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Il viaggio a roma

Finalmente arrivò l’ultimo collo e la fornitura era completata. Mi chiamo Salvo, sono direttore commerciale e mi preparo per andare a Roma, con un tecnico collaudatore per la consegna di questi nuovi macchinari a un’officina meccanica. Il viaggio sarebbe stato molto breve, previsto un pernotto prima del rientro e stop. A Messina nei giorni feriali la fila ai traghetti non è sempre intensa, così l’operazione attraversamento venne sbrigata in poco tempo. Il tecnico che mi accompagna si chiama Tino, quasi trent’anni e un bimbo in arrivo, ha vent’anni meno del sottoscritto, e comunque ancora me la cavo, nonostante il leggero sovrappeso. Il dialogo è presto confidenziale, si esce dai rispetti ruoli lavorativi e mi racconta che a causa della gravidanza a rischio, si trova a secco da quasi 4 mesi e scoppia una risata da parte mia, “ridi ridi e tu come sei messo?” rispondo che ho terminato una relazione da poco e non penso a nulla. Dopo un po', fermi all’area di servizio, propongo a Tino di fare una pausa e fare guidare me, è d’accordo, faccio per scendere ma lui mi ferma prendendo il mio braccio, con la sua mano che sembra una pinza d’acciaio “Salvo non occorre che scendi, scambiamoci di posto direttamente sul furgone”, lo accontentai e quando i nostri corpi si incrociarono, io mi ritrovai di sopra e lui si inarcò prendendo i miei fianchi e con le mani portandomi sul suo pacco. Non fu una cosa veloce, casuale, si capì che era premeditata, io persi l’equilibrio e mi appoggiai completamente su di lui che con le mani mi blocco sul suo pacco duro e io sentivo davvero la sua durezza…”scusami Salvo, è capitato, però hai un culo fantastico, me lo hai fatto salire bene bene…Io non sapevo dove guardare, ma devo dire che la cosa mi ha fatto piacere e allo stesso tempo mi ha imbarazzato. Per quello che mi riguarda avrei detto “Tino rifacciamolo ancora”, ma il mio decoro me lo impediva. Io ho avuto sempre un bel rapporto con le donne, ma prendere un cazzo mi incuriosiva e tutto di me si trovava in subbuglio. “lo vuoi sentire’” Tino aveva capito che la cosa mi era piaciuta, Tino è un dominante, un conquistatore sa il fatto suo, voleva prendermi in tutti i modi e più tardi ne avrei avuto la conferma. “Dammi la mano” sembravo ipnotizzato, prese la mia mano e se l’appoggiò sul pacco, la tuta non aveva cerniera, così l’abbasso e me lo mise in mano, un cazzo grosso di lunghezza normale, ma grosso “dai menalo un po'” “ma sto guidando” “tranquillo fa piano e non succede nulla”, aveva dei segnali di gradimento “poi ci fermiamo e lo prendi in bocca”, mi mostravo contrariato ma non vedevo l’ora di prenderlo in bocca, anche se non l’avevo mai fatto, “Salvo sono contento, sei delicato sono sicuro che sarai bravo” Uscimmo dall’autostrada alla ricerca di una zona per fermarci, una volta trovata, volle fare il cambio di posizioni, questa volta restammo sulla posizione un bel po', simulò la penetrazione e poi si spostò, non fece nulla, lo tirai fuori io, menandolo piano per un po', poi chiese le mie labbra, lo fece in modo delicato, spingendo la mia testa con la sua mano, appena lo ebbi in bocca, spinse forte, facendomelo arrivare fino in gola, non mi diede il tempo di succhiarlo bene, prese a scoparmi in bocca e venne quasi subito, sulla mia faccia, abbondantemente “ Scusami Salvo, è un sacco di tempo che non lo faccio…però potevi ingoiare…comunque hai delle belle labbra, sembravano quelle di una donna”, mi ripulì, senza capire molto di quello che è successo, quel cazzo mi riempiva la bocca era grosso, più che succhiarlo e leccarlo, l’ho sentito solo stantuffarmi “Salvo tranquillo, più tardi avremo più tempo” per cosa? Mi domandavo… Arrivammo in albergo, i ruoli tornarono in campo, sistemammo il furgone con il carico nel parcheggio dell’hotel e prendemmo le stanze. Ci ritrovammo a cena, certo con un dialogo un po' formale, ordinammo la cena e Tino mi sussurrò “Ehi troiona hai delle labbra da paradiso, sbrigati che le voglio risentire”, arrossì, ma mi venne da sorridere in modo malizioso e Tino mi diede una pacca sulla spalla. Salimmo rapidi, entrammo nella sua stanza e mi mise a sedere sul letto, le sbottonai i pantaloni e iniziai a fare un pompino con calma e gusto e nel frattempo, squilla il telefono era sua moglie, “si amore va tutto bene, meglio non si può” e le diedi un piccolo morso sul suo cazzo durissimo, ridendo. “Scusami cara, ti chiedo una cortesia, posso scoparti in bocca?” basta che non vieni va bene risposi, inizio a trombarmi violentemente, ma io questa volta riuscivo a darle dei colpi di lingua e fu orgasmo pieno, questa volta non mi spostai, mi riempi tutta la bocca, un po' l’ho ingoiata un po' l’ho riversata sul suo cazzo che comunque non si ammosciava. Mi sentivo una troia in piena regola, e Tino mi diceva “OH sei più brava di mia moglie” Mi parlava al femminile. Arrivò il momento che mi aspettavo….”Salvo ti voglio” “Tino te lo puoi dimenticare”, dietro non l’ho mai fatto, così arrivammo all’accordo, che avremmo simulato una penetrazione, lui nudo e io con le mutande, era bravo, mi accarezzava e baciava la schiena, mi massaggiava con le mani, sugli slip, a me piaceva da matti, poi salì su di me, tenendosi sulle spalle e spingendo il suo cazzo “dai Salvo, fammi massaggiare il buco, non faccio nulla” quel massaggio mi fece morire, fantastico “E va bene entra ma solo la punta” le ultime parole famose, Tino mi aprì completamente e dopo un attimo anche a me piaceva, mi sbatteva contro la testiera, venendo senza fermarsi, mi scopò fino alle 4 di mattina e in quel momento mi sentivo la sua troiona. Era riuscito a prendere tutto di me e l’indomani, prima di scendere mi chiamò nella sua stanza, lo trovai vestito col cazzo in tiro “Amò prima di iniziare la giornata fammi sentire la tua bocca”…Il mio sorriso malizioso lo accontentò.

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