1
Questa prima serata fresca ci convince a rispolverare i giacconi tenuti per mesi nell'armadio e ad indossarli per uscire, dopo cena. L'aria frizzante per le vie del centro ci suggerisce presto di concludere la serata al chiuso di un cinema e decidiamo di comune accordo per la visione di un film che sembra interessante. E' una prima decisamente affollata, i posti liberi sono pochi e ci accontentiamo di trovarne due appaiati, senza far caso a chi ci sta accanto. E' un periodo di buona sintonia fra noi e ci ritroviamo abbracciati, come innamorati, con lei che mi tiene la testa sulla spalla.
Ad un certo punto Maria Rosa mi sussurra all'orecchio con voce sorpresa ed eccitata: "C'è un tizio che mi fa' piedino!" Mi sporgo, guardo a destra e vedo un distinto cinquantenne che guarda lo schermo con aria tranquilla e assorta. Dubbioso sul da farsi, mi tranquillizzo pensando che un contatto di piedi può anche esser casuale e riprendo tranquillo la visione del film. Qualche istante dopo, però, Rosy torna a parlarmi all'orecchio: - Ci sta riprovando... - mi dice con tono più stupito che indignato.
Trovo curioso che una ragazza come lei, timida ma allo stesso tempo energica con i seccatori, non sappia risolvere un problema così semplice come il sistemare un importuno. Inoltre mi stupisce che quello tenti di nuovo l'approccio, pur essendogli chiaro che la ragazza è accompagnata e l'ha già evitato una prima volta. Mi viene dunque da pensare che qualcosa l'abbia indotto a riprovarci, e mi chiedo che cosa. Forse una certa esitazione di Maria Rosa, che lo ha percepito in ritardo... posso ben immaginare come il tizio abbia interpretato quella disattenzione, convinto, come lo sono in molti, che le donne siano più sporcaccione di quanto vorrebbero far credere, specialmente se possono giocare sull'ambiguità e sulla clandestinità.
D'altra parte sarebbe facile per una donna, se il contatto continuasse, far finta di niente, potendo sottrarsi al gioco in ogni momento senza conseguenze. Deve essere terribilmente intrigante lasciar fare, contando sull'anonimato e sull'oscurità quasi totale... ecco, mi sono immedesimato in entrambi i protagonisti del presunto contatto, non resta che chiedermi come possa viverlo io. E per saperlo non c'è che un modo.
- Vediamo fin dove arriva... - sussurro morbosamente alla mia Rosy, il cui tepore mi scalda il fianco.
Lei resta come disorientata, incapace di reagire sia all'iniziativa del vicino, che ovviamente prosegue di nascosto, sia alla mia concorde remissività, come se si sentisse scoperta su entrambi i fronti, anche su quello che in teoria dovrebbe difenderla.
D'altra parte, un semplice avvicinamento delle scarpe, fisicamente nemmeno percettibile per via dello spessore del cuoio, non pare eroticamente così sconvolgente... quindi si limita a rincantucciarsi ancor più nel mio abbraccio, come a chiedere protezione dalle insidie del mondo, ma contemporaneamente ignorandole, come qualcosa che non la riguardi, mantenendo caparbiamente il piede dov'è. Come dire: di qui non si passa! Senza accorgersi che l'ostacolo frapposto non è un muro, ma un ponte. Con la coda dell'occhio vedo che il tizio, ancora intento a fissare lo schermo come rapito, facendo perno sul piede sposta il ginocchio verso sinistra, per cercare il contatto con quello di Maria Rosa. Glielo impedisce la divisione dei sedili, ma noto che è lei stessa, forse fingendo un movimento involontario, a spostare quasi inavvertitamente la gamba fino a sfiorare quella dell'altro, per poi ritrarsi immediatamente come per scusarsi della distrazione mentre quello fa altrettanto per negare la propria responsabilità nel timore di una reazione negativa.
Mi viene da sorridere nell'osservare quelle ingenue astuzie segrete della mia Rosina, probabilmente sperimentate con qualche amichetto dell'adolescenza, quando andare al cinema era un avvenimento peccaminoso e avvincente. Non è però il fidanzatino quello con cui sta civettando nell'ombra, ma un perfetto sconosciuto.
- Tienimi aggiornato, mi raccomando...- le sussurro, facendole capire che la manovra non mi è sfuggita, cosa che la confonde ulteriormente. Sia che voglia punirmi o assecondarmi, per non smentire l'atteggiamento in cui l'ho scoperta non le resta altra strada che quella di proseguirlo.
E' davvero istruttivo constatare come, mentre di più mi si stringe contro destinando uno sguardo languido e distratto allo schermo, sposta contemporaneamente la gamba, pur se nascosta dalla gonna e dal giaccone che tiene in grembo, verso il sedile del compagno. E come lui, proprio nel vederla abbandonata contro di me ma incredibilmente protesa quasi ad invocare un secondo sfioramento, trova confermata la sua teoria: le donne sono tutte porche. Gli basta ruotare nuovamente la gamba per accostare il proprio ginocchio a quello di Maria Rosa. Un secondo, due secondi, tre, senza alcuna reazione... ecco, a questo punto si tratta definitivamente di un contatto volontario, inequivocabile e quasi percepisco il fremito di entrambi, causato da una di quelle rare emozioni della vita, preziose per la loro unicità e naturalezza. Poi si separano, come spaventati da quell’inquietante presa di coscienza: lui ci ha provato, lei ha corrisposto e soprattutto è ancora lì, immobile al suo fianco, potenzialmente disponibile a tutto ciò che la situazione consente... E non è oggettivamente poco, tenendo conto del buio che avvolge la parte bassa dei sedili. Neanche la mia presenza è d’ostacolo, anzi, conferisce alla situazione un'aura di trasgressiva impunità, che l'acquiescenza di Maria Rosa rende affascinante.
Lei mi si accomoda contro ancor più strettamente, intuisco il suo desiderio di parlarmi, ma non trova le parole. Si sistema però meglio il giaccone sulle gambe, come per proteggerle dal freddo, ma la trasparenza della manovra mi rende sempre più elettrico. Ormai posso seguire la scena anche al buio, come se disponessi di un visore a raggi x, per vedere anche attraverso gli oggetti. E' chiaro che l'amico proseguirà l'approccio, questa volta non col ginocchio, ma con la mano. A prima vista non si distingue nulla, ma intuisco un qualche movimento al di sotto del suo soprabito e poco dopo sotto il giaccone di Maria Rosa.
Sarebbe bastato il sospiro quasi stremato, rassegnato, che lei mi soffia all'orecchio senza nascondermelo, a denunciarmi il misfatto: la mano dell'infame si è appoggiata al ginocchio della mia ragazza e ora, verificata l'incoraggiante passività, si sta spostando tremante ma impunita lungo la coscia, silenziosa come un serpente.
Più Maria Rosa mi offre lo spettacolo della sua dissolutezza, d'altra parte da me ampiamente incoraggiata e condivisa, e più la vedo tenera, fragile, indifesa, anche un po' goffa, con una gamba ormai paralizzata nella posizione di confine, e l'altra ripiegata sotto il sedile. La sento pulsare al mio fianco, senza neanche più fingere di seguire il film ma guardando opacamente la nuca dello spettatore davanti con gli occhi ormai quasi chiusi e il respiro rallentato, mentre la mano aliena scivola di nascosto fra le sue cosce facendo la felicità del fortunato.
- E' arrivato...- mi bisbiglia ad un certo punto fuori di sé, ma ricordandosi della mia richiesta. Ecco, mi sta tenendo al corrente. Cosa posso rimproverarle? La mano dell'estraneo è giunta al capolinea, ha superato la barriera della gonna ed ora spadroneggia sulla nuda carne della coscia, premendo contro il soffice ostacolo delle mutandine... libera, tranquilla, addirittura agevolata da una divaricazione evidente e incoraggiante. Conto i secondi, mentre Rosy resta imbambolata a boccheggiare, ma ne passano più di una ventina prima che lei trovi la forza di scuotersi, facendo capire all'intruso che è ora di ritirarsi, cosa che quello fa con cautela, quasi con rimpianto.
La visione dello schermo torna a farsi in me cosciente. Qualunque cosa sia successa fin ad ora in questa pellicola, non ha superato la ricettività della mia retina. L'avvenimento più emozionante della serata è già avvenuto, e null'altro potrà superarne la dirompenza.
2
Lo so, l’ha fatto apposta, ne sono certa. L’ho detto a Dario, ma forse non mi ha creduto. Ora che faccio? Guardo lo sconosciuto di sottecchi: è così tranquillo! Ha l’aria di un professionista, capelli corti e brizzolati, corporatura normale e indossa una giacca di lana inglese, un po’ informe, sicuramente molto usata. Odora di tabacco. E’ sicuro di sé: in fondo che cosa può temere per quel toc-toc sulla mia scarpa, così discreto, quasi paterno! Paterno, sarà questo che non mi fa irritare per l’approccio, la sua chiara proposta? Ripenso a quelle volte in cui ho sognato proprio un tipo come questo, mentre Dario mi prendeva con le solite movenze. Sognavo una specie di Nettuno che mi porgeva alla bocca… ciò che il mio stesso pollice allora simulava, ciucciandolo e godendo. Quel ricordo involontario mi turba e per scacciarlo mi rannicchio fra le braccia di Dario, ma nel farlo il mio piede (lui, non io!) si muove e va a contatto con quello dello sconosciuto. Lo ritraggo, ma il danno è fatto! Lo so, ci riproverà, mi dico. Infatti, lo fa. -Vediamo fin dove arriva…- ha detto Dario ed io quasi non credo alle mie orecchie. Sono turbata ed eccitata. Com’è possibile che io goda di questo? La debole spinta del piede sconosciuto sul mio attraversa la scarpa e suscita un calore che risale e rende molle la caviglia, finché un nuovo contatto, fra le nostre cosce, mi elettrizza la gamba e mi scalda il basso ventre. Dario ha uno sguardo incuriosito, come d’attesa. Allora è così che mi vuoi anche tu! Porca fra due porci! Ok, stendo bene la giacca sulle gambe e, giacché ci sono, nel farlo sollevo anche la gonna sotto. Il campo è aperto, vecchio porco, vediamo che sai fare. A braccia conserte sotto il seno, raccolta fra le braccia del mio uomo, attendo e preavverto il lento infiltrarsi della mano sconosciuta sotto le pieghe della giacca. Un brivido caldo mi percorre al primo contatto delle sue dita sulla pelle, a metà coscia. Ora mi accarezzano, mi esplorano su e giù, stringono e massaggiano la parte più tenera e sensibile all’interno delle cosce. Stringo i pugni e allargo al massimo la coscia destra, non la sinistra che Dario sentirebbe e non voglio che senta, forse per un’ultima barriera di vergogna, di pudore. La sento io ! La voglia di aprirmi totalmente, fino a spaccarmi per darmi a quelle dita, misteriose e sagge, sì sagge! Ma come fanno a toccarmi così sapientemente, a conoscere ogni mio segreto… Lì! Sì! Non ti fermare! Sì entra! E’ un lago d’umori, quello in cui quelle rigide dita si tuffano, invadenti. Cerco il sesso di Dario e non lo trovo. Ora vorrei renderlo partecipe, ma lui non s’accorge nemmeno del mio lieve tocco, non è per niente eretto. Ma allora… perché la sua complicità, il suo interesse? Oddio: quel magico tocco si ripete, ancora e ancora, sul clitoride! Mentre altre dita continuano ad invadermi, sempre più profondamente! Non resisto, me ne frego dei pensieri e mi lascio andare. Inarco il pube contro quelle dita incantate. - Porco! Porco! Porco! - martella la mia voce, nel cervello… e vengo. Un fiume in piena che straripa e mi sommerge.
3
E’ andata! Ce l’ho fatta un’altra volta! Incredibile! Quando meno me l’aspettavo, il sogno si è realizzato un’altra volta. Le orecchie mi rombano, devo avere ancora la pressione alta. Le luci dell’atrio illuminano corpi e volti normali intorno a me. Sono ancora sconvolto e stento a credere che tutti non sappiano. Li guardo al solo scopo di rassicurarmi che tutti sono ignari di ciò che è appena accaduto. Appena accaduto ed è già ricordo! Mi porto le dita della mano sinistra al volto e ne annuso il forte afrore, acre, sconosciuto, che ho imparato ad apprezzare.
Quando, ancora con le luci in sala, la coppietta s’era venuta a sedere proprio accanto a me, con un tuffo al cuore avevo scoperto che lei indossava una gonna. Un paio di calzoni m’avrebbe deluso fino al disgusto, stroncando sul nascere ogni più vaga fantasia. Invece lei mostrava la gamba, un po’ pienotta, non tanto fine, né ben modellata, ma giovane e soda. E abbronzata, forse per questo ancora senza calza! Con un sorriso compiaciuto per la gioia di un tale avvenimento, ne ho calcolato la preziosa rarità. Quante volte, mi sono chiesto, ti può capitare una tale coincidenza di casualità: sala piena, proprio accanto a te, giovane, con gonna, senza calze? Probabilmente mai più, giocati tutto al meglio di te stesso, mi ero risposto. Ed era andata! Ce l’ho fatta!
Camminando lungo il marciapiede, o per meglio dire, ancora veleggiando fra le nuvole del sogno appena realizzato, analizzo la vicenda in tutti i suoi aspetti. Fosse stata più anziana, mi dico, avrei senz’altro avuto anche il mio orgasmo. Lei avrebbe senz’altro cercato di impugnare il mio scettro: più crescono e più lo vogliono. Che sublime piacere, invece, aver dimenticato completamente me stesso e la mia erezione, per godere al massimo del suo piacere, così spontaneo, palpabile, chiaro e fresco e così facilmente a portata delle mie dita. Sì, ho goduto come non mai, del piacere che le donavo, ad esso solo proteso, unico, perfetto obiettivo di tutti i miei sensi e le mie abilità.
prima visione
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14 anni fa
Le storie più votate della categoria varie
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Certificazione Profili
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17 anni fa
SexyCommunity, 35
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 settimana fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
Complimenti
Vorremmo che tutte le coppie che leggono questo racconto, eccitantissimo per il contenuto e per come è scritto, provassero almeno una volta questo gioco al cinema. Così finalmente i cinema diventerebbero luoghi molto più ameni, intriganti e divertntoenti! Troviamo la pratica descritta estremamente sensuale e replicabile con grande soddisfazioen di tutti!!! Non necessariamente deve esserci un singolo di fianco, potrebbe anche essere il lui, o la lei di un'altra coppia...
Eccellente qualità!!! :-) by StellaDelNord