come piace a lei.

Iniziò il più bel pompino che Alberto potesse avere nella sua vita, il cazzo faceva dentro e fuori dalla bocca della mia ragazza, il tutto alternato da lunghe leccate, prima della cappella e poi di tutta l’asta. Durò tantissimo ed io non ne potevo più di guardare, feci la mia mossa, mi avvicinai ai due e dissi a lei che volevo divertirmi anch’io.

La mia donna non aspettava altro, prese in mano anche il mio cazzo e cominciò a masturbarmi e a spompinarmi.

Dopo tanti preliminari, lei ne aveva abbastanza, volevo sentire il calore del cazzo dentro di se.
Presi un preservativo e lo passai ad Alberto, neanche me ne resi conto che già era dentro di lei, gridò di piacere, quel grande cazzo era dentro di lei, ma non era abbastanza, era stesa per terra e mi fece avvicinare, voleva il mio cazzo in bocca.
Non ci potevo credere ero protagonista di un rapporto a tre con la mia donna, una delle mie fantasie più ricorrenti.

Alberto aveva tra le mani una vera donna e non perse l’occasione di godersela a pieno, per un’ora sperimentarono qualsiasi posizione, lei venne almeno due volte, la scopammo come se non ci fosse un domani.

Eravamo all’apice della libidine e lei se ne era accorta e ci disse: “Venitemi sulle tette, voglio sentire il vostro caldo nettare”, neanche il tempo di finire la frase che entrambi venimmo copiosamente sui seni. Lo sperma era caldissimo e scivolava prima sui capezzoli e poi sulla pancia.

Eravamo stremati, senza forze, ancora non credevamo a quello che era appena successo.

Stesi sul tappeto della sala da pranzo del mio vecchio amico, con addosso ancora l’odore di sesso, guardai la mia donna e gli dissi: “Ti amo amore mio” e lei mi rispose: “Anch’io” e mi baciò.

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