Era in un angolo. Forse anche un po' nascosta. Certamente non evidente agli occhi di chi non aveva voglia di cercarla. Una piazza strana. Quella in cui sorgeva. Da un po' ormai. Vi aveva posto le radici in un certo qual senso. L'uomo vi era frettolosamente passato davanti più e più volte. Sempre di corsa. Senza prestare troppa attenzione, perso nell'ansia di essere puntuale, di non deluderla, di ricordare tutte le sue istruzioni o meglio i suoi ordini. "Occhi bassi, niente sorriso, non devo parlarle e non devo guardarla fino a quando lei non me lo ordina - l'uomo ripeteva le istruzioni che lei gli aveva scritto su quel cartoncino di pergamena color glicine come uan sorta di mantra. Immerso nei suoi pensieri e nel ritmo cadenzato con cui ripeteva le istruzioni non si era accorto del sorriso malizioso con cui il libraio al suo passaggio si affacciava sulla soglia e lo osservava. Ogni volta. Come in uan sorta di danza. E sullo sfondo. Lei. La libreria.
Antro magico, un po' stregato. Certamente oscuro e affascinante. Lei. Come gli ricordava l'altra. Colei a cui apparteneva. In ragione della quale respirava. Infondo ancora non si capacitava di essere finito in quella situazione. Alla sua età poi. Eppure ecco lì. Dimentico di tutto. Felice di fatto. Persino nell'attesa. Persino nell'assenza.
Era entrato poi. Una mattinata piovosa e grigia. Il tipico autunno di quella città del nord che Lei amava e lui non riusciva ad odiare. Nonostante fuggise appena possibile verso quel mare di cui non poteva fare a meno. Tornava sempre. Era andata così anche quella volta.
Era tornato ad aspettarLa. Anche se sapeva che non sarebbe arrivata. Non stavolta.
Ne aveva diritto del resto. Lei era libera. Era lui che era legato. Piegato da fili invisibili. Avvolto da corde così sottili da essere impalpabili ma tanto resistenti da non poter essere in alcun modo spezzate.
Si era messo a cercare un libro. Vagava tra gli scaffali, scrutando i ripiani, sollevando copertine. Leggendo una riga qui e una là. Avvolto dal profumo rassicurante, avvolgente come una coperta, come le braccia di Lei dopo...che aveva avvertito da subito aleggiare nella libreria. Profumo di casa.
Cuoio. Strisce di cuoio cremisi avvolte intorno al dorso. Lettere dorate impresse. Marchiate a fuoco. L'uomo accarezzava ritmicamente la rilegatura antica del volume che teneva in mano. Lo aveva trovato. Era Lui. Perfetto per Lei.
Si vedeva nell'atto di donarglielo. Come già aveva fatto con se stesso. Consegnarlo nelle sue mani. In ginocchio. Nudo. Il capo chino. Le braccia tese. Le mani a stringere delicatamente il cuoio. Il guinzaglio a sfiorare terra. Ondeggiante. In attesa della sua presa. La presa di Lei. Sul guinzaglio. Sul dono. Su di lui. Finalmente.
L'uomo si era riscosso. E sollevando lo sguardo dal libro che stringeva con forza tra le mani aveva incrociato quello del libraio. Sorrideva apertamente ora. Come se sapesse. Come se avesse capito. Come se avesse precisa cognizione di chi era lui. E di chi attendesse.
Ne era certo. Il libraio sapeva. Non solo. Il libraio capiva. Forse per questo si era sentito subito a casa lì. Come tra le mani di Lei. Sotto i suoi piedi. Avvolto. Legato. Serrato. Sicuro totalmente.
Aveva risposto al sorriso del libraio, mentre pagava. Si erano detti tutto con quel sorriso. Riconosciuti e compresi. Era stato uno squarcio violento e prezioso quel sorriso. Ne era stato rassicurato. Non aveva potuto parlare con nessuno della sua presa di coscienza. Solo con Lei. Ma a Lei apparteneva. Era diverso. In lei trovava ragione e scopo.
Ora mentre usciva sapeva di avere trovato un amico. Quando l'assenza di lei lo avesse torturato più dei suoi colpi. Quando si fosse sentito incapace di soddisfare tutti i suoi capricci. Incerto. Insicuro. Debole. Avrebbe varcato quella soglia. Si sarebbe lasciato avvolgere dal profumo famigliare del cuoio e rassicurare dal sorriso del libraio.
Lui lo avrebbe aiutato a diventare quel che lei meritava. Lo sapeva. Ne era certo.
Sorrideva l'uomo ora. Mentre ad ampie falcate lasciava la piazza battuta dalla pioggia.
Se si fosse voltato lo avrebbe visto. E forse avrebbe anche afferrato il senso di quel mormorio:"... lo schiavo perfetto". Il libraio quasi ridendo malizioso lo aveva ripetuto sommessamente fissando dalal soglia l'uomo che si allontanava. Poi era scomparso nei meandri del suo antro. Preparandosi ad una nuova missione.
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17 anni fa
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
101347
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97463
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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