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Group sex Threesome

LA MINIGONNA DI SABRI

Questo è il fedele resoconto di una bellissima avventura cuck che ho vissuto circa 15 anni fa, i fatti sono reali mentre i nomi sono inventati.

Rispondo ad un annuncio, il lui di una coppia cerca un singolo che sia disposto a corteggiare la moglie all’oscuro di tutto.
Giorgio e Sabrina sono una coppia cuck, con lui felice ed instancabile procacciatore di uomini ed eccitato spettatore dei giochi erotici della moglie. Sabri, che poi descriverò meglio è molto esibizionista e si eccita ad uscire con minigonne e vestiti super attillati provocando sguardi, commenti, e a volte, approcci. Per pochi fortunati, questi approcci finiscono nel letto di lei.

Giorgio mi risponde dicendo che le mie foto e il modo in cui mi presento lo hanno convinto che sono il tipo di uomo che a Sabri interessa e che la cosa si poteva organizzare.
Abito vicino a Como, loro in un piccolo e pittoresco paese tra Brescia e Verona, quindi, visto le distanze, la cosa andava organizzata per bene.
Infatti trovo in Giorgio un organizzatore fantastico mi fornisce ovviamente le foto non censurate della moglie, le sue abitudini e il fatto che frequenta molto spesso una palestra nel centro del paese.
Io mi sarei presentato come uno appena arrivato per questioni di lavoro e per un breve periodo. Frequentando la stessa palestra l’avevo notata e volevo conoscerla, questa era la semplice scusa per approcciarla.

Arriva così il giorno X, Giorgio con cui avevo ormai una corrispondenza quasi giornaliera, mi avverte che quel pomeriggio Sabri verso le quattro sarebbe stata in palestra e di solito dopo circa un’ora sarebbe uscita, era quello il momento giusto per tentare l’aggancio.

Con grandi speranze ma anche con la consapevolezza che tutto poteva risolversi in un viaggio a R....o e ritorno, chiedo un pomeriggio di permesso e parto.
Arrivo con molto anticipo in modo da potermi ambientare, trovo subito la piazzetta, sede della palestra e parcheggio, il paese è piccolo e in una mezz’ora me lo giro tutto. Torno alla piazzetta e conoscendo il numero di targa mi piazzo vicinissimo alla macchina di Sabri e aspetto.

Puntualissima poco dopo le cinque Sabri esce dalla palestra e viene verso di me, cioè verso la sua macchina, devo dire che anche se era un gioco, avevo un po’ il cuore in gola, non sono mai stato uno molto abituato a questo genere di approcci, comunque ero lì e tanto valeva buttarsi.
Giorgio si era raccomandato di usare con lei un tono deciso e molto esplicito, senza arrivare alla volgarità; le piacevano gli uomini decisi e che la facessero sentire desiderata, sexy e "un po’ puttana”, parole sue.

“Ciao Sabri” le dico, lei si ferma mi guarda e si vede che sta cercando di capire chi sono, “Ci conosciamo?” mi dice squadrandomi e anche se è notevolmente più bassa di me sono io che mi sento piccolo. Parto con la storiella che ci siamo inventati e con una notevole faccia di bronzo le dico che da pochissimo frequento la sua stessa palestra, che ho notato questa fica incredibile e che dopo molte insistenze il proprietario della palestra mi ha detto come si chiama ed ha anche aggiunto di mettermi in fila perché tutta la palestra, la parte maschile in toto e anche qualche elemento femminile, è innamorata di lei.

Mi guarda con aria di chi è abituata ai complimenti ma si vede anche che le fa piacere. Giorgio mi ha detto che da ragazza ha fatto danza classica e che va in palestra almeno due volte alla settimana e si vede: corpo tonicissimo, magra con il culo sodo e il bacino stretto, gambe dritte, seni piccoli, non molto alta ma molto proporzionata. Il tutto, quel giorno, confezionato in un paio di fusò color pesca attillatissimi che non lasciavano nessuno spazio all’immaginazione, il culo era una poesia, immaginate due piccole mele perfettamente rotonde che si muovono ad un ritmo ipnotico e sensuale.
Il tipo di donna che mi eccita alla follia. “Sono qui per qualche giorno per lavoro e poi tornerò a casa, non conosco nessuno e quando ti ho vista ho pensato che sarebbe stato bello cominciare con una donna così sexy...”
Il suo sguardo è enigmatico, intuisco che sta cercando di valutarmi e di capire se la persona che ha davanti è un mezzo matto, un maniaco, o uno a cui si può dare un po’ di tempo e di spazio.
Fortunatamente decide per l’ultima opzione, guarda l’orologio e mi dice “Vabbè ho un po’ di tempo, avrei dovuto fare altro in paese ma lo faccio un’altra volta, li c’è un bar carino possiamo bere qualcosa.”

Nella mia testa comincio a sparare fuochi artificiali, il primo scoglio è superato ma ce ne sono tanti altri. Ci sediamo e cominciamo a parlare un po’ e a conoscerci, io di me dico il minimo indispensabile e invece voglio sapere tutto di lei, le sue abitudini, i suoi hobby e ricordandomi delle raccomandazioni di Giorgio di farla sentire un po’ puttana, i suoi vizi.

“Stabiliamo subito che sono sposata, felicemente sposata e che non cerco avventure, I miei hobby come hai potuto vedere sono la palestra e mi piace correre, vado la mattina presto o la sera.”
La interrompo dicendo che è chiaro che frequenta una palestra, perché ha un corpo fantastico e che lei è proprio il tipo di donna che mi fa impazzire e che dal momento in cui l’ho vista non faccio altro che pensare a una cosa...
“E sarebbe?” dice guardandomi con una faccia tipo: “Lo so che cosa pensi maiale, voi siete tutti uguali.”
La lascio di stucco rispondendole “Non faccio altro che pensare a come sarebbe bello invitarla per un aperitivo, come sto facendo ora.”
La risposta la sorprende e anche piacevolmente perché si mette a ridere e mi guarda questa volta con uno sguardo diverso. Decido che è il momento di passare a una nuova fase, un altro punto cruciale del nostro piano per cui ho bisogno dell’aiuto di Giorgio.

Con la scusa di andare in bagno mi allontano e lo chiamo, risponde al secondo squillo, gli dico solo “Siamo in un bar, va tutto bene, chiamala”. Ritorno al tavolo dopo tre o quattro minuti e la trovo immersa in una conversazione al telefono, ovviamente sta parlando con Giorgio e se, osservandola da lontano, la conversazione è animata, nel momento in cui mi siedo al tavolo Sabri risponde solo con dei monosillabi: sì, no, no, sì, forse, va bene.

“Era Giorgio, mio marito, gli ho raccontato dove sono e con chi sono, con lui non ho mai segreti, siamo una coppia molto affiatata e allo stesso tempo molto aperta.” Una frase sibillina che se non fossi stato a conoscenza dei retroscena mi avrebbe lasciato un bel po’ da pensare, “Gli ho raccontato che sei un mio collega della palestra che sei appena arrivato e che non conosci nessuno e lui mi ha proposto di invitarti a cena, mio marito è sempre così gentile con tutti e molto comprensivo con me.”
Anche questa frase se non avessi saputo tutto avrebbe avuto un sapore piuttosto enigmatico. Non le do il tempo di pensarci ulteriormente e rispondo che erano straordinariamente gentili, che accettavo volentieri e che avrei preso del vino e del gelato.

Anche questo scoglio era stato superato e secondo Giorgio, il fatto che avesse deciso di invitarmi, dava all’impresa una percentuale di riuscita attorno al 50%. Non male!

Così la seguo in macchina fino alla loro casa, parcheggiamo, entriamo e mentre mi accomodo in cucina Sabri va in camera per cambiarsi, si ripresenta pochi minuti dopo con un top bianco che lascia scoperta la pancia, perfettamente piatta e un paio di pantaloncini di spugna attillatissimi, sempre bianchi.

Mi sembra chiaro che le piace essere ammirata e le piace sentirlo quindi la guardo e dico “Sei veramente una gran fica”. Lei ghigna e risponde “Questo me l’hai già detto, invece di star lì seduto a spiarmi e a farti seghe, dammi una mano!”
Mi alzo e la aiuto a preparare la tavola e a tagliare un po’ di cose per un’insalata, facendo così siamo molto vicini, a volte si mette di fianco a me per posare sul tavolo altre verdure, a volte mi da la schiena e i nostri corpi quasi si sfiorano, sentirla così vicino mi fa indurire il cazzo e decido di accelerare un po’ i tempi.

Approfittando del fatto che sta lavando qualcosa nel lavello, le metto le mani sui fianchi, mi appoggio a lei e comincio a baciarla sul collo. Sono sicuro che attraverso la stoffa leggerissima dei pantaloncini sente perfettamente la pressione del mio uccello duro che si incunea facilmente tra le sue natiche sode e morbide allo stesso tempo.
Reagisce sorpresa ma non tanto, come se si aspettasse e quasi desiderasse una avances del genere. Mi scosta con la mano e mi dice “Ma cosa fai, guarda che tra poco arriva Giorgio!” per fare così si deve voltare e a quel punto incollo la mia bocca alla sua e con mia grande sorpresa non trovo nessuna resistenza.

A me piace baciare, lasciare che le bocche si uniscano, le lingue si mischino, scambiarsi la saliva. Anche a lei fa piacere, è ovvio, le lingue giocano entrando in profondità nelle bocche, la sua sa di fresco, forse nei pochi minuti in cui si è cambiata ha trovato anche il tempo per lavarsi i denti e percepisco un sottile aroma di menta.
Per un paio di minuti buoni le nostre lingue giocano e le mani sfiorano i corpi, stringo subito le sue natiche apprezzandone una volta di più, la forma perfetta. La sollevo facilmente, è proprio leggera, e la metto a sedere sul piano della cucina in modo da averla ad un’altezza più simile alla mia.

Le allargo le gambe e di nuovo il mio uccello in piena erezione si appoggia a lei, la spingo contro di me in modo di far combaciare perfettamente il mio cazzo e la sua fica. E comincio a strusciarmi, Sabri si lascia scappare un gemito, la stoffa dei suoi pantaloncini di spugna è sottile come carta velina, sicuramente lo sente quasi come se fossimo nudi.
Scendo di nuovo sul suo collo e la lecco, poi mi sposto in su. Mordicchio i lobi e appoggiando le labbra al suo orecchio le sussurro “Ti voglio leccare tutta e poi ti scopo” provocando un brivido e un altro debole gemito.

Le mie mani, adesso libere di muoversi, si concentrano sui suoi seni, non porta niente sotto la stoffa sottile del top che indossa e posso sentire i capezzoli induriti dall’eccitazione.
Mentre li strizzò gentilmente sento il suo respiro farsi più pesante, mi apro un bottone della camicia e porto le sue mani sul mio petto invitandola a continuare.
Risponde al mio invito slacciandone altri due, adesso la camicia è quasi tutta aperta, mancano solo gli ultimi bottoni in basso, fa scorrere le mani sulla mia pelle, mi strizza gentilmente i capezzoli poi si china e con la lingua li lecca e li mordicchia piano, è una cosa che nessuna donna mi ha mai fatto e mi attraversa una scarica di adrenalina lasciandomi per un attimo senza fiato.

Ho una mezza idea di contraccambiare il favore, slacciarle il top e baciarle i capezzoli ma proprio in quel momento sentiamo il rumore inconfondibile di chiavi nella serratura, è Giorgio che rientra.
Ovviamente ognuno torna velocemente al proprio posto: io a tagliare i pomodori e Sabri a lavare qualcosa nel lavello.
Giorgio entra in cucina e se coglie qualcosa di strano: la tensione evidente, la forma del mio uccello ancora molto duro sotto i pantaloni, il viso arrossato di Sabri, la traccia della mia saliva sul suo collo, fa finta di non accorgersene.
Finalmente dopo tanti scambi di mail e telefonate ci incontriamo, è un uomo molto distinto con un viso cordiale e sorridente che mi piace immediatamente, la differenza di età tra i due è molto evidente. È un dirigente importante in una banca di una città vicina.

Intanto Sabri ha finito di preparare, ci sediamo e mangiamo, io racconto un pò di me, poco, e loro mi raccontano com’è vivere a R....o. È una cena semplice e veloce, nella stanza c’è un misto di buon umore, di eccitazione e di attesa, le occhiate tra me e Sabri e tra me e Giorgio dicono molto di più delle parole.
Giorgio si alza e dice che prenderemo il caffè in salotto e va di là, lo sentiamo trafficare con bicchieri e bottiglie, io aiuto Sabri a sparecchiare ma non ce la faccio a passarle davanti senza prenderle con le mani il viso e metterle di nuovo la lingua in bocca, il cazzo mi sta scoppiando nei pantaloni prendo la sua mano e glielo faccio sentire attraverso la stoffa dei jeans. Lei la toglie ma non subito, indugia un po’ sulla forma come a valutarne le dimensioni, poi si alza e mi dice “Meglio se vai di là, vi raggiungo.”

Trovo Giorgio che armeggia con i cuscini del divano, scambio con lui qualche segno di intesa ma non c’è tempo di parlarci perché Sabri è praticamente dietro di me.
Quando siamo tutte e tre seduti e con un bicchiere in mano, sparo il proiettile di grosso calibro, la frase che nel nostro piano può aprire le porte del paradiso: “Giorgio ma non sei geloso di tua moglie, mi dicono che va in giro con delle minigonne pazzesche, e che quando esce gli uomini la seguono in processione, io purtroppo non l’ho ancora vista in minigonna però ho sentito che alcune sono esageratamente corte.”
”Come non l’hai ancora vista? Sabri bisogna rimediare, ha delle minigonne che sono cortissime e a me eccita sapere che gira così e che gli uomini sbavano. E anche a te eccita, vero tesoro, ti fa piacere che gli uomini ti guardino.”
Lei seduta accanto a lui ride e dice che le piace indossare la minigonna e vedere l’effetto che fa e che la maggior parte degli uomini le fanno pena, si limitano a guardarla ma non fanno niente, non tentano neanche di scambiare due parole con lei e dicendolo mi guarda fisso “Poi ci sono le eccezioni.” aggiunge.

“Dai Sabri facci una piccola sfilata, fai vedere a Filippo cosa si è perso fino adesso.” Intervengo anch’io ”Dai Sabri ti prego, fammi vedere cosa mi sono perso.”
Si fa pregare ancora per qualche secondo e poi alzandosi un po’ svogliata dice “Va bene lo faccio solo perché me lo chiede Giorgio.”
Mentre si allontana Giorgio mi lancia uno sguardo d’intesa e ad alta voce aggiunge “Mi raccomando, metti quelle cortissime!”

Incomincia così una sfilata indimenticabile. La prima che indossa è una minigonna bianca con dei disegni azzurri, svasata e molto corta, copre metà coscia, ma mentre cammina la fa ondeggiare scoprendo tutta la gamba fino alle mutandine, per l’occasione si è messa anche scarpe eleganti con tacco a spillo e l’effetto è fulminante.

Io e Giorgio siamo seduti sul divano fianco a fianco, Sabri provenendo dalla camera da letto arriva dritta verso di noi e, come una modella professionista, si ferma in pose provocanti, ondeggia un po’ i fianchi, poi ci dà le spalle sculetta e riparte verso la camera da letto per un nuovo cambio.
Giorgio ride, batte le mani, mi guarda, mi fa l’occhiolino e mi dice “Guarda che va tutto alla grandissima, mi sa che ci divertiamo.”
Io non sto più nella pelle e neanche nei miei vestiti, il cazzo sta ormai bucando i pantaloni ed è un rigonfiamento evidentissimo, Giorgio lo nota e si mette a ridere “Vedo che tu sei già pronto, bravo, tienilo caldo che tra poco ti serve.”

Entra Sabri con la seconda minigonna questa volta è rossa, più corta della precedente e attillata, quando arriva vicino a noi si volta e si piega a novanta, come per sistemarsi qualcosa nella scarpa, dandoci così la visione del suo culo perfetto nella cui fessura vedo sparire il tessuto nero delle mutandine.
Giorgio le mette le mani sul culo alzando completamente la minigonna e mi incita a far lo stesso, non mi faccio pregare e sostituisco le mie mani alle sue.
Le natiche sono sode e lisce, infilo l’indice sotto le mutandine che in corrispondenza della vulva sono già umide, lei rimane in quella posizione lasciandomi fare, sto per perdere completamente la testa ma Sabri è più veloce di me, si rialza e rientra in camera da letto avvertendoci che la prossima sarebbe stata l’ultima.

Io ho la bocca secca e senza accorgermene mi sto toccando il cazzo sotto i pantaloni, Giorgio intanto si è spostato e si è seduto su una poltrona di fianco lasciando a me tutto il divano.
Rientra Sabri con un’altra minigonna anche questa cortissima e come la prima svasata in modo da non rimanere troppo attillata sulle gambe.

Come la volta precedente arrivata davanti a noi si china, ma questa volta non indossa niente sotto la gonna, vedo la le labbra della vulva completamente depilate a questo punto non capisco più niente, anzi, capisco tutto quello che devo fare, mi metto in ginocchio e immergo la mia faccia nella sua fica già bagnata.
Lecco le labbra e assaporo i suoi umori sulla lingua, le divarico un po’ le gambe in modo da poterla leccare meglio, lei con le mani prende la mia nuca e mi guida in modo che la mia bocca vada dove può darle più piacere.

Nonostante l’eccitazione sono scomodo, quindi mi stacco mi giro e a questo punto mi trovo davanti a lei, immergo di nuovo la faccia nella fica bollente.
Lecco l’interno delle cosce e bacio la fica di Sabri come se stessi baciando la sua bocca, strofinando le mie labbra sulle sue, immergendo la mia lingua tra le sue. Il solo suono che si sente sono i mugolii di Sabri e i suoi gemiti, anche lei deve essere un po’ scomoda e allora si siede sulle gambe di Giorgio, spingendo di nuovo la mia faccia in mezzo alle sue gambe, invitandomi a riprendere il lavoro.

Intanto Giorgio che fino a quel momento si era limitato a guardarci, slaccia i bottoni del top di Sabri e lo fa cadere per terra e poi le mani vanno a cercare subito i seni e capezzoli gonfi e appuntiti.
Io intanto non ho mai smesso di strusciare, strofinare, leccare, mordicchiarle la fica, i gemiti si sono fatti più sonori e frequenti, inserisco un dito e poi sentendo che l’interno della vulva è completamente bagnato, anche il secondo. Comincio a scoparla con le dita è il momento in cui Sabri ha il primo orgasmo, si inarca spingendo contemporaneamente il bacino verso l’alto mentre un lungo brivido la percorre, l’orgasmo è intenso e lungo ripetendosi parecchie volte con scatti che piano piano si quietano, lasciandola un po stordita tra le braccia di Giorgio.

La raggiungo e le metto la lingua in bocca, facendole assaggiare i suoi umori più intimi. Poi mi alzo, ho un caldo pazzesco e mi rendo conto di essere ancora completamente vestito, mi tolgo la camicia, mi slaccio i pantaloni e mi sfilo le mutande, eccolo lì il mio uccello in piena erezione che non chiede altro che di essere accolto nella bocca di Sabri.

Lei lo guarda e nonostante fossimo tutti un po’ agitati ha ancora lo spirito per fare una battuta “Quando me l’hai fatto toccare prima non sembrava così grosso” poi lo prende tra le mani e se lo porta alla bocca. Inizia un lungo scambio di effusioni tra la sua bocca e il mio cazzo, non solo un pompino, ma un’opera d’arte, senza quasi toccarlo con le mani lo percorre tutto con le labbra leccandolo e mordicchiandolo, dalle palle fin su alla cappella.

Arrivata in cima si ferma un attimo per poi con le mani posate sui miei glutei spingermi dentro di lei ingoiandolo tutto fino in gola e lasciandomi letteralmente senza fiato.
Ripete questo esercizio due, tre volte e io mi accorgo che con questo ritmo non posso resistere ancora per molto, la fermo, mi siedo sul divano e la faccio salire a cavalcioni invitandola a impalarsi sul mio cazzo.

Giorgio che intanto ci guardava e scattava foto le passa un preservativo, Sabri me lo infila e poi con un lungo gemito mi fa entrare dentro di lei. Mentre mi cavalca mi prende le mani e se le porta sui seni poi si china e mi mette la lingua in bocca e mi sussurra di fotterla e di scoparla come una troia.
Mentre è chinata ne approfitto per metterle il medio nel culo, “Siiiiiiiii scopami anche il culo.”

Ormai il parossismo è al limite, ci limitiamo a muoverci all’unisono e a dare il più possibile piacere all’altro fino a che, quasi contemporaneamente veniamo, io con un lungo orgasmo che mi provoca spasmi e brividi e lei subito dopo, dimenandosi su di me per poi lentamente abbandonare la testa sul mio petto.

La accarezzo e la bacio, stiamo così per qualche secondo, immobili, assaporando ancora le ondate di piacere. Mi divincolo da Sabri che crolla sul divano e chiedo a Giorgio il bagno, ci sto parecchio un po’ per riprendere fiato un po’ per lavarmi un po’ per guardarmi allo specchio e sorridermi, solo poche ore prima ero partito da Como pieno di dubbi e incertezze e adesso avevo appena finito una delle scopate più belle e intense della mia vita.

Ritorno in salotto ancora completamente nudo, Sabri è sempre sdraiata sul divano in posizione fetale e Giorgio sta riguardando i film e le foto che ha fatto con la macchina.“Sono venuti una meraviglia, poi ti mando qualcosa” mi dice con un sorriso, “Ma mi sa che la Sabri è fuori combattimento, io speravo in un bis ma ho paura che dobbiamo organizzare un’altra volta.”

In effetti Sabri non aveva più energie e anch’io mi sentivo molto stanco, oltretutto mi aspettavano almeno due ore di strada per arrivare a casa.
Dopo quella volta ci siamo rivisti altre volte ed è stato divertente spiegare a Sabri tutto il piano e tutte le manovre che abbiamo architettato quel giorno. é passato tanto tempo ormai, quasi 15 anni, ma la memoria di quella serata selvaggia rimane ancora indelebile nella mia testa.

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