Successo
Tema scuro
Scegliere la lingua
💘 Caldo? Dipende da te! 💘
Vi presentiamo la nostra nuova funzione - Hot or Not!
Sfogliate i profili, mettete un “mi piace” e trovate qualcuno che vi interessa.
Varie

La casa di Davide


Ormai era qualche mese che mi frequentavo con Davide e tutto procedeva per il meglio. Dopo qualche incertezza a livello sentimentale,nel senso che avevamo dovuto chiarire bene la nostra relazione, tutto si era risolto per il meglio; entrambi pensavamo che l'altro si stesse affezionando cercando magari qualcosa di più, ma la conclusione fu che il nostro rapporto era solo di sesso e come tale andava vissuto. Mi divertivo da matti con lui, il feeling sessuale era alle stelle ma quando pensavo ad un qualcosa in più, non lo vedevo come l'uomo che sarebbe potuto stare al mio fianco e a parole sue nemmeno io avrei potuto svolgere quel ruolo nella sua vita; entrambi volevamo solo divertici insomma. In più il fatto che in questi mesi di frequentazione c'erano anche state da parte mia un paio di avventure extra senza il benchè minimo rimorso, mi confermava che il collante era solamente sesso.

Quella sera eravamo usciti per mangiare un sushi prima di una delle nostre serate ormai diventate certezze; nonostante fosse novembre inoltrato non era freddissimo; io indossavo un vestitino di cashmere color tortora che mi fasciava morbidamente il corpo fino a poco meno di mezza coscia, una giacchina di pelle nera e un paio di stivali aderenti neri fin sotto il ginocchio con il solito e immancabile tacco 12.

La cena passò in tutta tranquillità, senza il benchè minimo accenno ad un dopo.

Solo dopo aver pagato Davide mi chiese se mi andava di vedere casa sua; non eravamo mai stati da lui perché abitava  fuori città e risultava scomodo al mattino per me recarmi al lavoro; acconsentii a patto che mi avrebbe fatto arrivare puntuale in ufficio.

Una mezz'ora di auto dal ristorante e ci trovammo di fronte ad un cancello in piena campagna. Il cielo era limpidissimo e la luna illuminava i contorni di una boscaglia tutta intorno; non si vedevano luci di altre abitazioni nelle vicinanze. Quando il cancello si aprì un vialetto in mezzo agli alberi ci condusse sotto un portico dove ci fermammo con l'auto; "benvenuta a casa di Davide" mi disse sorridendo.

Spenta l'auto il buio ci avvolse; solo una fievole luce appesa al muro vicino a quella che presumevo essere la porta d'ingresso in fondo al portico disegnava a malapena le forme di quello che ci circondava.

Appena scesi dall'auto mi prese e mi baciò; ecco il momento, tutto stava partendo, come sempre, al meglio; il bacio in un istante mutò in un groviglio di corpi ; le lingue subito curiose si carezzavano vorticosamente mentre le labbra ne nascondevano i movimenti. Le mani di entrambi presto cominciarono a cercare il corpo altrui, le sue s'infilarono sotto il vestito che si sollevò e mi palpavano le natiche, le mie sulla sua schiena cercavano uno spiraglio sotto la camicia per raggiungergli la schiena. Ero in un luogo totalmente sconosciuto e questo non faceva altro che accelerare la crescita del mio eccitamento; in più sentivo il mio intimo carezzato dall'aria non fredda ma pungente di quella sera in contrasto con il calore umido che andava formandosi proprio li sotto.

Quando la sua mano passò davanti sul mio intimo, carezzandomi mi disse "ormai ti conosco da tre mesi e non ti ho mai visto con un paio di mutande, sei fantastica!" sorridendo gli risposi "un giorno ti farò una sorpresa allora!" e rincominciammo a baciarci.

Ad un tratto mi prese il vestito ed in un sol movimento me lo sfilò insieme alla giacchina gettandoli su di una panca li vicino; incredibile, ero nuda, con solo gli stivali, all'aperto in un posto sconosciuto in una notte di novembre; ebbi un brivido, che era più tensione ed eccitazione insieme e non di freddo; sentivo il suo pene turgido spingermi sul ventre, le sue mani passarmi sulla schiena e i glutei provocandomi dei brividi,  ero completamente distaccata dalla realtà.

Poco dopo entrammo in casa; provavo una sensazione strana, quasi un disagio, non tanto per essere nuda mentre lui era vestito, quanto per esserlo i  un luogo sconosciuto, in una casa che non conoscevo; un misto tra disagio ed eccitazione che durò solo qualche istante, giusto il tempo di vedere appena parte della casa. Appena aprì la porta e accese la luce, mi trovai nel grande salone, un divano moderno nel mezzo, un tavolo di cristallo poco più in la, ed una grandissima vetrata che dava su di un giardino pieno di piante appena illuminato dalla luce attraverso la vetrata; alla mia destra si sviluppava un bancone con tre sgabelli di metallo e pelle che divideva la cucina dalla sala. Giusto qualche istante per notare tutto prima di essere rapita nuovamente dalle attenzioni del mio compagno; ora ero appoggiata di schiena al bancone, ci stavamo baciando mentre lui con una mano accarezzava il mio sesso ormai viscido, scorrendovi con le dita fino a tuffarle in vagina; mi baciava e masturbava stupendamente allontanando quel disagio iniziale e la carica erotica in quella grande stanza stava salendo rapidamente; mi fece sedere su uno degli sgabelli girandolo verso di noi, e accovacciatosi tra le mie gambe cominciò a leccarmi la vulva; la sua lingua esperta passava tutto il mio sesso soffermandosi a stuzzicare il clitoride mentre le mie mani subito si posarono sulla sua testa come a tenerlo li. Lo sentivo spingersi oltre, cercando di raggiungere il mio ano ma non riuscendoci. Ad un certo punto si alzò e mi disse di girarmi; mi fece sedere a cavalcioni dello sgabello davanti a lui e cominciò a baciarmi la schiena; dei brividi percorrevano tutto il mio corpo eccitato, in attesa che quei baci si avvicinassero alla zona calda e vogliosa, socchiusi gli occhi per godermi appieno quel momento.

D'un tratto sentii una benda fasciarmi gli occhi e legarsi dietro; la vista mi si era completamente oscurata, il buio mi aveva circondato; " come ti avevo promesso quella sera, ti restituisco il favore" la parole di Davide risuonarono nella stanza mentre un'altra benda mi bloccava le mani  davanti a me allo schienale dello sgabello che già afferravo. Paura, tensione ed eccitazione subito mi fecero tornare in mente quella sera di settembre in cui io lo avevo legato alla colonna. Poi aggiunse " non dire nulla e goditi questo momento" e con un nodo strinse la mia caviglia contro la gamba dello sgabello legandomi fino a metà polpaccio e ripetendosi infine con l'altra gamba. Ero completamente immobilizzata allo sgabello con il sedere fuori da esso, sentivo il mio sesso aperto all'aria come anche l'ano; non vedevo nulla, solo percepivo dei rumori dai quali intuivo che Davide si stava spogliando. Ecco che sentii nuovamente la sua lingua appoggiarsi sul mio corpo, alla base della schiena e lentamente scendere tra le natiche spalancate; istintivamente inarcai la schiena e mi chinai in avanti, unico movimento che mi era permesso, fino ad appoggiarmi col seno sul freddo schienale di metallo tra le mie mani legate agli estremi, porgendo così il mio sesso alle sue attenzioni. Sentivo il clitoride schiacciato sul bordo della seduta di pelle mentre la sua lingua mi passava dall'ano alla vagina; era stupendo, sentirmi immobile, impotente, in totale balia di quell'uomo che mi stava facendo impazzire. Tentavo di muovere le mani ma i nodi le tenevano saldamente in quella posizione; non potevo fare nulla se non subire.

D'un tratto lo sentii infilarsi dentro la mia vagina, in un solo e deciso affondo, riempiendomi di piacere; ormai sapeva esattamente quanto entrare senza farmi male e poggiate le mani sui miei fianchi cominciò a penetrarmi con un ritmo sempre crescente. Il non potermi muovere, il non poter vedere limitavano tutto al tatto; potevo solo sentire quel membro riempirmi ogni affondo e la sua presa sui fianchi; era la prima volta che mi trovavo totalmente impotente, subivo godendo, mi piaceva da impazzire.

Presto due dita si appoggiarono sull' ano e forzandolo lo violarono; le sentivo muoversi dentro, mentre lo sfintere velocemente allentava la morsa; non ci volle molto perché potessero scivolare liberamente dentro e fuori, con un movimento che si alternava con  quello del pene infilato davanti.

Ero in estasi totale, anche la mia mente ormai si era lasciata andare in quella situazione di sottomissione forzata e mi godevo appieno quegli istanti.

Fui riportata momentaneamente alla realtà quando sentii appoggiarsi quel grosso pene sul mio ingresso posteriore; era lí, il glande poggiava forzando leggermente come per farsi sentire; ecco che un brivido mi passò per tutto il corpo, aprii gli occhi ma ancora il buio totale, nemmeno uno spiraglio di luce passava dalla benda; gli unici indizi arrivavano dal mio corpo e dall'udito che ormai si era intensificato percependo anche i minimi rumori.

La forzatura aumentò ed il pene cominciò a scivolare molto lentamente nel retto; sentii lo sfintere dilatarsi e l'intestino lentamente riempirsi; in quella posizione, accovacciata sullo sgabello la sensazione era amplificata e quel lento affondo sembrava ancor più possente ed invasivo del solito; una sensazione incredibile, il mio corpo lasciava spazio adattandosi a quel pene fino ad accoglierlo tutto; io gemevo soffocatamente finché non lo sentii come in mezzo all'addome e il suo ventre si appoggiò ai miei glutei tesi e duri. Una scarica violenta mi passò per tutto il corpo ed un "siiiiiiiii" rauco e forte espresse il mio piacere.

Davide cominciò a retrocedere velocemente per poi riaffondare sempre con delicatezza; il ritmo aumentava divenendo presto rapido e deciso; lo sentivo infilarsi e sfilarsi fin quasi ad uscire, sbattendo deciso ad ogni affondo contro le mie natiche; il clitoride schiacciato sulla seduta ad ogni affondo mi produceva brividi di piacere.

Cominciai a sentire il corpo tendersi, sapevo che ancora qualche minuto così e sarei esplosa in un orgasmo poderoso; ma d'un tratto si fermò e si sfilò; conosceva ormai il mio corpo e lo sapeva leggere molto bene: "non è ancora il momento, siamo solo all'inizio" mi sussurò nell'orecchio e lo sentii allontanarsi. Rimasi qualche istante sola, immobilizzata ed il senso d'impotenza tornò immediato; sentivo il mio ano spalancato come una caverna, riempisi di aria fresca ad ogni mio respiro; non potevo fare nulla se non attendere.

Ecco poi di nuovo lo scricchiolio del pavimento sotto i suoi passi, mi era nuovamente vicino in silenzio, immobile, ma  lo percepivo, sentivo il suo sguardo addosso, mi stava guardando, scrutando, ammirando. Ero emozionata, eccitata, e compiaciuta da quegli sguardi segreti che sicuramente mi stava regalando. Un brivido improvviso mi percorse quando della saliva silenziosamente cadde tra i miei glutei colando verso il basso dentro il mio posteriore che istintivamente ma invano tentò di richiudersi; subito dopo una lingua ripercorse la stessa strada spalmandola per bene e proseguendo sulla vulva; qualche morbida e umida leccata che mischiò gli umori vaginali con la saliva e l'umido rettale poi rialzandosi mi disse " apri la bocca" e sentii una cosa fresca appoggiarsi sulle mie labbra; appena lo accolsi nella cavità orale, percepii le forme e dimensioni di un grosso fallo di silicone; " bagnalo bene, tutto" mi disse; e così feci, cospargendolo di saliva fino alla base; lo sentivo grosso, quasi come il suo pene ma sicuramente meno lungo. Qualche leccata e ciucciata e poi lo allontanò dalla mia bocca per appoggiarmelo sulla vagina; lentamente lo fece scivolare al suo interno come nel burro e cominciò a muoverlo dentro e fuori; la cosa mi piaceva, era la dimensione perfetta, si infilava facendosi decisamente sentire allargandomi fino a sfiorare appena la cervice per poi sfilarsi e ripetere l'affondo. " ti piace vero?" mi disse. " si molto anche se mi piaci di più tu....... ma non smettere" sussurrai. Come risposta sentii il suo glande riappoggiarsi sull'ano per affondarvi subito tutto; un mio gemito pazzesco e lungo accompagnò quella sensazione di riempimento totale.  "così ci hai entrambi" concluse prima di piazzare tre affondi decisi e possenti che mi fecero scivolare in avanti sulla seduta; ora il fallo appoggiava sulla seduta rimanendo infilato completamente dentro di me, mentre lui appoggiate le mani sui miei fianchi cominciò con affondi lunghi e decisi nel mio retto. Non riuscivo a trattenere i gemiti, era pazzesco, di nuovo quella sensazione di pieno, ora più intensa per dimensioni, che avevo provato l' anno precedente con i miei due amici; certo, era diverso, ma altrettanto stupendo, mi sentivo piena e la violenza che mi stava penetrando dietro si ripercuoteva su quel corpo estraneo facendolo vibrare dentro la mia vagina. Ero totalmente persa nelle sensazioni, gridavo di continuare, gemevo, respiravo affannosamente; le mani stringevano con forza la sbarra dello schienale su cui erano legate, il seno schiacciato e spinto su di esso quasi doleva ma le braccia non riuscivano a contrastare quegli affondi sempre più forti.

Cominciai a tremare, i muscoli tentarono di tendersi, ed un orgasmo mai provato mi travolse; scoppiai in un gemito anomalo, forte, fortissimo, ed un "siiii" lo seguì violento.

Davide non si fermò, lo sentivo sbattere rumorosamente contro i miei glutei Infilandosi prepotentemente; continuò per alcuni, lunghi interminabili minuti, cominciando a sudare ma senza rallentarne il ritmo; io sentivo il mio ano ormai aperto, il retto violato e dilatato, percepivo la presenza ma solo in fondo, ero come anestetizzata; avrebbe potuto continuare all'infinito, solo avevo il desiderio di essere slegata, liberata da quella immobilizzazione che ormai durava da quasi un'ora, glielo chiesi ma la risposta fu negativa. Continuò ancora, sempre più forte finché ecco il suo getto caldo colpirmi in fondo ed il calore espandersi.

Quando si sfilò, subito sentii il suo sperma colare fuori da quell'ano che ormai non aveva più forza di richiudersi. Mi liberò cominciando a slegarmi i polsi mentre continuavo a sentire il suo piacere che usciva dal mio retto per cascare rumorosamente in terra.

Quando per ultima mi tolsi la benda dagli occhi la luce mi accecò per qualche istante; ero devastata e quando mi alzai dallo sgabello il fallo, di cui avevo dimenticato la presenza, si sfilò da me cadendo in terra;a fatica mi reggevo in piedi in attesa di recuperare una mobilità normale.

Poi uscii dalla porta d'ingresso per recuperare i vestiti e la borsa e, quando rientrai, Davide mi disse" sei veramente una ragazza stupenda, e vederti così, nuda con gli stivali, entrare dalla porta di casa mi ecciti terribilmente, quasi rincomincerei il tutto" e mi porse un bicchiere con dell'acqua; lo guardai, gli sorrisi e gli risposi " dammi una tregua, quasi non mi reggo in piedi, poi ne riparliamo" e mi sedetti sul divano guardando il giardino attraverso

la finestra; li mi appisolai appoggiata alla sua spalla.

 

Le storie più votate della categoria varie

Commenti

Inviare