Finalmente rimasti soli in macchina, Rebecca osservava Marco al volante. Silenziosa si nutriva del suo sguardo dolce ed eccitato, ricambiando i suoi sorrisi.
"Ho voglia di scopare" gli disse.
"Anch'io"
Arrivati nel parcheggio dell'hotel si baciarono frugandosi con le mani sotto ai vestiti in preda al desiderio.
"Voglio scoparti dietro a quell'albero" disse Marco.
Scesero dall'auto e si avventurarono nella pineta. Rebecca sentiva i tacchi affondare nella terra umida della notte.
Marco la baciò con passione, le sollevò la gonna e si abbassò per sfilarle il perizoma. La leccò tra le gambe finché Rebecca si voltò appoggiandosi al tronco dell'albero. Dopo poco sentì il cazzo duro di Marco scivolarle dentro la fica e si abbandonò al piacere.
Udiva le auto passare nella strada poco distante e sentiva una leggera brezza sulla pelle e tra i capelli. Le sue mani premevano contro la corteccia che si sgretolava tra le dita impregnate di resina. Non ci mise molto a raggiungere l'orgasmo ma sentì che non le bastava, quella sera avrebbe voluto godere ancora mille volte.
Si ricomposero ed entrarono in hotel, tenendosi per mano, scambiandosi uno sguardo complice ed eccitato. Le loro lingue danzavano insieme nell'attesa dell'ascensore e quando finalmente entrarono e si chiusero le porte, Marco si abbassò nuovamente i pantaloni. Scoparono nel centro dell'ascensore, aggrappandosi alle pareti e al corpo l'uno dell'altra, per il breve tempo in cui raggiunsero il loro piano e poi si rovesciarono fuori, scomposti ed eccitati.
Rebecca camminava davanti a Marco, per lo stretto corridoio, sentendosi gli occhi di lui sul culo e giocò a provocarlo sollevandosi la gonna lentamente. Raggiunta la loro stanza si sentì afferrare con forza e nuovamente sentì il cazzo eccitato del suo uomo premerle addosso. Scoparono per un po' davanti alla porta chiusa, con l'eccitazione del rischio di essere visti e sentiti dagli altri ospiti dell'albergo.
Poi entrarono in camera e i loro giochi continuarono, con la porta chiusa alle loro spalle...
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