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Schiuma e rasoio


Era un pomeriggio estivo. Di quelli caldi e afosi in cui ognuno cerca un riparo all'arsura. Di quelli lenti sospesi in cui tutti vanno a riposare all'ombra dopo pranzo.

Così era infatti il campeggio: silenzioso e immobile. Sarà  per questo che li ho guardati. Erano accanto ad un albero. Lui seduto su uno sgabello, lei gli girava intorno in piedi. Così vicino che lui poteva annusare il suo fiato. Così vicino da poterci quasi appoggiare il naso. E vedere la traccia di ogni goccia di sudore scivolare nell'incavo tra i seni fino al margine del suo due pezzi.

Lei aveva in mano una lametta e una bomboletta di schiuma da barba. Tutto si svolgeva lentamente con pazienza: l'agitava un po', poi premeva e, facendo i ghirigori col gomito, quasi a voler canzonare quel momento, gli ricopriva un porzione del capo di schiuma. Posava la bomboletta e con lo sguardo concentrato e attento cominciava a raderlo. E quel movimento era insieme morbido e carico. Potevi sentirne l'energia: era come sospeso nell'attesa, in cerca di qualcosa di più.

Erano l'intenzione degli occhi, la fermezza e dolcezza- insieme- della mano e la tensione che c'era nel suo braccio ogni volta, a fare un buon lavoro: e la testa di lui era finalmente liscia in quel tratto. E poi continuava la sua carezza, come una danza, di nuovo un po' più in la, con la traccia di schiuma e la lametta.

Ancora una volta.

Il primo tocco.

Era quello che teneva sospeso il fiato ad entrambi, per lui il tocco del metallo della lama, supplizio atteso e desiderato anche se il suo corpo era morbido rilassato.. per lei la paura ed il piacere di sentire la giusta pressione sotto le sue mani. Ed io immobile seguivo l'arco della sua schiena, teso a ondeggiare nel momento decisivo, e potevo vedere la sua la mano che scorreva, piano, piano, poi più veloce, facendo una leggera curva e sentire nei tendini la pressione leggera e poi decisa, un po' di più, più forte, più forte..

ogni volta, tante volte, tutte le volte.

Fino a quando non staccava la lametta piegandola di traverso ed allontanandola quasi di scatto dal retro del capo in un movimento sempre più preciso man mano che prendeva confidenza.

Era allora che potevi vedere la luce negli occhi: un misto di contentezza, dolcezza e finalmente eccitata soddisfazione, l'attenzione dello sguardo sospeso in ogni cm di pelle nuda; e potevi leggere la stanchezza di tanta intensità  nei suoi gesti: lei allora prendeva la spugna dentro il secchio e sciacquava, e lo scroscio sembra interrompere quella bolla di sapone e riportare alla realtà  di un pomeriggio afoso in cui una ragazza rade il suo compagno.

E d'improvviso tiravo il fiato ed il cuore riprendeva il suo battito normale, finché la mollezza della spugna si trasformava in un nuova carezza carica di attenzione.. Ed ogni volta mi chiedevo quando sarebbe arrivata. Cosa, quando l'avrebbe visto tutto lucente, liscio e terso. E mi sono chiesta se anche lui sentisse. E mi sono chiesta quando sarebbe arrivato.

Ma sono andata via; non si può guardare così impunemente e indecentemente...Solo che adesso ogni testa pelata o rasata che vedo mi porta a quel pomeriggio ed alla voglia di leccarla.

Ecco, si, come nascono le fantasie.

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