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Group sex Threesome

Storia vera di una avventura di mezza estate

                                    STORIA VERA DI UNA  AVVENTURA DI MEZZA ESTATE

Qualche anno fa la mia compagna, Celine, ed io decidemmo di concederci un  fine settimana di fine luglio in Liguria e naturalmente invitammo a venire con noi Cristiana, la nostra  amica del cuore, con la quale formavamo un trio (che in effetti durò per quasi 5 anni).

Scegliemmo i dintorni di Imperia, in quanto lì viveva un mio amico, Manuel, che avevo già fatto conoscere a Celine, in occasione di un altro fine settimana.

Manuel ci aveva avvertito che, a causa di una piccola operazione, non avrebbe potuto combinare molto, ma che comunque ci teneva a rivederci e a far conoscere a Celine la sua ex moglie (che io conoscevo già).

Prendemmo alloggio in un bel  4 stelle con piscina e, approfittando del terrazzo ben riparato, ci mettemmo a prendere il sole nudi.

Celine è bruna, alta,  magra , con una terza di seno, un culo non comune e non dimostra i suoi 40 anni. Anche Cristiana è bruna, ma più piccola, minuta, qualche anno più giovane , con una proporzionata seconda di seno.  Celine ha occhi neri, penetranti, che fanno intuire la sua durezza da mistress, temperata, per chi la conosce e viene riconosciuto, come me, quale suo pari, da una dolcezza e una affettuosità  particolari, spesso preludio di momenti di sesso senza limiti; Cristiana ha candidi occhi da cerbiatta, che nascondono una sessualità esplosiva, perfettamente bsx.  Ci eravamo trovati  empaticamente e la complicità era totale; tanto più che Celine ed io, entrambi dominanti,  stavamo guidando Cristiana a esplorare le sue potenzialità di dominatrice.

Sul terrazzo, al sole del tramonto di quel venerdì,  le due fanciulle, scaldate dal sole, si lasciarono andare in un 69 spettacolare, che per un po’ io guardai affascinato masturbandomi.  Poi , quando fui certo che Celine, che era sopra, fosse ben lubrificata , gli entrai in figa e cominciai a pompare come un invasato.  Cristiana, sotto, leccava entrambi e, non appena Celine ebbe un orgasmo, le sfilò il mio uccello e reclamò’ la sua parte: mi fece sdraiare e si impalò’ su di me di schiena, si chinò in avanti attaccandosi alle mie caviglie, chiuse  gli occhi e cominciò il suo su  e giù (salire in giostra, lo chiamava lei), fino a venire con il suo classico mugolio arrapantissimo; che infatti portò anche me al limite: Celine, che ben mi conosce, lo capì, mi afferrò il cazzo , lo tolse dalla amica e se lo infilò in bocca, dove esplosi.

L appuntamento con Manuel era per la sera dopo e quindi uscimmo  a cena e poi andammo in un bar a bere qualcosa.

Nel bar Celine notò il tatuato giovane barista e ci confessò che “le faceva sesso”.  Siamo sempre stati poliamorosi e quindi era scontato che sarebbe stata libera di approcciarlo, ma esitava.  Cristiana, dà disinibita birichina quale era, con un lampo di malizia negli occhi e un sorrisetto furbo, si alzò dal nostro tavolo, andò dal barista e gli chiese a che ora smontava, precisando ,a voce non troppo bassa e a beneficio dei presenti al bancone, che la cosa interessava quella sua amica laggiù, che cercava qualche concreta distrazione serale.  Inutile dire che, chiarito non essere uno scherzo,  il giovanotto fu ben felice di dare un appuntamento fuori dal locale a fine serata.  Celine si presentò da sola, prese sottobraccio  il ragazzo (vent’anni al massimo, bruno e palestrato), si levò lo slip davanti a lui, in mezzo alla strada, e gli chiese: ”dove andiamo?” II giovane era ovviamente intimorito, ma Celine era sfolgorante nel suo vestito estivo di maglina trasparente sostenuto solo da due sottili spalline, con la sua terza senza reggiseno ben in evidenza .  Si avviarono verso la spiaggia e Cristiana ed io li seguimmo a distanza. Il barista aveva le chiavi di uno stabilimento balneare (come disse a Celine, era aiuto bagnino lì, durante il giorno) e condusse Celine nell’ufficio del bagnino.  Cristiana ed io riuscimmo a seguirli nello stabilimento e, giunti vicino al locale dove si erano rinchiusi i due,  feci appoggiare Cristiana a un muro con le mani, le sollevai la gonna, le scostai lo slip e, senza levarmi i pantaloni,  la presi da dietro; con facilità, devo dire, perché la troietta si  era ben bagnata al solo  pensiero di quel che stava facendo la sua amica.

Dopo neanche un quarto d’ora, mentre stavo ancora pompando, Celine usci dall’ufficio, completamente nuda, si guardò intorno, evidentemente cercando noi, e ci si avvicinò.

“Sapevo che vi avrei trovato qui intorno –disse- Meno male: il ragazzo è durato dieci minuti e poi è venuto; accidenti a lui, sono rimasta appesa.  Sergio, adesso devi farmi venire tu.” “ E no - disse Cristiana -  sono in pista io adesso. Aspetta il tuo turno”.  Io ricominciai a sbatterla mentre Celine cominciava a toccarsi.  In quel momento dall’ufficio fece capolino il barista, nudo anch’egli,  che rimase basito dallo spettacolo.  Cristiana lo squadrò. I palestrati sono sempre stati una sua passione (una volta si fece, uno ad uno, allenatore compreso, tutti i componenti di una squadra di Thai boxe) e quindi gli gridò, ansimando: “ Ehi, tu, rientra e aspettami; arrivo”. Il ragazzo, sconcertato, ubbidì.  Cristiana guardò Celine e le disse: “Si spera che dopo la prima sia un po’ meglio, no?”   Poi venne con il suo caretteristico gemito sommesso e prolungato. Celine scosse le spalle, la scostò e prese il suo posto contro il muro; io la infilai prontamente. Cristiana si sfilò il vestito, si tolse lo slip e, nuda, si avvio verso l’ufficio.

Quando uscì, meno di una mezzora dopo, Celine ed io avevamo appena concluso. Malgrado fosse “la seconda”,  il giovanotto non era stato granchè: lungo a riprendersi e breve a venire. Tanto fumo e poco arrosto, insomma.  Le due fanciulle convennero che le avevo abituate male: malgrado i miei 55 anni ero ancora meglio di tanti 20/30enni, aiutato anche dai miei 22 cm e dalla capacità di durare ore.  Ce ne andammo salutando brevemente.

Inutile dire che in albergo, prima di dormire, ci conciliammo il sonno con una sana scopata a tre.

Il giorno dopo passò tra piscina, bagni, brevi incursioni in un ampio bagno per handicappati vicino alla piscina, nel quale mi appartavo ora con una, ora con l’altra, e pisolini al sole.

In serata, altra cena in un buon ristorante. Le due si erano “ messe giù da guerra”  e facevano la loro porca figura. Naturalmente, con gonne (non mini: troppo facile!)) e senza intimo.

Dopocena, nel bar nel quale ci eravamo dati appuntamento con Manuel, nell’ attesa, guardavamo il passeggio. A un certo punto  Cristiana ci fa notare una coppia, dicendoci: “ Guardate che belli quei due: me li farei al volo entrambi”. Fu piacevolmente sorpresa nello scoprire che erano proprio  Manuel con la sua ex moglie (Eva).

Fatte le presentazioni, Manuel, che, oltre a essere un gran bell’uomo (35 anni, alto, riccio, occhi chiari e parlantina facile) era un tipo sveglio, sottolineò subito che dopo la separazione i rapporti con sua moglie erano rimasti ottimi, specie per quanto riguardava il gioco. Celine intervenne, complimentandosi con Manuel per l avvenenza della compagna (più alta di lei, bruna, taglio dei capelli maschile,  terza di seno, occhio malandrino, ampio vestito estivo rosso fuoco) e precisando, incidentalmente, che né lei, né Cristiana portavano intimo. Eva sorrise e disse: ”Se è per questo, neanch’io”.

Stabilita, con soddisfazione di tutti, la esistenza di tale importante par condicio, ci avviammo sul lungomare, a quell’ora ormai tarda, poco frequentato.

Dopo qualche decina di metri  passammo accanto a due chioschi chiusi, in mezzo ai quali vi era uno spazio piuttosto riparato. Ebbi una idea e, strizzando l’occhio a Manuel, dichiarai che non mi fidavo delle parole di tre furbette come le nostre accompagnatrici e che questa storia del senza intimo era da verificare. Manuel mi appoggiò, naturalmente, e le tre pantere, dopo essersi scambiate qualche occhiata e due risatine, si sollevarono insieme le gonne, esponendo le loro splendide passerotte perfettamente depilate ( sul  lungomare di Alassio!!!) . Se le accarezzarono brevemente reciprocamente per verificare la qualità della depilazione e poi…. abbassarono il sipario.  Noi maschietti, ovviamente, avevamo una erezione imbarazzante (e pericolosa per Manuel, in convalescenza).

Dopo una ulteriore camminata, condita di allusioni, ammiccamenti e imbarazzo per la situazione “impedita” dalla condizione di Manuel, giunti vicino alla nostra auto,  sempre per par condicio, questa volta a mio sfavore, stante la invalidità di Manuel, decidemmo di salutarci.

L’ auto dei nostri amici era lontana e quindi decidemmo di accompagnarceli.  Eva salì davanti con me e le mie due grazie dietro, con Manuel in mezzo. Naturalmente, due minuti dopo, le due fetenti avevano già allungato le mani, anche slinguazzando a turno  la bocca del ben contento Manuel, che non risparmiava carezze e toccamenti sui corpi seminudi delle due. Io allungai la destra, alzai la gonna di Eva e cominciai a masturbarla con leggerezza; lei mi venne dietro e inizio una “radiocronaca” ad alta voce di quello che le stavo facendo, con contorno di ansimi e gridolini.

Dopo poco, alzando lo sguardo sul retrovisore, mi si gelò il sangue: una gazzella dei carabinieri ci stava seguendo a un paio di metri di distanza ed era evidente che stavano valutando con interesse, attraverso l’ampio vetro posteriore della mia station, quello che stava succedendo sul sedile posteriore( in pieno centro cittadino).

Di conseguenza, al primo incrocio svoltai, per vedere se ci avrebbero seguiti. Fortunatamente ritennero di continuare sulla statale e noi tirammo un sospiro di sollievo. Purtroppo, avevo svoltato a sinistra, verso monte, e ci stavamo arrampicando su una di una di quelle tante strade liguri così strette da impedire la svolta ad U per ritornare sulla statale.

Peraltro, mentre continuavamo ad salire a bassa velocità, gli animi in auto non si erano raffreddati affatto, anzi; per cui, a un certo punto,  adocchiato il passo carraio di una villa che avrebbe consentito l’inversione di marcia, invece mi sono fermato,  sono sceso, ho aperto la portiera lato passeggero, ho tirato fuori l’attrezzo rimanendo in piedi  ed Eva, rimasta  seduta in macchina, me lo ha entusiasticamente preso in bocca, iniziando un pompino favoloso e sditalinandosi freneticamente. Nel frattempo anche Manuel, impossibilitato ad usare il suo arnese per via di quella piccola operazione,  era sceso, si era inginocchiato a terra e stava leccando la figa di Cristiana stesa, nuda, sul sedile posteriore.  Dalla parte opposta, Celine, anch’essa ormai nuda, si era seduta sulla faccia della amica per farsi leccare ben bene, con la schiena verso l’interno dell’ auto e il corpo quasi tutto fuori dalla portiera aperta, verso la strada.

Dopo parecchi minuti di questo circo, successe l’inevitabile:  un’ auto, scendendo dal monte verso il mare, illuminò la scena con i fari, passando a poche decine di centimetri da noi.  Non andò a sbattere contro qualcosa, ma sbandò vistosamente; e  altre auto stavano arrivando .

Era troppo; ci ricomponemmo alla meglio e iniziai la manovra per invertire la marcia.

Nel farlo, alzai lo sguardo e solo allora notai, e feci notare, due telecamere di sorveglianza della villa puntate sul punto in cui eravamo.

Scoppiamo a ridere: chissà se qualcuno ci aveva ammirato; o magari erano collegate a un registratore!!!

Commenti

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  • Creativo_70, 51
    Bellissimo racconto, quasi da viverlo insieme a voi, anzi mi piacerebbe proprio vivere una situazione simile!
    Leggi di più arrotolare