D'un tratto dall'ombra, lasciando che dalla tunica possa emergere un tracciato epidermico della sottostante nudità, audacemente scoperta a che se ne possa solo intuire la parte ancora occulta di una ben più integrale visione, protetta da una maschera a celare il mio volto, sono pronta per aderire al trasgressivo rituale posto in atto nell'assoluto segreto del luogo in cui sono stata guidata.
Il destino stabilirà a chi volgere il privilegio di proseguire in quel sottile gioco dei sensi nel quale rivelare, all'unico beneficiario di quell'intrigante convegno, la mia identità, permettendogli, senza pregiudizio alcuno, di accedere all'essenza più nascosta.
Lasciando che possa eliminare ogni baluardo che separa il mio corpo dal privilegio di saggiarne le forme, non mi opporrò a che le sue mani le vadano percorrendo alla ricerca di anfratti che so rimanere desiderio di chi, escluso dalla sorte, dovrà attendere con invidia che si compia quell'inusuale confronto.
Una volta che sarà penetrato in me con il proprio vigore potrà finalmente appagarsi inondandomi delle proprie scomposte minzioni sino allo spasimo estremo che conduce ad orgasmi insensati, ricevendo conferma di una violata inaccessibilità.
Nulla a quel punto potrà impedire gli eccessi presenti nella dimensione mentale dove non esiste possibilità di rifiuto neppure in presenza di elementi talmente dissimili da poter apparire innaturali nella realtà quotidiana.
L'occasionale amante potrà allora vantare della propria conquista attraverso l'unica fonte cerebrale quale riprova tangibile di ciò che è avvenuto mentre, poi ricomposta, andrò congedandomi come se nulla fosse avvenuto per tornare da chi attende, non privo di morbosa apprensione, che finalmente sia di ritorno.
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