I muratori croati
All’epoca abitavo in una casetta a due piani. Ero in affitto al piano superiore, con un bel terrazzo. Ad un certo punto iniziarono i lavori per la costruzione di una villetta nel terreno antistante, sul pastino posto più in basso, con accesso dal cancello della casetta dove abitavo io avendo diritto ad una servitù di passaggio. La ditta che aveva in appalto i lavori aveva assunto una squadra di muratori croati. Quattro, e nessuno parlava una parola di italiano. Tipi rozzi, tra i trentacinque ed i cinquantacinque anni. Era estate, faceva caldo ed io mi aggiravo per casa in mutande, tanto al massimo mi avrebbero visto i muratori.
Mentre facevo le mie cose, muovendomi da una stanza ad un’altra della casa, mi accorsi, soprattutto quando ero in cucina che offriva una visuale migliore dell’interno di casa mia dal cantiere, che il muratore più anziano spesso e volentieri si fermava ad osservare i miei movimenti e, fissandomi, si passava una mano sul “pacco”. Iniziai a fare più attenzione alla cosa e, dopo qualche giorno, vidi che ogni volta che mi fermavo davanti alla porta finestra della cucina, di profilo, il tizio aumentava lo strofinamento del pacco, quasi masturbandosi. Decisi di provocarlo.
Ogni volta che passavo davanti, mi fermavo e… mi accarezzavo il culo. La cosa non passò inosservata e dopo tre, quattro volte di questa manfrina vidi il tizio guardarsi attorno e poi tirare l’uccello fuori dai pantaloni ed iniziare a menarselo, guardandomi fisso. La cosa mi eccitò. Lo guardai e…. mi tolsi le mutande, iniziando a masturbarmi. Fu un attimo: iniziò ad eiaculare con forza scuotendosi tutto per il piacere. Venni anch’io e feci sì che vedesse il mio godimento.
Il giorno dopo, mentre stavano scaricando del materiale al cancello d’ingresso alle proprietà, mi feci vedere, in pantaloncini, e chiesi loro, praticamente a gesti, se volevano un caffè. Tutti risposero di sì e dopo una decina di minuti mi suonò alla porta il tizio anziano, per prendere i caffè. Richiusi la porta e, nello stesso momento mi sentì mettere una mano sul culo che iniziò a palparmelo in profondità.
Come mi rigirai mi sentì mettere una mano sulla testa che spingeva per farmi abbassare e mi ritrovai davanti al naso un cazzo di tutto rispetto che non aspettava altro di essere imboccato. Cosa che feci immediatamente ma, benché mi aspettassi di sentirlo puzzolente di urina, così non fu e lo imboccai con estremo piacere.
Nel mentre lo sbocchinavo lui continuò a masturbarmi il culo portandomi quasi a godere per il piacere. Dopo neanche cinque minuti mi sentì riempire la bocca da una sborrata densa, pastosa, per niente disgustosa che ingoiai piacevolmente. Glielo pulii per bene, dopo di che lui mi prese il volto in mano e mi baciò a tutta lingua, profondamente, facendomi godere. A quel punto mi ricomposi e gli diedi i caffè da portare ai suoi colleghi. Il giorno dopo, con la solita manfrina dei passaggi davanti alla finestra, verso le dieci lui venne facendomi capire che avrebbero gradito il caffè e con la scusa, mentre aspettava che li preparassi, mi accarezzò il culo e si fece fare un altro pompino. Io speravo in qualcosa di più, ma lui, evidentemente, gradiva solamente palparmi e farsi sbocchinare. Due, tre giorni così poi, al quarto giorno, ci fu uno sviluppo inatteso. Mi suonarono alla porta ed erano tutti e quattro. Per fortuna non ero in mutande ma in costume da bagno.
Mi fecero capire, chiaramente, che avrebbero gradito il caffè e mi seguirono in cucina, dove io li avevo preceduti per accendere la macchinetta espresso.
Mentre l’accendevo e controllavo il livello dell’acqua nel serbatoio mi sentì appoggiare sul culo il pacco del tizio anziano e, mentre mi calava il costume, sentirmi strizzare i capezzoli. Rimasi basito. Non mi aspettavo una mossa del genere e volsi lo sguardo verso gli altri: mi stavano tutti guardando, con occhi libidinosi, con il cazzo in mano, masturbandosi. A quel punto l’anziano (evidentemente il capo del gruppo che doveva aver parlato di ciò che era accaduto tra di noi) mi girò verso di se, mi baciò a tutta lingua e poi mi spinse a fargli un pompino. Messo così, a 90 gradi, il primo del gruppo si accostò al mio culo, si sputò sulla mano, me la passò in mezzo alle chiappe, dilatandomi lo sfintere e poi… mi sodomizzò. Fu una cosa improvvisa, un po’ dolorosa, che mi prese alla sprovvista ma che, dopo un po’, mi diede un piacere incredibile. Da una parte spompinavo un cazzo che ormai conoscevo piuttosto bene e che sapevo come controllare, dall’altra avevo iniziato a prendere le misure di quello che mi stava inculando succhiandolo con le contrazioni dello sfintere e portandolo, in breve, a godere mentre torturavo l’anziano senza permettergli di godere.
Non appena quello che mi aveva goduto nel culo si sfilò, un altro lo rimpiazzò, trovando la strada facilitata e morbida, ben lubrificata. Fu devastante: era uno che sapeva come muoversi e, soprattutto, che sapeva controllarsi. Mi portò quasi alla pazzia. Iniziai a supplicarlo di godere, di darmi pace ma… nulla. Sarà perché non capiva l’italiano, sarà perché non gliene fregava niente di accontentarmi, fatto sta che continuò, imperterrito, a fottermi e andò avanti per una mezz’ora. L’anziano, nel frattempo, aveva goduto schizzandomi sul volto una quantità pazzesca di sborra e, immediatamente, mi era stato messo davanti il cazzo del quarto componente della squadra. Un bel cazzo, devo dire, quasi profumato (cosa del tutto inaspettata), che iniziò a scoparmi in bocca con un ritmo tranquillo, che andava di pari passo con quello che mi stava inculando divinamente. Mi sembrava di impazzire, non credevo di poter provare simili sensazioni. Stupendo, non erano una squadra di muratori ma di… demolitori. Alla fine… uno mi venne in bocca e l’altro mi riempì il culo. Favoloso. Il giorno dopo…. la cosa si ripeté. … e divenne una costante quotidiana, con un’unica variante: la mattina appena arrivati e la sera quando chiudevano il cantiere. La cosa andò avanti per tutta l’estate e l’autunno. D’inverno il cantiere rimase chiuso ma a primavera…. Si riaprirono le danze, con rinnovato piacere e con qualche fattore in più perché, ogni tanto, coinvolgevano qualche altro attore (una volta il piastrellista, un’altra il pittore, un’altra ancora il serramentista) fattori evidentemente già collaudati perché si prestarono con molto… vigore !
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17 anni fa
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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