Immobile, come fosse una statua di cera disposta su di un basamento, apparentemente incurante di quella sua nudità osservata a distanza da un'altra presenza che ne prendeva visione, G. si lasciava ritrarre, come le è ormai consuetudine, dall'anziano artista al quale si offriva come modella assecondandolo, con il tempo, anche nelle richieste più inusuali.
Il fatto che durante un frangente talmente particolare potesse aggiungersi anche qualche altra persona, lesta nel saper cogliere l'occasione per assistere al particolarissimo evento, rendeva sempre ogni episodio similare ancor più intrigante di quanto fosse possibile da poter essere ipotizzato a priori.
In fondo G. non era mai eccessivamente disturbata dal pensiero che la si potesse vedere anche nuda, anzi una tale ipotesi ne stimola più che mai i geni reconditi che si traducevano in fantasie poi condivise assieme al proprio compagno, raccontandogli degli accadimenti che le erano occorsi in seguito a ciò, certa che se ne sarebbe eccitato in maniera assai morbosa soprattutto se quelle sconosciute presenze si fossero dimostrate oltremodo inopportune.
Meglio ancora se le oscure entità avessero avuto quelle caratteristiche talmente inusuali dal poter rendere ancora più estremo il confronto, facendo in modo che si potessero determinare situazioni ancor più inverosimili.
In ciò, gli amici esclusivi chiamati ad essere complici dei giochi cerebrali posti in atto, e sovente capaci di trasformarsi in passionali conflitti per i sensi, in cui ogni forma di trasgressione avrebbe potuto ritenersi lecita, ne sarebbero divenuti a loro volta parte integrante, assumendo ruoli in grado di generare in G. tutte quelle emozioni non solo mentali atte a produrre il desiderato piacere.
Onirica ninfa, pronta a soddisfare qualsiasi libidinosa voglia di amanti dalle sembianze più insolite, come in preda ad ipnotica assuefazione che ne avrebbe immobilizzato ogni reattiva capacità di opporre resistenza, eccola distesa sul simulacro di pietra concedersi alle lascive carezze di un pretestuoso occupante del bosco, pronto nel saperne cogliere il delirante abbandono.
Senza poter visualizzare le fattezze di colui che si gode, percorrendola impunemente, l'intera epidermide, ed annebbiata com'è dal sortilegio che le impedisce di poterne individuare le forme che la stanno invadendo, G. , lacerando il silenzio ovattato della foresta, esplode nell'orgasmo che solo quella dimensione incantata può cogliere, accompagnandola verso l'oblio sensoriale di un dissoluto piacere.
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