E’ una sera d’estate di tre anni fa, calda e umida, dove i profumi della terra e dei fiori quasi ti inebriano. In una sera così non si può stare a casa. Così decido di andare in un locale all’aperto qui vicino. Prima di partire mi riprometto di stare fuori solo un’oretta.
Arrivo e devo parcheggiare la macchina lontano tanta è la gente che ha avuto la mia stessa idea per passare la serata. Un po’ seccato entro e mi porto in giardino dove c’è veramente tanta gente. I più fortunati sono seduti ai tavoli e difendono le loro sedie come fossero oggetti di inestimabile valore, la maggior parte invece è in piedi e vaga girando intorno alla grande piscina. Mi sento pigiato come una sardina. Anch’io comincio a fare il giro della piscina cercando di scorgere qualche faccia conosciuta per scambiare due parole e, soprattutto, qualche ragazza anche sconosciuta da avvicinare. Dopo due giri mi sento quasi pronto per rientrare ai box per il cambio gomme. Il caldo e la confusione mi fanno girare la testa e sto per alzare bandiera bianca, quando vado letteralmente a scontrarmi con due ragazze. “Ma guarda chi si vede dopo tanto tempo!” mi dice la più alta delle due.
Io non la riconosco subito, ma dopo qualche attimo il mio cervello si snebbia e riconosco una vecchia amica che veramente non vedevo da anni.
Ci siamo conosciuti al mare, dove io andavo in vacanza da studente e lei lavorava in un negozio. Avevo a quel tempo una bella compagnia e spesso anche lei si aggregava quando finiva di lavorare.
E’ sempre una bella ragazza, alta, con la carnagione scura e un sorriso disarmante che trasmette allegria.
Mi presenta anche la sua amica e altre persone che sono in sua compagnia. Le saluto tutte ma dopo un secondo non ricordo il nome di nessuno.
Poco male, noi due ci tuffiamo in un revival dei vecchi tempi. Parliamo, parliamo e sembra che la confusione che ci sta attorno sia sparita.
E’ vestita in modo semplice ma sexy, e mi comincia a salire qualcosa in testa, sarà il caldo. Sono ipnotizzato dai suoi occhi scuri, i denti bianchi e perfetti e il suo seno che continua ad andare su e giù con il respiro e sembra scoppiare dentro quella maglietta stretta e scollata.
Ad un certo punto butto un occhio all’orologio, e vedo che è tardissimo! Attorno a noi c’è meno gente e si respira l’aria più fresca della notte d’estate. Le dico che devo andare e mi faccio dare il numero di telefono. Lei mi dice di aspettarla, che ha la macchina parcheggiata molto lontano. Io mi offro di accompagnarla a prenderla e così usciamo insieme. Andiamo verso la mia macchina che è più vicina, lei sale e ci dirigiamo verso l’altro parcheggio dove c’è la sua auto. E’veramente lontana!
Nel chiuso dell’auto sento il suo profumo inebriante, la guardo, è serena e rilassata appoggiata voluttuosamente allo schienale. Arriviamo allo spiazzo dove c’è la sua auto e tiro giù i finestrini, intorno non c’è anima viva. Continuiamo a chiacchierare, ma le parole non escono più così fluide, lei butta la testa indietro e i suoi riccioli mori si muovono ammalianti nel riflesso della notte. Non so più cosa pensare, ho il cervello in subbuglio. Lei mi parla e i suoi denti bianchi mi attirano, le sue labbra mi ipnotizzano, si piega un po’ in avanti e me la trovo vicina. I nostri sguardi si dicono tutto, mi avvicino e comincia un bacio lento, umido, ma carico di tensione. Le mie mani vanno sui suoi fianchi, le alzo un po’ i lembi della maglietta attillata e appoggio i palmi sulla pelle sotto la maglia. E’ calda e morbida. Sento quasi una scossa al mio contatto. Le stuzzico l’ombelico e sento che lei comincia a scaldarsi. Salgo lungo il suo corpo e arrivo ai seni che libero dal reggiseno. Lei si abbandona nel mio abbraccio. I suoi capezzoli si inturgidiscono sotto le mie dita. La sua lingua sembra attraversata dalla corrente elettrica, geme e il suo respiro si fa più affannoso.
Scendo con le dita a cercare il bottone dei suoi pantaloni sottili, armeggio un poco e con un po’ di fatica - data la posizione - le slaccio la cintura, la sbottono e le abbasso la zip. Entro con una mano e tocco la sue mutandine velate rosa. Sono calde e già un po’ umide. Le scosto e le mie dita incontrano i suoi peli pubici. Lei mi stringe stretto, sento sempre più il calore del suo corpo e il suo profumo. Con l’altra mano scendo lungo la schiena fino ad arrivare a sentire l’elastico delle sue mutandine. Incontro l’osso sacro e subito sotto si apre la fessura delle sue natiche. Mentre con l’altra mano le sto allargando le grandi labbra salendo verso il punto del suo piacere, con l’altra mi infilo nel meraviglioso spacco tra le natiche. La sensazione è meravigliosa, sento umido e caldo mentre lei si dimena. Arrivo a sfiorarle il bottoncino dell’ano. Le infilo piano un dito dentro. Lei si aggrappa a me con la bocca aperta, quasi nel tentativo di trovare ossigeno, mi strige in modo spasmodico, mentre io introduco sempre più a fondo il dito nel suo culo e con l’altra mano le sto titillando il clitoride. Di colpo lei si irrigidisce, si tende tutta, spalanca la bocca. Io non capisco più niente. dopo alcuni secondi comincia a vibrare tutta sempre più forte e dalla sua bocca esce un ululato potente, un getto del suo caldo miele esce dal suo sesso palpitante e mi inonda le mani. Le allargo le gambe più che posso e con la lingua gusto i suoi odori e sapori più intimi e la ripulisco tutta. Le sue stille sono buone e al tempo stesso inebrianti. Ho il mio uccello che preme da sotto i pantaloni. Lei mi da un bacio, con gli occhi che le brillano febbricitanti e felici e capisce come ringraziarmi. Mi libera la belva e lo bacia in modo dolce e umido. Lo prende tra le labbra e lo infila a fondo in bocca. Con una mano mi massaggia le palle fino a stringerle nella sua presa. Lo scappella e lo bagna di saliva, continuando a farlo entrare sempre più a fondo in bocca. Le sue labbra lo massaggiano in modo sublime e sento tutto il calore della sua bocca, mentre la sua lingua esperta mi sta accarezzando in modo esperto ed irresistibile. Abbasso tutto lo schienale del suo sedile e lei si prende tra le tette il mio uccello ormai bramoso di liberarsi. Sento il calore dei suoi seni che me lo avvolgono, mentre lei tiene la mia cappella tra le sue labbra. Sto per venire. Le prendo per la nuca e le faccio entrare quasi tutto l’uccello in bocca. Lei mi stringe, capisce il momento, muove la lingua con ancor più intensità e mi avvolge tutto il membro. Esplodo in un incredibile orgasmo e la sua bocca risucchia tutti i miei umori, senza perderne una goccia. Cado tra le sue braccia e siamo tutti e due stremati e appagati. Con la punta della lingua si lecca una goccia di me dall’angolo della bocca, mi guarda sorridente e soddisfatta. “Che bella rimpatriata a sorpresa!” penso.
Ci risistemiamo un po’ e sentiamo l’aria che entra a rinfrescarci dai finestrini aperti. Si disperde così anche l’acre e stordente odore di sesso che ristagna dentro l’abitacolo. E’ ora di andare. Scendiamo dall’auto e ci abbracciamo. Lei non si è rimessa il reggiseno e le sue tette sono in bella mostra, appena velate dalla maglietta leggerissima e scollata. Un ultimo bacio e lei si dirige verso la sua macchina. Resto a guardarla. Vedo che si tocca un orecchio, si volta verso di me e mi dice che deve aver perso un orecchino. Va verso la porta del passeggero e anziché aprirla si sporge all’interno dell’auto col busto grazie al finestrino completamente abbassato. Le vado vicino per cercare di aiutarla, ma vederla così piegata in avanti mi fa uno strano effetto. Ho davanti a me il suo sedere. La afferro per i fianchi e mi metto dietro a lei. Protesta, cerca di rialzarsi, ma è in una posizione di equilibrio precario. Quando le afferro e stringo i suoi seni da dietro lei si lascia andare. Le sbottono i pantaloni e li abbasso lentamente. Alla luce di un vicino lampione vedo le sue lunghe gambe e il fondoschiena coperto solo dalle mutandine rosa. Sfilo anche quel po’ di stoffa umida, infilo una mano tra le sue gambe e sento la sua figa completamente bagnata, il suo miele sta scendendo anche lungo le gambe. Sento che ansima e la sua pancia spinge sulla portiera della macchina. Prendo un po’ del suo miele in una mano e comincio a lubrificarle il buchetto posteriore. Lei cerca di farsi forza sulle gambe ed è sempre più calda. Infilo un dito dentro il buchino, sento che apprezza. Estraggo il dito, mi sporgo in avanti a coprirla e le faccio annusare i suoi odori che così bene hanno impregnato la mia mano. Mi dice di continuare, perché non resiste. Introduco due e poi tre dita nel suo secondo canale. Lei si contorce per il godimento, così provo ad infilarle tutta la mano. Sento che è stretto, ma con un ultimo sforzo entro e la sensazione di toccarla così in profondità è pazzesca, sento il suo intimo, frugo il suo intestino. Ho il mio sesso che sta per scoppiare, vuole la sua parte. Così la faccio piegare ancora di più ed allargare tutta e le infilo l’uccello nel culo. Le arriva un orgasmo straordinario, ormai non si regge più sulle gambe. Gambe che tutto il suo miele e i suoi liquidi hanno bagnato e ora sono lucide. Vengo anch’io quasi insieme a lei. Le vengo dentro e le scarico tutta l’energia dei miei lombi. Ci troviamo ansanti e distrutti, ma appagati. Le passo un braccio sulla pancia e la alzo in piedi. E’ bellissima con gli slip alle caviglie e la maglietta sollevata sopra le tette. E’ un po’ instabile sulle gambe e barcolla. La fermo e la faccio sedere sul cofano della macchina per infilarle gli slip. Lei ha le gambe a penzoloni e sopraffatta dalla stanchezza si sdraia sul cofano, dice che è bello caldo. Le alzo le gambe e con fatica faccio salire le sue mutandine. Superato le ginocchia, tento un ultimo sforzo, ma il suo sedere è appoggiato al cofano. Lotto e spingo e vedo la sua patatina ancora bagnata dai suoi fluidi. Lei è completamente rilassata, praticamente nuda. Allarga appena le gambe e vedo le grandi labbra aperte che emergono dal suo boschetto ben rasato. Le tolgo le mutandine fradice per liberarle le gambe e mi avvicino con la testa a quel paradiso. Lei sorniona allarga le gambe e io comincio a leccarle la patatina e le grandi labbra. Con la punta della lingua arrivo al clitoride e sento il sapore inebriante dei suoi umori. Non mi stancherei mai di bere da lei. Le tolgo anche la maglietta così posso vederla completamente nuda che si dimena alla mercè della mia lingua. Sia lei che io abbiamo ritrovato un po’ di energie. Anche il mio uccello è pronto. Mi chino su di lei e le passo le braccia dietro la schiena per avvicinarla al mio sesso. Le sollevo le gambe sopra le mie spalle. Così aperta è uno splendore. Avvicino la cappella alla sua porta e la penetro in profondità con lentezza ed energia. Comincia a fare le fusa e rovescia la testa all’indietro. Intorno a noi la calma e il calore della notte sono dolci e i nostri movimenti si muovono in sintonia con questa magnifica atmosfera. Mi sento sereno e pieno di energie, in uno stato di grazia. Continuo a penetrarla con movimenti profondi e lenti per toccarla sempre più nel suo intimo segreto. Voglio trasmettergli la magia di questa notte d’estate, farle ricordare questo incontro come qualcosa di speciale. Lei comincia a rantolare e sento che i muscoli interni della sua vagina cominciano ad avviluppare sempre di più la mio sesso. Comincia ad irrigidirsi e cerca di stringermi, sta per venire. Anch’io sento di non poter trattenermi più a lungo ed estraggo il mio uccello dalla sua fica per sfogarmi sul suo ventre caldo. Non finisco più di godere. Lei raccoglie con le dita i miei umori e se le porta alla bocca. Manda indietro la testa e con gli occhi brillanti mi guarda felice. “E’ stato fantastico” mi sussurra. A vederla distesa sul cofano, così languida, tutta nuda, con le gambe leggermente aperte ancora rigate dai nostri umori, non posso che essere d’accordo con lei. Ci baciamo e lentamente si veste e si sistema i capelli. Sale nella sua auto, abbassa il finestrino e mi chiama. Mi avvicino, mi da un ultimo bacio e mi mette in mano come regalo le sue mutandine rosa ancora fradice di lei. Amo l’estate!
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17 anni fa
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
Bel racconto.
Drake