sibilla-pegasus
, 46/40 anni
Coppia
Milano, Italia
Ultima visita: 8 anni fa
- 8 anni fa Il limite Lâalto cancello in ferro battuto si apre a scatti dischiudendo alla nostra auto la strada sterrata, contornata da grandi cipressi, che sparisce allâorizzonte ovattato dalla nebbia.Gli alberi scorrono al nostro passaggio scandendo, come un infallibile metronomo, il mio ineludibile destino.Le mie mani tradiscono lâemozione del mio cuore che rulla frenetico e con le dita tormento le autoreggenti nere col rischio di smagliarle.Un senso di sgomento mâassale quando delle luci balenano tra la lanuginosa foschia e con uno scatto nervoso stringo il braccio di Flavio che sorridendo continua a guidare; vorrei urlargli che ho cambiato idea, che lo amo, che ho paura.Ma solo un fievole sospiro trasale dalle mie labbra sapientemente orlate di rosso.Il motore dellâauto si sopisce dinanzi a una villa palladiana nel cui centro trionfa una ampia scalinata che accede a un portico sorretto da quattro colonne classiche con capitelli dorici; lâampia vetrata dâaccesso sâapre liberando violenti getti di luce che sâinfrangono nel piazzale ghiaioso circondato da alberi, simili, nellâombra, a grossi titani.Un uomo di mezzâetĂ , elegante, ci accoglie signorilmente invitandoci ad entrare e il mio evidente imbarazzo non sfugge allâanfitrione che, con molta delicatezza e proferendomi un lusingante complimento, mi prende la mano accompagnandomi dolcemente nellâatrio.Una grande scala in marmo arabescato rosso, ampio semicerchio, porta ai piani superiori mentre sui lati scorgo due ampi locali illuminati dalla luce tremolante di candelabri: tutta la volta ad archi è affrescata con motivi floreali e mitologici tra i quali colgo il ratto di Europa perpetrato dal lussurioso Zeus.Lâuomo che ci ha accolti, mi sfila la pelliccia mentre Flavio mi sussurra la sua ammirazione per le ampie scollature che il vestito nero di raso mostra e cingendomi la vita mi sospinge a seguire lâelegante figura che nel frattempo si è avviata verso la sala di sinistra.Appoggiate su due dei lati di questâultima, due massicci mobile a scaffali, di noce scuro, sui quali centinaia di libri allineati si susseguono fino alle volte del soffitto anchâesse affrescate e, tra le due librerie, vicino allâangolo, una massiccia porta intarsiata; sulla parete che dĂ sul giardino, tre ampie vetrate bifore addobbate da fini tendaggi damascati porpora che impediscono la visione esterna, mentre sulla quarta parete, oltre alla porta dâingresso, cinque grossi arazzi con scene venatorie, occupano lâampia parete.Al centro tre grandi divani di alcantara, verde scuro, posizionati a forma di U sui quali due uomini stanno conversando sommessamente con in mano due ampi baloon contenenti del brandy.Veniamo presentati ai due uomini, che nel frattempo si sono educatamente alzati, dal nostro accompagnatore e vengo invitata da Flavio a sedermi sul divano nel mezzo mentre lui e lâanfitrione si seggono sul divano alla mia destra e gli altri due su quello alla mia sinistra.Nella mia mente baluginano emozioni contrastanti e la vergogna sembra sovrastare tutto tranne le mie gambe che non osano muoversi.Rimango rigida senza appoggiare la schiena ai soffici cuscini e con le gambe strette, ruotate di tre quarti per cercare di celare le cosce nude tra gli spacchi dellâabito che tende a sollevarsi.Loro conversano amabilmente come vecchi amici di affari, senza coinvolgermi, se non per offrirmi un brandy che rifiuto.Cercando di apparire disinvolta, senza nemmeno proferire verbo, e so dâessere la protagonista della serata ma, volutamente trattata come un oggetto in attesa di essere usato e, cosa che scoprirò dopo, un oggetto consapevole e poco consenziente.Sfruttando la poca attenzione riservatami ne approfitto per scrutare i tre uomini ai quali affibbio i soprannomi di anfitrione, tozzo e atleta : quello che sembra il proprietario della villa è un uomo molto alto, segaligno, con folti capelli bianchi pettinati allâindietro e con un naso aquilino che gli conferisce un aspetto aristocratico; lâaltro di fronte a Flavio è tarchiato, sulla trentina e, le sue mani tozze e nodose emanano una sensazione di grande forza. Ha un viso largo diviso da un ampio naso da pugile e tutto nel suo aspetto richiama lâumiltĂ delle origini. Il terzo ha circa quarantâanni, è molto bello con capelli ed occhi neri, un viso molto regolare a tratti femmineo e un fisico atletico e proporzionato.Il deus ex machina della riunione è senza dubbio lâanfitrione che detta gli argomenti sui quali discetta coltamente senza che nessuno degli interlocutori osi interromperlo nemmeno quando, facendo lunghe pause, gusta il brandy.Anche Flavio, risoluto dominatore, subisce il fascino dellâabile oratore; lâatleta, pone domande intelligenti e si esprime forbitamente anche se non mostra una grande cultura mentre il tozzo sembra non interessarsi alla conversazione e sfregandosi le grosse mani, mi osserva le gambe con un sorriso ironico.La scena , nella quale presto diverrò la protagonista, mâappare come un visione onirica e devo stringermi le dita fino a congestionarle per convincermi che non sto sognando.Mio marito sta per materializzare le sue fantasie nei miei confronti ed io, o solo la parte oscura del mio subconscio, lo permette.Attendo come una vergine sacrificale che uno dei sacerdoti dia lâinizio allâorgia sublimatrice dove sarò immolata alle fantasie maschili.Lâorgoglio, dote che posseggo, sâaccoda mesto a quella indescrivibile voglia di sottomissione, un fanciullesco bisogno di essere comandata e usata a dispetto della mia volontĂ .Il sesso represso dallâinfanzia vissuta in ambienti cattofobici ha creato in me questa indicibile voglia che rimarrĂ repressa solo per qualche momento, eppure mi ostino e mâilludo a pensare ancora che sono lĂ solo per Flavio.La coscienza della donna morigerata sâerge tra i flutti del desiderio ma è sempre piĂš stremata e lâabisso lâattende inesorabile.Vengo risvegliata dal mio sfarfallio mentale dallâatleta che si è alzato mentre gli altri hanno smesso di parlare e si pone dinanzi a me, cosĂŹ vicino che le sue gambe sfiorano le mie ginocchia sempre piĂš serrate.Fissandomi negli occhi con uno sguardo sardonico, si slaccia la cintura, si sbottona i pantaloni abbassandoli insieme agli slip; il suo membro in stato di semi erezione poggia su grossi testicoli molto scuri che si perdono nella folta peluria del pube e tutto, mi sembra pulsare minaccioso.Rimango immobile e lui anche, ma ora sorride compiaciuto credendo di avermi impressionato, e in effetti non sono tranquilla.Lâimpasse della scena viene interrotto da Flavio che mi chiede seccato cosa sto aspettando ed io lo guardo dapprima supplichevolmente e poi, osservata la sua espressione riprovevole e spinta dalla mano dellâatleta, mâavvicino al membro ed inizio a leccarlo lentamente.La completa erezione non si fa attendere cosicchĂŠ debbo spostarmi piĂš avanti per raggiungere il prepuzio che inizio a suggere sempre lentamente.Lâatleta ansima e con le mani mi incita ad aumentare il ritmo ma io, ora protagonista, mantengo il ritmo impostato mentre con una mano gli massaggio lo scroto.Mio marito sembra impazzito e mi apostrofa con epiteti pesanti mentre lâanfitrione deve ricorrere alla sua autoritĂ per trattenere il tozzo che sembra essere diventato ancora piĂš largo e paonazzo.Nonostante la lentezza del coito orale sento che lâatleta fatica a trattenere lâorgasmo e allora mi stacco bruscamente schernendolo con un sorriso.La mia esibizione dâindipendenza altera lâanfitrione che ordina allâatleta di spostarsi e fissandomi con disprezzo, mi spiega altezzosamente che sono lĂ solo per dare piacere e non per provarne, anche se non mi è precluso, e che lâobbedienza e lâosservanza ai desideri degli ospiti è inappellabile e indiscutibile.Lâenfasi con cui lâanfitrione ha elargito il suo disprezzo nei miei confronti risveglia il mio orgoglio e con uno scatto mi alzo dirigendomi verso lâuscita; solo pochi passi e il tozzo mi raggiunge stringendomi con forza un braccio, interrompendo la mia fuga. Cerco di richiamare lâattenzione di Flavio che invece, tranquillo, continua a gustare il brandy.Lâanfitrione si alza e con un cenno ordina al tozzo di lasciarmi e, riprendendo il tono gentile che aveva usato accogliendoci, mi invita a seguirlo. Penso fiera che la mia dimostrazione di forza abbia placato la sua arroganza e cosĂŹ lo seguo verso la porta tra le due librerie.Varchiamo la soglia entrando in un locale in forte penombra dove intravedo strane forme e sento un leggero tintinnio metallico.La porta si richiude pesantemente dietro di me e, senza voltarmi, dai respiri affannosi, capisco che anche Flavio, tozzo e lâatleta ci hanno seguiti nella stanza.La sensazione di trappola, sgradevole e svilente per la mia falsa sensazione trionfale di poco prima, lascia presto spazio allâincredulitĂ non appena lâanfitrione, sparito nellâoscuritĂ , accende delle candele.Scorgo al centro della stanza una figura umana in una postura improbabile, come sollevata da terra, ma non riesco a distinguere i particolari a causa della scarsa luce; lâanfitrione, mentre accende un altro candelabro, con voce calma e metallica mi rispiega le finalitĂ per cui sono lĂŹ, rimarcando che non posso scegliere.Le sue parole poco prima mi avrebbero imbestialito ma la visione, ora chiara seppure tremolante, mi toglie il fiato: quella figura che avevo intravisto è una giovane donna appesa con quattro sottili catene che gli cingono i polsi e le caviglie.Questâultime sono regolate in modo tale da costringere la poveretta a tenere le gambe allargate con il sesso e lâano oscenamente mostrati e penetrati da due falli di gomma rossi fissati con cordicelle alle cosce.Eâ completamente nuda e sembra svenuta.Lâanfitrione sempre con una voce impersonale mi spiega che quella è la moglie dellâatleta che non ha voluto collaborare ed è stata punita.Mentre cerco di focalizzare anche gli altri oggetti nella stanza, il tozzo e lâatleta, azionando dei verricelli, fanno scendere lentamente la donna su un tappeto persiano con forti tinte amaranto; lei si affloscia gemendo e lâatleta con gesti amorevoli e sussurrandogli qualcosa, la libera dai polsini che la imprigionano.Poi, sempre delicatamente gli sfila i due vibratori e la bacia sulle labbra.Fisso Flavio con ira dissimulando la paura che mi ha pervaso e lui evita il mio sguardo attendendo gli ordini dellâanfitrione.Mi volto con uno scatto e ruoto la maniglia dorata della porta che non sâapre e nemmeno riesco a rigirarmi che mi sento afferrata alle braccia e trascinata nel centro della stanza, dove con forza vengo sdraiata su un lettino simile a quelli usati dai ginecologi con due staffe soprastanti dove mi vengono legate le cosce; anche i polsi vengono fissati alla struttura e lâunica cosa che posso fare è quella di gridare il mio disprezzo per loro.La paura, incredibilmente, ha lasciato il posto alla combattivitĂ e con scossoni violenti cerco di liberarmi urlando anche parole poco educate allâindirizzo degli uomini e specialmente di Flavio.Loro silenziosi, in cerchio di fronte alle mie gambe alzate e allargate e al mio sesso appena velato, mi guardano divertiti.La donna accanto a me, forse risvegliata dai miei urli, si è messa in ginocchio abbracciando con forza la gamba del marito.Lâanfitrione le si avvicina sussurrandogli qualcosa e lei, titubante, si alza, si posiziona in ginocchio tra le mie cosce spostando con delicatezza lo slip einizia a suggermi la figa.Mi contraggo effettuando i pochi movimenti che le cinghie mi permettono ma la lingua della donna inizia a provocarmi dei singulti di piacere.Cerco di resistere offendendo la donna, ma la mia convinzione appare sempre piĂš forzata.Lei intanto, sapientemente mi sugge il clitoride provocandomi sussulti di piacere e la sua lingua passa velocemente dalla vulva allâano con sapiente perizia. Ora il mio piacere traspare da ogni muscolo e con gli occhi chiusi voglio solo raggiungere lâorgasmo.Il lettino su cui giaccio è lungo poco meno del mio tronco cosicchĂŠ la mia testa e il bacino sono esterni ad esso.Lâatleta, mentre sussulto per il piacere, avvicina al mio viso il membro eretto e, ruotandomi con forza il viso, me lo spinge in bocca; alla mia sinistra Flavio mi tamburella il suo cazzo sulla guancia continuando ad offendermi con solerzia; la donna continua il suo lavoro ormai invasa dai miei umori vaginali e lâanfitrione guarda compiaciuto il tutto.Resiste poco, sposta la donna, mi strappa gli slip e mi penetra con forza tenendosi alle mie cosce. La donna intanto, eccitata dalla mia performance, si dedica a Flavio mentre lâatleta con bestiali singulti mi rovescia il suo seme in bocca e sul viso.Il tozzo che fine ha fatto? Eccolo che appare nudo e tragico; il suo fallo è lungo ma lâimmenso diametro lo fa sembrare corto.Lâanfitrione si sposta ridacchiando mentre tutti gli altri attori si fermano fissando quel mostro avvicinarsi.Gli sistemano dei cuscini sotto i piedi a causa della statura e lui penetra la mia figa che nonostante sia molto umida fatica ad accoglierlo; mi scopa per circa un minuto come studiandomi, sorridendo sinistramente, e dâimprovviso estrae il cazzo dalla figa e inizia a puntarlo al mio ano. Con le poche forze rimastemi cerco di spostarmi ma Flavio e lâatleta mi schiacciano i fianchi.Non riesco nemmeno a urlare perchĂŠ sono ancora invasa dallo sperma dellâatleta e il tozzo continua a spingere. La penetrazione risulta difficoltosa e la donna, su ordine dellâanfitrione, umetta con la lingua lâano e il cazzo per permettere la sodomizzazione e cosĂŹ facendo il tozzo, dopo una secca spinta e un urlo soffocato, lacera lâano iniziando dapprima lentamente e poi con sadico ritmo ad incularmi fino in fondo.Da quel momento tutto è una grossa baraonda di sessi che si confrontano, senza nessuna cerebralitĂ e solo istintivitĂ : i maschi hanno la possibilitĂ di trattarci come orinatoi, di seviziarci con schiaffi e pizzicotti, di riempirci tutti gli orifizi con il loro sperma, di offenderci verbalmente, insomma di trattarci come oggetti.Tutte la forza che la madre terra infonde alle donne e che terrorizza lâaltra metĂ del cielo, viene esorcizzata e tutto lâimmaginabile viene materializzato.Gli uomini danzano frenetici spostandoci, posizionandoci, occludendoci, offrendoci le loro terga per essere baciati in un estremo gesto di sopraffazione.E lâora arriva quando le lunghe candele sono ormai dei mozziconi come i falli dei nostri dominatori che paiono ora delle scimmie sfinite. Giacciamo tra di loro, fieramente attente e ora uniche dominatrici.Mi alzo e porgo il mio aiuto alla donna che sâalza anchâessa; nonostante il bruciore agli occhi e il dolore anale, riusciamo ad aprire la porta mentre nella penombra un uomo tenta dâalzarsi. Leste chiudiamo la pesante porta dietro noi e velocemente rovesciamo pesanti volumi dagli scaffali vicini che ostruiscono lâapertura della stessa.I nostri ometti si sono svegliati e scuotono la porta con urla poco affabili e noi per rafforzare la diga cartacea, avviciniamo alle pile i tre divani dâalcantara.Ci guardiamo, scoppiamo a ridere, ci abbracciamo saltellando nude e sporche come siamo, mentre gli orango ululano minacce tremende nei nostri confronti.Mi guardo intorno rimuginando qualcosa e allâimprovviso prendo un portacenere dâalabastro su un tavolino e mi scaglio sullâarazzo centrale, quello piĂš grosso, lacerandolo con frenetici colpi. La mia compagna superata la sorpresa aggredisce una vetrina fracassandola con un grosso tomo e ridendo sinistramente.La nostra opera devastatrice, dopo la frenesia iniziale, assume una cadenza metodica e tutte le suppellettili alla nostra portata vengono oltraggiate.Le urla dei padroni sono cessate tranne quella dellâanfitrione che, probabilmente, è il tristissimo e furioso proprietario della villa.Esaurita la nostra rivalsa nella stanza accanto, trovo le chiavi dellâauto che Flavio, sbadato, ha lasciato sulla libreria e coprendoci con i tendaggi strappati, raggiungiamo la macchina ridendo come delle liceali.Parto schizzando ghiaia sulle vetrate e imbocco il viale facendo urlare il sei cilindri e poco dopo siamo al cancello, imponente, immanente e chiuso! L'euforia svanisce mentre il retrovisore dellâauto riflette luci che rischiarano lâabitacolo;ci voltiamo e in fondo al viale, minacciosa, scorgiamo unâauto che sta giungendo velocemente.Sono loro!Ed ora? 11379 2 12 anni fa