Quel sabato era il mio ultimo giorno a Pesaro e la domenica mattina sarei tornato a casa dopo un mese di intenso lavoro. La mia azienda mi aveva incaricato di avviare la nuova filiale e avevo completato la mia opera. Naturalmente per certi versi ero felice di tornare a casa ma avevo un pizzico di rimpianto perché lì, in quell’appartamentino che mi aveva messo a disposizione l’azienda, la sera quando tornavo dal lavoro potevo dare sfogo alla mia passione, indossare intimo femminile sexy. Avevo proprio preso l’abitudine, appena tornato a casa dal lavoro, di farmi una doccia e indossare perizoma, calze, guepiere o reggicalze, body, baby doll e trascorrere tutta la serata e anche la notte così (naturalmente ad eccezione dei giorni in cui avevo qualche impegno), sognando e fantasticando di fare la troia con qualche bel maschio. Fantasie che purtroppo erano rimaste tali e che molto spesso riguardavano Gino e Giovanni, due muratori 50enni di Avellino che, insieme a due giovani colleghi, erano nell’appartamento sotto il mio (erano impegnati in un cantiere fuori città). Ho avuto sempre una fortissima attrazione per i maschi maturi, ancora di più per quelli pelosi e fisicamente prestanti. Gino era alto e robusto, con un po’ di pancetta, mentre Giovanni era tarchiato, con una pancia un po’ più accentuata e pelosissimo. Avevamo fatto subito amicizia e spesso la sera facevamo cena insieme, con i due loro colleghi più giovani che invece uscivano e frequentavano un gruppo di coetanei. E in tutte quelle occasioni loro ovviamente non si facevano scrupoli di andare in giro per casa mezzi nudi, in mutande o in accappatoio ed ogni volta tornavo a casa eccitatissima, immaginando di essere posseduta e sbattuta da quei due maschi o sognando di gustare i loro bei cazzoni (avevo ampiamente visto che erano ben forniti). Quell’ultimo sabato sera mi avevano invitato a cena da loro, una cena per salutarci vista la ma partenza. I loro due colleghi non c’erano perché quel fine settimana erano tornati a casa. Il pomeriggio, dopo aver preparato parte delle valigie, mi ero fatto la doccia, mi ero messo un po’ di profumo, avevo indossato un perizoma nero, calze nere a rete e una guepiere di pizzo molto sensuale che esaltava il mio bel culetto. Come al solito distesa sul letto avevo iniziato a fantasticare quei due bei maschioni e, presa dalle fantasie, non mi ero resa conto che si era fatto, finchè non ho sentito suonare il campanello e Gino dall’altra parte della porta che mi chiamava invitandomi a scendere per la cena. Avrei potuto perdere 5 minuti per cambiarmi ma d’istinto ho deciso invece di scendere da loro così, indossando sopra l’intimo da troietta una tuta. Da un
lato ero certa che non si intravedeva nulla, dall’altro un po’ l’idea di stare con loro così mi eccitava, anche se non speravo certo chissà cosa. Non mi ricordavo più, però, del profumo femminile che avevo messo e che non passò certo inosservato. “Luca che ti metti il profumo da donna?” mi disse Gino mentre mi porgeva il bicchiere per il primo brindisi della serata. Farfugliai imbarazzata che era un profumo unisex, mentre Giovanni si avvicinò per brindare esclamando “Sarà che un po’ che non scopo ma già solo a sentire il profumo mi viene duro” disse portandosi la mano sugli slip bianchi che indossava sotto l’accappatoio. E se già averlo trovato in casa con l’accappatoio semi aperto che lasciava intravedere gli slip bianchi sulle sue cosce pelosissime mi aveva fatto andare il sangue al cervello, quel gesto mi fece ulteriormente salire la pressione. Cercai di non pensarci ma durante tutta la cena Gino e Giovanni non fecero altro che parlare di quanta voglia avevano, di quanto tempo era che non scopavano. I numerosi brindisi d’addio naturalmente contribuivano ad allentare ulteriormente i freni, con quei due maschioni che sprizzavano sesso da ogni poro ed io che cercavo disperatamente di non pensarci. Non capivo se avevo la mente annebbiata dai brindisi o dal desiderio, la troia che è in me avrebbe voluto gettarsi tra le braccia di quei due maschi ma riuscivo ancora a mantenere un briciolo di raziocinio. Finita la cena Giovanni si mise a sedere sul divano, con l’accappatoio semi aperto che lasciava uscire fuori la sua pancia pelosa sopra quegli slip bianchi che facevano ampiamente capire la sua dotazione. Gino, che indossava una canotta bianca e un paio di pantaloncini aderenti, si alzò per andare a prendere lo spumante, mettendo in evidenza la sua notevole eccitazione. “Vedo che sei proprio eccitato, tra un po’ strappi i pantaloncini” gli dissi quasi senza rendermene conto. “Lasciami stare che per come sto stasera mi accontenterei anche di un frocetto da sfondare” mi rispose d’istinto. Quelle parole e quella volgarità fiaccarono ulteriormente la mia già tenue resistenza, avevo assolutamente bisogno di fare la troia con quei due maschi ma avevo paura e non sapevo come fare la prima mossa. Fortunatamente ad aiutarmi fu il caso, Gino era di fronte a me, a pochi centimetri di distanza, e quando aprì la bottiglia di spumante involontariamente mi fece la doccia, bagnandomi soprattutto la giacca della tuta. “Toglitela che ti presto una maglia” mi disse Gino. Sapendo che sotto avevo la guepiere provai a dire che non faceva nulla ma non feci neppure in tempo a dire una parola che Gino già mi aveva tirato giù la lampo e mi aveva tolto la giacca della tuta, lasciandomi solamente con la guepiere. Gino mi guardò con espressione tra il sorpreso e lo schifato, gettò la giacca della tuta sul divano, vicino a Giovanni, con uno scatto mi tirò giù anche i pantaloni della tuta fino ai piedi, lasciandomi in perizoma e calze, e rivolgendosi all’amico disse “Guarda come va in giro sta troia,altro che brindisi e saluti questa voleva una bella razione di cazzo. Il mio, però, se lo può scordare”. Non mi ero mai sentita così umiliata e in imbarazzo, ero completamente nel pallone e non volevo fare altro che scappare al più presto, senza neppure pensare a ciò che stavo facendo mi sfilai definitivamente i pantaloni per muovermi meglio e mi chinai verso il divano per raccogliere la giacca e scappare via. Ma mentre mi chinavo Giovanni mi afferrò con decisione, costringendomi ad inginocchiarmi davanti a lui (che nel frattempo aveva completamente aperto il suo accappatoio mettendo in mostra la sua pancia e i suoi slip bianchi gonfi) e mentre mi spingeva la testa sulla sua patta esclamò rivoltò all’amico “ho bisogno di scaricare le palle, non me ne frega niente se è una troia o un frocetto, stasera mi voglio proprio divertire”. Sentivo il suo cazzone grosso e duro premere sul mio viso sotto gli slip e il suo intenso odore mi faceva impazzire. Senza quasi rendermene conto inizia a mugolare come una cagna in calore, facendo ulteriormente eccitare Giovanni “Senti che voglia di cazzo ha sta puttana” disse all’amico mentre spingendomi la testa contro i suoi slip con aria arrogante ed autoritaria mi diceva “Frocetto se vuoi il mio cazzo prima devi leccarmi i piedi, le cosce e le palle”. Non me lo feci ripetere due volte, mi chinai e presi il suo piedone ed iniziai a leccarlo, succhiandogli avidamente le dita dei piedi. Poi iniziai a risalire con le labbra lungo le sue gambe per soffermarmi sulle sue cosce pelose. Le leccavo con passione, inebriandomi con l’odore del suo sesso, poi appoggiai la mia bocca sui suoi slip gonfi , disegnando con le labbra il profilo del suo bel cazzone. Non resistevo più dal desiderio, senza indugio gli sfilai gli slip, trovandomi di fronte un cazzone grosso e durissimo, con due belle palle piene. “Fammi vedere che brava succhia cazzi sei” mi disse mentre mi strofinava il suo palo sul mio viso. Lo afferrai in mano ed iniziai a leccargli le palle, succhiandogliele alternativamente una alla volta. Poi piano piano con lingua iniziai a risalire lungo tutta l’asta del suo cazzone, fino ad arrivare alla cappella, poi scendevo nuovamente giù fino alle palle. Giovanni stava decisamente gradendo il mio lavoretto di bocca e ripeteva in continuazione “Brava troia, dai prendilo tutto in bocca”. Richiesta che ovviamente non potevo non accontentare, dopo aver assaporato un po’ la sua cappella turgida feci scivolare lentamente le mie labbra lungo tutta l’asta del suo cazzo fino a prenderlo tutto in bocca. Poi iniziai ad andare su e giù prima lentamente poi con più rapidità, ogni tanto lo tiravo fuori per leccargli le palle, poi ricominciavo a succhiarlo. Giovanni grugniva e gemeva eccitatissimo, mentre con la coda dell’occhio avevo visto che Gino si era avvicinato a noi sul divano, tanto che ormai sentivo la sua gamba vicinissima. Senza distogliermi dal cazzone di Giovanni con l’altra mano iniziai ad accarezzare le cosce di Gino, posandola poi sopra suo pacco. Un brivido mi sentì percorrere lungo tutto il corpo nel sentire un cazzo davvero di dimensioni notevoli, quello di Giovanni che stavo succhiando era già abbastanza grande ma quello di Gino sembrava davvero un cazzone incredibile. Lui intanto si era tolto i pantaloncini, restando solo con gli slip, chiaro segnale che aveva cambiato idea. Sempre continuando a succhiare il cazzo di Giovanni, tirai giù gli slip di Gino e presi in mano quell’incredibile palo di carne, iniziando a segarlo. “Ma allora sei proprio una troia ninfomane, il cazzo non ti basta mai” mi disse con sprezzo Gino che intanto insieme a Giovanni si era alzato in piedi ed erano uno a fianco dell’altro, con io in ginocchio davanti a loro, per facilitarmi il doppio pompino. Per un attimo mi staccai dal cazzo di Giovanni che presi in mano e mi fiondai su quello che Gino che me lo sbatteva in faccia irridendomi e insultandomi. Gli leccai voracemente le palle poi iniziai a leccargli il cazzo, facendolo scivolare nella mia bocca per succhiarlo tutto. Era davvero grandissimo, facevo fatica a succhiarlo tutto, dopo averlo gustato un po’ tornai su quello di Giovanni ed iniziai ad alternare, prendendo in bocca ora uno ora l’altro cazzo e contemporaneamente segando l’altro. Provai anche a prenderli contemporaneamente in bocca ma erano davvero troppo grandi, così mi accontentai di leccarli insieme, per poi riprendere a spampinarli alternativamente. Andai avanti per un po’ finchè Giovanni non si staccò dicendo che voleva rompermi il culo. Gino tornò a sedersi sul divano, mi inginocchiai alla pecorina tra le sue cosce e ripresi a succhiargli il cazzo, mentre Giovanni venne dietro di me afferrandomi per i fianchi e iniziando a strofinare il suo cazzone duro sulle mie chiappe. Con le mani me le allargò passando con la sua asta durissima nel solco delle mie chiappe. Avevo il cazzo di Gino in bocca e non potevo parlare ma avrei voluto urlargli di sbattermelo dentro, stavo impazzendo dal desiderio. Lo sentì staccarsi un attimo da me e immaginai che stesse per penetrarmi, invece iniziò a sculacciarmi le chiappe mentre mi insultava e mi “minacciava” di sfondarmi il culo. Non posso negare che gradivo tantissimo quel trattamento e lo capì pure Gino, dal modo sempre più appassionato con il quale gli succhiavo il cazzo, che rivolgendosi all’amico disse “Alla cagna piace anche essere sculacciata, è davvero una baldracca”. Giovanni proseguì a sculacciarmi per un po’, poi sputò sul mio buchetto e sulle sue mani e pian piano, prima con un dito, poi con due iniziò a penetrarmi e prepararmi il buchetto. Lo sentì di nuovo sputare tra le mie chiappe, poi mi afferrò con decisione per i fianchi e sentì la sua cappella appoggiarsi sul mio buchetto ed iniziare a forzare, prima lentamente poi con un paio di colpi decisi. Provai un dolore lancinante nel momento in cui mi penetrò, avrei voluto urlare per il dolore se solo non avessi avuto in bocca il cazzone di Gino. Sentivo quel cazzone nel mio culetto e mi sembrava che mi stesse lacerando, Gino mi teneva la testa sul suo cazzone per non farmi staccare e mi derideva “Fai la brava cagna che tanto ti piace, non volevi darti rompere il culo?”. Giovanni intanto era dentro di me ma stava fermo per darmi il tempo di abituarmi e rilassarmi. Poi pian piano inizio a spingere, all’inizio molto lentamente poi iniziò ad aumentare il ritmo. Sentivo ancora dolore che, però, pian piano si stava trasformando in un piacere all’inizio sottile, poi sempre più profondo. Ora Giovanni mi sbatteva con foga e decisione, sentivo il suo cazzone affondare nel mio culetto e le sue palle sbattere sulle mie chiappe e impazzivo dal piacere, godevo come una vacca mentre avevo ripreso a spampinare con passione Gino. Loro intanto mi incitavano e mi insultavano con sempre maggiore veemenza, ogni tanto Giovanni lo tirava fuori e mi dava uno sculaccione, per poi infilarmelo di nuovo e riprendere a sbattermi con veemenza, imitato da Gino che mi sbatteva il suo enorme cazzone sul viso, incitandomi a succhiarglielo, per poi rimettermelo in bocca. Stavo impazzendo di piacere, Giovanni ormai era arrivato e, dopo un po’, ha sfilato il suo cazzone dal mio culetto, me l’ha appoggiato sulle chiappe inondandomi la schiena con la sua calda sborra. Poi dopo un attimo si è alzato e si è diretto verso il bagno per lavarsi. Io ormai avevo perso ogni freno, continuavo a succhiare il cazzone di Gino ma ora volevo anche quel mostruoso palo nel culo, la voglia di essere sbattuta e inculata da quel maschione era più forte della paura per le sue dimensioni. Così mi sono staccata dal cazzo di Gino e con un filo di voce gli ho detto “Voglio anche il tuo cazzone nel culo, inculami maschione”. Ma, mentre mi preparavo a mettermi di nuovo alla pecorina, Gino con tono arrogante mi ha freddato. “Non ho nessuna intenzione di soddisfare un frocetto, voglio solo vuotarmi le palle. Riprendi a succhiare e non fare storie”. Un po’ delusa ho ripreso a succhiarlo con maggiore intensità, con l’intenzione di farlo venire al più presto. Cosa che è presto accaduta, con Gino che mi ha riversato sul viso e sulle labbra un’incredibile quantità di sborra. Poi si è accasciato sul divano, mentre io sono rimasta per un po’ esausta ai suoi piedi. Poi sono andata in bagno a lavarmi, tornando poi da lui dopo aver indossato nuovamente solo il perizoma. Mi sentivo una troia soddisfatta anche se non completamente, avrei voluto prendere quel cazzone incredibile nel culo. Così da perfetta troietta ho provato a fare un altro tentativo. Ho iniziato a raccogliere dal pavimento calze, guepiere e tuta, facendo bene in modo di esporre il mio bel culetto verso di lui. Che dopo avermi osservato un po’ ha esclamato “Certo però che hai un culo da troia davvero eccitante. Se fossi una donna con quel culo te lo aprirei”. A quel punto decisi di giocare l’ultima carta. Con l’aria della troia consumata sono andata da lui sul divano, ho appoggiato la mia gamba sulla sua e, mentre gli accarezzavo il suo cazzo già semi duro gli ho sussurrato. “Devo ringraziarti, se mi inculavi mi avresti solo fatto urlare dal dolore con il cazzone che ti ritrovi”. “Non mi provocare cagna, potresti pentirtene” mi ha risposto con tono minaccioso, mentre continuavo ad accarezzarli il cazzo che lentamente stavo tornando durissimo. “Perché che cosa potresti farmi?” gli ho sussurrato con un filo di voce, leccandogli poi fugacemente l’orecchio. Te la sei cercata cagna” ha replicato mentre con forza mi stringeva e mi sculacciava le chiappe. Con rapidità e decisione mi ha poi buttato sul divano, ordinandomi di mettermi alla pecorina. MI ha tolto il perizoma, rifilandomi due sonori schiaffoni sulle chiappe, poi ha appoggiato il suo cazzone tornato durissimo sul solco delle mie chiappe dicendomi “Senti come è grosso, ti sventro, ti faccio pentire di essere una cagna”. L’ho sentito sputare sulla sua cappella e sul mio buchetto già in parte lubrificato , non ho fatto neppure in tempo a implorarlo “fai piano” che ho sentito un dolore lancinante, insopportabile e intenso. MI aveva penetrato con decisione e ora mi sembrava che mi stesse spaccando in due. Urlavo di dolore e lo imploravo di fermarsi, di togliermi quel palo dal culo ma le mie urla e le mie implorazioni sembravano eccitarlo ancora di più. “Stai zitta cagna, ora te lo rompo quel culo da vacca” mi urlava mentre senza pietà iniziava a spingere con decisione. Le urla, intanto, avevano richiamato Giovanni che in piedi in a pochi metri osservava divertito la scena e mi insultava senza ritegno. Temevo di svenire dal dolore, mi sentivo come se mi stesse aprendo in due, con quell’incredibile palo di carne che temevo mi sfondasse davvero. Non ero mai stata sbattuta in quel modo, temevo davvero di non farcela ma pian piano il mio culetto ha iniziato ad abituarsi a quel palo e il dolore lentamente si attenuava, lasciando spazio ad un piacere intenso e sempre più irrefrenabile. Le mie urla si erano trasformati in mugolii e gemiti di piacere, con Gino che sempre più infoiato spingeva e mi sbatteva con veemenza, mentre Giovanni aveva iniziato a segarsi, eccitato dalla scena. Stavo letteralmente perdendo la testa, urlavo di non fermarsi di sfondarmi, godevo come una vacca. Gino, però, all’improvviso si è fermato, ha tirato fuori il cazzone dal mio culetto e si è seduto sul divano, invitandomi a salire sopra. Non me lo sono fatto ripetere due volte, sono salita cavalcioni su di lui e mentre Gino mi allargava le chiappe, mi sono impalata sul suo cazzone, facendolo scivolare tutto nel mio culo, ed ho iniziato a cavalcarlo ululando e gemendo come una cagna, mentre Gino mi stringeva e mi sculacciava le chiappe. Giovanni era dietro di noi ad osservare e non ha resistito, tanto che mi sono sentito un fiotto della sua sborra arrivare sulla mia schiena. Ho cavalcato quel cazzone grosso e duro per un po’, godendo come mai prima, poi all’improvviso Gino mi ha detto che non resisteva più, con rapidità mi ha fatto alzare e mi ha gettato sul divano, è venuto cavalcioni sopra di me e in un attimo ha rovesciato una gran quantità di sborra sul mio viso e sulla mia bocca, ordinandomi poi di pulirgli il cazzo. Solo allora mi hanno fatto tornare a casa, ero esausta e faticavo quasi a tenermi insieme ma mi sentivo troia e appagata. Da allora sono passati 3 anni e non ho più avuto occasioni simili e per questo vorrei tanto prima o poi incontrare nuovamente due muratori, due camionisti, due maschioni virili e decisi che mi riservano un trattamento simile.
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17 anni fa
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16 anni fa
SexyCommunity, 35
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
101203
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97425
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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