La dietologa 3
nell'ultima visita avevamo scoperto le carte senza però arrivare alla fine della partita che si è interrotta sul più bello con un picco di emozioni: l'appuntamento successivo una paziente (amica), aveva bussato alla porta proprio mentre io le stavo spruzzando sul mento e una volta rivestiti velocemente e riassettati in modo frenetico non ci siamo accorti che la dottoressa portava uno schizzo a modi spilla sul bavero del grembiule. Cosa subito rilevata dalla paziente amica che nell'uscire si è girata e mi ha lanciato un'occhiata con sorriso per dirmi (è roba tua?) .
Dopo essermi allontanato ho pensato di scriverle un sms per avvisarla dell'inconveniente, ma la risposta fu come di consueto una sorpresa: “ ma quanta ne hai fatta, erano due gli schizzi sul grembiule, prontamente rimossi con un dito dalla mia amica, ah ah ah”.
Dentro di me mi sono chiesto quali potessero essere i loro dialoghi, e la cosa mi attizzava abbastanza.
Qualche giorno dopo ci siamo visti nella pausa pranzo e uscendo in macchina verso una stradina di campagna lei dotata di autoreggenti molto sfacciate ( da seduta in auto spuntavano dalla gonna) prendeva una posizione strana: mi proponeva il lato b. tenendo una ginocchio sul sedile e guardando verso il finestrino Io che sono sempre stato per la quantità ho preso subito il prodotto sul banco senza visionare l'altra merce. Un culo notevole, una schiena scoperta in un lampo, sganciata la sottana avevo una tigre a 4 zampe. Dopo averle passato una mano da dietro nel solco delle gambe e averle massaggiato la fregna mi accorgevo che cominciava a rilasciare qualche liquido dalle labbra grosse carnose e francamente piuttosto slabbrate.
Tuttavia avevo di fronte un bel culo che pensavo di perforare in qualche modo, viste le mie dimensioni. Dopo aver lavorato sulla sua spacca di mano e cappella ( lo strisciavo su e giù con soste sul bottone dell'ano) iniziavo la penetrazione in fica con sommo godimento di entrambi. Mi allungavo a mungerla da dietro, ha dei capezzoli pronunciati e scuri facendole arrivare in gola la mia verga. Dopo due scatti incontrollati ha aperto i boccaporti facendo fuoriuscire un rigagnolo che le scendeva all'interno coscia. A quel punto le mie palle emettevano il classico rumore di carne contro carne bagnata, l'ho sbattuta fino al mio cedimento. Infatti si era mescolata la foga del sesso con una piccola dolia dei coglioni che venivano sistematicamente schiacciati ad ogni colpo; ad un certo punto la seconda (il dolore) ha battuto la prima (la foga) e ho deciso di terminare con un abbondante sborrata sull'ano. Lei compiaciuta ,perchè le avevo rasato di sborra il culo, mi disse:” adesso tocca a me!” . E a quel punto ho capito la sua potenza femminile. dopo un piccolo scoramento, anche perchè avevo i coglioni gonfi e doloranti, non sapevo come avrei potuto chiavarla ancora; mi sdraiava sul sedile e iniziava a leccarmi a tutta lingua ( a modi cucchiaio) la verga , le palle, e poi l'ano quest'ultimo per circa 20 minuti, fino a farmi rizzare prepotentemente l'uccello. Con l'uccello duro ma consapevole della macchina da guerra che avevo davanti ho giocato tutta la mia esperienza. Abbiamo cambiato posizione e le ho leccato l'impossibile fino a ritrovarmi con una mano che divideva l'indice e il medio nel culo e l'anulare e il mignolo nella figa, con il pollice che faceva da fine corsa. Lei girata a culo in su, assomigliava a un vulcano erutante liquido dal gradevole aroma, probabilmente frutto di un ampia lavanda interna. A quel punto ho proseguito fino al segnale che aspettavo senza tradire i miei piani di contrattacco: ”INCULAMI !!!”. era la parola d'ordine che aspettavo. Li si era ribaltata la situazione di prima: lei presa dalla foga non ha pensato a cosa sarebbe andata in contro. Ho proseguito ulteriormente la mia opera di mano fino a quando cominciava a spazientirsi: “ INCULAMI BASTARDO!!” a quel punto son sceso in campo e le ho indirizzato forzando la cappella sull'orifizio (ho l'uccello conformato leggermente a banana) e sono entrato per pochi millimetri per tastare il “terreno”. Si dilatava ma arrivava fino a un certo punto permettendo di entrare per circa 1 cm. Poi ha iniziato: “ nonononono! É troppo grosso, nononono!!!! non riesco a riceverlo!!! noooooooooo non ho mai preso un cazzo così non riesco!!!!!!! io fermo ma senza indietreggiare aspettavo indicazioni e speravo che si rilassasse. Lei con la testa china verso il basso si è schiarita più volte la gola, ha deglutito più volte, con dei profondi respiri e mia ha detto a voce bassa: “ non ci riesco.”, “ non ce la faccio”, “ho paura del male”, poi per stemperare la situazione ha cambiato tono ed a voce più decisa mia ha detto: “ MA CHE CAZZO HAI ?!” prosegue
ma che cazzo hai ??
A.