Avevo lavorato intensamente tutto l’anno ed avevo deciso di godermi il riposo di cui avevo bisogno, da solo, visto che mia moglie sarebbe stata negli Stati Uniti tutta l’estate per un master in economia.
Volevo godermi la vacanza. Avevo prenotato per quindici giorni una suite in un bell’albergo a cinque stelle in una nota località del Salento e non vedevo l’ora di godermi il mare caraibico che bagna quelle bellissime coste; arrostirmi al sole e scaricare tutte le tensioni che avevo accumulato durante l’inverno nell’esercizio della mia professione medica.
Dopo un viaggio di circa 500 km da Napoli, raggiunsi in serata il posto prescelto; parcheggiai l’auto, ed al fattorino che mi venne incontro, feci prelevare le valige dal bagagliaio perché me le portasse in camera, autorizzandolo a ché la cameriera al piano le svuotasse sistemando tutte le mie cose.
Diedi uno sguardo in giro per orientarmi, lasciai un po’ di contante nella cassaforte dell’albergo; salii in camera per una doccia e cambiarmi per la cena che sarebbe stata servita di lì a poco.
Indossai un pantalone di lino bianco, camicia bleu, scarpe di tela da barca dello stesso colore della camicia, un pulloverino di filo azzurro chiaro, attraversai la hall ed entrai nel ristorante dell’albergo già occupato da una trentina di persone.
Alto un metro e ottantatré, ero già un po’ abbronzato perché in città uso il motorino; i capelli bianchi dei miei quasi sessanta supponevo mi donassero il fascino dell’uomo “interessante”; la mia professione di chirurgo di successo aggiungeva quel tocco di mistero di chi suppone le responsabilità di chi lavora con la vita delle persone.
Sicché mi veniva normalmente perdonato qualche chiletto accumulato innanzi alla buona tavola di quei miei pazienti che, grati della guarigione raggiunta grazie alle mie cure, m’invitavano a casa loro dove le mogli, spesso anche molto carine, gareggiavano in intingoli e manicaretti.
Mi guardai intorno senza cogliere molto di particolare, salvo qualche bella donna a tavola con marito e figli o col marito soltanto.
Ero ancora un bell’ uomo. Le donne mi piacevano molto e ne avevo avute parecchie nella mia vita, ma questa volta, pur credendoci poco anch’io, mi ero ripromesso una vacanza di tutto relax e senza alcuna tensione. Neanche erotica.
Perciò incrociai appena lo sguardo con un paio di mariti e le loro mogli e sedetti per ordinare la cena.
Il maitre in guanti bianchi raccolse le mie indicazioni e poco dopo due camerieri cominciarono a servirmi frutti di mare crudi accompagnati da un Sauvignon ghiacciato e leggermente frizzante.
Poi linguine con taratufoli e filetti di sogliola freschissimi, quindi un filetto di rana pescatrice all’acqua pazza, guarnito di gamberi reali su di un letto di rucola fresca e quasi crocchiante.
Il tutto una vera delizia.
Sorvolo su frutta e dessert perché, nel frattempo mi ero accorto che i coniugi della coppia che occupava due tavoli più in là, mi guardavano come se mi conoscessero; parlottavano tra loro, e lei mi sorrideva garbatamente con fare distratto quando incrociavamo lo sguardo.
Pensai che mi conoscessero ma, in realtà non ci feci molto caso, per quanto lei avesse un bel volto, un accattivante sorriso ed anche dal mio posto di osservazione era evidente un decolleté spregiudicato che mostrava seni, se m’è consentito, anatomicamente perfetti.
Ma ero appena approdato al luogo bellissimo e non avevo alcuna intenzione di corteggiare donne sposate.
Sicché mi recai nel salone dov’era anche la televisione e mi lasciai andare su di una comoda poltrona che mi accolse con la premura e lo stile che si trovano solo negli hotels di ottimo livello.
Accorse un cameriere e gli ordinai un Cardinal Mendoza che mi fu servito alla temperatura giusta ed addebitato al conto della mia camera.
Ne gustai il delicato profumo ed il gusto vellutato e rotondo; poi mi guardai intorno godendomi la bellezza ed il buon gusto della sala e del suo arredamento, pregustando un soggiorno in cui anche tutta la servitù mi avrebbe coccolato esaudendo ogni mia richiesta dei loro servizi.
Crogiolandomi in questi pensieri, mi accorsi che, innanzi a me, stava passando la coppia che avevo casualmente notato nella zona del ristorante e, immediatamente tutti i miei buoni propositi svanirono come neve che si sciogliesse al primo sole primaverile.
Entrambi sul metro e settanta, abbigliati con sobria eleganza estiva.
Incrociammo nuovamente lo sguardo e lei mi sorrise di nuovo.
Mi sembrò inopportuno che lo facesse ma forse mi conosceva; forse erano soli e volevano fare amicizia; forse............
All’impiedi era un meraviglioso esemplare femminile.
Indossava una gonna scura, quattro dita sopra il ginocchio, con un piccolo spacco laterale che faceva intravvedere una coscia ben fatta, lunga e rotonda, già leggermente abbronzata e che s’intuiva liscia come la seta.
Le ginocchia rotonde e il polpaccio ben proporzionato si assottigliava alla caviglia verso il bel piede calzato di un elegante sandalo di pelle argentata, su di un tacco non eccessivo, che le slanciava le gambe esaltandone la bellezza.
Percepì la mia ammirazione come tutte le belle donne che conoscono il seducente linguaggio del loro corpo e mi sorrise di nuovo come per comunicarmi che se n’era accorta e compiaciuta.
Mi sembrò che, per completare il mio omaggio, dovessi lasciare la poltrona e presentarmi alla coppia.
Mi accostai a loro, all’impiedi e chiesi se ci conoscessimo.
Ma non era così, io di Napoli, loro salernitani, ma non c’era stata occasione.
Accostai le mie labbra al dorso della mano che lei mi aveva teso ed il calore ed il profumo della sua pelle investirono i miei sensi ed i lobi temporali del mio cervello.
Mi ci soffermai forse un attimo più del dovuto ma lei non sottrasse la mano.
Il marito, invece, sorridendo mi chiese se volessi rubargli la moglie.
Ridemmo tutti e tre e ci salutammo quasi come buoni amici che si conoscevano da tempo.
Ma io ero in tumulto.
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17 anni fa
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16 anni fa
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Mia moglie confessa finalmente
Allora,non so da che parte cominciare, c'è tanta carne al fuoco.Siamo una coppia di 47 e 46 anni, insieme da sempre, sposati e con un figlio.Come succede a tutte le coppie prima o poi, anche noi dopo tanti anni abbiamo subito un calo di desiderio reciproco dovuto alla routine,alla monotonia e ai problemi quotidiani che ti assorbono tutte le energie.In questi ultimi anni per cercare di venirne fuori e ritrovare la nostra intesa ho cercato di capire quali erano le sue fantasie e cosa la faceva eccitare avvicinandomi anche alle tematiche cuckold per cercare di coinvolgerla.Naturalmente il pensare a lei mentre veniva presa da un'altro mi eccitava parecchio e anche lei mentre scopavamo e le raccontavo le mie fantasie godeva da matti.Purtroppo al di fuori dell'atto sessuale di questi discorsi si parlava poco e anche se poi sono riuscito a farle promettere che avremmo realizzato qualcuna di queste fantasie, in concreto successe ben poco.Sentivo che c'era qualcosa che la bloccava ma in cuor mio speravo si sbloccasse lavorondola ai fianchi con continui imput.Invece qualche giorno fà è successo quello che non mi aspettavo più anche se lo sapevo senza certezza.Partiamo dalla confessione, come spesso accade le stavo scrivendo qualche porcata su whatsapp, le solite cose, quanto sei porca, chissà se con un'altro cazzo lo saresti di piu ecc..Ad un certo punto il fulmine a ciel sereno, mi scrive: "comunque posso dirti che uno stretto lungo l'ho gia preso, scusami", potete immaginare come mi sono sentito, un conto è saperlo senza prove, un'altro è sentirselo confessare cosi candidamente.Stranamente non mi è montata la rabbia, anzi il mio cazzo si è svegliato in un attimo e lo ho risposto "cioè?".E lei: "in quel periodo ho scopato con uno, al motel,mi sono sempre sentita in colpa a tal punto che non sono piu riuscita".Io: "con chi, troia, lo sapevo, devi raccontarmi tutto".Lei: "questa sera ma giura che mi perdoni".io: "mi stai facendo eccitare come un porco e ti perdono solo se lo rifarai per me e con me".Lei:"si, forse ora si".Io:"non stò nella pelle, voglio sapere tutto, non vedo l'ora".Lei: "ok, scusami mi sento una merda perchè dovevo dirtelo prima, anche se sono certa che lo avevi già capito".Io:"lo avevo già capito ma non avevo la certezza, l'importante e che finalmente ti sei liberata da questo peso, ora cominciamo a vivere".Come potete immaginare aspettavo trepidante che tornasse dal lavoro, appena entrata mi abbraccia con le lacrime agli occhi chiedendomi scusa e sedendosi sul divano inizia a raccontarmi la storia.Ha conosciuto quest'uomo su una chat come semplice amicizia e parla oggi, parla domani, si sono scambiati il numero di cell. e sono entrati sempre più in confidenza sfogandosi a vicenda e raccontandosi ognuno le proprie storie e i propri problemi, lui separato con due figli e lei che in quel periodo non andava d'accordo con me.Questo rapporto mi ha detto che è durato 5 o 6 mesi finchè un giorno lui le disse che voleva incontrarla e lei accetto.Lui era di Torino e una sera si incontrarono, andarono a mangiare e parlarono molto, si creò una bella sintonia e decisero di rivedersi ancora.La seconda volta, vista la lontananza decise di prendere una camera in albergo per non dover fare la strada di ritorno la notte, lei si fermò in pezzeria, prese due pizze e mangiarono in camera sul letto.Dopo mangiato iniziarono a baciarsi e toccarsi, lui la leccò e la masturbò facendola godere molto e lei fece altrettanto, un bel pompino, aveva un cazzo stretto di diametro ma molto lungo e mi ha confessato che aveva un buon sapore e le è piaciuto molto.Arrivati al culmine dell'eccitazione lui le ha chiesto di poterla scopare, lei era bagnatissima e ne aveva una gran voglia ma non avevano i preservativi e non se l'è sentita(non prendeva la pillola).Allora giusto per farlo comunque godere si è dedicata al suo cazzo con la bocca facendolo impazzire fino a farlo godere, lui stava per veniree continuava dirglielo pensando di toglierlo dalla sua bocca ma lei non lo ascoltò e lo fece sborrare in bocca continuando a pomparlo finchè non uscì l'ultima goccia.Aveva la bocca piena di sborra di uno che non era suo marito ed era eccitata come la più grande delle troie, lui era in estasi e le disse che non aveva mai goduto in questo modo fantastico.Per quella sera finì così ma naturalmente non la storia.Si incontrarono ancora una volta, stessa procedura, cena e poi a letto, mi ha raccontato che era in accappatoio, lo aprì e lui era già eccitato, lei si tuffò sul cazzo e inizio a spompinarlo, lui la spogliò e la leccò per bene infilandole qualche dito nella figa fradicia.E fu così che arrivò il momento, mise il preservativo e la penetrò, mi ha detto che non capiva più nulla, era in estasi, quel cazzo sguazzava nei suoi umori, lo sentiva entrare e uscire in tutta la lunghezza e si sentiva troia ma libera, l'unico problema è che era troppo lungo e quando le sbatteva in fondo le faceva male.La prese in diverse posizioni e alla fine lei volle cavalcarlo, è la sua posizione preferita, ma mi ha detto che non riuscì a prenderlo tutto per via del dolore ma che ebbe un orgasmo da paura.Lo fecero per tre volte quella sera e godette come mai aveva goduto, purtroppo come spesso succede lui si innamorò e lei invece si riempì la testa di sensi di colpa e decise di interrompere la relazione.Questo è quanto, ora ditemi,cosa pensate ora della mia signora?Ora sembra più serena e anche se non ci siamo ancora arrivati la vedo molto decisa e più complice nel voler realizzare le mie fantasie, speriamo presto.
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11 anni fa
pillinca,
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Ultima visita: 1 mese fa
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per le donne di sexylombardia
petali di rosa. Passa il vento e vi solleva o petali di rosa che a terra vi adagiate come ali di farfalle stanche mentre il giallo diseccato dei pistilli resta inerme a guardare le rosse bianche spoglie che in volo verso l'alto più non san tornare. Ma l'uccellino dalla nota lieve canta ed esulta sù quel caldo candido tappeto di petali di rosa. Eh! la vita eterno effluvio di gioia nella sua breve fragilità. un bacio a tutte Valerio1000
97395
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17 anni fa
valerio,
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Ultima visita: 10 anni fa
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