CAPITOLO XV
“Secondo te gode o è una semplice farsa?”.
Davanti a noi una ragazza molto bella stava donando a quattro uomini le su grazie.
Il suo corpo bellissimo risultava una immagine ben nitida ai miei occhi e tutto il resto era offuscato, quasi non fosse così interessante e degno di approfondimento.
Era come se il corpo della ragazza fosse stato pitturato da Leonardo da Vinci mentre il resto della scena da un pittore futurista.
Le mani che esploravano il suo corpo e i membri che sparivano nelle sue cavità erano ininfluenti ai miei occhi e se uno mi avesse chiesto , “ ora in quanti la prendono” non sarei riuscito a rispondere.
Tania era zitta. Attenta a quello che stava succedendo, mi stringeva la mano ed osservava.
La ragazza era molto bella. Capelli lunghi biondo platino, un viso dolcissimo ed un corpo sinuoso ed aggraziato.
Non riuscivo a capire se la scena mi piacesse o no.
Come un oratore, che dopo un lunghissimo discorso, enfatizza le ultime parole per ricevere un consenso dalla platea attendevo il primo giudizio di Tania su quello che stavamo guardando.
Lei continuava ad osservare e non proferiva verbo.
Ora mi ero messo ad osservare Tania e notavo che non si soffermava come me su una visione globale ma spaziava ad osservare tutti i particolari.
Riformulai la mia domanda.
“Ma può piacere questo ad una donna?”.
“Non vedi che è in estasi?”. Aveva risposto senza nemmeno girarsi verso di me continuando a fissare la scena.
Vista la poca attenzione per quelle che potevano essere le mie impressioni mi ero girato e con gli occhi cercavo la coppia con la quale eravamo entrati nella parte privè.
Erano spariti.
Mi rimisi ad osservare.
“Da cosa lo noti?”.
“Non parla, non fa mugolii strani che denotano solo una commedia in atto ed è attenta a quello che gli fanno”.
Parlava sottovoce quasi che la sua voce potesse disturbare quella scena particolare.
Era lo stesso sguardo che aveva quando fissava qualche abito esposto in una vetrina che le piaceva.
Risi tra me e me.
“Si chiama gangbang in gergo questo tipo di atto sessuale”.
Volevo fare l’erudito.
Lei non rispose.
La bionda ora era rivolta verso di noi con il viso e avevo il suo sguardo a non più di un metro da me.
Ci osservava.
“E’ molto carina”. Lo dissi con un filo di voce mentre continuavo a fissarla negli occhi.
Un “energumeno” la stava prendendo da dietro e questo faceva si che il suo viso si muovesse in avanti ed indietro e ogni tanto quando il colpo era più forte spalancava gli occhi.
“Sembra che gli piaci”. Ora Tania mi fissava e cercava di carpire dalla mia testa se il mio interesse fosse rivolto al “quadro” che avevo davanti o alla ragazza.
Mi girai verso il suo volto. Era una maschera. Tania era in un chiaro stato lussurioso.
Ora mi accarezzava il petto e cercava come faceva sempre di stringermi un capezzolo sotto la camicia.
“Dove sono finiti gli altri?”. Dicendolo si guardava intorno.
Era bellissima. Nonostante tutto quello che stava succedendo aveva un’ aria da bambina che stonava con quello che stavamo ammirando e con l’ambiente.
La baciai sulla fronte in un gesto paterno.
Lei mi sorrise e si rigirò a guardare la scena.
Lo feci anch’io e mi accorsi che lo sguardo della bionda ora era a pochi centimetri dal mio.
Nel mentre si era avvicinata e ora ne potevo sentire il fiato ansimante.
Mi discostai un po’ pauroso e nel farlo trovai l’opposizione della mano di Tania che posata sulla mia spalla mi impediva di indietreggiare.
“Calmo, guarda”. Oddio, ci risiamo.
Ormai conoscevo questi stadi di lussuria. Avevo imparato quanto poteva essere imprevedibile una donna quando era eccitata.
“Tania non scherzare con il fuoco”
“Quale fuoco?”. Ora mi provocava e cercava di farmi crescere quell’eccitazione che fino a quel momento non mi aveva minimamente preso. La scena era carina ma molto al di là di quelle che erano le mie fantasie.
“Rilassati”. Lo disse con una voce strascicata e nello stesso momento mi aveva infilato una mano nei pantaloni agguantando le mie parti intime.
Due dei suoi boy ora si erano portati vicino a noi e cercavano di portare i loro peni nella sua bocca, ma lei continuava a fissare noi e sembrava che quello che gli capitava attorno e dentro di lei non la interessasse più. Ci fissava.
Li capitò una cosa imprevista.
Tania che aveva uno degli uccelli vicinissimo a lei lo prese in mano e lo avvicinò alla bocca della ragazza che non lo rifiutò e lo fece sparire all’ interno.
Continuava a fissare ora me ora Tania negli occhi e nel contempo succhiava avidamente il membro.
Tania che con una mano ora gestiva in modo astuto la mia virilità prese l’altro uccello e avvicinandolo alla bocca della ragazza cercava di obbligarla a cambiare il “ciucio”.
Ora non vedevo più nulla attorno a me.
Accarezzavo il culo di Tania e la sentivo sudato. Rispondeva alla mia carezza roteandolo di qui e di la. Era eccitatissima.
Io di più.
La ragazza non mollava dalla bocca il primo che gli aveva offerto Tania, la quale teneva in mano l’altro vicino alla bocca della venere bionda nell’attesa del cambio.
Improvvisamente accadde. Il membro, che non riusciva a trovare soddisfazione ed una bocca, venne innondando il viso della ragazza la quale non distolse per un momento il suo sguardo dai miei occhi. Si godeva il mio stupore ed eccitazione nel vedere questo.
Tania che si era ritrovata in mano questo pene che sprigionava il suo sperma strinse ancora più forte il mio fino a procurarmi dolore.
Lasciò scivolare dalla sua mano il membro che ancora pulsava e lo vedevo scendere e risalire con piccoli spasmi e cominciò a baciarmi forsennatamente.
Io al colmo della libido l’avevo appoggiata alla parete le sollevai le gambe e freneticamente la penetrai.
Per la prima volta dopo 5 anni la sentii urlacchiare senza ritegno.
Ora la prendevo senza curarmi se potevo farle o no male. Volevo possederla.
Lei con le gambe attorno ai miei fianchi mi dava il ritmo.
“Voltati e scopala che io mi faccio scopare dai quattro”.
Era al colmo della lussuria.
Più mi evocava queste fantasie più io perdevo la testa e colpivo con tutta la mia forza dentro al suo ventre.
Lei insisteva : “Dai girati, è li , fattela. Lo so che vuoi fartela ma io voglio essere posseduta dai suoi maschi”.
Gli occhi chiusi e la testa all’indietro ondulava scuotendo il bacino.
La presi per le anche penetrandola ancora di più. Ora la gelosia e la voglia di possederla si mischiavano.
Una gelosia sana, una gelosia di possessività.
L’orgasmo mi colse che una lingua mi stava leccando i testicoli.
Mi ritrassi spaventato dal ventre di Tania e nel girarmi mi ritrovai all’altezza del mio sesso la venere bionda.
Le innondai il volto per poi finire la mia opera in una bocca caldissima e carnosa.
L’urlo liberatorio, doloroso, piacevole, sublime lo lanciai per un minuto buono. Stringevo il viso della bionda che continuava a solleticarmi il pene con la lingua.
Si sollevò arrivando all’altezza del mio viso e finalmente disse qualcosa. “Grazie”.
Grazie.
Grazie.
“Grazie a te”.
CAPITOLO XVI
Trasgressione:
Illuminato dalla mia donna ho scoperto l’immenso
Marco
Verona 14/07/2006
CAPITOLO XVII
“Luca ci sei”. Giocherellavo con il mouse in attesa di una sua risposta. Che giornata uggiosa.
“Si Marco ci sono, ci sto pensando”.
Quanto era strano chiedere ad un magistrato trasgressivo se considerava uno scambio di coppia alla stessa stregua di un tradimento.
“Ma perché ti fai di queste pare?”.
Si in effetti aveva ragione anche lui, perché mi domandavo questo.
“Esiste una sentenza della cassazione che determina che per fedeltà viene considerato il rispetto dell’immagine del coniuge più che la fedeltà carnale.” .
“Ne consegue che se c’è accordo nel non considerare lesa l’immagine scambiando con un ‘altra coppia e considerando il tutto un gioco manca il reato”.
Leggevo.
“Molte volte i casi di infedeltà coniugale non vengono nemmeno sanzionati perché il più delle volte si dimostrano come conseguenza di atti che avevano già minato il matrimonio”.
“Quindi vuoi dirmi che al giorno d’oggi l’infedeltà coniugale non è più un reato?”.
“Diciamo che può incidere solo in termini economici”.
Carina questa cosa.
“Come è andata ieri sera?” . Era l’argomento che non volevo affrontare. Una serata stortissima.
“Molto male grazie”. Era vero. Una serata da dimenticare.
“Cosa non è andato?”.
“Tutto”.
Non sapevo da dove cominciare.
Mi guardavo attorno per cercare qualche spunto dal quale partire. “Allora. Diciamo che per prima cosa Gianni e Lorella non sono una coppia vera”.
“Scherzi?”.
“ Non scherzo”
“Ma se ce la smena da almeno 6 mesi che loro non sopportano le coppie create al momento”.
“Non dico che non sono coppia, ma sono amanti”.
“E va be dai , sono comunque coppia”.
“Se per coppia accetti il fatto che lui a volte esce con una e a volte con altre allora si”.
“Non è coppia allora”. Aggiunse un eh eh eh eh eh eh nella chat.
“Ma questo non è quello che ha fatto si che la serata non fosse bella, ti spiego”.
Gli raccontai di come era iniziata.
Che eravamo arrivati a Desenzano, avevamo parcheggiato vicino alla pizzeria e li avevamo riconosciuti dalla macchina.
Per cominciare non si erano descritti molto bene.
A sentire Gianni erano una coppia molto carina ed in forma e invece davanti avevamo un ragazzotto con i capelli lunghetti e spettinati e almeno 40 chilogrammi di troppo.
Ma poco male.
Lei che doveva essere bionda aveva i capelli neri e portava gli occhiali.
Al di là di questo sembrava comunque una bella donna.
Peccato che non riusciva a sorridere.
Anche lui aveva una certa repulsione al sorriso al contrario di quanti eheheh ahahahahha hihihihihi lanciava sulla chat.
Ma poco male.
Ci eravamo seduti a tavola e lui dichiarò di avermi riconosciuto e sapeva chi ero nella vita reale.
Sempre poco male.
Continuò dicendo che al contrario di me lui era della parte politica avversa. Gli dissi di non preoccuparsi che io avevo tantissimi amici che la pensavano come lui.
Al contrario lui , che nel frattempo aveva detto di essere sposato con una ricchissima donna ma che non amava ( avevo capito a questo punto perché viaggiava con un porsche) , non sopportava molto i “culi nobili” e per culi nobili intendeva le persone che fortunatamente erano nate ricche. Cominciavo a capire perché non sopportasse la moglie. “Chissà perché l’aveva sposata?”.
“Continua” . Mi immaginavo Luca che sornione sorrideva pensando al mio disagio a tavola.
“In poche parole Luca, dopo che io e Tania ci siamo ordinati due margherite e due coca cole, lui un filetto al pepe verde per lui e una pizza al tartufo per lei e una bottiglia di amarone perché era giusto innaffiare il filetto con un buon vino, ci è arrivato un conto di 160 euro”.
“Normale dai”.
“Si Luca, normale se avesse detto a quel punto pago io. Ma siccome eravamo in quattro ha deciso che si pagasse alla romana”.
“Morale caro Luca il “culo nobile”, siccome è capitalista, secondo lui, ha pagato 80 euro 2 margherite e due coca cole”.
Ridevo mentre scrivevo questo.
Ora immaginavo che anche Luca stesse ridendo e infatti lanciò dalla tastiera un bel po’ di sorrisi.
“Interessante individuo, da portare in vacanza”.
Ora ridevamo a più non posso .
Lo schermo si riempiva di faccette
“Ma sua moglie che tipo di attività ha?”.
“Ha o cinque o sei alberghi grossi qui a Verona, uno in Val di Fassa e uno a Cattolica”.
“Ha sposato un bel patrimonio”.
“Eh si”.
“Questa Lorella come è?”.
“Cosa vuoi che ti dica. Non ha sorriso tutta la sera, ha detto due parole relative al lavoro che fa e quattro sul fatto che le piace fare sesso con altre coppie. Ma questo lo ha detto imbeccata da lui.”.
“Favoloso”. In quel favoloso che aveva scritto in messenger c’era tutto il succo della serata.
“Alla fine cosa è successo?”.
“Tania che tutta la sera cercava di deviare il discorso su qualcosa di allegro e ogni tanto mi prendeva in giro per il ‘culo nobile’ con qualche battuta del tipo, ‘zitto tu che sei un culo nobile’, quando siamo usciti si è inventata un fortissimo mal di testa e siamo riusciti a svicolare via”.
Le faccine sul monitor si stavano inseguendo.
“Morale, siamo saliti in macchina ci siamo guardati e siamo scoppiati a ridere. Non riuscivamo più a smettere”.
“Prima o poi una ‘buca’ doveva capitarti”.
In effetti Luca aveva ragione, ma possibile che la buca mi fosse capitata alla seconda volta?.
“Luca, a dire il vero io e Tania abbiamo pensato che siamo stati fortunati a trovare voi come primo incontro , se fosse stato questo il primo non ci sarebbe stato un secondo”.
“Dai , dai, non fare il disfattista”.
“Marco , ho Gianni in linea in messenger, tu lo vedi?”.
“No”.
Quattro faccine e poi : “Caro Marco ti ha bloccato”.
“Dici che devo dispiacermene?”.
“Se fossi in te si”, Seguirono delle facce piene di rosso , un toro infuriato, un teschio.
“Sai cosa ti dico Luca, che forse è meglio così, almeno non ho da dare spiegazioni del mal di testa di Tania”.
“Marco devo andare, mi scrivi una delle tue famose frasi che così dormo meglio?”.
Ridendo scrissi : “Ci credi che la vita ieri sera rideva a crepa pelle e mi prendeva in giro pure Lei”
Speriamo che la LUNGA saga di Tania sia finita... :-* :-* :-*
Grazie.
Rebe
Peccato.
A parte due o tre cosette formali, è molto piacevole anche sul piano... letterario. Davvero.
Baci
Qui gatta ci cova :eek: