Spesso per motivi di lavoro mi devo trasferire a Napoli. Esercito l’attività di penalista ed il Foro partenopeo offre notevoli possibilità di allagare l’esperienza su casistiche ignote ai Colleghi del Nord.
Ero impegnato in un processo per contrabbando internazionale e difendevo un’imputata in concorso con altro soggetto patrocinato da una Collega Napoletana.
Per dovere di colleganza e per concordare la strategia difensionale contattavo più volte telefonicamente l’avvocatessa del co-imputato instaurandosi presto un rapporto di amichevole confidenza.
“Chiamami Rosy”, certo era più facile che Rosaria, pensai tra me e me.
“Volentieri basta che anche Tu mi chiami Andrea”.
Passammo presto al Tu e, quindi, a qualche nota di carattere personale descrivendoci la nostra situazione familiare e sentimentale. Lei era separata, cinquantenne e con due figli adolescenti.
Il giorno dell’udienza mi organizzo per raggiungere Napoli in aereo come uso fare solitamente. Prenoto l’andata di primo mattino ed il ritorno all’alba del giorno successivo.
Arrivo trafelato in Tribunale sfidando il traffico napoletano a bordo di un taxi guidato da un pazzo.
Giunto all’aula scruto la situazione cercando di individuare la Collega Rosaria.
Mi si avvicina alle spalle una donna alta 1,60 raggiunti grazie a un paio di tacchi 12, minuta, con capelli neri corvini legati in una coda di cavallo, zigomi alti che spingono la mascherina che forma un triangolo con un naso piccolo e regolare. Due grandi occhi di un nocciola scuro mi scrutano e una voce sussurra: “sei Tu Andrea?”
“Si ciao Rosy! Come hai fatto a riconoscermi?”.
“Ti ho visto con un aspetto così nordico e non potevi essere che Tu!...scherzo…vuoi la verità: ero curiosa di associare la Tua voce ad un’immagine e Ti ho cercato in Google!...Mi ero preparata!” mi dice con voce cordiale e gioviale ed accompagnando l’affermazione con una strizzatina di entrambi gli occhi come a farmi intuire il sorriso comparso sotto la mascherina.
“Sono lusingato Rosy!” rispondo un po’ imbarazzato e poi aggiungo cercando di sviare “Come siamo messi?”.
“Ci sarà un po’ d’attesa…approfittiamo per berci un caffè”.
Acconsento con piacere e ci accomodiamo in un tavolo del bar all’interno del Tribunale.
Si toglie la mascherina rivelandomi due labbra carnose che si abbinano alla perfezione al viso affilato.
Ne osservo meglio l’aspetto. Le gambe magre sono fasciate da un paio di jeans attillati che mettono in risalto un lato b generoso, ma non esagerato. Un maglioncino nero scollato ne fascia le forme superiori rivelando un seno trattenuto a fatica da un reggiseno che lo comprime e lo spinge in su portando a schiacciare il cameo che pende da una collana d’oro bianco.
Si accorge del mio sguardo e sorridendo mi dice “sono i gioielli di famiglia” lasciando maliziosamente il dubbio se intendesse riferirsi alla collana ed al cameo o al seno.
“stavo appunto osservando perché trovo che siano di gran pregio” rispondo a mia volta continuando volutamente ad alimentare il sottile gioco di seduzione.
La conversazione prosegue in tono sempre confidenziale e malizioso mentre Lei, cercando un contatto fisico, appoggia distrattamente la mano sopra la mia o sfiorandomi la gamba nell’accavallare le Sue.
Facciamo l’udienza dove riesco a segnare un punto importante a favore della mia Assistita ed indirettamente anche a favore del co-imputato difeso dalla Collega.
“Bene Andrea…devo dire che sei anche molto bravo…oltre che un uomo affascinante!” esordisce appena usciamo dall’aula accompagnando la frase ad un’intonazione ironica e alla strizzatina d’occhi che, ormai l’ho capito, fa parte della sua espressività.
“E' andato tutto come da copione..come piace a me – rispondo- adoro calcolare ogni opzione processuale per non aver sorprese ed alla fine, quando la strategia dà i suoi risultati è una soddisfazione”.
“Beh…io soddisfatta non lo sono ancora del tutto!” mi rimbotta lei con un finto broncio.
“Perché rosy?” rispondo con fare ingenuo.
“Non mi hai ancora invitata a cena!....anche a me mi piacciono le cose che vanno come da copione e nella trama del racconto che avevo fantasticato nella mia mente ora ci doveva essere il Tuo invito!” mi dice ridendo.
“…Ok. ok – replico con fare divertito – ma mi devi passare a prendere Tu, io sono senza auto…!”
“Allora aggiudicato. Alle otto. Ci vediamo in Piazza Carlo III” mi incalza subito con tono ora serio per farmi capire che ha smesso di scherzare e che, forse, non lo aveva mai fatto. Accompagna queste frasi risolute con uno sguardo intenso che indulge dritto sui miei occhi.
Appena il tempo di rispondere: “va bene” che lei gira i tacchi, mi saluta con la mano svolazzante in un ciao gioioso mentre si allontana tra la folla del Tribunale accompagnando il gesto con un “a dopo” festoso.
Alle 20 sono in piazza Carlo III e subito vengo accostato da una Panda con vistose ammaccature sulla fiancata. Cala il finestrino e dall'abitacolo esce la voce squillante di Rosy che mi dice “Ciao Andrea! Salta su!”.
Mi affaccio e Le dico: “fai guidare a me …sennò che sorpresa è?”.
Mi guarda interrogativa e sorridente “non so se sia il caso di farti guidare nel traffico di Napoli?”.
“Guarda…peggio di così questa macchina non Te la posso ridurre!” replico proseguendo nello scherzo.
Parcheggia due metri avanti, scende dall’auto con notevoli doti di equilibrismo su un paio di tacchi che sfidano le leggi di gravità e mettendo in risalto due belle gambe coperte dalla gonna corta di un vestito verde smeraldo. Non indossa le calze sfidando con noncuranza il clima autunnale.
Mi si avvicina e mi stampa due baci appoggiando le labbra sulle guance non accontentandosi del solito rituale di sfioramento dei volti.
Saliamo in auto e mi getto nel traffico partenopeo. Lei girata di tre quarti verso di me mi guarda divertita e mi dice “dove mi porti di bello?”.
“Top secret” è la mia risposta.
Ho selezionato le Colonne della Chef Marziale, trovando miracolosamente posto, nonostante la stella Michelin, grazie al fatto che è un lunedì.
Il posto è magnifico e Rosy rimane a bocca aperta.
La serata è un susseguirsi di cibi e vini che ogni volta strappano alla Collega un “Ohhh” di ammirazione. Evidentemente sono il Suo primo appuntamento che la porta in un locale stellato perché ha il viso di una bimba nel Paese delle meraviglie.
“Beh…quando Ti avevo detto di stupirmi non pensavo proprio a questo…mi hai spiazzato” biascica a fine cena un po’ alticcia per i 6 calici abbinati al menù di degustazione.
“Cosa Ti aspettavi Rosy?” replico molto più sobrio (non bevo vino) di quanto avrei voluto essere in quella situazione.
Si avvicina leggermente con la sedia in maniera tale che protendendosi si poteva avvicinare al mio orecchio. Si stende leggermente per arrivare a sussurrare “avevo pensato che mi avresti scopata”. Nel dirlo appoggia per un istante la punta della lingua nel lobo per poi ricadere nella sua sedia fissandomi con uno sguardo sornione.
“….” La mia replica.
Visto il mio sguardo impagliato, Rosy mi prende la mano attirandomi a sé mettendo l’altro palmo dietro la mia nuca per attirarmi vicino al suo viso. In quella posizione, con i nostri sguardi a pochi centimetri di distanza sussurra: “e’ da questa mattina che penso a quanto ti vorrei scopare…ho voglia di Te…mi vuoi scopare Andrea?...mi vuoi scopare?”.
“Si”.
“”bene….ed un sorriso le compare in faccia…allora andiamo!” ed immediatamente si alza e si dirige all’uscita.
La seguo come un bambino segue l’aquilone.
Appena fuori sul marciapiede si gira verso di me ed avvinghiando sue braccia al mio collo e si tuffa sulla mia bocca penetrandomi con la sua lingua saettante. Appoggio una mano sulla sua schiena e l’altra sopra le natiche e sento che il suo corpo preme contro il mio con i suoi seni che spingono contro il mio petto. Nascosta dal cappotto divincola una sua mano che subito si intrufola tra le mie gambe tastando la consistenza del mio sesso da sopra il pantalone. Sobbalzo per l’audacia, lei lo vede e ridendo sussurra “mmm...è già pronto….e se non nascondi un’imbottitura nelle mutande mi pare che tu sia ben attrezzato…”.
La stessa mano si infila nella tasca dei miei pantaloni e si appropria delle chiavi della Panda che custodivo.
Tenendole a mo’ di campanello si avvicina all'autovettura dicendo…”guido io…conosco un posto”.
La seguo imbambolato accomodandomi sul lato passeggero.
Parte con una sicurezza inusitata per una persona che non è certamente sobria.
Allacciandomi la cintura le dico “Rosy…se ci fermano avrai bisogno di un buon avvocato!”.
Lei ride esclamando “ho qui il migliore….” E mi appoggia la mano sulla coscia accarezzandomi sino all'attaccatura dell’inguine.
Dopo una decina di svolte folli a velocità esagerata arriviamo in una zona industriale dove parcheggia l’auto in un angolo non illuminato.
“A casa mia ci sono i miei ragazzi” abbozza a giustificazione e togliendosi le scarpe si catapulta nel sedile posteriore.
“Vieni” mi dice protendendo le braccia verso di me e facendomi il segno di raggiungerla.
Immediatamente sono nel sedile posteriore dopo essermi liberato di cappotto, giacca e cravatta. Ci abbracciamo travolti dalla passione con le nostre lingue che esplorano ogni anfratto delle nostre bocche mentre le nostre mani viaggiano attraverso i corpi tastandone la consistenza attraverso i vestiti. Lei ansima mentre le accarezzo i seni attraverso la scollatura e con l’altra mano esploro le sue gambe sino all'attaccatura delle mutandine.
Improvvisamente lei si divincola mi prende la testa tra le mani appoggiando i palmi sulle guance e gli zigomi e mi sussurra: “fammi godere Andrea…”
Mi spinge quindi con forza il viso in basso inducendomi ad inginocchiarmi di fronte a lei e portandomi con la bocca di fronte alla sua micetta.....; lascia la presa solo il tempo necessario per alzarsi la gonna e scostarsi le mutandine mostrandomi la fessurina..quindi la stessa mano che aveva compiuto tale operazione si appoggia sulla mia testa scompigliandomi i capelli e spingendola in giù fino a che la mia bocca non entra in contatto con i suoi umori…
Affondo la lingua e subito rimango sorpreso da quanto era bagnata e da come grondavano le mille goccioline che le imperlavano il pube e percorrevano le natiche lungo la linea dell’ano lasciando una macchia umida sul sedile dell’auto.
“Ahhh…Andrea….lecca, lecca, lecca” mugola mentre con la mano mi direziona la testa a turno sul clitoride e sulle grandi labbra che tiene aperte con l’indice ed il medio dell’altra mano.
“Mmmm…dai…mi stai facendo godere…lecca” continua muovendo il bacino su e giù e mettendo a piacimento la sua lingua sul bottoncino, sulla fessura, fino ad arrivare al buco del culetto.
Sono il suo dildo, il suo strumento di piacere, mi stà utilizzando per godere…
Con la mano destra mi intrufolo sotto il vestito arrivando sino al reggiseno che alzo lasciandolo legato, impossessandomi delle sue tette dove dei capezzoli ritti come soldatini fremono al contatto con il mio tocco.
Con la sinistra, dopo essermi succhiato l’indice, lo infilo nella micetta. Rosy freme “ahh….si….continua…” e nel dirlo uno zampillo esce dalla sua passerina riempiendomi la bocca del suo squirting.
Ora sono riverso con la mia lingua sul suo bottoncino mentre le mie mani si dedicano instancabilmente l’una ai suoi capezzoli e l’altra ad un lento ditalino. Sento di aver trovato il punto giusto perché ansima più forte…muove il bacino con frenesia e mi ha inondato il viso del suo liquido.
“Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh” all'improvviso un profondo suono gutturale mentre il corpo viene investito da mille brividi e sento contrarsi la sua micetta sul mio dito mentre le sue mani affondano tra i miei capelli spingendomi la testa contro il suo pube.
“Andrea, Andrea, Andrea” dice a mezza voce mossa da continue scosse.
“Basta, basta fermati…sono venuta…sono venuta…Andrea basta…sono venuta…” biascica.
Tolgo il dito dalla micetta e glielo infilo nel culetto, fradicio degli umori della sua fichetta mentre con la lingua scendo dal clitoride alla sottile striscia che divide l’ano dalla passerina.
“Ahhhh….cosa fai Andrea……ahh…..” sussurra in un finto rimprovero mentre muove il bacino per accogliere meglio il mio medio profondamente dentro l’ano.
Ora sono le sue dita che si dedicano al clitoride…si stà masturbando mentre la penetro con il mio dito da dietro…
“Ahhhhhhhhhh….Andrea mi hai fatto venire di nuovo….” Bisbiglia nuovamente scossa da fremiti.
La tregua è solo passeggera. Con sguardo spiritato mi guarda e dice:
“scopami Andrea! Scopami forte…Ti prego…Scopami.
Mi sollevo, tiro giù i pantaloni rimanendo inginocchiato davanti a lei, con la bocca sradico la confezione del profilattico che prelevo dalla tasca e lo infilo sull’erezione che mi tormentava da quando l’avevo vista godere così intensamente attivando tutti i miei feromoni…
Glielo infilo subito tutto fino in fondo con un solo colpo sentendo sbattere la cappella contro l’utero.
“Ahh, Andrea, si, dammelo ancora, ti prego, sbattimi, sbattimi sbattimi”.
Incomincio a stantuffare portandomi le sue gambe sulle spalle per farlo entrare sempre con forza fino in fondo.
“si Andrea, si andrea si andrea pronuncia ad ogni colpo mentre con le mani mi slaccia la camicia e incomincia a giocare con i miei pettorali e capezzoli.
“spingi, spingi, trattami come una troia” continua con il viso paonazzo.
“ahh….vengo…” grida questa volta aprendo le gambe ed appoggiando i polpacci sui miei avambracci.
Quindi si divincola, si gira e mi ordina…”scopami da dietro!”.
Non me lo faccio ripetere…ha le mani appoggiate al finestrino ed asseconda i miei colpi coi movimenti delle sue belle natiche piene che fanno sparire il membro alla mia vista ad ogni sussulto.
Improvvisamente mi fermo…”Rosy…fuori dalla macchina c’è un guardone che si stà masturbando”..dico spaventato accorgendomi dell’ombra vicino alla macchina.
“Non importa Andrea…Ti prego continua…”.
Proseguo titubante e la mia incertezza aumenta ancora più quando Rosy abbassa il finestrino. Il guardone si avvicina e lei con una mano inizia a fargli una sega….
“Venite…venite tutti e due…” dice dopo neanche un minuto.
Tolgo il mio pene e appena levato il preservativo mi parte un fiotto che le macchia tutta la schiena fino ad arrivare ai capelli. Quasi in contemporanea il voyeur esplode riversando il suo seme per terra. L’ignoto avventore, quindi, si ricompone velocemente e sparisce come era giunto. Rosy si butta sul sedile esausta e lo stesso faccio io, entrambi grondanti di sudore ed ancora ansimanti.
Ci giriamo l’uno verso l’altra, ci guardiamo e scoppiamo in una lunga risata abbracciandoci
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