Cominciai ad accorgermi dei suoi sguardi un pomeriggio di luglio, avevo un vestito che finiva appena sopra il ginocchio sorretto da due spalline sottili che terminavano in un’ampia scollatura, mi chinai per prendere una pentola nel cassetto basso della cucina e distrattamente vidi che i sui occhi che prima guardavano altrove si soffermavano sui miei piedi, per risalire piano su per i polpacci, finendo inevitabilmente sulle mie cosce, che erano completamente scoperte fin quasi alla curva del mio sedere dato che il vestitino si era alzato. Subito pensai fosse una cosa casuale ma quando mi rialzai vidi che continuava a guardarmi con insistenza, non diedi peso alla cosa e mi rimisi a cucinare. Eravamo solo io e lui in casa, mio marito era a lavorare e lui era venuto su da noi per continuare i lavori della casa dove sarebbe andato a vivere con mia figlia una volta sposati, abbiamo mangiato e parlato del più e del meno, come tutti gli altri giorni, ma questa volta ho notato che appena poteva sbirciava nelle mia scollatura, me ne accorsi ma lasciai correre, pensai fosse l’effetto del vestito un po’ succinto. Finito il pranzo tornò al lavoro e io a sistemare casa, e più tardi nel pomeriggio passò a salutarmi per tornare a casa sua. Quella sera a letto non riuscivo a dormire, ero accaldata, la camicetta leggera che avevo addosso quasi mi opprimeva, e non riuscivo a levarmi dalla testa il pensiero del suo sguardo sulle mie gambe prima e sul mio seno poi, proprio lui, il ragazzo di mia figlia! “Come fa a guardarmi con quell’insistenza! – Pensavo - Dovrebbe avere occhi solo per mia figlia! In fondo sono una donna sposata, ho quarant’anni, dovrebbe portarmi un po’ più di rispetto”. Ma continuando a pensarci mi accorsi che non mi aveva mai mancato di rispetto, mi aveva solamente dedicato degli sguardi, e niente più. Era una vita che nessuno mi guardava così, e nonostante fosse comunque il ragazzo di mia figlia ero lusingata di questi suoi sguardi, mi facevano sentire più giovane. Mio marito aveva smesso di guardarmi con desiderio da oltre dieci anni, giaceva li sul letto accanto a me ogni notte, raramente sfoga i suoi istinti dentro di me e poi si mette a dormire, e questo mi fa sentire vecchia e brutta. Non sono così vecchia e neanche brutta alla fine, ho un fisico asciutto e magro, un bel sedere e seppur un po’ cascante anche un bel seno, non una 5^ in stile Sabrina Ferilli ma una 3^ misura abbondante, un visino carino anche se con qualche ruga dell’età. Ok mi tingo i capelli di biondo perché comincio ad averli bianchi, ma sono ancora appetibile, e gli sguardi di G. me l’hanno pienamente dimostrato. Andai in bagno mi sciacquai il viso passandomi le mani umide sul collo per rinfrescarmi un po’, il freddo dell’acqua aveva inturgidito i miei capezzoli, che si intravedevano sotto il tessuto sottile della camicetta, come un lampo mi colpì il desiderio di toccarmi, e mi abbandonai ad esso, le mie mani scesero, sfiorando i seni, sempre più giù, sul ventre e poi sulle gambe. Sedetti sul water e allargai le cosce, pensavo a G., le mie mani erano già al lavoro, e con sorpresa notai che ero già umida dei miei umori, le mie dita entravano e uscivano dal mio sesso caldo con estrema facilità, facendomi sussultare e ansimare ad ogni movimento, mentre con le dita dell’altra mano accarezzavo il mio clitoride eccitato, sentivo il calore aumentare e la mia fica che si bagnava sempre di più. Ero al culmine dell’orgasmo, i muscoli tesi la bocca languidamente aperta e con la lingua mi accarezzavo le labbra, prossima all’estasi……quando si accese la luce del corridoio e dovetti di corsa sistemarmi la camicetta che era scesa e mi scopriva un seno, giusto in tempo quando mia figlia entrò in bagno, simulando una faccia assonnata mi alzai, tirai la catena, le diedi un bacio sulla fronte e le augurai la buona notte poi uscii e tornai a letto, un po’ insoddisfatta ma ancora eccitata. Il sonno tardava a venire, ma dopo un po’ mi colse.
La mattina dopo non sentii la sveglia! Non che fosse un problema, sono una casalinga, non devo andare da nessuna parte, ma erano comunque le dieci di mattina. Decisi di prendere il sole, così mi sfilai la camicetta da notte e presi un bikini un po’ piccolino per potermi abbronzare meglio, e addosso misi il vestitino del giorno prima. Sono scesa in cucina, preparai il caffè e uscii nel sole del mattino per berlo, l’aria era calda e una gradevole brezza tiepida mi accarezzava i capelli facendo svolazzare il mio vestitino. Era già arrivato G., vidi la sua macchina sul piazzale, andai a cercarlo nel cantiere per offrirgli una tazza di caffè, e lo trovai in jeans, senza maglietta, che sistemava i mattoni del muro. L’eccitazione mi pervase, del resto è un gran bel ragazzo lui, 24 anni, un fisico quasi scultoreo, i capelli biondi tagliati corti modello militare e degli occhi azzurri da far sciogliere qualsiasi donna, me compresa. Cancellai subito il pensiero di lui che mi prendeva con forza contro il muro che stava costruendo (in fondo è il ragazzo di mia figlia, come potrei anche solo pensarla una cosa del genere) e gli porsi il caffè, due discorsi sull’andamento dei lavori e notai nuovamente il suo sguardo, addirittura più insistente di ieri, sui miei seni, tenuti su dal costumino sotto il vestito e lo lasciai nuovamente guardare, nuovamente lusingata feci un sorriso e dissi:
“ Visto che bel costumino? Oggi prendo un po’ di sole dato la splendida giornata” lui arrossì all’istante e rispose:
“Proprio bello! Anche se un po’ piccino, lascia poco all’immaginazione” e sorrise a sua volta. Non so cosa scattò in me, ma mi sentii ad un tratto come una ragazzina che flirta per la prima volta, mi sforzai di reprimere questi strani desideri e lo lasciai tornare al suo lavoro mentre io andavo a prendermi la tintarella. Mia figlia è partita per lavoro, non tornerà che nel fine settimana e con mio marito in ufficio, eravamo nuovamente da soli. Abitando isolati in campagna, si rimane lontani da occhi indiscreti così decisi di togliere il pezzo di sopra del costume in modo da poter abbronzarmi di più e mi girai a pancia sotto per abbronzare anche la schiena. Continuavo a pensare a G. e al fatto che mi sento trascurata, e non riuscivo a togliermi dalla mente il desiderio che mi si era acceso nei suoi confronti.
Lo volevo, non importava che fossi sposata e neanche il fatto che fosse quasi mio genero, e decisi di prenderlo ad ogni costo, ma prima, per aumentare l’eccitazione, decisi di giocare un po’ con lui.
Lo chiamai e arrivò dopo poco tutto bagnato per essersi rinfrescato nel lavatoio dietro casa, guardandolo tutto umido mi morsi il labbro eccitata da quello spettacolo e feci in modo che lo notasse, poi mi alzai sui gomiti, stando attenta a poggiare sulla sdraio solo i capezzoli, lasciando praticamente il mio seno in bella vista. A quella vista trasalì e vidi un lampo di lussuria nei suoi occhi, e un rigonfiamento nei jeans. Soddisfatta di me (da quella troia che sono), gli chiesi se era così gentile da spalmarmi la crema sulla schiena e lui si dimostrò più che pronto a farlo, prese il tubetto e spremette un po’ di crema sulla mia schiena, cominciando a massaggiarmi le spalle, un po’ più giù sulle scapole e si fece più audace arrivando a sfiorarmi i seni mentre la spalmava sotto le mie ascelle. Mi lasciai sfuggire apposta dei sospiri di piacere mentre mi accarezzava e sentivo la sua agitazione nelle mani mentre continuava a scendere lungo la schiena. Ero eccitata come una sedicenne. Gli dissi che andava bene così non appena arrivò a lambire con le dita il mio sedere, era ora di pranzo, avrei potuto giocare con lui fino alle otto di sera dato che mio marito non sarebbe arrivato prima e mia figlia non era in casa.
Avevo tutto il tempo del mondo.
Senza reggiseno, dandogli le spalle presi e indossai il vestitino, mi alzai e gli sorrisi quasi lascivamente e vidi il suo desiderio manifestato nel rigonfiamento della patta dei suoi pantaloni. Andammo in cucina e preparai carne per due, presi la bottiglia d’acqua in frigo e ne bevvi un sorso direttamente alla bottiglia, lasciando volutamente cadere alcune gocce tra i seni, che asciugai passando le dita nella scollatura con movimento sensuale, del quale si accorse. Mangiammo, e lui continuò a spogliarmi con gli occhi, gli sarei saltata addosso subito, ma volevo divertirmi ancora un po’. Approfittai del fatto che andò in bagno per prendere il suo pacchetto di sigarette e metterlo in un cassetto in modo che quando fosse uscito a lavorare sarebbe rientrato dopo poco per cercarle. Tornò dal bagno e come previsto, uscendo, dimenticò il pacchetto di sigarette, era fatta, l’avevo fatto cadere in trappola. Corsi in camera da letto, che era subito in cima alle scale mi tolsi il vestito che buttai in un angolo e cominciai a accarezzarmi sopra le mutandine, ero fradicia di umori, e mi sentivo più porca che mai, le mie mani esperte continuavano a muoversi accarezzando il clitoride da sopra la stoffa dello slip e io mi abbandonavo al piacere, ansimando volutamente forte. Come previsto G. rientrò in casa per le sigarette, e non appena entrato sentì subito i miei gemiti di piacere, lo sentii salire le scale in punta di piedi, cercando di non farsi sentire, arrivato alla porta che avevo lasciato apposta socchiusa, si accostò ad essa attento a non farsi vedere. Non sapeva che io stavo giocando con lui, che ero io che lo volevo. Mi accarezzai un seno strizzandone il capezzolo mentre con l’altra mano frugavo nelle mutandine, tra le mie gambe, lasciavo entrare e uscire le mie dita sempre più veloci, fin quasi all’orgasmo, quando mi fermai e sfilai gli slip. Armeggiai in un cassetto e tirai fuori il mio piccolo vibratore. Sedetti sul bordo del letto mentre continuavo a stringermi un seno e con l’altra mano accompagnavo il mio piccolo amico vibrante dentro di me, urlando di piacere, china in avanti, però da quell’angolazione il mio spettatore non riusciva a vedermi bene, così mi misi sul letto in ginocchio, china in avanti con la testa sulle coperte e la mano tra le gambe a trattenere dentro il giochino, muovevo piano il bacino su e giù godendo a pieno della sua vibrazione, sentendo i miei umori sgorgare dalla mia fica colando giù sul materasso, ansimando sempre più forte, sentivo l’estasi salire, la mia lingua accarezzava le mie labbra e i miei gemiti riempivano la casa, godevo come non mai prima di allora, e fu in quel momento che sfilai il vibratore, un attimo prima di godere completamente. Lo portai alla bocca e ne leccai il mio miele. Sapevo che si stava toccando dietro la porta, mentre guardava avido lo spettacolo di una donna lussuriosa che si soddisfava da sola, e ora io lo volevo per me.
“So che sei li dietro, so che stavi guardando. Apri la porta, ho voglia di te” dissi, e senza dire una parola, rosso in viso, aprì la porta e vidi quello che volevo, il suo membro, grande e turgido che svettava fuori dai boxer e dai pantaloni aperti. Sedetti al bordo del letto verso la porta, a gambe divaricate con le mani appoggiate indietro, lui si avvicinò, portai una mano tra le cosce, misi un dito dentro mentre chiudevo gli occhi e mi mordevo un labbro, si avvicinò ancora, sfilai il dito e lo portai alle mie labbra, succhiandolo con un espressione estatica mentre ancora lui si avvicinava a portata di mano. Mi lasciai scivolare in ginocchio sul pavimento, mentre portavo una mano al suo membro, era caldo come il fuoco, si avvicinò ancora di mezzo passo e finalmente potei sfogare il mio desiderio, presi in bocca la sua asta e cominciai a muovere piano la testa avanti e indietro, mentre le mie labbra umide scorrevano sulla sua carne dura e la mia lingua danzava sulla cappella gonfia e pulsante, cominciò a godere, mi strinse i capelli con una mano e assecondò il movimento della mia testa, ansimava forte, era al limite e anche io, levai la bocca e cominciai a accarezzargli la cappella con la lingua, mentre con la mano continuavo a fare su e giù sul suo cazzo duro finchè non mi sborrò sul viso, il suo sperma colava dalla mia bocca sui seni, e in quell’attimo, eccitata com’ero, stavo venendo e il mio succo sgorgava da me lungo le cosce. Mi alzai in piedi, gli diedi un bacio famelico, cercando la sua lingua con la mia, mentre lui ricambiava, e con la mano frugava nel boschetto tra le mie gambe, facendomi gemere ancora e ancora. Mi abbandonai sul letto divaricando le gambe, sembrava capisse ogni mio desiderio, si sdraiò sul letto tra le mie gambe, affondando la testa tra le mie cosce, e fece partire le lingua. Cazzo quanto godevo! La sua lingua si muoveva come una furia sul mio clitoride, vorticava sempre più forte mentre urlavo di piacere e inarcavo la schiena mettendo in evidenza i miei seni turgidi ed eccitati, misi una mano nei suoi capelli trattenendolo a me. Godevo, godevo e godevo ancora, ne volevo sempre di più, mi mise un dito nel sedere, che ormai era ben lubrificato dagli umori che continuavano a scorrere fuori dalla mia fica, e lo mosse dentro e fuori provocandomi un ondata di piacere, e mentre urlavo venni un’altra volta, questa volta più forte, e gli schizzai sul viso il mio nettare caldo. A quel punto era di nuovo pronto, e io lo volevo dentro di me. Lo spinsi contro la testiera del letto e mi misi sopra di lui, la sua bocca e le sue mani cercavano i miei seni, li strizzò con forza e mi lasciai sfuggire un gemito tra dolore e godimento che mi eccitò ancora di più. Mi muovevo piano sopra il suo membro accarezzandolo con le labbra del mio caldo segreto che si allargavano per accoglierlo, mentre continuava a succhiarmi il seno ansimando. A quel punto lo guidai con una mano al mio sesso, e lo lasciai entrare. Sentivo la sua asta che mi dilatava le labbra e si faceva spazio dentro di me:
“Cazzo quant’è grosso” gli dissi godendo, e lui rispose:
“Dio quanto sei calda” mi fece bagnare ancora, mentre lo montavo a pelo come un’amazzone su un cavallo selvaggio, sentivo i suoi colpi mentre si muoveva insieme a me, mi riempiva completamente e godevo come una troia. Contrassi i muscoli della fica e lo sentii ansimare mentre mi muovevo più stretta sul suo cazzo e i suoi denti si stringevano su un capezzolo, era troppo, non ne potevo più. Ho sentito l’orgasmo salire dalla punta dei piedi, su sulle cosce, lungo la schiena fin sul mio collo, avevo i brividi e urlai. Per un attimo mi sembrò di essere in paradiso. Mi circondò con le braccia e mi girò sul letto senza uscire da me, mi si chinò addosso e prese a spingerlo dentro e fuori dalla mia fica, stava venendo anche lui, sentivo il suo ariete gonfiarsi a ogni colpo e il suo calore che mi inondava.
“Marta mi fai impazzire, stò per venire, non resisto più!” disse, ed io:
“Godi tesoro, lasciati andare, vieni dentro di me”
”VENGOOOOOOO”…….sentii il suo cazzone che gonfiava acora di più, per un attimo rimasi sospesa nel vuoto e venni ancora.
“ANCHE IO G., E’ SPLENDIDO” e urlai ancora una volta mentre il suo membro schizzava dentro di me. Mi alzai a sedere, lo guardai negli occhi e lo baciai con forza, abbracciandolo stretto.
“Non mi importa che tu sia di mia figlia, da oggi ti voglio anche per me” lui sorrise e mi disse:
“Sono tuo mia signora, d’ora in avanti ogni tuo desiderio sarà un ordine”.
Da quel pomeriggio d’estate la mia vita è tornata solare e mio genero mi fa sentire una teenager ogni volta che entra nel mio letto.
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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