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erotic3mind255232 36 anni
Maschio
Milano, Italia
Ultima visita: 4 anni fa
Varie Feticcio Cuckold Trio Scambisti

Ritorno a casa

E' la mezzanotte milanese di un giovedì qualsiasi di primavera.
L'aria è tiepida e si cammina volentieri con le maniche del maglione
tirate su a mezze braccia respirando i primi odori dell'estate,
ormai imminente. Sono appena uscito dall'ufficio stravolto. Una
giornata lunga, iniziata 15 ore prima e trascorsa davanti al monitor
di un computer valutando numeri e situazioni. L'ufficio è mio,
quindi trovo naturale restare fino a tardi se la cosa può essere
importante per lo sviluppo del lavoro. Ma ora finalmente ho finito,
e sto camminando con sguardo vagamente assente e distaccato verso
casa. Circa mezz'ora a piedi. Potrei aspettare il tram, o chiamare
un taxi. Ma ho proprio voglia di fare una passeggiata per le strade
della mia città. E' così che camminando, passo per una via di pub e
ristoranti che pulsa già della vita notturna di universitari e
giovani ben vestiti con il loro drink in mano poco fuori le porte
dei locali. Non sono molto più grande di loro, forse 3 o 4 anni di
più, ma ho altri pensieri per la testa. Attraverso qualche piccolo
gruppetto di persone, buttando l'occhio fra profonde scollature,
sorrisi vagamente ammicanti e facce super lampadate. Mi lascio tutto
alle spalle, domandandomi se il tempo o la forza per una birretta
prioprio non ce l'avessi. La risposta stasera è scontata, e infatti
proseguo verso casa. Svoltato l'angolo però, qualcosa sta per
cambiare. Ma ancora io non lo so.
Due ragazze sui 27, ben fatte e molto carine, una palesemente
ubriaca, mora, e l'altra, bionda, che le fa da "badante" sono
appoggiate ad una macchina parecheggiata. La mora è vestita con un
paio di fusò rosa dal colore così tenue e talmente attillati da
consentirmi di descrivere anche il tanga nero, sottile e
striminzito, che indossa sull'intimo. Forse è una mia impressione,
ma il tutto è così succinto da lasciar intuire la linea del basso
ventre fin quasi là sotto, dove l'occhio non può non indugiare.
Inizialmente, distratto da una simile vista, non ho neppure notato
il suo top dell'identico rosa, senza reggiseno. L'amica, invece,
veste con un paio di jeans affusolati e dalla vita bassa, quelli che
lasciano a nudo le linee sensuali delle anche che convergono verso
il pube e una magliettina a maniche corte verde che arriva a stento
sopra all'ombelico priva di scollatura, che appoggia su un seno
prosperoso e tondeggiante.
Alla vista dei fusò rosa e di tutto quello che lasciano capire, il
mio pene ha un lieve sussulto, come un pulsare istantaneo che però
si quieta subito. Mi capita spesso, come sensazione, quando assisto
ad una scena carica di erotismo. Qui, dopotutto, non c'era nulla di
particolarmente eccitante, nulla di diverso da ciò che spesso si può
ammirare per le strade del centro o nei locali della città, ma
questa fu la mia sensazione e così ve la riporto.
Avendole squadrate con particolare attenzione (specialmente la mora
alticcia dai fusò rosa), ricevo in cambio un identico sguardo
accurato, quasi provocatorio. Non distolgo lo sguardo e anzi
rallento lievemente il passo quasi ad invitare ad un breve scambio
di parole. Ovviamente la ragazza un po' alticcia è fortemente
disinibita in quel momento ed è la prima ad anticipare tutti
rompendo il giacchio con la più classica delle domande: "ma quanto
sei alto??" (essendo alto 2 metri e 01 è una domanda che mi capita
spesso di sentire). Io, nonostante tutto, sorpreso del fatto che
fosse stata lei ad attaccar bottone, rispondo in modo molto stupido
e noioso: "2 metri e zero uno". Ho centinaia di risposte simpatiche
e inaspettate per la domanda "quanto sei alto?", visto appunto che
in vita mia me l'hanno fatta così spesso da indurmi a divertirmi nel
trovare risposte alternative. Ma questa volta, niente, mi esce solo
la più banale delle risposte. Ma è la mora a stupirmi ancora,
incalzando: "Ma è tanto....!! e allora quanto ce l'hai lungo
scusa???"
Questa domanda apparentemente scherzosa, però, era stata posta con
un leggero tono velato da sincera curiosità e da un atteggiamento
corporeo piuttosto provocante, a tal punto da farmi pulsare
lievemente il pene nelle mutande, di nuovo.
La bionda era intanto arrossita, e non poco, e aveva tirato per un
braccio l'amica strabuzzando gli occhi increduili, stava
probabilmente per parlare, magari giustificando l'amica e
minimizzando la domanda... ma io risposi prontamente: "più di quello
che pensi, ma lo può scoprire solo chi gioca con me...". La bionda,
sorpresa dalla mia risposta quasi di sfida cambia espressione e ho
quasi l'impressione che desideri entrare in competizione con l'amica
(mi confessò più avanti: "ma vuoi vedere che la mia amica ubriaca si
porta a letto questo qui e io, da sobria, mi tocca pure andare in
bianco??").
Sta di fatto che a quel punto la mora insiste testualmente: "Mi
chiamo Elena, e se hai un posto per giocare, io ho molta voglia di
giocare con te". La bionda si intromette ironica: "Si, piacere e io
mi chiamo Jessica... Ma se sei ubriaca! a cosa vuoi giocare? e poi
sono in macchina con te, come ci torno a casa?". Avevo capito che
era il suo modo timido per cercare di intrufolarsi nella cosa.
Conosceva troppo bene la sua amica per non sapere che quella sera,
arrivati a questo punto, non sarebbe mai andata in bianco, e lei
semplicemente non voleva essere da meno come altre volte, invece, le
era capitato per la sua troppa timidezza. Così risposi squadrandole
entrambe da capo, a piedi, e dicendo: "C'è il mio ufficio qui
vicino, e sarà un piacere accoglervi tutte e due". La stanchezza mi
era completamente passata, e l'idea di tornare in ufficio ma questa
volta accompagnato da due fichette del genere mi regalava forza e
vigore inaspettato.
Elena, probabilmente disinibita dall'alcool, si mise una mano sui
fusò, in mezzo alle gambe, a palmo aperto mimando il gesto di una
delicata carezza alla sua voglia e portò l'altra dietro la testa
arruffandosi la fluente chioma sopra la testa: "Allora andiamo a
giocare, che fra un po' mi metto a giocare qui.. hihihi..." e poi
rivolta a Jessica, con un tono di voce più basso ma perfettamente
udibile anche da me: "guarda che questo qui è tutto mio, tu vieni ma
te ne stai a guardare". Jessica, temendo che anche io stessi
sentendo tutto, arrossì, e rispose un po' impacciata: "sì sì, ok.
ok... poi ti porto a casa io" (fingendo di rispondere ad un'altra
cosa). Mi feci avanti, cingendole entrambe sopra i fianchi e
dirigendomi verso l'ufficio. Il breve tragitto di quella decina di
minuti, fu molto eccitante per me. Io facevo loro domande per
"rompere un po' il ghiaccio" e Elena rispondeva sempre con palesi
doppi sensi molto espliciti, jessica sorrideva inizialmente un po'
tesa, poi sempre più sciolta e disinvolta. A pochi metri dal
portoncino d'ingresso, ricordo che per vedere quanto fosse "calda"
Jessica (elena ormai era un vero e proprio vulcano) risalii con la
mano dal suo fianco fino al prosperoso seno, carezzandolo
lievemente, sentendo idurirsi sotto il mio tocco il suo capezzolo a
proiettile. Jessica non disse nulla ma si voltò verso di me
sorridendo: aveva capito che nonostante la sua amica non la volesse
fra i piedi, o per meglio dire fra le gambe, io invece ero molto
interessato anche a lei. Insomma, quella notte ce ne sarebbe stato
per tutte.
Aprii la porta del portoncino e mentre attraversammo il cortile
Elena mi aveva già infilato una mano sotto i pantaloni, dietro,
accarezzandomi voluttuosamente le natiche.
Prendemmo l'ascensore e i 7 piani furono la buona occasione per
iniziare a scaldare i motori. Mi girai verso Elena, guardandola nei
suoi occhi grigi e profondi e baciando le sue labbra rosse e lucide
come ciliegie. La mia lingua scivolò morbidamente fra le sue guance
cercando la sua, che ricambiò il bacio catturandomela fra le labbra
e succhiandola come un pene di sua esclusiva proprietà, quasi
volendomi far capire cosa avrebbe voluto fare con il cazzo fra le
sue mani poco più tardi. Intanto non volevo trascurare jessica, ma
non volevo neppure che Elena si accorgesse che la stavo coinvolgendo
(temevo si arrabbiasse), e così poggiai una mano di lato sul ventre
di Jessica. Sentii solo il suo respiro farsi più intenso e immaginai
il suo volto illuminato da un sottile piacere di complicità.
Elena era probabilmente ancora un po' troppo alticcia per rendersi
conto che stavo flirtando anche con la sua amica e non disse nulla.
Anzi, arrivati al piano mi guardò languidamente mentre mi
accarezzava i pantaloni all'altezza del membro. Cominciava a farsi
duro, e lei lo aveva capito... voleva gustarsi l'evoluzione della
mia erezione e così cercava di stringere leggermente i pantaloni per
sentirlo mentre diventava duro. Capii che le sarebbe piaciuto
gustarlo a dovere, e così mi sforzai di tenerlo "a riposo" il più
possibile... mi girai di scatto verso la porta dell'ufficio e
l'aprii.
Entrammo e ci accomodammo subito nella saletta di attesa dopo la

reception. C'erano alcuni divanetti in stile "old fashion" molto

comodi e che avrebbero fatto proprio al caso nostro. Mi tolsi subito

il maglione, ma gestendo i movimenti in modo molto lento e sensuale.

Elena mi stava fissando senza sosta e jessica si era portata una

mano sul seno che fino a poco fa le avevo accarezzato. Elena si

accorse della cosa, e disse a Jessica: "Sei una puttana, jessica,

sei una puttana ! vai i bagno a masturbarti ! qui ce n'è solo per

me!"
Capii che avevo un buon ascendente su Elena e che toccava a me

cercare di tenere viva la situazione. Così, mentre jessica mi

guardava speranzosa, mi rivolsi ad elena in modo piuttosto deciso e

volgare e le dissi: "qui dentro (spingendo il bacino in fuori) ce

n'è per tutte e due, e scommetto che in tre ci divertiamo tutti di

più...". Volevo essere esplicito e appositamente volgare per

eccitarle ancora di più. Elena tornò a guardami quasi ipnotizzata

fra le pieghe dei miei pantoloni... non rispose, ma si avvicinò come

se si fosse ricordata che voleva assaggiare il mio cazzo mentre

induriva, che voleva essere lei ad essere l'artecifice

dell'erezione, gustandola in tutte le sue fasi. Così mi toccò

nuovamente fra le gambe, e io mi sfilai i pantaloni per agevolarla.

Jessica si era fatta un passo indietro e assisteva senza sapere bene

cosa fare. Elena si protese verso i miei boxer attillati e infilò la

sua mano, voracemente, sin fino alle palle.
Sentii un sussulto, e sentii il sangue pompare nelle vene a mille...

Il pene era ancora quasi del tutto a riposo e notai che

l'espressione di Elena, quando lo palpò, fu proprio quella di una

persona che aveva trovato quel che aveva sperato di trovare: un bel

cazzo da far crescere sotto le proprie dita. Così iniziò a sfregarmi

l'uccello sul palmo della sua mano, mentre io le guardavo il suo

grazioso seno sotto al suo top muoversi lievemente e ondeggiare al

ritmo della sua mano. Vidi i suoi capezzoli indurirsi e spingere

forte contro il tessuto tiratissimo del top, sentii il mio pene

gonfiarsi poco a poco, sotto il massaggio sempre più intenso della

sua mano. Stavo riempiendo i boxer e presto si sarebbe alzato fino a

far capolino fuori dalle mutande. Era abbastanza duro da sentirlo

opporre resistenza alle sue spinte con la mano, ma non era ancora

così duro da superare l'elastico dei boxer... Fu in quel momento che

lei tirò fuori la mano, guardandomi fissa negli occhi, e lentamente,

molto lentamente, se la leccò per sentire l'odore del mio cazzo che

si stava gonfiando di lei. Con la mano umida di saliva, ricominciò a

massaggiarmi l'uccello in modo avido e sempre più frenetico. Sentii

la sua mano umida e calda, sul mio membro sempre più vigoroso,

scorrere come una specie di penetrazione di una vagina dilatata

dall'amplesso. Jessica era sempre immobile, indecisa sul da farsi,

ma nel frattempo si godeva la scena alla grande, cercando il mio

sguardo complice che di tanto in tanto andava a cercare il suo.
Ora il cazzo era perfettamente dritto ed eretto, e sbucava

ampiamente dai boxer per oltre un terzo della sua lunghezza... La

mano di Elena continuava a gustarlo scivolando dallo scroto, lungo

tutta l'asta venosa e calda, fino alla grande cappella rosa e

vellutata che fremeva ad ogni suo morbido passaggio.
Vidi che i fusò di elena erano leggermente umidi proprio lì in mezzo

e capii che doveva davvero essere molto, molto eccitata. Il gioco

l'aveva fatta bagnare per davvero... e i suoi capezzoli spingevano

in modo evidente sul top privo di reggiseno. Infilai una mano sotto

il top e una sotto i fusò... Sotto il top trovai due seni sodi, che

riempivano a fatica il palmo della mano, dall'aureola abbastanza

piccola e con il capezzolo sporgente come un proiettile. Turgido e

flessibile fra le mie dita. Sotto, invece, sentii un calore intenso,

oltre le mie aspettative, e le grandi labbra che avvolgevano il

tanga sottilissimo ormai arricciato; sentii le grandi labbra bagnate

come dalla saliva, quasi grondanti, e il tessuto del tanga stesso,

arricciato fra le pieghe della sua carne, completamente zuppo di

piacere. Iniziai a masturbare il clitoride mentre titillavo il

capezzolo con isistenza... elena si sdraiò supina sul divanetto,

aprendo le cosce e lasciando che i suoi fusò scorressero leggermente

verso il ginocchio, lasciando il pube finemente rasato a striscia

completamente in vista. Sentivo pompare l'uccello come non mi era

mai capitato, e l'idea che Jessica ci stava guardando impotente mi

eccitava terribilmente. Era una spettatrice d'eccezione, che ancora

non aveva neppure ricevuto l'autorizzazione per masturbarsi mentre

ci guardava. Ma sapevo che Elena avrebbe ubbidito ad ogni mia

richiesta ormai, e così dissi a Jessica: "Spogliati per noi e

lasciati andare... ma senza unirti a noi!".
Elena fu sorpresa dalla mia richiesta ma acconsentì eccitatissima,

godedosi assieme a me lo spettacolo.
Eravamo entrambi sdraiati supini sul divano, con la schiena

leggermente appoggiata allo schienale. Io ero nudo, solo con i boxer

ancora calati fino alle caviglie. Elena aveva il top completamente

sollevato sopra i seni, senza più i fusò e con il tanga filiforme

scostato su un lato del pube. La mia mano scivolava sulla pancia di

Elena, fino ad affondare fra le grandi labbra... ma senza

penetrarla, mentre lei teneva il mio pene in mano cercando di

stringerlo completamente fra le dita, senza che il gonfiore glie lo

permettesse. Jessica iniziò a spogliarsi guardandomi lungo tutta la

lunghezza del mio corpo... iniziò ad ancheggiare lievemente, mentre

si infilava una mano sotto la sua maglietta, e nel mentre mi

guardava... sentivo il suo sguardo scorrere sui miei pettorali,

lungo le spalle larghe, il torace che sussultava dal piacere e lì

sotto... indugiando lo sguardo sul mio cazzo stretto fra le dita

della sua amica. Si stava toccando il seno, stimolandosi lievemente

i capezzoli già duri, e sfregandosi con l'altra mano i jeans

all'altezza del pube. Mi guardava insistementente e capii che stava

immaginado di essere lei, ora, al posto di Elena a stringere

avidamente il membro fra le sua mani. Continuò per qualche secondo a

massaggiarsi il seno, poi si tolse la maglietta con un gesto rapido.

I suoi seni prosperosi, almeno una quarta, sobbalzarono nel

movimento. Il mio pene ebbe un sussulto che Elena avvertì. Jessica

aveva due seni grossi, ritti, e con le due aureole molto ampie e

rosee. Ma con i capezzoli molto grossi e turgidi. Da venir voglia di

leccarli voracemente, succhiandoli assieme a quanta più tetta fosse

possibile tenere in bocca... Nel frattempo Jessica si slaccia

lentamente i jeans, e mostra gli slip di pizzo nero che confondono

il pelo chiaro del suo pube. Non ne sono ancora certo, ma non mi

sembra sia rasata così tanto come Elena... sono voglioso di

scoprirlo, ma lei mi fa attendere. Elena credo che abbia capito

quanto la sua amichetta mi stia eccitando. Forse, in questo momento,

anche più della sua calda mano sul mio pene. Intanto Jessica si è

sfilata completamente i pantaloni ed è rimasta solo con gli slip

addosso. "Jessica! Vieni qui, ora" sentenziò Elena con tono deciso.

Mi girai a guardarla e vidi che aveva in mente qualcosa per

distrarmi da quello spettacolino niente male, che la sua amica era

riuscita ad imbastire con tanta malizia per me. Annuii, e Jessica si

avvicinò a noi, fermandosi in piedi davanti ad Elena.
La bella moretta divaricò le gambe, scostando la mia mano che stava

ancora accarezzandola lievemente sul basso ventre, e guardò fissa

negli occhi Jessica. Che capì. Si chinò con qualche incertezza fra

le ginocchia di Elena e iniziò a leccare con dolcezza e attenzione

le grandi labbra della sua amica. Avevo il cazzo che pulsava come un

cuore impazzito, e mai come adesso avrei voluto la mano di una delle

due su di lui. Ma Elena era rapita dalle leccate sempre più

insistenti e in profondità di Jessica, e Jessica stessa ci aveva

preso troppo gusto per distrarsi in quel momento. Così mi alzai e mi

misi a cavalcioni su Elena, che mi aspettava a bocca spalancata,

accogliendo il cazzo che bramava assaporare da tutta la sera e di

cui appena pochi minuti fa aveva assaporato solo il sapore. Ora lo

sentiva scivolare in bocca, morbido fra le labbra e duro sulla gola.

Adorava sentirne il sapore e goderne delle rugose asperità sulle sue

labbra carnose. Tanto più che più in basso, fra le sue cosce davvero

ribollenti, c'era Jessica che si stava dando da fare alla grande,

stimolandole il clitoride nel punto e nel modo più eccitante per

Elena. Era la prima volta che le due amiche si ritrovavano a fare

sesso insieme. Ma Jessica aveva capito subito come far godere

l'amichetta vogliosa, la sapeva leccare come nessuno... Jessica

voleva farla gridare di piacere... e con il mio cazzo che la stava

letteralmente scopando in bocca, Elena riusciva a malapena a

mugulare... Emetteva suoni sempre più gutturali, sembravano

provenire quasi dal profondo della sua fica, e io la pompavo sempre

con più forza...
Elena ebbe un enorme orgasmo, che le fece stringere il mio membro

fra le sue labbra così forte che quasi gemetti dal dolore. Ma il

piacere era tale che si fondeva in modo perfetto a quel piccolo

dolore provocato... e avrei voluto che non finisse mai. Elena venne

credo per mezzo minuto abbondante, gemendo sempre più forte e

afferrando le mie natiche e spingendo il mio cazzo sempre più a

fondo nella sua bocca. Poi, quasi esausta si ritrasse leggermente,

guardando Jessica che sollevava la testa fra le sue coscie

leccandosi le labbra ancora umide del suo umore. Elena era appena

venuta, ed era letteralmente in estasi in quel momento, Jessica

invece aveva ancora su le mutandine e dopo aver leccato la sua amica

fino all'orgasmo, ora voleva essere cavalcata come una vera

maiala... si sentiva maiala... e volva essere posseduta come la mia

troia.
Avevo ancora il cazzo grondante della saliva di Elena, arrossato e

duro come il marmo... ero così eccitato che me lo sarei leccato da

solo, se solo avessi potuto... Così mi avvicinai a Jessica e le

strappai letteralmente gli slip di dosso. Ero eccitato come un toro

da monta e Jessica non distoglieva lo sguardo dal mio uccello...

avevo capito che lo voleva... e tanto !
Si girò, divaricando appena le gambe e chinandosi a novanta gradi.

La presi alla pecorina, strusciando il pene fra le sue chiappe sode

e arrotondate... lei spingeva indietro il suo culo, quando il mio

uccello le sfiorava l'ano. Lo voleva tutto dentro, e lo voleva

adesso!
Ero ancora bagnato della saliva di Elena, e non ci volle molto per

spingere la prima parte della cappella all'interno del suo ano. Non

era la prima volta che lo prendeva evidentemente, anzi... il cazzo

entrò con relativa facilità, e dopo le prime spinte iniziò a

scorrere senza troppa resistenza nel buco del suo culo. Gemeva e

spingeva il sedere fin contro le mie palle... "Dentroooo.... lo

voglio dentroo.... spaccami, spaccami..."... Era diventata davvero

la mia troia! e questo mi faceva spingere con tale foga da spostare

persino il divanetto su cui eravamo appoggiati. Tanto era rimasta in

disparte e tranquilla prima, tanto ora voleva il cazzo e voleva

essere sbattuta. Elena ora l'aveva accettata, e voleva ringraziarla

del fantastico orgasmo che le aveva regalato, consentendole di

accogliere per prima la mia grossa banana rugosa. Sapeva che ce ne

sarebbe stato anche per lei... e già ci stava guardando

ricominciando a sfiorarsi capezzoli e clitoride...
La vedevo che si masturbava con leggerezza, mentre io sudavo

pompando il culo di Jessica. Spingevo dall'alto verso il basso,

cercando di spingere il cazzo da dentro il suo culo, contro la sua

fica... l'effetto fu tale che Jessica ebbe un piccolo orgasmo.

Allora lo tirai fuori e umido e sudato, glie lo infilai fra le sue

tette formose... iniziando a scoparla fra i seni. Vedevo la sua

carne morbida ondeggiare sotto i miei colpi ritmati e decisi di

darle qualche piccolo schiaffetto innocente sui capezzoli, per

mantenerla stimolata. Come se ce ne fosse bisogno! era fuori di sè

dal piacere, e la mano che le avevo appoggiato sul monte di venere

sentiva le sue contrazioni sempre più insistenti...
Continuai a scoparla fra le tette mentre carezzavo e schiaffeggiavo

lentamente il suo seno... ad ogni schiaffetto si mordeva leggermente

le labbra. Intanto Elena era tornata in sè, e ora voleva partecipare

ancora. Si avvinghiò a noi iniziando a strofinare la sua fica contro

le mie coscie e contro le braccia di Jessica, si dibatteva con

voluttosità irreferenabile, strofinandosi ormai per ogni dove. Me la

sbattè anche in faccia, ad un certo punto e io le diedi alcune

leccate profonde, sentendo che era di nuovo bagnata fradicia. Ci

avvinghiammo tutti e tre, in posizioni confuse e contorte, ed

iniziammo a leccare, baciare e stimolare con le dita capezzoli,

buchi del culo, labbra e fiche... Era una piccola orgia senza più

alcun freno inibitorio. Ricordo anche di aver sentito due dita di

una di loro infilarsi nel mio ano... e le lasciai fare perchè la

cosa in fondo, eccitato com'ero, non mi dispiaceva affatto. Ero così

eccitato, e lo dico senza vergognarmene, che nonostante fossi etero

convinto, in quel momento probabilmente avrei potuto anche

spompinare un uccello, se in mezzo a quel groviglio ce ne fosse

stato uno.
Forse una di loro percepì questo stato di eccitazione profonda, e mi

infilò due dita nel culo per farmi vivere un qualcosa di porco che

cercasse di andare oltre la situazione.
Apprezzai, e lasciai fare. Per qualche minuto ricordo che leccai la

fichetta bionda di Jessica senza sapere se le dita nel mio ano

fossero le sue o quelle di Elena, aggroviagliata al mio fianco che

mi leccava le palle.
Avevo il cazzo che non poteva più essere controllato... avevo

l'impressione che al posto del sangue, nelle vene rugose, scorresse

lo sperma... e che cercasse la via per uscire con uno spruzzo

trionfale dalla cappella. Sentivo che stavo per venire, allora mi

scostai e mi misi supino in mezzo a loro due. Me lo afferrarono

contendendoselo. C'erano le due mani di Elena e una di Jessica che

me lo stavano afferrando. Restava libera solo la cappella, che

faceva capolino proprio dalla mano di Jessica. Che fu la prima a

raggiungerla con le sue labbra. Subito dopo arrivò Elena, che iniziò

a baciare Jessica con in mezzo il pene eretto e pulsante. Allungai

entrambe le mani masturbando i capezzoli di entrambe, che mentre

leccavano la mia voglia, avevano iniziato ad agitare entrambe il

loro bacino, masturbandosi a loro volta il clitoride.
Sentii il flusso della sborra schizzare caldo e alto sopra le loro

faccie, e fra le loro labbra. Continuarono a baciarsi mescolando la

loro saliva con il mio sperma, mentre io urlavo come un vero animale

il mio piacere. Quando venni del tutto, ed si contesero l'ultima

goccia del mio piacere, si avvinghiarono a me, ancora fameliche.

Volli premiarle masturbandole ferocemente con una mano ciscuna.

Vennero ancora per la seconda volta, quasi all'unisono, poi restammo

abbracciati per minuti e minuti... si addormentarono sulle mie

spalle, e io stesso chiusi gli occhi per qualche minuto. Albeggiava,

ed era arrivato il momento di liberare l'ufficio e tornare a casa.

Il giorno dopo non sarei andato al lavoro. E di sicuro neppure loro

due sarebbero andate a seguire lezione all'università (erano due

fuori corso di 27 anni).
Quella sera dormirono entrambe a casa mia. Dormimmo davvero e basta,

perchè eravamo tutti e tre davvero sfiniti dal piacere. Ci

svegliammo verso l'una di pomeriggio, e facemmo colazione insieme.

Mi invitarono per quella stessa sera a casa loro, dove condividevano

un piccolo appartamento in zona centrale. E ci andai. Scopammo

ancora tanto, questa volta dedicando il mio uccello quasi

esclusivamente alle loro due fichette accoglienti. Fu molto bello,

ma non fu come quella prima sera inaspettata. Scoprii col tempo che

Jessica non aveva mai fatto sesso con un'altra donna, e che anche

Elena, pur avendo baciato un'amica tanto tempo fa, non si era mai

spinta fino a farsela leccare da nessuna.
Da quella sera, invece, divennero scatenate fra di loro, e per tutto

i due mesi abbondanti che le frequentai, assistetti a giochi erotici

improvvisati molto, molto piacevoli.
Le persi di vista nel periodo estivo, e nonostante al rientro dalle

ferie mi cercassero con insistenza, decisi di non organizzare più

incontri. Al mare avevo conosciuto una donna splendida, a cui volevo

dedicare tutte le mie attenzioni, e non ci sarebbe stato spazio per

nessun altra. Poi il tempo, cambiò alcune cose...

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