Era una fredda mattina di Novembre e un pallido sole faceva capolino su una densa coltre di nuvole cariche di neve. Giovanni, come tutte le mattine, ancora mezzo addormentato, stava prendendo la metro per andare a lezione. Quella mattina ne avrebbe fatto volentieri a meno, avrebbe preferito restare a letto al caldo a giocare un po' di più con le sue fantasie.
Nulla però lasciava presagire ciò che sarebbe accaduto di lì a poco.
Entrato in uno dei vagoni della linea 2 con destinazione Porta Venezia, dopo aver trovato posto in un sedile congelato, Giovanni si guardò intorno come suo solito per passare il tempo prima di giungere alla fermata dell'università. Ad un tratto il suo sguardo incontrò una splendida donna che era seduta di fronte a lui 3 o 4 file più avanti.
Nonostante il torpore mattutino, gli ormoni frizzanti di Giovanni non poterono che risvegliarsi rapidamente alla vista di quella bellezza TRENTENNE. Aveva i capelli neri lunghi e mossi e un trucco accennato ma che risaltava i suoi splendidi lineamenti. Indossava un cappottino lungo nero che, oltre a modellare dei seni sodi e dei fianchi formosi ma proporzionati, si apriva in fondo lasciando vedere un paio di gambe toniche e quasi infinite, da perdersi nell'accarezzarle. Giovanni già fantasticava nella sua mente. Tante volte aveva pensato all'idea di avere un'avventura con una sconosciuta incontrata nella metro ma l'occasione non si era mai presentata. Ora aveva questa donna davanti a lui e la tentazione era forte.
Soffermandosi sulle gambe, Giovanni notò che non si vedeva il bordo della gonna dal cappottino. Inoltre, nonostante il freddo, la bella sconosciuta riusciva a tenere delle calze a rete sottili che facevano vedere tutta quella carne. "Si vede che in mezzo alle gambe deve avere un bel forno...", pensò il ragazzo ormai completamente sveglio. All'improvviso la donna si voltò, probabilmente sentendosi osservata intensamente, e ricambiò lo sguardo con un misto di incredulità e apprezzamento per essere l'oggetto del desiderio di quel ragazzo.
Le fermate intanto scorrevano, e tra una fermata e l'altra improvvisamente si liberò un posto a fianco della donna. Giovanni, pur essendo abbastanza intimorito, sentiva dentro la voglia di azzardare una mossa, e finalmente si decise a sedersi a fianco a lei. Continuò a guardarla negli occhi e a scorrere con lo sguardo quel corpo che da vicino era ancora più desiderabile. Inoltre fece un sorriso ammiccante alla donna, che contraccambiò alla stessa maniera.
"Salve", disse Giovanni, "dovunque vada lei andrò anch'io". La donna non sembrò minimamente turbata dalla sfrontatezza del giovane e continuò a sorridere ma guardando di fronte a lei. Nel frattempo arrivò la fermata dell'università ma la cosa non scosse minimamente Giovanni, che allungò il braccio sullo schienale della donna e appoggiò delicatamente la mano sulla sua spalla parzialmente scoperta. In quel preciso istante colse qualcosa, una specie di gemito soffocato, da parte della splendida creatura, qualcosa che acuì in lui il desiderio di possederla. Lei si voltò e fissò il suo pacco, visibilmente evidente nelle sue voglie. A quel punto si spostò leggermente in avanti sul sedile per far scivolare la mano di Giovanni più giù... In effetti il suo cappottino nero dietro si apriva lasciando intravedere la schiena nuda, e Giovanni si tuffò in quella carne, palpandola con rispetto ma con decisione e soprattutto senza dar troppo nell'occhio. Andò sempre più giù e arrivò al culo, massaggiando quelle natiche sode. Era estasiato nel vedere che il respiro della donna si faceva sempre più affrettato ma senza emettere alcun suono, allora lui si spinse fino all'ingresso del secondo canale, ma prima di massaggiarlo lei si avvicinò all'orecchio del giovane e gli sussurrò: "Aspetta, quello dopo... Ora scendo. Seguimi".
Il treno si fermò per l'ennesima volta a Cascina Antonietta. Era una zona di periferia, piena di parchi e di posti isolati... L'ideale per sfogare le proprie passioni.
La donna scese e Giovanni, ubbidendole, la seguì. Non sapeva se seguire il suo leggero dondolio a distanza o se affiancarla, ma visto che lei non gli dava indicazioni continuò a seguirla qualche passo indietro.
Lei si diresse verso un parco. La giornata si era schiarita e aveva lasciato il posto ad un sole freddo ma gradevole. Giovanni si azzardò a dire alla donna il suo nome, ma lei ancora non parlava. Continuarono a camminare finché giunsero nei pressi di una specie di baracca ben riparata. Entrarono, e all'interno Giovanni non trovò nient'altro che una sedia pulita e nient'altro. La donna gli disse: "Siediti". Lui ubbidì lasciando la borsa a terra, e lei si mise davanti a lui, fissandolo intensamente e con desiderio. Ad un tratto gli chiese: "Beh, non vorrai mica restare seduto lì all'infinito... Dai fammi vedere di cosa sei capace...". Giovanni si alzò e andò verso la donna, l'appoggiò dolcemente contro una parete della baracca e le sbottonò lentamente il cappotto. Fu solo allora che fu certo di ciò che aveva sospettato durante il tragitto in metro... La donna sotto non indossava niente, e lo spettacolo era indescrivibile. Seni perfetti, capezzoli turgidi, aiuola perfettamente curata... Giovanni si tuffò sulla bocca, avvinghiando la sua lingua a quella della donna. Le sue mani anticipavano le mosse della sua lingua e già erano sui seni. La sua lingua scendeva sul collo e la donna gemeva questa volta con dei sussurri teneri, e questo invogliava ancora di più il ragazzo. Giocò con la lingua sui capezzoli, e ogni tanto lanciava uno sguardo alla donna per cogliere il suo piacere. Scese ancora giù, leccandole il ventre e le gambe, fino ad arrivare alla figa, che pulsava freneticamente. Giovanni iniziò a lavorarla di lingua per poi aggiungere le dita. Le sue dita lunghe e affusolate entrarono in maniera piacevole in quel fantastico tunnel del divertimento. Uno, due, tre... Una mano e la lingua erano dediti a far godere la donna, che si sfogava sui capelli neri del ragazzo. Gli disse: "Continua così, continua...", e lui continuò, penetrandola sempre più forte con la lingua.
Ad un certo punto, dopo aver raggiunto un paio di volte il culmine del suo piacere e dopo aver riempito le dita e la lingua del ragazzo di umore squisito, lo fece sedere. Gli tolse i pantaloni e gli slip in un unico gesto, per scoprire un uccello non gigantesco ma ben proporzionato e già pronto all'uso, oltre che un pelo molto corto e poco fastidioso. Il suo corpo era normale, ma aveva un fuoco giovanile che bisognava assorbire dentro di sé. La donna iniziò a baciare il petto di Giovanni che guardava con un misto di stupore e piacere. Lei arrivò presto al cazzo e iniziò a lavorarlo con la bocca e le mani, con movimenti decisi ma non troppo frenetici. Era stupendo vedere tutto il pesce scomparire tra le labbra bellissime della donna, e sentirlo colpire la gola. Giovanni godeva, e faceva appello a tutte le sue forze per non venire subito.
Dopo un po' di movimento sensuale, Giovanni prese per la prima volta l'iniziativa, alzò la testa della donna e si fece cavalcare di spalle. Era stupendo stare sotto di lei, perché sembrava conoscere quel ragazzo da una vita. Aumentava l'andatura e rallentava nei punti giusti, e Giovanni apprezzò notevolmente. Ormai urlavano entrambi, e la cadenza era ribadita dal rumore della carne di lei che sbatteva sulla carne di lui.
Ad un certo punto la donna si alzò e si fece sbattere appoggiata alla parete, prima di fronte e poi di spalle. Questa volta lei si avvinghiò con le gambe sul bacino di lui mentre erano di fronte, dicendo "Voglio proprio spomparti Giovanni...". Lui era in uno stato estatico quasi allucinogeno... Però tra sensazioni uniche si fece strada un'idea che ancora non era riuscito a realizzare. Disse alla donna che voleva esplorare il suo secondo canale, e lei, soddisfatta della sua iniziativa, accettò.
Lui la voltò e, dopo essersi fatto umidificare ben bene l'uccello con un gran lavoro di bocca, iniziò a penetrarla pian piano, leggendo nei suoi occhi chiusi e nei suoi lamenti un misto di dolore e piacere. Era bellissimo entrare in quel buco inizialmente stretto che poi si adattava alle forme del giovane... Iniziò a martellare con un ritmo crescente e con le mani nel frattempo si soffermava sulle tette e sul grilletto della donna... Aumentò il ritmo sempre di più e godevano entrambi all'unisono... Giovanni sentiva che stava per venire e lo disse. Allora la donna si liberò del pesante fardello e piegandosi sulle ginocchia accostò il suo viso sul cazzo gonfio e gli disse "Scoppiami in faccia!". Giovanni non se lo fece dire due volte, diede l'uccello tra le mani di lei e venne copiosamente sulla fronte, sulle labbra, vicino agli occhi, in bocca... Il viso della donna era pieno di sborra, e per completare l'opera, usò il pesce come un mestolo per spalmare tutta la crema su quei lineamenti indimenticabili e per portare il tutto nella sua bocca ancora aperta. La donna bevve avidamente il piacere del giovane, e dopo averlo aiutato a riprendersi, si diedero da fare sdraiati per terra sul cappotto di lei.
Quando entrambi furono esausti ma appagati, giunse il momento del commiato. I due si ricomposero e all'ingresso della baracca la donna diede un intenso bacio al ragazzo ancora tremante per l'eccitazione e gli disse: "Mi chiamo Monica, non dimenticarti di me...", e iniziò ad allontanarsi."Monica, non potrei mai scordarti!", rispose lui raggiungendola ad ampi passi, "Anzi voglio incontrarti al più presto! Come posso fare?". Lei si voltò guardandolo con uno degli sguardi con cui lo aveva rapito e gli disse: "Non perdere mai la metro delle 7:15, prima o poi potresti ritrovarmi lì...". E si allontanò, lasciando Giovanni da una parte deluso ma dall'altra contento perché dentro di sé si faceva strada la sicurezza che, prima o poi, avrebbe rivisto Monica in metro.
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17 anni fa
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97528
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
Bravo!
Da non perdere.
Drake