E' la mezzanotte milanese di un giovedì qualsiasi di primavera.
L'aria è tiepida e si cammina volentieri con le maniche del maglione
tirate su a mezze braccia respirando i primi odori dell'estate,
ormai imminente. Sono appena uscito dall'ufficio stravolto. Una
giornata lunga, iniziata 15 ore prima e trascorsa davanti al monitor
di un computer valutando numeri e situazioni. L'ufficio è mio,
quindi trovo naturale restare fino a tardi se la cosa può essere
importante per lo sviluppo del lavoro. Ma ora finalmente ho finito,
e sto camminando con sguardo vagamente assente e distaccato verso
casa. Circa mezz'ora a piedi. Potrei aspettare il tram, o chiamare
un taxi. Ma ho proprio voglia di fare una passeggiata per le strade
della mia città. E' così che camminando, passo per una via di pub e
ristoranti che pulsa già della vita notturna di universitari e
giovani ben vestiti con il loro drink in mano poco fuori le porte
dei locali. Non sono molto più grande di loro, forse 3 o 4 anni di
più, ma ho altri pensieri per la testa. Attraverso qualche piccolo
gruppetto di persone, buttando l'occhio fra profonde scollature,
sorrisi vagamente ammicanti e facce super lampadate. Mi lascio tutto
alle spalle, domandandomi se il tempo o la forza per una birretta
prioprio non ce l'avessi. La risposta stasera è scontata, e infatti
proseguo verso casa. Svoltato l'angolo però, qualcosa sta per
cambiare. Ma ancora io non lo so.
Due ragazze sui 27, ben fatte e molto carine, una palesemente
ubriaca, mora, e l'altra, bionda, che le fa da "badante" sono
appoggiate ad una macchina parecheggiata. La mora è vestita con un
paio di fusò rosa dal colore così tenue e talmente attillati da
consentirmi di descrivere anche il tanga nero, sottile e
striminzito, che indossa sull'intimo. Forse è una mia impressione,
ma il tutto è così succinto da lasciar intuire la linea del basso
ventre fin quasi là sotto, dove l'occhio non può non indugiare.
Inizialmente, distratto da una simile vista, non ho neppure notato
il suo top dell'identico rosa, senza reggiseno. L'amica, invece,
veste con un paio di jeans affusolati e dalla vita bassa, quelli che
lasciano a nudo le linee sensuali delle anche che convergono verso
il pube e una magliettina a maniche corte verde che arriva a stento
sopra all'ombelico priva di scollatura, che appoggia su un seno
prosperoso e tondeggiante.
Alla vista dei fusò rosa e di tutto quello che lasciano capire, il
mio pene ha un lieve sussulto, come un pulsare istantaneo che però
si quieta subito. Mi capita spesso, come sensazione, quando assisto
ad una scena carica di erotismo. Qui, dopotutto, non c'era nulla di
particolarmente eccitante, nulla di diverso da ciò che spesso si può
ammirare per le strade del centro o nei locali della città, ma
questa fu la mia sensazione e così ve la riporto.
Avendole squadrate con particolare attenzione (specialmente la mora
alticcia dai fusò rosa), ricevo in cambio un identico sguardo
accurato, quasi provocatorio. Non distolgo lo sguardo e anzi
rallento lievemente il passo quasi ad invitare ad un breve scambio
di parole. Ovviamente la ragazza un po' alticcia è fortemente
disinibita in quel momento ed è la prima ad anticipare tutti
rompendo il giacchio con la più classica delle domande: "ma quanto
sei alto??" (essendo alto 2 metri e 01 è una domanda che mi capita
spesso di sentire). Io, nonostante tutto, sorpreso del fatto che
fosse stata lei ad attaccar bottone, rispondo in modo molto stupido
e noioso: "2 metri e zero uno". Ho centinaia di risposte simpatiche
e inaspettate per la domanda "quanto sei alto?", visto appunto che
in vita mia me l'hanno fatta così spesso da indurmi a divertirmi nel
trovare risposte alternative. Ma questa volta, niente, mi esce solo
la più banale delle risposte. Ma è la mora a stupirmi ancora,
incalzando: "Ma è tanto....!! e allora quanto ce l'hai lungo
scusa???"
Questa domanda apparentemente scherzosa, però, era stata posta con
un leggero tono velato da sincera curiosità e da un atteggiamento
corporeo piuttosto provocante, a tal punto da farmi pulsare
lievemente il pene nelle mutande, di nuovo.
La bionda era intanto arrossita, e non poco, e aveva tirato per un
braccio l'amica strabuzzando gli occhi increduili, stava
probabilmente per parlare, magari giustificando l'amica e
minimizzando la domanda... ma io risposi prontamente: "più di quello
che pensi, ma lo può scoprire solo chi gioca con me...". La bionda,
sorpresa dalla mia risposta quasi di sfida cambia espressione e ho
quasi l'impressione che desideri entrare in competizione con l'amica
(mi confessò più avanti: "ma vuoi vedere che la mia amica ubriaca si
porta a letto questo qui e io, da sobria, mi tocca pure andare in
bianco??").
Sta di fatto che a quel punto la mora insiste testualmente: "Mi
chiamo Elena, e se hai un posto per giocare, io ho molta voglia di
giocare con te". La bionda si intromette ironica: "Si, piacere e io
mi chiamo Jessica... Ma se sei ubriaca! a cosa vuoi giocare? e poi
sono in macchina con te, come ci torno a casa?". Avevo capito che
era il suo modo timido per cercare di intrufolarsi nella cosa.
Conosceva troppo bene la sua amica per non sapere che quella sera,
arrivati a questo punto, non sarebbe mai andata in bianco, e lei
semplicemente non voleva essere da meno come altre volte, invece, le
era capitato per la sua troppa timidezza. Così risposi squadrandole
entrambe da capo, a piedi, e dicendo: "C'è il mio ufficio qui
vicino, e sarà un piacere accoglervi tutte e due". La stanchezza mi
era completamente passata, e l'idea di tornare in ufficio ma questa
volta accompagnato da due fichette del genere mi regalava forza e
vigore inaspettato.
Elena, probabilmente disinibita dall'alcool, si mise una mano sui
fusò, in mezzo alle gambe, a palmo aperto mimando il gesto di una
delicata carezza alla sua voglia e portò l'altra dietro la testa
arruffandosi la fluente chioma sopra la testa: "Allora andiamo a
giocare, che fra un po' mi metto a giocare qui.. hihihi..." e poi
rivolta a Jessica, con un tono di voce più basso ma perfettamente
udibile anche da me: "guarda che questo qui è tutto mio, tu vieni ma
te ne stai a guardare". Jessica, temendo che anche io stessi
sentendo tutto, arrossì, e rispose un po' impacciata: "sì sì, ok.
ok... poi ti porto a casa io" (fingendo di rispondere ad un'altra
cosa). Mi feci avanti, cingendole entrambe sopra i fianchi e
dirigendomi verso l'ufficio. Il breve tragitto di quella decina di
minuti, fu molto eccitante per me. Io facevo loro domande per
"rompere un po' il ghiaccio" e Elena rispondeva sempre con palesi
doppi sensi molto espliciti, jessica sorrideva inizialmente un po'
tesa, poi sempre più sciolta e disinvolta. A pochi metri dal
portoncino d'ingresso, ricordo che per vedere quanto fosse "calda"
Jessica (elena ormai era un vero e proprio vulcano) risalii con la
mano dal suo fianco fino al prosperoso seno, carezzandolo
lievemente, sentendo idurirsi sotto il mio tocco il suo capezzolo a
proiettile. Jessica non disse nulla ma si voltò verso di me
sorridendo: aveva capito che nonostante la sua amica non la volesse
fra i piedi, o per meglio dire fra le gambe, io invece ero molto
interessato anche a lei. Insomma, quella notte ce ne sarebbe stato
per tutte.
Aprii la porta del portoncino e mentre attraversammo il cortile
Elena mi aveva già infilato una mano sotto i pantaloni, dietro,
accarezzandomi voluttuosamente le natiche.
Prendemmo l'ascensore e i 7 piani furono la buona occasione per
iniziare a scaldare i motori. Mi girai verso Elena, guardandola nei
suoi occhi grigi e profondi e baciando le sue labbra rosse e lucide
come ciliegie. La mia lingua scivolò morbidamente fra le sue guance
cercando la sua, che ricambiò il bacio catturandomela fra le labbra
e succhiandola come un pene di sua esclusiva proprietà, quasi
volendomi far capire cosa avrebbe voluto fare con il cazzo fra le
sue mani poco più tardi. Intanto non volevo trascurare jessica, ma
non volevo neppure che Elena si accorgesse che la stavo coinvolgendo
(temevo si arrabbiasse), e così poggiai una mano di lato sul ventre
di Jessica. Sentii solo il suo respiro farsi più intenso e immaginai
il suo volto illuminato da un sottile piacere di complicità.
Elena era probabilmente ancora un po' troppo alticcia per rendersi
conto che stavo flirtando anche con la sua amica e non disse nulla.
Anzi, arrivati al piano mi guardò languidamente mentre mi
accarezzava i pantaloni all'altezza del membro. Cominciava a farsi
duro, e lei lo aveva capito... voleva gustarsi l'evoluzione della
mia erezione e così cercava di stringere leggermente i pantaloni per
sentirlo mentre diventava duro. Capii che le sarebbe piaciuto
gustarlo a dovere, e così mi sforzai di tenerlo "a riposo" il più
possibile... mi girai di scatto verso la porta dell'ufficio e
l'aprii.
Entrammo e ci accomodammo subito nella saletta di attesa dopo la
reception. C'erano alcuni divanetti in stile "old fashion" molto
comodi e che avrebbero fatto proprio al caso nostro. Mi tolsi subito
il maglione, ma gestendo i movimenti in modo molto lento e sensuale.
Elena mi stava fissando senza sosta e jessica si era portata una
mano sul seno che fino a poco fa le avevo accarezzato. Elena si
accorse della cosa, e disse a Jessica: "Sei una puttana, jessica,
sei una puttana ! vai i bagno a masturbarti ! qui ce n'è solo per
me!"
Capii che avevo un buon ascendente su Elena e che toccava a me
cercare di tenere viva la situazione. Così, mentre jessica mi
guardava speranzosa, mi rivolsi ad elena in modo piuttosto deciso e
volgare e le dissi: "qui dentro (spingendo il bacino in fuori) ce
n'è per tutte e due, e scommetto che in tre ci divertiamo tutti di
più...". Volevo essere esplicito e appositamente volgare per
eccitarle ancora di più. Elena tornò a guardami quasi ipnotizzata
fra le pieghe dei miei pantoloni... non rispose, ma si avvicinò come
se si fosse ricordata che voleva assaggiare il mio cazzo mentre
induriva, che voleva essere lei ad essere l'artecifice
dell'erezione, gustandola in tutte le sue fasi. Così mi toccò
nuovamente fra le gambe, e io mi sfilai i pantaloni per agevolarla.
Jessica si era fatta un passo indietro e assisteva senza sapere bene
cosa fare. Elena si protese verso i miei boxer attillati e infilò la
sua mano, voracemente, sin fino alle palle.
Sentii un sussulto, e sentii il sangue pompare nelle vene a mille...
Il pene era ancora quasi del tutto a riposo e notai che
l'espressione di Elena, quando lo palpò, fu proprio quella di una
persona che aveva trovato quel che aveva sperato di trovare: un bel
cazzo da far crescere sotto le proprie dita. Così iniziò a sfregarmi
l'uccello sul palmo della sua mano, mentre io le guardavo il suo
grazioso seno sotto al suo top muoversi lievemente e ondeggiare al
ritmo della sua mano. Vidi i suoi capezzoli indurirsi e spingere
forte contro il tessuto tiratissimo del top, sentii il mio pene
gonfiarsi poco a poco, sotto il massaggio sempre più intenso della
sua mano. Stavo riempiendo i boxer e presto si sarebbe alzato fino a
far capolino fuori dalle mutande. Era abbastanza duro da sentirlo
opporre resistenza alle sue spinte con la mano, ma non era ancora
così duro da superare l'elastico dei boxer... Fu in quel momento che
lei tirò fuori la mano, guardandomi fissa negli occhi, e lentamente,
molto lentamente, se la leccò per sentire l'odore del mio cazzo che
si stava gonfiando di lei. Con la mano umida di saliva, ricominciò a
massaggiarmi l'uccello in modo avido e sempre più frenetico. Sentii
la sua mano umida e calda, sul mio membro sempre più vigoroso,
scorrere come una specie di penetrazione di una vagina dilatata
dall'amplesso. Jessica era sempre immobile, indecisa sul da farsi,
ma nel frattempo si godeva la scena alla grande, cercando il mio
sguardo complice che di tanto in tanto andava a cercare il suo.
Ora il cazzo era perfettamente dritto ed eretto, e sbucava
ampiamente dai boxer per oltre un terzo della sua lunghezza... La
mano di Elena continuava a gustarlo scivolando dallo scroto, lungo
tutta l'asta venosa e calda, fino alla grande cappella rosa e
vellutata che fremeva ad ogni suo morbido passaggio.
Vidi che i fusò di elena erano leggermente umidi proprio lì in mezzo
e capii che doveva davvero essere molto, molto eccitata. Il gioco
l'aveva fatta bagnare per davvero... e i suoi capezzoli spingevano
in modo evidente sul top privo di reggiseno. Infilai una mano sotto
il top e una sotto i fusò... Sotto il top trovai due seni sodi, che
riempivano a fatica il palmo della mano, dall'aureola abbastanza
piccola e con il capezzolo sporgente come un proiettile. Turgido e
flessibile fra le mie dita. Sotto, invece, sentii un calore intenso,
oltre le mie aspettative, e le grandi labbra che avvolgevano il
tanga sottilissimo ormai arricciato; sentii le grandi labbra bagnate
come dalla saliva, quasi grondanti, e il tessuto del tanga stesso,
arricciato fra le pieghe della sua carne, completamente zuppo di
piacere. Iniziai a masturbare il clitoride mentre titillavo il
capezzolo con isistenza... elena si sdraiò supina sul divanetto,
aprendo le cosce e lasciando che i suoi fusò scorressero leggermente
verso il ginocchio, lasciando il pube finemente rasato a striscia
completamente in vista. Sentivo pompare l'uccello come non mi era
mai capitato, e l'idea che Jessica ci stava guardando impotente mi
eccitava terribilmente. Era una spettatrice d'eccezione, che ancora
non aveva neppure ricevuto l'autorizzazione per masturbarsi mentre
ci guardava. Ma sapevo che Elena avrebbe ubbidito ad ogni mia
richiesta ormai, e così dissi a Jessica: "Spogliati per noi e
lasciati andare... ma senza unirti a noi!".
Elena fu sorpresa dalla mia richiesta ma acconsentì eccitatissima,
godedosi assieme a me lo spettacolo.
Eravamo entrambi sdraiati supini sul divano, con la schiena
leggermente appoggiata allo schienale. Io ero nudo, solo con i boxer
ancora calati fino alle caviglie. Elena aveva il top completamente
sollevato sopra i seni, senza più i fusò e con il tanga filiforme
scostato su un lato del pube. La mia mano scivolava sulla pancia di
Elena, fino ad affondare fra le grandi labbra... ma senza
penetrarla, mentre lei teneva il mio pene in mano cercando di
stringerlo completamente fra le dita, senza che il gonfiore glie lo
permettesse. Jessica iniziò a spogliarsi guardandomi lungo tutta la
lunghezza del mio corpo... iniziò ad ancheggiare lievemente, mentre
si infilava una mano sotto la sua maglietta, e nel mentre mi
guardava... sentivo il suo sguardo scorrere sui miei pettorali,
lungo le spalle larghe, il torace che sussultava dal piacere e lì
sotto... indugiando lo sguardo sul mio cazzo stretto fra le dita
della sua amica. Si stava toccando il seno, stimolandosi lievemente
i capezzoli già duri, e sfregandosi con l'altra mano i jeans
all'altezza del pube. Mi guardava insistementente e capii che stava
immaginado di essere lei, ora, al posto di Elena a stringere
avidamente il membro fra le sua mani. Continuò per qualche secondo a
massaggiarsi il seno, poi si tolse la maglietta con un gesto rapido.
I suoi seni prosperosi, almeno una quarta, sobbalzarono nel
movimento. Il mio pene ebbe un sussulto che Elena avvertì. Jessica
aveva due seni grossi, ritti, e con le due aureole molto ampie e
rosee. Ma con i capezzoli molto grossi e turgidi. Da venir voglia di
leccarli voracemente, succhiandoli assieme a quanta più tetta fosse
possibile tenere in bocca... Nel frattempo Jessica si slaccia
lentamente i jeans, e mostra gli slip di pizzo nero che confondono
il pelo chiaro del suo pube. Non ne sono ancora certo, ma non mi
sembra sia rasata così tanto come Elena... sono voglioso di
scoprirlo, ma lei mi fa attendere. Elena credo che abbia capito
quanto la sua amichetta mi stia eccitando. Forse, in questo momento,
anche più della sua calda mano sul mio pene. Intanto Jessica si è
sfilata completamente i pantaloni ed è rimasta solo con gli slip
addosso. "Jessica! Vieni qui, ora" sentenziò Elena con tono deciso.
Mi girai a guardarla e vidi che aveva in mente qualcosa per
distrarmi da quello spettacolino niente male, che la sua amica era
riuscita ad imbastire con tanta malizia per me. Annuii, e Jessica si
avvicinò a noi, fermandosi in piedi davanti ad Elena.
La bella moretta divaricò le gambe, scostando la mia mano che stava
ancora accarezzandola lievemente sul basso ventre, e guardò fissa
negli occhi Jessica. Che capì. Si chinò con qualche incertezza fra
le ginocchia di Elena e iniziò a leccare con dolcezza e attenzione
le grandi labbra della sua amica. Avevo il cazzo che pulsava come un
cuore impazzito, e mai come adesso avrei voluto la mano di una delle
due su di lui. Ma Elena era rapita dalle leccate sempre più
insistenti e in profondità di Jessica, e Jessica stessa ci aveva
preso troppo gusto per distrarsi in quel momento. Così mi alzai e mi
misi a cavalcioni su Elena, che mi aspettava a bocca spalancata,
accogliendo il cazzo che bramava assaporare da tutta la sera e di
cui appena pochi minuti fa aveva assaporato solo il sapore. Ora lo
sentiva scivolare in bocca, morbido fra le labbra e duro sulla gola.
Adorava sentirne il sapore e goderne delle rugose asperità sulle sue
labbra carnose. Tanto più che più in basso, fra le sue cosce davvero
ribollenti, c'era Jessica che si stava dando da fare alla grande,
stimolandole il clitoride nel punto e nel modo più eccitante per
Elena. Era la prima volta che le due amiche si ritrovavano a fare
sesso insieme. Ma Jessica aveva capito subito come far godere
l'amichetta vogliosa, la sapeva leccare come nessuno... Jessica
voleva farla gridare di piacere... e con il mio cazzo che la stava
letteralmente scopando in bocca, Elena riusciva a malapena a
mugulare... Emetteva suoni sempre più gutturali, sembravano
provenire quasi dal profondo della sua fica, e io la pompavo sempre
con più forza...
Elena ebbe un enorme orgasmo, che le fece stringere il mio membro
fra le sue labbra così forte che quasi gemetti dal dolore. Ma il
piacere era tale che si fondeva in modo perfetto a quel piccolo
dolore provocato... e avrei voluto che non finisse mai. Elena venne
credo per mezzo minuto abbondante, gemendo sempre più forte e
afferrando le mie natiche e spingendo il mio cazzo sempre più a
fondo nella sua bocca. Poi, quasi esausta si ritrasse leggermente,
guardando Jessica che sollevava la testa fra le sue coscie
leccandosi le labbra ancora umide del suo umore. Elena era appena
venuta, ed era letteralmente in estasi in quel momento, Jessica
invece aveva ancora su le mutandine e dopo aver leccato la sua amica
fino all'orgasmo, ora voleva essere cavalcata come una vera
maiala... si sentiva maiala... e volva essere posseduta come la mia
troia.
Avevo ancora il cazzo grondante della saliva di Elena, arrossato e
duro come il marmo... ero così eccitato che me lo sarei leccato da
solo, se solo avessi potuto... Così mi avvicinai a Jessica e le
strappai letteralmente gli slip di dosso. Ero eccitato come un toro
da monta e Jessica non distoglieva lo sguardo dal mio uccello...
avevo capito che lo voleva... e tanto !
Si girò, divaricando appena le gambe e chinandosi a novanta gradi.
La presi alla pecorina, strusciando il pene fra le sue chiappe sode
e arrotondate... lei spingeva indietro il suo culo, quando il mio
uccello le sfiorava l'ano. Lo voleva tutto dentro, e lo voleva
adesso!
Ero ancora bagnato della saliva di Elena, e non ci volle molto per
spingere la prima parte della cappella all'interno del suo ano. Non
era la prima volta che lo prendeva evidentemente, anzi... il cazzo
entrò con relativa facilità, e dopo le prime spinte iniziò a
scorrere senza troppa resistenza nel buco del suo culo. Gemeva e
spingeva il sedere fin contro le mie palle... "Dentroooo.... lo
voglio dentroo.... spaccami, spaccami..."... Era diventata davvero
la mia troia! e questo mi faceva spingere con tale foga da spostare
persino il divanetto su cui eravamo appoggiati. Tanto era rimasta in
disparte e tranquilla prima, tanto ora voleva il cazzo e voleva
essere sbattuta. Elena ora l'aveva accettata, e voleva ringraziarla
del fantastico orgasmo che le aveva regalato, consentendole di
accogliere per prima la mia grossa banana rugosa. Sapeva che ce ne
sarebbe stato anche per lei... e già ci stava guardando
ricominciando a sfiorarsi capezzoli e clitoride...
La vedevo che si masturbava con leggerezza, mentre io sudavo
pompando il culo di Jessica. Spingevo dall'alto verso il basso,
cercando di spingere il cazzo da dentro il suo culo, contro la sua
fica... l'effetto fu tale che Jessica ebbe un piccolo orgasmo.
Allora lo tirai fuori e umido e sudato, glie lo infilai fra le sue
tette formose... iniziando a scoparla fra i seni. Vedevo la sua
carne morbida ondeggiare sotto i miei colpi ritmati e decisi di
darle qualche piccolo schiaffetto innocente sui capezzoli, per
mantenerla stimolata. Come se ce ne fosse bisogno! era fuori di sè
dal piacere, e la mano che le avevo appoggiato sul monte di venere
sentiva le sue contrazioni sempre più insistenti...
Continuai a scoparla fra le tette mentre carezzavo e schiaffeggiavo
lentamente il suo seno... ad ogni schiaffetto si mordeva leggermente
le labbra. Intanto Elena era tornata in sè, e ora voleva partecipare
ancora. Si avvinghiò a noi iniziando a strofinare la sua fica contro
le mie coscie e contro le braccia di Jessica, si dibatteva con
voluttosità irreferenabile, strofinandosi ormai per ogni dove. Me la
sbattè anche in faccia, ad un certo punto e io le diedi alcune
leccate profonde, sentendo che era di nuovo bagnata fradicia. Ci
avvinghiammo tutti e tre, in posizioni confuse e contorte, ed
iniziammo a leccare, baciare e stimolare con le dita capezzoli,
buchi del culo, labbra e fiche... Era una piccola orgia senza più
alcun freno inibitorio. Ricordo anche di aver sentito due dita di
una di loro infilarsi nel mio ano... e le lasciai fare perchè la
cosa in fondo, eccitato com'ero, non mi dispiaceva affatto. Ero così
eccitato, e lo dico senza vergognarmene, che nonostante fossi etero
convinto, in quel momento probabilmente avrei potuto anche
spompinare un uccello, se in mezzo a quel groviglio ce ne fosse
stato uno.
Forse una di loro percepì questo stato di eccitazione profonda, e mi
infilò due dita nel culo per farmi vivere un qualcosa di porco che
cercasse di andare oltre la situazione.
Apprezzai, e lasciai fare. Per qualche minuto ricordo che leccai la
fichetta bionda di Jessica senza sapere se le dita nel mio ano
fossero le sue o quelle di Elena, aggroviagliata al mio fianco che
mi leccava le palle.
Avevo il cazzo che non poteva più essere controllato... avevo
l'impressione che al posto del sangue, nelle vene rugose, scorresse
lo sperma... e che cercasse la via per uscire con uno spruzzo
trionfale dalla cappella. Sentivo che stavo per venire, allora mi
scostai e mi misi supino in mezzo a loro due. Me lo afferrarono
contendendoselo. C'erano le due mani di Elena e una di Jessica che
me lo stavano afferrando. Restava libera solo la cappella, che
faceva capolino proprio dalla mano di Jessica. Che fu la prima a
raggiungerla con le sue labbra. Subito dopo arrivò Elena, che iniziò
a baciare Jessica con in mezzo il pene eretto e pulsante. Allungai
entrambe le mani masturbando i capezzoli di entrambe, che mentre
leccavano la mia voglia, avevano iniziato ad agitare entrambe il
loro bacino, masturbandosi a loro volta il clitoride.
Sentii il flusso della sborra schizzare caldo e alto sopra le loro
faccie, e fra le loro labbra. Continuarono a baciarsi mescolando la
loro saliva con il mio sperma, mentre io urlavo come un vero animale
il mio piacere. Quando venni del tutto, ed si contesero l'ultima
goccia del mio piacere, si avvinghiarono a me, ancora fameliche.
Volli premiarle masturbandole ferocemente con una mano ciscuna.
Vennero ancora per la seconda volta, quasi all'unisono, poi restammo
abbracciati per minuti e minuti... si addormentarono sulle mie
spalle, e io stesso chiusi gli occhi per qualche minuto. Albeggiava,
ed era arrivato il momento di liberare l'ufficio e tornare a casa.
Il giorno dopo non sarei andato al lavoro. E di sicuro neppure loro
due sarebbero andate a seguire lezione all'università (erano due
fuori corso di 27 anni).
Quella sera dormirono entrambe a casa mia. Dormimmo davvero e basta,
perchè eravamo tutti e tre davvero sfiniti dal piacere. Ci
svegliammo verso l'una di pomeriggio, e facemmo colazione insieme.
Mi invitarono per quella stessa sera a casa loro, dove condividevano
un piccolo appartamento in zona centrale. E ci andai. Scopammo
ancora tanto, questa volta dedicando il mio uccello quasi
esclusivamente alle loro due fichette accoglienti. Fu molto bello,
ma non fu come quella prima sera inaspettata. Scoprii col tempo che
Jessica non aveva mai fatto sesso con un'altra donna, e che anche
Elena, pur avendo baciato un'amica tanto tempo fa, non si era mai
spinta fino a farsela leccare da nessuna.
Da quella sera, invece, divennero scatenate fra di loro, e per tutto
i due mesi abbondanti che le frequentai, assistetti a giochi erotici
improvvisati molto, molto piacevoli.
Le persi di vista nel periodo estivo, e nonostante al rientro dalle
ferie mi cercassero con insistenza, decisi di non organizzare più
incontri. Al mare avevo conosciuto una donna splendida, a cui volevo
dedicare tutte le mie attenzioni, e non ci sarebbe stato spazio per
nessun altra. Poi il tempo, cambiò alcune cose...
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Certificazione Profili
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
101627
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97528
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
ciao max