Eravamo arrivate a Cordoba in tarda mattinata, il tempo di prendere possesso della camera, una deliziosa cameretta doppia in un famoso Hostal della città e via di nuovo fuori. Faceva un caldo
Pazzesco, ma noi eravamo già eccitate all’idea di vedere gli splendidi monumenti di quella città, dalla Moschea, alla Plaza de la Corredera, al ponte romano e via dicendo. Era l’estate del 2001, la mia amica Barbara si era separata da poco, mentre io ero in un periodo di aperta e dichiarata libertà. Avevamo intrapreso quella vacanza insieme, con un’auto a noleggio e tanta voglia di divertirci, di staccare le nostre teste dai pensieri e di goderci la Spagna.
Mentre guidavamo per andare a visitare le rovine del palazzo degli Omayaddi, all’improvviso sentii un suono gutturale, guardai allo specchietto e notai due motociclette dietro di noi, con il lampeggiante, una delle quali mi lampeggiava per farci accostare.
Mi fermai, Barbara era già in agitazione, ma io ero sicura di non aver commesso infrazioni. I due poliziotti si avvicinarono al finestrino e mi chiesero qualcosa in spagnolo, io dissi loro che non capivo, allora in inglese uno di loro mi chiese i nostri documenti. Glieli consegnai, lui li passò al collega, e mi disse nel suo inglese stentato che eravamo entrate in una zona a traffico limitato. Io mi misi a ridere chiedendo scusa, Barbara invece era preoccupatissima.
Il poliziotto allora mi fece scendere dall’auto, mentre l’altro controllava i documenti. Erano due bei ragazzi, molto sorridenti, al contrario dei poliziotti italiani, e in realtà avevano modi gentili. Io mi lanciai in una spiegazione nel mio stentatissimo inglese, allora barbara che l’inglese lo parla benissimo mi venne subito in aiuto, spiegando loro che non avevamo visto i cartelli, che eravamo stanche, che avevamo guidato tutta la mattina eccetera eccetera.
Ci chiesero dove eravamo dirette, noi glielo dicemmo, allora il poliziotto parlò un po’ con Barbara, poi ci restituì i documenti e Barbara mi disse di risalire in auto, visibilmente imbarazzata.
-Che succede ?- le chiesi
-Beh, ha detto che non ci fa la multa, ma che per evitare che facciamo danni, ci accompagnano loro fino al palazzo degli Omayadi…-
Scoppiammo a ridere, dopodiché mi misi dietro alle due motociclette e li seguii per diversi chilometri, finchè non si fermarono nel parcheggio per i visitatori dell’area museale. Scendemmo dall’auto per ringraziarli, erano stati molto gentili, e oltretutto io sono una che subisce abbastanza il fascino della divisa. Uno di loro ci chiese se potevano fotografarsi assieme a noi, io ne fui lusingata, e posammo con loro volentieri, dopodiché anche noi ci fotografammo insieme a loro con la nostra macchina fotografica. Prima di salutarci ci chiesero dove eravamo alloggiate, io risposi subito all’Hostal La Fuente, e Barbara mi fulminò con gli occhi. Rimediammo un invito a cena per la sera stessa, che io accettai senza nemmeno chiedere il parere della mia amica. Tornate in albergo ci facemmo una doccia e ci preparammo per uscire con i due poliziotti: io indossai una camicetta rossa e una gonna di jeans, mentre Barbara uscì dal bagno con indosso una T-shirt e un paio di jeans.
-Che hai paura che ci provino?- la derisi: -E dai, mettiti qual cosina di più accattivante. La mia amica rise, e si cambiò, indossando un paio di pantaloni turchesi molto aderenti e una camicetta fantasia piuttosto scollacciata.
I due ci portarono a cena in un piccolo ristorante con vista sul ponte romano, parlavamo in inglese alla meno peggio, ma con il passare del tempo (e dei bicchieri di vino) il mio inglese diventava sempre migliore… Dopo la cena si offrirono di accompagnarci in un locale dove si poteva bere e ballare, a pochi passi da lì. Passammo una allegra serata, ballando, bevendo, facendo amicizia con altri spagnoli amici dei due. Verso le 2,30 uscimmo dal locale e ci incamminammo verso l’albergo, i due ci accompagnarono. Arrivammo davanti al portone dell’Hostel de La Fuente, e lì davanti finalmente qualcosa si mosse: vidi Barbara abbracciata al suo cavaliere, il più alto dei due, ben più alto di lei, con cui aveva camminato mano nella mano, che si baciavano appassionatamente. Mi voltai verso l’altro, sorridendo, e lui non ci pensò due volte: si chinò verso di me e mi baciò. Un bacio molto caldo. E lungo. Sentivo la sua lingua nella mia bocca, la passione del bacio cresceva insieme al mio desiderio. Lentamente, a piccoli passi, mi spinse fino al muro dell’albergo, io appoggiai la mia schiena al muro, abbandonandomi al bacio, e sentendo le sue mani che cominciavano lentamente ma con decisione a scorrere sul mio corpo. Ripresi fiato e vidi che anche Barbara era contro il muro, a pochi centimetri da noi, impegnata in un bacio ai limiti del lecito. Sentii la mano dello spagnolo sulla mia coscia, pensai che correva troppo, ma non sapevo come dirglielo, il mio poco inglese si era bloccato del tutto. Poi notai la mano di Barbara sulla patta dei pantaloni del suo amico, e capii che il dado era tratto. Barbara si girò verso di me e mi disse: -E ora come facciamo?-
-Beh, saliamo in camera nostra- le risposi. Lei annuì, e i due capirono perfettamente quella frase in italiano. Appena in camera riprendemmo da dove avevamo lasciato: il mio amico mi bloccò alla parete ricominciando a baciarmi profondamente, ma stavolta la sua mano scivolo con più decisione lungo la mia coscia, fin sotto la gonna. Lo lasciai frugare dentro le mie mutandine, reclinando la testa per farmi baciare sul collo. Barbara si era seduta sul letto, la camicetta tutta aperta, e si stava dedicando con foga ad aprire la patta dei pantaloni del suo partner. Mi ritrovai a fissare l’azione della mia amica, e quasi non mi accorsi che il mio amico mi aveva aperto la camicetta e me la stava facendo scivolare a terra. Mentre lui mi baciava i seni ebbi modo di ammirare la maestria della mia amica nell’arte orale. Avevamo fatto tante scappatelle insieme, ma mai ci eravamo ritrovate nella stessa stanza a fare sesso. Era eccitante vederla mentre le sue labbra e la sua lingua guizzavano con abilità sul cazzo del suo partner. I baci e piccoli morsetti del mio amico mi riportarono con l’attenzione al suo corpo. Lo spinsi indietro e decisi di passare anche io all’azione, mi inginocchia davanti a lui su un cuscino, ma non abbi bisogno di aprirgli i pantaloni: fu lui stesso a farlo, mostrandomi un arnese di tutto rispetto! Non esitai affatto a emulare la mia amica e a gustarmi quel bel cazzo nel miglior modo possibile, mentre lui mi guidava delicatamente il movimento tenendomi la mano sulla nuca. Dopo un po’ mi rialzai, ma solo per il tempo utile per lui di sfilarmi la gonna e le mutandine, per poi farmi guidare a sdraiarmi sul tappeto. Cominciò a scoparmi dolcemente ma con decisione, sentivo Barbara che ansimava sotto il ritmo del suo amico. Il mio partner mi sussurrava cose in spagnolo che non capivo, ma sembravano parole dolci, mentre aumentava il ritmo della sua azione; io lo assecondavo con piacere. Lo sentivo piacevolmente dentro di me, sempre più in profondità, mi fece cambiare più posizioni. Anche la mia amica si dava da fare, il suo partner le aveva lasciato indosso il reggiseno e il perizoma. Io invece ero nuda, come lo erano i nostri corteggiatori. Venne sulla mia pancia e sul seno, una serie di fiotti copiosi, che io accolsi ridendo ansimante e soddisfatta. Cinque minuti dopo eravamo sedute sul letto, io e la mia amica, mentre i due fumavano una sigaretta alla finestra, e confabulavano tra di se in spagnolo. Io e Barbara, invece, non riuscivamo a dirci niente, come ci guardavamo scoppiavamo a ridere. Anche io decisi di fumarmi una sigaretta, e mi avvicinai alla finestra. I due si dissero ancora qualcosa, poi il mio si allontanò. Mi voltai, e vidi che si sedeva accanto a Barbara, dicendole qualcosa in inglese. Sentii la mano dell’altro, quello più alto, sulla mia schiena. Era chiaro: si erano messi d’accordo per scambiarsi le “pollastrelle”.
Pochi attimi dopo ero con la mia lingua dentro la sua bocca e con il suo cazzo in mano, mentre lui mi palpava i seni, le natiche e l’interno delle cosce, per poi strapparmi un vagito quando le sue dita penetrarono nella mia fica. Dopo un po’ mi spinse con delicatezza verso il letto, per farmi sedere, presentandosi davanti alle mie labbra: ancora non era al “presentat arm” completo, però era ben dotato anche lui, anche se un po’ meno dell’altro. Il “present arm” tuttavia glielo procurai piuttosto rapidamente, lavaorandomelo con la bocca come meglio potevo. La mia amica era dietro le mie spalle, seduta dalla parte opposta del letto, e dai rumori intuivo che era intenta nella stessa operazione. I due poliziotti si scambiavano frasi in spagnolo, che non capivo assolutamente, ma intuivo fossero apprezzamenti e giudizi… Mi mise a pancia sotto sul letto, penetrandomi senza difficoltà, e iniziando a scoparmi lentamente. Mi carezzava la schiena, scendendo con la mano verso il basso. Sentii movimento alla mia sinistra e mi voltai: mi ritrovai faccia a faccia con Barbara, che era stata messa nella stessa esatta posizione sul letto, ma dalla parte opposta. Ridemmo guardandoci. Sentii le mani dello spagnolo palparmi le natiche, mentre il suo ritmo dentro di me rimaneva lento; poi sentii premere delicatamente sul mio ano. Mi rilassai e lo lasciai fare. La sua azione era esperta e molto piacevole, e non mi ribellai affatto quando sentii il suo cazzo uscire dalla mia vagina per andare a premere sul mio buchetto più intimo. Anche lì penetrò facilmente strappandomi un mugolio, e riprese a muoversi con un ritmo lento e regolare.
Qualche attimo dopo sentii la mia amica mugolare: -Piano! Pianooo! Pianooo!- Anche lei lo stesso preciso trattamento… Il che però dimostrava la mia impressione riguardo alle differenti dimensioni dei due uomini. Certo, sapevo che lei non era particolarmente amante del rapporto anale, ma non sembrava dispiacerle affatto. Mentre i due ci inculavano ricominciarono a scambiarsi frasi in spagnolo: -Secondo te che si stanno dicendo?- chiesi alla mia amica, ansimando.
-Non lo so, ma di sicuro non si stanno dicendo che siamo due brave ragazze.- Mi rispose lei un po’ a singhiozzi, facendomi ridere.
Decisi di fare lo stesso gioco degli spagnoli: -Però questi stronzi scopano bene…- Le dissi, facendola ridere a sua volta.
Iniziammo a parlarci e a ridere, commentandoci oscenamente i due uomini e la loro azione su di noi. La cosa evidentemente li fece eccitare ancor di più, perché il ritmo dei loro colpi si alzò, insieme al tono delle loro voci. I colpi divennero frenetici e profondi, lo sentivo penetrare fino in fondo, la mia amica ormai riusciva solo a gemere e sussultare e non parlava più, anche io smisi di parlare. Sentivo il respiro sempre più affannato dello spagnolo che si stava trasformando in una specie di grugnito, mentre mi inculava. Ero madida di sudore, e sentivo le gocce del suo cadermi sulla schiena. La voce rauca dell’altro mi fece capire che stava godendo, voltai la testa e vidi l’espressione di Barbara che si godeva gli ultimi fremiti, gli occhi quasi ribaltati. Un attimo dopo toccò anche a me: una lunga serie di fremiti dentro di me, in profondità, che mi strapparono un gemito di piacere.
Giacemmo per un po’, ormai era molto tardi. I due furono molto carini e dolci con noi, poi si rivestirono per andarsene. Ci chiesero di rivederci la sera dopo, ma dicemmo loro che partivamo la mattina alle 11.
Ovviamente era una bugia.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97423
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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